Forum : Gli zero in verde

Soggetto : Gli zero in verde: iniziano le danze

 gizpo :

7/2/2020 21:18
 Ciao a tutti...

Iniziamo questo montaggio di gruppo con un nuovo WIP che includerà presentazioni, avanzamenti e quant'altro (come notizie storiche) dei nostri Zero in verde...

Inizio io (malissimo) dicendo che userò uno Zeke Tamiya, kit vecchissimo ed anche con qualche parte in positivo, penso di riuscire ad adattare un kit degli interni in resina (fatto per l'Hasegawa) ed userò il set dedicato della AK, non credo (anche se avrei voluto) che inserirò il motore in resina (che sarebbe anche lui per l'Hasegawa) perchè con i miei tempi rischierei di finire a Natale 2022...
Non ho ancora preso in considerazione la livrea ma appena riuscirò ad avere spazio nel mio banco da lavoro inizierò a cercare...

Adesso sotto anche gli altri con le presentazioni....

 maurozn :

7/2/2020 21:32
 Sono molto contento della partenza di questo progetto, che è l'evoluzione del wip a 4 mani , poi 6 lanciato da me e Luca alcuni mesi fa. La cosa ha avuto un tale apprezzamento (oltre all'oggettivo divertimento) che è stata unanime la volontà da parte nostra e di Alessandro (Oberst streib) di replicare al più presto. Stavolta la scelta del soggetto è caduta sullo Reisen A6M un caccia che tutti noi amiamo e su cui abbiamo una gran voglia di confrontarci. Un poco alla volta tutti i partecipanti al progetto presenteranno il proprio kit , posso dire fin da ora che aderiscono alcuni dei forumisti che stimo maggiormente e che considero dei veri amici ( anche se con alcuni non ci siamo mai incontrati di persona).

 Paolomaglio :

8/2/2020 06:41
 

Bene, cominciamo con le presentazioni: come annunciato io monterò questo, un Nakajima A6M5c Model 52 Hei, asssegnato nel luglio 1945 a Tetsuzo Iwamoto, si trattava di un intercettore non imbarcabile privato quindi del gancio di appontaggio.
La sigla Hei sta indicare il tipo di armamento, in questo caso 5 armi: 2 da 20 e 2 da 13 mm sulle ali e una 13 mm nel cofano motore.
Il modello Hasegawa i 32 si pone in diretta concorrenza con il Tamiya uscito un decennio prima.
Diciamo subito che il Tamiya è molto superiore per dettagli e quantità di pezzi, Hasegawa ha scelto di lavorare sul prezzo che rispetto al concorrente è meno di un terzo. Per farlo ha rinunciato ad alcuni dettagli del motore, ha eliminato i rivetti più piccoli, non ha messo gli ammortizzatori funzionanti e le maschere per il canopy. Per il resto il livello di dettaglio resta molto alto, anche nel cockpit.



come aftermarket mi sono voluto limitare al minimo indispensabile: ho comprato le apposite maschere Montex sopratutto per il canopy, la dfficoltà maggiore di tutti gli Zero sta infatti nel riuscire a verniciare a dovere tutti i montanti, ora che il mercato è globale vale la pena spendere 5 euro e risparmiare molte ore di fatica per tagliare i bordi curvi dei vetrini, ;-)



mi sono poi avanzate due canne di mitraglatrici Master da un altro montaggio e queste andranno a rimpiazzare quelle da scatola, vedremo poi in corso di montaggio se ci sarà veramente bisogno di resine e/o fotoincisioni...



le decals fornite dalla scatola sono oggettivamente molto belle e sopra la media della solita produzione di Hasegawa, siccome adoro mettere le decals (Luca mi scuserà) deciderò in seguito se usare le maschere per le hinomaru o le decals da scatola.



di sicuro utilizzerò i numeri per la deriva e i marchi per le vittorie riportate, per gli stencils da qualche parte dovrei avere ancora un foglio di trasferibili a secco ma non sono riuscito a trovarlo nella confusione generale del mio magazzino!
:-x



la monografia di riferimento sarà sopratutto questa, un must anche se un poco datata



i profili presenti in questo libretto invece sono molto utili per comprendere dove realizzare scrostature e tracce di fumo.
Per ora è tutto, la mattina è colma di impegni, spero di poter dedicare qualche ora al modello nel pomeriggio, vi rimando quindi a domani per le foto delle plastiche impiastricciate di colla. :-)

 Icepol :

8/2/2020 11:31
  Molto bene!!  

Mi accodo a questo bellissimo progetto presentando il mio kit dello Zeke: trattasi della arcinota scatola Tamiya in 1/48 del Mitsubishi A6M5/5a. Il modello che rappresenterò è il famoso Zero dell'asso Akamatsu Sadaaki del 302 Kokutai di istanza nella base aerea di Atsugi nel febbraio del 1945
Questo eccezzionale pilota si ditinse durante il conflitto per aver abbattuto 27 caccia nemici (alcune testate lo accreditano di 30 vittorie) tra cui spiccano:
 
  • 4 P40
  • 1 Spitfire
  • 4 F6F hellcat
  • 4 P51 Mustang
 

Per la sua storia completa se volete leggerla vi rimando a Wikipedia , l'unica cosa che vorrei aggiungere qui è che, come per tanti piloti, sopravvissuto alla fine della guerra, trovò dei lavori mediocri per sbarcare il lunario e morì nel 1980 dimenticato da tutti ....


Per questo progetto non è mia intenzione usare molto aftermarket, giusto per il cruscotto le canne delle armi  e forse per i flap perchè quelli di tamiya sono penosi, a differenza del resto delle stampate che sono eccellenti. Se si renderà necessario l'acquisto di accessori lo valuterò .

Ora le foto di rito:





qui le stampate davvero molto ben fatte




l'unico aftermarket che ho per il momento almeno




e per ultimo una serie di umarel 






Ciao
 

 gizpo :

8/2/2020 11:34
 Bene Paoli :-D :-D :-D

Paul (Ice), per gli umarel non vedo l'ora di vederti all'opera, so che ti piace molto dipingerli :-D :-D :-D

 Oberst_Streib :

8/2/2020 12:30
 Bene, io il mio lo avevo gia' anticipato ma ribadisco:
A6M5 Tamiya in scala 1/72, da scatola e con decals da scatola.
D'altronde in stile Tamiya il kit e' semplice ma praticamente perfetto, probabilmente il miglior Zero in 1/72 o forse a pari merito col famoso Fine Molds a puntate...



Come anticipato faro' in modo di modellare uno Zero di un reparto diverso da tutti gli altri partecipanti, giusto per avere soggetti diversificati.
Come si vede nelle istruzioni, ci sono questi 3 soggetti:
  • A6M5 Mitsubishi, Rabaul Kokutai, isola Nuova Britannia
  • A6M5 Nakajima, 652. Kokutai, portaerei Junyo
  • A6M5 Nakajima, 653. Kokutai, prefettura di Oita, Giappone
Nessuno dei tre e' associato a piloti famosi: sono tre soggetti abbastanza anonimi ma direi piuttosto tipici dei tardi Zero.

