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Spazio personale: Sulla Sabbia

10) Alamein 23/10/1942 Operazione Lightfoot


ALAMEIN 23 OTTOBRE - 30 OTTOBRE 1942  OPERAZIONE LIGHTFOOT

Montgomery
continua a ricevere rinforzi e rifornimenti, basti dire che gli USA con generosita' gli inviano 300 Sherman e 100 semoventi privandone il proprio esercito. Consegue una superiorita' schiacciante sia quantitativa che qualitativa in uomini, artiglieria, carri ed aviazione cosi' che il 23 Ottobre 1942 passa all'offensiva iniziando l'ultima e decisiva battaglia di El Alamein con l'operazione denominata Lightfoot.
Si tratta sopratutto di un attacco di fanteria supportato da un potente accompagnamento di artiglieria con i carri a protezione, pronti a sfruttare il successo una volta aperta una breccia fra i campi minati, un attacco stile Grande Guerra.

A Nord, dopo una pesantissima preparazione notturna di artiglieria, il fronte della 164' tedesca e della Trento viene scardinato dal 30' Corpo. Superata, annientata o circondata la prima schiera, la penetrazione viene pero' contenuta dalla progressiva resistenza e dagli estesi campi minati cosi' che non si riescono a raggiungere tutti gli obiettivi pianificati e non si sfonda. Il 10' Corpo che e' in attesa di sfruttare lo sfondamento non puo' procedere.

A Sud il 13' Corpo assalta il fronte delle divisioni Folgore e Pavia con un'azione che, pur essendo diversiva, si vuole portare a fondo per trattenere a Sud le divisioni corazzate 21' e Ariete poste di riserva in seconda schiera e impedir loro di spostarsi a Nord. I paracadutisti riescono a reggere bene l'urto infliggendo al nemico gravi perdite e tutti gli attacchi vengono respinti con decisione.
 
Ad inizio offensiva il comandante in capo tedesco, gen. Stumme, muore di infarto e con urgenza viene richiamato Rommel dalla Germania. Questi ordina subito contrattacchi con la 90' leggera, la 15' Panzer e la Littorio per ridurre i salienti di penetrazione a Nord  ma l'inferiorita' qualitativa dei carri dell'Asse si palesa contro Sherman, Grant e controcarro ben piazzati. Le cariche della Littorio contro i capisaldi nemici fortificati (Thompson Post, Kidney Ridge) si risolvono in un inutile sacrificio e i tedeschi non fanno meglio. Rommel allora richiama la 21' Panzer e l'Ariete dal Sud ma il predominio avversario in terra e in cielo stronca ogni tentativo di recupero.
Montgomery rinnova gli attacchi con una progressione lenta ma costante, guadagnando terreno in piu' punti e aprendosi ampi varchi fra i campi minati. Inglesi, Austaliani e Neozelandesi riescono ad isolare e insaccare diverse unita' avversarie che resistono sul posto fino all'annientamento mentre il cuneo di penetrazione iniziale si allarga ad un trapezio.

'Combattono fino all'ultimo uomo, letteralmente, il 7' e il 12' Bersaglieri, gli artiglieri corazzati del 133' e sopratutto, in disperate condizioni di inferiorita', i battaglioni carristi IV, XII e LI della Littorio.
Il capitano Piccinini, agonizzante presso il suo carro, senza un braccio e con una larga ferita dal collo alla spalla, ad un suo soldato che gli fa animo risponde che di coraggio ne ha fin troppo.
Il nemico e' ormai a contatto con le artiglierie divisionali della Trento, i 100/17, con le code interrate per 2 metri onde aumentare al massimo la gittata, non possono essere estratti sotto il fuoco per sparare a zero. Il tenente Guelfo Ravalli riesce in quache modo a tirare fuori un pezzo e spara a zero sotto continue raffiche fino a che non viene colpito alla testa, gli uomini fanno a gara per portarlo al posto di medicazione ma muore nel trasporto'
 
Da 'Alamein' di Paolo Caccia Dominioni

Dopo una settimana di scontri la situazione al 31 Ottobre vede il fronte difensivo Nord ormai intaccato profondamente, sottoposto a pressione continua e sotto costante e incontrastata minaccia aerea. Le scarse riserve rimaste non sono piu' in grado di contrattaccare e difendono con ferocia i paurosi varchi apertisi.

Nonostante cio' il fronte regge ancora, le unita' tedesche e italiane non demordono,
combattono come un pugile ormai 'suonato' che subisce una gragnuola di colpi e pero' non va a terra...
Quale sara' la successiva mossa di Montgomery? 








CARRO MATILDA SCORPION 42’RTR 1’ARMY TANK BRIGADE

Nella notte gli Inglesi (Scozzesi, Australiani, Neozelandesi, Sudafricani ! ) affrontano i ‘giardini del diavolo’, estesi campi minati, la fanteria ha il compito di avanzare per aprire corridoi ai carri che poi potranno sciamare alle spalle delle trincee avversarie.
In esercitazione, aiutati da 12 carri Matilda Scorpion sminatori e da mine detector di progettazione polacca,  i genieri sono riusciti ad avanzare di 100 metri in 3 minuti ma sotto il fuoco nemico e’ un’altra storia, solo alle tre del mattino i carri della 9’ brigata corazzata sono chiamati in avanti ma:
Il Royal Wiltshire Yeomanry si trova subito in difficolta’, alcuni Scorpion sono saltati sulle mine e bloccano i corridoi, le cose si complicano quando Grant e Sherman provano ad aggirare le carcasse e saltano anch’essi bloccando momentaneamente l’avanzata. Il Warwickshire Yeomanry riesce a raggiungere la cresta di Miteiriya ma poi sei Sherman sono distrutti nel campo di mine che segue.
Entrambi i reggimenti quindi si riparano dietro la cresta, decisione se pur poco gloriosa, efficace a sostenere la fanteria neozelandese, Lightfoot non ha avuto il successo travolgente atteso, la lotta sara’ ancora lunga.



WIP





 

CRUSADER III SHERWOOD FORESTERS 10' ARMOURED DIV.

