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Editoriali di Sat Cong su Air Kit news |
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Buongiorno a Tutti. Penso sia doverosa una breve premessa, dato che molti, poco interessati agli aerei, non saranno familiari con AIR KIT news e ciò che essa contiene... Gli articoli di Sat Cong sono cominciati quasi nove anni fa (i primi su Ali in Miniatura), e si dividono in due filoni: quelli puramente goliardici, in cui si discute sostanzialmente di abitudini, idiosincrasie, sindromi, peculiarità e stranezze varie dei modellisti e dell'hobby in genere, e quelli un po' più impegnati, che spaziano dalla filosofia del modellismo, all'evoluzione del mercato, agli acquisti per corrispondenza, e così via; non sfuggirà a nessuno che una rivista è un posto d'osservazione abbastanza privilegiato per avere "il polso" delle varie situazioni. Nel secondo filone si sono inseriti gli ultimi tre articoli, pubblicati su AKn 43, 44 e 45, e che postiamo qui grazie all'ospitalità di Modellismo Più e del suo Webmaster, ed alla comprensione dei Lettori. In essi si discutono alcuni aspetti delle mostre, della vita di Club (sempre in relazione ai concorsi), della possibilità - o meno - di coordinare l'ambiente. Se la partenza è ovviamente critica verso lo status quo, andando avanti non mancano i suggerimenti (in parte già recepiti, magari per semplice coincidenza, da alcuni Club). La ragione per cui trovate qui gli articoli è che, discutendone con varie persone, ci siamo resi conto di come situazioni ed argomenti interessassero un settore ben più vasto di quello dei soli amanti degli aerei: insomma, che valesse proprio la pena di sentire i commenti anche di chi non legge AKn. Buona Lettura ANF |
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» 22/7/2010 16:47 |
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Uno scandalo chiamato concorso - di Sat Cong - AKn 43 |
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Quasi un anno senza una rivista sulla quale scrivere qualcosa lascia spazio per parecchie riflessioni; e, se si aggiunge che, in questo anno, sono stato un po’ in giro per Mostre, potete star certi che di materiale significativo ne ho messo insieme una bella quantità. A parte le mie gitarelle, ho continuato a scorrere le classifiche (tanto i modelli sono sempre quelli, e si conoscono), ed a prestare orecchio ai racconti di chi è andato a Mostre lontane. Parliamoci chiaro, i temi sono sempre gli stessi: non si inventa nulla di davvero significativo ormai da qualche decennio; ma la sensazione che mi si è formata in testa, alla fine, è che questi vecchi problemi si siano aggravati al punto tale da essere vicini ai limiti di tolleranza. Logica direbbe di fregarsene, e lasciare che il carrozzone del modellismo (di solito si usa questo termine per designare quello della Formula 1, ma per qualche ragione lo trovo anche più idoneo nel nostro contesto...) finisca per coprirsi di ridicolo, e si riduca ad un gruppo di venti clown che si applaudono a vicenda. Ma ci sono due controindicazioni, almeno nel mio modo di vedere: a) amo questo hobby, adoro le Mostre. b) Non so se ve ne siete accorti ma, dopo decenni di immobilismo assoluto, in questo Paese le cose cominciano a cambiare. Ovvero, qualcuno comincia a non accettare più con triste rassegnazione la frase: “Tanto siamo in Italia, si sa che le cose vanno così...”. Questa determinante novità si applica ad ogni settore della vita civile e, nel nostro piccolo, trovo giusto ed auspicabile che ci si cominci a ribellare anche noi. Con questa lunga premessa, avrete capito che intendo affrontare un argomento complesso; non so dire in quanti articoli si svilupperà il discorso, ma possiamo sin d’ora individuare tre temi da trattare: 1) lo Stato delle Cose 2) Le cause che hanno portato a questa situazione 3) I rimedi possibili Affrontare il primo punto è la parte più semplice: può farlo chiunque abbia seguito con attenzione una decina di concorsi negli ultimi due anni. La prima, e più notevole conclusione, è che il Premio di Scambio ormai impera incontrastato, più di quanto non sia mai successo. Questo male è sempre esistito, e se vogliamo è per certi versi anche comprensibile e - a piccolissime dosi - tollerabile. Ma negli ultimi tempi, accontentare il Club o il modellista “amico” è diventato sostanzialmente il primo fattore nelle decisioni di alcune Giurie. Poi, se per caso avanza qualche piazza (e con la grandinata di medaglie della formula Open questo accade di sovente), la si riempie con qualche poveraccio che ha solo il merito di aver fatto un bel modello. Anni ed anni fa, quei Club che non avevano il cuore di pietra di rimandare a casa a mani vuote anche chi si era fatto