Forum : Storia moderna

Soggetto : 1939, il mito nazista

 Starcruiser :

31/5/2011 14:08
 Più che un articolo con nuove informazioni, questo mio è un ripasso o, come dice il mio capo "vediamo se ho capito come uno grande".

Quando si parla della IIWW, si parla sempre delle armate nazi come uno strumento bellico formidabile. In molti libri si assapora una superiorità ed invincibilità che però, a mio parere, è un pò solo una giustificazione. Mi riferisco ai primi stadi della guerra, a quel terribile settembre del '39 quando la Polonia fu invasa apparenemente con grande facilità.

Ma partiamo con ordine. Il fante era e resta il perno di un esercito. Cosa faceva del fante tedesco un soldato modello? Lo posso dire? Nulla. Certo, veniva addestrato alla guerra, ma come tutti gli altri fanti di ogni nazione. Non era nemmeno meglio armato, perché usava armi che risalivano ancora alla Grande Guerra. Il Mauser a colpo singolo? Rimase in dotazione fino al '45...
Insomma, il fante tedesco era armato come quello britannico, polacco, francese, italiano, russo... però la differenza c'era. Era accompagnato sul campo da una buona quantità di veicoli corazzati. No, non i mitici "panzer", perché quelli erano ancora nelle teste dei progettisti, ma quei carri leggeri e medi (che in breve diverranno leggeri ed i leggeri dei semplici blindati cingolati), che però garantivano all'equipaggio un certo di grado di protezione, maneggevolezza, a fronte di armamenti però scarsi, visto che già un cannone da '45 sembrava un grosso calibro.
C'è però un fattore che non è stato ancora considerato e che potremmo definire la vera chiave di svolta, ovvero la linea di comando. Già nella Grande Guerra l'esercito tedesco si era dimostrato molto più attento agli aspetti tattici di una battaglia. I grandi ufficiali nazisti seppero far tesoro di tutto ciò e crearono una strategia ed una tattica che le facesse da supporto. La strategia è quella chiamata della "guerra lampo" (Blitzkrieg) dai giornalisti anglosassoni. L'esercito tedesco si addestro intensamente nell'uso di questa strategia, che apparente è nuova ed innovativa, ma chi conosce addirittura Napoleone trova che poi non è così innovativa.
L'inizio del secondo conflitto mondiale però mise alla prova tutte le varie strategie ideate dopo la Grande Guerra da tutti gli stati. La vincente fu la guerra di mobilità che i tedeschi avevano così ben affinato ed i britannici che l'avevano studiata ma che non furono in grado di metterla subito in azione. Quasi tutti gli altri eserciti ragionavano ancora pensando alla Grande Guerra o a conflitti territorialmente limitati.
L'esercito polacco, quel settembre, era allertato e sapeva che presto o tardi sarebbe arrivato l'urto tedesco, ma non era preparato alla Guerra Lampo e non seppe reagire nel modo dovuto, lasciandosi travolgere.
Però le forze di terra non potevano agire efficacemente senza l'appoggio aereo, altra chiave della Guerra Lampo. L'aviazione doveva conquistare la superiorità aerea in tempi brevi in mododa poter operare indisturbata come "cannone volante" su richiesta delle forze corazzate e per martellare le sacche di restenza dei difensori. L'apporto strategico era limitato al bombardamento di obiettivi relativamente vicini o comunque di bersagli limitati e tutta l'aviazione era settata per la superiorità aerea ed il bombardamento tattico.

Eppure questa bella macchina non funzionò. I polacchi non se ne accorsero, ma i generali tedeschi si. Dal momento che la strategia veniva messa alla prova per la prima volta, i difetti emersero. Furono analizzati ed i frutti di questi insegnamenti saranno applicati con successo nelle successive campagne di Francia e Russia.
Chi invece non colse il senso fu l'aviazione. Premettiamo che tutti i libri parlano dei bombardamenti degli aeroporti polacchi come di un assalto devastante che spazzò via l'aeronautica polacca. La cosa è vera ma non del tutto. Come detto sopra, i polacchi sapevano che sarebbero stati invasi ed intuirono la mossa della superiorità aerea, quindi distaccarono in aeroporti di fortuna i loro velivoli più moderni e funzionanti, lasciando alla libido tedesca schiere ben parcheggiate di aerei vetusti o guasti negli aeroporti ufficiali. Sebbene l'aeronautica polacca sulla carta non avesse aerei prestanti, i piloti polacchi, nelle loro poche sortite, inflissero, in proporzione al loro numero, perdite esagerate all'aviazione nazista. La loro unica difficoltà era trovare gli aeroporti di fortuna in quanto l'avanzata delle forze di terra tedesche costringeva i polacchi a spostarli troppo repentinamente.
I bombardieri tedeschi si rivelarono vulnerabili alle armi leggere dei caccia polacchi e dei caccia solo il Me 109 era adatto alla nuova guerra. I dati ( inspiegabilmente?) sulle perdite furono passati come fisiologici e non preoccupanti, minimizzando o tacendo del tutto i difetti, che poi si riveleranno vitali contro la RAF.

