Forum : GB Ucronico

Soggetto : Guerra dell'energia: SDAAM Regio esercito: Primerizzato.

 roby67 :

9/2/2011 18:36
 Ragazzi questo prologo introduttivo al soggetto che voglio presentare l'ho buttato giù questa notte mentre ero in una stanza d'ospedale ad assistere la mia povera suocera vittima di un ictus ischemico,speriamo se la cavi...
quindi perdonate eventuali strafalcioni narrativi

Il modello,di cui a breve posterò una foto della scatola intonsa,è un Zaku Bandai in scala 1\144.
Naturalmente verrà ampliamente rivisto e rimaneggiato per renderlo idoneo alla romanzata ucronica seguente e possibilmente renderlo poco identificabile come uno "zaku".



Guerra dell'energia: gli antefatti.


Anno 1997.

 

 a vent'anni dall'ultimo conflitto tra stati secessionisti  del sud e stati unionisti del nord America,che vide per la prima volta l'impiego di armi atomiche,si riaccende un nuovo focolaio di tensione tra le due fazioni che rischia di trasformare la guerra fredda esistente in calda...molto calda.

Il mondo si trova sull'orlo di un conflitto che da regionale rischia di diventare mondiale.

Ben che il sud disponga delle risorse prime come petrolio e metano non usufruisce della tecnologia e della potenza industriale di cui si avvantaggiano gli stati del nord,come se non bastasse quest'ultimi ora hanno a disposizione anche le risorse naturali del neutrale stato dell'Alaska,grazie alla simpatia verso la causa nordista del presidente di questo stato Sarah Palin eletta nel 1996.

A garanzia di questa nuova alleanza la potenza nazista europea (Germania) ha inviato le sue quattro migliori divisioni corazzate delle SS ebree a difesa dei confini dell' Alaska a est per impedire incursioni delle truppe aerotrasportate e da sbarco sovietiche del presidente Gorbaciov.

Questo determina un ulteriore squilibrio a favore degli unionisti appoggiati inoltre da tutta l'europa occidentale.

 

Anno 2000

 

Dopo 3 anni di ulteriore guerra non più fredda,ma come sostengono gli analisti tiepida con scontri e perdite in entrambi gli schieramenti, si affaccia nel pericoloso teatro un terzo scomodo attore: la Cina già importante fornitore insieme all’urss di armi e tecnologia agli stati secessionisti del sud.

Quest'ultima sconfitta,sonoramente tra il 1960 e il 1975 in Corea e in Vietnam dalle truppe fasciste  italiane del defunto Duce Palmiro Togliatti,degno erede di Benito Mussolini, ma in piena espansione economico industriale dimostra interesse verso il Venezuela ,e ai suoi giacimenti petroliferi ,del presidente filo sovietico Chavez.

Ai sovietici la cosa non disturba in quanto come contropartita viene lasciata a loro piena autonomia nel sud est asiatico in contrasto con gli interessi italiani nella regione.

Gli stati del nord America unionista avendo loro già messo gli occhi sul Venezuela, per gli stessi motivi della Cina, ma non potendo intervenire direttamente per paura di reazioni sovietiche in Alaska chiedono aiuto al loro altro grande e potentissimo alleato europeo l’Italia fascista...

 

Anno 2004

 

Ormai da 3 anni le Divisioni Italiane Ariete e fascio Littorio ai comandi del Generale di corpo d’Armata Nicola Vendola ,uomo di fiducia del Duce Bersani,supportate da reggimenti corazzati francesi del presidente Carla Bruni combattono nelle terribili giungle venezuelane,per il controllo dei ricchissimi pozzi di petrolio,quella che verrà ricordata negli annali storici come la “guerra dell’energia”.

In Marzo fanno la loro apparizione in teatro di operazioni i bersaglieri del 26° Reggimento Castelfidardo.

I quali,sempre vittoriosi su tutti i fronti, hanno barattato i loro vari VCC,VTLM e MBT ,quasi inutili e vulnerabili come i Leclerc francesi nelle intricate giungle sud americane,con i nuovissimi e micidiali SDAAM  ( Sistemi D’Arma Antropomorfi Meccatronici).

Grossi e grandi robot alti venti metri e pesanti 70 tonnellate costruiti in una lega composta da titanio,polimeri ad alta densità con memoria e corazze di uranio impoverito alternato a tungsteno resistenti ai colpi da 120 mm diretti e a tutti i tipi di missili e razzi RPG conosciuti.

Spinti da otto motori elettronici con toroide in lega superconduttrice di ultima generazione in corsa raggiungono gli 80 km orari e grazie ad un Jet pack dedicato possono fare balzi da 150 metri.