mille chilometri in treno (avete indovinato? Io ero proprio iscritto ad uno di quelli), almeno usavano una soluzione semiseria di compromesso, tipo: “Il Premio per il modellista venuto più da lontano”, e così via. Adesso il primo fattore nelle scelte di molte Giurie sembra essere l’accontentare, se non il singolo (ci arriveremo più avanti), almeno l’associazione “di riguardo”. A parte l’associazione di riguardo, di cui ci si vuole garantire il ritorno l’anno venturo (ed un certo numero di premi - appunto di scambio - nel caso si intenda partecipare alla relativa mostra “gemella”), altrettanto essenziale è premiare il modellista famoso. Quante volte avete sentito dire - o avete detto voi stessi, magari a bassa voce -: “Vincono sempre gli stessi...”. Che vincano sempre gli stessi è assolutamente indubbio. Ma vincono perchè davvero lo meritano? Ve lo dico, passatemi l’immodestia, dall’alto di una bella esperienza: NO. E ve lo so dire perchè sono stato uno dei “sempre gli stessi”, perchè ho fatto le Giurie, perchè conosco questo ambiente da un quarto di secolo in ogni dettaglio. Se è vero che, per “farsi un nome”, bravi bisogna esserlo, è altrettanto vero che, una volta saliti sulla cresta dell’onda, basta poco per non scendere. Ovvero: perdete un po’ di tempo per fare un lavoro davvero eccellente, un bel plurimotore magari, uno di quei lavori che, adeguatamente pubblicizzati tra mostre, riviste e siti, facciano dire a chiunque: “...’Azz!”; ripetete il gioco due o tre volte, per maggiore sicurezza. E a quel punto, scoprirete che vi basta prendere un bello e minuscolo kit di un caccia, recente, inciso e dettagliato, aggiungere qualche decorazione natalizia, farcirlo dei soliti pupazzi, e via a raccogliere Ori e Best in Show quanti ne portava (a ragione) lo splendido plurimotore delle passate stagioni... Poco importa che, nel frattempo, altri illustri sconosciuti abbiano finito lavori altrettanto eccellenti: l’onesto microbo del modellista famoso schiaccerà senza alcuna compassione anche un B-29 Monogram in 1/48 trasformato in KB-50J. Colpa del modellista famoso? Neanche un po’: lui si presta solo al gioco, più o meno in buona fede. La colpa è delle Giurie. Sapete perchè? In omaggio alle differenze anche linguistiche che caratterizzano l’Italia, e per definire con maggiore chiarezza uno dei concetti più importanti dell’intera discussione, lo scrivo due volte. Rivolto ai lettori del Nord dico: Perchè le Giurie si cagano addosso all’idea di non premiare il modellista famoso*. Ed ai lettori del Centro-Sud dico: Perchè le Giurie si cacano sotto all’idea di non premiare il modellista famoso*. La nota è comune per entrambi: *Anche quando in gara sono presenti altri elaborati, evidentemente di qualità ed impegno superiori, ma presentati da modellisti poco noti. Sono riuscito a farmi capire? Ho scritto prima di aver fatto qualche Giuria, negli ultimi anni da giudice esterno: sapete cosa succedeva? Il sabato stilavo la mia classifica, insieme ai giudici residenti. Facevo notare qualcosa magari non troppo apparente agli altri (diritto e dovere di un giudice esterno, invitato, si suppone, per la sua competenza), ed insistevo perchè questo si riflettesse sui risultati. Insomma, andavo a dormire tranquillo, con la certezza di aver contribuito ad una classifica che non fosse la fotocopia di quelle di tutta la stagione. Bene, al pomeriggio della domenica le mie “provocazioni” erano sparite, ed alla premiazione andava tutto come previsto. Non ho mai avuto voglia di discutere con nessuno, ma il pensiero dei giudici residenti, pur non espresso, era lampante: “Ti pare che non diamo l’Oro a...”. Non premiare richiede Coraggio. E quel Coraggio, spesso, non viene a quel timido giudice di provincia che, fra sè e sè, mormora: “Certo, quell’S.79 tutto rosa a me sembra proprio un’invenzione... Ma lo ha fatto il Grande Tizio... E se poi il Grande Tizio comincia a dire in giro che sono un incompetente, perchè non l’ho premiato, e che non verrà più alla nostra Mostra..? Io non lo premierei perchè, senza essere così bravo a costruire, studio gli S.79 da trent’anni, e so che di rosa non ce ne sono stati. Ma la gente a chi crederebbe..?”. Vorrei che, onestamente, alzasse la mano chi non si è mai trovato coinvolto in situazioni come quelle che ho descritto oggi, o non vi ha almeno assistito. Quelli di cui ho parlato non sono gli unici mali: ho appena grattato la superficie. Nel prossimo articolo esaminerò altri problemi, legati magari più al modello in sè - e quindi al modo di giudicarlo - che alle persone. Poi si potranno cercare le cause ed alla fine, spero presto, mi permetterò di dare qualche suggerimento per migliorare le cose... |
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» 22/7/2010 16:52 |
