Una breve introduzione inerente il motore FIAT A.74 RC.38 Ciclone.
Inizialmente le nostre industrie motoristiche, oltre che progettare e produrre propulsori propri, costruirono su licenza, catalogandoli con nomi nazionali, alcuni famosi motori esteri o sviluppandoli, migliorandoli, per adattarli alle nostre esigenze.
In seguito, al fine di avere una gamma di propulsori già collaudati ed utilizzati con soddisfazione all’estero, programmi ministeriali prevedevano l’acquisizione delle licenze di produzione di motori stellari stranieri: Bristol (Inghilterra); Pratt & Whitney (America) ; Gnome et Rhone (Francia) e Walter (Cecoslovacchia) ed in linea Daimler Benz (Germania).
A metà degli anni 30 alla Fiat Aviazione, due valenti progettisti di motori, l’ing. Fessia e l’ing. Zerbi traendo spunto dal Pratt & Whitney R-1830 SC-4 Twin Wasp lo riprogettarono introducendo importanti modifiche così innovative che il motore risultante fu considerato come un progetto originale. Nacque così una famiglia di motori Fiat: A.74 RC.38 da 840 HP; A.75 RC.53 da 840 HP; A.76 RC.40 da 1.000 HP; ed altri con potenze che arrivavano a 1.500 HP
Esclusivamente sul CR 42 venne montato la versione l’A.74 R1C.38 avente un differente rapporto di riduzione.
Ho confrontato le foto del motore reale con quello contenuto nel Kit e per rendere il confronto meno impietoso ho dettagliato quest’ultimo.
Per primo ho realizzato i cavi delle candele con del filo elastico ottenuto disfacendo un avanzo di fettuccia elastica per cucito. Utilizzando quello che avevo sottomano la scelta è stata obbligata dato che con il filo metallico o con la lenza da pesca in nylon non ero riuscito ad ottenere delle curvature naturali.
Visionando le foto del motore reale ho riprodotto il più fedelmente possibile l’andamento delle tubazioni dell’impianto di iniezione del carburante, utilizzando del filo di rame argentato da 0,2 mm.
Realizzate anche sui cilindri posteriori.
Sempre con filo elettrico di rame argentato ma da 0,5 mm di diametro e con fettine della sua guaina opportunamente tagliata a misura, ho realizzato i foderi delle aste delle punterie
Con un avanzo di decal nera ho realizzato la traghetta identificativa posta sul carter, aggiungendo altri particolari come delle caratteristiche maniglie, credo per il sollevamento, ed un tubo di sfiato tra i due cilindri in alto.
Questo il risultato finale col canonico cent
Inferiormente si notano le tubazioni del carburante che si collegano alla pompa di iniezione
Volutamente non ho eseguito in questa fase un trattamento che rendesse vissuto il motore in quanto al momento non ho deciso se riprodurre il modello come appena assemblato dopo lo sbarco dal SM.82 od operativo.
Nel controllare la documentazione fotografica inerente l’impianto propulsivo alla ricerca di altri particolari degni di rappresentazione, ho notato che i terminali dei tubi di scarico presentano due caratteristiche nervature oltre ad essere leggermente svasati.
Realizzate con filo di rame e striscia di nastro adesivo.
Per la colorazione ho preso spunto da questa foto pubblicata in rete, riprodotta al solo scopo di discussione modellistica, in quanto la reputo realistica
Usando una tecnica nota e a me cara, dopo aver dipinto in acciaio i tubi di scarico, ho tentato di riprodurre l’effetto con degli inchiostri per belle arti di colore azzurro, seppia e terra di siena dati nell’ordine in velature sovrapposte ma non coincidenti.
Per rendere l’effetto della vista complessiva, il complesso dell’anello degli scarichi è solo appoggiato in quanto la sequenza di montaggio del kit prevede che sarà coperto dalla parte finale del cofano motore.
Preciso che ho inserito foto da diverse angolazioni non per tediare chi segue il WIP, ma per avere una testimonianza di quanto ho realizzato.
Infatti a montaggio terminato si potrà notare solo questo:
Un simpatico saluto
Agostino
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