L’energia viene a loro fornita da un piccolo capolavoro di ingegneria nucleare: un piccolo reattore a isotopo di plutonio rinchiuso in una capsula di berillio.

La quantità di energia emessa è classificata ma si mormora che potrebbe fornire energia a una piccola città per un tempo indeterminato

Nella improbabile eventualità che uno di questi SDAMM cada nelle mani del nemico via satellite viene immesso un codice di autodistruzione che sovvracarica il piccolo reattore portandolo al massimo punto critico di fusione sopportabile trasformandolo nel giro di 60° in una piccola bomba termonucleare da due kiloton

Questo dettaglio e stato ampliamente divulgato al nemico…

Le sue armi variano da pezzi di artiglieria modificati a mo di fucile a pompa da 120 mm a sistemi Gatling di vario calibro,missili Tow,Dragon,Javelin e Folgore Mark 2.

Inoltre una apposita sezione è armata con fuciloni di precisione da 20 mm in uranio impoverito.

Altro suo punto di forza e una avanzatissima tecnologia stealth di quinta generazione che all’occorrenza lo rende invisibile anche all’occhio umano.

Frutto di trent’anni di studi e ricerche in collaborazione tra le industrie Alenia,Oto Melara,e Ansaldo nucleare oltre al decisivo apporto della consociata industria multinazionale degli armamenti giapponese Bandai i nuovissimi SDAMM,battezzati Maciste dai piloti,si sono dimostrati subito a loro agio nella giungla sconfiggendo e spaventando a morte le forze cinovenezuelane a loro contrapposte e portando in netto vantaggio le forze italiane in presenti in teatro.

 


 Baltarino :

9/2/2011 21:44
 Ammetto che sulle SS ebree ed il duce Palmiro Togliatti mi sono cappottato dal ridere.
Attendo fiducioso il wip, grande fantasia ragazzo, avanti così. 8-)

 Kruaxi :

9/2/2011 21:50
  Pazzesco...

Salute e Latinum per tutti !

 soldier75 :

9/2/2011 22:21
 bellissima storia, aspettiamo il modello...

 Fabrizio1966 :

9/2/2011 22:51
 
Non sniffare la colla tappo verde, non sniffare la colla tappo verde, non sniffare la colla tappo verde.... è colla, leghista magari ma pur sempre colla...
Comunque, Farneti sarebbe fiero di te, tra il Bersani Duce e il Vendola Generale...ma il vero capolavoro è  la Carlà presidente...... :-D :-D :-D

Fabrizio

P.S., sei un grande bersagliere....!!!!!! ;-)

 maxcomelli :

10/2/2011 08:14
 se vuoi conosco uno bravo...ma bravo davvero...ti prendo un appuntamento??

Scherzi a parte...storia davvero interessante e ben sviluppata :-D

Aspetto il wip ;-)
CIao

 Mario Bentivoglio :

10/2/2011 09:30
 SPLENDIDA ROBY!!!!
:-D
Davvero una rappresentazione intrigante!!!
....poi...chissà come mai...proprio i Bersaglieri....
;-) :-P

...un ....corpo a caso?????
:-P

bravo Roby!!!

 pittarofranz :

11/2/2011 16:38
 Secondo me..e il Webmaster approverebbe, la capsula per alimentare i nuovi mezzi dei bersaglieri si infila fra le "zampe" da sotto verso l'alto, vero Robertina? Un suppostone nucleare, no?
Già mi pareva poco credibile -pazzesco come dice kru-che mi metti gli italiani in estremo oriente, ma che poi finiamo in venezuela!!!!
Ah ah ah ah..vai avanti sorellina che voglio vedere dove vai a parare.....certo che ne abbiamo di fantasia in questo forum!!!! :-D :-D :-D

 Ariete :

11/2/2011 16:55
 E chi sarà mai il comandante del 26°?!!? :-P

Vai Roby! Mi hai fatto morire dal ridere!

:-)

P.s.: Me lo vedo Vendola al comando di un carro armato.. :-D :-D :-D

 pittarofranz :

11/2/2011 17:01
 Conoscendo la fantasia malata del roby, il comandante del 26 sarà tale Fabiana DINZEO... :-P :-P :-P :-P :-P

 nicknamenonvalido :

11/2/2011 21:49
 Roby non è che hai bevuto troppo di quel distillato nitro/tappo verde di cui mi dicevi.......

 roby67 :

12/2/2011 14:17
 Ma che colla tappo verde!!!
Ingrati,vi sto facendo partecepi della mia vena di scrittore.
:-D :-D

Eccovi un racconto ambientato durante la "Guerra dell'energia".
scritto sempre in corsia di ospedale questa notte...