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Pupazzi e bidoni - di Sat Cong - AKn 44 |
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Che l’articolo del numero 43 provocasse un bel po’ di reazioni era, non nascondiamolo, ampiamente previsto... Quello che invece mi ha un po’ sorpreso è stato lo scoprire che nel nostro ambiente si dice così poco (“si dice” nel senso di “si esprimono così poche idee”) che, quando qualcuno lo fa, gli si salta addosso con una serie di accuse che vanno dalla semplice incompetenza al delirio d’onnipotenza: è esattamente quanto successo nei mesi scorsi, e se mi chiedevo di aver sollevato o meno un argomento interessante, non potevo certo aspirare ad una miglior conferma. E’ singolare, poi, come le reazioni più dure non siano arrivate da modellisti singoli o da Club, ma da - chiamiamoli così - “poteri istituzionali” che non erano minimamente stati chiamati in causa, ma si sono evidentemente riconosciuti tra i sostenitori e/o promotori dello stato delle cose cui sono andato contro. Per il momento non ho voglia di mettermi a parlare di coordinamenti o altri simili massimi sistemi: lo farò prossimamente; e siccome, ho scritto la scorsa volta, voglio partire dalla situazione attuale per poi cercare di individuarne le cause e proporre qualche rimedio, torno ad occuparmi dell’aspetto base della questione, ovvero ciò che viene esposto sui tavoloni delle mostre. Se vogliamo individuare un punto, se non di partenza, almeno dopo il quale le cose hanno cominciato davvero a precipitare, possiamo scegliere tranquillamente i Mondiali di Roma, nel 2002: fu allora che, data la specializzazione degli organizzatori, si impose a tutti (aerei compresi) il sistema di giudizio dei figurini, certamente rodato ed efficace, ma totalmente inadatto ad altre categorie. In quell’ambito, infatti (faccio poche parole di un discorso che sarebbe molto lungo, ma inutile qui) si tese a premiare il modellista per l’insieme della sua opera, più che il singolo elaborato. Tutto poteva finire nei saloni dell’Ergife, ed invece sempre più Club hanno sentito la necessità di ispirarsi a quel sistema, ciascuno con qualche variazione. Perchè? Ottima domanda... La migliore spiegazione che mi è venuta in mente finora è assolutamente psicologica: consciamente o meno, qualcuno ha cominciato a paragonare aerei (il discorso vale anche per carri, navi ecc., ma preferisco tenermi su un terreno che conosco bene) e figurini, scoprendo che: 1) Il settore dei figurini è ricco (è cosa nota che i figurinisti bravi ricavano anche migliaia di Euro dalla vendita dei loro pezzi) ed “industrializzato”. 2) Il settore degli aerei è straccione ed approssimativo. 3) Se cerchiamo, per quanto possibile, di figurinizzare anche il settore degli aerei, certamente ne avremo qualche vantaggio. Il ragionamento, in linea teorica, non fa una piega. Bisogna però considerare che l’ambiente dei figurinisti ha regole e riti ben precisi, per discutibili che possano essere: il premio di scambio è una necessità, perchè ogni medaglia fa salire il valore di vendita del pezzo in questione; e lo stesso dicasi nel caso di pubblicazione su qualche rivista. E’ giocoforza che in un sistema simile, in cui “girano i soldi”, la nascita di gruppuscoli di potere o lobby sia praticamente spontanea: il presidente di un club che, grazie ai suoi contatti coi collezionisti (leggi: acquirenti) sa trasformare il lavoro dei suoi in moneta sonante, si darà parecchio da fare per tenere il suo sodalizio in posizione preminente; e non ci trovo nulla di male, fa solo il suo lavoro. Peccato che le altre categorie manchino totalmente di quella base di compratori dei modelli finiti che creano il mercato: e se si cerca di figurinizzare l’ambiente degli aerei, si finisce per portarvi solo la parte negativa (i premi di scambio e le lobby) senza alcuna speranza di attrarre anche quella positiva (i contanti). Sarà anche stata una coincidenza, ma a questo flirt con l’ambiente dei figurini si è andata sovrapponendo l’abitudine di corredare di pupazzetti (spesso fatti malissimo) le basette degli aerei (spesso fatti anche benissimo). Prima un timido pilota, poi anche lo specialista, infine via con tutto il pensabile, da gente che fa - tutte insieme - operazioni che nella realtà sarebbero separate da varie ore, a quelli che si fanno le foto, eccetera. Chiunque è naturalmente libero di mettere ciò che vuole intorno al proprio kit: ma almeno abbia il buon gusto di ammettere che si tratta di un diorama, e non di un aereo. E’ così scandaloso? Così difficile? Così umiliante, forse..? E se non ci pensa lui, lo facciano i Giudici, d’ufficio: mi levo il cappello pensando ad una recente mostra romana (The Knights) in cui tutti