Ho deciso di azzardare un progetto ambizioso di portare avanti 3 kit contemporaneamente e iscrivermi anche a questa bella campagna, con il permesso di CL e ViceCL.
Il soggetto è un piccolo addestratore biposto che in scala 1:72 non raggiunge i 10 cm di lunghezza.
Si tratta del "
Compagnia Nazionale Aeronautica Politecnico Milano 1", per gli amici
CNA PM1.
Un velivolo compatto monoplano ad ala alta, monomotore, biposto a cabina di pilotaggio chiusa con posti affiancati, progettato dagli
ingegneri Ermanno Bazzocchi e Vittorio Calderini dell'Istituto di Costruzioni Aeronautiche del Politecnico di Milano.
L'aereo partecipò al bando di concorso indetto nel 1938 dall'Aeronautica del Regno d'Italia, che voleva rinnovare il parco velivoli per le scuole di volo civili. Il P.M.1 venne presentato alla Direzione del Genio e delle Costruzioni Aeronautiche per la valutazione preliminare e ottenne un contratto per la fornitura di un prototipo di valutazione.
La costruzione vera e propria avvenne presso la Compagnia Nazionale Aeronautica, che aveva sede all'aeroporto dell'Urbe. Dopo alcune vicissitudini che causarono dei ritardi nella produzione, finalmente il
P.M.1 immatricolato come M.M.417 fece il primo volo ai comandi del pilota collaudatore Ireneo De Crescenzo il
25 ottobre 1939.
Successivamente l'aereo venne inviato a Guidonia, dove il 30 novembre venne collaudato sotto la supervisione della Regia Aeronautoca e
immatricolato civilmente come I-ACGM. Il
capitano Adriano Mantelli si dichiarò entusiasta per l'impostazione strutturale e per l'aspetto dell'aereo, tanto da utilizzarlo regolarmente come aereo di collegamento personale e da fargli dichiarare che per il piacevole comportamento in volo sarebbe stato una valida alternativa all'AVIA L.3.
L'inizio della Seconda Guerra Mondial fece sospendere il progetto e lo sviluppo fino al 16 agosto 1942, quando furono ordinati 10 esemplari. Purtroppo un bombardamento del 19 luglio 1943 distrusse l'hangar dove si assemblavano gli aerei, che vennero tutti distrutti.
L'unico a salvarsi fu proprio l'M.M.417 che, in quanto utilizzato da Mantelli, si trovava a Torino, dove il capitano era impegnato alla FIAT per i collaudi del G.55. Il P.M.1 volo fino all'estate del 1944, quando, in sosta all'aeroporto di Reggio Emilia, fu reso inutilizzabile da un bombardamento con bombe a spillo.
Nel dopoguerra l'ing. Bazzocchi ne recuperò il motore per installarlo sul prototimo del
Macchi MB.308 che ne fu la naturale evoluzione.
Foto pubblicata ad esclusivo scopo di discussione modellistica.
Per quanto riguarda le informazioni tecniche, l'aereo era caratterizzato da una fusoliera a sezione rettangolare, anteriormente in tubi d'acciaio e posteriormente con un guscio in legno di abete rosso. Era ricoperto di compensato telato e verniciato, tranne per la zona motore, che era ricoperta di pannelli di alluminio.
L'ala alta era costituita da un singolo longherone, mentre un piccolo longherone era riservato agli alettoni. Era in legno, ricoperta anteriormente in compensato e per il resto in tela.
Aveva un carrello anteriore fisso e un pattino posteriore.
Il motore era un CNA D.IV da 60CV con elica bipala in legno.
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