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Re: Editoriale Model Time 126 |
Capitano
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Lavoro nel Marketing, ho lavorato per alcuni anni nei media, carta stampata e televisione e non posso far altro che notare che il comportamento di Model Time è concorde con la deriva che negli ultimi tempi stanno prendendo media anche piú quotati della nostra cara rivista...
La Gazzetta dello Sport ha inaugurato uno store dove vendono magliette delle squadre di calcio italiane e no e caschi da motociclismo, palloni da rugby etc. Cosa c'entra col giornalismo? Niente, ma il vero problema è che oramai le vendite coprono solo una parte delle spese, se si vuole provare a guadagnare è necessaria la pubblicità e con la crescita di Internet gli inserzionisti pubblicitari spostano lì i loro investimenti. Quindi ci si è chiesti, qual'è il capitale di un media? Risposta, i propri lettori, di cui si pensa di conoscere gusti e passioni meglio di chiunque altro.
Quello che sto dicendo è che alcuni media stanno snaturando il proprio essere per sopravvivere alle nuove tecnologie, il problema è che fino a che punto si vuole arrivare. SI è disposti a parlar male di modelli che si vende nella pagina precedente? O a parlar bene di uno che non si vende ma vende il negoziante che non fa piú pubblicità su carta perchè preferisce internet, dove i costi si stanno gonfiando?
Per lavoro acquisto anche spazi pubblicitari per spot e telepromozioni e vi posso assicurare che è il mercato delle vacche in soli sei mesi i prezzi d'acquisto sono diminuiti di molto. E come sta reagendo Mediaset? Pompando la tv Mediashopping che vende private label direttamente e ha margini di profitto alti, mentre quelli degli spot diminuiscono di giorno in giorno.
Sperando di esser stato utile, JAGO |
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» 16/1/2007 11:31 |
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Re: Editoriale Model Time 126 |
Sottotenente
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Caro Jago, grazie per il tuo intervento, del quale non posso non sottolineare la professionalitá . Ebbene, sappi che le tariffe pubblicitarie di Auriga Publishing non solo non sono aumentate negli ultimi 5 anni, ma sono scese. Siamo diventati bravissimi ad ottimizzare tutti i procedimenti interni per ridurre i costi al massimo, abbiamo creato una rete, direi, mondiale di collaborazioni e sinergie, ma non basta. Il fatto che il progetto I.Modestore sia stato "gestato" per diversi anni, ti dimostra che i problemi relativi e i potenziali conflitti d'interesse ci sono ben noti. Ci sembra di aver trovato una buona quadratura: offerta limitata di prodotti che riteniamo validi, nessunissima modifca della linea editoriale e tantomeno delle recensioni. Sappi poi che il mercato nel tempo cambia: a noi va bene parlare bene di un prodotto che non vediamo ma che vende il negoziante che non fa pubblicitá : domani la potrà fare nuovamente e, comunque, in primis c'è l'informazione al lettore, che è quella che fa vivere la rivista |
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» 16/1/2007 11:39 |
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Re: Editoriale Model Time 126 |
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Quote: Caro Jago, grazie per il tuo intervento, del quale non posso non sottolineare la professionalitá . Ebbene, sappi che le tariffe pubblicitarie di Auriga Publishing non solo non sono aumentate negli ultimi 5 anni, ma sono scese. Siamo diventati bravissimi ad ottimizzare tutti i procedimenti interni per ridurre i costi al massimo, abbiamo creato una rete, direi, mondiale di collaborazioni e sinergie, ma non basta. Il fatto che il progetto I.Modestore sia stato "gestato" per diversi anni, ti dimostra che i problemi relativi e i potenziali conflitti d'interesse ci sono ben noti. Ci sembra di aver trovato una buona quadratura: offerta limitata di prodotti che riteniamo validi, nessunissima modifca della linea editoriale e tantomeno delle recensioni. Sappi poi che il mercato nel tempo cambia: a noi va bene parlare bene di un prodotto che non vediamo ma che vende il negoziante che non fa pubblicitá : domani la potrà fare nuovamente e, comunque, in primis c'è l'informazione al lettore, che è quella che fa vivere la rivista Gent.Le editore ( non che mio fornitore di riviste ): Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegar loro le cose Antoine De Saint-ExupÈry [ Modificato da Filippo il 16/1/2007 12:45 ] |
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» 16/1/2007 12:41 |
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Re: Editoriale Model Time 126 |
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Salve Thomas (nota la finezza, ho detto Thomas e non Tommaso come mio solito), mi rallegra la tua partecipazione al sito.
