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Nakajima A6M5c Lt Tetsuzo Iwamoto, 252 Kokutai, 311 Hikotai, |
Generale di brigata aerea
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Salve a tutti, l'entusiasmo collettivo e alcuni amichevoli richiami ( ) mi hanno convinto a unirmi a voi per questo esercizio di stile, nonostante vari modelli già iniziati e da finire e un calendario lavorativo e familiare non propizio. Spero di non essere l'ultimo a finire il lavoro. Il modello è il vecchio Tamiya anni 80 dello A6M5c in 1/48, molto meno dettagliato dell nuovo stampo, ma ancora valido e nettamente meno caro. Visto il prezzo iniziale, nel corso degli anni ho aggiunto nella scatola alcuni aftermarket e l'ho scelta un po per completare il panorama delle scatole esistenti. Qui sotto le stampate e gli aftermarket Le fotoincisioni Part sono per il motore e per aprire i flap. Concordo con Paolo che in parcheggio fossero sempre chiusi, ma questa volta mi concedo una licenza. Le fotoincisioni Eduard sono per il Tamiya più recente ma le adatterò facendo qualche lavoretto nel cockpit. Le cinture sono un gadget giapponese in stoffa che presi qualche tempo fa da quelle parti. L'idea è di completare il terzetto di assi giapponesi che sono già in corso di montaggio nel gruppo con il Lt Tetsuzo Iwamoto. Il tipo 52 più famoso da lui pilotato è un 52a à Rabaul con i simboli delle vittorie. La scatola essendo di un 52c, le modifiche sono noiose e rischiose e quindi purtroppo quello che resta sono due esemplari non molto appariscenti per cui ho delle "decal" della MYK (si posano come decal con l'acqua, ma il film di supporto è sopra come con i trasferibili e si elimina una volta asciutto). Se va male, mi salvo con altre decal Aeromaster con buona pace di Iwamoto. Il soggetto, di cui non esistono foto, è riportato qui sotto. Si tratta di uno dei due esemplari (l'altro è il 252-182) indicati nelle memorie di Iwamoto come quelli usati il 16 Febbraio del 1945 per contrastare i grandi bombardamenti del Kanto effettuati dai B-29 americani. Indecisone sul colore del serial (giallo o bianco), le decal hanno entrambi. In quel periodo Iwamoto era assegnato al 311 Hikotai del 252 Kokutai per la difesa territoriale ed era sul campo di Mobara, al nord di Tokyo (fonte "The Imperial Navy Fighter Group, vol 2", Dai Nippon Kaiga 2011) Oggi, approfittando di una seduta di aerografo per avanzare su altri progetti, ne ho approfittato per dare il Nakajima Interior (Gunze C127) su alcuni pezzi. Ho poi fatto lo scasso mancante nel pannello strumenti e eliminato la mitragliatrice di troppo. Poi andrò con qualche scatoletta autofabbricata e fotoincisioni. Ho anche dato una botta di color acciaio ai pezzi del motore. Con questo, per oggi e per qualche tempo, è tutto Ciao Carlo |
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» 23/2/2020 23:06 |
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Re: Nakajima A6M5c Lt Tetsuzo Iwamoto, 252 Kokutai, 311 Hiko |
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E' il mio problema: nonostante accumuli da trent'anni continuo a comprare piu' scatole di quelle che riesco a finire. Quando lancio un modello parto a razzo ma poi o per una difficoltà di montaggio, o impegni di lavoro o stanchezza, il modello si blocca e resta li, su un qualche spazio nella stanza hobby e biblioteca personale, per dei mesi o degli anni. Nel frattempo, mentre aspetto o la giornata per l'aerografo o l'idea miracolo per correggere un qualche errore fatto o che mi torni la voglia o di avere abbastanza tempo per fare qualcosa che richiede un po di calma, mi faccio prendere da un'altra scatola a cui lavoro qualche mezz'ora la sera (come per i pezzi del cockpit dello Zero...) prima di ricascare nella pausa maledetta. Ciclo infenale che mi porta ad avere in questo momento sparsi in giro (oltre allo Zero): 1) F-104J (1/72) 2) Ki-51 su sci (1/72) 3) Ki-51 IJAAF (1/72) 4) C6N2 IJNAF (1/72) 5) Ki-61 Shidenkai no Maki (1/48) 6) Puma EI 6X6 (1/35) 7) Ki-61-I su sci (1/72) 8) Morane Saulnier N (1/48) 9) Mc202 RA (1/48) 10) DC-9-30 Alitalia (1/144) A fronte di ciò, negli ultimi tre mesi ho completato un Ki-43-I Mandchukuo (1/72) e un T-33 JADSF (1/72), e all'occasione di un viaggio in Olanda e una visita ad Aviation Megastore ho acquistato un SM55 Dora Wings, un Ki-102 Sword, un HH-3F Whirlybird (un mutuo ma non ho resistito ad averlo tra la mani dopo anni che lo vedevo sul sito...) e un Reggiane 2005 Sono al punto che tengo un quaderno dovo annoto i progressi, il lavoro che resta da fare e i colori usati per ogni progetto per essere sicuro di non dimenticare qualcosa. E ho una intera serie di scatolette ermetiche da cucina per i pezzi in lavorazione. Ma resta il miglior passatempo che conosco e il solo che mi permette di liberarmi il cervello dallo stress lavorativo. Ciao Carlo |
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» 24/2/2020 16:22 |
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