| Ariete in Iraq Parte seconda: costruzione e dettaglio della torre In questo capitolo si discuterà della nodifica del cannone, della costruzione delle mitragliatrici e lanciafumogeni, più qualche trucco per realizzare dei buoni maniglioni in questa scala. |
| (30 dicembre 2007) Due sono i principali difetti della torre che saltano subito all’occhio: la mancanza della texture sulle piastre di gomma che ne rivestono il “cielo” e la mancanza di tutti i maniglioni, sostituiti con rozzi simulacri. |
(6 gennaio 2008) La soluzione più semplice per ottenere la caratteristica superficie “puntinata” sta nell’utilizzare l’involucro del formaggio “Filadelfia”, una sorta di carta-alluminio del tutto simile al modello che vogliamo riprodurre. La quantità di forellini ovviamente non è la stessa, ma la cosa non è grave in quanto più importante è la resa finale complessiva. L’ostacolo principale in questa fase sta nell’ottenere delle piastre che si adattino perfettamente a quelle sottostanti: è consigliabile, quindi, lavorare tagliando piccolissime strisce dal pezzo principale, avvicinandosi così lentamente – ma sicuramente – al pezzo che vogliamo riprodurre.
I pezzi che si sono così prodotti possono venire incollati alla torre con del semplice vinavil.
Modifica del cannone
(6 gennaio 2008) Come è noto, il kit Trumpeter prevede un cannone con un evacuatore di fumo in versione “iniziale”, non in uso negli Ariete spiegati in Iraq. L’intervento dunque vede la sostituzione del vecchio evacuatore con uno nuovo
| - Fortunatamente il nuovo evacuatore ha forma cilindrica, quindi la sostituzione non è particolarmente difficile: basta cercare nelle stampate di kit messi da parte una porzione di sprue dal diametro corretto, e limarlo per smussare gli eventuali spigoli. - Si divide il cannone in due parti, tagliandolo alle estremità del vecchio evacuatore - Si prosegue realizzando degli incastri maschio-femmina con un trapanino, avendo cura che i fori siano il più possibile assiali, e non inclinati - Un tondino in plasticard aggancia le due parti del cannone all’evacuatore nuovo, creando così un insieme molto robusto |
| (3 febbraio 2008) Il risultato ottenuto non è stato ottimale, giacché il diametro dello sprue era leggermente inferiore del necessario. Si è corretto l’errore fasciando il pezzo originale con una striscia di plasticard sottile. Inoltre la superficie inferiore dell’evacuatore è stata ulteriormente limata, per riprodurre il disassamento reale con il resto del cannone che si riscontra nel mezzo reale. |
| (13 gennaio 2008) I diversi pezzi della torre (parte superiore, inferiore, cannone e corazze) possono venire unite per poter procedere al dettaglio di pezzi più minuti. A questo punto del lavoro si completano le lavorazioni più grossolane: una è la stuccatura delle due semiparti. |
| L’altro lavoro che necessita di olio di gomito è la riduzione di spessore del cesto posteriore: nel modello Trumpeter misura poco meno di un millimetro (7 cm in scala reale!). Cosa, naturalmente, inaccettabile. La procedura si limita, molto banalmente, ad un fresaggio con lime e carta vetrata. |
Il primo lavoro di dettaglio impegnativo sta nella ricostruzione del complesso dei lanciafumogeni, abbastanza diversi da quelli montati dagli Ariete senza corazze aggiuntive. Inutile dire che dal kit originale si salva ben poco: solo gli angolari che collegano la mensolina ai bracci aggettanti.
| I maniglioni di sollevamento sono un altro lavoro indispensabile da fare: si ottengono in modo molto semplice piegando un cavetto di rame attorno ad una sagoma di plasticard con le dimensioni interne del maniglione. La piegatura è netta, le dimensioni precise e la produzione rimane dimensionalmente costante. |
L’utilizzo di un’ulteriore sagoma di plasticard aiuta nella piegatura del filo di rame.
Il cavo è pronto per essere tagliato. Non è male tenere leggermente divergenti le due estremità: aiuta nel successivo inserimento del maniglione all’interno dei fori che faranno da sede.
Di una certa complessità è il lavoro inerente il complesso mitragliatrici – portelli dell’equipaggio.
Mitragliatrici. Cestinata senza troppi patemi la MG42 Trumpeter, una ottima alternativa sta in quelle proposte da MIG nel suo Kit dedicato ad attrezzature e armamenti della fanteria tedesca della seconda guerra mondiale. Credo che, tutto sommato, la differenza di calibro tra le due armi non si noti più di tanto (!). La fattura della mitragliatrice è più che buona. Quanto agli affusti, in mancanza di disegni corretti in scala, vale il principio della costruzione “per successive approssimazioni”: in breve, prima si modella, poi si corregge più e più volte sino ad arrivare al risultato finale.
Portelli. I portelli sono stampati insieme al resto della torre in posizione chiusa, per cui la loro eventuale apertura comporterebbe un ulteriore, lungo e non scontato lavoro di autocostruzione. Stabilito ciò, l’unica cosa realmente necessaria da fare è la riduzione di spessore della corona circolare su cui scorre la base della MG per il brandeggio. Si tratta di una normale operazione di fresaggio, resa complicata però dalla delicatezza dei due pezzi. La corona è sollevata dalla base della torre con piccoli rettangolini in plasticard. Attenzione che il cielo della torre è inclinato, per cui i pezzetti in plasticard più esterni devono essere più alti di quelli interni, affinché il piano di scorrimento della MG sia orizzontale.
| (1 maggio 2008) L’antenna è l’ultima cosa in assoluto che viene realizzata nel modello: si compone di una corda da chitarra elettrica da .008 pollici, tagliata per ottenere un’altezza (reale) di 2 ml. La base, indispensabile per l’incollaggio, è un cavetto elettrico sottilissimo al quale sono stati rimossi i filamenti di rame. Per simulare l’estremità globulare è ottimo l’utilizzo di una goccia di vinavil. |