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Soggetto : articoli su riviste modellistiche

 marcellodandrea :

1/12/2010 12:30
 Non so quanti di voi si ricordano i primi numeri di molte riviste del settore di diversi anni fa. C'erano, a mio parere, due differenze importanti rispetto agli articoli che si vedono pubblicati sulle riviste attuali almeno per quanto rigaurda aerei e carri (le due categorie più soggette a quanto dico): 1) c'erano molti disegni tecnici, profili etc. (oggi non ci sono più o quasi); 2) erano citati assai più spesso i reparti di appartenenza delle versioni che venivano raffigurate nell'articolo (oggi si fanno aerei e carri senza alcun riferimento - salvo rare eccezioni - ai suddetti reparti).  La mia opinione è che in entrambi i casi si sia perso qualcosa di importante.

 Fredx :

1/12/2010 14:34
  è da tempo che, tranne qualche numero di mezzi corazzati, di riviste italiane non ne leggo più, se non da amici. A mio avviso non è vero, anzi. Dipende poi a cosa ti riferisci. Sono d'accordo che Steel Art (che era quella a cui sono stato abbonato per anni) all'inizio aveva molti articoli storici, walkaround ecc, poi sono diminuiti, ma rispetto a tuttomodellismo per esempio, non c'era paragone. Poi concordo che Steel Art negli anni abbia un po' perso da questo punto di vista, soprattutto a furia di riproporre spesso i soliti soggetti (Tigre, Sherman, Panzer IV, SDKFZ251 in varie versioni, un 70% costante di modelli crucchi, e le digressioni sono le solite M13, M14, L3 ed Ariete, T55 e T70, T35). Ripeto poi sono anni che non le leggo costantemente, ma quando saltuariamente mi capita di farlo  mi capita sempre sotto gli occhi un Tiger o quanto già citato.
Mezzi Corazzati da quando ha cambiato la redazione è mutata notevolmente, a mio giudizio in meglio.
Le riviste straniere, Steel Masters in testa, giocano un altro sport proprio.

 hueyfan :

1/12/2010 14:51
 I disegni tecnici ed i profili, quando non fanno gia' parte dell'archivio bibliografico dell'editore, costano.
Costa recuperare la documentazione, costa ingaggiare il disegnatore e costa controllare che il risultato del suo lavoro sia corretto e pubblicabile.
A parita' di spazio riempito, e di "appeal" per il lettore medio, non particolarmente esigente, le foto di modelli costano molto meno, sia quando vengono fatte dal personale di redazione, sia quando vengono scattate dal modellista stesso, o comunque a spese sue, per agevolare la pubblicazione dei propri lavori.
Se poi la rivista si vende comunque, significa che il gioco vale la candela, con buona pace delle finalita' didattiche e culturali che il nostro hobby potrebbe avere.
Spiace constatare questo modo di procedere, non certo sistematico ma piuttosto diffuso e non solo in Italia; tuttavia, le leggi di mercato, nel tempo hanno dato ragione a questo modus operandi.
Riguardo all'indicazione specifica dei reparti, non ti saprei dire, ma e' certo che meno precisazioni si scrivono e meno se ne sbagliano...

Luca
LIN

 Fabio :

1/12/2010 17:10
 Personalmente sono in genere contrario al disegno tecnico non solo sulle riviste ma anche sui libri, a meno che questo non sia assolutamente impeccabile in termini sia dimensionali che addirittura di singoli rivetti. Anche il problema dei costi, come già segnalato, è senz'altro da tener presente in quanto sono in molti a pensare che in Italia con le riviste si facciano i milioni, mentre cavarne uno stipendio dignitoso è un'impresa che si complica ad ogni uscita in quanto i numeri non ci sono. Un conto sono alcune riviste inglesi che vendono (non "tirano") 170.000 copie a numero e si possono permettere una redazione e di compensare, anche se in maniera simbolica, alcuni degli autori degli articoli, un conto sono le nostre che se ne piazzano fra le 2 e le 3.000 copie a numero è già grasso che cola.
Venendo alla storia anche in questo caso si leggono spesso delle "perle" di cui abbiamo avuto modo di discutere diverse volte anche qui su M+, quindi se non si è in grado di discernere qualcosa di corretto da qualcosa che invece non lo è si rischia non solo di diventare "portatori sani" di minchiate ma anche di diffonderle. Alcuni hanno anche difeso su queste pagine stesse chi scrisse nel preambolo storico di un articolo di una rivista che il Principe delle Asturie dopo tre giorni dall'affondamento della Bismarck aveva recuperato tre superstiti adducendo come motivazione che alla fine si trattava di un articolo modellisticoo. Io sono dell'idea che se di storia si deve scriverne nell'accezione "narrazione sistematica e interpretazione critica delle vicende degne di memoria della società umana [anche in senso figurato]" o "l'accadere degli eventi umani, lo svolgersi della civiltà" e non "racconto; favola" oppure "frottola, fandonia inventata" non foss'altro che per un minimo di rispetto a chi ha partecipato a farla magari a costo della propria vita; altrimenti è meglio sorvolare.
Tornando a quanto sono cambiate le riviste, mi è capitato di rileggere di recente qualche numero degli anni '70 di Military Modelling, dove gli articoli, immagini incluse, erano al massimo di due paginette che spesso racchiudevano molta più sostanza di quanto non ne racchiudano molti articoli che appaiono oggi su sei/otto pagine in cui l'unica cosa che se ne trae è che l'autore ha usato tre colori, fatto un lavaggio ed uno o più passaggi a pennello secco lasciando da parte l'unità di appartenenza del soggetto, senza parlare poi delle brutalizzazioni che la povera lingua italiana subisce in moltissimi scritti   ;-) ;-) ;-)...
Ciao
Fabio