Adesso vado a scegliere i colori, ma probabilmente andro' con i H59 e H61 Gunze e poi vediamo per gli interni che usare.


 ziochicchi :

8/2/2020 12:44
 Pronto anche io


Non so ancora se farò questa o l'altra versione....devo documentarmi





Rispetto a voi parto avvantaggiato : ho già i pezzi staccati e puliti dalla fabbrica







Ora faccio un pò di ricerche per vedere quale fare

 bar-ma :

8/2/2020 13:13
 Io mi sono imbucato a questa festa, senza alcuna pretesa, ma per sfruttare l'occasione di allargare i miei orizzonti modellistici e di godere della compagnia di viaggio di questo splendido gruppo di modellisti quali siete.
Si, lo ammetto, lo faccio anche per la maglietta:" Io c'ero!"

Sono un 72aro e quindi mi appresto a fare il seguente microbo: un A6M5c type 52c della Academy che riproduce l'esemplare del famoso Takeo Tanimizu, già introdotto in modo esauriente da Pierpaolo su questo precedente thread.
Per me, questa, è una grande occasione per imparere anche a livello storico, oltre che modellistico.
Quindi ringrazio chi ha dato inizio al rotolamento del masso con il precedente wip a 4 mani e chi gli ha dato seguito con questo.

Lo farò da scatola, senza aftermarket aggiuntivi, perchè non mi reputo ancora modellisticamente pronto.
Spero di non sfigurare troppo.

Ora le foto di rito:













Per i colori, al momento ho questi.
Per gli interni non ho ancora il tamiya, non so se questi due verdi alternativi possano andare bene lo stesso.





Maurizio

 Oberst_Streib :

8/2/2020 14:26
 
Quote:
bar-ma ha scritto:

Per gli interni non ho ancora il tamiya, non so se questi due verdi alternativi possano andare bene lo stesso.



Maurizio


H50 o H312?
Avoja se vanno bene Maurizio, sfido chiunque a dirti: no, sono sicuramente sbagliati!       

E piu' che altro, in 1/72, non so se hai capito quanto e' grande l'abitacolo e quanto poi riuscirai a vederne il contenuto, una volta chiuso.
Io andrei tranquillo.

 bar-ma :

8/2/2020 15:25
 Quote:
Oberst_Streib ha scritto: ...
H50 o H312?
Avoja se vanno bene Maurizio, sfido chiunque a dirti: no, sono sicuramente sbagliati!       


Non so se qui attorno ci sia qualche ex pilota giapponese pronto a smaronarmi




Quote:
Oberst_Streib ha scritto: ...
E piu' che altro, in 1/72, non so se hai capito quanto e' grande l'abitacolo e quanto poi riuscirai a vederne il contenuto, una volta chiuso.
Io andrei tranquillo.



si, si, sarà microscopico
però il bello del forum è che la realizzazione deve passare anche il vaglio delle foto macro che sono sempre impietose

Gli interni sono quasi sempre per soddisfazione personale, perchè una volta chiusa la fusoliera si vede si e no il 20%.
Quello che restano sono le foto pre-assemblaggio.

Ciaooooo
Maurizio

 Paolomaglio :

8/2/2020 15:30
 Maurizio, le tue prove a colori sul mio video sono irriconoscibili, ad esempio lH60 lo vedo quasi nero, quindi non mi fido di come vedo i due colori proposti per interni, il primo dovrei averlo, proverò a fare qualche foto a fianco di quello giusto e vediamo quanto e se si discosterà....

 Paolomaglio :

8/2/2020 18:58
 

Eccomi Maurizio, ho provato a fare delle strisciate con i miei colori, in effetti il 312 è abbastanza simile all'XF-71 e può sostituirlo senza troppi patemi, il problema è che questo è il colore per interni usato da Mitsubishi, per un Nakajima ci vorrebbe quello tutto a sinistra, un colore un po' pià fangoso che puoi ottenere aggiungendo un poco di TAN o camoscio o giallo spento al 312. Altrimenti dovresti scegliere un velivolo di costruzione Mitsubishi ma non so se nella tua scatola è previsto perchè non vedo una painting guida alternativa all'esemplare sulla cover che è Nakajima. E qui chiudo perchè se fai con quello che hai non si arrabbia nessuno.
Il io cosniglio è: impara a miscelare i colori, non puoi sempre trovare o comprare un baattolo apposito, specie se il Giappone WWII non è il tuo campo di interesse principale.

 bar-ma :

8/2/2020 21:34
 Innanzitutto, grazie per il tempo che mi dedichi tutte le volta.



Quote:
Paolomaglio ha scritto:  Eccomi Maurizio, ho provato a fare delle strisciate con i miei colori, in effetti il 312 è abbastanza simile all'XF-71 e può sostituirlo senza troppi patemi, il problema è che questo è il colore per interni usato da Mitsubishi, per un Nakajima ci vorrebbe quello tutto a sinistra, un colore un po' pià fangoso che puoi ottenere aggiungendo un poco di TAN o camoscio o giallo spento al 312.

Ecco, ti pareva che c'era la fregatura



Quote:
Paolomaglio ha scritto:
Il mio cosniglio è: impara a miscelare i colori, non puoi sempre trovare o comprare un barattolo apposito, specie se il Giappone WWII non è il tuo campo di interesse principale.


Il mio problema è sempre lo stesso, se non ho un qualche riferimento del colore che devo riprodurre è praticamente impossibile, per me, riprodurlo senza ricorrere ai colori già pronti identificati per codice.
In questo caso l'unico riferimento che posso avere sono le foto a video, che però a seconda della luce cambiano di tonalità completamente.
Quindi come ne esco?
Ok, posso miscelare aggiungendo come dici altri colori, ma quanto? Come capisco se mi sto avvicinando o allontanando?
Purtroppo anche se fossi un mago dei colori, non avendo un campione affidabile da confrontare potrei solo andare a caso.

Ho trovato, però, questo:
AK REAL COLORS AIR RC307 IJN M3 (N) Nakajima Interior Green



Hanno anche questo:
AK REAL COLORS AIR RC306 IJN M3 (M) Mitsubishi Interior Green



So che tu gli AK non li usi, proverò a procurarmeli e poi vedo come sono nella realtà.

Tornando alla tua affermazione iniziale, cioè che dalla mia foto non ti tornavano i colori, effettivamente il campione che ho fatto del H59, l'ho spruzzato bello pieno e mi è venuto bello scuro.
Ad essere sincero non mi convince moltissimo, pare tanto scuro pure a me.
Forse, però, spruzzandolo in modo meno pesante e con una base chiara sotto, resta meno tetro.
Farò delle prove.

