Forum : Storia moderna

Soggetto : La trappola africana

 Francesco Tedeschi :

17/7/2004 01:07
 Mi sono sempre chiesto perchÈ dopo la disfatta di El Alamein e la conseguente ritirata in Tunisia, si scelse di combattere, continuando ad inviare uomini e mezzi, sapendo che alle proprie spalle c'era il mare, sguarnendo le difese della madrepatria. Le conseguenze di tale scelta sono note a tutti: la resa di decine di migliaia di soldati, la perdita di armamenti ed equipaggiamenti mai piú sostituiti, come lo sbarco in Sicilia drammaticamente dimostra.
Allora mi chiedo perchÈ si cadde in quella trappola, dato che vi era certamente la consapevolezza che la parentesi africana era destinata fatalmente a chiudersi definitivamente?
A vostro avviso, se si fosse scelto di fare una Dunkerque (non ricordo la parola esatta...) africana, la guerra, sia pure temporaneamente, avrebbe preso un'altra direzione?

 Lorenzo :

17/7/2004 15:24
 Uno dei motivi poteva essere quello di non avere delle basi aeree anglo-americane a poche centinaia di chilometri dal territorio metropolitano.
Fino ad allora i bombardieri alleati dovevano partire dall'Inghilterra.
Un paragone "debole" potrebbe essere quello di Hitler che rifiuta di abbandonare la Norvegia (e Creta!) nel 1945 coi Russi davanti a Berlino e gli Alleati sul Reno.

 MArco Alpozzi :

17/7/2004 17:51
 bhe, in Norvegia, le diverse armate e divisioni hanno finito la guerra senza aver quasi mai combattuto.
è stato un'altro degli errori di Hitler, che credeva che ci sarebbe stato un'altro sbarco alleato in Norvegia...invece...

 Fabio :

17/7/2004 18:55
 Quote:
Allora mi chiedo perchÈ si cadde in quella trappola, dato che vi era certamente la consapevolezza che la parentesi africana era destinata fatalmente a chiudersi definitivamente?

Secondo me non si cadde in nessuna trappola, stoltamente ci si intedtardì nel difendere l'indifendibile infilandosi consapevolmente in una strada senz'uscita, al costo di distogliere uomini e mezzi che potevano essere meglio impiegati altrove, forse per ritardare l'attacco diretto all'Italia.

Quote:
A vostro avviso, se si fosse scelto di fare una Dunkerque (non ricordo la parola esatta...) africana, la guerra, sia pure temporaneamente, avrebbe preso un'altra direzione?

Non credo che con la potenza messa in campo dagli USA questa opzione potesse trovare un riscontro pratico. Anche qui col senno di poi potrei ipotizzare un qualcosa di simile volto ad ottenere una pace separata...

Non so se su Cavalleria Italiana ti sia scaricato e letto il diario di Confalonieri, allora Aiutante Maggiore del R.E.Co. Lodi che copre dai preparativi per la partenza per la Tunisia, alla "Colonna Lequio" fino alla prigionia. Non troverai di certo la risposta ali tuoi quesiti, ma potrai accedere ad un interessante spaccato della realtà del momento.
Ciao
Fabio

P.S.: se ti interessa lo puoi scaricare il formato PDF da Cavalleria Italiana seguendo dalla Home page il link Bilioteca > Cavalleggeri di Lodi (15°). E' un inedito che quando venne proposto anni addietro all'Ufficio Storico dello SME fu liquidato con queste testuali parole: "i dilettanti che vogliono riscrivere la storia"!

 Francesco Tedeschi :

19/7/2004 07:28
 Grazie Fabio, provvederò a scaricare e leggere il diario.
Ho usato il temine i di "trappola" per specificare quello che tu dici: "ci si interstardì nel difendere l'indifendibile, infilandosi consapevolmente in una strada senza uscita al costo di distogliere uomini e mezzi che potevano essere meglio impiegati altrove, forse per ritardare l'attacco diretto all'Italia."
Converrai con me sul fatto che ho sintetizzato con una parola la realtà che tu descrivi.

