Forum : Storia moderna

Soggetto : Cefalonia,processo chiuso di nascosto

 Riccardo La Barbera :

19/8/2007 20:41
 Su "La Stampa" di oggi 19.agosto.2007 è apparso un articolo molto interessante a firma M.Verna - A.Caruso.
A pagina 17 si legge che la magistratura tedesca ( Procura di Dortmund ) ha archiviato definitivamente l'inchiesta sulla strage di Cefalonia .
La cosa strana è che tale decisione è avvenuta lo scorso 8 marzo(!!!!) e solo da poco tempo se ne avuta notizia in Italia.
Ulrich Maass ,titolare dell'inchiesta aperta il 12 settembre 2001 ha giustificato così la sua decisione : "Contro nessuno dei militari indagati abbiamo trovato elementi sufficienti per sostenere un'accusa di omicidio aggravato. E senza le aggravanti , l'omicidio cade in prescrizione dopo venti anni".
Il procuratore Maass è comunque conosciuto in germania come un "noto cacciatore degli ultimi nazisti" ma questa decisione sembra essere la pietra tombale sulla tragedia della Div. Acqui.

saluti

 CRS :

20/8/2007 00:09
 A cosa sarebbe servito oggi un processo a qualche ottantenne? A metterli agli arresti domiciliari? Ci sono di giá . E tutto questo non servirebbe a riportare in vita i ns ragazzi massacrati.
I nomi di chi ordinò la mattanza, e purtroppo anche di chi gli dette inizio (ha ricevuto anche una patacca, per questo, ed era un ufficiale italiano) li conosciamo da anni, basta comprare qualche libro.
I ragazzi di Cefalonia sarebbe meglio li ricordi annualmente il governo (sic) del proprio paesuccio, piuttosto di esporli come antiquariato in un qualsiasi tribunale tedesco.
Comunque il processo ai macellai era previsto prima che la Germania entrasse nella NATO, dopodichÈ...chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato.
Probabilmente gli ex-nazi erano piú credibili di noi, ex-fasci.
Mi si perdoni il cinismo profuso a piena tastiera, ma ne ho piene le palle dello tsunami di ipocrisie (senza voler polemizzare con Riccardo La Barbera, autore del post, anzi mi scuso di aver approfittato di un suo scritto)) che spesso vengono divulgate, penso, per mantenere alto, nel paesuccio, lo spirito antinazifascista che sembra ormai rimasto solo in alcune curve di qualche stadio ed in alcuni ex-terroristi al governo.
Credo che i ragazzi di Cefalonia dovrebbero meritarsi ben altro. Forse un Paese vero.
Con tristezza.
FG

 Topo :

20/8/2007 08:39
 beh, un processo non riporta mai in vita le vittime, e quand'anche i responsabili siano già noti ottantenni agli arresti domiciliari, secondo me prendere atto ufficialmente delle responsabilità è un modo per rispettare le vittime dell'eccidio.

 Sagittario :

20/8/2007 17:32
 Vorrei solo dire che io la "bella notizia" l'avevo già buttata giú da mesi perchè riportata abbondantemente dalla stampa. Adesso mi si riapre la ferita ed i conati di vomito risalgono feroci !

A mio modesto avviso, la Germania esce in modo inqualificabile e vergognoso da questa vicenda (ancora vivono a decine i testimoni greci... per cui di prove ne possono trovare a iosa), e se non ha voluto avere rispetto per le vittime dell'eccidio ha invece ben tenuto a dimostrare al mondo di rifiutare sia la verità sul suo passato, sia di non amare la giustizia.

A presto.

 nuvolanera :

20/8/2007 17:47
 Ciao CRS,
La storia è stata gia scritta in merito al massacro dei nazifascisti di Cefalonia, dare la responsabilità ad un ufficiale Italiano che non si è arreso mi sa tanto di revisionismo storico probabilmente quello che tu cerchi di fare.
Fare come sei sempre abituato su questo forum di modellismo politica lascia il tempo che trova.

