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Italici Preromani: gli Equi
Argomento: Storia : Antica Data: 21/7/2008
Virgilio, nell'Eneide, raccontando della guerra degli Italici contro Enea e i Latini, ricorda gli Equi come la popolazione stanziata nell'alta e media valle del fiume Anio ( Aniene), Tolenus ( Turano) e Himella ( Imele) che scorrono verso nord e confluiscono nel fiume Nera.
















In verità, secondo quanto si evince dalle fonti storiografiche e archeologiche,questa antica popolazione italica, di origine probabilmente tosco-umbra, è documentata come ethnos socialmente e politicamente organizzato solo verso la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C.

Da quell'epoca gli Equi sono identificati con il popolo che occupava il territorio comprendente il bacino dell'alto Aniene a ovest (attualmente nel Lazio), la valle del Salto a nord- est, i piani Palentini, l'alta valle del Turano e la pianura carseolana, fino ad Alba Fucens, a est. Il loro territorio confinava con quello dei Latini, dei Sabini, degli Ernici, dei Vestini, dei Marsi e dei Volsci. 

Il territorio equo era organizzato in Vici (centri abitati) e in Oppida (centri fortificati), spesso collegati tra loro da un sistema di avvistamento. Dal punto di vista politico- sociale, gli Equi erano organizzati in touto (res publica ), che comprendeva vari pagi (distretti territoriali con uno o più vici e oppida ). Fonte principale sugli Equi è lo storico Livio che descrive questa popolazione più adatta a una guerra basata su imboscate, incursioni veloci, di razzia e di saccheggio, piuttosto che su scontri in campo aperto.

La loro attività bellica era rivolta soprattutto contro Roma: la pressione esercitata verso la pianura latina e la costa tirrenica, gli scontri continui, spesso in associazione con i Volsci, fece guadagnare agli Equi l'appellativo di nemici eterni dei Romani, veteres hostes Romanorum . Il loro centro principale sarebbe stato conquistato una prima volta dai Romani verso il 484 a.C. e di nuovo circa novanta anni più tardi, ma non furono sottomessi definitivamente che alla fine della Seconda guerra sannitica nel 304 a.C.). In cinquanta giorni il Console C. Giunio Bruto distrusse la città principale, Trebula Suffenas , e annientò le popolazioni eque della zona appenninica. La fondazione di due colonie romane Alba Fucens (303 a.C.) e Carsioli (298 a.C.) decretò la fine del popolo indipendente degli Equi.


 


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