Maurizio

 Paolomaglio :

9/2/2020 07:14
 Da quello che vedo AK ha invertito i nomi dei colori, il Nakajima è quello più chiaro.
Il verde scuro IJN ha molto blu per tanto tende a scurire molto se dato strato su strato, occorre stenderlo con un'unica passata omogenea. La carta poi non è adatta a fare le chip perchè assorbe, ci vuole il plastcard e anche così non si ottiene un effetto perfetto perchè il plastcard è bianco mentre i modellini son quasi sempre grigi, ecco perchè non perdo tempo a fare le chip. ;-)
Chip di riferimento valide si trovano in alcuni testi sacri giapponesi sulla mimetica. 8-)

 Paolomaglio :

9/2/2020 07:21
 Ieri, verso le 15, ho finalmente aperto le buste.
Desideravo cominciare con il canopy applicando le maschere Montex per assicurarmi che fossero di misura perfetta, subito una delusione! I trasparenti di Hasegawa apparivano tutti rigati, non da graffi, per fortuna, ma righe create probabilmente da una estrazione precoce dallo stampo, prima che la plastica fosse completamente asciutta. :-(



per rimediare ho tuffato i 3 vetrini nella Future, cosa che non faccio mai con gli aerei WWII ma quando ci vuole, ci vuole! Per fortuna in questo caso l'intervento è stato risolutivo ma l'applicazione delle maschere è slittata di 24 ore... ;-)

 Paolomaglio :

9/2/2020 07:43
 

sono quindi passato agli interni che paiono ben dettagliati, per iniziare ho incollato tutti i pezzettini più minuti alle coponenti più grandi escludendo solo l'arco che vedete sulla destra. Questo pezzo rappresenta una fune che serve a far scorrere il sedile verso l'alto in decollo e atterraggio per far vedere al pilota oltre il cofano motore, dovendolo vernciare color corda l'ho lasciato da parte.



ne è seguito un prudenziale montaggio a secco ma Hasegawa non tradisce e tutto è filato liscio



ne è seguita una mano di Interior green Nakajima (il colore è un pò sparato perchè la foto è stata scattata nella light box). Da notare che dietro al sedile sulla versione è posta una piastra corazzata che impedisce di vedere cosa sta dietro, nelle versioni precedenti (M2 e M3) attraverso quella apaertura si vedevano le bombole di ossigeno ma qui è tutto chiuso e non si tratta di un errore. Ad alcuni piloti, come Sakai, non piaceva la presenza delle corazzature, oltre a questa ne troveremo altre, perchè limitava molto velocità e manovrabilità di questa variante dello Zero ma non risulta checi furono interventi di alleggerimento sul campo.



per dare maggiore profondità ho spruzzato un verde più scuro sul fondo delle pareti laterali, in questo caso il Mitsubishi interior green, sarebbe un errore ma una volta chiuso le fusoliere sarà impossiile notare questo colore che farò solo ombra la Nakajima green che sporgerà dai montanti.



nella vista laterale il contrasto è viceversa molto evidente. Ho scelto questa strada perchè non mi è venuto in mente un altro modo di scurire il Nakajima green, un colore troppo particolare....

 Paolomaglio :

9/2/2020 07:51
 

di seguito ho ocminciato a dettagliare i vari componenti con i colori Vallejo diluiti nella Future. In pratica metto una goccia di colore nero, rosso, etc.. sul tappo di uno yogurt, poi bagno il pennellino nella Future, stempero la goccia di Vallejo e la applico dove serve. In questo modo ottengo maggiore fluidità e resistenza dei vinilici Vallejo.
Da otare che Hasegawa suggerisce di verniciare alcuni componenti con il verde scuro degli esterni. Sinceramente non ho mai visto nulla del genere ma mi è parso un modo interessante di vivacizzare il tutto senza introdurre tinte stravaganti, in fondo è possibile che alcuni strumenti fossero rimossi per manutenzione e poi rivernciati col primo barattolo a dsposizione....



adesso procedo con i lavaggi, poi drybrushing, decals e aggiunta dei cavi.... :-)

 Icepol :

9/2/2020 10:19
  Grande Paolo!! Sei già partito a razzo  . Gli interni mi sono piaciuti molto ed è interessante il fatto che hai applicato del verde ( quello usato per dipingere l'aereo?) su alcune parti del cockpit...ho idea che ti copierò questa tips.

Io ti seguirò appena finita la basetta del mio jug che non sarà tra molto,spero!!


Ciao



 

 Paolomaglio :

10/2/2020 06:48
 

chi volesse rivettarsi il modello si vada a guardare che lavoro immane comporta su un buon trittico, lavorando in scala 32 io tem che dorò procedere in tal senso....



per aggiungere i cavi di accensione del motore bisogna aprire 72 fori nella dura plastica Hasegawa: due in ciascun cilindro e uno nell'anello di ditribuzione centrale, lo feci l'anno scorso con il Tamiya e fu molto più semplice grazie alla plastica più tenera, qui ci ho rimesso due punte di trapano! :-x

 Paolomaglio :

10/2/2020 07:00
 

momenti di panico nel mascherare i vetrini: le maschere Montex non combaciavano! Poi ho provato il secondo set fornito ed è andato su alla perfezione, in pratica Montex fornisce due tipi di maschere per versioni diverse, la differenza sta tutta nella parte alta del parabrezza, el mio caso l'apertura in alto è più grande del solito.



i puristi storceranno il naso ma per i quadranti ho tagliato le decals con la fustellatrice, in 3 dimensioni, e le ho incollate separatamente



la versione M5c si caratterizzava anche per avere un battellino di salvataggio che fungeva anche da cuscino per il sedile, nel 1944-45 infatti la IJN non poteva più permettersi di perdere piloti esperti, ovviamente se realizzate un kamikaze il battellino va omesso. Ora dovrò opacizzarlo un poco e metterci sopra le cinghie di ritenzione pilota.





le prove a secco non sono mai una perdita di tempo aiutano a familiarizzare con il montaggio individuare i punti critici che è meglio conoscere prima di incollare e poi ne approfitto per qualche fotografia







 Paolomaglio :

10/2/2020 07:10
 

i flabelli del cofano motore di Hasegawa non si riescono ad incollare, esistono rimpiazzi in resina ma il problema consta in solo mezzo millimetro di troppo di uno dei flabelli, ho quindi carteggiato un poco i due flabelli attigui togliendo un quarto di mm da ciascuno e li ho fatti andare in sede, per incollarli ho provato la nuova colla polacca che ho presentato qualche giorno fà.
La colla è appea meno liquida della Tamiya tappo verde ma corre bene dentro agli interstizi, diciamo che ci sono meno rischi che vada dove non deve, l'odore è meno pungente della Tamiya e, sopratutto, è dotata di pennellino con setole extra lunghe, molto molto comodo da usare, specie quando si devono unire due semiali o i piani di coda!



sulla tenuta vi darò conferma tra qualche giorno ma ritengo non ci saranno problemi di sorta. :-)

 Paolomaglio :

10/2/2020 08:15
 

ho provato a montare a secco anche la fusoliera, operazione facilitata dalla presenza di tre robuste sezioni centrali dotate di grossi perni. La giuntura è assolutamente perfetta, si nota la canna della 13 mm che sporge a sinistra del cofano, bisognerà studiare bene come vernciare quella zona senza sporcarla di verde...inoltre sempre sulla destra è presente un grosso foro di aereazione ovale che serviva ad espellere i fumi della mitragliatrice, caratteristica tipica solo di questa versione. Inutile dire che il foro va approfondito...



altra caratteristica del 5C è il blindovetro integrato al poggiatesta del pilota, si trattava di un armatura spessa 55 mm che poteva fermare anche i colpi da 20mm però al prezzo di altro peso aggiunto al povero Zero che, così configurato, molto difficilmente riusciva a raggiungere le quote dei B-29. Per questo motivo ritengo che gli abbattimenti di B-29 da parte degli Zero di Tanimuzo, Sakai, Akamatsu e altri grandi assi, vadano un poco rivisti. A parte il caso fortuito in cui possano aver colto un B-29 a quota più bassa, per lo più si trattava di "finire" i bombardieri già danneggiati da intercettori dotati di turbocompressori come i Ki-44 dell'esercito o i Jack della marina. Akamatsu in particolare alternava missioni con il jack e con lo Zero mentre Sakai non volle mai abbandonare lo Zero a parte che per voli di test.

