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carboniera Bethia 1783, scala 1:110 FINITO foto votazione |
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Per questa campagna pensavo di fare un'altra nave, il mercantile Bethia, varato nel 1783 e utilizzato nelle rotte del mare del Nord come nave carboniera o per il trasporto legname. Nel 1787 fu acquistato dalla Royal Navy, ribattezzato HMS Bounty, armato con 4 cannoni e una diecina di colubrine e spedito nei mari del sud per il trasporto di alberi del pane dalle isole del Pacifico alle Indie occidentali. Come è noto quella spedizione finì male con il famoso ammutinamento. Come kit di partenza ho scelto il vecchio modellino della Revel, (del 1956 o giù di lì e li dimostra tutti gli anni che ha) anche perché era disponibile e un negozio di Foligno me lo ha gentilmente fatto avere lo scorso gennaio. I pezzi dentro sono abbastanza bruttini, ma a me interessava solo lo scafo. In effetti la mia idea è di utilizzare lo scafo in plastica con le modifiche necessarie (a fare il Bethia partendo dal Bounty) e poi di costruire tutta l'attrezzatura (alberatura, pennoni e sartiame) come su un normale modello in legno. In pratica questo è il 90 % del materiale che utilizzerò della scatola (più il quadro di poppa, i giardinetti laterali, la statua di prua, forse la ruota del timone e poco altro; beh, sembra poco, ma lo scafo in legno richiederebbe un tempo di lavorazione assai lungo: mi piacerebbe che chi ha provato, in passato, a fare una nave in legno e poi ha lasciato perdere, trovasse in questo wip un'idea per fare un passo avanti, sfruttando uno scafo in plastica già fatto e provando a fare l'alberatura in legno). La prima cosa da fare è abbastanza ovvia. Il Bethia era disarmato e perciò i sabordi dei cannoni sul cassero vanno chiusi. Sul lato interno, quelle lunghissime cavigliere con caviglie simulate da "stecchini" verticali sono del tutto di fantasia, sia sul Bethia che sul Bounty. Vanno asportate e poi rifatte a tempo debito. In pratica si liscia tutto e si chiude Il ponte di coperta mostra differenze importanti tra Bethia e Bounty. Il ponte in plastica di sotto è quello del modello del Bounty, il disegno sopra è il ponte del Bethia tratto dal libro di John McKay : The Armed Transport Bounty (Anatomy of the Ship). L'autore riporta un certo numero di disegni del Bethia tratti dai disegni di ammiragliato utilizzati per modificare la nave nel successivo Bounty. In effetti, nel sito del National Maritime Museum di Greenwich, ci sono diversi disegni originali del Bounty disponibili anche in rete, ma non ci sono quelli del Bethia, perciò non resta che fidarsi dell'autore del libro (per altro la collana Anatomy of the ship è considerata usualmente affidabile). In verde le (parziali) corrispondenze. Le croci rosse indicano i dettagli da togliere. Il ponte in alto è quello del modello, completamente lisciato e con i paiolati asportati. Il ponte centrale è in compensato da 0.5 mm ed è rifatto sul disegno del ponte di sottocoperta del Bethia (il disegno è quello in basso, sempre tratto dal libro di McKay). Provo a fare la sottocoperta perché vorrei fare il modello waterline, ancorato ad un molo mentre carica carbone, di conseguenza mi serve il boccaporto di sottocoperta (dove va a finire il carbone che scende giù da uno scivolo). Sostanzialmente qualcosa del genere: (brigantino Elizabeth Jane 1817, The Royal Gazette) Per finire, ho cominciato a ricoprire il ponte di coperta, in precedenza lisciato, con listelli di tiglio da 0,5 x 3 mm incollati con attack. Il tavolato è "ogni 5", comune sulle navi inglesi, cioè su linee parallele le linee di giunzione delle tavole si ripetono ogni cinque file. link alla galleria -- ciao Marcello INDICE realizzazioni (w.i.p.) Marina Italiana sul forum M+ I miei modelli: Navi Gallerie M+ ultimi cantieri: nave da esplorazione Stella Polare 1899; cacciatorpediniere Muavenet-i Milliye 1915; galeone inglese XVI sec.; |