i velivoli “superaccessoriati” sono stati spostati in una categoria apposita (diorami aeronautici); premi a tutti quelli che lo meritavano, ma senza storture o forzature varie. Perchè, parliamoci chiaro, un Mosquito Tamiya circondato da tanti allegri personaggi rischia di prevalere, all’occhio di un Giudice poco attento, su un B-58 Monogram che magari è stato anche reinciso, ma non ha neppure una basetta... Di esempi così potrei citarne decine. Ho quasi la sensazione che alcuni modellisti contino proprio sull’effetto complessivo della scena per gettare fumo negli occhi della giuria, distogliendo l’attenzione da un aereo magari fatto onestamente, ma cui manca quel certo non so che che giustifica un premio. In realtà non sto dicendo nulla di davvero nuovo: nel settore dei carri, dove da sempre c’è uno stretto rapporto tra la rappresentazione del mezzo e dell’equipaggio, si considera parte del carro il comandante che sta in torretta, mentre eventuali altre figure che magari sono lì intorno a mangiare o prendere il sole bastano a far considerare il tutto un diorama o una scenetta. A questo punto è il caso di cominciare a proporre qualcosa di concreto, e parto da un punto semplicissimo: al momento di organizzare una mostra, attenersi strettamente alle categorie che per decenni hanno funzionato egregiamente, ovvero: - aerei scala 1/48 e maggiori, da scatola. - Aerei scala 1/72 e minori, da scatola. - Aerei scala 1/48 e maggiori, migliorati e derivati. - Aerei scala 1/72 e minori, migliorati e derivati. Tradizionalmente c’era una quinta categoria, “aerei in ogni scala, autocostruiti e vacuform”; ma siccome l’autocostruzione è ormai praticamente inutile (c’è un kit per tutto), i vacuform sono scomparsi, ed ormai anche chi mette insieme uno Special Hobby viene considerato un genio del montaggio, possiamo sostituirla con un’altra che sia un omaggio alle mode del momento: - diorami a soggetto aeronautico. Dimentichiamoci le divisioni tipo Master e Schiappe (altra inutile imitazione del mondo figurinisitico, davvero poco sensata nel nostro caso), e dimentichiamoci pure le maxicategorie tipo “Aerei”, dove si pensa di tenere tutti buoni con la pioggia di metallo garantita dalla formula open (che però non è il tema di oggi). Anche volendo assegnare soltanto tre medaglie per categoria, siamo già a quindici premi: tenendo presente che nelle mostre di medio profilo spesso gli aerei sono poco più di una cinquantina, direi che ce n’è d’avanzo. Senza contare poi i premi speciali, che ci sono sempre, e possono servire anche ad accontentare “quello che non si può proprio mandare via a mani vuote”, l’eventuale Best of Show, e così via. Se poi alla tale, gettonatissima mostra si presentano 200 aerei (e in Italia, nel 2010, non succede spesso), basta aumentare le medaglie (due ori, tre argenti...) per arrivare senza problemi a premiare il 20% dei modelli partecipanti. Vi sembra troppo poco? Beh, allora tanto vale consegnare una medaglietta a tutti al momento dell’iscrizione, per la fatica di aver completato il modello, averlo portato fin lì, ed aver sborsato la quota d’iscrizione. Signori, stiamo pur sempre parlando di concorsi: non ce lo scordiamo. Togliamo l’elemento competizione, e tutto si ridurrà ad una simpatica scampagnata tra gente che ha lo stesso hobby: oltretutto, l’esperienza ha largamente dimostrato come gli appuntamenti puramente espositivi, senza gara, vengano regolarmente disertati dai modellisti. Scrivendo queste cose, in realtà abbastanza banali, ho dato a chi “propugna il cambiamento” l’impressione di essere una sorta di nostalgico conservatore, attaccato a sistemi ormai non più al passo coi tempi. Passatemi il paragone insulso, ma non mi sembra che il Comitato Internazionale Olimpico abbia fatto granchè, da poco più di un secolo a questa parte, per modificare (migliorare?) il proprio sistema di premi. L’unica giustificazione che posso dare a chi si affanna a voler introdurre nuove consuetudini è quella di cercare di crearsi e/o aumentare il consenso nell’ambito del proprio orticello, tenendo buoni più modellisti possibile a furia di premi assortiti. Sarà; ma io ricordo ancora con piacere un certo premio, in una certa mostra di un certo Club che trovavo decisamente “ostile”: impiegai tre anni per metterci le mani sopra, e forse, se lo avessi preso subito, l’anno dopo non ci sarei neppure andato... |
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» 22/7/2010 16:55 |
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Coordinare l'inccordinabile - di Sat Cong - AKn 45 |
