Dato lo Start, inizio con un velivolo bellissimo. Il Caudron C.561 Non fu il più vincente della serie di aerei da corsa prodotti da Caudron, ma aveva un fascino ed una linea unici. Intanto presento il modello poi con l'avanzamento della costruzione vi parlerò della coppa Deutch de la Meurthe, degli aerei da corsa Caudron e di Henry Deutch.
 

Ecco la scatola del bellissimo kit







 





E visto che c'ero ho anche staccato i pezzi dalle materozze





Il modello è decisamente piccolo. Ma ha un livello di precisione e dettaglio degno di un 1/48 se non di più.


L'assemblaggio sembra molto buono, ma vedremo al momento di incollare come va.

 


Questa era l'operazione che mi preoccupava di più. Staccare la cappotta in resina trasparente senza graffiarla o peggio romperla. Ci sono riuscito.


Alla prossima.
Link alla Galleria www.modellismopiu.net/m+gallerie/main.php


 

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FranCesco                            

 Uao che linea da urlo ! Ma come facevano a vedere davanti con l'abitacolo completamente affogato in fusoliera? 

 

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“sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”  
-Ghandi 

Michele 

Ciao Michele, di fatto non vedevano davanti. Al massimo vedevano un 3/4 anteriore ma neanche tanto, e lo stesso accadeva sugli idrocorsa della Schneider. I piloti usavano riferimenti esterni al campo di gara per orientarsi e mantenersi livellati oltre ai piloni quando presenti. Ad esempio i piloti del Reaparto Alta Velocità a Desenzano usavano i campanili delle Chiese dei paesi limitrofi come punti di riferimento. Ma alcune volte l'acqua traeva in inganno e i piloti sbagliavano assetto mettendosi a cabrare e picchiare. Evento di solito nefasto perché a picchiare significava infilarsi in acqua con conseguenze mortali per il pilota. Questi piloti non erano normali ci voleva coraggio vero per pilotare roba del genere.

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FranCesco                            

Una fgata di kit, BRAVO !

Ettore


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Ovviamente approvato senza meno!




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Alessandro  ( Matricola M+ = 3315 )   

  Un po di storia...
All'inizio fu Henry Deutsch de la Meurthe



e già, senza questo magnate non avremmo avuto la Coupe Deutsch e probabilmente nemmeno i vari Caudron da corsa. O almeno quelli che conosciamo. Henry Deutsch (1846 - 1919 ) fu un magnate dell'industria dell'olio e del petrolio e filantropo francese di origini ebraiche. L'attività della famiglia Deutsch all'inizio verteva sullo studio e sviluppo di oli di origine vegetale, ma a seguito della scoperta di giacimenti petroliferi in Pennsylvania nel 1859 la famiglia Duetsch iniziò a dedicarsi allo sviluppo e applicazione dei combustibili fossili. Henry si fece promotore di una serie di iniziative che avevano lo scopo di promovuere lo sviuppo dei motori a combustione interna nell'automobilismo e nella nascente industria aeronautica allo scopo di allargare il campo di impiego dei prodotti a base petrolio ma anche nella convinzione (tipica della modernità ottocentesca) che l'industria e la tecnologia stessero aprendo la strada ad un infinito periodo di crescente prosperità e radiosa grandezza per l'umanità. Il Primo premio messo in palio da Henry Dutsch a favore dello sviluppo aeronautico fu istituito nel 1900 e lo si ricorda semplicemente come: Premio Henry Deutsch de la Meurthe. Nel 1904 fu il Grand Prix d'Aviation de la Meurthe. e dal 1912 al 1936 la Coupe Deutsch de la Meurthe di cui parleremo nei prossimi aggiornamenti

Ed ecco gli sviluppi. Ho completato la colorazione dell'abitacolo per il quale ho usato il bianco. Questa è una scelta arbitraria in quanto le istruzioni non indicano un colore specifico. Ho visto molti modellisti che hanno scelto di colorare in nero la cabina forse guidati dal fatto che effettivamente la lunga carena interna alla parte trasparente della fusoliera era nera per evitare al pilota effetti di abbagliamento. Sta di fatto che tutti gli altri Caudron da corsa avevano gli interni bianchi o comunque molto chiari. E quindi ho deciso di mantenere questo colore anche per il 561 usando in realtà un bianco grigio.




