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Come colorare i cingoli
Argomento: Articoli Data: 18/6/2006
Uno degli aspetti della realizzazione di un carro che sembra destare maggiore attenzione e può apparire fra i più ostici è quello relativo alla colorazione dei cingoli.
La coretta colorazione di questo particolare ci aiuterà senz'altro a conferire un aspetto più realistico e vissuto ai nostri modelli.
In questo articolo cercherò di illustrare al meglio le tecniche che utilizzo sui miei modelli, nella speranza che questo possa essere di qualche aiuto agli amici modellisti che frequentano il sito e che possa generare interessanti e stimolanti discussioni.



La preparazione
La preparazione dei cingoli è l'operazione forse più delicata, ma essenziale affinchè il nostro lavoro si riveli all'altezza.
Sia che si tratti di cingoli in resina, che in plastica, metallo o vinile prima di procedere a qualsiasi operazione di verniciatura questi vanno prima di tutto ripuliti da eventuali residui di colata/fusione. Per fare questo generalmente uso dei tronchesini a taglio piatto, delle lime e della carta abrasiva di varie grane. Una volta completata l'operazione procedo con un lavaggio di tutte le parti in acqua tiepida e detersivo liquido per piatti. Quest'ultimo ha un ottimo potere sgrassante ed è l'ideale sia per eliminare le tracce dei lubrificanti usati per facilitare l'estrazione delle parti dagli stampi che gli eventuali residui successivi alla manipolazione.
Una volta risciacquati e bene asciutti procedo sempre all'applicazione di un primer. Vanno benissimo ad esempio quello della Tamiya per uso specificatamente modellistico o uno generico come può essere quello della Tolken o della Ital Ideal. Questi ultimi, a mio modesto avviso, sono contraddistinti da un ottimo rapporto qualità/quantità/prezzo rispetto al primo. Trovo molto utilie il primer specie per quanto riguarda la preparazione dei cingoli in vinile morbido in quanto molto spesso non offrono un buon appiglio al colore e questo tende a saltare via nel momento in cui si piegano o si tocchino i cingoli.
Per semplificare le operazioni di applicazione del primer prima e del colore poi, trovo molto comodo fissare i cingoli (o le relative sezioni) su degli anelli di nastro per mascheratura in carta (quello che normalmente si usa in carrozzeria ed è facilmente reperibile dal ferramenta, in colorificio o nei reparti "fai da te" dei supermercati) fissati ad una basetta ricavata da del materiale di scarto (legno, truciolato, ecc.).
La colorazione
Sia che si tratti di cingoli con pattini in gomma che senza, dopo il primer applico sempre una mano di fondo con il Rust (ruggine) della Model Master a smalto.
Questo perchè i cingoli, che sono sì d'acciaio ma ad alto contenuto ferroso, indipendentemente dall'ambiente siano impiegati tendono ad arrugginirsi nel giro di pochissimo tempo.
A questo proposito ricordo che spesso i Leopard appena consegnati dalla Oto Melara arrivavano ai reparti in condizioni perfette ad eccezione dei cingoli che invece presentavano evidentissime tracce di ruggine.
Non è detto che il colre da utilizzare deva essere necessariamente essere questo, ma personalmente cerco sempre di attenermi per quanto più possibile alla realtà e sono soddisfatto del risultato che ottengo con questo approccio.
Anche se l'effetto iniziale può effettivamente apparire un po' forte, vedremo come il tutto verrà equilibrato dai passaggi successivi.
Le immagini dottostanti mostrano il colore di fondo applicato ad un cingolo in resina con pattini di gomma ed uno in vinile senza pattini.
Una volta che il colore di fondo (ruggine) sia bene asciutto se i cingoli sono del tipo con i pattini in gomma, procedo con la colorazione degli stessi che, a seconda della loro configurazione, faccio a pennello o ad aerografo.
Per l'applicazione a pennello utilizzo di solito il Nero della Vallejo (Model Color) leggermente diluito con acqua distillata (ho notato che quando si utilizza dell'acqu di rubinetto particolarmente "dura" ossia ricca di minerali aggiunti nel processo di potabilizzazione della stessa, il colore non scorre benissimo).
Nel caso dell'aerografo utilizzo indiferentemente o del Flat Black Tamiya o Gunze, del Nero della Vallejo (questa volta della gamma Model Air) come acrilici, o il Matt 33 della Humbrol o il Rubber della Model Master (questi ultimi due a smalto).
Ancora una volta si tratta di una mia scelta, mentre moltissimi altri modellisti preferiscono usare un color grigio scuro (ad esempio un Grigio Panzer).
Le due immagini sulla destra mostrano rispettivamente la finitura a pennello e ad aerografo su di un cingolo in resina ed uno in plastica a iniezione.
Il passaggio successivo consta nell'applicare un pesante dry-brush con dello Steel della Model Master a smalto sulle parti metalliche per iniziare ad equilibrare il tutto.
Il colore in questione  impiega diverso tempo ad asciugare, ma ritengo che conferisca una tonalità metallica molto realistica all'insieme, quindi benvenga questo piccolo scotto da pagare.
E' importante sottolineare che è sempre bene avere sotto mano del materiale di riferimento il più accurato possibile per rendersi conto sul tipo specifico di mezzo dove andare ad accentuare l'applicazione del colore con il dry-brush.
Se non si dispone di detto materiale credo che una buoan linea da seguire in tale applicazione sia:
  • su tutte le parti a diretto contatto con il terreno (e3sterno del cingolo)
  • su tutte le parti a contatto con il treno di rotolamento (interno del cingolo)
  • su tutte le parti su cui è plausibile che i cingoli facciano attrito (es. denti di lupo, parte esterna dei connettori, ecc.)