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Ho chiarito nel numero scorso il mio pensiero sulle mostre, senza limitarmi alla critica dello stato delle cose, ma proponendo alcuni semplicissimi cambiamenti, con la speranza che servano ad eliminare i flop clamorosi dei concorsi - anche blasonatissimi in altre categorie - che non mettono insieme cinquanta aerei (tipo Euroma et al.). Questo mese ci occupiamo, come annunciato, di un altro argomento, forse meno “sentito” dal singolo modellista, ma di grande importanza per chiunque faccia vita di club: il cosiddetto coordinamento. Che ci sia un senso nell’organizzare - inteso in senso lato - è cosa nota all’Umanità da tempo immemorabile; ma naturalmente le idee sul come, e soprattutto sul quanto, sono tante quanti gli organizzatori. Nel caso del modellismo, e senza voler scendere in dettaglio, l’organizzare riguarda principalmente (ma non esclusivamente, beninteso!) due aspetti: - la ricerca di un sistema comune di giudizio nei concorsi. - La tenuta di un calendario annuale che eviti, per quanto possibile, la sovrapposizione degli eventi. Il primo punto non è argomento di oggi, il secondo ne è una parte; perchè, parlando di organizzazione, non metterò in discussione, il “se” organizzare (che do per scontato), e relativamente il “come”: ma principalmente il “quanto”. Bisogna dire che in Italia si sono viste varie iniziative del tipo in esame, dall’ormai lontana FIMS al recente CIMS: nei confronti di tali tentativi, tutti certamente animati dalle migliori intenzioni, l’atteggiamento di questa rivista è sempre stato un beneaugurante scetticismo. Beneaugurante perchè, torno a ripeterlo, l’anarchia totale raramente produce frutti; scetticismo perchè il plastimodellismo statico, in quanto hobby, e per di più hobby (con poche eccezioni) povero, è in buona parte oggettivamente incoordinabile; passo subito a degli esempi, per limitare gli equivoci al minimo indispensabile... Per organizzare qualcosa, chi ha l’iniziativa si mette anzitutto in contatto con i club, per creare il più rapidamente possibile una base vasta. Tra i primi a rispondere ci sono i club più piccoli, che mostrano sempre maggiore entusiasmo verso le nuove iniziative, ma che, per forza di cose, soffrono spesso di un certo provincialismo (sindrome dell’orticello del presidente). Man mano che l’elenco cresce, anche i club più importanti si interessano, e nei primi anni l’iniziativa prende corpo bene e con una certa rapidità (grazie anche ai mezzi di comunicazione odierni, in particolare forum e mailing list). Finchè ci sono da coordinare dieci o quindici club, tra grandi e piccini, nessun problema: ma quando cominciano ad essere trenta, ciascuno con la sua mostra da infilare da qualche parte nel calendario, c’è da fare delle scelte: e qui cominciano i guai, perchè prima o poi due mostre finiranno nello stesso week-end. Se tra i club non ci sono rapporti, Amen, saranno i modellisti a decidere dove andare; ma se entrambi sono parte dell’iniziativa, qualcuno ne uscirà con le ossa rotte. Secondo voi, sarà il clubettino da otto soci, che tanto si era dato da fare all’inizio, o quello da trentacinque, ultimo arrivato, ma che fa schierare duecento aerei sui tavoli..? La favola è già finita, chi dirige l’iniziativa avrà da sgolarsi per far capire che non c’è nessuna posizione ufficiale, ma non sarà creduto: è l’inizio della sequenza di musi lunghi, letteracce, abbandoni magari non formali ma di fatto. Un altro problema praticamente insormontabile è che organizzare davvero richiede molto tempo, da parte di molte persone, ed ha anche delle spese: ma provate a parlare di soldi, e la frittata è garantita! La semplice presenza, in un’iniziativa, di persone note per avere - da sempre - il problema di alzare qualche soldino col modellismo, basterà a far alzare parecchie sopracciglia... Gran parte delle iniziative viste finora si sono quindi risolte in un nulla di fatto, con le solite accuse a fazioni, lobby, mafie eccetera. Anche gli inevitabili tentativi, una volta raggiunto un numero di affiliati tale da interessare almeno qualche politico di secondo piano, di mettere le mani su qualche fondo pubblico, magari facendo passare il modellismo come disciplina sportiva, non mi risulta siano mai approdati a qualcosa di concreto: un peccato, perchè la presenza di soldi provenienti dall’esterno - e quindi non da balzelli imposti agli affiliati - darebbe spazio a molte cose, pur aprendo tutta un’altra serie di problemi legati alle decisioni sull’impiego. Sto ipersemplificando, ma lo spazio è quello che è; però sono certo di avervi fatto capire il problema base: ovvero l’inefficacia di un coordinamento privo di disciplina (e quindi di gerarchia), e la contemporanea impossibilità di imporre la disciplina a tutti, senza che i due terzi scappino a gambe levate. Questo, non scordiamolo mai, è un hobby... Sto quindi dicendo che il plastimodellismo è una