La Crielmodel è una delle ditte che hanno aderito all’iniziativa della rivista. L’abbiamo fatto e continueremo a farlo per due motivi: 1) I negozianti italici hanno l’abitudine di acquistare sul venduto e non vogliono fare magazzino, vogliono guadagnare senza rischiare, noi pubblicizziamo ed informiamo gli appassionati spendendo impegno e danaro ed i rivenditori non ci aiutano e non ci affiancano. 2) Il mercato, non solo italico, è in grossa "sofferenza" sia per interesse in calo sia per la concorrenza delle edicole in Italia. A questo punto l’idea di Thomas rappresenta un nuovo "centro vendita" anche piú positivo se le recensioni che appaiono sulla stessa rivista sono "obbiettive" e dicono il vero senza nascondere eventuali difetti del prodotto. Anzi, a volte il prodotto potrebbe essere migliore di come recensito, da parte dell’articolista potrebbe esserci piú severità nel giudizio onde fugare l’idea nel lettore della presenza dell’interesse alla vendita Se I. Modelstore avesse voluto evitare tutte le beghe che ora vengono affrontate, sarebbe bastato cambiare nome all’iniziativa,sarebbe bastato dire che la ditta "pincopallo" sita in via xx vendeva per corrispondenza. Non sarebbe stato facile capire il collegamento, l’identità delle due iniziative. La critica ora potrebbe dire o che Thomas è in buonafede o è un "pollo". Io, conoscendolo (non brilla sempre per allegria e cordialitá ), sono per la prima. Per quanto riguarda le "pre vendita" è solo un sistema per dire che si è piú avanti con l’informazione. Ricordo che quando noi iniziammo la vendita della Sahariana un altro negoziante si affrettò a pubblicizzare la sua, fra l’altro mai realizzata, guarda caso a 5 o 10000 lire in meno. Noi rispondemmo vendendo con la formula "prendi 3 paghi 2". Scandalo generale: ci fu chi disse "ora vendono i kit come le mozzarelle". A titolo di cronaca, anche oggi, Italeri imperante, sia in Italia che all’estero, continuano a richiederci il kit della Sahariana che delle AB. Se un kit è il "meno peggio" si vende sempre. Dobbiamo anche considerare il modus operandi dei negozianti e dei modellisti. Diciamo la veritá : i negozianti, non solo di modellismo, sono individualisti, non sono per il gruppo. Ognuno è maldisposto nei riguardi della concorrenza. Meno antagonisti (non ho detto colleghi) ci sono e meglio è, ci si impegna meno e non si spartisce la torta, non si abbassano i prezzi. Il dire "Caro amico modellista, noi vogliamo che tu risparmi, devi darci meno soldi possibili ." È una presa in giro evidente e lapalissiana. È come se l’impiegato statale volesse lavorare di piú ed essere meno retribuito. Noi modellisti (io lo sono, solo un modellista può essere tanto bravo da gestire un negozio del nostro genere) abbiamo le nostre caratteristiche. Il kit va palpato, dobbiamo colloquiare con il venditore che deve capirne almeno quanto noi. Quando (35 anni addietro) avevamo il negozio in via Gregorio VII° avanti ai banconi c’erano gli sgabelli per sedersi e guardarsi i kit tranquillamente. La cosa non era "commerciale", il "cliente" deve prendere, pagare e togliersi al piú presto dalle scatole (non quelle di montaggio). I prezzi sono sempre esagerati, il costo giusto sarebbe sempre di 50 centesimi o meno. Non esistono piú bravi di noi. Non esiste un modello buono, noi dobbiamo modificare tutto e trovare il difetto. Siamo partigiani, se la ditta è "simpatica" fa ottimi modelli, se è antipatica i modelli non sono gran che. Riassumendo: certo che i negozianti ed i modellisti cerchino di commentare negativamente l’iniziativa del Tommaso (l’ho detto Tommaso, non ho resistito!) mi sarei meravigliato del contrario. Io cercherei di vedere il fatto con occhio costruttivo e positivo nell’interesse comune. Se è vero che noi desideriamo avere piú "clienti" è altrettanto vero che i modellisti dovrebbero desiderare di avere piú venditori oltretutto "piú qualificati".