Nel nostro codice penale il reato di omicidio non si prescrive mai figurati quello di strage. Nessuno vuole prendere un ottantenne e metterlo dietro le sbarre, ma ricercare la verità materiale quella che ancora non è stata scritta.

Angelo

 crielmodel :

20/8/2007 22:28
 Dal Notiziario CRIELMODEL n° 20, maggio 2001:

CEFALONIA di Simplicius.

Da circa un anno sono comparsi articoli ed un libro (Italiani dovete morire) sull’annientamento della divisione Acqui, a Cefalonia, nel settembre del 1943. Insomma un fiorire di commenti mai visti e sentiti prima, in cinquanta anni di cultura resistenziale, nel cui contesto questa vicenda aveva avuto pochissimo se non alcuno spazio. Eppure i fatti erano a conoscenza di tutti e nella memorialistica storiografica del secondo conflitto mondiale, soprattutto di mano italiana, nessuno si era astenuto dal sottolineare questa tragedia, in quella piú vasta dell’8 settembre. Da ultimo il Presidente Ciampi ha visitato l’isola e reso omaggio ai caduti, sottolineando come il sacrificio della Acqui sia stato il primo atto della rinascita nazionale e della resistenza. Nulla da dire sull’atto del Presidente, il primo che dopo tanti anni di demolizione del concetto di Patria e di Stato, cerchi in ogni modo di resuscitarli nelle coscienze degli italiani, o meglio nei brandelli di questi sentimenti, se ancora ed in quale misura sopravvivono in noi. Il resto del coro invece non mi convince per nulla. Non ho pure nulla da dire per quanto riguarda alcuni commenti, ma nutro forti sospetti sul perchÈ di questa reminescenza "patria", con l’inevitabile severa intensa battuta sul solito tasto della brutalità tedesca. Non che ciò sia campato in aria, di certo poteva essere risparmiata la vita a migliaia di soldati e ufficiali, fucilati come franchi tiratori dopo la resa della divisione. Alcuni particolari sono agghiaccianti e non c’è motivo di ritenere che non siano veri, come quello di un povero soldatino, costretto a cantare "o sole mio", mentre gli altri commilitoni venivano esecutati. Ci fu anche, poi, un reparto tedesco composto da bavaresi che rischiò di essere decimato per essersi rifiutato di partecipare allo scempio. Tuttavia non ho mai letto commenti ed attribuzioni di analoga brutalitá , per quanto riguarda le foibe o la fine di gran parte dei prigionieri dell’ARMIR nei campi di prigionia sovietici, da parte di alcuni di quelli che oggi parlano di Cefalonia. Anzi hanno sempre taciuto e giustificato. Ma questo non è un mio problema, se mai di questi ultimi, poichÈ per quanto riguarda il mio giudizio non penso che esistano brutalità suscettibili di diverse valutazioni a seconda di chi le abbia consumate. Sgombrato il campo da questa peculiaritá , che non è di poco conto, voglio arrischiare anch’io un commento e battere per parte mia un tasto che sinora tra i vari commentatori pochi hanno sfiorato.
I fatti di Cefalonia sono sempre stati esclusi dalla memorialistica della sinistra sulla resistenza, poichÈ si trattava di una resistenza non comunista ma badogliana; a parte la discriminazione in se non accettabile, perlomeno sulla identificazione della genesi del fatto è giusto, solo che io ritengo di imputarlo a Badoglio come responsabilità sua, per la viltá , la ignobile fuga e l’abbandono assieme al piccolo Re di un intero esercito a se stesso in Italia e nei territori di occupazione, senza un minimo di programmazione e soprattutto di ordini. Nessuno tra gli "alti" ufficiali dello Stato maggiore generale, da Ambrosio, Roatta, Castellano, Carboni fu da meno e tutti si misero sotto i piedi la dignità militare e l’onore nazionale, che pure una nazione sconfitta nella misura possibile deve mantenere. La squadra da battaglia della flotta, ancora temibile per potenza e per determinazione degli equipaggi fu consegnata intatta al nemico. Di questo ho già detto in un articolo sull’Afrikakorps e non voglio ripetermi. Sottolineo solo che anche nella sconfitta ci può essere grandezza morale. Pensate all’Ariete, alla Folgore.Ma il discorso non si esaurisce qui. Che immagini abbiamo del nostro armistizio: l’untuoso e levantino sorriso del Gen. Castellano che stringe la mano ad Eisenhower, tra l’altro dopo aver fornito l’indicazione del comando supremo tedesco in Frascati- alleanza italo-tedesca ancora in piedi- con
conseguente bombardamento degli alleati che non colpirono l’obbiettivo militare ma provocarono tremila morti tra la popolazione. La foto del piccolo Re, assieme al Gen. Puntoni ed all’Amm. De Courten seduti su delle sdraio (così sembra) a bordo della "Baionetta". Il piccolo Re sorride, cosa avesse da sorridere non è dato sapere. La foto di Badoglio, del Gen. Rossi e del Gen. Castellano, seduti su una panchina, senza berretto, che avevano appena salvata la pelle lasciando gli altri a morire. I loro volti ed atteggiamenti proiettano una immagine senza dignitá , sembrano tre "fermati" per furto in un commissariato di polizia che stanno pensando come giustificarsi appena saranno interrogati. Per non parlare di alcuni riferimenti: il piccolo Re che incontra a Brindisi alcuni generali inglesi (c’è anche una foto mi pare) non sa altro che chiedere se possono fornirgli "delle uova" per la moglie, pardon: la Regina. Del principe Umberto che non sa altro che dire durante la fuga: "Dio mio che figura ", di Badoglio che sottolinea piú volte: "qui è in ballo la nostra pelle ". Per non parlare del Gen. Carboni, comandante del corpo d’armata corazzato, (525 tra carri, semoventi ed autoblindo) che l’8 settembre invece di guidare la difesa di Roma, scompare e va a colazione con un’attrice del cast che ad Arsoli sta girando un film: La freccia nel fianco.
