Ricordo che il fenomeno paninaro esplose nella sua ampiezza mentre io ero in caserma,quindi 1986.
Con lo scaglione che veniva a darci il cambio ne arrivarono molti.
Quasi tutti milanesi o di sicuro lombardi,probabilmente qualche testa di caxxo con le caratteristiche da te illustrate c'era,anzi ne sono sicuro e lo ricordo bene,ma forse erano i paninari della prima ora.
Ma la maggioranza mi sono sembrati ragazzi tranquilli e per nulla razzisti oltre che intelligenti,molti lavoravano e si comperavano il Moncler per moda...e per piacere alle ragazze.
Io senza saperlo ero un paninaro da un pò di tempo,giubotto Schott,Jeans levis 501,e scarpe Tmberland...o Lumberjek...non ricordo e moto Cagiva 125 Aletta Rossa appena presa in sostituzione della SSt 125.
Era l'abbigliamento in voga tra i ragazzi e ragazze mestrini e veneziani...ma di panini nessuno aveva mai sentito parlare.
Naturalmente non mi vestivo così per piacere alle ragazze o per identificarmi con un gruppo,mi piaceva e basta.
Naturalmente alle ragazze sarei piaciuto anche vestito da clown,e avevo un amico punk chiamato "pantegana" (un giorno sul suo Guzzi 125 4 tempi appese per la coda due pantegane morte al portapacchi,lo fermarono due vigilesse schifate allertate dalle donne del quartiere,tra cui la madre di pantegana...) poi c'era "crosta" chiamato così perchè si lavava poco,sia d'estate che d'inverno indossava una maglietta con la union jack e il chiodo...guidava una Vespa 125 ET3 (avercela ora) sua madre,un confetto di donna, soffriva come una bestia ad avere un figlio così sporco.
Finchè un giorno il padre (un decoroso postino) non lo prese letteralmente a calci nel sdere finchè entrò in doccia e il papà tra una sberla e l'altra lo insaponò per bene fino a farlo diventare bianco come la neve.
Il più strambo di tutti era Gabriele,chiamato Sghenbriù 3 dei (dei = dita) perchè alto e dinnocolato è un pò storto di lato (Gabriele+sghembo = Sghenbriù) 3 dei perchè un giorno mise sul cavaletto la KTM da cross,inseri la prima e per sentire la tensione della catena mise le dita tra questa e la corona,perse due dita al volo.
impassibile prese un fazzoletto incaccolato,lo strinse attorno ai moncherini,recuperò le due dita mettendosele in tasca sali sulla KTM e andò fino all'ospedale.
Non gli rattaccarono le dita,non ci disse mai il perchè (non amava parlare molto).
Sospettammo che le avesse perse per strada.
Indossava sempre jeans da mercatino rionale,magliette o felpe girocollo e un piumino un pò logoro d'inverno.
Penso che per i paninari si trattasse di un "china".
Poi c'era Bagonghi,110 chili per un metro e settanta.
Bravo ragazzo,buono e generoso e molto sensibile.
Soffriva molto per la sua condizione fisica,le ragazze lo ignoravano o lo deridevano.
In loro presenza stava sempre zitto e appartato.
Un giorno attraversò dritto sparato un incrocio a Favaro Veneto,aveva il semaforo rosso, con la sua Laverda 125.
Un taxista a 140 all'ora lo prese in pieno,fece un volo da trenta metri e piombo sull'asfalto.
La ruota anteriore della moto si conficcò a 15 metri d'altezza su un traliccio dell'alta tensione.
Fratture su tutto il corpo,emorraggie interne,frattura cranica e 15 giorni di coma.
uscì dall'ospedale dopo qualche mese,fece riabilitazione.
Si rimise completamente e arrivò a pesare 73 chili.
Ogni tanto lo vedo a Favaro,felicemente sposato con due gemelline come figlie...contento e in mezzo alle donne.
Ho sempre pensato che quell'incrocio lo attraversò con intenzione con il semaforo rosso.
Ha! vestiva da paninaro.
Capirete che i veri amici non si riconoscono per l'abito
Grazie Kru per lo spunto, hai risvegliato in me moltissimi ricordi.
Spero non vi spiaccia se vi faccio partecipi.
ciao
ps il mio "nikname" era "Adone"....
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Quote:
l'intelligente sa tanto,el saggio sa poco...el mona sa tutto.
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