Forum : Gli Uomini della Regia

Soggetto : Adriano Mantelli e il Ro 58 - Brutale eliminazione del silvering

 adlertag :

7/1/2019 14:33
 

Nato a Cortile San Martino (Parma) sviluppò fin da giovanissimo una enorme passione per la costruzione ed il pilotaggio degli alianti. Frequentò il Regio Istituto d' Arte assieme ad un altro futuro pilota, Giuseppe Cenni, e dopo il diploma entrò nella Regia Aeronautica, conseguendo il brevetto di pilota militare ed entrando in s.p.e. nell' ottobre del 1934.
Nell' agosto del 1936 fu tra i primi ad essere inviato in Spagna dove militò nella 1° esquadrilla de caza del Tercio; L' 8 settembre ottenne la sua prima vittoria aerea, seguita da altri 10 abbattimenti individuali entro il 2 novembre dello stesso anno.



Rientrato in Italia nel 1937 fu assegnato al centro sperimentale di Guidonia e poi, nel 1943, alla Direzione Costruzioni Aereonautiche, svolgendo in parallelo una intensa attività volovelistica.
Dopo l' armistizio aderì alla RSI, operando come istruttore e pilota collaudatore (in particolare del Fiat G 55 S). Costituì inoltre il Nucleo Volo Senza Motore dell' ANR.
Dopo il 25 aprile rifiutò di arrendersi ai partigiani e cedette le armi solo il 28, su ordine diretto del suo superiore, il maggiore Adriano Visconti.
Epurato dalla forza armata per i suoi trascorsi repubblichini si trasferì in Argentina, sempre occupandosi di alianti. Rientrato in seno all' AMI nel 1951, costituì il Centro MIlitare di Volo a Vela e fondò il Centro di volo a Vela di Rieti. Nel corso degli anni ottenne diversi primati italiani ed anche mondiali di distanza e di quota. Raggiunse il grado di Generale di Brigata Aerea.

Quando si spense, il 2 maggio del 1995, aveva al suo attivo più di 10.000 ore di volu su oltre 200 tipi di aeromobili diversi, fra cui il prototipo dell' IMAM Ro 58 che egli pilotò in un memorabile confronto con un Me 410 sui cieli del Lazio di cui parlerò in occasione della presentazione del modello.

Riccardo


 Michele Raus :

8/1/2019 00:47
 Grazie per la tua partecipazione a questo Speciale e per l'interessante presentazione storica!
Ho già segnalato la tua iscrizione nella grande tabella degli Uomini della Regia.

 adlertag :

14/1/2019 18:15
 In attesa di cominciare sul serio a lavorarci, una volta finito il modello per il GB "190", ho iniziato a preparare i pezzi. Qui vedete il complessivo



La qualità e quella, altissima, cui ci ha abituato SEM Model. I carrelli sono in metallo bianco e c'è anche uno splendido cruscotto precolorato della Yahoo. Mi sono accorto che non erano presenti le due stampate delle derive verticali ma è bastato segnalarlo e l' amico Fabrizio me le ha fatte pervenire in tre giorni! Ecco come si presenta l' interno della carlinga



La documentazione è, a dir poco, scarsa per cui metterò solo un minimo di "arredamento" ragionando per similitudine con il Ro 57

Alla prossima puntata
Riccardo

 Barbarigo :

15/1/2019 09:06
  Pur non riscontrando gli aerei il mio interesse, seguo con piacere eprchè ebbi modo di conoscere Plinio Rovesti, che fu con Mantelli l'animatore degli Aliantisti della R.S.I., e suo figlio Fabrizio, con cui intrattengo da tempo rapporti amichevoli.

Paolino

 adlertag :

28/1/2019 14:14
 Ciao a tutti
Nel weekend ho avuto qualche ora libera, così sono andato un pochino avanti. Per evitare l' effetto "vasca da bagno" ho creato un pò di arredamento sulle pareti laterali e sul fondo che fosse, in totale mancanza di documentazione, almeno plausibile; in ogni caso con i tettucci chiusi vedrà abbastanza poco.







Il cruscotto fotoinciso risulterà invisibile a fusoliera chiusa ed è un peccato, visto che si tratta di un pezzo fantastico, sebbene non apprezzabile ad occhio nudo:



Negli ultimi minuti disponibili ho chiuso le semifusoliere e rinviato tutto a domenica prossima



Buona settimana a tutti
Riccardo

 adlertag :

8/2/2019 12:34
 La mia produttività è ai minimi termini, davvero non credevo che fare il nonno richiedesse così tanto tempo, ma comunque qualcosina sono riuscito a fare:
Ho chiuso la fusoliera ed incollato le ali (dotate di opportuni riscontri, per stavolta niente chiodature!) e i piani di coda orizzontali. C'è voluto un pochino più stucco del solito, e ce ne vorrà ancora per le giunzioni ala/fusoliera,  ma in parte la colpa è anche della mia troppo energica ripulitura delle materozze.
Ho voluto aggiungere, autocostruendolo, anche il pod ventrale per due cannoni da 20 mm. Mi sono confrontato con Fabrizio di SEM model e mi ha confermato che, al di la delle note viste frontal,i non ci sono altre immagini, per cui mi sono acconciato ad una ipotesi plausibile, basandomi sul similare pod installato sui Me 110 G per detrminarne la lunghezza.
Ecco le foto











Al prossimo avanzamento
Riccardo


 adlertag :

18/3/2019 16:07
 Dopo oltre un mese sono in grado di mostrare quelche piccolo avanzamento:

stuccatura



Segue lisciatura, primer, riprese varie e poi, finalmente il GAC 1 sulle superfici inferiori



A seguire mascheratura





e poi applicazione del VOS 2 sull' estradosso. La vernice lucida e le luci artificiali non aiutano le mie già drammatiche abilità di fotografo.....