Se vi piace bene altrimenti se lo trovate lassativo ditemelo che smetto subito.

ciao

ps qualcuno che lavori nelle scuole materne può spiegare a quel zuccone di pittarofranz cosa significa ucronico?
grazie



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IMBOSCATA

 

23 Luglio 2004 ore 04:00

Giungla Venezuelana.

Base avanzata SDAAM  26° RG Bersaglieri Castelfidardo Regio Esercito

 

Il briefing si svolse come di consueto in nella sala mensa della 101° Cp Lupi,l’unica cosa non consueta era l’orario: le 04:00 di una torrida giornata di Luglio

Specialisti di macchina,armieri e piloti mezzi assonati si sedettero nelle scomode sedie in plastica stampata come zombi alcuni con una tazza di caffè nero bollente in mano,altri,i più svegli, con il blocco degli appunti appoggiato alle ginocchia.

Nell’aria oltre all’odore di caffè aleggiava un gradevole sentore di dopobarba.

Malgrado tutto,anche se in piena zona di operazione, il nostro comandante: Capitano Michele Santoro coadiuvato dal suo aiutante Ten.Minzolini ci voleva sempre puliti nel corpo e nell’uniforme oltre che ben rasati e con il capello corto.

La cosa a me non dispiaceva,inoltre i potenti impianti di climatizzazione rendevano l’ambiente gradevolmente fresco e asciutto in pieno contrasto con il mondo esterno caldo,orribilmente umido e afoso e…particolarmente ostile.

Dopo gli formali saluti il capitano ci comunico la missione che dovevamo svolgere con estrema urgenza e precisione.

 

Il giorno prima verso le 15:00 una compagnia di carri Ariete di un reggimento di cavalleria inquadrato nella divisione Littorio, e in normale pattugliamento nei pressi di un giacimento di sabbie bitumose nell’ Orinoco, territorio saldamente controllato dal Regio Esercito, era stupidamente caduta in una tranello teso da una dozzina di MBT  T-95 di produzione cinese con equipaggi venezuelani scarsamente addestrati.

Come sempre,benché la propaganda cercasse di non far divulgare la cosa,la cavalleria si era dimostrata inadeguata alle esigenze.

Un solo T-95 aveva attirato in una stretta strada urbana del villaggio dormitorio dove alloggiavano gli operai con le famiglie,la colonna di carri Ariete in esplorazione i quali,in cerca di gloria,pensando a un solo carro isolato si fecero infilzare uno a uno dai rimanenti T-95 nascosti nelle vie laterali dell’aglomerato urbano.

15 morti,8 feriti,7 carri distrutti, e 3 danneggiati oltre all’onta di una vergognosa ritirata.

Nessuna esplorazione preventiva,nessuna richiesta di velivoli UAV in ricognizione…

Il comandante di compagnia al comando dei carri: un certo F. D’Inzei venne rimandato in Italia a costruire modellini di carri a Gaeta,nel braccio dei sodomiti,ove sembra si trovi a suo agio.

Roma chiedeva vendetta,voleva quei T-95 ridotti in cenere

Come sempre a rimediare ai danni degli incompetenti venivano chiamati i bersaglieri.

Fu dato il via all’operazione “ambush” una tipica missione di routine “scova e distruggi” ma dotata di una particolare copertura politica.

 

25 Luglio 2004 ore 15:47

 

Dopo due giorni di perlustrazione e appostamenti nella giungla uno UAV sagittario della Regia aeronautica ma controllato  dall’ OVRA ci comunico,dopo due ore di volo, l’esatta posizione della compagnia di T-95 venezuelana.

Distavano a soli 7 km da noi,in pieno territorio amico.

Probabilmente qualcosa ogni tanto sfuggiva ai nostri sistemi di sorveglianza.

Lanciammo i nostri 5 SDAAM attraverso la giungla correndo a 60 km orari.

Alberi, piante ,dossi e asperità varie venivano rilevati dai sensori e scansati,saltati oppure travolti quando veniva rilevata la densità e la durezza dell’ostacolo.

Alberi da 500 cm di diametro venivano semplicemente spezzati e schiantati dalla mole dei nostri Maciste .

Noi piloti dovevamo solo premere sull’acelleratore  dei nostri formidabili strumenti da demolizione.

La conduzione di simili mezzi trasmetteva una sensazione di potere indescrivibile e un piacere quasi sessuale.

