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Soggetto : Ho ritrovato questo

 crielmodel :

8/9/2006 11:46
 Guardando i vecchi Notiziari Criel (numero 5 del 1998) ho notato questa pagina:


Non mi si accusi di incitare i giovani alla morte come addebitatomi in altro post simile (Lettera del Conte Brunori). Come allora, anche questo scritto, è solo una testimonianza di cambiamento dei tempi.

 andreagoffi :

12/9/2006 00:35
 Grazie Maurizio,
per avere riproposto quella che oltre ad essre una interessante pagina di storia patria, vista dal basso come usa dire, segna anche efficacemente il radicale mutamento dei valori e dei costumi!

Quello che certo non compiango, anche se indubbiamente osservo con un fondo di struggente tenerezza, è la generosa, mal riposta ingenuitá , con la quale i nostri avi vivevano i momenti importanti della Nazione, indotti alla disciplina, alla fede e spesso resi inconsapevoli o impotenti rispetto ai tanti interessi in gioco sopra le loro teste.

ciao, andrea g.

 AndRoby :

12/9/2006 10:20
 Fa sempre un certo effetto leggere di come veniva commemorata la scomparsa tragica di un ragazzo di 22 (!) anni negli anni trenta rispetto a quello che succede oggi. La cosa che secondo me è cambiata di piú è quello che una volta veniva chiamato "amor di Patria". Credo che in quegli anni la Patria avesse molto piú valore di oggi. Certo, era usata anche come stimolo per mandare a combattere dei ragazzi in posti che non erano la nostra Patria. Anche perchè in Africa eravamo degli invasori, nè piú nè meno degli altri Stati europei. Però c'era un attaccamento piú forte alla Bandiera (che oggi viene usata piú che altro per festeggiare le vittorie calcistiche). Dall'altra parte bisogna stare attenti a non scivolare nel razzismo verso gli altri popoli, ma credetemi che mi dà un fastidio tremendo vedere anche solo chi getta i rifiuti dal finestrino!!
Resta comunque il fatto che 22 anni sono sempre troppo pochi per morire, e non esiste "giusta causa" per questo! :-(
Roby

 crielmodel :

12/9/2006 16:44
 Da questo scritto traspaiono due cose importanti inerenti all’animo umano.
L’amarezza profonda di chi ha scritto il tutto e l’amore smisurato di due genitori rimasti senza il loro Carlino.
"Da oggi riposa all’ombra del Cimitero dei Padri, protetto dalla Croce, custodito dall’amore dei genitori".
Quest'ultima è una frase vera piena di commovente umanitá .
Tutto il resto passa in secondo ordine.

 andreagoffi :

13/9/2006 02:57
 ... amen :-)
ciao, andrea g.


Nota x Fabio: M+ ce l'ha un cappellano, sennò ...

 crielmodel :

13/9/2006 21:50
 Andrea,
quel piccolo scritto "ritorna un soldato" era li per essere valutato riguardo al fatto in se.
Nulla da dire su qualunque tipo di commento.
Diverso, credo riguardo alla proiezione dei sentimenti. Soprattutto come hai fatto tu.

Senti per caso, quando hai risposto, hai fatto anche gli scongiuri? Ti sei grattata la testa?

Il resto te lo dirò di persona la prima volta che ti incontro

 Marcello G. Novello :

13/9/2006 22:14
 Tanti anni fa, ero ancora bambino, vidi un film del quale non ricordo piú il titolo, ma che parlava della 1ª Guerra Mondiale. Delle donne, delle contadine, stavano tra i campi a testa in su a guardare, affascinate piú che intimorite, le eleganti e terribili evoluzioni di biplani che portavano la guerra là dove non c'era mai stata, nel cielo. Ad un tratto un aereo cominciò a lasciare del fumo dietro di sè e andò giú a spirale fino ad impattare al suolo. Una delle contadine si segnò con la croce e disse, chinando il capo, una frase che mi colpì parecchio: "Un'altra mamma che aspetterà invano!".

Quel foglietto che Maurizio ripropone oggi ci ricorda, al di là di tutto, che la guerra non la si combatte soltanto al fronte, ma anche tra le mura domestiche, al paese natale, tra quei campi che il babbo pensava di poter vedere germogliare per tanti anni ancora con l'aiuto del figlio e che invece avranno sorte diversa. Un figlio non ancora ventitreenne che muore è un dolore inimmaginabile perchè recide il passato, ma anche il futuro. Non ricordo piú chi disse che la differenza tra la guerra è la pace è questa: in pace i figli seppelliscono i padri, in guerra i padri seppelliscono i figli.

Grazie Maurizio, per questo spunto di riflessione. L'ho molto apprezzato!

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