Laddove se avessimo avuto un Re degno di questo nome che fosse rimasto a Roma, impartendo gli ordini necessari, avrebbe galvanizzato tutte le Forze Armate e si sarebbero di sicuro associati anche coloro, e non erano pochi, che nutrivano sentimenti fascisti. La guerra era perduta, occorreva uscire dal conflitto, ma non così. Anche Mussolini prima del suo arresto, stava pensando a come interrompere la spirale della disfatta. Pensava ad un intervento dei giapponesi per propiziare una pace separata tra l’Asse e l’Unione Sovietica. Occorreva affrontare i tedeschi a viso aperto e poi eventualmente combatterli, ma a testa alta. Forse ci sarebbe stata risparmiata una feroce guerra civile. Ma questa è fantapolitica. Tutti i responsabili della situazione pensarono solo a salvare se stessi, marchiandoci a fuoco come imbelli e traditori. Le centinaia di migliaia di morti sino ad allora, calpestati e sacrificati inutilmente. Tutto ciò non può e non deve essere dimenticato. In questo contesto e solo in questo va inquadrata la tragedia di Cefalonia. Con l’aggiunta di alcuni particolari che non sono stati sinora menzionati. Intanto voglio rifarmi ad un editoriale, "Cefalonia una pagina nera della storia militare italiana", di Sergio Romano, apparso sull’ultimo numero di "Nuova Storia Contemporanea" In quelle righe è riposta senz’altro la verità e quale era lo stato d’animo dei nostri soldati a Cefalonia.
La sua analisi è da condividere. In primo luogo Romano si dice sorpreso dell’improvviso interesse per questa vicenda.
Testualmente: "  questa recente scoperta mi sembra appartenere ad un disegno politico piuttosto che storico: contrastare quella che è parsa a molti, negli ultimi mesi, una sostanziale riabilitazione del fascismo di Salò e soprattutto la tesi secondo cui il concetto ed il sentimento di patria sarebbero morti l’8 settembre del 1943. PoichÈ una parte della sinistra ha sistematicamente ignorato o sottovalutato il ruolo delle formazioni monarchiche e degli 85.000 italiani che combatterono con gli alleati, sono lieto che questi mea culpa servano a rompere un quadro storico volutamente frammentario ed incompleto. Ma non si dica per favore che l’Italia ignorava questi avvenimenti e che questa è la ragione per cui essi non sono nei nostri manuali di storia  "
Analizza poi l’inquietudine che pervade tutta la divisione, con accadimenti che non denotano affatto saldezza militare, bensì un "sovietismo militare". Prima che la parola passasse alle armi, ci furono tra la truppa e gli ufficiali episodi di sedizione, con colpi d’arma da fuoco, lancio di bombe a mano, morti e feriti; tra gli ufficiali, sarà ucciso per mano di un maresciallo il capitano Piero Gazzetti. Anche il maggiore Fanucci sarà ferito di striscio al viso da un colpo di fucile sparato da un soldato. Insomma gravissimi episodi che nulla hanno a che fare con lo status militare, culminati nell’iniziativa di referendum promossa dal gen. Gandin, di certo un valoroso ufficiale, ma anch’egli costretto a barcamenarsi nelle situazioni in cui era stato abbandonato da chi era fuggito.
Qual’era lo stato d’animo della divisione Acqui. Sempre dall’editoriale di Romano, riporto una intervista pubblicata sulla Stampa di uno dei sopravvissuti, Battista Vesumini, che afferma:" io credo che la truppa non avesse voglia di combattere..", Romano commenta:" probabilmente voleva soprattutto evitare le due prospettive che alla maggioranza dei soldati dovettero sembrare in quel momento piú intollerabili: tornare a combattere, da una parte o dall’altra, o finire in un campo di concentramento tedesco. Vi è un momento, ad esempio, in cui tutti sembrano accogliere con sollievo la prospettiva di un accordo: è quello in cui i tedeschi, pur fra molte ambiguitá , promettono il rimpatrio. Ma non appena si diffonde la voce che i tedeschi probabilmente mentono, la maggioranza ridiventa bellicosa. Gandin nel frattempo continua a negoziare e sembra addirittura sul punto di raggiungere un’intesa. Ma il 13 settembre, improvvisamente interrompe le trattative. Forse un fattore decisivo è un telegramma da Brindisi in cui il comando supremo (sic! N.d.a.) ordina alla Acqui di "considerare le truppe tedesche come nemiche e regolarsi di conseguenza". Gandin accetta lo scontro, forse perchÈ spera di evitare in tal modo che la divisione si sfaldi e cada nelle mani degli agitatori ..così comincia la battaglia di Cefalonia. I tedeschi si sentirono doppiamente traditi: dal governo italiano per l’armistizio dell’8 settembre e dalla divisione Acqui con cui avevano negoziato per cinque giorni. Questo sentimento non giustifica la fucilazione di alcune migliaia di soldati e della maggior parte degli ufficiali che non moriranno in combattimento, ma serve a spiegare con quale animo e in quale clima la battaglia di Cefalonia sia stata combattuta " Ecco, proprio questa parte dell’articolo mi pare quella che meglio di ogni altra può spiegare le cose. Sta di fatto che la situazione di Cefalonia è speculare al comportamento vile del Re, di