Anche se generalmente preferisco montare i cingoli "a secco" sul rotolamento per conferirgli la corretta forma e poi smontare il tutto per rimontarlo al termine della colorazione, nel caso specifico l'immagine sottostante sulla destra mostra come, prima di procedere oltre, abbia provveduto a montare le sezioni del cingolo attorno al rotolamento in maniera definitiva. Per decidere quale sia la strada da seguire è bene verificarla di volta in volta a seconda di come si presentano le varie fasi di montaggio del kit nel suo insieme.  

Se i cingoli sono in resina, metallo o plastica a iniezione, una volta che il colore applicato con il dry-brush è asciutto applico una mano di trasparente acrilico lucido.
Generalmente mi affido alll'ubiqua Future (o clone di quest'ultima di cui cerco sempre di avere una buona scorta), ma se ne rimango sprovvisto ho utilizzato con soddisfazione il Clear X-22 della Tamiya.
Evito invece di fare questo passaggio sui  cingoli in vinile in quanto essendo questi molto più flessibili di quanto non sia il lucido una volta asciutto, il rischio che maneggiandoli si scheggino o addirittura che quanto fatto salti via da superfici più ampie rendendo vana buona parte del lavoro appena fatto è tutt'altro che remoto.
A questo punto procedo con l'applicazione di un lavaggio ad olio molto "carico" con un colore scuro. Di norma utilizzo il Raw Umber della Winsor & Newton o del Bruno Van Dyck della Maimeri. La proporzione la faccio "a occhio" ma dovrebbe aggirarsi su un 20-30% di colore ed un 80-70% di White Spirit (aquaragia sintetica in odore).
Tornando un attimo indietro, mi è stato chiesto più volte perchè applichi una mano di trasparente, cosa che ho notato fare anche storcere il naso ai puristi.
I motivi fondamentali sono:
  • la certezza di isolare gli smalti sottostanti evitando ogni rischio di possibile attacco da parte del solvente
  • la facilità estrema con cui il lavaggio scorre su di una superficie liscia
  • la semplicità nel rimuovere gli eventuali eccessi, sbavature o apportare delle correzioni fino a oltre 24 ore dall'applicazione del lavaggio, rimuovendolo semplicemente con un pennello imbevuto nel solvente
Una volta soddisfatto del risultato ottenuto, passo all'applicazione di una mano di trasparente opaco che ha lo scopo di fissare il lavaggio e di fare da base alle operazioni di colorazione successive.
Solitamente uso o del Flat Clear H20 della Gunze diluito con alcool bianco (sulla confezione c'è scritto che può essere diluito anche con acqua ma così facendo ho sempre avuto problemi di depositi gessosi biancastri assai seccanti da eliminare ad asciugatura avvenuta)  o il Dullcote a smalto della Model Master, che secondo me rimane il migliore della categoria, anche se ancora una volta si tratta di gusti personali.

Dopo il trasparente passo ad evidenziare i pattini dei cingoli con un dry-brush ancora una volta con colori ad olio della Winsor & Newton in questo caso una miscela di Lamp Black e di Titanium White. Vado molto leggero in quanto sull'opaco è facile esagerare. Una volta che il colore sia asciutto se l'effetto non è quello desiderato con la stessa miscela passo ad un'altra applicazione, altrimenti proseguo con un ulteriore schiarimento della miscela e con un pennello piatto molto piccolo insisto solo sui rilievi più accentuati. Il risultato è visibile nelle immagini sottostanti.
 
Gli ultimi due passaggi propriamente relativi alla colorazione sono dedicati alla rifinitura delle parti che plausibilmente siano soggette ad un attrito continuo, quindi iprima applico ancora un dry-brush con dello Steel a smalto sempre della Model Master seguito, una volta asciutto da uno leggerissimo con dell'Argento sempre a smalto della Molak. Riguardo a quest'ultimo devo dire che ne acquistai un barattolino il secondo giorno del mio spostamento da Roma a Milano, ed a distanza di dodici anni ne ho ancora un terzo del contenuto originale e la qualità è rimasta assolutamente invariata!
Le immagini che seguono sono riferite al risultato finale ottenuto su alcuni dei miei modelli. In alcuni casi come potrete notare la caratterizzazione è stata completata con l'applicazione di gessetti, pigmenti e/o terre da colorificio. 

Breda 61 - Cingoli in resina Crielmodel

M47 - Cingoli in plastica a iniezione AFV Club

Leopard 1A2I - Cingoli in vinile Italeri

M26 - Cingoli in PVC Tamiya

M24 - Cingoli in metallo Friulmodel

Comando semoventi su scafo M41 - Cingoli in metallo Friulmodel

Buon modellismo a tutti!
Fabio
 
 
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