 Paolomaglio :

10/2/2020 08:21
 

come vedete da questa foto la visibilità posteriore era fortemente limitata dal blindovetro, che doveva essere pure poco trasparente, quindi si capisce come i piloti più sicuri delle proprie capacità lo detestassero in favore di una migliore visibilità e velocità del proprio caccia.

 maurozn :

10/2/2020 12:41
 Ciao a tutti
Ecco il mio kit






 Fabio :

10/2/2020 12:47
 Trattasi dello Zero del Kapikaze Gizpo Mome Skianto ?
Ciao
Fabio

 maurozn :

10/2/2020 13:07
 Riprendo dalle foto , purtroppo se faccio post troppo lunghi il pc non me lo carica ,scusate.
Nel profilo lo Zero che riprodurro' che viene indicato come appartenente alla Konoike training unit (prefettura di Ibaragi) nel Febbraio 1944. L'aereo viene attribuito nientemeno che all'asso Sakai nel periodo in cui fece l'istruttore (da verificare, ma che dona un gran fascino al progetto).
I colori da sinistra verso destra per cockpit, superfici inferiori (da correggere con un poco di verde) e superfici superiori. L'aereo è di produzione Mitsubishi, quindi vani carrello nel colore delle parti basse e naca motore+fremes interni in nero bluastro semilucido.Quote:

Fabio ha scritto:

Trattasi dello Zero del Kapikaze Gizpo Mome Skianto ?
Ciao
Fabio

 Phoenixs :

10/2/2020 14:17
 buongiorno a tutti... sto' affrontando anche io la costruzione di un A6M2 in verde a questo link, stò quasi completando la colorazione, ma mi sarebbe piaciuto entrare in questo gruppo per condividere le conoscenze: dietro gli zero c'è un mondo di ricerche.... Il mio è un A6M2 di costruzione Nakajima a fine guerra, i colori usati sono:
per gli interni Mr.Color 127 addizionato di verde a occhio...
Aotake Gunze H063
Superifici Inferiori H062
Superfici superiori Mr.Color 129.
Ho una domanda però: l'elica in quel periodo era colorata di marrone?

 Paolomaglio :

10/2/2020 14:49
 Ivan il link non funziona, dopo provo a cercar eil tuo WIP.
Mauro, qualcosa non quadra in quello che hai scritto:
sial il profilo che hai postato che la foto della cover indicano chiaramente un Najakima Zero, quindi colore interni più chiaro di quello che hai e cofano grigio scurissimo. 8-)

 Phoenixs :

10/2/2020 15:03
 link sistemato.. ;-)

 Paolomaglio :

10/2/2020 15:12
 


Il Nakajima tipo 21 in primo piano secondo la didascalia che ho su un volume della Graphix dovrebbe essere del capitano Riko Nagahide con una bomba da 250 chili. Così scrisse Carlo qualche tempo fà.

L'elica mi pare marrone scuro e molto rovinata, con parte posteirore nera, ogiva marrone o pià probabilmete verde come la fusoliera.
Questo esemplare era probabilente nato in gray-green, poi rivernciato in verde, le scrostrature quindi dovrebbero rilevare 3 tinte: verde, grigio, antiruggine mattone rossastro e metallo nudo.

 Franz11 :

10/2/2020 16:09
 Mauro,
ho una foto di quell'esemplare



Il simbolo sulla coda ne fa un esemplare dello Tsukuba Air Group basato a 神ノ池航 (Kaminoike, ma la traslitterazione dal giapponese è sempre un problema) che come Tsukuba è nella prefettura di Ibaraki. Il reparto era sparso su quattro o cinque campi nella piana a nord di Tokyo. Oggi c'é un treno rapido diretto che dalla stazione di Akihabahara a Tokyo porta a Tsukuba, che oggi è un cittadina che accoglie un largo numero di centri di ricerca.
Il gruppo era un gruppo addestramento ma che in caso di bisogno era mobilizzabile contro incursioni di bombardieri US. Non ho alcun riscontro su quale potesse essere il velivolo di Sakai, ammesso che ne avesse uno specifico.

Come si può vedere, l'aereo è vecchio, un 2b nel '44, e con il metallo della fusoliera corrugato probabilmente dagli sforzi subiti durante la vita operativa. Una bella sfida ottenere quell'effetto.

Ciao

Carlo

 maurozn :

10/2/2020 17:59
 Ciao a tutti
Dopo essermi confrontato privatamente con Paolomaglio devo ammettere che stavolta "l'ho fatta fuori dall'urinario " coma amiamo dire a Bologna...quindi doverosamente rettifico quanto scritto in precedenza.
Interni in Nakajima green (pure i fremes interni) ,vani carrelli in aotake e cofano motore in grigio/nero.
@Franz11
Carlo ero già in possesso della foto ,pensavo di postarla più avanti nella modellazione, ma fa niente. Per l'effetto "stressed skin", col cuore in mano non me la sento proprio, l'unico risultato che otterrei sarebbe di rovinare il modello. So cmq di qualcuno che vuole provarci ,ma non anticipo niente. Devo dire che i tuoi interventi sempre interessantissimi ed esplicativi sono uno dei motivi che rendono unico il nostro forum. Grazie di cuore.
Inutile che ti dica che se ti unissi a noi ci faresti tutti contenti!

 Oberst_Streib :

10/2/2020 20:30
 Ok vi espongo il mio dubbio.
A prescindere da differenze tra aerei prodotti in Mitsubishi e aerei prodotti in Nakajima, che se mai è esistita era probabilmente causata da diversi fornitori delle vernici stesse, quello che mi lascia perplesso è il colore delle superfici inferiori.

Ripeto, non voglio fare il purista, anche perche' io sono dell'idea che i colori siano una "realtà alquanto aleatoria" e che differenze specialmente in saturazione e luminosità possono essere dovute a mille fattori.
E glisso sulle differenze anche in tonalità che possono essere dovute agli agenti atmosferici o anche solo al primer...

Dicevo: il grigio delle superfici inferiori degli A6M5.
Leggendo il resume che Lansdale fa nel 2013 sui colori degli Zero , traendo insieme a Nohara le info dal Report 266 del Yokosuka Kaigun Kokutai, si legge:



Insomma, vengono identificati 2 verdi scuri (D1 e D2) e 3 grigi i J2 e J3 e il famoso "colore degli Zero iniziali".
E fin qui, ok, ma il bello viene ora. Leggete cosa dice nello stesso articolo:



La frase centrale: Mitsubishi mette il verde scuro sopra ma continua ad applicare il "grigio oliva pallido" (= il colore degli A6M2) alle superfici inferiori degli Zero.
E prosegue: Nakajima sembra fare la stessa cosa.
E quindi riassume:



Come vedete, qui non si parla di utilizzo dei grigi J2 e J3.
Lansdale sembra dire che il colore degli Zero, sotto, rimane sempre il famigerato "grigio oliva pallido".
Ma quindi un cambio di colore non c'è mai stato?

Se invece guardo dentro il Model Art Special n.510, dedicato ai caccia IJN, l'ipotesi e' altra: gli A6M5 avevano il ventre di colore grigio chiaro-neutro-celeste (FS 26496-36357), come vedete sotto:



I colori indicati sono appunto il D1 o il D2 (34077-34092) e il J3 (36496-36357) o anche il J2 (36307)


Ora, ribadisco, qui si parla di A6M5, quindi di aerei prodotti dal 1943 in poi, e non di A6M2 e A6M3, che ragionevolmente potevano avere la mimetica indicata sopra da Lansdale (D1 o D2 sopra grigio oliva chiaro).
Qual'è la interpretazione piu' corretta?