 ivancola :

1/12/2010 17:20
 Quote:
Fabio ha scritto: Personalmente sono in genere contrario al disegno tecnico non solo sulle riviste ma anche sui libri, a meno che questo non sia assolutamente impeccabile in termini sia dimensionali che addirittura di singoli rivetti. Anche il problema dei costi, come già segnalato, è senz'altro da tener presente in quanto sono in molti a pensare che in Italia con le riviste si facciano i milioni, mentre cavarne uno stipendio dignitoso è un'impresa che si complica ad ogni uscita in quanto i numeri non ci sono. Un conto sono alcune riviste inglesi che vendono (non "tirano") 170.000 copie a numero e si possono permettere una redazione e di compensare, anche se in maniera simbolica, alcuni degli autori degli articoli, un conto sono le nostre che se ne piazzano fra le 2 e le 3.000 copie a numero è già grasso che cola.
Venendo alla storia anche in questo caso si leggono spesso delle "perle" di cui abbiamo avuto modo di discutere diverse volte anche qui su M+, quindi se non si è in grado di discernere qualcosa di corretto da qualcosa che invece non lo è si rischia non solo di diventare "portatori sani" di minchiate ma anche di diffonderle. Alcuni hanno anche difeso su queste pagine stesse chi scrisse nel preambolo storico di un articolo di una rivista che il Principe delle Asturie dopo tre giorni dall'affondamento della Bismarck aveva recuperato tre superstiti adducendo come motivazione che alla fine si trattava di un articolo modellisticoo. Io sono dell'idea che se di storia si deve scriverne nell'accezione "narrazione sistematica e interpretazione critica delle vicende degne di memoria della società umana [anche in senso figurato]" o "l'accadere degli eventi umani, lo svolgersi della civiltà" e non "racconto; favola" oppure "frottola, fandonia inventata" non foss'altro che per un minimo di rispetto a chi ha partecipato a farla magari a costo della propria vita; altrimenti è meglio sorvolare.
Tornando a quanto sono cambiate le riviste, mi è capitato di rileggere di recente qualche numero degli anni '70 di Military Modelling, dove gli articoli, immagini incluse, erano al massimo di due paginette che spesso racchiudevano molta più sostanza di quanto non ne racchiudano molti articoli che appaiono oggi su sei/otto pagine in cui l'unica cosa che se ne trae è che l'autore ha usato tre colori, fatto un lavaggio ed uno o più passaggi a pennello secco lasciando da parte l'unità di appartenenza del soggetto, senza parlare poi delle brutalizzazioni che la povera lingua italiana subisce in moltissimi scritti   ;-) ;-) ;-)...
Ciao
Fabio

Questo è u n dato drammaticamente rilevante

 hueyfan :

1/12/2010 17:37
 Vi quoto :nerd:

Luca
LIN

 schwalbe :

1/12/2010 21:56
 Mi permetto di dire la mia, poiché penso di avere una casistica abbastanza ampia, sia di riviste nostrane, sia straniere (francesi e inglesi):

1) Per quanto riguarda gli articoli storici, direi che con l'avvento di Internet forse si sente meno il bisogno di trattare la storia di un'unità o di un soggetto, anche tenendo conto del fatto che il compito può esser meglio svolto da riviste specializzate in storia militare (esempio "Aerei nella Storia" o la stessa "Storia Militare");

2) Nonostante nuovamente Internet sia ricca di informazioni tecniche, forse un Photoscope ben fatto non farebbe male e con ben fatto intendo "poche foto, ma dei dettagli che contano", non viste prese da lontano agli Air Show;

3) Purtroppo sempre più spesso gli articoli sono un riassunto delle istruzioni. Sarebbe più utile e interessante che si soffermassero sulle fasi veramente particolari del progetto svolto, come particolari problemi incontrati durante il montaggio, accessori particolari o peculiarità delle finiture;

4) Una cosa che mi urta veramente tanto è la tendenza generalizzata a rendere le recensioni un altro riassunto, stavolta del contenuto della scatola, quando invece dovrebbero rendere conto dell'accuratezza dimensionale e dei dettagli.