Badoglio e dei generali fuggiaschi. Di certo appena annunziato l’armistizio i nostri soldati sperano che sia finita e non hanno piú voglia di combattere contro nessuno e per nessuno, visto come sono andate le cose. La disciplina militare si allenta e prendono corpo le proiezioni dei vari stati d’animo. Il nodo del problema corre su due punti: il primo l’ignobile fuga che abbandona tutti a se stessi senza ordini e soprattutto in una conseguente situazione di impossibilità a difendersi per mancanza di coordinamento e di risorse da impiegare. Non si capisce poi come i fuggitivi possano ulteriormente dare ordini. Essi si concentrano nel territorio occupato dall’ex nemico, che poteva in base al diritto internazionale non considerarli "governo legittimo" e sostituirli con altri a sua discrezione. Tutto il Regio Esercito l’8 settembre si trova in una particolare condizione. A chi deve rispondere? Il governo non esiste e non è stato riconosciuto dagli alleati all’inizio li tollereranno perchÈ Churchill preferisce costoro ai comunisti, ma il Re e Badoglio non hanno alcun potere dispositivo, non hanno neppure un territorio. Diverso se costoro si fossero impegnati a Roma, allora sí avrebbero avuto ancora una legittimitá . Nel nostro caso invece si ritrovano in totale carenza di emanare ordini, in assenza di riconoscimento degli alleati e senza un territorio su cui esercitare potere statuale. Questa situazione, subito compresa dai tedeschi, fa si che alle truppe italiane che rifiutano l’armistizio, impongano una fascia che reca la scritta di "combattente per la Wermacth". Altrimenti sarebbero delegittimati a combattere e passibili di fucilazione da parte degli alleati. Insomma in assenza di un vero e proprio governo, quanto resta del Regio Esercito se combatte senza ordini da chi è legittimato a darli, rientra nella categoria di "franco tiratore" e si può essere passati per le armi. Passiamo ora al secondo punto: i fuggiaschi chiedono di combattere assieme agli alleati contro la Germania, ma all’inizio nessuno li prende sul serio, sicchÈ essi rappresentano solo se stessi. A questo punto, Badoglio, Ambrosio e gli altri (non si sa cosa abbia fatto il Re che in quei giorni cercava delle uova) forzano la situazione ed "ordinano" alla Acqui di considerare i tedeschi come nemici: Ambrosio telegrafa a Gandin " ogni vostro sacrificio sarà ricompensato ", ricompensato! Espressione che ha piú il senso di guadagno economico che di riconoscimento morale. Chi emana l’ordine sa bene che non può fare nulla per la Acqui ma tenta comunque di influenzare gli alleati per un riconoscimento di legittimitá . Iniziano gli scontri. NÈ la "regia " aeronautica nÈ la flotta, che pure potrebbe fare molto, possono attivarsi per aiutare i nostri soldati. Un ufficiale inglese vieta ad alcune navi italiane di andare in soccorso, poichÈ i termini armistiziali prevedono che la flotta arresasi (mi sia consentito!) non può prendere iniziative se non su decisione del comando supremo alleato. Si vedrá ! Le forze aeree angloamericane, che distano 20 minuti di volo da Cefalonia, non muovono un dito. Se la sbrighino questi italiani confusionari ed inaffidabili. Il "comando supremo" di Badoglio commette un altro azzardo nel Dodecanneso, con lo sbarco a Lero di contingenti inglesi ponendo l’Ammiraglio Mascherpa, comandante della piazza, in sottordine ad un ufficiale inglese di grado inferiore. Anche in questo caso saranno dolori. Allora per concludere che giudizio si può dare: la tragedia della divisione Acqui è frutto della viltà di Badoglio, degli alti gradi militari e del Re che non risulta abbia cercato di intervenire in qualche modo. Che cosa potevano fare Gandin ed i nostri soldati? Che pensate potessero fare i tedeschi, lasciare Cefalonia agli italiani? Era tutto prevedibile anche la possibile fucilazione dei nostri soldati, considerati franchi tiratori. Voler quindi sottolineare solo la brutalità tedesca, che pure ci fu, mi pare restrittivo. Si badi bene che gli inglesi, dopo la resa dei francesi, bombardarono la loro flotta, proditoriamente, nel timore che potesse passare dalla parte dell’Asse provocando oltre 1500 morti tra i marinai ad Orano e Mers el Kebir. Anche gli inglesi imposero ai francesi lo stesso diktat dei tedeschi agli italiani: o vi arrendete o passate con noi. E sia chiaro che i francesi avevano combattuto nel maggio del 40, oltre ogni limite contro la Wermacth. Persero quasi 90.000 uomini. Quindi a chi la colpa dell’accadimento Cefalonia: alla vile classe dirigente di quel momento. Che poi se tuttora gli italiani non si fidano molto di chi li comanda, mi pare abbiano una qualche ragione. E che dietro il concetto di Patria, possa tuttora celarsi una truffa, pure. Almeno per ora. Chissà se arriverà mai il momento in cui questo paese possa diventare piú serio, accettando la sua storia per quella che è, senza infingimenti ponendo da parte odio, discriminazioni e interpretazioni di comodo. Ma il presente non fa ben sperare: continuiamo a praticare quello che i francesi, pensando troppo male di Machiavelli, definiscono "esprit florentain", vale a dire ambiguitá . Se è vero quello che si dice, prima finanziamo Milosevic, non proprio amico dell’Europa di cui facciamo parte e poi lo bombardiamo. Mi scusi signor Presidente, pensa che da allora ad oggi noi siamo davvero cambiati?