Mi e' rimasto il dubbio...

(NOTA: tutti gli estratti sopra copyright J.Lansdale o Model Art Magazine e qui solo per discusisone modellistica)


 maurozn :

10/2/2020 20:49
 Alessandro innanzitutto onore a te per 2 motivi:
1 la tua disamina è supportata da "solidi" argomenti e le tue perplessità sono legittime.
2 la volontà di approfondire l'argomento per realizzare un modello il più veritiero possibile è a dir poco encomiabile. Non ultimo è il motivo principale di questo gruppo, cioè la ricerca storica.
Purtroppo per dare una risposta definitiva ai dubbi che poni credo che l'unica soluzione sarebbe avere la macchina del tempo e tornare per un momento al lontano 1944.
👍👍👍👍👍

 bar-ma :

10/2/2020 20:50
 

Già ero in difficoltà con il verde degli interni... che praticamente non si vedono...

 gizpo :

10/2/2020 21:44
 Quote:
Trattasi dello Zero del Kapikaze Gizpo Mome Skianto ?


:-D :-D :-D :-D :-D :-D :-D :-D :-D

 Icepol :

10/2/2020 21:53
  Da quello che leggo parrebbe che i tuoi dubbi siano fondati, quindi? Siamo ad un empasse... Per decenni si è sempre mimetizzato in maniera errata? Apriamo la via ad una nuova interpretazione?



 

 Franz11 :

10/2/2020 22:07
 Caro Alessandro,
bella disamina. Io una risposta assoluta non ce l'ho e quindi ti espongo quella che resta la mia opinione. Il Model Art 510 è del 1998 e guardando l'originale di cui son fortunato possessore, sulla tabella c'é scritto Mitsubishi J3 "grey green" in alto e Nakajima J3 "gray green" in basso. Il suggerimento per colore Gunze (a destra nella tabella) dice di schiarire il 128 di più o di meno nei due casi. Se hai il 128 (o il Tamiya XF-14 che é dato come un opzione ancora più a destra) vedi che hanno una netta componente verde che manca sulla chip.
Lansdale, che fra l'altro aveva avuto accesso a una vasta serie di campioni diversi, confronta le definizioni dei J2 e J3 con quelle inizialmente riportate da Thorpe negli anni 70 e con i vari campioni a cui aveva accesso Nohara. E per lui il J3 è più un grigio oliva pallido che un vero grigio.

Quindi, per me, la contraddizione è solo nel colore della chip, in realtà tutti concordano che sotto il colore è probabilmente rimasto sempre un J3 e l'ambiguità è quale sia il "vero" J3. Per fare delle varianti io vado di mescole di 128 e più o meno 56 per i Gunze e di XF-14 e più o meno XF-76 Tamiya, giusto per non avere tutti i modelli identici. Occhio che poi la finitura deve essere minimo semilucida.

Come fonte più recente ti segnalo il Combat Colours n.9 della Guideline Publications "An Illustrated guide to the colour schemes and markings of the Mitsubishi Zero" di Nick Millman del 2017. Per il type52 anche lui si schiera per D1 o D2 sopra e J3 sotto con i vari soliti distinguo sulle loro tonalità esatte (Kariki 117 vs pezzi d'aereo ritrovati)

Ciao

Carlo

 Franz11 :

10/2/2020 22:41
 P.S.
Per quelli che hanno un po di tempo, una serie di articoli di Nick Millman nel 2009 sul problema dell'Olive Gray....


Olive Gray I

Olive Gray II

Olive Grey III

Olive Grey-iI

 Paolomaglio :

11/2/2020 06:42
 Costruisco modellini di Zero dal 1977, ne avrò fatti più di 100 e mai due con lo stesso colore. Questo è il bello e il brutto di modellare i Jap WWII bisogna accettarlo.
Negli anni settanta gli Zero A6M2 erano bianchi, come nel telefilm Ba Ba Baa Black Sheep (per la cronaca Robert Conrad ci ha lasciato proprio l'altro ieri). Se lo erano inventato ? Non proprio, ci sono delle foto di Zero precipitati sulle spiagge del Pacifico che paiono bianchi. Peccato che le foto siano molto sovraesposte e che l'affidabilità delle prime pellicole a colori fosse scarsa, aggiungiamo il sole cocente e il riflesso del mare e della sabbia, pure bianca, e otteniamo uno Zero in bianco.



Poi si passò all'IJN gray che per quasi tutti gli anni ottanta l'ha fatta da padrona. Negli anni novanta salta fuori l'amehiro o color caramello e giù di Zero in marrone traslucido.
Poi ancora il verde oliva chiarissimo, quasi subito contraddetto da una miscela più simile alla canapa che al verde....
Avrò 50 volumi giapponesi comprati fra il 1982 e il 2019, non ce ne sono due che riportano la stessa tinta, la ricerca va avanti, sempre più scientifica e approfondita.
Lo scambio di informazioni fra ricercatori giapponesi e americani ha aiutato molto.
I pezzi di Zero ritrovati a distanza di 50 o 70 anni invece non sono sempre atati inerpretati nel modo giusto.
Un pezzo di lamiera vernciato non può conservare la tinta per tutto quel tempo, specie quando è esposto alle intemperie, sole, salsedine, piogge, etc... Occorre grattare la superfice e sperare che la tinta sotto sia rimasta più integra.
Il modellista ha il dovere di informarsi, di non fermarsi al primo libro che trova, quello di Thorpe oggi fà ridere però ha il pregio di essere stato il primo ad affrontare l'argomento in inglese, e poi di prendere una decisione ponderata.
La mia decisione relativamente a questo montaggio in compagnia è stata questa:
1- la IJN nella primavera del 43 emana una specifica che prevede l'utilizzo di un verde scuro su tutti i velivoli. Il colore è decisamente verde, volendo con riflessi bluastri ma non marroni, niente olive drab.
2- sugli A6M2 ancora in produzione presso la Nakajima si adotta il verde sopra al grigio-verde già in uso che rimane sulle superfici inferiori.
3 - Mitsubishi fà la stessa cosa con l'A6M3 che ha sulle sue catene di montaggio.
4- gli aerei già in linea ricevono il verde sopra e rimangono in grigio verde sotto.
E l'IJN gray?
Di sicuro è esistito. Di sicuro era il colore delle superfici inferiori di bombardieri e idrovolanti. Quando fu adottato nelle catene di produzione dello Zero? Difficile dirlo.
Per dover scegliere io ho pensato che portrebbero aver cominciato con l'A6M5. Un'ipotesi che vale quanto un'altra.
Qui sotto vedete un femo immagine di un video ben conservato, i colori paiono ben conservati, non alterati, il grigio che sta sotto è decisamente grigio, non ha nulla di verde o hemp:



Il resto sta a voi, fate una scelta, che sia motivata dalla documentazione esistente, e nessuno potrà dirvi che avete sbagliato.

 Oberst_Streib :

11/2/2020 08:21
 Grazie Carlo e Pierpaolo per le interessanti repliche e gli ulteriori dettagli!
E, sì Carlo, gli articoli di Aviation Of Japan sono una fonte preferenziale anche per me.

