Il filonazismo di Charles Lindbergh? Se ne è scritto a iosa ma a mio avviso vanno fatte delle valutazioni prima di giudicarlo un sostenitore di Hitler. Non ci dimentichiamo che Lindbergh andò in Germania per conto del governo americano per studiare gli sviluppi della nascente aviazione tedesca e che fino al 1940 tentò di opporsi democraticamente alla politica sempre più scopertamente filointerventista di Roosevelt. Il suo isolazionismo non era certo un fatto isolato negli USA, anche Joseph Kennedy lo professava apertamente. Sto leggendo in questi giorni un libro di uno studioso tedesco, Sebastien Haffner, il quale, pur avendo lasciato la Germania nel 1938 per riparare in Gran Bretagna, quindi non catalogabile tra i revisionisti…, non può fare a meno di notare come nel 1937-38 in Germania si era arrivati alla piena occupazione. Questo dopo la crisi del 1929 con 4 milioni di disoccupati in Germania e ben 13 milioni negli USA, è quindi inevitabile che Lindbergh non potesse non notare i progressi tecnologici ed industriali della Germania sotto Hitler e soprattutto la ventata di ottimismo che pervadeva il paese dopo le cupezze di Weimar. Che Hitler sostanzialmente poi tradisse il paese, nascondendogli il suo intento di una guerra mondiale per le sue mire egemoni, nel 1938 lo sapevano ancora in pochi… Quindi potrebbe benissimo essere che Lindbergh guardasse con favore ad Hitler e avesse delle opinioni antisemite, ma questa non era una posizione isolata anzi…ricordo che anche Stalin non mancò di manifestare apprezzamento per l’operato di Hitler almeno fino all’inverno 1940 e ricercò fino alla vigilia di Barbarossa un accordo militare con i nazisti. Simpatie naziste in funzione anticomuniste erano presenti anche nelle elites britanniche e forse non giocarono un ruolo secondario nella missione di Hess… |