Il
Erich Rudorffer - Focke Wulf A4 6/JG 2 - Tunisia 1943
Argomento: Aerei ed elicotteri : Articoli Data: 8/7/2005
Modello che ha partecipato alla campagna "Africa Settentrionale 1940-42" di M+ conclusasi nel Giugno del 2005.




Erich Rudorffer nacque il primo novembre 1917, nella regione della Sassonia in Germania. Si arruolò nella Luftwaffe nel gennaio 1940 e fu assegnato a I/JG 2 'Richthofen' con il grado di Oberfeldwebel. Rudorffer ottenne la prima di una lunga serie di vittorie contro un Hawk 75 francese nel maggio 1940, a questa se ne aggiunsero altre 8 sempre ottenute nella campagna di Francia; Rudorffer fu un lento debuttante ma raggiunse una così tale esperienza che lo portò ad un livello tale da riuscire a sopravvivere ed avere successo nei combattimenti aerei.

Il personaggio
Contrariamente alla credenza popolare, gli assi tedeschi della luftwaffe non erano dei killer. Rudorffer ricordava sempre un avvenimento in cui scortò un caccia Hurricane malamente danneggiato al di là del canale della manica; questo gli procurò un gran rispetto da una e dall’altra parte del canale; due settimane più tardi la situazione si ripeté ed egli stesso, danneggiato, fu scortato da un pilota della RAF verso le sue linee; è probabile che la sua avventura di accompagnatore di aerei inglesi era circolata in seno alla RAF abbastanza velocemente. Nel maggio 1941 Rudorffer aveva già collezionato 19 vittorie che lo portarono ad ottenere un’onoreficienza; nel novembre 1942 fu trasferito in Tunisia dove fu Commodoro del II/JG2. Fu nel nord Africa che mostrò la sua propensione alle vittorie multiple; abbatté otto aerei inglesi in 32 minuti il 9 febbraio del 1943, e sette in 20 minuti sei giorni dopo. Dopo un totale di 26 vittorie in Tunisia tornò sul fronte della Manica nell’Aprile 1943 dove il destino del Geschwader Grunherz cominciava ad imbrigliarsi…………..
Ma Rudorffer fu chiamato sul fronte dell’Est assumendo il comando del II/JG54 dopo che il Kommodoro Hauptmann Heinrich non rientrò da una missione nel luglio del 1943. Una volta nel fronte dell’est Rudorffer ricominciò con le sue grandi vittorie; il 24 agosto abbatté cinque aerei russi nella prima missione del giorno a cui ne seguirono altre tre nella seconda missione; l’undici ottobre sette vittorie in sette minuti, ma affinò ancora il totale quando nel corso di diciassette minuti tredici aerei russi caddero sotto i suoi cannoni. Soltanto Emil “Bully” Lang e Hans Joachim Marseille furono rivali di Rudorffer nelle vittorie multiple.
Rudorffer era chiamato dai piloti russi come il cacciatore di Libau.Ritornando da una missione nell’ottobre 1944 e apprestandosi all’atterraggio, vide una grossa formazione di IL-2 Sturmovik; rapidamente abortì la manovra d’atterraggio e volò per ingaggiarsi in combattimento; in meno di dieci minuti abbatté nove aerei russi pesantemente corazzati mentre gli altri si davano alla fuga disordinatamente. Per questo exploit fu decorato con le foglie di quercia in concomitanza anche della sua centotredicesima vittoria; più in là ricevette la decorazione delle spade dopo il suo duecentodecimo centro nel gennaio del 1945.
Dopo che andò via dal Green Hearts , gli fu affidato il comando del II/JG7 equipaggiato con Me 262, e qui diventò uno dei primi assi sui jets del mondo con dodici velivoli abbattuti con questi rivoluzionari velivoli.
In tutto Rudorffer ebbe 222 vittorie piazzandosi al settimo posto della lista di tutti I tempi; questo punteggio ebbe comunque un costo: egli volò oltre le 1000 missioni senza prendere congedi, fu abbattuto 16 volte e si lanciò con il paracadute 9 volte.Di nota sono i 58 Il-2 Sturmoviks inclusi nelle sue 137 vittorie sul fronte dell’est, tutte volate con Fw 190 e 10 bombardieri quadrimotori abbattuti durante la difesa del suolo germanico. Rudorffer sopravvisse alla guerra e continuò la sua carriera in aviazione come membro dell’aviazione della Germania Ovest.

La costruzione del kit
Il montaggio del Kit Dragon si è svolto senza particolari intoppi, salvo che nell’assemblaggio della vasca del cockpit che va inserita inferiormente una volta chiuse le semifusoliere. Poi ho subito rinforzato la struttura, appena incollata con il ciano, con un pavimentino in plasticard e con un traliccetto sempre dello stesso materiale.
Nell’operazione di montaggio del cockpit ho utilizzato delle fotoincisioni Eduard alle quali ho aggiunto dei particolari autocostruiti; naturalmente l’uso di monografie, foto, libri mi è stato di grande aiuto in questa fase.
Il montaggio ha seguito la sua linea logica classica: assemblaggio della ali e piani coda alla fusoliera, stuccatura, carteggio, primer ed ancora stuccatura; come primer utilizzo aerografare sempre un grigio medio smalto Model Master che, personalmente, mi sembra un ottimo compromesso sia come colore che come densità per l’utilizzo di vernice base della mimetica. Quest’ultima è realizzata ad aerografo partendo dall’RLM 78 delle superfici inferiori, quindi un RLM 79 a larghe chiazze in verde RLM 80.
Inferiormente sulle tip alari e prima della coda sono state realizzate delle bande bianche, sul primer di fondo, per distinguere il teatro operativo.
I carrelli ed i pozzetti sono stati dettagliato con cavi elettrici ed idraulici, mentre sulla naca sono stati realizzati i fori e riempiti con un tubetto di ottone per simulare i veri sfiati del motore.
In ultimo le decal che appartengono tutte al foglio Dragon tranne che per il numero 1 giallo preso da un kit di un Me 109
Guardando il modello finito in 1/48, e confrontandolo con un Me 109, non si può che restare meravigliati davanti l’imponenza di questo aereo, magari non paragonabile ai caccia americani, ma di sicuro effetto comunque sugli equipaggi di bombardieri inglesi in Africa che si vedevano arrivare a tutta velocità questa “Averla” così armata.
Ettore Giordano

Le immagini del modello sono visibili qui

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