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Gli Zero in verde, montaggio di gruppo |

Generale di squadra aerea
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per chi non lo sapesse ancora, stiamo organizzando un montaggio di gruppo, il tema è il Mitsubishi/Nakajima ZERO, sono ammesse tutte le scale di riduzione e tutte le versioni: A6M2, M3, M4, M5, M7 e M8, unica condizione è che il modellino abbia le superfici superiori in verde solido (non a strisce su grigio). Chiunque abbia uno di questi modelli e voglia di partecipare è il benvenuto. Non sarà una competizione, non faremo fretta a nessuno, vogliamo solo divertirci insieme e, sopratutto condividere ricerche storico-coloristiche, tecniche di montaggio e di invecchiamento.

Vi aspettiamo! |
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» 24/1/2020 07:32 |
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Re: Gli Zero in verde, montaggio di gruppo |

Generale di squadra aerea
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Bene, in attesa che altri possano aderire e che chi lo ha già fatto possa acquistare il materiale necessario, comincio con il rispondere alla domanda di Alessandro che potrà servire a molti a schiarirsi le idee. Lo Zero fu progettato e costruito dalla Mitsubishi ma, già a partire dai primi di dicembre del 1941 la produzione viene iniziata anche dalla Nakajmia che finirà per completare un numero maggiore di Zero rispetto alla Mitsubishi. Le due fabbriche usavano vernici e schemi leggermente diversi, vediamo quali.
A6M2: la produzione iniziale è tutta Mitsubishi e si caratterizza per avere dei bilanceri neri sopra e sotto i flaps, in seguito eliminati, quando la Mitsubishi passa alla versione A6M3 è solo la Nakajima che continua a produrre gli M2, ancora necessari perchè gli M3 non sono adatti all'impiego da portaerei. Tutti questi aerei sono costruiti di fino, con primer antiruggine rosso su cui si stende la mimetica grigioverde semilucida. Non rientrano quindi in questa tematica si Zero in verde, anche se alcuni esemplari, dislocati nel sud est Pacifico ricevono delle mimetiche extemporanee sul campo con bande, strisce e macchie verdi date con le scope per meglio camuffasrsi fra la vegetazione. Nella primavera del 1943 la Marina Imperiale emana la specifica che prevede la colorazione di tutti i velivoli in verde scuro lucido con bande di identificazione gialle sul bordo di entrata alare. In quel periodo la Mitsubishi è ancora impegnata con la versione A6M3 ma con le ali tonte, non più la HAMP con le estremità della ali tronche. La Nakajima invece è ancora impegnata nella produzione del vecchi A6M2. Per quello che ci interessa possimao quindi trovare A6M2 verdi di costruzione Nakajmia, verniciati così sin dalla produzione, ma anche alcuni Mitsubishi che ricevono il verde sopra la grigio-verde. Questi ultimi sono pochi esemplari di vecchia costruzione usati solo dalle seconde linee: sopratutto per addestramento e, più tardi, anche come kamikaze. Veniamo ad esaminare il verde, diciamo che è un verde scusro senza tendenze all'oliva o al marroncino, deve servire a mimetizzare l'aero sia sul mare che fra la vegetazione rigogliosa tropicale. Mitsubishi applica il verdefin sotto i piani di coda del velivolo con una linea diritta di demarcazione con il grigio sottostante lungo la fusoliera inferiore. Nakajima invece adotta una linea diagonale di demarcazione che partendo dalla mezzeria della hinomaru di fusoliera, sale fino al bordo di entrata dei piani di coda. I due verdi adottati sono abbastanza simili con Mitsubishi che adotta una sfuatura appena più scura rispetto a Nakajima. Il capottone motore è nero lucido per celare i cospiqui schizzi di olio del motore Sakae, Mitsubishi adotta un nero pieno, scuro, con riflessi bluastri, Nakajima un nero un poco meno carico che tende a sbiadire fino ad un grigio molto scuro col tempo. Le superfici inferiori, sugli esemplari di nuova costruzione, non su quelli in grigio-verde, passa dal grigio-verde ad un grigio più chiaro, appena azzurrato. Con il grigio chiaro la Mitsubishi dipinge anche i pozzetti del carrello e i realtivi portelloni, Nakajima invece lascia queste parti in aotake, il famoso blu-verde metallico antiruggine che ricopre anche l'interno dei flaps e tutte le superfici interne non abitabili. Il Cockpit: per Mitsubishi è in un verde interni più carico di quello USAF, per Nakajima in un verde interni più pallido. La zona fuori dall'abitacolo ma che rimane sotto la vetratura è dipinta con lo stesso nero del cofano motore ma in questo caso è opaco, ovviamente. La variante successiva è molto rimodernata ed è l'A6M5 che Mitsubishi comincia a costruire nell'agosto del 1943 per farne 747 esemplari mentre Nakajima comincerà solo da novembre delle stosseo anno, ma ne costruì più del doppio! La differenza principale è che a partire da questo modello il primer antiruggine non viene più utilizzato sulle superfici esterne, si è visto che gli aerei hanno una vita operativa molto breve in guerra, la corrosione non fa a tempo ad arrivare, meglio non perdere tempo con queste rifiniture. Gli M5 appaiono quindi più scrostati delle versioni precedenti, specie nelle zone di calpestio per salire a bordo e per riarmare i cannoni e le mitraglaitrici alari, i colori tuttavia restano i medesimi. L'utima cosa che mi viene in mente è l'ogiva: Mitsubishi di solito la vernciava di marrone mentre Nakajima la lasciava in metallo naturale, tuttavia molti reparti dipingevano l'ogiva nel loro colore quindi questo dato può variare.
Le ultime due versioni ad entrare in servizio in piccoli numeri saranno la M7 e M8, si hanno pochi dati e foto su questi esemplari, è probabile che non cambiò nulla ma può anche essere che per accelerare ulteriormente la produzione si omise la vernice grigia per la pancia, ma solo suq questi ultimi.
Per ora è tutto, sono andato un poco a braccio, spero che Carlo possa leggere presto e segnalare eventuali errori od omissioni. Buon weekend. |
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» 25/1/2020 05:41 |
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