realtà assolutamente incoordinabile, che ogni tentativo in tal senso è destinato a fallire, che non nascerà mai un soggetto in grado di fare le cose con efficacia ma senza imposizione? Non lo sto dicendo, anche perchè questo soggetto esiste già. Da più di quarant’anni. Si chiama International Plastic Modellers’ Society o, in breve, IPMS. Esiste dal 1963, è nata in Inghilterra, ed in Italia è arrivata cinque anni dopo. Difficile che un modellista non la conosca, e non si riconosca nei suoi princìpi... Diffusa in tutto il mondo, è un’organizzazione con un tale carisma da poter mettere d’accordo tutti, compresi i riottosi club nazionali. Almeno potenzialmente... Già, perchè qui da noi, come al solito, bisogna essere speciali. Inizialmente a Roma, la Sede Nazionale dell’IPMS-Italy si trasferì a Modena col Simbolo del Potere (Il Notiziario) all’inizio degli anni ‘80. Da allora sarebbe scorretto dire che non se ne è saputo più niente, ma certamente se ne è saputo sempre meno. Prendete oggi dieci modellisti della strada, e chiedete loro il nome di un club nella piacevole cittadina emiliana: in nove vi risponderanno subito: “Il Drive&Fly!”. E questo, con tutto il rispetto per il Drive&Fly, da cui vengono eccellenti modellisti, e che non sto minimamente chiamando in causa in questo momento, è scandaloso oltre che ridicolo: a maggior ragione se consideriamo che il sito dell’IPMS-Italy riporta per Modena TRE indirizzi tra Sede e Sezioni... Ora, sempre secondo quanto riportato dal sito, la redazione del notiziario sembra essere tornata ad una rinata sezione romana; ma di iniziative di livello nazionale - o almeno di un certo respiro - neanche a parlarne, alle mostre quelli che si dichiarano “Soci IPMS” sono comuni come i DC-9 dell’Aurora, tra i rari segni visibili dall’esterno abbiamo le memorie del Presidente, pubblicate a puntate sul sito del CIMS. Molti generali in pensione si dedicano alla scrittura: ma lo fanno, appunto, dopo essere andati in pensione... Una costante eccezione sembra essere la Sezione di Milano che, oltre ad esistere (resistere?) da molti, molti anni, ha quasi sempre contato un buon numero di affiliati, ed organizzato un’onesta mostra a Novegro. Eliminate campanelle ed altre amenità, è forse quella che meglio di ogni altra incarna lo spirito dell’Associazione: non fucina di eroi del modellismo (l’IPMS, almeno da noi, non lo è praticamente mai stata...) ma con una “vocazione sociale” alla diffusione dell’hobby che non ha eguali. Tra le Sezioni attualmente attive, ce ne saranno sicuramente molte - la maggioranza, mi auguro - valide e “disinteressate”; poi c’è sempre il pazzo che tessera nonne e zie per dire che ha dietro dieci persone e darsi un tono, ma questo succede ovunque, e non vale la pena di curarsene. Quel che conta è che non ce n’è uno, tra i modellisti con cui ho parlato negli ultimi anni, che non riconosca il prestigio ed il valore del marchio IPMS; e quale soggetto si presterebbe meglio a coordinare davvero il modellismo plastico in Italia, quindi? Non parlo di chiudere i club esistenti e sostituirli con altrettante Sezioni IPMS, per carità: ma di una sorta di federazione ad un sistema (totalmente da ricostruire, a questo punto) che faccia da riferimento, faciliti le comunicazioni, e coordini sì, ma in modo assolutamente discreto e non invasivo! Quanti club, e singoli modellisti, ritornerebbero volentieri sotto quelle ali? Altrettanto, e ritorno ai giorni nostri, lasciamo perdere le supernavette, le arie da legislatori, ed altre fantasie che finiscono solo per dividere i gruppi tra quelli che si battono le mani tra loro, e gli esclusi che se ne vanno sbattendo la porta: troppe ingerenze fanno solo danni, e le dimostrazioni si sprecano. Tanto, con gli aerei e i carri, i soldi e la Gloria non arrivano: se cercate quelli, occupatevi di figurini, o treni elettrici. Qualcuno dovrebbe cominciare a riflettere: e qualcun’altro, forse, a considerarsi soddisfatto, e fare dei passi indietro... |
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» 22/7/2010 16:57 |
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Editoriale mostre e concorsi modellistici di Italian Kits |