 

25 Luglio 2004 ore 16:05

 

Oramai da 10 minuti tenevamo d’occhio da 2000 metri di distanza i 12 T-95 venezuelani nuovi pacca e di un bel verde salvia

Il tenente Scevola al comando della squadra ci fece disporre a falange rovescia.

Io a sinistra e a estrema destra il sergente Spartaco eravamo le punte più avanzate e tra noi due  più indietro di alcune centinaia di metri i rimanenti 3 SDAAM   per un fronte di 800 metri circa.

Nei nostri monitor da 48 pollici,ben tre per cabina, a tecnologia led avevamo una panoramica completa dei carri nemici e di tutto ciò che li circondava.

I nostri sensori ci proiettavano nei monitor tutti i dati utili,e perfino i più inutili come la temperatura dell’acqua dei motori dei T-95.

Di loro sapevamo tutto,dove erano,come erano armati,se avevano il colpo in canna e se qualche membro dell’equipaggio aveva la febbre.

Loro all’inverso non sapevano nulla di noi,e nemmeno  potevano immaginare, la nostra presenza.

I Maciste all’esterno erano freddi grazie ai polimeri e all’impianto climatizzatore che faceva scorrere plasma freddissimo intorno alle componenti calde della più colossale macchina da annientamento mobile mai prodotta dall’uomo.

Questa si andava ad aggiungere alla vernice radar assorbente e alla conformazione “fisica” degli SDAAM rendendoci  invisibili ai radar e ai sensori del nemico.

Microtelecamere sparse per il corpo dello SDAAM ,poco più spesse di un capello proiettavano, le immagini dell’ambiente circostante sulle superfici dei Maciste rendendoli invisibili all’occhio umano.

Quindi un’altra impari missione di routine: scovato il nemico si procedeva alla sua totale demolizione.

 

“600 metri in avvicinamento,armi del nemico pronte al fuoco.”

 dagli altoparlanti digitali si diffuse la voce del Sgt Spartaco,un ragazzone di Trastevere con due braccia grosse come querce una folta capigliatura riccia e una laurea in ingegneria quantistica in tasca.

L’esercito i suoi mezzi migliori non li affidava alle teste di rapa della cavalleria per questo a differenza di quest’ultimi i bersaglieri combattevano con gli SDAAM.

“500 metri in rapido avvicinamento,sistemi in pausa pronti al fuoco”

I dati comunicati da Spartaco li conoscevamo già ma sentirli ripetere e verificarli nei monitor ci dava sicurezza e ci faceva sentire meno soli dentro alle ampie cabine dei nostri SDAAM.

 

Molto bene pensai,ancora un po’ e Roma con lo stato maggiore dell’esercito avrebbe avuto la sua vendetta.

All’improvviso una spia rossa e un cicalino seguito da una seducente voce femminile si propago  dagli auricolari comunicandoci una improvvisa quanto inaspettata anomalia a tutti e 5 gli SDAAM….

 

Luglio 2004 ore 16:36

 

“attenzione! Sistema di occultamento visivo compromesso”

Ormai da tre volte il messaggio si ripeteva agitandoci non poco,in quanto questo ci esponeva alla portata dei sistemi di puntamento ottici del nemico.

Anche se ampliamente resistenti ai colpi diretti da 120 mm dei T-95 non è che questi facessero ugualmente piacere.

Bene o male scardinavano i movimenti del mezzo mandando in tilt per alcuni secondi il sistema di piattaforme inerziali computerizzato che manteneva in equilibrio sui propri assi gli SDAMM.

Essere invisibili anche all’occhio umano era una cosa molto utile.

 

Tra questi attimi e il reset del sistema passavano 15 secondi in cui i Maciste potevano contare solo sulla loro protezione passiva per resistere al nemico senza poter rispondere al fuoco .

Questa loro “debolezza” era classificata ed di conseguenza era imperativo non farla conoscere al nemico,il quale avrebbe potuto organizzare attacchi coordinati con MBT rendendo problematica la sopravivenza del mezzo.

In pratica si temeva che facendo cadere un SDAAM a terra e avvicinandosi con le canne dei carri alla testa del mezzo (centro nevralgico) si potesse condurre una sorte di esecuzione con colpo di grazie al mezzo…dopo di che il tutto,come si sa, si nuclearizzava.

Per questo l’attuale dottrina di impiego impediva l’utilizzo di un solo Maciste in azione.

Almeno fino a che tale problema non venga risolto.

 

“la pioggia! Cazzo la pioggia”

Scevola stava urlando il suo disappunto al microfono.

