Forum : In libreria

Soggetto : Andare per carri armati

 FrancescoDelRosso :

10/7/2007 21:28
 E' uscito l'ultimo lavoro dell'efficiente duo Cappellano-Pignato, sulla storia e l'evoluzione della difesa controcarro nell'esercito italiano
dal 1918 al 1945.


La veste grafica è buona e la qualità delle foto, alcune delle quali è inedita ,è buona ma manca purtroppo come è d'abitudine per i due autori la citazione della fonte di provenienza.
Nonostante la mole di dati presentati nel libro il mio giudizio tuttavia l'impressione che ho ricevuto dal libro non è altrettanto positiva.

Il testo è infatti marcatamente sbilanciato nel riportare quanto affermato
teoricamente nelle circolari, promemorie e relazioni del Regio Esercito,in molti casi riportando estesi paragrafi dei suddetti. Sono invece
estremamente limitati i riferimenti ai fatti di arme che hanno coinvolto il Regio Esercito nella lotta controcarro, in particolare non si riesce ad
avere dal libro una quadro chiaro su come effettivamente venne combattutala lotta anticarro. Sarebbe stata utile una descrizione dettagliata di
alcuni episodi, cito la battaglia di Bir El Gobi, i combattimenti di passoHalfaya, la battaglia del 22 giugno 1942, la battaglia di Serafimovich.
Tutti episodi dei quali esiste una ampia documentazione e dai quali si puo' evincere meglio quali furono i reali problemi del nostro esercito sul
campo di battaglia. A volte gli autori fanno affermazioni senza chari riferimenti documentari. Ad esempio si afferma che il cannone 75/46 fu impiegato efficacemente contro i carri sovietici (quando, dove, come?) cosi' come si afferma che il
cannone 65/17 era superiore nella lotta anticarro al 47/32 (sulla base di cosa?).
Il testo è così sbilancato a favore degli aspetti dottrinali a tal punto che il titolo piú corretto del libro potrebbe essere:
"Storia della dottrina della lotta anticarro nel RE"

In considerazione dell'argomento trattato sarebbe stata utile una appendice con tabelle riportanti il potere perforante dei vari pezzi utilizzati dal RE nella lotta controcarro. Per alcuni cannoni (vedi il
65/17 o il 102/35) non viene citato nel libro tale dato (il che fa pensare che effettivamente non sia mai stato valutato sul campo di battaglia ma
anche in tale caso una nota degli autori sarebbe stata necessaria)
Esistono poi' degli errori incomprensibili in considerazione della autorevolezza degli autori: per esempio per il cannone germanico PAK 75
mod. 97/38 viene riportato un potere perforante della carica cava di 120 mm(!). Tale errore già presente in un precedente libro di Cappellano
(Artiglierie del regio Esercito..) è stato reiterato in quet'ultima opera. Quando poi descrivono il cannone 75/22 ottenuto montando una bocca da
fuoco da 75 mm sull'affusto del 47/32 gli autori affermano: "il progetto appariva di impiego efficace" in realtà l'affusto non era in grado di
sopportare il rinculo della bocca da fuoco da 75 e la bassa velocità iniziale (274 m/s)del proietto lo rendeva poco adatto al ruolo per cui era stato concepito.

Insomma un buon libro ma una ottima occasione mancata (in considerazione del materiale a cui hanno potuto accedere i due autori) per scrivere
l'opera definitiva sull'argomento

Francesco

 Felix_the_Cat :

10/7/2007 22:33
 Francesco,

nel ringraziarTi della recensione del volume (che ho già ordinato a Tuttostoria) Ti segnalo che il titolo corretto è "Andare contro i carri armati. L'evoluzione della difesa controcarro nell'esercito italiano dal 1918 al 1945". :-)

Saluti

Salvatore

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