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Schede tecniche: SU 152
Argomento: Veicoli militari : Schede tecniche Data: 23/4/2006
L'SU 152 fu il primo corazzato sovietico in grado di affrontare quasi ad armi pari i Panther e i Tiger tedeschi. Non si trattò di un mezzo di nuova concezione ma della combinazione dell'obice ML-20S da 152 mm con lo scafo del carro pesante KV. Il suo ruolo specifico avrebbe dovuto ricalcare quello degli Sturmgeschutz, l'efficacia dei quali balzò subito agli occhi dei progettisti sovietici. La produzione dell'SU 152 ebbe inizio il 1 marzo 1943 a Chelyabinsk e raggiunse un totale di 704 esemplari.


 
Le origini
All'inizio del 1943, l'Armata Rossa registra il primo dei suoi grandi successi a Stalingrado. Tuttavia l'iniziativa strategica non è ancora saldamente nelle mani dei russi e i tedeschi hanno molte nuove risorse da gettare in campo. Nell'ambito dei mezzi corazzati è da qualche tempo entrato in servizio il Pzkpfw VI Tiger, un mostro di 56 tonnellate, pesantemente protetto e quasi invulnerabile alle armi controcarro sovietiche. La standardizzazione e la produzione di massa, elementi distintivi fino a questo momento dei carri prodotti dall'URSS, si rivelano così inadeguate a fronteggiare le innovazioni del nemico che nel corso dell'anno saranno più d'una.
Il ritardo tecnologico sovietico non poteva essere colmato velocemente tuttavia l'urgenza della situazione spinse Stalin e i vertici militari ad esercitare pressioni sul gruppo di studio guidato dall'ingegner Kotin a Chelyabinsk. A questo scopo si effettuarono test su un Tiger catturato. Il carro fu bersagliato con le migliori bocche da fuoco a disposizione e mentre il 76,2 mm che armava i T34 risultò del tutto inefficace alle lunghe distanze e inutile contro la corazza frontale, l'obice da 152 mm diede ottima prova di sé dimostrando di poter penetrare gli spessori del 'pachiderma' tedesco.
Il passo successivo doveva consistere nell'assicurare la mobilità e la protezione necessarie all'arma per assumere la sua nuova funzione anticarro.

Descrizione e impiego
Tra l'inizio della fase di studio e la realizzazione del primo prototipo trascorse meno di un mese. L'SU 152, inizialmente denominato KV 14, fu il punto di arrivo di un percorso quasi obbligato.
La necessità di produrre un corazzato nel più breve tempo possibile impedì lo sviluppo di un nuovo progetto e rese inevitabile il ricorso all'esistente. L'ingegner Kotin e i suoi collaboratori optarono così per lo scafo inferiore del carro KV1s, sul quale verrà sistemata una casamatta a cielo chiuso capace di accogliere l'obice ML-20S da 152 mm e cinque uomini di equipaggio. La scelta di rinunciare a una torretta non derivò solo da esigenze di velocità e semplicità di costruzione ma anche dal fatto che il potente rinculo dell'ML-20S ne rendeva impossibile l'adozione.
La corazzatura variava da un massimo di 75 millimetri a un minimo di 20 e il peso del mezzo in assetto da combattimento raggiungeva le 45 tonnellate.
Lo spazio all'interno del veicolo era molto limitato considerate le notevoli dimensioni dell'obice. Il pilota poteva usufruire solo di una visuale molto ridotta e interamente rivolta in avanti. Un'altra difficoltà di cui doveva tenere conto consisteva nell'occultamento di una parte della stessa visuale anteriore, ostacolata sulla destra dalla presenza del massiccio mantello del cannone. Al capocarro spettava così anche il compito di coadiuvare il pilota durante la marcia oltre a quello essenziale di coordinare tutti i membri dell'equipaggio che era composto interamente da carristi e non da artiglieri. Mentre il mezzo si posizionava, il capocarro identificava il bersaglio, ne accertava la distanza e indicava il tipo di proiettile da utilizzare. Il primo assistente al pezzo, posto a sinistra, inseriva la granata nell'obice e il secondo assistente, a destra, chiudeva la culatta. Il cannoniere faceva fuoco dopo aver ricevuto l'ordine dal capocarro.. L'obice ML-20S nasce da un progetto degli anni '30 e come già ricordato le sue prestazioni erano davvero notevoli. Poteva sparare una granata ad alto esplosivo con una gittata di 17.000 metri, alla velocità iniziale di 655 m/s, o una granata anticarro in grado di perforare 110 millimetri di corazza verticale a 2.000 metri di distanza, sebbene l'ingaggio di bersagli con tiro diretto non eccedeva mai i 700 metri. Per contro, la frequenza di fuoco era di soli due colpi al minuto. Questo inconveniente era dovuto alla scomposizione del munizionamento in due parti: il proietto vero e proprio e il bossolo. La granata ad alto esplosivo pesava 43,5 kg, quella perforante ben 48,8 kg.
Le grosse dimensioni delle munizioni ne limitavano anche la capacità di stivaggio che era così ridotta a soli 20 colpi. Provvisto dell'affidabile motore diesel V-2K-s, l'SU 152 raggiungeva la velocità di 19 km/h su terreno vario e di ben 43 km/h su strada. Il semovente non era dotato di armi per la difesa ravvicinata, anche se nel corso della produzione fu studiato un supporto per montare una mitragliatrice DSHK da 12,7 mm sul cielo della casamatta ma il tutto restò sulla carta.
L'SU 152 che in origine doveva essere assegnato a compiti simili a quelli dei cannoni d'assalto tedeschi, era invece in realtà un vero e proprio obice semovente. Non doveva accompagnare la fanteria negli assalti ma era destinato ad essere utilizzato per colpire da lunghe distanze le postazioni nemiche e le concentrazioni di truppe. La buona capacità controcarro dell'ML 20S e la discreta protezione fornita dalle sue corazze, fecero però sì che esso venisse sovente impiegato come un vero e proprio cacciacarri. Il primo reggimento equipaggiato con SU 152 fu gettato nella mischia proprio durante la battaglia di Kursk, nell'estate del '43 e la sua efficacia nei confronti dei panzer tedeschi di nuova generazione gli valse il soprannome di 'Zveroboy', traducibile dal russo nel termine cacciatore. In due settimane di duri scontri il reggimento citato distrusse 12 Tiger e 7 Ferdinand e l'SU 152 divenne molto popolare tra le file dell'Armata Rossa.