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» 23/2/2016 23:50 |
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Re: nave carboniera Bethia, 1783, scala 1:110 |
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Il ponte di coperta completato, con una chiodatura simulata con la punta di un lapis, poi da lisciare con la carta abrasiva (così è troppo evidente). Ho rifatto in plasticard da 1x3 il bordo degli osteriggi sul ponte (il primo e il terzo sono scalette di accesso abbasso, quello centrale è il pozzo di carico della stiva). Ho incollato il ponte al semiscafo di dritta, poi ho tagliato lo scafo un paio di millimetri sotto la linea di galleggiamento (si sovrappone il semiscafo al disegno tratto dal libro di McKay, tracciando la linea di galleggiamento). Nella foto il semiscafo di sinistra è solo appoggiato. I parapetti laterali del cassero (lo specchio di poppa non è ancora ricoperto perché le due metà sono separate, prima vorrei fare la sottocoperta) sono ricoperti di listelli di noce da 0,2x3, in pratica quelli sottilissimi per il secondo fasciame. Ho tolto anche ogni altro dettaglio lungo il capodibanda a parte per il momento i due apostoli a prua (in mezzo ci passa il bompresso), perché quelli presenti erano relativi al Bounty (e pure piuttosto brutti). Il disegno successivo è il ponte di coperta del Bethia, tratto dal libro di McKay (ho combinato insieme due parti, lungo la linea scura verticale). Questo è il mio disegno di riferimento (oltre le viste di profilo e pianta, ovviamente). Per chi ha un minimo di familiarità, penso si noti abbastanza chiaramente la somiglianza tra l'attrezzatura del Bethia e quella dell'Endevour, la nave del cap. Cook. Anche l'Endevour, all'inizio della carriera, era un mercantile per il trasporto del legno o carboniero e si chiamava Earl of Pembroke, prima di essere acquistato dalla Royal Navy, armato e attrezzato per i viaggi di esplorazione. L'Endevour era sensibilmente più grosso del Bethia/Bounty ma, siccome esiste ugualmente una scatola Revell dell'Endevour, sarebbe un buon candidato per essere costruito seguendo la tecnica "mista" (plastica/legno) che suggerisco in questo wip. link alla galleria-- ciao Marcello INDICE realizzazioni (w.i.p.) Marina Italiana sul forum M+ I miei modelli: Navi Gallerie M+ ultimi cantieri: nave da esplorazione Stella Polare 1899; cacciatorpediniere Muavenet-i Milliye 1915; galeone inglese XVI sec.; |
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» 26/2/2016 22:59 |
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Re: nave carboniera Bethia, 1783, scala 1:110 |
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Il colore del ponte di sottocoperta non mi piaceva, il fatto è che mi erano rimasti solo quei listelli lì abbastanza sottili per farlo (da anni ormai), purtroppo senza negozi vicini non si può fare sempre tutto come si vuole. Comunque, ho preferito dipingerlo in acrilico con un tono più grigio-beige, più qualche invecchiamento. Tutte le colonnine sono alte circa 1,8 cm, stando almeno ai disegni in scala. I sacchi (di carbone? comunque su un mercantile ci possono stare) sono in milliput (anche questo è vecchio di un paio di anni ma lo conservo avvolto in pellicola da cucina e immergendolo ogni tanto in acqua, per cui si è conservato) poi dipinti sempre ad acrilico. La botticella è un accessorio in legno per il modellismo navale. Ho dipinto tutto il "carbone" in grigio scuro/nero. Ora mancano le scalette poi si può incollare tutto al ponte di sopra. Dalla coperta non è che si vede gran ché, ho fatto solo quanto basta per arredare lo spazio visibile dal boccaporto centrale. link alla galleria-- ciao Marcello INDICE realizzazioni (w.i.p.) Marina Italiana sul forum M+ I miei modelli: Navi Gallerie M+ ultimi cantieri: nave da esplorazione Stella Polare 1899; cacciatorpediniere Muavenet-i Milliye 1915; galeone inglese XVI sec.; |
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» 3/3/2016 23:05 |
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