I Crusader III adottano un migliore 57 mm ma ormai sono prenti i 75mm.
Prima della battaglia i Britannici con l'operazione di inganno Bertram confondono i loro intendimenti, facendo credere in un attacco molto piu' tardi e a Sud. Falso traffico radio, un finto acquedotto e il camuffamento di carri in autocarri inganneranno l'avversario nei momenti cruciali iniziali.



WIP



Per la 10’ Div.Corazzata l’obiettivo e’ situato tre chilometri ad ovest della linea Oxalic che deve essere conquistata dalla fanteria Neozelandese, cosi’ da posizionarsi sul retro della linea avversaria oltre i campi minati per scontrarsi in terreno aperto con le divisioni panzer. Nella notte pero’ i genieri non riescono a mantenere il ritmo di cento metri ogni tre minuti nel bonificare i campi minati col risultato che all’alba i carri si trovano ancora di fronte la fanteria nemica con gravi conseguenze. Ecco cosa capita agli Sherwood Foresters… I loro carri iniziano il movimento a notte fonda, aspettano pazientemente che i genieri liberino da mine dodici passaggi, ciascuno per due carri. Quando il genio da’ via libera comincia gia’ ad albeggiare, i Crusader dello squadrone A avanzano nei corridoi poi si raggruppano, e’ allora che un brutale fuoco anticarro li investe. Gli Italiani hanno piazzato i cannoni scavando nella roccia in modo che solo la bocca da fuoco emerga e solo un colpo diretto possa neutralizzarli, alcuni pezzi si svelano a soli 50 metri. In pochi istanti cinque dei nuovi Crusader sono distrutti e lo squadrone B, venuto avanti con i suoi Grant, perde altri cinque carri in pochi minuti. La fanteria e’ rimasta ferma dietro e non resta che ritirarsi con ulteriori perdite. Dopo un quarto d’ora gli Sherwood abbandonano il campo lasciando sul posto le carcasse di 16 carri, un terzo del reggimento.
Vedo dalla mia stretta e scomoda trincea un carro colpito fra le ruote. La torretta comincia a ruotare, lo vedo vibrare poi una potente esplosione, le fiamme divampano come da una fiamma ossidrica, tutto cio’ che penso e’ : ‘Signore, aiuta quei poveretti la dentro’ e sono ben contento di stare accucciato nella mia stretta e confortevole trincea.  








SHERMAN III  M4A2  41' RTR  24' ARMOURED BDE.  LIGHTFOOT 24 OCTOBER 1942

Gli Sherman ottenuti dagli USA si rivelano preziosi perche', pur se in campo aperto presentano un bersaglio grosso, la gittata del 75mm consente di impegnare i carri nemici con successo. Nel corso di Lightfoot l'alta sagoma degli Sherman, impegnati fra i campi minati, rende difficile il loro occultamento ma un ufficiale riporta di un colpo da 105mm in torretta senza danni e fino a 5 colpi di 50mm che non riescono a penetrare. I proiettili ad alto esplosivo, di cui sono dotati, risultano efficaci contro le postazioni anticarro e di fanteria a differenza dei carri inglesi con solo munizionamento perforante. Lo Sherman III adotta piastre corazzate saldate per la sovrastruttura invece di quelle arrotondate in fusione.



 




SELF PROPELLED GUN M7 PRIEST   11' HAC REGIMENT    ROYAL HORSE ARTILLERY

I semoventi Priest, ricevuti dagli USA, sono armati col 105mm e consentono all'artiglieria la stessa mobilita' dei carri cui sono di supporto. A differenza dei semoventi italiani, che giocoforza sono impiegati nella lotta controcarro, vengono usati piu' propriamente come artiglieria d'accompagnamento contribuendo alla eliminazione delle pericolose postazioni difensive degli 88 tedeschi.






SELF PROPELLED GUN BISHOP

Gli Inglesi montano il loro famoso 25 pounder sullo scafo del carro da fanteria Valentine e battezzano il semovente 'Bishop'. La lentezza e scomodita' del complesso, pur dotato di un ottimo cannone, lo rende presto superato dal Priest che l'industria USA e' in grado di produrre in gran quantita'.






PANZER IV AUSF.F2        21' PANZER DIVISION

Questa versione di Panzer e' praticamente l'unica a potersi opporre agli Sherman con successo, il 75mm lungo con freno di bocca globulare e' superiore al 75mm dello Sherman ma Rommel ha solo solo 30 di questi carri che si dissanguano in sanguinosi contrattacchi contro le posizioni via via conquistate da Montgomery e prontamente attestatesi a difesa. La protezione di sacchi sul cielo di torretta serve contro il tiro ad arco di semoventi e mortai.







PANZER III L SPECIAL    15' PANZER DIVISION

Il Panzer III special, col 50mm lungo, e' presente in 88 esemplari ma soffre la superiore gittata dello Sherman e del Grant, pur se adotta piastre di corazzatura distanziate contro le cariche cave dei perforanti. Nei primi modelli viene rimossa la piastra frontale di torretta per alleggerire il peso del complesso-arma che grava troppo anteriormente.






POSTAZIONE ANTICARRO DA 47 mm 'ELEFANTINO'        187'    DIVISIONE FOLGORE

La divisione di paracadutisti Folgore, trinceratasi a Sud, regge l'urto di fanteria e corazzati senza che la sua linea venga significativamente intaccata. Rinnovati attacchi, anche con forze della France Libre, verranno tutti respinti.
L'armamento anticarro leggero dei paracadutisti, bottiglie di benzina e i quasi innoqui cannoncini da 47, e' integrato dall'appoggio di artiglieria di gruppi divisionali di artiglieria, Pavia e Trieste e i celeri Duca D'Aosta e Eugenio di Savoia. Solo coi 75/27, i 100/17 e gli 88 per completare la difesa dei centri di fuoco. 

