Come anticipato riporto un brano del libro di Claudio Biscarini (il corsivo è nel testo originario)
"Gli ufficiali del II Corpo, come accadde in tutti gli scacchieri dove erano dislocate nostre truppe, si attaccarono ai telefoni in cerca di chiarimenti dai "superiori comandi": pareva che nessuno sapesse cosa fare. E' interessante notare come nessuno, a Siena, fosse a conoscenza della diramazone della famosa Memoria OP 44, e degli ordini successivi. Il Piccinini testimoniò:
Il Gen.le di Divisione Bitossi -Comandante del II C. d'A.- che, ripeto, aveva assunto il comando il g.6 aut il giorno 7 settembre, proveniente da licenza, non mi fece mai cenno dell'esistenza di una "Memoria 44". Penso che la ignorasse completamente, così come la ignoravo io stesso. Ancora piú incisiva la testimonianza del Generale comandante del II Corpo che, dopo aver puntualizzato di non aver nemmeno incontrato il suo predecessore a Siena, che era già partito, e di aver saputo appena poche, disastrose, notizie sullo stato dei suoi reparti, tra cui il fatto che il Generale comandante del Genio Frattali, appena arrivato, non aveva neppure potuto ancora visitare i suoi distaccamenti, dichiarava:
II giorno 8 nessuno mi parlò del piano 44. Vi era però un piano 44 (sic. 42) da attuare; ma non era steso su carta;
Io non ne vidi mai traccia; il capo di S.M. me ne parlò soltanto il giorno 9 ed in quanto riguardava solo la div. Ravenna. Eppure, Caracciolo di Feroleto conosceva il famoso Promemoria. Ma come ne era venuto a conoscenza, e quando? Nel suo libro, il comandante della 5a Armata, scriveva: Ai primi di settembre - il 3 o il 4 - un ufficiale di S.M. mi portò, a mano, l'ordine O.P. 44 dello S.M., riservato alla persona dei Comandanti di Armata. In quest'ordine era prevista la possibilità di un colpo di mano tedesco contro di noi e si davano direttive sul da fare, e cioè "reagire ad ogni atto di violenza", senza prendere noi l'iniziativa. In altra pubblicazione, invece, si legge che il Caracciolo prese visione della Memoria 44 in una riunione a Monterotondo il 5 settembre 1943. Comunque sia, la versione del Generale ci pare la piú vera, e ci sarebbe stato tutto il tempo di informare i comandi dipendenti, se non ci fosse stato l'ordine assurdo della assoluta segretezza e riservatezza. In questo modo, il comandante della 5a Armata dovette dare solo direttive di massima. Lo strano è che egli dichiarò di aver convocato solo il gen. Dupont, divisionario, per dargli istruzioni e non il Bitossi, comandante di Corpo d'Armata."
Fonte: Claudio Biscarini, Storia del Ragruppamento "Monte Amiata", FM Edizioni 2006, pag. 24-25. Proprietà letteraria riservata.
Vorrei fare solo un appunto a ciò che riporta il Biscarini come sua personale considerazione:
" [...]se non ci fosse stato l'ordine assurdo della assoluta segretezza e riservatezza. In questo modo, il comandante della 5a Armata dovette dare solo direttive di massima. [...]"
Sono cosciente del fatto che molti documenti siano classificati
segreto, a maggior ragione documenti come l'O.P. 44. Ritengo che non sia da considerare l'ipotesi che tale documento, arrivato a destinazione non sia diffuso ai comandi subalterni per ordine gerarchico in quanto definito come secretato. Ritengo piuttosto che colui il quale, a suo tempo, abbia preso una decisione del genere possa avere le sue responsabilitá .
Spero e mi auguro che questo piccolo contributo possa servire ad implementare il lavoro di Giulio.
Saluti
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