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Il cavallo da sella del Regio Esercito nelle due guerre
Argomento: Luci e ombre : Articoli Data: 29/9/2004
Questa ricerca è stata fatta con la collaborazione del sito Cavalleria Italiana ed in particolare di Fabio d’Inzeo. Chi mi conosce sa che la pittura non è il mio forte ma mi difendo con l’autocostruzione e ricerca, pertanto in questo studio saranno privilegiate le fonti dalle quali sono partito, più che la descrizione dell’esecuzione, che eventualmente sarà trattata in seguito, avendo ognuno di noi sensibilità e manualità diverse.


Regio Esercito anni ‘30/40
La maggioranza delle foto sono tratte dal libro dell’ufficio storico dello Stato Maggiore Esercito dell'Italiano, sulle uniformi utilizzate nel 2° conflitto mondiale e riporta le disposizioni ufficiali del 1931.
I cavalli montati dall’esercito Italiano nella Seconda Guerra Mondiale (valido in gran parte anche per la Prima) erano uguali sia per gli ufficiali delle varie armi sia per la truppa combattente di Cavalleria o Artiglieria, ad esclusione dei Carabinieri per alcuni particolari.

Il cavallo e la sua costruzione
Partiamo dalla costruzione del cavallo. In commercio si trovano vari soggetti raffiguranti militari a cavallo in scatola di montaggio, o anche cavalli sciolti. In questo caso ho utilizzato un cosacco inquadrato dai tedeschi.
Sul manto si mette una coperta da Cavalleria che in alcune foto a volte si vede fuoriuscire da sotto la sella. Io l’ho omessa per non appesantire troppo il modello. Il feltro sotto-sella ha una forma arrotondata (Foto 2-3) terminante a punta e bordato di cuoio e con un rinforzo con passante per la sciabola o il moschetto (a seconda del lato), però nella Foto 3 (tratta dal regolamento) del regolamento 1931 il feltro è privo della bordatura.
Se il modello è previsto affardellato si salta la parte posteriore che risulterà coperta dalle sacche.
Per il feltro sottosella si può utilizzare della comune carta o se come nel mio caso il cavallo l’ha già, ma non della foggia corretta, si procede alla corretta definizione della sagoma con l'ausilio di un pennarello fine, poi si incide con la punta del cutter lungo la riga tracciata in precedenza per poi asportarne l'eccesso, tralasciando la parte retrostante che sarà, come detto in precedenza, coperta dalle sacche.
Per la Martingala (le cinghie sulla parte anteriore del cavallo Foto 3) ho fatto un’anellino con del filo di rame con tre strisciette di carta, il tutto incollato al modello con normale colla, approfittandone anche per coprire la giuntura del collo e l’unione delle due parti del corpo (Foto 3-11).
Le selle sono in pratica tutte uguali e dal supporto ligneo interno si dipartono due ali laterali per parte in cuoio che hanno una forma "a pera" e che servono a proteggere l'appoggio delle gambe del cavaliere (controllare se il modello ha la forma giusta) detta il Quartiere, ed una piccola detta il Quartierino, che copre gancio e fibia della cinghia che regge le staffe (staffile) che è ad anello e partendo dalla sella aggancia le staffe per agganciarsi a sua volta alla fibia sotto il quartierino per poi riuscirne (Foto 4).
Le staffe le ho realizzate con del filo metallico stagnato e lo staffile è stato realizzato con una lastrina di rame (Foto 4-9).
Se il cavallo è montato, come nel mio modello, si fissano alla gamba del cavaliere, altrimenti si asportano le cinghie presenti sul modello sostituendole con quelle autocostruite.
Le sacche Del Frate hanno la caratteristica forma tondeggiante e sono pelose; generalmente in pelle di foca a pelo corto per gli Ufficiali e in pelle di pecora a pelo lungo per truppa (Foto1-6-9). Per realizzarle ho usato dello stucco in due tempi successivi. Si parte con le parti inferiori avendo cura di collegarle fra loro. Quando lo stucco si è abbastanza indurito, s’inseriscono la sciabola a sinistra con l’elsa rivolta verso il posteriore del cavallo ed il moschetto a destra, controllando (foto1-6-9) che siano all’altezza giusta. Quindi s’incidono con un cacciavitino tante tacchette quante bastano per riprodurre il pelo e per ultimo si procede con la realizzazione dell’aletta superiore complete del cinturino di chiusura.