Per il pavimento dell'abitacolo ho simulato un piano in legno naturale molto chiaro in modo da renderlo visibile anche con i trasparenti chiusi. Ma in effetti poteva anche essere molto più scuro.





Ho cercato di arricchiere il quadro strumenti lasciando il bordo del grosso strumento centale (non so dire se fose un tachimetro o il contagiri del motore Renault) in alluminio.



Poi ho chiuso tutto. Speravo in un montaggio alla Tamiya. Ma no. Non è difficile, ma viste le dimensioni minime bisogna fare molte prove e stare attenti agli allineamenti per non fare disastri. E comunque un minimo di stucco è stato necessario lungo le giunzioni. Ma niente di drammatico.





 


Sulla parte ventrale si notano le stuccature necessarie lungo la linea di giunzione della fusoliera e dell'ala.


 
 
A questo seguirà una leggera lucidatura e un colore di base per controllare che non ci siano gradini e rogne. Poi la colorazione sarà la vera sfida visto il velivolo era in Blu francese lucido.



















 

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FranCesco                            

Coupe Deutsch de la Meurthe
Henry Deutsch istituì la prima competizione aeronautica nel 1906 mettendo in palio un trofeo del valore di 10.000 franchi e ub orremio in denaro di 20.000 franchi a chi avesse percorso una distanza di 200 km (100 in andata e 100 in ritorno) alla massima velocità possibile. La competizione avrebbe avuto luogo fra il 1 Marzo e il 31 Ottobre. Il premio sarebbe stato assegnato definitivamente quando il record segnato fosse rimasto imbattuto per otto mesi consecutivi dalla data dell'ottenimento.
Ecco l'ambito trofeo... e vabbè c'era di peggio. Avete presente il trofeo Schneider? 



LA PRIMA EDIZIONE 1912 - 1920 Visto che nel 1906 gli aerei erano appena stati inventati la competizione non trovò nessuno in grado di lanciare la sfida. Ma a partire dal 1912 le cose si fecero decisamente serie. Il 12 Aprile di quell'anno Maurice Tabuteau su un Morane Saulnier motorizzato con un Gnome da 50 hp lancio la sfida percorrendo i 200 km in 1h 47 min. Il record fu poi batturo il successivo 1 Maggio da Emmanuel Hèlen che su un Nieuport monoplano motorizzato con un Gnome da 70 hp riuscì a battere il tempo di Maurice volando ad una velocità media di 119,532 km/h. Emanuel Hèlen si aggiudicò definitivamente il trofeo quando otto mesi dopo nessun altro riuscì a volare più velocemente di lui. Henry Deutsch rinnovò la sfida l'anno seguente e dopo la pausa dovuta alla Grande Guerra la competizione riprese nel 1919/1920. La prima edizione ebbe termine con la dipartita di Monsier Deutsch il 24 Novembre 1919.
LA SECONDA EDIZIONE 1921 - 1922 Nel 1921 finito il Gordon Bennett Trophy, vinto dai francesi, l'Aeroclub de France decise di organizzare una nuova competizione mantenedo il nome del suo fondatore con il patrocinio della famiglia Deutsch. La gara rimase una sfidda velocisitica pura ma venne modificata. Ora bisognava percorrere tre giri di un circuito lungo 100 km alla massima velocità possibile e il trofeo sarebbe stato aperto per tre anni e aperto a concerenti di tutto il mondo. Ogni anno una somma di 60.000 franchi venne messa in palio per i piloti con la massima prestazione. Si tennero due Edizioni nel 1921 e 1922 con gare molto combattute e velocità via via sempre maggiori fino ad arrivare alla media di 289,90 km/h 