 Tuppe tuppe :

21/8/2007 19:35
 Ciao Angelo, per una volta intervengo in materia avendo avuto qualche discussione recente con qualche sedicente ex partigiano(!) dell'ultima ora... dove vivo, ebbene se per revisionismo si intende tirare fuori la verità dalla storia che sui libri di scuola non è mai stata scritta BEN VENGA.
Se per revisionismo si intende far sapere A TUTTI LA VERITA' su come è andata in Russia con Ercole Ercoli e la sua masnada di delinquenti fuoriusciti, l' assassinio del Col dei CC Alessi, l'assassinio del Maggiore Visconti,la strage di Pietransieri(in Abruzzo), Porzus, le foibe, la repubblica di Montefiorino, l'assassinio di don Pessina, di Morelli, di Barbieri,di Pierina Donadelli(15 anni), le fosse Ardeatine e i mille e mille episodi in cui guarda caso i sadici nazi fascisti sempre conivolti e le bande con il fazzoletto rosso(poverini...!) che innocenti dovevano scappare(come dargli torto mica si potevano prendere le responsabilità dei misfatti compiuti... loro combattevano per liberare l'Italia "dar capoccione", con l'intento e il disegno di far togliere il fez e mettere il berretto con una bella stella rossa a tutti gli Italiani a guerra finita..non è forse vero?) lasciando naturalmente le povere popolazioni alla mercè delle camicie nere e delle SS.
Poi volevo commentare ciò che hai scritto:
"La storia è stata gia scritta in merito al massacro dei nazifascisti di Cefalonia, dare la responsabilità ad un ufficiale Italiano che non si è arreso mi sa tanto di revisionismo storico probabilmente quello che tu cerchi di fare."
Immagino bene che la verità faccia male ma è stata scritta la storia non la VERA STORIA su questi fatti e tutti gli altri che hanno provocato le reazioni tedesche e/o delle Forze Armate della R.S.I.; parli di nazifascisti a me non risulta che ve ne fossero, forse non ho ancora letto il libro che hai tu, mi dai l'autore e titolo?