Nessuno si era accorto dell’improvviso acquazzone tropicale,

La pioggia praticamente mandava in dispersione cromatica le immagini proiettate dalle microtelecamere sulle superfici bagnate degli SDAAM rendendoli visibili all’occhio umano e anzi ancor più nitidi grazie ai riflessi fluorescenti che emanavano.

 

“spegnete il sistema e ingaggiate il nemico ora!”

La voce di scevola non tradiva più ira ma una fredda determinazione omicida.

 

Il primo ad aprire il fuoco fui io con il fucilone a tiro rapido da 40 mm con proiettili esplosivi in uranio impoverito.

Colpii il carro di testa tra la torretta e lo scafo,il mezzo si immobilizzo di colpo.

Spartaco colpi invece il carro di fine colonna.

Nello stesso istante anche il nemico apri il fuoco,solo che loro vedevano solo me e lo SDAAM di Spartaco ma non i Maciste di Scevola,di Rabuffetti (detto Rabu) e di Comastri.

Il mio SDAAM Incasso un colpo da 120 mm in pieno petto,la corazza in uranio e polimeri assorbi l’energia del proiettili deformandosi ma ritornando in posizione subito dopo.

Le piattaforme inerziali funzionavano ancora.

Feci fuoco nuovamente,tre colpi in rapida successione,e un secondo T-95 esplose lanciando in aria la sua torretta che cadde sul muso del carro successivo,il quale venne annientato da Spartaco.

4 carri in 30 secondi,non male.

Intanto Scevola e Rabuffetti armati di artigliera da 120 mm a tiro rapido avanzarono obliterando un carro a testa,Comastri diede il suo contributo demolendo un povero T-95 con la sua Gatling da 40 mm.

Rimanevano 5 T-95 da eliminare.

Uno di essi usci dalla colonna dei carri in fiamme e sparo un colpo che colpi in pieno volto il mezzo di Comastri,giusto sul sensore optronico rosso flottante che distingue il muso degli SDAAM.

Il Maciste barcollò per un istante con le piattaforme inerziali ko.

La mancata reazione dello SDAAM e il suo momentaneo immobilismo non passarono inosservati ai rimanenti T-95,molto probabilmente i loro equipaggi non erano così inesperti, che colpirono nuovamente lo SDAAM in difficoltà

 “ora lo sanno” disse Spartaco riferendosi al problemino dei Maciste.

“certo! Ma non andranno raccontarlo in giro” affermò Scevola.

 

“finiamo questa storia” aggiunse Rabuffetti.

 

Ci disponemmo a cerchio attorno allo SDAAM di Comastri.

Con lo scudo in Tungsteno di destra il mio Maciste assorbi un colpo diretto da 120 mm,non feci altro che abbassare la canna e giustiziare il carro che si trovava ad appena 50 metri davanti a me.

Rabu per chiudere in bellezza diede un calcio al carro successivo rovesciandolo e sparandogli un colpo da 120 in pancia.

Provai pietà per gli equipaggi dei T-95 che stavamo massacrando,potevo solo immaginare il terrore di sapersi alla merce di mostri meccanici come i nostro Maciste.

Una resa non sarebbe stata accettata.

Comastri con le piattaforme resettate sego in due un T-95 che tentava la fuga.

Spartaco e Scevola finirono il massacro demolendo gli ultimi due carri.

 

Luglio 2004 ore 16:42

 

In assetto di copertura reciproca e sotto l’incessante pioggia  abbandonammo l’inferno che avevamo creato.

I 12 carri venezuelani stavano finendo di consumarsi lungo la strada sterrata che tagliava quel tratto di fitta giungla.

0 vittime civili,era una priorità questa per Roma e all’infuori di qualche albero abbattuto nessun bene immobile danneggiato.

Gli SDAAM intonsi e pronti al combattimento.

Un imboscata con i fiocchi,al Ministero della guerra potevano solo gioire.

 

Ma qualcuno nei piani alti non era ancora soddisfatto,c’erano dei perché da approfondire

Il nemico era spudoratamente entrato nel territorio controllato dalle forze italiane,mai successo con l’arrivo degli SDAAM, e i servizi segreti erano curiosi di sapere il perché.

Mentre noi ci allontanavamo dal luogo della demolizione quattro elicotteri da trasporto Cormorano dell’esercito sbarcavano una compagnia di fucilieri dell’ 8° bersaglieri con alcuni agenti dell’OVRA.

Fummo informati nei giorni successivi che avevamo eliminato una compagnia di T-95 cinesi ma con equipaggi sovietici.

 

Dentro ai carri furono scoperti sistemi di rilevazione dati e strumentazione elettronica di ultima generazione atta a crittografare questi dati e inviarli via satellite a destinazione sconosciuta.

