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Re: Missioni quasi suicide della Luftwaffe |
Obergruppenführer
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Da: OVADA
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Livello: 62
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L'idea di base era quella di riuscire, in uan sola giornata, ad infliggere eprdite talmente forti alle forze dei bombardieri nemici da costringere ad una interruzione, anche solo di poche settimane, deglia ttacchi, permettendo nel frattempo di poter incrementare la produzione per esempio dei jet. L'attaccoa vrebbe dovuto essere portato da piloti giovani, inesperti, sacrificabili lasciando i piloti più esperti epr il dopo. si pemsavaall'impiego di 1500 caccia, ma lla fine non se ne misero assieme neppure 200...Era folle, ma aveva una sua logica. dopo lo scacco di Schweinfurt l'USAAF ci mise parecchio a rimettersi in sesto, l'idea era di replicare. Ovviamente non so quanto sarebbe servito e le reali possivilità di succsso, come scritto da eretico erano nulle, ma all'epoca ai tedeschi la cosa aprve logca, ormai era sei anni che vivevano i guerra, e non possiamo misurarne il ragionamento con il nostro emtro. Si consideri inoltre che diestro l'idea c'era Hajo Hermann, un pilota di bombardieri e non di caccia... Galland aveva altre opinoni... Fabrizio -- Quote:
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» 11/4/2012 13:28 |
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Re: Missioni quasi suicide della Luftwaffe |
Generale di brigata aerea
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Da: L'isola che non c'è
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Quote: Kruaxi ha scritto: Non dimentichiamoci che i sovietici, in evidente inferiorità di tattiche e mezzi, protocollarono lo speronamento quale estrema ratio nel combattimento aereo. Sembra vi siano stati almeno 200 attacchi noti del genere, curiosamente con buon successo ed un'alta percentuale di sopravvivenza fra i piloti sovietici. Ovviamente si parla dei primi mesi di guerra, e l'aereo tipo era ancora l'I-16. Tali attacchi venivano chiamati Taran. Salute e Latinum per tutti ! Vero, ma tieni presente che le formazioni non erano quelle mastodontiche dei B-17 e B-24 a fine conflitto con una scorta presente in gran numero. Attaccavano piccole formazioni di bombardieri con poca o senza scorta. Qui si parla di attaccare un box di B-17 formato da centinaia e centinaia di aerei con oltre 700 caccia di scorta. Ad una box del genere neanche ti avvicini senza essere disintegrato dal fuoco difensivo. E posto anche che riesci a sopravvivere il danno che riuscireti ad infliggere sarebbe insignificante. Ciao -- Non sono bravo, ma mi diverto e soprattutto non sono un rivets counter |
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» 11/4/2012 13:21 |
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Re: Missioni quasi suicide della Luftwaffe |
Generale di brigata aerea
Registrato dal: 2/10/2010
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Da: L'isola che non c'è
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Quote: Del SonderKommando Elbe ne avevo sentito parlare e letto. Ma sapevo che alla fine questo progetto era stato cancellato. Infatti mi pare di aver letto da qualche parte che l'attacco riportato nel documento RammKommando Elbe in realtà non fosse mai avvenuto. Rimango dell'idea che avvicinarsi ad una box di B-17 o B-24 così grossa senza essere letteralmente disintegrati dal fuoco difensivo incrociato e dei caccia di scorta era un pò dura. Per quanto riguarda questi attacchi, sempre che siano avvenuti, di logica, in un momento di questo tipo contro formazioni così massicce, non ne aveva molta e di strategia tanto meno. Anche abbattere 10, 20 o anche 30 bombardieri sprecando uomini e mezzi non ti cambia di una virgola la situazione. C'è anche da dire che disperati effettivamente lo erano... Ciao -- Non sono bravo, ma mi diverto e soprattutto non sono un rivets counter |
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» 11/4/2012 13:14 |
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Re: Missioni quasi suicide della Luftwaffe |
Generale di brigata aerea
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Da: L'isola che non c'è
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Hummm... mi sembra strano che utilizzassero queste tattiche. Piuttosto cercavano di abbattere i bombardieri con qualunque arma a loro disposizione. Aereo e pilota erano troppo importanti. Ho guardato un mini documentario tratto dai diari di Heinz Knoke e a quanto pare si sono anche utllizzati dei razzi (progenitori dei missili aria-aria) e bombe a caduta libera sganciate da quote superiori ed entrambi i metodi ottennero effetti devastanti nelle formazioni di B-24 e B-17. Ma i caccia di scorta ormai erano troppi e avvicinarsi ai bombardieri diventava di giorno in giorno sempre più difficile. Anche leggendo i resoconti dei combattimenti dell'A.N.R si evince che le difficoltà aumentavano di giorno in giorno e azzuffarsi con i caccia di scorta diventava un vero problema per le esigue forze italiane. Ciao -- Non sono bravo, ma mi diverto e soprattutto non sono un rivets counter |
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» 10/4/2012 23:01 |
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