Quindi, per tirare le somme, nessuno ha la ricetta in mano, pero':
  • Carlo opterebbe per la interpretazione di Lansdale con il J3 che e' sempre stato il colore base dello Zero, prima su tutte le superfici, poi solo in quelle inferiori
  • Pierpaolo invece opta per un cambio di colore grigio avvenuto in momento imprecisato durante la produzione, ragionevolmente con l'A6M5
Ovviamente potrebbero essere vere entrambe le ipotesi, con il J3 che banalmente ha cambiato tonalita' nel corso della guerra, per cambi di composizione chimica, o di produttori, ecc...

Carlo, sul colore delle pseudochip presenti sul Model Art 510: ovviamente il colore delle stesse e' irrilevante, dato che si tratta di colori a stampa su una rivista.
La cosa interessante, e ambigua a questo punto, e' l'interpretazione colorimetrica di quei colori.
Perche' a prescindere dalle chip presenti nelle varie riviste e articoli, gli autori hanno usato il FS.595 come termine di confronto.
E rilevano differenze anche rilevanti tra i colori.

Ad esempio, i tre grigi J3 proposti da Model Art (e comunque condivisi in parte dagli altro autori) sono questi:



che sono effettivamente piuttosto simili tra loro, a parte la saturazione crescente.
Ma sono in parte diversi dai "grigi oliva pallidi" proposti dagli stessi autori:






O meglio: il -6350 e il -6357 sono molto simili, ma certo il -6160 e il -6496 sono lontani anni luce.
Insomma, io sarei per pensare che in realtà, appunto, il colore J3 sia rimasto sempre lui, ma la composizione chimica era cosi' variabile che ne abbiamo molte varianti diverse.

Ah, a proposito, i colori sopra non sono presi in bibliografia: sono le chip originali del FS.595b di cui ho fatto ieri sera io stesso la scansione in condizioni omogenee dalla mia copia personale del 595b.
Insomma, magari sul PC non si vedono giusti, ma i rapporti relativi fra i colori sono corretti.

Ad integrazione di quanto sopra, ho fatto anche la scansione delle chip dei verdi scuri suggeriti dagli autori:






Come si vede, i colori proposti sono tutti molto scuri e abbastanza omogenei.
Solo il -4094 ha una tonalità leggermente più gialla e una luminosità maggiore, ma siamo sempre nei verdi molto scuri.

(nota per chi non lo sapesse: il FS.595b non e' un sistema colorimetrico ma una collezione di colori, per cui non esistono tutte le varianti lucido=1, satinato=2, opaco=3 di ogni tonalita', ma solo alcune di esse. Per questo sopra avete colori che iniziano per 1 o 2 o 3, a seconda della tipologia di riflettenza che quella data tonalità ha nel catalogo. In teoria, cambia solo la riflettenza ma non gli altri parametri colorimetrici)



 Franz11 :

11/2/2020 09:28
 Sono d'accordo con il tuo riassunto, e Pierpaolo può aver ragione. In fin dei conti nel febbraio 1945 ci fu l'introduzione di un nuovo standard e non si sa quanto sia stato applicato.
Non dimentichiamo che, ad aggiungersi alle variazione tra lotti produttivi, le composizioni chimiche non erano uniformi tra fornitori, che molti componenti erano di origine vegetale e che il loro invecchiamento era diverso come dimostrato da vere analisi colorimetriche di pezzi diveri in vari momenti del dopoguerra.
Il confronto con lo standard FS595b, per quanto pratico, resta sempre complesso per quello che indichi anche tu: non è uno standard colorimetrico. In un certo senso preferisco usare come riferimento le vernici modelllistiche a cui abbiamo accesso tutti piuttosto che le chip che non ho ;-)
Detto questo, siamo d'accordo che la presenza o l'assenza, dove e quando, di una tonalità più verdolina o più grigiastra resta intera e difficile da giudicare da foto in B/N.

Almeno questo ci lascia spazio per l'interpretazione e per ottenere modelli diversi e tutti piacevoli.

Ciao

Carlo

 Oberst_Streib :

11/2/2020 10:03
 Decisamente d'accordo con te Carlo.

In merito pero' a :

Quote:
Franz11 ha scritto:
In un certo senso preferisco usare come riferimento le vernici modelllistiche a cui abbiamo accesso tutti


... io starei all'occhio, dato che uso gli acrilici Gunze da una ventina d'anni e ovviamente ho ricomprato piu' volte gli stessi codici.
A distanza di anni, il colore in barattolini col medesimo codice e' diverso.
Solo invecchiamento dei piu' vecchi?
O e' veramente cambiata la composizione?
Mah...


 Franz11 :

11/2/2020 10:33
 Stessa cosa per me, ho un "vecchio" 56 e un nuovo "56" e un vecchio "128" e un nuovo "128", anche lo H61 mi sembra sia cambiato. Non credo all'invecchiamento visto che non li lascio al sole o li scaldo e, essendo prodotti di sintesi, la variazione dovrebbe essere minima. Credo che sia una conseguenza di quello che diceva Paolo, nel corso degli anni le "mode" sono cambiate e i fabbricanti si sono adeguati.
Ma ad un momento dato, tutti abbiamo lo stesso barattolo ;-)
E costa meno che un set di chip ....

Certo che confrontando lo stesso J3 di Gunze (Mr Color e Aqueous), Tamiya, ModellKasten, AK, White Ensign, etc si hanno più variazioni che sullo FS :-D :-D :-D

 gizpo :

11/2/2020 10:38
 All'epoca del mio Harrier avevo sollevato la stessa domanda, i nuovi sono molto meno densi ed hanno i colori leggermente diversi dai vecchi....

A parte questo Off Topic io sto seguendo le vostre discussioni cercando di imparare ma sono arrivato alla conclusione che a meno di non cannare il colore al 100% basta avvicinarsi a quelle tinte che va sempre bene...

 Oberst_Streib :

11/2/2020 10:47
 Quote:
Franz11 ha scritto: 
Certo che confrontando lo stesso J3 di Gunze (Mr Color e Aqueous), Tamiya, ModellKasten, AK, White Ensign, etc si hanno più variazioni che sullo FS :-D :-D :-D



:-D :-D :-D :-D :-D :-D

 Paolomaglio :

11/2/2020 10:54
 Quote:
sono arrivato alla conclusione che a meno di non cannare il colore al 100% basta avvicinarsi a quelle tinte che va sempre bene...


Sì direi che hai sintetizzato bene.
Vi faccio un esempio pratico: nel lontano 1994 feci la mia unica comparsa come giudice ad una mostra, c'era un Ki-27 Nate in 48, il solito Hasegawa/Mania, color verde pisello, ma proprio come i pisellini Findus!
Ovviamente lo stroncai e venni in seguito affrontato dal modellista sicuro da fatto suo, era proprio così, lo giuro, il colore è giusto! Ovviamente non mi lascia convincere. Il giorno del ritiro modelli il soggetto tornò con "la Prova", la pistola fumante che avrebbe messo KO il giudice.....
Si trattava di un volumetto degli anni settanta, che avevo anche io sin dalla terza elementare, in cui si riprendevano disegni già pubblicati come cartine da sigaretta, carte da gioco, figurine, francobolli, etc... di tutti gli aerei costruiti con colori molto ma molto approssimativi. Ecco, così anche no. Mikesh, Landsdale, Shinohara e compagnia cantante anche sì. ;-) :-P

 Franz11 :

11/2/2020 13:27
 Tra i montaggi e le discussioni mi state facendo venire la voglia di tirar fuori il vecchissimo 5c Tamiya in 1/48 e fare uno degli ultimi su cui ha volato Iwamoto Tetsuzo ;-)

 gizpo :

11/2/2020 18:49
 Sarebbe un piacere averti tra noi...