Sta venendo avanti su due colonne, il nemico....
Dalle nostre linee tutto tace, la fanteria britannica avanza circospetta: 'Che gli Italiani abbiano sgombrato gli avanposti, che siano stati polverizzati dal tiro di artiglieria?'
Di botto l'intero nostro fronte si rianima. Bravi ragazzi, bravi per aver saputo aspettare, ora li avete cosi' sotto che e' impossibile sbagliare...Vengono avanti i loro carri ma riusciamo ad inchiodarli con l'artiglieria... Gli assalitori, pur in superiorita' numerica, sono bloccati fra i nostri capisaldi, su tre lati tiro di mitragliatrici, sul retro lo sbarramento della nostra artiglieria ma occorre chiudere la partita prima che incancrenisca...
Chiamo i comandanti di compagnia: 'Venticinquesima, quanti uomini per un contrassalto?' '60' 'Ventiseiesima, quanti?' '72, piu' qualche ferito leggero' 'Ventisettesima?' '50'
180 uomini contro 500/600 inglesi, troppi! Sguarniamo i battaglioni laterali non impegnati e raggiungiamo 300 uomini...
Alle 12, balzano dalle loro tane i nostri, 'sicura' strappata coi denti e il fagottino rosso piomba sul nemico poi una mischia confusa di baionettate e calci di moschetto...
...alle 16, dopo esattamente dodici ore di lotta, la giornata e' vinta...
V'e' sotto i ferri un ragazzone con la mano destra a brandelli che fuma tranquillo, ecco giunge in barella un ufficiale inglese ferito al petto, e lui: 'Prima lui, sta peggio di me'. Poi fasciato, al momento di andarsene, s'arresta un attimo e riprende la via della linea. 'Ehi, l'ambulanza e' dall'altra parte' gli grida l'ufficiale medico. Il ferito ha un barlume di mesto sorriso: 'M'ero dimenticato d'essere mancino, dottore e questa e' ancora buona'
DA 'I RAGAZZI DELLA FOLGORE' di ALBERTO BECHI LUSERNA     

 








 

AUTOCANNONE CONTROCARRI/CONTROAEREI DA 90/53      DVISIONE ARIETE

L'autocannone su telaio Lancia 3RO e' una soluzione di ripiego per consentire mobilita' all'ottimo pezzo da 90. Il risultato e' un complesso dalla sagoma imponente, 'monumentale', di difficile occultamento, lento e facile ad insabbiarsi mancando di trazione integrale, con tempi lunghi per la messa in batteria non potendo accogliere tutti i serventi e necessitando di ancoraggio al terreno mediante sei puntelli. Gli 88/55 ex-tedeschi al traino del Lancia 3RO della stessa Ariete sono molto piu' efficienti ma la mancata produzione perfino dei carrelli di traino per il 90/55 costringe a questa improvvisata soluzione.






CACCIA MACCHI MC 202   PIL. ITALO ALESSANDRINI   90'SQ.  10'GR.   4' ST.    

Nel cielo di Alamein il MC202 e' l'unico velivolo italiano in grado di contrastare la caccia avversaria ma la superiorita' aerea della RAF e' massiccia e, prima dell'offensiva, ondate di bombardieri e caccia colpiscono a terra gli aerei dell'asse. I pochi rimasti poco possono fare.
Decollato in caccia libera con altri 4 MC202 della 90' Sq. 10' Gr. 4' St. Alessandrini affronta bombardieri Boston scortati da P40 e Hurricane. Lo scontro causa il pesante danneggiamento di un Boston che rientra alla base dove e' costretto ad un atterraggio di fortuna e l'abbattimento dell' Hurricane del Flt. Lt. Hayter 33' Squadron.
Pe quanto riguarda Alessandrini sembra che, nella foga dell'attacco sull'Hurricane, abbia sopravanzato il velivolo di Hayter, venendone a sua volta colpito cosicche' entrambi gli aerei, non piu' in condizioni di volare, effettuano atterraggi a carrello retratto in territorio controllato dagli Inglesi. Alessandrini, passera' il resto della guerra in campo di prigionia come POW.



  WIP

 
Data inserimento : Wed 4 Sep 2019 23:12
Categorie : 10AlameinLightfoot

Spazio personale: Sulla Sabbia

11) Alamein 2 Novembre 1942 Operazione Supercharge



2 - 7 NOVEMBRE 1942    OPERAZIONE SUPERCHARGE

Il fronte Nord italo-tedesco e' profondamente intaccato e fragile per gli ampi salienti che i contrattacchi non sono riusciti a ridurre. Nonostante cio' l'operazione Lightfoot non ha raggiunto lo scopo finale e un velo di carri, cannoni cc e truppe impedisce alle forze imperiali di sfondare.

Montgomery allora scatena l'operazione Supercharge (Sovraccarico).  Non sara' piu' la fanteria a sostenere lo sforzo principale ma saranno i carri della 9' brigata corazzata a dover aprire una breccia per cedere poi il passo alla 1' divisione corazzata che dovra'  irrompere ad ovest della pista del Telegrafo (Rahman) e distruggere le residue forze corazzate avversarie manovrando in campo aperto. Montgomery ritiene accettabile il 100% di perdite nella 9' brigata pur di conseguire il sospirato successo.

Nella notte del 2 Novembre inizia la battaglia decisiva, all'alba i profili dei carri della 9' si stagliano contro il chiarore della luce da est e lo scontro divampa furioso, su 94 carri impegnati ne vengono distrutti 75, l'80%, ma lo schermo difensivo anticarro e' demolito. La 1' divisione corazzata esita e ritarda a sfruttare il vantaggio, quando il comandante della 9' sollecita lo sfruttamento della breccia si sente rispondere 'non ho mai visto, Sir, qualcosa che assomigli meno ad una breccia di questo'.

Rommel raduna tutto cio' che gli resta, i pochi 88 e carri tedeschi, il XII e LI battaglione carri Littorio e l'XI Trieste e li getta ancora nella mischia, cosicche'  lo scontro finale si svolge non in campo aperto ma sui rilievi attorno alla pista, a Tell El Aqaqir.  L'esito e' comunque scontato, i Britannici conseguono l'annilichimento delle forze dell'Asse.