Nonostante tutto qualche piccola ripresina a livello di stuccature e messa in forma resta ancora da fare; vedi ad esempio



E per ora è tutto. Spero di riuscire a finire nel giro di poche settimane

Ciao
Riccardo

 adlertag :

15/4/2019 14:50
 La "corsa di cani"

all' inizio del 1943 la nostra industria aeronautica non riusciva più a compensare con nuove produzioni le perdite e si dovette pertanto cercare un rimedio, acquistando velivoli dall' alleato tedesco. In questo quadro frequenti erano le missioni tedesche per presentare i prodottiu più all' avanguardia ed in una di queste venne presentato al centro sperimentale di Guidonia il poderoso Me 410.

Mentre un capannello di ufficiali nostrani e tedeschi ammirava il grosso velivolo "casualmente" si trovò a passare di li un pilota, il nostro Adriano Mantelli, il quale buttò lì che sullo stesso aeroporto esisteva un prodotto nazionale in grado di superare il Messerschmitt.
Da una vivace discussione ad una vera sfida nei cieli il passo fu breve: il primo a decollare fu Aldo Moggi che, già forte di una buona esperienza di volo sul '410, eseguì una raffinata esibizione acrobatica; seguì Mantelli con il R= 58, il quale ricopiò manovra per manovra il programma del collega. Ultimo atto una "corsa di cani" fino al vicino monte Soratte.
Esito in apparenza scontato vista la differenza di potenza (3.500 CV per il 410 e solo 2.200 CV per il RO 28, oltretutto motorizzato con due DB 601 tedeschi di terza mano a causa della penuria di unità prodotte su licenza dall' Alfa Romeo).
Invece, di ritorno sulla verticale dell' aeroporto l' aereo tedesco risultò attardato di circa 1 Km. Occorre dire che questo risultato fu possibile solo perchè la corsa fu effettuata a media quota, dove le migliori caratteristiche di ristabilimento della potenza del DB 605 rispetto al 601 erano ininfluenti, e perchè Mantelli effettuò il breve volo con i flabelli dei radiatori chiusi.

Sta di fatto che nonostante l' exploit fu lo stesso Mantelli a raccomandare di non adottare il nuovo bimotore, ritenendolo un aereo eccezionale ma pilotabile solo da piloti molto esperti, che dopo due anni e mezzo di guerra erano purtroppo l' eccezione e non la regola nella R.A.


Dopo il fatto storico qualche avanzamento sul modello: il montaggio è concluso a meno di pochi particolari e qualche ritoco prima dell' imbasettamento si impone: l' invecchiamento ha fatto emergere un fastidioso silvering intorno in particolare ai fasci di fusoliera che dovrò eliminare meccanicamente per poi ripristinale la patina di superficie.

Per confronto ho affiancato al nostro velivolo un Me 410 A realizzato una venticinquina di anni fa dall' ottimo kit Fine Molds; direi che anche ad occhio risaltano  la maggior potenza e le maggiori dimensioni del Me 410











Alla prossima e ultima puntata
Riccardo

 Alvise86 :

15/4/2019 16:21
  Questa storia e veramente interessante!!! L'ho letta con gli stessi occhi che potrebbero avere i tuoi nipoti nell'ascoltarti. Bella la costruzione del bimotore.. purtroppo non posso dire la  stessa cosa per l' aereo...Me 410 mi piace di più. Comunque seguo con interesse.

 Michele Raus :

16/4/2019 11:17
 Molto interessante questa vicenda, che non conoscevo.
Sono contento che tu sia in corto finale con il tuo Ro.58, che hai reso ancora più interessante con questo racconto.

 angelo :

16/4/2019 12:54
  Ciao ho il tuo stesso kit,  che affronterò a breve, hai fatto un lavoro molto bello e pulto , mi potresti spiegare come hai preparato la basetta in erba sintetica? 
Sto pensando di preparare un diorama su cui ambientare il kit e vorrei prendere spunto dalla tua basetta.
Ti ringrazio
Angelo

 Zailan :