-- Maurizio Bartoli |
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» 16/1/2007 13:27 |
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Re: Editoriale Model Time 126 |
Aspirante
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JagoA, secondo me i tuoi interventi sono entrambi correttissimi e vorrei solo aggiungere un piccolo complemento al secondo: una rivista di modellismo, per me, dovrebbe trovare la sua fonte primaria di ricavi nelle vendite della stessa a differenza di aziende tipo Mediaset che devono vivere di pubblicità e/o sponsorizzazioni, in quanto per alimentare il loro "core business" non percepiscono alcun "canone" per il servizio che offrono ed aziendalmente gli unici ricavi generati da questo sono le eventuali produzioni o i "format" che possono rivendere ad altre aziende del settore. Quello che secondo me stride nella decisione, peraltro rispettabilissima, del gruppo di Auriga di entrare anche in quello della vendita di articoli per modellismo è proprio il potenziale "conflitto di interessi" che può venire percepito da forse piú controparti come ad esempio inserzionisti e modellisti. Non ho elementi per parlare sul potenziale conflitto con gli altri operatori del settore, ma da modellista il fatto che l'editore mi proponga anche l'acquisto di questo o quel modello, colore o accessorio mi lascia perplesso, proprio perchè il vedere recensito e venduto lo stesso prodotto da chi dovrebbe essere "super partes" mi mette a disagio. Seguii a distanza quanto accadde su questo sito riguardo alla possibilità che ci fossero delle recensioni di parte ed il "conflitto d'interessi" venne, magari anche un po' drasticamente, risolto con la creazione di un sito a parte che si ocupasse solo di recensioni. Se Auriga da gruppo editoriale avesse fatto I.Boookstore, l'avrei percepito come una naturale estensione del proprio settore d'interesse. Se avesse fatto una società esterna al gruppo che si fosse occupata di vendere articoli per modellismo utilizzando per la pubblicità canali non del Gruppo, non avrei di questi dubbi. E' altrettanto certo che nessuno mi obbliga ad acquistare un modello da loro anche se compro la rivista, come giustamente dice Devi, ma personalmente trovo che venga a mancare la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa al di sopra delle parti, pur senza voler togliere nulla alla professionalità di chi ci lavora, trovo solo che possa venire a mancare, a prescindere da qualsivoglia rassicurazione, quel concetto di indipendenza che per me è molto importante. Gennaro
-- Ciao Pisolo |
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» 16/1/2007 13:36 |
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Re: Editoriale Model Time 126 |
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Premetto che non sono un esperto di marketing ma un semplice lettore, per cui alcune cose non le comprendo. Tanto non le comprendo che ancora mi faccio ottenebrare da vecchi detti tipo: "Chiedere all'oste se il suo vino è buono". Nulla impedisce di pensare ovviamente ad un oste che risponda "Non è buonissimo ma si può bere, gliene porto un mezzo litro?"; tuttavia io, nella mia personale esperienza di vita, ho sempre incontrato, magari per mera casualitá , osti che magnificavano il loro vino. Ricordo però, piú nello specifico, anche una rivista di aeromodellismo, mi pare non piú edita, che pubblicò (è un esempio reale) un articolo che magnificava il Typhoon della Monogram con le pannellature positive e da integrare con resine o fotoincisioni (non ricordo) un paio di mesi prima che uscisse il Typhoon dell'Hasegawa. La rivista non vendeva nulla, se non se stessa, ma ho sempre avuto l'impressione (non piú che una mera impressione) che quell'articolo servisse a contribuire allo