 Andrea Sansoni :

19/7/2004 09:50
 La difesa della Tunisia fu sicuramente un'impresa disperata, costata carissima in termini di unomini e materiali , ma era una scelta obbligata.
La Tunisia era infatti, come piú tardi si rivelò, il trampolino ideale per l'assalto al sud europa ed alla penisola italiana in particolare.
L'abbandono dell'africa dopo el alamenin avrebbe avvantaggiato gli alleati, consentendo loro di sbarcare in sicilia mesi prima.

Il fatto è semmai un altro: dopo el alamein e stalingrado la guerra per l'asse era persa; in condizioni "normali", se cioè italia e soprattutto germania non fossero state governate da due regimi che alla vittoria avevano legato indissolubilmente i loro destini, all'inizio del 43 l'unica scelta praticabile era una resa magari non incondizionata, per salvare il salvabile.

 Francesco Tedeschi :

19/7/2004 10:08
 Quote:

Andrea Sansoni ha scritto:
La difesa della Tunisia fu sicuramente un'impresa disperata, costata carissima in termini di unomini e materiali , ma era una scelta obbligata.
La Tunisia era infatti, come piú tardi si rivelò, il trampolino ideale per l'assalto al sud europa ed alla penisola italiana in particolare.
L'abbandono dell'africa dopo el alamenin avrebbe avvantaggiato gli alleati, consentendo loro di sbarcare in sicilia mesi prima.
Il fatto è semmai un altro: dopo el alamein e stalingrado la guerra per l'asse era persa; in condizioni "normali", se cioè italia e soprattutto germania non fossero state governate da due regimi che alla vittoria avevano legato indissolubilmente i loro destini, all'inizio del 43 l'unica scelta praticabile era una resa magari non incondizionata, per salvare il salvabile.


Credo che una Sicilia ed anche una Sardegna meglio armata di quello che erano nel 1943, dopo la resa tunisina avrebbero reso lo sbarco assai meno facile rispetto a quello che fu, anche perchÈ dalla Sicilia l'aviazione e la marina dell'Asse (eccesso di ottimismo...) avrebbero reso meno facile uno sbarco, come pure la presenza di divisioni addestrate ed equipaggiate.
Concordo pienamente con il secondo pensiero: per l'Italia, la guerra terminò tra le sabbie di El Alamein....

 EmanueleOrru :

19/7/2004 11:29
 Salve a tutti,
mi sono appena registrato e Vi scrivo per la prima volta.

Io mi sono sempre chiesto dove diavolo fossero finiti, se mai esistevano, i piani strategici dello Stato Maggiore Italiano durante la seconda guerra mondiale.

Credo sia necessaria una analisi molto piú approfondita sullo stato dei piani stratetigi e degli Alti Comandi Italiani delle tre Armi nel periodo.

 Alessandro-tigre86 :

19/7/2004 12:17
 Emanuele benvenuto :-D ;-) :-D

 Vito Zita :

19/7/2004 13:10
 Ciao e benvenuto.

Quote:
Io mi sono sempre chiesto dove diavolo fossero finiti, se mai esistevano, i piani strategici dello Stato Maggiore Italiano durante la seconda guerra mondiale


Sono certamente allo SME chiusi a chiave e coperti dal segreto militare.

Se ne può trovare traccia (solo trattata verbalmente) nelle relazioni delle riunioni del CSM su pubblicazioni edite dall'USSME. Siamo giunti alla pubblicazione del vol. X

Saluti

 Francesco Tedeschi :

19/7/2004 13:20
 Caro Emanuele, benvenuto!
Quote:

Vito Zita ha scritto:
Sono certamente allo SME chiusi a chiave e coperti dal segreto militare.


Vito, senza ironia, credi che un giorno (non troppo lontano) questi documenti saranno "declassificati" e resi noti nella loro interezza, oppure dovremo rassegnarci a quello che passa il conv.... pardon lo SME?

 Vito Zita :

19/7/2004 14:09
 Francesco, non so che dirti.
Hanno aperto gli archivi americani, inglesi, perfino russi e della ex DDR... noi no!
L'augurio è che lo facciano prima che io riesca a vedere le margherite dalla parte delle radici, ma sono molto dubbioso. Ed è per questo che ho la serie dei libri sulle riunioni del CSM...

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