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Soggetto : Storia moderna: luglio-settembre 1943 3a parte

 Vito Zita :

23/2/2007 10:10
 Disponibile la terza ed ultima parte dell'articolo di Giulio Gobbi su luglio-settembre 1943

Buona lettura

 Vito Zita :

12/3/2007 20:01
 Stamane ho messo le mani su un libro, peraltro caruccio di prezzo (25 € :-o ), di Claudio Biscarini "Storia del Raggruppamento Monte Amiata" che fa parte del filone relativo alla storia della mia città durante il periodo dell'ultima guerra.

Nel capitolo 1 ci sono alcuni riferimenti all'emissione di documenti da parte dello SM del RE di cui si è parlato nel primo intervento sull'articolo di Giulio in merito alla circolare OP 44. Devo dire che alcuni passi sono davvero illuminanti sul comportamento tenuto dai comandi di armata sulla divulgazione, o mancata divulgazione, di questa importante circolare. Presto scriverò qui un breve resoconto in modo da informare su questa evenienza. Spero possa incontrare il vostro interesse.

Al tempo stesso mi auguro di riuscire a trovare un altro libro dello stesso autore dal titolo "Siena città ospedaliera" che non riesco ancora a rintracciare. Ne approfitto per chiedere a chi si interessa di questo tipo di argomenti un aiuto nella ricerca di questo libro.

Saluti

 gera :

12/3/2007 21:24
 Ciao Vito...........
I fatti di quell'episodio di molta vergogna non saranno conosciuti probabilmente mai....
Gli atti di Badoglio, accanto a scappare, sono poca nella storia di Guerra moderna. Era lí un vigliacco piú grande in questo tempo?.... Non è strano per il re correre come ha fatto , e come Giulio scrive nel suo articolo, molti re sono rimasti dal Europa.
Sarò molto interessato ed aspetto il tuo articolo.

 Vito Zita :

13/3/2007 23:57
 Come anticipato riporto un brano del libro di Claudio Biscarini (il corsivo è nel testo originario)

"Gli ufficiali del II Corpo, come accadde in tutti gli scacchieri dove erano dislocate nostre truppe, si attaccarono ai telefoni in cerca di chiarimenti dai "superiori comandi": pareva che nessuno sapesse cosa fare. E' interessante notare come nessuno, a Siena, fosse a conoscenza della diramazone della famosa Memoria OP 44, e degli ordini successivi. Il Piccinini testimoniò:
Il Gen.le di Divisione Bitossi -Comandante del II C. d'A.- che, ripeto, aveva assunto il comando il g.6 aut il giorno 7 settembre, proveniente da licenza, non mi fece mai cenno dell'esistenza di una "Memoria 44". Penso che la ignorasse completamente, così come la ignoravo io stesso. Ancora piú incisiva la testimonianza del Generale comandante del II Corpo che, dopo aver puntualizzato di non aver nemmeno incontrato il suo predecessore a Siena, che era già partito, e di aver saputo appena poche, disastrose, notizie sullo stato dei suoi reparti, tra cui il fatto che il Generale comandante del Genio Frattali, appena arrivato, non aveva neppure potuto ancora visitare i suoi distaccamenti, dichiarava: II giorno 8 nessuno mi parlò del piano 44. Vi era però un piano 44 (sic. 42) da attuare; ma non era steso su carta;
Io non ne vidi mai traccia; il capo di S.M. me ne parlò soltanto il giorno 9 ed in quanto riguardava solo la div. Ravenna. Eppure, Caracciolo di Feroleto conosceva il famoso Promemoria. Ma come ne era venuto a conoscenza, e quando? Nel suo libro, il comandante della 5a Armata, scriveva: Ai primi di settembre - il 3 o il 4 - un ufficiale di S.M. mi portò, a mano, l'ordine O.P. 44 dello S.M., riservato alla persona dei Comandanti di Armata. In quest'ordine era prevista la possibilità di un colpo di mano tedesco contro di noi e si davano direttive sul da fare, e cioè "reagire ad ogni atto di violenza", senza prendere noi l'iniziativa.
In altra pubblicazione, invece, si legge che il Caracciolo prese visione della Memoria 44 in una riunione a Monterotondo il 5 settembre 1943. Comunque sia, la versione del Generale ci pare la piú vera, e ci sarebbe stato tutto il tempo di informare i comandi dipendenti, se non ci fosse stato l'ordine assurdo della assoluta segretezza e riservatezza. In questo modo, il comandante della 5a Armata dovette dare solo direttive di massima. Lo strano è che egli dichiarò di aver convocato solo il gen. Dupont, divisionario, per dargli istruzioni e non il Bitossi, comandante di Corpo d'Armata."

Fonte: Claudio Biscarini, Storia del Ragruppamento "Monte Amiata", FM Edizioni 2006, pag. 24-25. Proprietà letteraria riservata.

Vorrei fare solo un appunto a ciò che riporta il Biscarini come sua personale considerazione:

" [...]se non ci fosse stato l'ordine assurdo della assoluta segretezza e riservatezza. In questo modo, il comandante della 5a Armata dovette dare solo direttive di massima. [...]"

Sono cosciente del fatto che molti documenti siano classificati segreto, a maggior ragione documenti come l'O.P. 44. Ritengo che non sia da considerare l'ipotesi che tale documento, arrivato a destinazione non sia diffuso ai comandi subalterni per ordine gerarchico in quanto definito come secretato. Ritengo piuttosto che colui il quale, a suo tempo, abbia preso una decisione del genere possa avere le sue responsabilitá .

Spero e mi auguro che questo piccolo contributo possa servire ad implementare il lavoro di Giulio.

Saluti

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