Rommel capisce che la battaglia e' perduta e il 3 Novembre ordina la ritirata che gli dovrebbe permettere di salvare almeno le truppe motorizzate ma sopraggiunge il contrordine da Hitler che gli impone di resistere sul posto: 'vincere o morire'.  Nella confusione generale ci sono truppe che arretrano e truppe che rimangono sul posto ma il risultato non cambia di molto. L'ultima riserva corazzata ancora intatta, l'Ariete, viene distrutta in brevissimo tempo. Quando Hitler si convince ad autorizzare il ripiegamento, questo e' gia' nei fatti ma le forze non motorizzate non riescono a sfuggire all'accerchiamento, quasi tutte le divisioni Italiane, anche quelle che al centro e a Sud avevano bravamente resistito, Bologna, Brescia, Folgore e Pavia, verranno catturate in pieno deserto.

Inizia la lunga ritirata verso Ovest delle forze superstiti mentre i Britannici inseguono senza fretta perche' sanno che, con lo sbarco in Marocco e Algeria degli Americani l'8 Novembre, l'Africa e' persa per le forze dell'Asse.
Alamein e' il giro di boa per la guerra in occidente, ormai e' solo questione di tempo e ulteriore sangue versato.



RAHMAN PISTE EST 2 NOVEMBER     SHERMAN II  WARWICKSHIRE YEOMANRY   9'ARMOURED BGD  2'NEOZELAND DIV

Alla 9' Brigata, componente corazzata con equipaggi britannici della 2' divisione neozelandese, viene assegnato il compito di aprirsi un varco nell'ultimo schermo controcarro nemico con i suoi tre reggimenti di cavalleria, 3th King's Own Hussars, Royal Wiltshire Yeomanry, Warwickshire Yeomanry.
Alle rimostranze del brigadiere Currie che paventa un possibile 50% di perdite viene risposto che Montgomery e' disposto ad accettarne il 100% al che il il tenente colonello Faerquhar conclude che si tratta di puro suicidio. Nella notte si guadagnano posizioni ma all'alba l'avanzata si trasforma in un massacro reciproco ad alzo zero fra i carri e l'artiglieria controcarro avversaria. Alla fine dell'operazione a chi gli chiede dove e' la sua brigata Currie potra' solo indicare i 19 carri superstiti su 94 con piu' di 200 tra morti e feriti su 400 carristi, il compito assegnato e' stato assolto a caro prezzo.


WIP





TEL EL AQQAQIR  3 NOVEMBER    CHURCHILL MARK III  'KINGFORCE'  1'ARMOURED DIV.

Il carro Churchill e' pesantemente corazzato fino alle protezioni dei cingoli, sei di questi carri sono impiegati durante la battaglia per saggiarne la resistenza al tiro controcarro. Agendo come punta di lancia davanti agli Sherman, durante due azioni assorbono 106 colpi in totale col risultato di un carro bruciato, uno immobilizzato con danni ai cingoli e uno con torretta incatastata, sette carristi uccisi e otto feriti. Il carro bruciato e' penetrato da un colpo da 75mm e due da 50mm che raggiungono il serbatoio carburante. I tempi dell'invincibilita' della corazzatura del Matilde sono ormai tramontati ma il test e' giudicato positivamente e il Chuchill verra' ancora utilizzato nella obsoleta logica britannica di carro da fanteria.




 



RAHMAN PISTE OVEST  2 NOVEMBRE   ANTICARRO PAK 36r  7,62 CM

Il cannone russo di preda bellica da 7,62 cm diviene disponibile in buone quantita' prima che la produzione del Pak 40 da 75mm vada a regime per cui questi pezzi, riconfigurati, vanno ad equipaggiare i reparti panzerjaeger dell' Afrika Corp, possono penetrare qualunque carro alleato anche a lunga distanza (1500 1800 mt) con micidiali effetti durante l'attacco della 9' brigata.
...'Caricate! Puntate! Fuoco! Bersaglio!...' dieci, dodici, quindici carri Crusader e Sherman, erano gia' presi dalle fiamme, una torretta d'acciaio era volata via da un carro mentre altri proiettili, sibilando, si erano infilati fra i cingoli bloccandone alcuni, ora facile preda degli anticarro... un tremendo fuoco di controbatteria venne pero' rovesciato sulle postazioni anticarro ormai individuate per la nuvola di fumo e polvere sollevata dal tiro...arrivo' una salva tremenda  e i serventi furono travolti dalla corazza protettiva del pezzo, divelta dalla furia delle granate... urla e sangue che si perdeva nella sabbia..
Da BATTERIE SEMOVENTI ALZO ZERO di D.Beretta



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RAHMAN PISTE OVEST    GERMAN PANZERJAGER 38T SDKFZ 139 MARDER III

I Tedeschi montano il potente cannone anticarro russo da 76mm di preda bellica, dotandolo di freno di bocca, anche sullo scafo dell'obsoleto carro T38 di origine ceca. La corazzatura del mezzo e' evidentemente insufficiente e gli artiglieri operano praticamente allo scoperto. Gli ultimi carri, i cacciacarri e i panzergrenadier combattono fino alla morte sulla linea di difesa a cavallo della palificata (linea del Telegrafo/Rahman piste) decimando la 9' brigata corazzata ma venendo alla fine annientati.
Il primo tenente Ralf Rinkler del 104' panzergrenadier lancia una granata verso il portello aperto della torretta di uno Sherman ma manca il bersaglio e la granata rimbalza via. Il capocarro britannico con sarcasmo gli urla 'Almost'  ('Quasi!' NdT)   Da ROMMEL'S AFRIKA KORP   Osprey Battle Orders di P.Battistelli