In sintesi lo scontro con gli SDAAM era stato totalmente registrato,i parametri di funzionamento dei Maciste come velocità,potenza di fuoco,temperatura e sistemi di occultamento erano stati impacchettati e spediti molto probabilmente al KGB del Maresciallo Putin.

Anche il “piccolo” tallone d’ Achille degli SDAAM era ora noto al nemico.

Gli SDAAM rimanevano armi formidabili ed invincibili,ma come la storia insegna per ogni arma esiste la contromisura.

Sapevamo che era solo questione di tempo e che presto ci saremmo trovati qualche gatta da pelare.

ALENIA intanto era già al lavoro per eliminare questo possibile bug nel sistema computerizzato delle piattaforme inerziali.

Rimanemmo comunque con l’amaro in bocca: i sovietici sacrificando volontariamente dei valorosi e coraggiosi soldati avevano carpito dei dati interessanti sui nostri fantascientifici sistemi d’arma tanto efficaci quanto secretati.

La loro disperata imboscata era riuscita in pieno.

 

 

 

 

 




 Fabrizio1966 :

12/2/2011 14:29
 C'è un buco nel tappo della tamya..pardon, delle informazioni dell'Ovra...per il T95 non era previsto un 120 mm ma un 135 mm...mi sà che vi hanno bruciacchiato le piume..... :-P
Fabrizio
P.s. mica male però il racconto... ;-)

 roby67 :

12/2/2011 14:35
 
Quote:
Fabrizio1966 ha scritto: C'è un buco nel tappo della tamya..pardon, delle informazioni dell'Ovra...per il T95 non era previsto un 120 mm ma un 135 mm...mi sà che vi hanno bruciacchiato le piume..... :-P
Fabrizio
P.s. mica male però il racconto... ;-)






il T-95 da esportazione viene ceduto con il cannone da 120 mm.
Il bello dell' ucronia
:-D :-D :-D ;-)

 roby67 :

13/2/2011 10:49
 Ecco il soggetto ancora in forma di kit.
Naturalmente verrà completamente stravolto sia nelle forme e nella colorazione molto simile a un MBT ARIETE.
Rimarrà sempre riconoscibile come uno Zaku ma in realtà sarà uno SDAAM A-1A del 26° Rgt Bersaglieri. Castelfidardo

ps mò ci metto il piumetto???
:-D











 pittarofranz :

13/2/2011 11:08
 :-P :-P :-P :-P :-P :-P :-P
mi sa che ti bannano..mi sa che ti bannano...mi sa che ti bannano............ vai avanti che mi viene troppo da ridere :-D :-D :-D :-D

 Kruaxi :

13/2/2011 12:10
  Roby... a parte che spero tua suocera stia meglio, seriamente, per il resto... FANTASTICO !!! 
L'abduzione del sonno ti giova...  ;-)
Propongo tuttavia la grazia per il D'Inzei, qualche rovescio militare può succedere... troppo punirlo in modo così atroce !


Salute e Latinum per tutti !

 roby67 :

14/2/2011 09:19
 
Quote:
Kruaxi ha scritto:...
Propongo tuttavia la grazia per il D'Inzei, qualche rovescio militare può succedere... troppo punirlo in modo così atroce !


Salute e Latinum per tutti !



E perchè mai!?!? sembra che nella fossa dei sodomiti si trovi "passivamente" benissimo ....


Grazie Kru.


:-D ;-)

 euro :

14/2/2011 17:40
 Assolutamente "criminale" :-D :-D , ti seguo con moooltissimo interesse, anzi seguo tutti voi!!!!

 roby67 :

15/2/2011 00:21
 ok! allora presto posterò un altro racconto sempre inerente alla guerra dell'energia e ai valorosi Bersaglieri del 26° Rgt Castelfidardo.
Vi dò già il titolo.

" Il Cecchino"


 xiani :

15/2/2011 13:16
 bello bello bello.....
ma...Roby, la fantasia la compri in pastiglie effervescenti o in microclisteri?
:-D :-D :-D :-D ;-)

 roby67 :

15/2/2011 13:33
 
Quote:
fiani ha scritto: bello bello bello..... ma...Roby, la fantasia la compri in pastiglie effervescenti o in microclisteri? :-D :-D :-D :-D ;-)


Caro fiani; la fantasia è come l'intelligenza: innata!
altrimenti non sarei mai diventato un bersagliere.
Rammento al car che le reclute che non passavano determinati test intelletivi venivano inviati ad altri corpi.
i più scarsi in assoluto venivano scaricati in cavalleria...(ndr)
ciao
:-D :-D

