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Re: Rispostina, ina, ina.... |
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Sai perchè un bell'astice, scurissimo da vivo, dopo cotto è rosso? Perchè il colore scuro è dato da due pigmenti, uno blu e uno rosso. Il pigmento blu non regge il calore e con la cottura scompare, mentre quello rosso resiste al calore. Così funziona anche per le vernici, che altro non sono che una miscela di pigmenti (il grigioverde nostrano era composto da pigmento bianco, nero, ocra e blu oltremare) alcuni dei quali possono degradarsi per reazione ad agenti esterni (luce, temperatura ecc.). Secondo il tipo di reazione (o di reazioni - ce ne può essere più d'una contemporaneamente) varia il risultato finale, ossia il colore che noi vediamo. Naturalmente le variazioni possono dipendere anche dal tipo di pigmento usato: un bianco di zinco e uno di titanio li vediamo uguali. Col tempo reagiscono diversamente, e reagiscono diversamente anche allo stesso fenomeno. Anche una mano di vernice in più (della stessa vernice) contribuisce a creare variazioni, in quanto lo strato più superficiale "protegge" quello inferiore. Insomma: ci sono infinite (quasi) varianti. Non so se è chiaro o se ti ho confuso di più le idee. Ciao -- Paolo Del Manzo |
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» 1/9/2008 15:26 |
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Re: Domandina, ina, ina.... |
Obergruppenführer
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Da: OVADA
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Ciao Pittaro..allora, prima domanda: i numeri sulle corazzature dei carri. I numeri di fusione, erano, credo, comee i codici delle carrozzerie per le auto..servivano a numerare quante torrette di quel tipo erano state fatte o quanti scafi e, nel contempo, a sapere da quale stabilimento provenivano. Non erano peculiari solo dei russi. Per esempio numeri simili si trovavano anche su alcune torrette di carri USA, come le T23 prodotte in determinati impianti e le identificavano come appunto provenienti da quello specifico impianto Seconda domanda: l'olive drab.... innazitutto ti premetto che vado a memoria, comunque si, era un colore fetentissimo, che invecchiando, a causa della composizione, tendeva a virare sul marroncino nella versione americana, sul verdino in quella inglese. Mi sembra, sempre a memoria,che siano stati identificati almeno due "olive drab" ufficiali americani....Ma potrei sbagliare.... Occhio che le istruzioni ufficiali dell'US Army raccomandavano agli equipaggi di lasciar sporcare adeguatamente il mezzo, arrivando a consiglaire di cospargere di grasso alcune parti per favorire l'adesione di polvere e terriccio. L'olive drab veniva infatti considerato più un colore di base che non una vera e prorpia mimetizzazione, l aquale la si doveva ottenere tramite impiego di elementi naturali...stasera controllo un po' meglio la faccenda olive drab... Fabrizio"olive"66 -- Quote:
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» 1/9/2008 15:37 |
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Re: Domandina, ina, ina.... |
Generale di squadra aerea
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anch'io pur non essendo un esperto di mezzi conosco la storia dell'olive drab come colore di fabbrica e non di mimetizzazione, una specie di antiruggine che poi veniva alla bisogna sovracoperto con altro dalla polvere al fango al grasso alla tintura lavabile, sul viraggio del colore mi pare che le risposte date siano pertinenti e poi basta vedere un mezzo anche moderno lasciato all'aperto come cambia di colore....altro aspetto che mi è stato raccontato però è che le vernici utilizzate non fossero del tutto impermeabili e che una parte di umidità penetrasse per capillarità ossidando l'acciaio per cui il colore tendeva al marrone per l'effetto dell'ossidazione delle lamiere e prima che la vernice cominciasse a staccarsi Mauro -- ho visto cose che voi umani.... non si gioca più perchè si sta invecchiando, ma si invecchia perchè non si gioca più - Chi vola vale, chi non vale non vola, e chi vale e non vola è un vile". |
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» 1/9/2008 15:55 |
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Re: Rispostina, ina, ina.... |
Colonnello generale
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Da: Verona/Merano-o