TEL EL AQQAQIR     M14/41 1'CARRO 3'PLOTONE 1'COMPAGNIA  IV BATTAGLIONE 133' DIV.LITTORIO

I carri italiani non reggono piu' il confronto con Grant e Sherman. In fase offensiva non hanno speranze contro i 57mm anticarro e i 75 degli Sherman e gli scontri si concludono rapidamente. In fase difensiva, anche a scafo sotto, finche' i nostri carri sparano gli Inglesi non si fanno avanti perche' fra i 1500 e i 500 mt sono invulnerabili ai proietti a carica cava e si possono permettere di tirare con tranquillia' fino a demolire la difesa... ci vuole piu' tempo ma il risultato e' lo stesso.
2/11/42 L’ultima giornata a Tell el Aqqaqir
… Ed ecco che gli Inglesi si trovano ancora di fronte al IV che rimane, quasi da solo, con l’ultima decina di carri e tre semoventi a contenere la marea che avanza. I carri avversari con gli anticarro, protetti da cortine nebbiogene, serrano sotto. Il IV ha altri sei carri incendiati e un semovente distrutto ma davanti a noi bruciano anche i carri avversari che sono arrivati a tiro del sergente Camicciottoli e delle sue perforanti a carica cava. I piu’ pero’ restano tra i 1000 e 2000 mt e da quella distanza tirano fino a trenta colpi contro un solo bersaglio fino a demolirlo...
... Intorno a noi i carri nemici si sono gia’ portati ad ovest della ‘Palificata’ ma non qui...
... La giornata e’ avanti, il sole alto, le nostre forze agli sgoccioli quando compaiono da oltre la ‘Palificata’ i carri del XI Btg Trieste che si dirigono in linea a tutta velocita’ verso il nemico... mi si mozza il respiro, L’XI avanzando mi passa accanto... I
l carro del loro comandante e’ colpito a una trentina di metri dal mio...  Gli Inglesi in meno di dieci minuti distruggono quei carri, penso che i carristi non abbiano avuto neppure il tempo di scorgere il nemico che pero’ non avanza piu’, forse teme imboscate fra i roghi dei carri che bruciano...
...Anche questi poveri figli e'mammeta sarebbero stati degni di miglior sorte... l
a 9' brigata corazzata britannica perde ottantasette carri ma infine, a una certa ora, non c’e' piu’, di vivi, praticamente nessuno a tenere quel tratto di linea... Da FERREA MOLE FERREO CUORE di D.Campini IV Btg.medi del 133’ Littorio






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SHERMAN II  M4A2    9'LANCERS   2'ARMOURED BGD.  1' ARMOURED DIV.

A seguito del sacrificio della 9' armoured brigade, la 1' divisione corazzata riesce infine a conseguire la vittoria risolutiva. Le perdite sono ingenti e l'inseguimento da parte della cavalleria corazzata alle truppe nemiche motorizzate che fuggono verso Ovest viene portato avanti senza troppa pressione, si preferisce adottare l' antica massima militare 'a nemico che scappa ponti d'oro'.







4 NOVEMBRE  M13/40  1' CARRO 1' PLOTONE 1' COMPAGNIA 132'  DIVISIONE ARIETE

Il cippo poi posto ad ElAlamein recita 'manco' la fortuna non il valore' ma e' corretto solo per quanto riguarda il valore. La fine dell'Ariete e' la dimostrazione che, vista la disparita' di mezzi, coraggio e fortuna non sono piu' sufficienti perche' come afferma un carrista  'ci sarebbe voluto un miracolo ma il tempo dei miracoli era finito'.
Il 4 Novembre 1942 la divisione, fino al momento poco impiegata, arriva a Nord col 12' Bersaglieri, quattro gruppi di artiglieria e un centinaio di carri medi. Intorno alle 10 le piomba addosso la 7' divisione corazzata, Grant e Sherman si piazzano ad un kilometro e mezzo e iniziano un comodo tiro al bersaglio, inutilmente i carri italiani cercano di accorciare le distanze per arrivare a tiro utile, alle 15,30 tutto e' praticamente finito.
...Uno dopo l'altro i carri esplodevano o prendevano fuoco. Verso le 15,30 ci pervenne l'ultimo messaggio radio dall'Ariete: 'Carri nemici fatta irruzione a sud del nostro settore. Con cio' Ariete accerchiata. Carri Ariete continuano a combattere', con l'Ariete perdemmo i camerati di tante battaglie ai quali, bisogna riconoscerlo, avevamo sempre chiesto piu' di quello che potevano dare con il loro cattivo armamento...
Da  GUERRA SENZA ODIO del feldmaresciallo E.Rommel







RAHMAN PISTE OVEST   2 NOVEMBER   HUMBER ARMOURED CAR     ROYAL DRAGOON

Nella notte del 2, sfruttando il caos provocato dall'attacco della 9' brigata, nuclei di autoblindo dei Royal Dragoon si infiltrano tra le linee avversarie e compaiono improvvisamente nelle retrovie italiane seminando il panico.
...Per la confusione causata dai tanti veicoli di preda bellica e dal fatto che gli Italiani credevano fossimo Tedeschi e i Tedeschi ci credevano Italiani nella notte non fummo riconosciuti. All'alba un ufficiale italiano si avvicino' e vide i nostri inconfondibili berretti, sbalordito indietreggio' di qualche metro poi torno' a guardare non credendo ai propri occhi...  Da EL ALAMEIN di Lord Carver





SETTORE NORD  DAIMLER ARMOURED CAR 11th HUSSARS

Le blindo britanniche sciamano nel deserto cogliendo le fanterie appiedate per mancanza di mezzi o carburante e raccogliendone la resa senza troppa resistenza. 
Un sergente maggiore, cui chiedo un pacchetto di medicazione, dalla sua blindo me lo porge dicendo: 'Don't worry boys! At least this bloody war is over for you and you can thank God you're still alive' Ha ragione lui ma e' dura da ingoiare per noi. Da 'Ritorno ad El Alamein' di B.G.Trovero



 