In ultimo la marina. Hitler era convinto che la guerra non sarebbe durata a lungo, per motivi che non stiamo qui ad elencare, quindi decise di avviare il conflitto sapendo che si sarebbe esteso alla Francia e all'Inghilterra, che assieme posedevano una tale quantità di navi da far impallidire la minuscola flotta tedesca. Minuscola perchè fortemente limitata nella quantità dai trattati post Grande Guerra che pochi anni prima erano stati rigettati. Il piano di riarmo prevedeva una flotta a piena operatività non prima del 1945. Totalmente priva di portaerei, con due corazzate moderne di cui una già a buon punto ed una in fase di costruzione, alcune corazzate risalenti alla Grnade Guerra ma assolutamente inadatte alla guerra moderna, una manciata di buoni incrociatori da battaglia coadiuvati da un altra manciata di vecchie corazzate tascabili. Quindi un buon numero di naviglio minore ed una discreta quantità di sommergibili, tecnicamente eccellenti, ma con raggio d'azione troppo ridotto.
L'ammiraglio Reader dovette improvvisare una strategia a sostegno delle forze di terra, quindi puntò ad un obiettivo strategico: colpire il traffico mercantile alleato.
Come già fatto nella Grande Guerra, i sommergibili furono sguinzagliati per i mari e per compensare la loro autonomia ridotta provvide a creare una rete di navi appoggio per rifornirli in mare. Quindi sguinzagliò anche le sue corazzate tascabili in azioni contro il naviglio mercantile isolato a cui aggiunse una serie di navi mercantili moderne armate di cannoni, siluri ed aerei. Questo costrinse gli alleati a disperdere la loro forza navale per la protezione delle rotte navali sia da attacchi subacquei che da attacchi di superficie (sarà lo stesso anche quando i mercantili saranno messi in navigazione in opportuni convogli). Però sarebbe stata del tutto inefficace se gli alleati avessero deciso uno sbarco in massa sul suolo tedesco, infatti nella campagna di Norvegia la flotta tedesca subirà dei rovesci catastrofici compensati solo dall'azione terrestre ed aerea.

Il mito della forza nazi però si gonfia, forse più a compensare le deficienze organizzative degli alleati. Prima la Polonia, poi la Norvegia, poi la Francia... tutto questo ha fatto pensare che effettivamente gli alleati, poi ridotti alla sola Inghilterra, fossero messi a mal partito, convincendo quindi anche l'Italia mussoliniana a scendere in campo accanto all'alleato germanico, sicuri che la vittoria sarebbe stata rapida.
Il resto è storia ben nota. Però, quel 1 settembre 1939, la Germania Nazista non era così potente come si crede. Era guidata da generali esperti ed efficienti che potevano valersi di combattenti addestrati e motivati. Questo fece la differenza.

 Fabio :

31/5/2011 14:40
 Ho letto con attenzione quanto hai scritto e dis seguito riporto alcune mie impressioni.
Mi sembra che quando ti riferisci alla strategia in molti casi ti riferisca invece alla tattica. Fu infatti la dottrina d'impiego delle grandi unità  tedesche a fare la differenza sino a che si trovarono nelle condizioni di applicarla, ossia finché ebbero modo di fare del movimento la chiave di volta delle battaglie. Sino a quel momento le tattiche erano basate sulla forza d'urto delle grandi masse, i tedeschi la stravolsero basando le loro, anche se semplificando molto, su delle veloci puntate che portavano prima all'isolamento dei reparti nemici che poi venivano successivamente annientati o isolati in maniera tale da limitarne considerevolmente l'operatività.
Un aspetto che all'inizio del conflitto fece da differenza, e che mi pare tu non abbia affrontato, è stato quello delle comunicazioni: i reparti tedeschi erano molto ben attrezzati a tutti i livelli per ciò che riguarda le trasmissioni il che gli ha permesso di avere un enorme vantaggio tattico in quanto erano gli unici a poter disporre di una sorta di situazione in tempo reale di come si evolvevano le cose sul campo di battaglia, lezione appresa e messa a frutto anche dagli altri ma molto più tardi.
Cosa facesse la differenza fra il soldato tedesco (non parlo dei quadri di ufficiali e sottuffciali) e gli altri è ciò che la fa ancora oggi: l'addestramento superiore.
Ciao
Fabio

 uavpredator :