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Quote: pgdm ha scritto: Sai perchè un bell'astice, scurissimo da vivo, dopo cotto è rosso? Perchè il colore scuro è dato da due pigmenti, uno blu e uno rosso. Il pigmento blu non regge il calore e con la cottura scompare, mentre quello rosso resiste al calore. Così funziona anche per le vernici, che altro non sono che una miscela di pigmenti (il grigioverde nostrano era composto da pigmento bianco, nero, ocra e blu oltremare) alcuni dei quali possono degradarsi per reazione ad agenti esterni (luce, temperatura ecc.). Secondo il tipo di reazione (o di reazioni - ce ne può essere più d'una contemporaneamente) varia il risultato finale, ossia il colore che noi vediamo. Naturalmente le variazioni possono dipendere anche dal tipo di pigmento usato: un bianco di zinco e uno di titanio li vediamo uguali. Col tempo reagiscono diversamente, e reagiscono diversamente anche allo stesso fenomeno. Anche una mano di vernice in più (della stessa vernice) contribuisce a creare variazioni, in quanto lo strato più superficiale "protegge" quello inferiore. Insomma: ci sono infinite (quasi) varianti. Non so se è chiaro o se ti ho confuso di più le idee. Ciao Ciao Paolo, sulle prime righe pensavop che ti riferissi alla mia foto (il rosso - cotto!!! ) poi ho capito.... grazie chiarissimo, quasi scuro... nebuloso del tutto..... Ebbene si, mi hai confuso ancor di più...... possibile che l'Olive drab fosse più fetente dei colori italiani? Grazie e ciao -- Si vis pacem para bellum .... I due boss....... |
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» 1/9/2008 18:36 |
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Re: Domandina, ina, ina.... |
Colonnello generale
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Da: Verona/Merano-o
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Quote: Fabrizio1966 ha scritto: Ciao Pittaro..allora, prima domanda: i numeri sulle corazzature dei carri. I numeri di fusione, erano, credo, comee i codici delle carrozzerie per le auto..servivano a numerare quante torrette di quel tipo erano state fatte o quanti scafi e, nel contempo, a sapere da quale stabilimento provenivano. Non erano peculiari solo dei russi. Per esempio numeri simili si trovavano anche su alcune torrette di carri USA, come le T23 prodotte in determinati impianti e le identificavano come appunto provenienti da quello specifico impianto Seconda domanda: l'olive drab.... innazitutto ti premetto che vado a memoria, comunque si, era un colore fetentissimo, che invecchiando, a causa della composizione, tendeva a virare sul marroncino nella versione americana, sul verdino in quella inglese. Mi sembra, sempre a memoria,che siano stati identificati almeno due "olive drab" ufficiali americani....Ma potrei sbagliare.... Occhio che le istruzioni ufficiali dell'US Army raccomandavano agli equipaggi di lasciar sporcare adeguatamente il mezzo, arrivando a consiglaire di cospargere di grasso alcune parti per favorire l'adesione di polvere e terriccio. L'olive drab veniva infatti considerato più un colore di base che non una vera e prorpia mimetizzazione, l aquale la si doveva ottenere tramite impiego di elementi naturali...stasera controllo un po' meglio la faccenda olive drab... Fabrizio"olive"66 Grazie Fabri... sei stato chiarissimo... per l'Olive drab ricordo una foto di soldati USA che spruzzano un carro con carichi, cingoli e via dicendo......bella porcata.... diglielo tu ad un a giuria, se fai un modello così, che era reale!!!!!!!!!!! Pittaro"painter"franz -- Si vis pacem para bellum .... I due boss....... |
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» 1/9/2008 18:40 |
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Re: Domandina, ina, ina.... |
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Ciao Francesco Sui numeri (casting numbers) ti ha già risposto perfettamente Fabrizio. L'argomento è vasto e complesso. Ogni ''pezzo'' aveva un proprio ''codice''. Per fartene un'idea e non dilungarsi troppo, dai un'occhiata veloce qui: Foundry Symbols and trademarks Vi sono poi i ''serial numbers'' (da non confindere con i ''Registration Numbers'' in ''blue drab'' e poi bianco) apposti sullo scafo che identificavano il mezzo e che venivano assegnati dall'US Ordnance in base ai lotti e ai contratti stipulati con ogni produttore. Questi solitamente venivano stampigliati su alcune parti del veicolo; ad esempio sullo scafo inferiore piuttosto che sui ''towing shackles'' anteriori o posteriori (gli ''anelli'' per il traino del mezzo), gli M4A3 ''dry stowage'' prodotti dalla Ford lo recavano invece sui quattro angoli e così via: Serial Numbers Serial Numbers 2 Di seguito un'utile lista nella quale sono catalogati vari tipi di Sherman in base ai ''serial number'' conosciuti. Comprende il ''registration number'' e il produttore. Serial Numbers conosciuti Sull'Olive Drab, tieni presente che