SETTORE SUD  31' BATTAGLIONE GUASTATORI DEL GENIO

Il 31' Guastatori durante il ciclo di battaglie partecipa all'attacco di Alam Halfa con i suoi lanciafiamme e provvede alla rischiosa stesura degli ampi campi minati, i giardini del diavolo,  che consentiranno alla difesa di resistere allo strapotere delle forze avversarie cosi' a lungo. Ne e' al comando il maggiore Paolo Caccia Dominioni, divenuto poi leggendario per la sua opera di recupero salme e costruzione del sacrario militare. Essendo motorizzato, tra i venti battaglioni del X Corpo sara' l'unico che riuscira' a bucare l'accerchiamento e riprendere a combattere.
... La posa delle mine di ogni tipo, spesso avariate perche' recuperate in campi gia' sensibilizzati da precedenti esplosioni o notoriamente difettose come il tipo italiano V3 giudicato criminale da Rommel, costituisce un'incognita odiosa. Ho tempestato il comando genio e cercato appoggi per non collocare l'ultima partita di V3, ma e' giunto l'ordine perentorio 'ottemperare questa notte stessa e dare assicurazione'.
Poche ore dopo avviene, con funeste conseguenze, la micidiale esplosione.
La notizia da comunicare alle famiglie e' la classica formula 'caduto in combattimento', quando invece la frode e l'incuria di un'industria italiana, complice la disonesta' di collaudatori militari, hanno troncato la vita ai loro cari...  Da TAKFIR di P.C.Dominioni


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SETTORE SUD  6 NOVEMBER    AEC MK I ARMOURED CAR

I reggimenti di cavalleria blindati britannici, muniti anche di questa autoblindo pesantemente corazzata e dotata della torretta del carro Valentine, rastrellano il deserto dove le divisioni italiane di fanteria e i paracadusti si stanno ritirando a piedi, con poca acqua e trainando con fatica le armi di accompagnamento. Ovviamente non c'e' nessuna possibilita' per loro di sfuggire all'accerchiamento.
La vera morte della Folgore e' iniziata alle ore due del 3 Novembre con l'ordine notturno di abbandonare la linea e ritirarsi 15 Km ad ovest in aperto deserto. Gia' il 4 Novembre ci si trova circondati dalle blindo nemiche che, con altoparlanti, invitano alla resa.  I paracadutisti rispondono 'FOLGORE!' e sparano.  I pezzi sono trainati a braccia, il IV battaglione di retroguardia viene annientato all'alba del 6, aumenta la pressione dei mezzi blindati, alle otto rimangono sette proiettili da 47 e trentadue da 20, vengono sparati poi si continua coi mitragliatori fino alle quattordici... Infine viene ordinato di distruggere le armi e la truppa passa in riga , non un drappo bianco e' stato alzato, il nemico cessa il fuoco e assiste. Mario Zanninovich presenta i resti della divisione schierata a Luigi Camosso e da' la forza: ufficiali 32, truppa 272, dei 5000 partiti da Tarquinia...
Da ALAMEIN di P.C.Dominioni








SETTORE CENTRO   SDKFZ 2  KETTENRAD  BRIGATA PARACADUTISTI RAMKE

Questo piccola moto cingolata e' in dotazione ai paracadutisti tedeschi che la utilizzano a fini logistici su terreno difficile, qui e' per trasporto mine.
I paracadutisti della Ramke, non molto impegnati nel corso della battaglia, iniziano la ritirata a piedi ma riescono nella notte ad impadronirsi di un convoglio di rifornimenti britannico e con tali mezzi sfuggono all'accerchiamento. Ramke con la sua brigata ricomparira' davanti a Rommel che lo aveva dato per perso. I paracadutisti, soggetti ad una dura disciplina e motivati fanaticamente, sono una truppa scelta pur se non piu' usati nel loro ruolo specifico dopo le perdite subite a Creta. 
...Un paracadutista si avvicina ingenuamente al serbatoio dell'acqua e riempie la borraccia. Il tenente Trewell, 22 anni ma veterano di Rotterdam e Creta, lo fa chiamare: 'Non sa che l'acqua e' razionata e distribuita a ore fisse?' 'No, signor tenente, non lo sapevo'  E' un ragazzo di 17 anni, terrorizzato, e' quasi un bimbo e sicuramente in buona fede. Trewell da' un ordine al sergente, 19 anni, croce di ferro guadagnata a Creta, la cui espessione crudele e fredda non viene meno neppure quando fa risuonare una allegra risata da adolescente...
Nella piana assolata il sergente, con voce urlante, fa evoluire il malcapitato, affardellato come un mulo, con corse, dietrofront, movimenti a terra, esercizi col fucile... dopo 10 minuti, matido di sudore, questi sta per crollare quando una salva di 88 piomba sulla piana.  Dopo i colpi uno dei paracadutisti attorno non si rialza, quasi decapitato da una scheggia e viene portato via.  Il sergente riprende come se nulla fosse ad urlare ordini e contrordini fino a che il para' ragazzino stramazza a terra... Trewell fa' un segno, puo' bastare ma il malcapitato, rimessosi rigido sull'attenti e senza ancora una goccia d'acqua, dovra' sorbirsi la lunga ramanzina finale...  Da ALAMEIN di P.C.Dominioni









FUKA 8 NOVEMBRE  SDKFZ 9 SCHWERER ZUGKRAFTWAGEN 18 T FAMO  RAOC

Questo e' il semicingolato piu' grande e potente della guerra, utilizzato sopratutto per recupero carri. In grado di trainare un panzer IV, nonostante la sua potenza ne occorreranno due e talvolta tre per tirare fuori un Tigre da un fosso e trainarlo per cui nel proseguio della guerra i Tedeschi adotterano i carri recupero.
Qui lo vediamo a Fuka, ormai retrovia britannica, abbandonato durante la ritirata, probabilmente per mancanza di carburante, catturato e rimesso in uso dagli Inglesi del RAOC, Royal Armoured Ordnance Corp, i cui compiti sono 'supply and repair', rifornimenti e recupero dei mezzi corazzati.





SDKFZ7/FLAK 88 

Martellati dalla RAF, inizia la lunga ritirata verso la Tunisia.
Tutto e' successo in un attimo, i due Curtiss sono venuti giu' in picchiata mitragliandoci, il vano munizioni e' esploso, il serbatoio ha preso fuoco, poi i due caccia sono scomparsi verso Est. Abbiamo seppellito i nostri morti, un proiettile in culatta ed uno in volata, abbiamo sabotato il pezzo e ora siamo appiedati nel deserto... in lontananza una nuvola di polvere si avvicina... amici o nemici? 