31/5/2011 15:11
 rispondo solo e solamente per la parte dell'aviazione...
da quello che ho sempre letto e studiato ed ancora si insegna il pilota tedesco mediamente era meglio addestrato di qualsiasi altro pilota coevo - sapeva volare in ogni condizione meteo e di luce disponeva inoltre di apparati radio e di tiro all'avanguardia
l'aviazione Tedesca inoltre sperimentò tattiche flessibili sia nel settore caccia che di appoggio delle truppe a terra nei trasporti e nell'avio rifornimento e lancio
l'unico settore carente era quello dei bombardamenti di tipo strategico i cui non si credeva in quanto le dottrine di impiego dell'aviazione erano quelle di supporto all'invasione piuttosto che quella di fiaccare il nemico colpendo le sue strutture industriali e civili cosa che portò comunque vantaggi nelle fasi iniziali della guerra in quanto la Germania si ritrovò intatto e nella piena disponibilità produttiva tutto i comparto industriale dei paesi conquistati Francia, Polonia, Austria, cecoslovacchia Belgio, Olanda....
queste sono le mie analisi poi non conoscendo altri aspetti di altri settori ritengo di avevre comunque una visione parziale ma ripeto l'aviazione Nazista era per gli aspetti sopra esposti superiore come organizzazione, addestramento e mezzi ma forse come spesso accade troppo accomodante ai dettami del dittatore....ma quale poteva essere l'alternativa ?
ciao
Mauro :-?

 Stefano Betti :

31/5/2011 17:45
 Quoto quanto scritto da Mauro sul bombardamento e aggiungo che i piloti da caccia oltre ad essere ben addestrati e disciplinati, avevano anche dei mezzi che li ha messi al livello degli avversari per buona parte della guerra e molto spesso al di sopra.
Mentre questo, ad esempio, non si può dire per gli Stuka che erano un'ottma piattaforma di tiro ma assolutamente vulnerabili se lasciati soli senza scorta.
Il problema per i piloti tedeschi era nella quantità, perchè se escludiamo i primi 2 anni di guerra, si sono sempre trovati in inferiorità numerica. 
Ovviamente il fatto di trovarsi in "pochi ma buoni", soprattutto nel fronte est, ha dato modo a tanti bravi piloti di abbattere tanti nemici raggiungendo dei numeri assolutamente al di fuori della portata dei piloti alleati.
Il grosso errore nella strategia tedesca fu quello di escludere all'inizio  il bombardamento strategico a lunga distanza e questo ha pesato molto sull'esito finale della guerra, ma forse l'industria bellica tedesca non avrebbe potuto produrre un numero significativo di bombardieri pesanti senza sacrificare pesantemente la caccia o altri settori.
Chissà, se si fossero accordafi con l'Italia avrebbero potuto sviluppare ed utilizzare il Piaggio P108.
Magari gli montavano i motori tedeschi, risolvendo il problemi principale del bel quadrimotore italiano, e finanziando le fabbriche in Italia, avrebbero potuto produrlo in numeri sufficienti da creare una vera forza strategica. Però con i se ed i ma non si fa la storia....

 Topo :

31/5/2011 18:00
 Secondo me una "piccola" ma importante innovazione dei primi tempi della WW2 a vantaggio dei crucchi fù l'MG34 (poi la 42), capillarmente distribuita a livello di squadra e che garantiva alla squadra stessa una potenza di fuoco associata ad una mobilità che le controparti non ebbero forse mai in tutto il corso del conflitto; Bren, Bar, DT non erano all'altezza, e Maxim e Browning non avevano la stessa mobilità nè la stessa diffusione.