sgombero del magazzino di qualche buon inserzionista, o comunque cointeressato, prima che arrivasse l'Hasegawa. L'eventuale non correttezza non nasce, quindi (a mio parere) dal fatto di vendere o non vendere qualcosa, ma dall'etica con la quale si coltivano gli interessi economici. I modellisti non sono sprovveduti, certo, ma a volte, soprattutto chi inizia, sono inesperti. Io leggo un articolo per sapere, non per conferma di quanto già conosco. Anzi normalmente se nella rivista non ci sono (intendo dire soggettivamente) novità che mi interessano, non la compro. In tal senso sono uno sprovveduto: non so e leggo l'articolo appunto per sapere. E suppongo che le cose stiano come la rivista mi dice, sempre facendo salvo il diritto del redattore di non dover essere infallibile. Quello che non mi torna però, ma perchè non lo capisco io, è il discorso dei pochi euro in piú da lucrare con articoli tendenziosi. Premetto (mi si perdoni la deriva da deformazione professionale) che il nostro ordinamento civile ammette come lecito il cosiddetto "dolus bonus" sintetizzabile nell'inesistenza dell'obbligo di segnalare piccole magagne o di astenersi dal magnificare eccessivamente gli aspetti positivi di un certo bene, lasciando il consumatore da solo a confrontarsi con l'etica personale del venditore (la tutela interviene solo per le merci difettose, inidonee all'uso per cui sono vendute, pericolose ecc.). D'altro canto chi non ricorda gli "higly recomended" profusi a piene mani che spesso, conoscendo l'oggetto, ci fanno ridere? Premetto anche che, per la mia scarsa preparazione in materia, mi pare strano che si organizzi un'operazione commerciale, preparandola a lungo, per l'obiettivo di pochi euro. Alla fine di queste premesse posso benissimo ritenere credibile uno scenario in cui si illustri tendenziosamente un prodotto nella speranza che il lettore lo acquisti generando (insieme agli altri lettori-acquirenti) un movimento di denaro un po' piú ampio di pochi euro. Quel che mi resta come tutela indiretta è la difesa del prestigio della testata, che rimane un argomento credibile, ma se basato esclusivamente sull'etica senza alcun riferimento alla non convenienza economica. Perchè se si fa questo riferimento, anche soltanto per rinforzare l'argomento principale della correttezza intrinseca, si crea un tarlo mentale ("ma allora se ci guadagnassero tanti soldi?") che non fa bene a nessuno. Thomas Abbondi mi garantisce la correttezza della sua testata. Bene. Io gli credo, credo alla sua buonafede ed alle capacità tecniche sue e dei suoi collaboratori. Vedo anche, però, che Auriga non vuol dire soltanto Model Time, ma anche Steel Art, Soldatini, Sky Model: manca, in sostanza, (o io non ne conosco) un contraltare in carta stampata che possa garantire un contraddittorio. Dovrebbe quindi essere onere di siti come questo supplire a questa evidente carenza, offrendo eventualmente spazio a Silk-Abbondi per le repliche ritenute opportune. Credo, alla fin fine, nell'interesse di tutti. Saluti -- Paolo Del Manzo |
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» 16/1/2007 13:48 |
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Re: Editoriale Model Time 126 |
Generale di Divisione
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Da: Bollatae-Mediolanum Caput Mundi
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Livello: 45