La sciabola (Foto 7) l’ho fatta tagliando con delle grosse forbici un lamierino d’ottone lungo cm 3 (mm 908 al codolo ossia la lunghezza della lama) e stagnandoci in cima una guardia in lastrina di rame forata. E' meglio incidere anche i tagli sull'elsa ed aggiungevi una pallina di stucco in fondo. Notare nella foto 1 il cordone con fiocco (dragona) retaggio di regolamenti precedenti e tollerato.
Per il moschetto si può usare qualsiasi fucile, essendone visibili solo il calcio ed il grilletto, controllando che la lunghezza sia 27mm (mm.919) in totale. La custodia la si fa in stucco (o in carta) con la relativa linguetta di fissaggio e si può aggiungere un chiodino da modellista per riprodurre il tipico ingrossamento sull’aletta della custodia (Foto 5-6-9)
Se si usa la carta, conviene usare della colla cianoacrilica. Una volta asciutta la carta diventa come lana di vetro e si può addirittura limare. Se necessario pareggiare il calcio nella parte inferiore togliendo l’impugnatura assente nei moschetti ’91. Se il soggetto rappresentato impugna l'arma, ricordarsi di fare la custodia vuota.
A questo punto rimangono la testiera e le redini. Se non esistessero sul modello le si possono fare in carta incollandole. Verificare che la testiera sia completa (in genere manca la cinghia sotto la testa). Rifare il morso forando la bocca del cavallo prima da una parte poi dall’altra per evitare che il foro, se passante, risulti spostato dall'altro lato,ed inserire due fili metallici con anellini uno pari alla bocca l’altro più lungo (Foto 9-10) ed agganciarvi le due redini, che si realizzano con del rame poi stagnato per conferirgli maggiore robustezza.
Sull'arcione, la parte anteriore della sella, va messa una coperta arrotolata (Foto 6-9), che si può realizzare con dello stucco ed incidendo, con il taglio di un cacciavitino, lateralmente due solchi per parte rappresentanti il cinghiolo di fissaggio e con ai lati tagli perpendicolari rappresentanti l’increspatura della stoffa.
Se il militare che vogliamo rappresentare porta la lancia da parata (primi quatro Reggimenti o specialità Lancieri) o lo Stendardo (in questo caso si tratta di un Ufficiale subalterno, tipicamente con il grado di tenente) va aggiunto alla staffa destra un attacco detto "bicchierino", che si può realizzare con un tubino a cono rovesciato nel quale s’infila il puntale dell’asta della lancia o dello Stendardo (Foto 9).
La martingala ha due cinghie che arrivano al morso (non l'ho utilizzata nel mio modello) che in genere veniva usata con cavalli ombrosi o da cavalieri inesperti per tenere ferma la testa del cavallo e governarlo meglio.
In alcune foto si vede anche la cinghia sottocoda (parte dalla sella e vi si infila la coda) usata solo a volte dato che vari cavalli non la gradivano.
La gavetta, da regolamento, era agganciata agganciata alla parte posteriore della sella (vedere Foto 1), ma generalmente non lo si faceva in quanto il lucido dell’alluminio poteva essere rilevato a notevoledistanza.

Colorazione
Per le ragioni dette sopra, per la colorazione accenno brevemente:
  • Coperta da Cavalleria (quella sulla groppa del cavallo): da numerose testimonianze dei reduci, per la coperta ci si doveva arrangiare con quello che si trovava
  • Feltro sottosella: grigio
  • Cinghie, finimenti e custodia ‘91: color cuoio
  • Sella: cuoio
  • Fodero della sciabola: metallo brunito opaco
  • Sacche Del Frate: nere
  • Coperta arrotolata: in genere grigio scuro, grigioverde scuro o marrone/grigio scuro

Salvo errori o omissioni
Fine della prima parte
Valfo

 
Foto 1 - Cavaliere bardato
 
Foto 2 - Graduato a cavallo
 
Foto 3 - Martingala e sottosella Particolare martingala Particolare sottosella
 
Foto 4 - Disegno della sella
 
Foto 5 - Le staffe
 
Foto 6 - Sella e sacche Particolare sella Particolare sacche
 
Foto 7 - La sciabola
 
Foto 8 - Moschetto e custodia
 
Foto 9 - Particolare della cavezza
 
Foto 10 - Particolare della cavezza
 
Foto 11 - Il modello in realizzazione

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