-BLINDO SD.KFZ 231/5 CM PAK CONVERSION – DAK FIELD WORKSHOP - Novembre 1942

Viene abbandonato materiale prezioso per il cui ripristino si era lungamente lavorato ma i Britannici,
sovrabbondanti di materiale USA, salvo poche eccezioni non ne faranno uso.


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HURRYCANE MKIIC   213' SQD

Nel 1942 l’ Hurricane MKIIC non ha piu’ le prestazioni richieste ad un caccia puro, il 213’ Sqd ( motto ‘irritatus lacessit crabro’ ‘Il calabrone irritato attacca’, simbolo un calabrone ) effettua prevalentemente incursioni di appoggio al suolo con le sue quattro mitragliere da 20mm anche se e’ ancora efficace contro i cacciabombardieri avversari. Dopo la vittoria di El Alamein lo squadrone viene riposizionato su una pista di volo dietro le linee nemiche e ne costituisce una spina nel fianco tartassando le colonne in ritirata. Questo aereo rappresenta quello di Albert Houle, pilota volontario canadese nella WDAF. A volte l’esordio di un pilota che poi diviene un asso non e’ dei piu’ fortunati ed anzi, prima di acquisire sufficiente esperienza, incorre in un lungo periodo di apprendimento. Ne e’ dimostrazione Houle che si spende da ottobre 1941 ad aprile 1942 in noiose crociere di protezione sopra Alessandria D’Egitto con un’unica violenta azione contro un JU88 senza successo. Dopo essere stato messo a terra per altri due mesi come punizione per un atterraggio rovinoso, ripreso servizio attivo finalmente con la sua sezione incontra una formazione di JU87 sopra El Alamein: Segnalo ai compagni di seguirmi ed inizio la picchiata sugli Stuka, aprendo un poco il tettuccio per guadagnare visibilita’. Ecco allora che il vento mi strappa gli occhialoni mentre sbuffi di sabbia mi entrano negli occhi. Giusto il tempo di riprendere gli occhiali e vederci nuovamente, quando mi accorgo che nella picchiata ho attraversato la formazione nemica seguito da tutti gli altri e non possiamo far altro che guardare gli Stuka allontanarsi.
Houle dovra’ subire gli sfotto’ circa il famigerato ‘Houle’s attack’, almeno fino al 26 ottobre quando, scontrandosi nuovamente con una formazione di JU87ne abbatte quattro.

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FIESELER STORCH e OPEL BLITZ AMBULANZA

 Il Fieseler Storch e' un aereo dotato di eccezionali capacita' STOL (decollo e atterraggio su piste corte e non preparate) grazie all'ampia velatura con slap e flap e all'escursione dei carrelli. Viene utilizzato in diversi ruoli, dall'esplorazione, al collegamento, al recupero di piloti nel deserto, qui lo vediamo in versione ambulanza con funzioni MEDIVAC (evacuazione feriti dal campo di battaglia).

Il 12/5/1941 a seguito della segnalazione di abbattimenti in mare di JU52, lo staffelkapitan Heinz Kroseberg decolla con tre Storch in appoggio agli idrovolanti di soccorso. In effetti risultano intercettati ed abbattuti 8 JU52 e 1 BF110 della scorta da parte di Kittyhawk e Beaufort. Gli equipaggi sopravvissuti si dibattono in mare, Kroseberg e il suo secondo gettano in mare tutti i salvagente compreso i loro. Non faranno piu' ritorno, probabilmente vittime di un guasto al motore. Kroseberg, soprannominato Abu Markub (papa' degli Storch), verra' decorato alla memoria.




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                                   EPILOGO  

TAKFIR

...Gia' da Novembre il deserto e' tornato padrone del suo silenzio che scende come una greve coltre sulla tragica distesa di grovigli di filo spinato, sui blocchi sabbiosi impastati di nafta, sulle pile di munizioni ai margini delle postazioni, sullo svolazzare di fogli e inutili documenti, sui fantasmi ferrigni che luccicano nelle notti lunari, sui cadaveri semisepolti.
...Sullo sfacelo calano stormi di avvoltoi, detti 'carognari', ma anche rapaci non alati, intenti a frugare nelle buche alla ricerca di un facile e misero bottino di banconote, portafogli, suppellettili, denti d'oro, orologi, stilografiche ed anelli.
...Il vecchio santone arabo ha guardato silente poi ha parlato, ha detto gravemente una sola parola :  'TAKFIR'.
  Cosi' come dopo Tshushima l'ammiraglio Semenoff scrisse il suo libro del dolore e lo titolo'  RASPLATA... ESPIAZIONE...
...TAKFIR ! La parola crudele riempie lo spazio, mostruosa. Ogni cosa, oggi, e' takfir,  con tutto il suo significato gigantesco e biblico, di immense folle innocenti sacrificate alla criminale volonta', alla stolida arroganza, alla insulsa ambizione,  al losco interesse di pochi, in questa guerra, in tutte le guerre, come una maledizione senza fine.
Da ALAMEIN di P.C.Dominioni


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Data inserimento : Wed 4 Sep 2019 23:13
Categorie : 11AlameinSupercharge

Spazio personale: Alessandro Tagliati personal blog

L’Avro Vulcan B.2 della Airfix in 1/72


"Avro Vulcan B.2, R.A.F. No. 1 Group, "Giant Voice 1971", McCoy AFB, Florida 1971"

Il modello e' realizzato come l'esemplare XM602 inviato dalla RAF a rappresentarla nella esercitazione congiunta con l'USAF "Giant Voice 1971", svoltasi in Florida nel 1971 appunto.
Il Vulcan XM602 e' un esemplare prodotto nel 1963 (quindi mio coetaneo) allo standard B.Mk.2 non compatibile con Blue Steel, quindi con bomb bay standard, e con motori Olympus 301, quindi con scarichi motori corti (che nel kit Airfix sono piu' o meno quelli giusti, mentre un esemplare con Olympus 201 avrebbe bisogno degli scarichi piu' lunghi).
L'aereo e' verniciato nella livrea low-level operations adottata a meta' degli anni 60, livrea in Dark Green, Medium Sea Grey e Bianco tutti lucidi.
Al tempo del modello non aveva ancora le antenne RWR e TFR sulla deriva e sul naso.
Questo esemplare e' stato rottamato nel 1992 ma il muso e' stato salvato dalla Avro Aircraft Restoration Society.