 Baltarino :

15/2/2011 17:30
 Scusatel'ignoranza ma non so chi sia questo D'Inzei ma se se le merita che se li prenda..... :-)
A questo punto è d'obbligo il pennacchio sullo zaku!
Bella la storia pura e dura ucronia.
in bocca al lupo per la suocera.

 roby67 :

15/2/2011 18:26
 
Quote:
Baltarino ha scritto: Scusatel'ignoranza ma non so chi sia questo D'Inzei ma se se le merita che se li prenda..... :-) A questo punto è d'obbligo il pennacchio sullo zaku! Bella la storia pura e dura ucronia. in bocca al lupo per la suocera.




Grazie Baltarino.
Comunque D'Inzei è solo un personaggio di fantasia...resta il fatto che le incul...se le merita tutte eccome!!!
:-D :-D ;-) ;-)

 syerra :

15/2/2011 21:00
  roby, da quanto tempo hai cambiato spacciatore?! :-D

Gianni

 roby67 :

15/2/2011 21:30
 
Quote:
syerra ha scritto:  roby, da quanto tempo hai cambiato spacciatore?! :-D

Gianni


Mica si vive di sola Regia o di biplani...aspetta il seguito eppoi mi dirai comunque.

ciao pazza.
:-D :-D ;-)

 DucadiYork :

15/2/2011 21:58
 Potrei imbucarmi in questa storia, ho pronta una scatola con il Gundam R/78 in 1/100. Qualche nazione tecnologicamente avanzata................... "la contromisura".
Il pilota! con le nuove tecnologie mediche si è scoperto che il maggior numero di terminazioni nervose, collegate direttamente alla spina dorsale, che interagiscono con le sinapsi del cervello, sono concentrate nell' ultima parte dell'intestino. L'interfaccia elettronica per il controllo del Robot viene inserita attraverso il retto.
Si pensa subito ai sodomiti di Gaeta. Ma sono avversari, come corromperli?  alla prossima puntata :-D :-D :-D

 Kruaxi :

15/2/2011 22:13
  Dall'Ucronia al Porno gay...  :-?


Salute e Latinum per tutti !

 Baltarino :

15/2/2011 22:26
 Non scandalizziamoci pure il cinema porno è cinema, gli attori recitano con tutto il corpo! :-D

Scusate ma un pupazzetto della serie Gundam 1/100 quanto è viene grande?
Grazie e saluti

 DucadiYork :

15/2/2011 22:27
 Kruaxi, era per ripescare nella storia il D'inzei con i CCCP (Corpi Corazzati Cavalleria Putin) bisogna pure interagire con la storia . :-D

Roby è solo una storia nel mondo parallelo al tuo, sbattimi fuori quando vuoi.
Non ho voglia di scrivere una mia storia e quindi mi imbuco in un altra.

 DucadiYork :

15/2/2011 22:47
 Quote:
Baltarino ha scritto:  Scusate ma un pupazzetto della serie Gundam 1/100 quanto è viene grande? Grazie e saluti


Il Gundam è alto circa 18 metri, in Giappone ne hanno fatto uno a grandezza naturale (uno spettacolo)
Quindi circa 18 cm.

Ho modificato il post precedente, forse mi sono spiegato male, l'interfaccia serve per Guidare il Robot senza mani. :-) Stiamo parlando di cose serie non vorrei che qualcuno travisasse. :-D

 roby67 :

15/2/2011 23:59
 Duca fai il serio e stai con i piedi per terra e basta con sti sodomiti..sta diventando una moda come in TV...
:-D :-D



Comunque ecco un'altra storia (seguendo sempre un filo logico) svillupata nel teatro della guerra dell'energia-
Spero di accontentare i miei 4 (dicasi 4 ) lettori.
Per il cecchino mi sino ispirato a un episodio di guerra del pacifico vissuto da un Marines di nome  William Manchester.
raccontato in suo libro autobiografico-

Diverttitevi e se non vi piace ditemelo.





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Il cecchino

 

Erano passate ormai due settimane dalla distruzione dei T-95 con equipaggio sovietico.

Era ancora troppo presto per capire quale danno avevamo ricevuto dal “furto” dei parametri di combattimento dei nostri SDAAM.

 

Intanto continuavamo le solite missione di routine.

Più che altro queste consistevano nel far vedere la nostra presenza al possibile nemico.

Cinese o venezuelano che fosse.

Ormai le parti del paese ricche di petrolio e sabbie bitumose erano saldamente nelle nostre mani.