Dati generali SU 152 (Samochodnia Ustanovka 152/ Affusto Semovente 152)
Designazione formale: SU 152 (Samochodnia Ustanovka 152)
Costruttore: Zavod n° 100 Kirov di Chelyabinsk
Esemplari prodotti: 704
Periodo di produzione: Marzo-Settembre 1943
Tipologia: Obice semovente/ Cacciacarri
Equipaggio: 5 uomini
Lunghezza (m): 8,95 (compreso il pezzo)
Sporgenza pezzo (m): 2,25
Larghezza (m): 3,25
Altezza (m): 2,45
Peso in ordine di combattimento (kg): 45.500
Radio: 10R


Potenza di fuoco

Armamento principale: Obice ML-20S da 152,4 mm
Munizionamento stivabile: 20 colpi
Brandeggio: Manuale 10°
Elevazione: -5°/+18°
Sistema di puntamento: KT5, ST10
Armamento secondario: nessuno



Mobilità

Motore: V-2K-s
Potenza (Hp): 600 a 1900 giri
Rapporto peso/potenza (Hp/t): 13,2
Marce: 5 avanti e 1 indietro
Carburante: Gasolio
Autonomia su strada (Km): 330
Autonomia fuori strada (Km): 120
Consumo su strada (l/100 km): 295
Consumo fuori strada (l/100km): 813
Capacità serbatoio (l): 600 + 375 in contenitori esterni
Velocità su strada (Km/h): 43
Velocità fuori strada (Km/h): 19
Maglie cingolo: 87/90
Larghezza cingolo (cm): 67
Pressione al suolo (kg/cmq): 0,78 (11,1 psi)
Altezza dal suolo (cm): 45
Raggio di sterzata (m): 9,45
Pendenza superabile: 36°
Ostacolo verticale (cm): 100
Ostacolo orizzontale (m): 2,7
Guado (m): 1,5


Protezione

  Fronte Lato Retro Cielo/Fondo
Scafo: 60 mm a 60° 60 mm a 90° 60 mm 20/30 mm a 0°
Sovrastruttura: 60 mm a 20°
75 mm a 60°
60 mm a 65°
-
60 mm
-
20 mm a 0°
30 mm a 3°
Mantello: 65 mm - - -

Conclusioni

L'impatto del SU 152 nel corso della battaglia del saliente di Kursk fu comunque sicuramente marginale. Il semovente ebbe il suo battesimo del fuoco facendosi onore come cacciacarri e ad esso va riconosciuto indubbiamente il merito di aver aperto la via ai suoi ottimi successori: gli ISU 152, praticamente identici nelle prestazioni e nell'aspetto esteriore ma con una casamatta leggermente ridisegnata e basati sullo scafo del carro pesante IS 2. L'SU 152 resterà in servizio fino alla fine del 1944.



Tavole a colori




Bibliografia

Tim Bean & Will Flower Russian tanks of World War II, Amber Ltd, 2002
Tanks of World War II HarperCollins Publisher, 1995
Yves Buffetaut Armes Militaria n° 38, 44, 47, Histoire & Collections

Fonti

Testo: Luigi Manes (aka Gigitank)
Tavole a colori Oliver Missing
 

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