Intanto vi scrivo due parole sulla macchina. il Kawanishi Shiden nasce da una specifica della marina imperiale per realizzare un intercettore in grado di contrastare efficacemente sia i bombardieri che i caccia americani superando le limitazioni di velocità e arrampicata dello Zero.
Per ottenre le prestazioni necessarie fu installato un motore enorme che necessitava di una grande elica a 4 pale per poter gestire tutta la potenza generata. Onde consentire all'elica di avere sufficiente luce rispetto al terreno l'ala fu progettata in posizione intermedia cosa che comportò uno spropositato allungamento del carrello.
Fu proprio il carrello a rivelarsi il tallone di Achille di un caccia per il resto ben riuscito, la scarsità di metallo infatti costrinse a produrre leghe di scarsa qualità che male sopportavano gli sforzi, se a questo si aggiunge lo scarso addestramento dei nuovi piloti e le piste in terra battuta, il risultato fu che gran parte degli Shinden si spezzarano le gambe in atterraggio, come questo qui
Quando iniziò l'invasione alleata delle Filippine centianai di Shiden furono inviati a raffarzare quelle isole ma in gran parte divennero inutilizzabili già dopo il volo di trasferimento dal Giappone.
Conscia del problema la Kawanishi si mese subito allo studio per rimediare al grave difetto riprogettando il velivolo con ala bassa e carello decisamente più corto, ne risultò lo Shiden -KAI da KAIZO=modificato, quello che fu il miglior intercettore giapponese della WWII.
Con lo Shiden-Kai Minoru Genda organizzò uno stormo di experten, richiamando i piloti migliori da tutti i fronti in previsione della guerra che stava per raggiungere la madre patria.
Gli Shiden con ala alta invece furono relegati ai reparti di addestramento o spostati in Korea dove la minaccia era meno impellente.
queste foto di aerei abbandonati e ritrovati dopo la guerra mostrano come NON LO DOVETE FARE
si tratta infatti di velivoli non più efficienti e abbandonati nei campi per oltre 2 anni al momento del ritrovamento.
Viceversa vi suggerisco di concentrare le scrostature in due aree: la zona di calpestio sull'attacco ala fusoliera sinistra da dove si saliva a bordo e sul bordo di attacco di ali interne e capottone motore dove la grande elica sbatteva il pietrisco della pista.