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Re: Articolo sulla mongrafia sui caccia SAI |
Colonnello
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Da: Lecce
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concordo con molte cose di quelle che hai detto; aggiungo anche che i caccia della serie della Macchi avevano una costruzione tanto complicata che se ne produceva uno nello stesso tempo in cui si facevano tre 109...Inoltre, oltre al fatto che quasi tutti i nostri aerei e carri nascevano già vecchi senza cioè possibilità di ulteriori sviluppi (il 109 K-4 che cosa ha ancora del 109 E ad esempio ?), nel nostro paese non si cercava di ridurre, come in GB e in Germania, il numero dei componenti di un sistema d'arma per arrivare ad una ottimale standardizzazione, tutti segni di una carenza di programmazione industriale valida...Hai ragione quando dici che l'L 3 (ma anche l'M 13/40) in se e per se erano validi ma chiaramente se tu li vai ad opporre ad un T.34 o ad uno Sherman... Mi permetto solo di contraddirti sul fatto che anche in GB e in USA, almeno durante la 2° G.M. non si cercò di fare il caccia leggero, solo che lì furono realizzati solo dei prototipi ritenuti infine non necessari...Io poi estenderei il concetto di artigianato a tutto il complesso industriale dell'epoca, militare e civile... Concludo dicendo solo che mi rammarico di non aver qui la monografia: nel testo della stessa c'è proprio un passaggio che devo riportare quanto prima e che credo sarà utilissimo al nostro dialogo. Si diveva piú o meno che le leggi dell'aerodinamica sono quelle e tali sono, è inutile girari attorno con tentativi velleitari...aspetta a domani che sarò piú preciso -- Honny soit qui mal y pense - Vergogna a chi pensa male |
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» 4/7/2006 17:16 |
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Re: Articolo sulla mongrafia sui caccia SAI |
Colonnello
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CiaO Gabriele Vorrei spezzare una lancia a favore dell'editore: per la costruzione del modello (esiste un kit in resina 1/48, per esempio) la monografia offre alcune immagini, non presenti nell'articolo di Aerofan, che permettono di vedere l'interno del vano carrelli; ho la monografia, ma in questo momento non posso citare la pagina, perchè sono in vacanza (breve) sulle Dolomiti, comunque è facile a trovarsi, trattandosi di una sequenza stampata tutta insieme Ciao Riccardo -- Mi piace ricordarmi da giovane (anche con moglie) |
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» 4/7/2006 18:25 |
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Re: Articolo sulla mongrafia sui caccia SAI |
Colonnello
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Da: Lecce
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Livello: 29
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Carissimo Riccardo ti ringrazio ma io nella mia recensione queste due cose lo avevo già dette, riferendo anche che il modello ceco ha diverse problmeatiche...Per il kit della LF allego qui questa foto per farVi vedere di che cosa si tratta -- Honny soit qui mal y pense - Vergogna a chi pensa male |
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» 5/7/2006 08:44 |
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Re: Articolo sulla mongrafia sui caccia SAI |
Colonnello
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Da: Lecce
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Livello: 29
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In ordine al G.91 devo proprio confermare quanto avevo già scritto in precedenza Il monomotore della F.I.A.T. fu realizzato appositamente per partecipare al concorso indetto dalla N.A.T.O. . Si arrivò a questo concorso dopo la conferenza di Lisbona del febbraio 1952 (IX Sessione di Lavori del Consiglio Atlantico) nella quale si ravvisò la necessità di realizzare un velivolo da combattimento di semplice concezione, di facile costruzione e manutenzione con un costo operativo nettamente inferiore a quello dei "normali" velivoli da combattimento : ovvero le caratteristiche del concetto di caccia leggero che invece il G.91 alla fine si sia rivelato solo un "assaltatore leggero" (fra le tante pubblicazioni vedasi il vol, n. 9 della Storia dell’aviazione della F.lli Fabbri pag. 852) e non anche un caccia credo sia chiaro per tutti ma pure in questo caso tutto dipese dallo spunto iniziale in quanto le specifiche emesse alla fine dal Supreme Headquarters Al lied Powers Europe nel dicembre 1953 per il nuovo (per l’epoca) Light Weight Strike Fighter di certo non portarono a far realizzare un caccia ma appunto un assaltatore o meglio un velivolo da supporto tattico ravvicinato, qualcosa in realtà piú vicino come categoria al Breda 65 piú che al C.200 per tornare alla 2° g.m. Per l’He 162 ritorno a definirlo (e non sono solo io a definirlo tale: vedi il vol, n. 4 della Storia dell’aviazione della F.lli Fabbri pag. 715, Aerei 4/1975 per citare una letteratura ormai classica...) come un ottimo esempio di caccia leggero , anzi il primo caccia leggero a reazione della storia : il suo peso era di un ben 20% inferiore al Me.109 K -4 , del 40% al P.47D, mentre fu concepito e realizzato in soli 66 giorni (analogamente all’F-104); inoltre era parzialmente in legno e le prestazioni del Salamander erano competitive rispetto ai coevi caccia ad elica che erano la maggioranza dei componenti le forze aeree belligeranti nel 1945, il suo livello di produzione fu impressionante rispetto alle condizioni della Germania dell’epoca e fu solo la penuria di piloti addestrati ad impedirne un suo uso esteso... Altrimenti perchÈ chiamarlo "Volksjaeger" ovvero caccia del popolo ??? Caccia leggeri alleati : uno di loro fu l’XP-77 della Bell rimasto appunto prototipo unico, insieme ai Caudron (molto analogo) ad essere ritenuto comparabile con i SAI dalla monografia Dal testo della testa traggo un passaggio (pag. 12-14) che credo sia importante per la questione del concetto "caccia leggero": "nessuno può fare miracoli di fronte a un pilota che pesa sempre i soliti 80 kg, a equipaggiamenti e accessori che non possono essere miniaturizzati, alle solite mitragliatrici e munizioni che pesano egualemente, al carbutante e al lubrificante che non può essere inferiore a certe dotazioni, il tutto indipendentemente dalla dimensione del velivolo. E se si tiene conto che per gli aeroplani dell'epoca un kg in piú di equipaggiamento comportava un appesantimento della cellula sino a 4-5 kg, veniva innescata la spirale perversa peso/potenza per cui aumentava il consumo, che richiedeva maggior carburante...". -- Honny soit qui mal y pense - Vergogna a chi pensa male |
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» 5/7/2006 08:53 |
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