"Fare come sei sempre abituato su questo forum di modellismo politica lascia il tempo che trova."
Certo in parte concordo con te in questo, ma vedi se c'è qualcuno, che evidentemente ci studia sopra questi fatti storici, e ci fa conoscere come veramente è stata strumentalizzata e tutt'ora si vuole strumentalizzare la storia ad uso e consumo della sinistra come è sempre stata del resto fino ad un passato non troppo recente.
Con questo non voglio dire che tedeschi e Italiani della R.S.I. non si siano macchiati di crimini efferati, anzi il contrario ma dall'altra parte erano tutti buoni? Hanno combattuto davvero solo per liberare la nostra terra o per un secondo fine manco tanto velato? E del dopoguerra cosa si sa al di fuori dei pochi che hanno la curiosità di andare a scavare "DENTRO" i fatti, a chiedersi i perchè delle tante risposte non date? Ci si copre il posteriore negando e zittendo il reviosionismo e facendolo credere come qualcosa di negativo, certo che è negativo diamine si vengono a scoprire troppe verità scomode...! E qui mi fermo che è meglio.
P.S.
Per conoscere qualcosa di piú ti consiglio questi modesti libri in ordine sparso:
"Il triangolo della morte" di G. e P. Pisanò
"Reduci alla sbarra" di A. Frigerio
" Il sangue dei vinti" di G. Pansa
"La grande bugia" di G. Pansa
"Sconosciuto 1945" di G. Pansa
"Prigionieri del silenzio" di G. Pansa (questo è fantastico si legge in 4 giorni, buonanima di mio padre la cui tessera del P.C.I. della federazione provinciale di Chieti terminata la guerra era 00083(!) ci diceva a me e mio fratello che nelle foibe erano stati ammazzati i fascisti che si erano macchiati di crimini contro gli Italiani(sigh) e che la Jugoslavia era il paradiso dei comunisti(altro sigh)
Ho molti altri titoli ma per ora ne hai da leggere e meditare, peccato che per tanti, troppi ragazzi queste verità siano arrivate tardi.
Ciao e buon modellismo e buona lettura
Francesco "Tuppe Tuppe"