 Starcruiser :

1/6/2011 08:13
 Per quanto riguarda le forze di terra, nel quadro complessivo gli errori non si notano, ma la campagna di Francia fu resa efficace proprio per via della risoluzione dei problemi riscontrati in Polonia.
Non sò se la Guerrra Lampo sia una tattica o una strategia, ma a mè pare più strategia. La rapida conquista di un obiettivo con il successivo ripiegamento ai fianchi per contenere il nemico disorientato mi sà più di strategia. La tattica viene nel momento in cui dico ai reparti come devono muoversi e come organizzarsi per eliminare la resistenza avversaria. Le comunicazioni poi erano vitali per tenere in contatto i reparti e richiedere l'appoggio immediato dell'aviazione. I propblemi nacquero proprio con le comunicazioni. Infine la presenza dei quadri superiori a ridosso del campo di battaglia se non all'interno dello stesso, cosa impensabile nella stragrande maggioranza degli altri eserciti, permetteva una risposta rapida ai problemi tattici che gli altri eserciti non potevano avere.
Per il soldato, questo era addestrato nelle mansioni che gli venivano richieste nella Guerra Lampo, spesso simulata, ma c'era un aspetto morale nel vedre i propri carri che travolgevano l'avversario che non si può minimizzare. Non che il fante aveva la vita facile, ma sapeva che al momento opportuno avrebbe potuto contare sull'appoggio di armi più potenti. Questa sicurezza e la convinzione personale, nata dalla propaganda nazista, fecero la differenza. Negli scenari futuri, vedere Russia, soldati meno addestrati ma decisi seppero comunque tenere testa al tedesco.

Per quanto riguarda l'aviazione, sebbene fosse potente e preparata, non era poi così disciplinata come dite, in quanto a me risulta che i piloti tedeschi fossero un pò dei "bauscia", tanto che nel primo anno di guerra un numero non irrilevante morì mentre tentava manovre acrobatiche non consentite. Restando al periodo iniziale della guerra, che è quello sul quale stò puntando la lente d'ingrandimento, sebbene i tedeschi avessero puntato sulla superiorità aerea ed il bombardamento tattico, non furono in grado di proteggere efficacemente i loro bombardieri e gli stessi alla fine potevano operare solo se adeguatamente scortati, visti i successi dei piloti polacchi. Piloti che in buon numero andranno poi a riversarsi nella RAF e nella VVS. Piloti che a questo punto bisogna chiedersi come potevano aver conseguito certi successi contro una macchina bellica addestratissima e moderna. Sicuramente ci furono pressioni dall'alto affinche l'immagine delle forze aereee tedesche non venisse sminuita agli occhi del potere, ma poi rivelerà la sua fragilità sui cieli britannici e l'ingenuità del loro capo supremo.

Certamente allora queste cose forse nessuno era riuscito a valutarle appieno e la macchina bellica nazista pareva un colosso invulnerabile. Però è anche vero che nascondersi ditro al dito dicendo "sono troppo forti" era anche un modo per non dire "non sò cosa fare". Così molti eserciti si sono nascosti dietro questo paravento per non ammettere che che i loro quadri dirigenti erano inefficienti. In questo mi torna alla mente un episodio successivo, ovvero gli sforzi di De Gaulle nell'usare i suoi carri come massa di manovra mentre il resto dell'alto comando francese se ne stava al sicuro il più lontano possibile dalla linea del fronte arrovellandosi alla ricerca di una soluzione diversa da quella dello scavo di una trincea. Estremizzo ma non siamo poi tanto lontani dal vero.

Insomma, fu la nuova strategia nazista a sconvolgere il mondo, ma anche questa fu digerita ed allora anche per i nazisti le cose si complicarono, ma questa è storia di poi.

Per altro la nuva strategia non mi pare diversa da quella già concretizzata da Napoleone, che concentrava il grosso delle sue forze in un punto del fronte nemico per spezzarlo ed affrontare i due tronconi separatamente.

 Ariete :

1/6/2011 08:41
 Senza contare che i soldati tedeschi (ed anche italiani) usufruivano di licenze relativamente brevi..
Spesso i soldati/piloti germanici erano quasi tutti veterani..Con tanta esperienza, ottimo addestramento e mezzi/armi eccellenti..

Mentre tra gli alleati c'era molta più rotazione rendendo spesso lo scontro tra nazionalsocialisti ed alleati come uno scontro tra veterani e novellini..(In media, ovviamente..Poi di veterani ve ne erano anche negli alleati ma erano più rari..Specie nelle forze di cielo)..

Ovviamente questa fu una arma a doppio taglio in quanto le perdite da parte tedesca, una volta raggiunti gli ultimi anni di guerra, furono difficilmente rimpiazzabili..
E sempre con un livello decisamente inferiore rispetto al veterano che erano morto od era stato abbattuto..

