PREFAZIONE
Quando in diverse occasioni, in Africa, il tenente Innocenzi ed il suo raggruppamento di artiglieria furono salvati dall’intervento provvido delle truppe tedesche, queste apparvero agli occhi del giovane di ventiquattro anni come i salvatori e ne accrebbe la riconoscenza e la stima.
Per una generazione cresciuta con i miti guerreschi (sbagliati) delle guerre di indipendenza, della prima guerra mondiale, della conquista dell’Etiopia, dell’intervento vittorioso in Spagna e della incontrastata invasione dell’Albania, i tedeschi, veri Signori della guerra, dominatori incontrastati dell’Europa, apparivano come un ideale di perfetto guerriero. Tanta era l’ammirazione per i soldati tedeschi! Una sola parola uscì dalla bocca del tenente Innocenzi quando vide i tedeschi addestrarsi in Libia: "Meravigliosi". Ma non bisogna meravigliarsi: il mito della potenza germanica anche oggi è duro a morire, tanto è vero che i modellisti di tutto il mondo confezionano soprattutto modellini tedeschi (io no).
Aderendo alla Repubblica Sociale Italiana, nel 1943, Innocenzi viene inviato in Germania ad addestrarsi, a Sennelager. Lì ha la possibilità di verificare- lui, tenente uscito dalla scuola di artiglieria, veterano di venti mesi di campagna di Libia, poi tenente dei paracadutisti – la netta superiorità dell’addestramento delle truppe tedesche, vero motivo – a parere di chi scrive – delle vittorie germaniche.
La scelta di Innocenzi per la R.S.I. appare limpida ai nostri occhi: poteva voltare le spalle a chi, tante volte gli aveva salvato la vita in Africa e con il quale aveva combattuto fianco a fianco un nemico tremendo e superiore in armi e mezzi? Rommel stesso aveva riconosciuto il valore del raggruppamento di artiglieria a cui apparteneva Innocenzi e lo aveva espressamente richiesto in piú di un’occasione. Rommel stesso aveva voluto che la divisione Ariete si rafforzasse con il raggruppamento di artiglieria in cui militava Innocenzi.
Si poteva dimenticare tutto questo e lasciare che i tedeschi combattessero da soli contro gli americani? No, non poteva dimenticarlo chi, tante volte in Africa, in situazioni disperate di inferiorità di mezzi e di armi, doveva la sua vita al pronto intervento del suo fedele alleato tedesco.
Il racconto di Innocenzi, stenografato nel corso degli eventi bellici, mai retorico e ricco di colpi di scena straordinari – tutti veri e documentati - offre l’opportunità di conoscere meglio un periodo di grande travaglio spirituale e di sofferenze per il popolo italiano da un punto di vista poco frequentato.
Accanto al materiale originale, come le foto scattate da Innocenzi, le foto dell’Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito ed alcuni diorami e modellini (forniti gentilmente dalla Crielmodel, che ringrazio per la collaborazione ed i consigli) saldano in un tutt’uno il racconto.
Andrea De Girolamo.
Andrea De Girolamo ed Andrea Innocenzi alla presentazione del libro il giorno 5 dicembre 2007 al Circolo Montecitorio di Roma
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Maurizio Bartoli