Caro Francy,
non trovo gentile far rimarcare ad una persona un certo qual eccesso ponderale.
Questo almeno è l'unico senso che riesco a dare al termine "gran persona".
La riflessione, caro Francy, è, o vuole essere nelle intenzioni di chi se la propone, proprio l'opposto della decisione affrettata.
Mi è di profondo disagio vedere "indossati" quei simboli, per tutto quello che hanno rappresentato.
Ripeto: è un mio disagio personale, un mio limite. Ma è anche una mia sofferenza.
Non ne faccio una questione di "uomini cattivi", che purtroppo è appellattivo al quale pochi sfuggirebbero (forse, come diceva Fabio, le Guardie Svizzere o l'esercito di San Marino).
Ne faccio una questione di milizia di partito, di quel partito. Di difensori "ufficiali" non solo di quella nazione ma di quell'idea.
Ne faccio un problema di simbolo, quello delle SS, assurto, a torto o a ragione, a simbolo di quell'idea.
Si arriva anche al grottesco (figurativo) dell'alto ufficiale (anch'esso figurativo) delle SS che ricorda la Shoa.
Se l'argomento non inducesse piú facilmente alle lacrime mi verrebbe da ridere.
Sono, con tutta evidenza, contraddizioni apparenti, ma anche l'apparenza ha per me il suo peso, soprattutto quando si toccano tematiche così gravi.
Capisco e condivido l'interesse per il fenomeno, lo studio di esso.
Diversamente ritengo per l'immedesimazione, l'acquisizione del simbolo, l'accorciamento, in qualche modo, delle distanze.
A volte le condanne, per essere efficaci, per essere veramente chiare ed alla portata di tutti, per essere un servizio a tutti, è necessario siano piú nette e piú chiare di quanto sarebbe necessario.
E' questo uno di quei casi in cui il no deve essere totale, assoluto e netto, anche a costo di sacrificare una personale inoffensiva voluttá .
Anche a costo di sacrificare quella che potrebbe essere vista come una personale libertà di espressione.
Mi rendo conto che è un sacrificio, soprattutto se si vede la cosa come sin dall'origine priva di natura apologetica.
Ma è un sacrificio in nome del rifiuto totale di un'idea attraverso il rifiuto di uno dei suoi simboli piú qualificati, un simbolo universalmente riconosciuto come intimamente connesso con una certa idea, come la sua estrinsecazione concreta, visibile e vissuta.
Al di là dei distinguo possibili, al di là persino della correttezza storica.
Un "no" omnicomprensivo, la cui positivitá , se condivisa, compensa, a mio avviso, un eventuale deficit espressivo.
Mi faresti proprio cosa assai gradita se volessi rinunciare a quel fregio.
Cordialmente
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Paolo Del Manzo