 Wanderer :

1/6/2011 10:13
 Se mi è consentito intervenire in ambito puramente terrestre, e sulla base di studi realizzati dall' US Army sulla campagna di Polonia del 1939 e in particolare sulle ragioni della superiorità tattica dimostrata dalla Wehrmacht sulla malcapitata armata polacca, vennero evidenziati come fattori chiave del successo tedesco l'enfasi posta sulla leadership e sull'iniziativa dei comandanti, aspetti forgiati durante i lunghi anni di addestramento prima della Reichswehr e in seguito nella Wehrmacht. Sulla base di tali principi tutti i comandanti dal più elevato in grado al più basso erano consapevoli di poter godere di una grande libertà d'azione per compiere la missione affidata o adattarsi a improvvisi cambiamenti della situazione sul campo di battaglia.
Questo si basa sul concetto di Auftragstaktik, per cui il superiore affida un compito e non un ordine (Befehlstaktik) al comandante subordinato, un compito da realizzare in un lasso di tempo preciso, lasciandogli libertà a livello di pianificazione operativa (ovviamente entro certi limiti) e di esecuzione, il che gli consente una notevole flessibilità operativa.
Ovviamente questo richiede che il comandante subordinato sia in grado di capire bene l'intento della sua missione e sia in grado di realizzarlo mostrando spirito di iniziativa e adattabilità.
Per questo scopo nell'esercito tedesco ogni comandante era addestrato per poter comandare fino a 2 livelli superiori di comando al suo normale, quindi un comandante di plotone poteva arrivare a comandare fino ad un battaglione. Un sottufficiale quindi poteva in caso arrivare a comandare un battaglione.
L'unico esercito organizzato in questo modo era quello tedesco, gli altri avevano in certi casi una simile organizzazione mission-oriented ma solo per unità d'elite, nessuno la diffuse con la capillarità e la minuziosità della Wehrmacht a tutti i reparti.
Quindi il concetto è che il comandante sceglie le forze e le modalità di impiego in base alla missione da compiere. per arrivare a questo si effettuano ricognizioni sul terreno, si testano le difese avversarie, si spinge gli ufficiali e sottufficiali di fanteria a fare esperienze di cooperazione con reperti corazzati e di artiglieria per creare una mentalità task-oriented.
Si può notare come l'enfasi sia posta sulla capacità di improvvisare e di modificare un piano in base ai fatti nuovi che possono emergere nel corso del combattimento, per questo i comandanti erano spronati a stare in prima linea, basti pensare ai sommi Guderian e Rommel, ma non solo... e con questo a prendere decisioni immediate a scapito dell'incolumità personale, in effetti i comandanti subirono grosse perdite nel corso di tutta la guerra.

Le implicazioni di un tale sistema di comando flessibile, integrato e capace di sfruttare le situazioni favorevoli al massimo e di ridurre l'impatto di una situazione sfavorevole mediante le sue capacità di improvvisazione, sono enormi se pensiamo alle dottrine di impiego vecchie di almeno una generazione di esercito come quello polacco o francese che vennero infatti semplicemente spostati e poi distrutti dai tedeschi o quello sovietico, composto da una classe di ufficiali subordinati ai commissari politici, dei sottufficiali spesso analfabeti e in generale un terrore della Stavka e di prendere decisioni che potevano portare al plotone d'esecuzione a mezzo NKVD se giudicate sbagliate. Si potrebbe discutere sul peso dell'ideologia comunista, specie dopo le purghe del 1935-6, nelle debacles del 1941 ma questa è un'altra storia.
 

 Starcruiser :

1/6/2011 14:25
 Wanderer, hai centrato il vero punto della questione.
Per questo Mussolini rimase a guardare, perché voleva vedere come se la cavava l'alleato da solo. Quando vide che il nuovo sistema era efficace allora si lanciò anche lui nell'impresa.
Oggi la tecnica della Guerra Lampo continua a muovere gli eserciti. Lo si è visto con la Pima Guerra del Golfo, quando gli "alleati" hanno sfondato le linee irakene pur essendo in inferiorità numerica. Non facciamoci abbagliare dalla superiorità aerea alleata: l'attacco di terra arrivò in concomitanza con la pioggia, quindi appoggio aereo 0 o quasi.
Poi c'è il morale del soldato... ma questo non ferma un proiettile di fucile.

 Wanderer :

1/6/2011 14:42
 Concordo con i tuoi rimandi alla guerra moderna.

Moshe Dayan per T'sahal e poi IDF si ispirò molto alla dottrina dell'Auftragstaktik, si narra che essendo stato addestrato dai britannici, non ne fu granchè colpito, a differenza delle dottrine tattiche tedesche.
Lo stesso vale per gli americani che hanno cercato ma non so con quanto successo di adottare questa dottrina per le 2 guerre del Golfo.

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