16/4/2019 13:02
  Il Ro.58 raggiungeva i 605 km/h con dei vecchi ed esausti motori db601 recuperati dai magazzini, cosa che provocò più volte l'interruzione dei test a causa di problemi di surriscaldamenti e di cali improvvisi di potenza (insomma erano fusi e, anche se ricondizionati, erano ormai esausti). E' ovvio domandarsi cosa avrebbe potuto fare questo aereo con dei db605 nuovi da 1475 cv!!
Il suo problema maggiore era il carico alare elevato... ma il Me 410 non era assolutamente da meno. In quanto ad armamento poi, il vantaggio era tutto per il nostro, 6x20mm + 1 da 12,7mm posteriore (prevvisto) vs 2x20mm + 2x7,92mm + 2x13,2 posteriori per il caccia tedesco (standard, ma la stiva bombe poteva ospitare cannoni extra fino al 37mm).

 adlertag :

16/4/2019 18:51
 @ Angelo

La base ha più di 25 anni, ma la tecnica che uso è sempre la stessa: su un fondo in legno o, come in questo caso, di resina espansa tagliata da un pannello di isolamento industriale (grazie a mio cognato che lavora in questo campo) per ridurre il peso stendo una mano sottile di stucco per edilizia (sottile perchè se lo spessore è alto si crepa) che poi tiro abbastanza grossolanamente. Una volta asciutto lo coloro con un mix di colori della terra, marroni, nero, testa di moro..... e poi spargo dell' erba per fermodellismo (credo sia in fibra di vetro) usando  colla vinilica diluita come adesivo. Una volta ben asciutto elimino i "fili" in eccesso e poi filri o drybrush se necessario. Per fare il terreno uso un fondo specifico (True Earth o altri produttori) invce dell' erba sintetica.
Ciao
Riccardo

 adlertag :

19/4/2019 21:11
 Visto che il tempo libero in questa fase della mia vita è quello che è, la realizzazione della basetta sposterebbe la conclusione del progetto alle calende greche, per cui ritengo sia più opportuno dichiarere conclusa la lavorazione.
Ecco le foto di rito di una realizzazione che non mi lascia del tutto soddisfatto, la bellezza del kit avrebbe meritato di meglio, ma al momento più di così non riesco

Al presto (spero)
Riccardo












 Michele Raus :

20/4/2019 20:46
 Peccato per il pesante silvering che si nota sulle coccarde. Potresti provare a inciderle con il cutter e a infilarci un po' di ammorbidente?
Inoltre, sono abbastanza ignorante sulle caratteristiche di questo velivolo, ma mi sembra che enrambi i canopy siano abbastanza disassati rispetto alla fusoliera. Erano effettivamente progettati così?

Comunque sia, complimenti per aver concluso il tuo Ro.58 di Adriano Mantelli.

 adlertag :

29/4/2019 13:26
 Ho provato con il metodo suggeritomi da Michele senza risultati apprezzabili. Per cui urlo belluino alla Fred Flintstone "Wilma, dammi i solventi!" (anche se mia moglie si chiama Eva) e poco tempo dopo erano stati asportati l' invecchiamento, il trasparente opaco, le decals, la vernice ed il primer, come illustrato in foto



Seguono numerose mani di vernice data con precisione nelle zone ripulite in moda annullare il dislivello creatosi senza originarne di nuovi; grosso modo ci sono riuscito ed ho applicato nuove decals (stavolta su fondo lucido, bando alla pigrizia!)



Quindi ho nuovamente ripetuto il processo di invecchiamento solo nelle zone interessate dalla riverniciatura. Il risultato finale resta brutto, ma almeno il silvering è scomparso.......











Devo dire che dal vivo l' effetto dell' ivecchiamento e dell' usura è molto più delicato che in foto e che per il tettuccio posteriore disassato niente da fare: l' ho fissato con la colla 5 secondi e quella, una volta catalizzata, non viene via neanche con le cannonate.
E con questo è tutto. Non mi resta che dimenticare questo montaggio al più presto possibile!
Riccardo

 DREAM :

29/4/2019 20:35
 Ciao, mi complimento per la tua drastica decisione di rimuovere il tutto (anche se sei stato davvero drastico). Non tutti avrebbero avuto la stessa volontà e qualcuno penso avrebbe magari buttato il tutto.
Anche queste disavventure servono a migliorare e lacosa più importante è sempre quella di non operare con la fretta di voler finire. Sicuramente con  il prossimo modello ripenserai  agli incidenti di percorso e ne terrai conto. (Poi se fai come me ne farai altri che non avevi fatto prima .)
Scherzi a parte bravo per il risultato, bravo per la volontà di migliorare il modello e forza Regia per il prossimo modello.
  Mario

 Michele Raus :

29/4/2019 23:13
 Complimenti per il notevole coraggio e per l'operazione portata a termine. Secondo me hai ottenuto un buon risultato e ora il modello è molto più piacevole
Bravo!

 Righettone :

30/4/2019 00:24
  Ciao Riccardo, si dice che il medico pietoso fa la piaga puzzolente, e tu da medico impietoso non sei andato per il sottile ottenendo la guarigione del paziente con risultato apprezzabile, complimenti dunque per la determinazione,.
Ad maiora !   Enrico

 adlertag :

30/4/2019 13:20
 Era un rischio, ma la situazione precedente era proprio inguardabile.
Se fossi anch'io un aderente alla colonna romana (in realtà non ho mai abitato più giù di Viterbo) potrei dire che "quanno ce vò, ce vò"

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