LA TERZA EDIZIONE 1931 - 1935 Nel 1931 Suzanne Deutsch de la Meurthe (figlia di Henry) mise inpalio un nuovo trofeo mantenedo la denomizione di Coupe Deutsch de la Meurthe. La formula di gara torno a vedere la sfida svilupparsi su un percorso rettilineo di 1000 km da percorrere in andata e ritorno. Tra le due "manches" gli aerei avrebbero fatto una pausa di rifornimento di 90 minuti e, cosa fondamentale, avrebero potuto partecipare solo aerei con motori di cubatura inferiore ad 8000 cm di cilindrata. La cosa è fondamentale in quanto è qui che inizia la sotria degli aerei da corsa Caudron motorizzati Reanult. La gara ebbe tre edizioni 1933, 1934, 1935. L'edizione del 1935 fu la più memorabile e consacrò i racers Caudron-Renault alla storia.
di seguito alcune bellissimo foto dell'edizione del 1935. Le foto sono scaricate da interne e non intendono violare alcun diritto di proprietà.
Manifesti pubblicitari d'epoca. Questo è per l'edizione del 1934







I Caudron 430 e 450 al rifornimento. In primo piano l'aereo di Charles Franco


Un Caudron 460 al rimorchio di un'auto viene portato sulla linea di partenza.


 

 

La postazione dei cronometristi. 


 




LA QUARTA EDIZIONE 1936 Il 13 Settembre del 1936 fu orgnizzata una nuova e ultima edizione. Due Caudron C.461, un C.450 e due C.460 vi presero parte. L'edizione fu vinta da Yves Lacombe con una velocità di 389,462 km/h su Caudron C.460.  E il Caudron C.561 ? E già, il 561( che era un 461 potenziato) fu il più sfortunato della serie. E non riuscì neanche a qualificarsi per la gara a causa dei tanti problemi del suo motore.



Pubblico e meccanici (in divisa bianca) attorno ad un bellissimo Caudron 561


 


Prove motore.


 

Il 561 viene portato fuori dall'hangar in spalla.
 


Ma adesso immagino che sarete stufi di tutta questa storia e che vogliate vedere a che punto è il modello. Per cui vi parlerò dei Racers Caudron nella prossima e ultima puntata











 

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FranCesco                            

Un modo divertente ed interessante di usare le fotoincisoni:
SBS fa i portelli dei carrelli in fotoincisione per mantenere uno spessore compatibile con la scala e fornisce due stampi con i quali "pressare" i portelli per dare la giusta forma.
Prima di metterli in pressione ho riscaldato il metallo con una fiamma minima. In questo modo il metallo si snerva e risulta molto facile modellarlo.





 


La linea di giunzione dei due gusci della fusoliera nella parte ventrale mi ha fatto dannare. Non riuscivo ad eliminarla. Alla fine ho vinto io segnando un bel solco e riempiendolo di colla cianoacrilica.



Quindi ho dato una bella passata di Blue Francia a tutto il modello cercando di tirarla a lucido da subito in modo che potesse fare da base per le parti cromate di radiatori e scarichi.



Ecco il radiatore ottenuto con il cormo AK.




 


Poi ho fatto le maschrature per gli scarichi. Mai e poi mai farli a pennello, sono talmente piccoli che lo spessore li farebbe sparire in un grumo. A meno che non siate capaci come taluni veri e propri pittori che circolano sul forum.


 


Quindi è stata la volta delle viti a sgancio rapido anche queste in metaalo naturale. 


E qui vi lascio con la suspense al prossimo aggiornamento con il modello finito.
 

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FranCesco                            

Vedo che procede molto bene.
Grazie per la dritta sul riscaldamento delle fotoincisioni. Ho avuto pochissime occasioni di usarle, ma prima o poi mi capiterà.


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Ciao Francesco stai galoppando alla grande , ne hai fatta di strada già!
Ottimo lavoro fin qui e molto interessante la cronaca storica

Ciao e buon divertimento
Gianfranco