: Ariete in Iraq: costruzione dello scafo |
Inviato da Andrea il 8/7/2008 12:29:38 (5003 letture)
 | Ariete in Iraq Parte terza: costruzione dello scafo e del treno di rotolamento |  | Il complesso delle sospensioni – barre di torsione presente sul kit Trumpeter è interamente stampato sulle fiancate dello scafo, semplificando terribilmente un insieme altrimenti molto più complesso. Una correzione generale richiederebbe un lavoro molto lungo, forse non giustificato se si prevede di nascondere poi il tutto con il prosieguo della costruzione o con l’ambientazione. Ho deciso così di “turarmi il naso” e di costruire lo scafo da scatola, riservando la maggior parte del lavoro futuro al resto del modello. (13 gennaio 2008) Primo passo, chiusura dei due semiscafi e conseguente stuccatura. |  | (19 gennaio 2008) Considerando la mancanza di necessità di alcun dettaglio aggiuntivo si può dare subito il primer. Al posto dell’usuale colore grigio in questa zona utilizzo il nero, in modo tale che il verde dato successivamente appaia più scuro. |  | Lo stesso discorso vale per i rulli. Notare che, per semplicità di maneggio, sono stati incastrati all’estremità di uno stuzzicadenti. |  | | |  | (26 gennaio 2008) Il colore verde di base (Humbrol 102), dato peraltro in modo leggero, appare più scuro del normale. Inoltre, insistendo con più mani al centro delle zone più ampie, si ottiene un interessante effetto di lumeggiatura. |  | |  | Il modo più efficace e rapido per colorare il rullo di un carro armato è utilizzare un cerchiografo. Abbiamo già visto che l’intero pezzo è stato colorato in nero con una funzione di “preombreggiatura”: ciò torna utile per la colorazione principale in verde, perché la parte gommata (grigio – nera) è già pronta. Il cerchiografo ora fa la funzione di mascheratura: si sceglie il cerchio della giusta misura, si pone il rullo al di sotto tenendo lo stuzzicadenti tra le mani e si inizia a spruzzare. Forse la spesa iniziale per la mascherina è un po’ alta, ma si ripaga velocemente in termini di rapidità di lavorazione! |  | |  | (3 febbraio 2008) I lavaggi successivi sono stati fatti con degli smalti Testor e Humbrol. Considerando che la base stessa è costituita da uno smalto, è importante che essa sia preventivamente protetta con una mano di trasparente acrilico. La prima velatura è costituita da un grigio diluito non eccessivamente, giacché l’obiettivo era di virare il colore verde di base verso il grigio, al fine di simulare l’accumulo di polvere. Quindi il colore grigio non deve inserirsi solo negli interstizi, ma rimanere aggrappato su tutte le superfici. |  | (10 febbraio 2008) Passaggio finale è un lavaggio in giallo per ottenere l’accumulo di sabbia negli angoli degli organi di sospensione. |  | | |  | Un lavoro particolarmente riuscito è stato il miglioramento del gruppo fanaleria. Il pezzo originale era semplicemente improponibile, tuttavia la copertura esterna andava conservata, sia perché di buona fattura, sia perché di difficile riproduzione. Una volta fissato all’interno di una morsa è stato svuotato dell’interno mediante un cutter prima, poi con un trapanino. I margini visibili sono stati particolarmente assottigliati rispetto all’interno per rispettare le dimensioni in scala. I fanali veri e propri vengono invece da un M60 ESCI, tutto sommato abbastanza simili al modello reale. Anche i supporti degli specchietti retrovisori vanno rifatti utilizzando sprue di plastica. Sembra che non tutti gli Ariete in Iraq li utilizzassero, per cui ho omesso la riproduzione dello specchietto vero e proprio. |  | Un altro dei crimini inspiegabili fatti da Trumpeter su questo kit riguarda i cavi di traino. Non solo sono stati stampati insieme allo scafo (perché?) rovinando così anche le griglie di ventilazione del motore, ma hanno anche una forma cilindrica, per cui non andrebbero bene neanche nell’ipotesi di un modello costruito da scatola. Per fortuna rimediare non è molto difficile. |  | Anzitutto va rimosso il “cavo”, lasciando i soli maniglioni alle estremità. Dovendo realizzare un carro senza corazze a questo punto basterebbe inserire un nuovo cavo al posto di quello vecchio, facendogli seguire esattamente lo stesso percorso (risolvendo così il problema delle griglie motore). |  | Nel nostro caso, invece, i maniglioni vanno rimossi e incollati al di sopra delle corazze laterali. Va detto che il risultato non è spettacolare, ma sicuramente funzionale. Il cavo è costituito da tre cavetti di rame arrotolati insieme. |  | Anche i maniglioni di sollevamento del cofano motore (assenti nel kit) si prestano bene per illustrare le fasi della loro autocostruzione. |  | Si utilizzano il solito cavetto di rame e un tondino (in questo caso un Evergreen) del giusto diametro. |  | Si arrotola strettamente il cavetto attorno al profilato. |  | Il cerchietto di rame che si produce va poi battuto con un martelletto, al fine di appiattire le parti sovrapposte. |  | Il taglio va effettuato in due punti, per lasciare lo spazio per il punto di aggancio. | | Una valutazione finale Nel valutare l’Ariete della Trumpeter bisogna dimenticare per un momento il fatto che è un kit in plastica di un corazzato italiano moderno, e trattarlo come un modello in scala 1:72 qualsiasi. Ebbene, sotto questo aspetto abbiamo un prodotto più che deludente: due stampate striminzite, tutti i dettagli stampati direttamente sui pezzi principali (torre e scafo), pezzi come maniglioni e cavi di traino riprodotti in modo ingenuo, per non dire poi degli errori di riproduzione del mezzo reale, che sono quelli del fratello maggiore in scala 1:35 a tutti ben noti. Fosse stato un Tiger sarebbe già caduto nel dimenticatoio. Invece è la sola, vera riproduzione in plastica dell’Ariete in scala 1:72. L’altra disponibile, in resina, è di fattura ancora peggiore e dal costo ben più consistente. Tutto sommato, per una costruzione da scatola e per modellisti dalla bocca buona è un modello più che accettabile. La qualità delle stampate è buona, e il dettaglio nitido. Per gli esperti in autocostruzione/dettaglio, invece, il lavoro è lungo e impegnativo ma pieno di promesse per il risultato finale. Astenersi i deboli di cuore! |
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