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io sono un ex-lettore di Model Time, ora lettore accanito di Steel Art (solo per il maggior numero di Tanks )...oltre a concordare con quanto scritto da Jago, ho notato anche io una piccolezza che comunque potrebbe dare addito a "conflitti di interesse"..anche se al momento non ci pensai......Modeldiscount è stato per anni un inserzionista delle testate Auriga, con la sua pubblicità in seconda o terza copertina (a volte anche in 4° se nn sbaglio)...da quando ha deciso di non sottoscrivere piú tale accordo....mi vedo comparire la I-Modelstore. Ciò mi potrebbe fare pensare che Modeldiscount abbia deciso di interrompere la pubblicità appunto a causa di I.Modelstore, che avrebbe rubato visibilità a Modeldiscount stesso, essendo il punto vendità della casa editrice. Altra cosa è l'imminente messa in vendita dei prodotti citati negli articoli del numero precedente o del numero stesso. ..la cera per la zimmerti è proprio lampante com esempio. Poi a me come consumatore me ne frega fino ad un certo punto...se la rivista mi piace, trovo gli articoli ed i modelli ben fatti ed interessanti la compro e basta. Poi anche io ho notato un calo qualitativo dei modelli e degli articoli presentati...oltre al fatto che spesso i soggetti si ripetono .....i Dragon Wagon di Lanna bellissimi...ma visto uno, massimo due.........ci sono modelli che ritornano spesso...capisco che ci siano molte varianti dellSdKfz 251...ma al posto che presentarle tutte, realizzare un bell'articolo su un M48 piuttosto che sugli M113?? Poi ribadisco alcuni modelli, a mio modesto parere, forse non all'altezza dell'importanza della testata giornalistica. Questa è una mia opinione, personale e quindi opinabile, ritengo comunque Steel Art la rivista italiana di riferimento per i carrarmatari. Ultima cosa...visto che il Sig. Abbondi ci legge...i prezzi della I.Modelstore stessa mi sono sembrati un po' cari paragonati alla concorrenza (intesa come negozi di modellismo e siti di e-commerce). Saluti [ Modificato da Xdref il 16/1/2007 15:14 ] -- Federico http://federicofredxsangregorio.blogspot.com/ "Carri armati nemici fatta irruzione a sud dell'"Ariete"; con ciò "Ariete" accerchiata. Trovasi circa 5 chilometri nord-est Bir el-Abd. Carri "Ariete" combattono" "In hostem ruit" Con la féde, nel cuore, con l'ardir noi giuriamo di vincere o morir! Matricola 654. |
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» 16/1/2007 15:07 |
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Re: Editoriale Model Time 126 |
Sottotenente
Registrato dal: 7/12/2005
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Livello: 3
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Vediamo se riesco a rispondere a tutti. Pisolo 1) "una rivista di modellismo, per me, dovrebbe trovare la sua fonte primaria di ricavi nelle vendite della stessa"... cosa posso risponderti? "Nulla è impossibile... per chi non deve farlo" tanto piú che nemmeno noi percepiamo alcun canone 2) "venga a mancare la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa al di sopra delle parti" e fin qui, va bene, ma poi prosegui: "a prescindere da qualsivoglia rassicurazione". Beh, si tratta di un dubbio che potrai toglierti con estrema facilità Filippo: back to the fishbowl! Lo so che ora ti arrabbi, perchÈ da quanto scrivi si capisce che non hai tanto senso dello humor Ma non ho resistito alla battuta pgdm "Quello che non mi torna però è il discorso dei pochi euro in piú da lucrare con articoli tendenziosi" Facile dare una risposta: oggi magnifico e vendo a piene mani un set della RottamModel a 11 Euro, domani tutti quelli che si sono beccati la fregatura non ci comprano piú un tubo e ci sputtanano pure: morale? per pochi spiccioli ti fumi la tua credibilitá . Meglio stare bene attenti a ciò che si propone e a ciò che si recensisce. D'altronde il mercato è enorme, per quale motivo dovremmo cercare di magnificare schifezze, se ci basta semplicemente prendre in esame altri prodotti che riteniamo validi? |
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» 16/1/2007 15:16 |
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