Kit Airfix no. 09002 del 1983, costruito da scatola ma completamente reinciso.
Dettagli artigianali aggiunti solo nei carrelli e negli scarichi, piu' i tergicristalli.
Vernici Gunze acriliche H306 e H309 per la mimetica, bianco acrilico industriale per le superfici inferiori, il tutto su primer Tamiya White.
Finitura con Pledge, Gloss Tamiya, Olii e polveri varie, liquidi TrueEarth.
Decals PrintScale di eccellente stampa ma troppo sottili e poco coprenti. Con anche qualche errore, dato che la matricola in coda e' troppo estesa, la testa di tigre non perfettamente identica all'originale e la Union Jack in coda troppo grande.
La Land Rover e' un die-cast della Cararama da me riverniciato in colori RAF.















 
Data inserimento : Sat 9 Nov 2019 17:15
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Spazio personale: OFFERTA DI PRESTITO TRA INDIVIDUALE

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Data inserimento : Tue 19 Nov 2019 15:40
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Spazio personale: Sukoy

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Data inserimento : Fri 13 Dec 2019 15:36
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Spazio personale: CANNONE DORA

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Data inserimento : Sat 14 Dec 2019 16:04
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Spazio personale: PSYOPS

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Data inserimento : Sat 1 Feb 2020 22:27
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Spazio personale: Rimenbranze modellistiche

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Data inserimento : Wed 25 Mar 2020 16:59
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Spazio personale: Rimenbranze modellistiche

Rimembranze modellistiche di Righettone

Un saluto a tutti soprattutto a coloro che che si accingono a visitare questo spazio che il ns sempre sia lodato webmaster Fabio ci ha concesso di riempire con i nostri lavori e le nostre considerazioni ed opinioni in merito al nostro meraviglioso " Hobby", neologismo anglosassone che non prediligo particolarmento in quanto lo definirei più come passione che come passatempo, alla ricerca del voler riprodurre in varie scale soggetti storici e non solo allo scopo di voler approfondire mediante tecniche e trucchi che ci consentono di materializzare seppur in scala ridotta quanto esiste o è esistito nella scala 1/1 che popola i nostri desideri di materializzare tridimensionalmente soggetti che suscitano la voglia di rendere palpabile ciò che altrimenti rimarrebbe confinato solo nei nostri pensieri. Il mio percorso modellistico ebbe inizio in tempi ormai lontani che risalgono ai primi anni sessanta del novecento, (e si, classe 1948) quando frequentavo ancora le scuole medie inferiori, che come tanti di noi si addentravano in questo mondo spinti dall\\\\\\\'interesse di materializzare in qualche modo ciò che le nostre conoscenze soprattutto militari ci appassionava e ci veniva raccontato dalla storia e ci veniva tramandato dalle testimonianze dei nostri cari riguardo alla storia recente o dai libri e perché no dagli albi a fumetti come quelli della Collana Eroica o di altri testi riferiti a periodi più lontani nel tempo. I miei interessi erano polarizzati soprattutto verso l\\\\\\\'aviazione sia storica che contemporanea, e quindi con quello che il mercato del tempo offriva, poco se confrontato con quanto disponiamo attualmente, ma che nonostante a volte con ristrettezze economiche mi permettevo di acquistare, riferendomi alle bustine Airfix, Frog eccetera, e mi consentiva di cimentarmi con svariati soggetti di diverse nazionalità, tutti rigorosamente in scala 1/72, poiché i kit in scale superiori, come quelli della Lindberg, Monogram, Pyro,  Aurora e Revell per citarne alcuni dei più famosi, per me erano chimere. Questo fino all\\\\\\\'età di 18 anni, quando gli interessi verso l\\\\\\\'altro sesso cominciavano a farsi sentire frammisti agli impegni lavorativi che mi impedivano di continuare il detto percorso, che però a seguito del servizio militare prestato nell\\\\\\\'Arma Aeronautica nel 1968 come autista in servizio a Roma alla Segreteria della Difesa, mi permetteva di fare conoscenza con un anziano Tenente Colonnello pilota che mi erudì in merito ai velivoli italiani della Regia a me totalmente sconosciuti, e questa fu la scintilla che dette inizio al mio interesse verso questo argomento che mi portò dopo un lustro a riprendere a modellare con l\\\\\\\'uscita sul mercato dei kit Delta, Artiplast insieme ad Airfix  Revell, Frog e Polystil che producevano i primi modelli di soggetti italici della Regia che non sfuggirono alla mia attenzione, e che ancora conservo nella mia collezione a tema di circa un centinaio di modelli in gran parte nella scala 1/72. E\\\\\\\' proprio di quei modelli che non hanno avuto il privilegio di apparire su questo sito che voglio pubblicare anche se in molti casi faranno sorridere se confrontati a quelli che appaiono su queste pagine realizzati da tutti i valenti modellisti che ne fanno parte. Con quello che passava il convento le foto sono tutte di bassa qualità e i modelli sono stati tutti oggetto di modifiche e migliorie. Avendo l\\\\\\\'occasione gradita per pubblicarne le immagini  in questo spazio solo per merito del ns Webcoso.

Perdonate il pistolotto di un anziano modellista prossimo al fine carriera 

Enrico aka Righettone


 
Data inserimento : Wed 25 Mar 2020 17:40
Categorie : Generale

Spazio personale: Nave Artigliere MMI

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Data inserimento : Thu 2 Apr 2020 14:02
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