 Paolomaglio :

12/2/2020 08:10
 Carlo, spero proprio di averti fra noi anche con il montaggio, il tuo kit sarebbe complementare al mio e a quello di Maurizio...

In settimana poco tempo per modellare ma non si rinuncia a studiare, prima considerazione: come erano parcheggiati gli Zero?



La foto sopra è abbastanza emblematica, lo ero aveva 7 superfici di governo:
1- timone di direzione coda, a zero gradi o leggermente dissestato da un lato, io ho già tagliato il mio.
2,3- timoni di profondità in coda: di solito venivano laciati entrmabi verso l'alto come in questa foto, tagliare i miei sarà un lavoro lungo e fastidioso ma penso di farlo.
4,5 - alettoni sulle semiali esterne: di solito stavano a Zero e io li lascerò a zero perchè altrimenti mi incanerei con le maschere per le hinomaru, in alternativa potevano essere uno curvato verso l'alto e l'altro verso il basso, a voi la scelta, sugli M2 è più facile perchè le meatballs sono più piccole e non interessano questa parte, ma sull' 5 eviterei...
6,7 i flaps: sotto il bordo di usicta alare interno erano presenti due flaps il cui intern era dipinto sempre in aotake, quindi sarebbero carini da costruire aperti, il problema è che si aprivano solo in atterraggio o in virata stretta, manco in decollo si trovano foto con flaps aperti a meno che lo Zero non stesse spiccando il volo da una portaerei



a terra sono sempre chiusi :-( quindi se proprio volete realizzarli abbassati cominciate a pensare ad una scenetta di manutenzione con meccanico inginocchiato a smanettare...

 Franz11 :

12/2/2020 08:45
 Paolo,
in preparazione prevolo (o post volo? non ho tradotto la didascalia) ci sono casi in cui i flap sono abbassati, però bisognerebbe mettere un pilota dentro e avere il sedile in posizione alta.

 Paolomaglio :

12/2/2020 08:59
 Grazie Carlo.

Veniamo ad analizzare alcune delle sporgenze dello Zero, in particolare della versione M5c che in questa bella foto è ripresa in maniera eccezionalmente nitida:



La freccia 1 indica un piolo estraibile che serviva per fare presa con la mano sinistra quando si voleva arrampicarsi in cabina, più a sinistra ce ne era un'altro per la mano destra. Questi pioli avevano la testa piatta, chiusa, in questo caso invece il piolo appare come un tubo forato col bordo tutto scrostato, forse è saltata via una placchetta di protezione. penso che lo riprodurrò con una sezione di ago ipodermico, sul modello sono indicate le posizioni, da notare che in basso ce ne sono altri due per i piedi....

La freccia 2 mostra una strana scrostatura che forma un cerchio quasi perfetto, probabilmente un oggetto come le coperture di bambù che si vedono in foto, è stato sbattuto sulla fusoliera ed ha fatto saltare la vernice.

La freccia 3 mostra una riparazione estemporanea sul campo, una placchetta metallica fissata con 5 rivetti probabilmente per chiudere un foro di mitragliatrice.

La Freccia 4 mostra una riparazione molto simile ma a forma di trapezio e bloccata con 8 rivetti.

Le 2, 3 e 4 sono, ovviamente, caratteristiche uniche a questo specifico Zero nel luglio del 1945.

 Franz11 :

12/2/2020 09:12
 Ci scambiamo informazioni da tempo ma continui ad avere regolarmente un lapsus sul nome :-D :-D :-D :-D

Ciao

Carlo

 Paolomaglio :

12/2/2020 09:48
 Quote:
Ci scambiamo informazioni da tempo ma continui ad avere regolarmente un lapsus sul nome


Perdonami, nomi e numeri proprio non mi entrano, passerò a Franz 11!
:-D
Intanto correggo ...

 Franz11 :

12/2/2020 13:27
 Sulla foto di Paolo si può notare un'altro elemento specifico di alcuni 5c, un filo d'antenna che parte dalla base del supporto, esce dalla verriera e va verso l'ancoraggio in cima alla deriva. Questa filo era aggiunto a quello standard che va dalla cima del support alla deriva per migliorare la ricezione trasformando l'antenna da un sistema filare a un sistema a quadro (anche se in realtà un triangolo). Non ho informazioni sulla standardizzazione o meno in quanto si trovano foto con e senza filo aggiuntivo.

Ciao

Carlo

 Icepol :

12/2/2020 14:15
  Molto interessante questa discussione!! Senza vedere le foto io mi ero già portato avanti con i miei lavori ( a breve pubblico le foto) infatti ho provveduto a
rivettare l'aereo
tagliare le alette dei timoni di profondità in quanto avevo visto pure io che di solito sono'mossi' abbassare i flap con elementi fotoincisi dello Zio ( li terrò abbassati anche se è una forzatura) rifare il cruscotto

Non penso di toccare ne gli alettoni ne il timone



@Paolo avendo il 5a il punto 1 era presente anche nel mio soggetto? @Franz11 anche nel mio zero l'antenna era come nel 5c oppure era una prerogativa di quel modello?









 



 

 Paolomaglio :

12/2/2020 15:09
 

La presenza del doppio filo antenna credo che sugli Zero fosse segnalata da quella piccola striscia bianca in cima la montante dell'antenna. Se no c'era il filo dovrebbe essere singolo.

Ice: il punto 1 vale anche per il tuo, dovresti riuscire a vedere le teste incise sulla fusoliera del modello, nel tuo caso tubi con testa chiusa immagino....

 Franz11 :

12/2/2020 17:16
 Ice,
Sadaaki volava, come la maggior parte dei piloti giapponesi, con il primo aereo disponibile (soprattutto alla fine ...) e, per quello che ne so, non ci sono foto sue sullo Yo D 126. Detto questo, normalmente è accettato che abbia volato con quello negli scontri del 16-17 febbraio '45. Stasera guardo di nuovo se trovo la foto che credo sia su un Koku Fan, ma visto che le istruzioni riportano il doppio filo per quell'esmplare e non per gli altri, credo che ci sia. Ti faccio sapere rapidamente.

Ciao

Carlo

 Paolomaglio :

12/2/2020 17:21
 Quote:
Sadaaki volava, come la maggior parte dei piloti giapponesi, con il primo aereo disponibile (soprattutto alla fine ...) e, per quello che ne so, non ci sono foto sue sullo Yo D 126




scusasse dottò, ma la foto non è questa che pubblicai già diverse volte? ;-) si vede poco ma il filo pare uno solo non c'è un secondo discendente.

 Icepol :

12/2/2020 18:04
  😂😂 troppo forti! L'unica cosa che posso dire io è che nel foglio istruzioni Tamiya mette il doppio filo per questo soggetto...di più 🤷‍♂️ 

 

 marcellodandrea :

12/2/2020 18:23
 Sto seguendo questo topic con interesse. State facendo una cosa molto bella, complimenti. Al momento sono in disarmo perché sono molto impegnato sul lato familiare, ma ogni tanto dò un'occhiata. E' un peccato che abbia fatto già il piccolo Zero che mi avevano regalato altrimenti avrei partecipato anche io con profitto, smussando alcuni errori od omissioni. Spero facciate altre iniziative come questa (ma, per curiosità, non è lo stesso di un Group Build?).