 Topo :

22/8/2007 11:21
 Porcate ne hanno fatte tutti, ed è giusto che la verità sia resa nota svincolandola dalle interpretazioni di comodo; in fondo è risaputo che la storia la scrivono i vincitori, quindi ben vengano riletture piú equilibrate ed obiettive.
Però, spesso certo revisionismo non sembra avere l'obiettivo della verità quanto quello del riabilitare il nazifascismo (non parlo di quanto scritto qui sopra), perdendo per me ogni credibilitá ; da questo punto di vista, pur se nulla ha a che vedere con questo thread, mi piacciono i libri di Antony Beevor.

Ma a proposito del processo, che ne pensate?

Saluti :-)

 HUSKY34 :

22/8/2007 15:07
 lo sapevate che gli inglesi col tacito cosenso degli italiani in territorio liberato,fecero tornare indietro una nave partita dalla puglia e diretta a cefalonia per salvare i soldati italiani??

 Francesco Tedeschi :

22/8/2007 17:25
 Personalmente trovo piuttosto deprimente il voler avere il conforto di una sentenza per stabilire la responsabilità di un massacro, quasi a voler dimenticare la "straordinaria ordinarietá " del contesto in cui esso è accaduto e cioè la guerra.
La cosa poi diventa quasi grottesca quando il tempo passato è piuttosto consistente, imputati, parti lese e testimoni non ci sono piú o quasi...
Voler stabilire oggi i colpevoli o gli innocenti di ieri è ridicolo.
Allora, a botta calda, i vincitori si autoassolsero processando i vinti, ma oggi che senso ha?
L'armistizio fu la vera causa di quelle e di tante altre eroiche ed inutili morti; per colpa di una "firma", tedeschi e angloamericani - alleati contro di noi dal comune disprezzo per tale gesto - non hanno esitato a spararci senza pietá .
Il reato di armistizio procurato con il doppio gioco, la fuga e l'inganno non è contemplato da nessun codice e quindi nessun giudice può setenziare su di esso, ma è stato processato dalla storia, e la sua sentenza, a differenza di quella degli uomini, è veramente terza...

 cuca :

22/8/2007 21:33
 Per quanto riguarda Cefalonia, consiglio vivamente i libri dell'Avvocato Filippini, figlio della M.O.V.M. Filippini, Maggore del Genio della Div. "Acqui" fucilato a Cefalonia.
Sono interessanti perchè oltre a chiarire molti particolari che la storia ufficiale ha sempre trascurato, ridimensiona il numero delle perdite effettivo e quello dei fucilati, citando anche un rapporto dello SME del primo dopoguerra che venne tenuto nascosto per motivi "politici".

Carlo

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