... di fare le parti che so fare abbastanza. Il resto è un gran bordello.
C'è da carteggiare e rifinire qualcosa, ma nel complesso ci siamo.
Per rilassarmi ho deciso di affrontare le fotoincisioni, cominciando, per provare, con quelle relative ai contenitori laterali del mezzo.
Il primo l'ho toppato completamente e l'ho buttato.
Lo so: è difficile cappellare tutti, ma proprio tutti, i pezzi di un oggetto, ma io ci sono riuscito. Ne ha risentito un po' solo il mio sistema nervoso.
Ho deciso allora di allargare un po' i miei orizzonti in tema di fotoincisioni, al di là dei soliti articoletti delle riviste di modellismo, ed ho trovato delle pubblicazioni che oserei definire dei "classici" in materia:
Questo è più che altro a carattere culturale
Non meno interessante quest'altro che ha il pregio, per me, di affrontare l'argomento in quello che è un po' il mio campo...
Aspetti etico filosofici in quest'altra pubblicazione pure formativa
Di grandissimo interesse, infine questo documento, venuto alla luce dopo il crollo del muro di Berlino.
Anche io, come molti, mi sono sempre chiesto: "Ma perchè le fotoincisioni le fanno tutte nei paesi dell'Est?".
Pensavo per una questione di costi.
E invece no. La diffusione delle fotoincisioni doveva servire a minare alle fondamenta la salute psicologica delle popolazioni occidentali, almeno di quella parte dedita al modellismo.
Lo studio della Nato dimostra come fossero stati presi in particolare di mira quei modellisti in servizio presso corpi speciali occidentali, tipo i nostri Lagunari (che già di loro...)
Dopo aver finalmente incrementato le mie conoscenze ho riaffrontato i contenitori e allo stato (nervoso) attuale stiamo così
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Paolo Del Manzo