Purtroppo, mi trovo a rimpiangere Aerei Modellismo, con le sue recensioni spesso molto precise e i suoi articoli ricchi di spunti tecnici, oltre che scritti in un italiano sempre corretto.

 roby67 :

1/12/2010 22:43
 Malgrado tutto le riviste di modellismo nostrano rimangono una pur sempre piacevole lettura rilassante,almeno per me.
Le loro eventuali lacune vengono ben colmate da internet che le integra nei contenuti che possono interessare.
Ho comunque nostalgia della scomparsa "Tutto modellismo" e dei primi numeri di Model Time.
Concordo inoltre con Federico su una certa ripetitività dei soggetti terrestri ma confermo la svolta migliorativa di Corazzati avvenuta con la nuova direzione.

 svt67 :

1/12/2010 23:05
 ...probabilmente la ripetitività degli aticoli dedicati a me 109 e tiger , tanto per fare due esempi, è dovuta anche a leggi di mercato..non passa giorno che non esce un nuovo kit di me109 o di carro tedesco, insomma la gente compra di più quello che in sostanza il mercato offre perchè la maggiorparte di noi vuole quello e le riviste  si adeguano..non tutte ovviamente..

volevo aggiungere in ultimo che anche io rimpiango Arei- Modellismo,( in questo momento per fare il tracker ho sottomano il nr.2/82 , la mia 1^ rivista di modellismo che comprai ,allora quindicenne), ma non le ultime annate, che ormai compravo quasi solo per dovere collezionistico...se perdevi le istruzioni potevi usare tranquillamente i lroro articoli

 hueyfan :

2/12/2010 00:21
 Quote:
roby67 ha scritto: [...] Ho comunque nostalgia della scomparsa "Tutto modellismo" e dei primi numeri di Model Time.


Ciao Roberto.
Leggere questa frase, a distanza di quasi vent'anni, mi ripaga delle tante fatiche, del tempo perso e soprattutto delle speranze sfumate nell'illusione che stessimo facendo "la cosa giusta".
Mi sembrava doveroso rendertene pubblicamente merito.

Luca
LIN

 ivancola :

2/12/2010 08:17
 Ho acquistato Aerei Modellismo dal 1994 fino alla sua estinzione... ho tutti i numeri e anche se in effetti i contenuti negli ultimi anni non erano paragonabili a quelli dei primi anni manca anche a me ...

 Fredx :

2/12/2010 09:30
  Quote:
hueyfan ha scritto: roby67 ha scritto: [...] Ho comunque nostalgia della scomparsa "Tutto modellismo" e dei primi numeri di Model Time.

Ciao Roberto.
Leggere questa frase, a distanza di quasi vent'anni, mi ripaga delle tante fatiche, del tempo perso e soprattutto delle speranze sfumate nell'illusione che stessimo facendo "la cosa giusta".
Mi sembrava doveroso rendertene pubblicamente merito.

Luca
LIN


Eh Luca che tempi, li ho ancora tutti, mi ha svezzato modellisticamente, parlando di tecniche e concetti modellistici di cui al club (facevo parte degli Amici Modellisti San martino, ero proprio un ragazzino) quasi ignoravamo l'esistenza o le consideravi robe da maestri.
Bellissimo Tuttomodellismo

 marcellodandrea :

3/12/2010 08:53
 Insomma, la mia sensazione non era proprio campata in aria, a quanto vedo  :-)

 Fredx :

3/12/2010 09:28
  bhè direi proprio di no! :-)
In conclusione posso dire che, se una volta spendevo volentieri 7,5 euro per la rivista (e 7,5 euro per meno di cento pagine, dove almeno un 10-15% sono pubblicità, non scritte da articolisti di professione, ergo spesso e volentieri alle testate gli articoli non costano nulla, non è poco, anzi....) e ne traevo unamezzora di rilassamento e magari imparavo qualcosa, ora mi gira spenderle, nove volte su dieci ci sono sempre gli atessi modelli ed, inoltre, il livello degli elaborati stessi è sceso di livello. Compro una rivista per imparare anche qualcosa, non certo per le recensioni che trovo in rete mesi prima e gratis, se la media dei lavori che vedo, è pari od inferiore al mio livello, bhè...risparmio volentieri e le investo magari in un libro, in steel masters o altro.

 F-104 ASA-M :

3/12/2010 11:31
 Io non acquisto riviste in modo compulsivo. Se ho modo di dare un'occhiata al contenuto e trovo un articolo particolarmente interessante spendo qualche soldino, altrimenti preferisco un bel libro che resta, ed è sicuramente commercialbile se non interessa più.

Pero Aerei- modellismo, quelli degli anni migliori e della mia gioventù, sono sempre nel mio cuore e nella mia libreria.

 angelo :

6/12/2010 13:49
 Quote:
F-104 ASA-M ha scritto: . Pero Aerei- modellismo, quelli degli anni migliori e della mia gioventù, sono sempre nel mio cuore e nella mia libreria.


Sono perfettamente d'accordo con te!
Angelo

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