 Franz11 :

12/2/2020 21:25
 Caro Paolo,
i beg to differ on this one :-)
Questa è una foto del libro dove ho quella foto e puoi vedere che si distingue l'isolatore a Y e la partenza dei due fili, uno inclinato verso il basso (quello verso la base del supporto nel cokpit) e uno perpendicolare alla linea del timone (quello che va in cima al supporto)..
La didascalia non chiarisce se il soggetto è Sadaaki o, come ho letto da qualche parte, il suo meccanico capo.



Purtroppo la qualità delle foto varia molto da pubblicazione a pubblicazione e mentre i disegni delle pubblicazioni giapponesi lasciano a bocca aperta, la qualità di riproduzione delle foto è veramente non all'altezza, soprattutto con i mezzi attuali di trattamento dei negativi o delle vecchie stampe.

Ciao

Carlo

 maurozn :

12/2/2020 21:30
 Ciao Marcello
Ci sono in effetti poche differenze, ma sostanziali.
Innanzitutto non c'è un bottone dedicato , ma un semplice topic, non c'è scadenza e a lavoro concluso non si ottiene nessun nastrino. Lo spirito poi è quello di una modellata tra amici , lo stesso del "wip a 4 mani poi 6" che, se ti è sfuggito ti invito ad andarlo a vedere , perché tutto è nato da li. Lo trovi sempre in "Giappone imperiale" .
Un saluto

 Paolomaglio :

13/2/2020 05:59
 Molto bene Carlo, concordo sul fatto che anche Yo D126 avesse l'antenna a triangolo, la mia scansione è troppo chiara e il secondo filo non si vede, Ice: prendi buona nota.
Sul fatto che in foto ci sia Akamatsu ho pochi dubbi, lo riconosco dal viso :-D era un brutto ceffo piutto robusto per il gran bere, un Boyngton giapponese che dormiva nei postriboli e spesso andava in volo alticcio.

 Icepol :

14/2/2020 00:40
  Ciao ragazzi!! Ebbene questa sera son qui ad aggiornare questo wippone a più mani!!! Certo è che di mani fino ad ora si vedono solo quelle del Maglio e le mie medesime......dove siete finiti tutti??



In attesa di vedere il vostro lavoro faccio vedere cosa ho combinato e come al solito due righe di commento sul lavoro svolto:

  • gli interni sono stati dipinti con l'XF71 Tamiya al quale ho aggiunto un paio di gocce di Tan
  • ho rivettato tutto l'aereo sebbene mi sarebbe piaciuto avere il set di rivetti in decal della HGW per provarli e vedere l'effetto che avrebbero fatto
  • ho mascherato il canopy con le mascherine fornite da tamiya che sono però da ritagliare .....non lo farò mai più, meglio acquistare quelle della eduard pretagliate.....tra l'altro il canopy dello zero ha tutti gli angoli rotondeggianti quindi ho fatto una fatica boia!
  • ho applicato i flap fotoincisi della eduard (molto belli) e siccome ho letto che in parcheggio difficilmente erano abbassati ho deciso di aprire i pannelli subito dietro il cofano motore per ricreare un mezzo in manutenzione ( insomma è più forte di me...non riesco a fare un kit senza aprire qualcosa )



Foto:






























questa la parte posteriore del motore fatta interamente in scratch mancano ancora alcuni dettagli come i bulloni e cavi




 




qui invece il dettaglio della parete tagliafiamma e relativo serbatoio dell'olio 




Ciao!!

 

 Paolomaglio :

14/2/2020 06:08
 Bel lavoro Ice, anche io sto rivettando ma molto lentamente perchè è un'attività che mi stanca molto, consiglio di segnare l'andamento con una matita per mantenere le distanze precise



ad esempio sulla cover del flap nel mio kit in 32 i rivetti sono distanziati 7mm... 8-)

 ziochicchi :

14/2/2020 08:03
 Belin ma siete proprio bravi ragazzi !!!
E ora una domanda:ma il vano carrelli era sempre in aotake ?

 Paolomaglio :

14/2/2020 08:12
 Quote:
il vano carrelli era sempre in aotake ?


negativo, scritto più volte: solo Nakajia lo utilizzava nel vano carrello e portelloni, Mitsubishi ha sempre impiegato lo stesso colore del ventre. ;-)

 ABC :

14/2/2020 08:46
 Domanda off topic.....

Anche sugli A6M2 Mitsubishi dipingeva il vano carrelli nel colore del ventre?

Alessandro :-) :-) :-)

 Paolomaglio :

14/2/2020 08:52
 Quote:
Anche sugli A6M2 Mitsubishi dipingeva il vano carrelli nel colore del ventre?


sì, ci dovrebbe essere mio WIP su Zero Pearl Harbour....

 ziochicchi :

14/2/2020 09:34
 Grazie Paolo....mi ha confuso il post di Ice

 gizpo :

14/2/2020 10:26
 Quote:
Certo è che di mani fino ad ora si vedono solo quelle del Maglio e le mie medesime......dove siete finiti tutti??


Caro Paul, innanzitutto un bravo per questo inizio, ero quasi certo che non avresti potuto resistere ed infatti hai iniziato ad aprire compartimenti :-D :-D :-D

La mia situazione te l'ho spiegata per telefono, sono in stallo con il biplano e fino a quando non concludo non riesco a mettere un altro modello sul tavolo, non ho spazio...
Limiti di tempo non ne abbiamo, al massimo tu e Paolo farete 6/7 modelli mentre noi ne finiamo uno... :-D :-D :-D

 bar-ma :

14/2/2020 11:23
 Io ho iniziato a staccare e pulire i pezzi.
Ho annullato l'ordine AK perchè ho deciso di andare ad occhio.
Per gli interni mi terrò su una tinta molto più chiara rispetto all'H312, per poi scurirla con i lavaggi.
Ho fatto anche prove schiarendo l'H59 con un 20% di bianco ed il verde è tornato fuori rispetto al quasi nero delle precedenti prove.
Anche per il cofano motore sono partito dall'XF-85 e ho aggiunto un 20% di blu scuro XF-8 per dargli un riflesso blu e me par ben.
Quando spruzzerò sul modello aggiusterò ulteriormente le percentuali, ma intanto quelle che ho provato sono una buona base di partenza.

Mi è pure venuta la scimmia di fare qualche piccola modifica al motore (Nakajima Sakae 21), anche se poi verrà chiuso, penso di farle ugualmente per pura soddisfazione personale.

Tutto questo per dire che non mi sono dato alla macchia

Maurizio

 Franz11 :

14/2/2020 13:52
 Ice

Quote:
questa la parte posteriore del motore fatta interamente in scratch mancano ancora alcuni dettagli come i bulloni e cavi





Più che dettagli e cavi mi sembra che hai saccheggiato la scatola del cucito delle signora :-D :-D :-D :-D :-D

In ogni caso, bello il lavoro complessivo.

 Icepol :

14/2/2020 15:21
  Accidenti mi hai scoperto Franz!!!!...solo non dirlo a mia moglie che sennò mi saccheggia la uallera😂😂😂😂 Perchè non ti unisci a noi con questo progetto?? Con le tue conoscenze/manualità ne gioveremmo tutti, o perlomeno io ne gioverei

 

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