T-28, i prezzi al dettaglio sono "costruiti" secondo due strade diverse :
a) Il produttore/distributore fornisce il prodotto con un LISTINO AL PUBBLICO su cui applica uno sconto rivenditore. Lo sconto, secondo le statistiche UNIONCAMERE (la federazione delle camere di commercio italiane) varia tra il 30 ed il 55 %, a seconda della tipologia di prodotti di cui si parla. Per la cronaca, nel modellismo statico, mi risulta essere tra il 40 ed il 50 % a seconda del brand.
Al netto di questo sconto viene poi applicata l'IVA sull'acquisto.
b) Il produttore/distributore fornisce il prodotto con un LISTINO AL RIVENDITORE, al netto di IVA.
Mentre nel caso B, il ragionamento che tu fai È assolutamente condivisibile, poichÈ su un prezzo PAGATO il rivenditore deve costruire il suo personale PREZZO AL PUBBLICO, esclusivamente ricaricando l'incidenza dei costi, il suo profitto e l'IVA, nel caso A, invece, il prezzo È praticamente IMPOSTO all'origine, anche se ovviamente delle "limature" o degli sconti arbitrari sono possibili.
Purtroppo però, so che quasi tutti i ditributori nazionali di modellismo in Italia lavorano con un listino al pubblico da scontare al rivenditore (caso A) e quindi "il gioco È fatto" (ed il prodotto È spesso + caro che all'estero...).
In realtá , quindi, scaricare TUTTO il problema sui rivenditori È la strada piú facile, soprattutto quando si tratta di negozi tradizionali (sulla strada) con i costi di gestione di cui abbiamo parlato.
Il problema, se vogliamo accennarlo ancora una volta, È molto piú articolato e parte dalle politiche di pricing delle aziende produttrici, per passare a quelle dei distributori e - solo all'ultimo stadio- arrivare ai rivenditori:
- I produttori lamentano un sempre piú ridotto mercato (verissimo !) che li obbliga a tirature minori e quindi ripartizioni piú svantaggiose dei costi sul singolo pezzo prodotto.
- I distributori lamentano un costante aumento dei minimi d'ordine da parte dei produttori contro una costante riduzione dei volumi d'ordine dei rivenditori e la tendenza a non voler "fare magazzino" ed a lavorare "sul venduto"(ordinano quello che ho già venduto su ordinazione ...) e rispondono imponendo a loro volta minimi d'ordine ai rivenditori.
- I rivenditori lamentano minimi d'ordine sempre piú grossi da parte dei distributori, costi di spedizione sempre piú alti (che incidono molto sugli approvvigionamenti), concorrenza spietata del web, sempre minor numero di clienti finali e sempre piú bassi budget d'acquisto, e giustificano al fissità dei prezzi (poca concorrenza tra loro) con gli alti costi di gestione del negozio.
Come vedi, quindi, il caso È complesso.
Come sempre, la soluzione starebbe forse nel buonsenso di tutte le parti in causa, ma questa È la solita utopia...
Personalmente, se può servire d'ispirazione a qualcuno, io mi limito a comprare in negozio (non uno fisso ma diversi, anche per comparare i prezzi...) tutti i kit facilmente reperibili, anche per i ragionamenti di impatto ambientale delle spedizioni voluminose che facevo in un post precedente. Compro invece sul web, tutto quello che non si trova in negozio (piccole marche, roba rara, ecc.) e tutta l'attrezzatura ed i colori che sono spedibili in buste o piccoli pacchetti.
E' una formula che - secondo me - "salva capra e cavoli" e, anche se mi costa qualche euro in piú, lo vedo come investimento sul futuro della mia serenità, nella speranza di poter entrare in un negozio di modellismo ancora per tanti anni.
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"In ruinis fermissime permanere hoc opus"