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Ad integrazione di quanto sopra, e dietro sua richiesta, riporto integralmente l'editoriale di Felice Rufolo titolare di Italian Kits, così come appare sul sito della sua ditta. " Cari Amici, vorrei esprimere il mio pensiero sulle recenti mostre-concorso organizzate in giro per l'Italia. Quello che ho notato in modo netto e marcato è il costante regredire delle partecipazioni e quindi delle iscrizioni di modelli ai recenti eventi a cui mi è capitato di partecipare in qualità di giudice, sponsor e/o espositore che ha portato come conseguenza la quasi totale assenza di pezzi in esposizione, culminate nel recente mese di giugno con mostre dove non ho notato la presenza di più di 15 aerei e 20 mezzi militari (in un recente editoriale la rivista AirKit News è stata ottimista citando la presenza di 50 aerei a una recente mostra romana ! ); ma il problema di fondo non è questo, ci sono tante cose che vanno riviste, innanzitutto non si può pensare di organizzare una mostra a settimana per tutto l'arco dell'anno, in pratica iniziano a gennaio e finiscono a dicembre, ciò diventa dispendioso sia per chi partecipa in gara in quanto c'è sempre una iscrizione, un viaggio e un pranzo da pagare sia per chi sponsorizza le mostre in quanto fornire continuamente premi in coppe targhe o kit o noleggiare dei tavoli o stand per esporre i propri prodotti ha un costo che oggi è molto elevato, aggiungiamo poi che questi costi non rientrano minimamente poiché alle mostre si presentano sempre meno persone, quindi in pochi si avvicinano ai tavoli di vendita per fare acquisti con la conseguenza che il gioco non vale la candela per chi espone e fa da sponsor. Poi c'è l'altra moda di vedere alla premiazione la stessa persona che ritira i premi anche per altri 5/10 assenti (adesso c'è la moda di fare le navette per indurre i modellisti a partecipare a più mostre senza essere presenti). In poche parole le mostre sono troppe, vanno sfoltite enormemente, ad es. solo nell'area di Milano e prov. ci sono almeno una cinquantina di club ognuno dei quali ambisce a organizzare la propria mostra dove se trovi 100 pezzi messi insieme è già un successo, il modo giusto sarebbe che tutti i club di una stessa area si riunissero intorno a un tavolo per coordinarsi e organizzare un unico grande evento annuale o biennale, in questo caso può avere un senso un coordinamento, non lo ha invece quello il cui unico scopo è fare più mostre e navette possibili senza preoccuparsi minimamente della reale necessità di tali eventi (perchè non seguire l'esempio di oltroceano dove IPMS e Centri di Coordinamento fanno una sola mostra annuale dove vedi 10000/15000 modelli, da noi è ovvio che manca proprio chi è in grado di organizzare un evento così, almeno fin quando l'IPMS si accontenta di dieci vetrine in un angolo di un padiglione di Novegro); poi c'è il discorso premiazioni, i premi vanno ritirati dai singoli partecipanti non da "uno solo per tutti", credo quindi che bisognerebbe cominciare a considerare la possibilità di assegnare i premi solo ai presenti per evitare questo assenteismo che sminuisce non poco le cerimonie di premiazione e la partecipazione stessa all'evento, non basta contare i modelli esposti, bisogna anche monitorare il movimento di persone all'interno di una mostra per decidere poi se vale la pena ripeterla in seguito. Infine altro argomento su cui bisogna meditare parecchio è la presenza dei figurini da collezione alle mostre di plastimodellismo o se volete la presenza dei plastimodellisti alle mostre organizzate da club e associazioni di figurini, le due cose vanno tenute ben separate per una serie di semplici motivi, ci sono diverse regole e categorie di concorso, diverso metro di giudizio, diverso tipo di premiazione, e aggiungo io perchè l'ho notato, scarsa considerazione di organizzatori e giudici del settore figurini per i plastimodellisti, che si sentono giustamente fuori posto in un concorso, quello dei figurini, che riserva la quasi totalità dei premi in palio ai figurini, è successo già in tante manifestazioni, anche a mondiali come Girona, per finire all'ultimo concorso Amis di Milano, dove appunto c'erano solo 10 aerei in gara. Meglio sarebbe fare come è stato a Siena in maggio dove c'erano due eventi ben separati in un unico contesto, ma in sale diverse e con organizzazioni diverse, quella dei figurini e quella del plastimodellismo, e con premiazioni separate in orari diversi per via della lunghezza delle stesse, allora in questo caso funziona. Comunque il nocciolo della questione è la eccessiva organizzazione di mostre, non solo!, anche gli eventi commerciali sono troppi, una volta c'era solo il Model Expo di settembre, adesso ce ne sono di innumerevoli e inutili perchè in quasi tutti i casi si rivelano dei flop. Come rimediare a questo spreco è difficile da dire, ma noi di Italian Kits abbiamo trovato una soluzione, da oggi in poi basta mostre, concorsi, eventi e sponsorizzazioni a chicchessia, l'unica mostra a cui parteciperemo è quello di Giussano in quanto membri di giuria, ma CI FERMIAMO QUI, evitate quindi in futuro di chiederci di partecipare e sponsorizzare ancora mostre o peggio ancora di esporre a eventi comm.li dove gli unici guadagni sono quelli degli organizzatori (spazi a costi elevati e biglietto di ingresso). Mi dispiace molto prendere tali decisioni, ma ritengo che questo sfacelo vada fermato in qualche modo. Sperando che abbiate capito il mio pensiero vi saluto tutti cordialmente F.Rufolo Italian Kits" -- Le infallibilità muoiono, ma non si piegano (G. Garibaldi) Il saggio coltiva Unix e Linux, Windows si pianta da solo... |