si tratta di una miscela di Ocra e Nero. La ricetta migliore per riprodurlo, a mio parere, è quella suggerita da S. Zaloga, ovvero, se lavori in scala 1/72, 60-65% di XF 62 Olive Drab Tamiya + 40-35% di XF 60 Dark Yellow Tamiya. Le vernici USA erano molto resistenti. Secondo alcune fonti, i carri venivano ''primerizzati'' con tonalità differenti a seconda del produttore. Ad esempio, le fabbriche preposte alla produzione di materiale ferroviario utilizzavano un ''primer'' dalla tonalità prossima al tipico antiruggine, quindi rossastra, mentre le industrie automobilistiche si servivano di un ''primer'' grigio. La notizia sarebbe suffragata, almeno nel primo caso dalla presenza di un colore rossastro al di sotto dell'OD di un M4A1 assemblato presso le Lima Locomotive Works. A parte le variazioni intercorse nel corso degli anni, ufficialmente ne esistevano almeno due tipi come dice Fabrizio, uno solo ad uso dell'esercito. Se hai bisogno di materiale e info, sai dove trovarmi. A proposito le mail sono arrivate? Ciao Gigi -- |
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» 1/9/2008 22:24 |
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Re: Domandina, ina, ina.... |
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Per quanto ne so io la mescola di ocra e nero non dava l'OD. La mescola in questione forse si riferisce allo Zinc Chromate Green che era composto dallo Zinc Chromate Yellow e dal Lamp Black, ossia, in sostanza, ocra giallastra e nero. L'OD invece era composto, secondo alcune fonti, di ben sette pigmenti diversi fino all'inizio della guerra. Scoppiata quest'ultima da parte dei fabbricanti di vernice furono escogitati diversi sistemi per ottenere un OD utilizzando meno pigmenti, sia per velocizzare la produzione sia per risparmiare alcuni pigmenti, come il Giallo di Cadmio, dato che il cadmio risultava più proficuamente utilizzato per irrobustire gli acciai delle corazze. Ciò spiegherebbe sia la diversità degli OD secondo il produttore (più verdastri, più giallastri ecc) sia la scarsa tenuta dei pigmenti. C'è anche da considerare che gli USA importavano molti pigmenti dall'Europa, soprattutto ocre, e con la guerra le importazioni si interruppero. Insomma successe un po' come per le pipe: mancando la radica (per lo più di origine italiana e francese, gli yankees si ridussero a ricavarle dal torsolo della pannocchia di mais (credo ci sia una foto di Mac Arthur con la sua brava pipa di pannocchia...) Ancora una volta parlare dell'OD (come anche del verde sovietico) è un po' una forzatura dovendosi più correttamente parlare degli OD -- Paolo Del Manzo |
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» 2/9/2008 00:28 |
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Re: Domandina, ina, ina.... |
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Paolo, in tema di cromie le mie conoscenze sono al livello di quelle sulla vita sessuale delle termiti quindi non oppongo alcunchè alla tua analisi che apprezzo molto. Posso solo dirti che il miscuglio tra le due tonalità (ocra, sicuramente giallastra e nero) è ritenuto quello ''standard'' da parecchi modellisti ma soprattutto da alcuni autorevoli studiosi (Statunitensi) e, rischiando di errare, a quelle interpretazioni finora ho dato credito. Non chiedermi però come siano arrivati a tali conclusioni. Altre informazioni al riguardo concernono una sostanziale tenuta della vernice, sia agli agenti atmosferici che ad altri tipi di sollecitazioni, rispetto alle omologhe estere. Per quanto riguarda la classificazione delle tonalità USA, quella in oggetto era nota come Camouflage Paint Olive Drab n° 9 (per l'Engineer Corps, 319 per l'US ARMY) e considerazioni a parte sull'inevitabile varietà dei pigmenti utilizzati nel corso della produzione, ti chiederei un'opinione sulla mescola suggerita da S. J. Zaloga che ho riportato nel ''post'' sopra. Ho il Field Manual n° 5 del 1944 dal quale tuttavia è impossibile trarre indicazioni in merito alla composizione della mescola reale applicata in fabbrica mentre dovrei avere la composizione di quella adottata per i ritocchi campali (la cerco e la ''posto''). Ho anche dell'altro materiale, ma, cosa più importante allo scopo, un'immagine di una latta originale e aperta di OD. Se te la inviassi (anche se si tratta di una fotografia...), potresti eventualmente fornire qualche suggerimento in merito al ''mix'' che ritieni più adatto? Oppure è meglio conservare un atteggiamento "elastico" sulla questione? Mi interessa sapere cosa ne pensi. Ciao Gigi -- |
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» 2/9/2008 01:15 |
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