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» 22/7/2010 17:08 |
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Re: Editoriale mostre e concorsi modellistici di Italian Kit |
Registrato dal: 10/9/2006
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Da: Gavirate (Va)
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che dire a proposito di quanto espresso da Felice ? "ragionamento che non fa una grinza"... purtroppo.. -- Enrico mio m8 modellistico: "le idee c'erano, era la voglia che mancò" |
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» 22/7/2010 21:06 |
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Re: Editoriale mostre e concorsi modellistici di Italian Kit |
Group Captain
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L'idea di Felice Rufolo, che se ho capito bene sarebbe far mancare la carica all'orologio dei quattrini, non mi sembra affatto male. Non ho esperienza specifica di questo settore, ma per altri è l'unica lingua che mostra di essere compresa forte e chiara. -- Stefano Matteucci (bauherr) |
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» 22/7/2010 22:12 |
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Re: Editoriale mostre e concorsi modellistici di Italian Kit |
Generale di Divisione
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Due Semplici e secondo me doverose considerazioni. Sat Cong parla da modellista che vede appunto il mondo mostre-club, che una volta rappresentavano il punto di contatto e di scambio informazioni (leggasi crescita) di club e singoli modellisti, ridotti e scambio patacche, i soliti noti premiati, e qui però mi permetto di non essere d'accordo, non faccio nomi, ma spesso i soliti noti, non sono nemmeno decenti, non dico bravi, ma decenti (parlo del settore che mi riguarda) e scambio di favori. Caro Sat Cong, a parte quanto detto, cioè il fatto che spesso i soliti noti non siano nemmeno decenti, sono al 1000% d'accordo, su tutto e per tutto, soprattutto il discorso CIMS e coordinamento in generale come filosofia. Qui però più che disertare le mostre reputate "marce" uno cosa può fare...a furia di diserzioni qualcuno inizierà magari a pensare.... In secondo luogo l'amico Felice parla giustamente da commerciante. Ed a lui do forse ancora più ragione, come non farlo...frequento mostre abbastanza costantemente da oramai un 4 anni noto tutto ciò che Felice giustamente espone e critica. Il mio club organizza una mostra non competitiva, ergo non a concorso. Quest'anno abbiamo visto ridursi in maniera sensibile il numero dei modelli, dopo un buon esordio ed un biennio di crescita (la mostra conta 4 edizioni). Felice vede l'ottica del commerciante, Sat Cong quella del modellista....e sono due analisi lucide e corrette al 100%. Ottimi spunti di riflessione e soprattutto coraggiosi gli articoli pubblicati da Alessandro, veramente applausi per aver voluto e saputo urlare quello che tutti mormorano da anni, ma che sai com'è...non si può dire. Grandi -- Federico http://federicofredxsangregorio.blogspot.com/ "Carri armati nemici fatta irruzione a sud dell'"Ariete"; con ciò "Ariete" accerchiata. Trovasi circa 5 chilometri nord-est Bir el-Abd. Carri "Ariete" combattono" "In hostem ruit" Con la féde, nel cuore, con l'ardir noi giuriamo di vincere o morir! Matricola 654. |
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» 23/7/2010 11:22 |
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Re: Editoriale mostre e concorsi modellistici di Italian Kit |
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Da: Roma - Genova
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Prendersi dell'incompetente, in senso lato, sarebbe pure giusto, perchè in effetti per capire che gusto ci sia a prendere una patacca o perchè si appartiene a quel certo club, o perchè si è amici di Tizio e di Caio, o perchè ci si chiama Sempronio o perchè tu oggi la dai a me così domani io la do a te, ci vorrebbe un bravo psicologo che sappia sondare nel profondo dell'animo umano e capire questo feticcio quali mali va a sanare. Perchè diciamoci una santa verità: se uno in qualsiasi modo armeggia, impiccia e imbroglia per avere una patacca, bhe, poverino, qualche problemino, e anche serio, lo deve avere. -- Paolo Del Manzo |
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» 24/7/2010 18:28 |
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