Petroliere da 500 metri dell' ENI e americane caricavano dalle pipe line il greggio che poi veniva spedito in America unionista,in Italia e in Germania.

Siccome non eravamo cattivi fornivamo gratuitamente il medesimo petrolio anche al Venezuela “occupato” dai cinesi.

Come dire: eravamo talmente magnanimi che cedevano gratuitamente  il greggio ai vecchi propietari a cui l'avevamo sotratto,e in più mantenavamo un baluardo di libertà e democrazia in Venezuela....mica male no!?! l'opinione pubblica in Italia aveva di che sbizzarirsi con la nostra bontà...

 

In sostanza per mantenere lo status quo la presenza degli SDAAM ,almeno numericamente,cominciava a diventare esuberante.

Si vociferava di inviare una compagnia di Maciste in Alaska a fianco delle micidiali divisione SS ebree e dei loro temibili Merkava...tanto per convincere ulteriormente i russi a starsene quieti aldilà dello stretto di Bering.

Oppure vicino ai confini della confederata California sempre a scopo intimidatorio.

Io intanto contavo le settimane che mi dividevano dalla licenza di un mese in Italia,a casuccia,e dei 5 mesi di addestramento con un nuovo modello di SDAAM anfibio insieme ai ragazzi dei Lagunari a Venezia...

 

Al momento,però, me ne stavo in sala mensa,sempre nel Orinoco, in attesa di fare la colazione mattutina prima di una missione di pattugliamento di 12 ore vicino a dei pozzi di petrolio controllati da l'ENI.

Agosto...il caldo era sempre più devastante.

In mensa osservavo con sospetto il brico del latte caldo e le brioche alla marmellata belle calde anche loro...già sudavo solo a guardare queste pietanze

Alla fine optai per mezzo melone ghiacciato,una tazza di latte di capra fresco e un yogurt bianco zuccherato.

Soddisfatto della abbondante e fresca colazione mi stesi sulla sedia con il corpo investito dall'aria fredda del climatizzatore Riello che sovrastava il tavolo dove stavo stravaccato.

Rabu passo vicino a me,si fermo e mi guardo sorridendo: “ guarda che con quello che hai mangiato

e con l'aria fredda che ti pesta sulla pancia và a finire che ti caghi addosso”.

Alzai l'occhio sinistro verso Rabu e emisi un leggero ma udibile ruttino come atto di totale menefreghismo verso le sue elucubrazioni.

“io ti ho avvisato”.

Aggiunse Rabu allontanandonsi.

In meno di tre minuti ero vittima di atroci crampi allo stomaco e mi ritrovai seduto in wc con orribili scariche di diarrea.

Mancavano 10 minuti al rendez vouz con il Capitano Scevola all'interno del colossale hangar ove i nostri 5 Maciste amorevolmente accuditi dagli specialisti attendevano l'inizio della missione.

Dovevo reagire.

Usci dal bagno in condizioni pietose,mi girava la testa,avevo male alla pancia e avevo sempre lo stimolo di andare al bagno.

A fatica,maledicendo ingiustamente Rabu,arrivai al bancone dello spaccio dove tra i mille articoli disponibili acquistai due tubetti di Imodium.

L'Imodium grazie all'acqua non sempre potabile era un prodotto molto in voga tra i militari in Venezuela.

Ingurgitai tre pasticche in un solo colpo e quasi mi strozzai.

Usci dalla mensa,l'aria torrida mi diede un certo sollievo,evitai un plotone di Bersaglieri in corsa  e dopo due minuti entrai,ultimo,dentro all'hangar.

“sembri appena uscito da una lavatrice in centrifuga sergente”.

Il “buongiorno di Scevola” almeno non traspirava rimprovero per il leggero ritardo.

“giornata di merda he!”

“Comastri: vaffanculo” risposi.

Mi appoggiai a quello che era il piede destro del mio SDAAM, codice com ”Lyra 5” .
 e attesi il breve briefing

 

“Bene ragazzi” esordi con decisione il Capitano.

“oggi ci recheremo a passo di marcia medio verso il campo di estrazione n°16 a sud est dell' Abitato

di San Sepulveda”. Sepulveda,un cesso abitato da poveri operai che tutto sommato sotto gli italiani hanno visto migliorare la loro condizione di vita.

“saremmo in piena giungla,quindi niente di nuovo per noi.

L'attività del campo è stata disturbata da  azioni di cecchinaggio condotta da pochi elementi ma decisamente ben addestrati.

Il plotone di cavalleria lì presente non ha concluso niente,anzi ha subito la perdita di un ARIETE e il ferimento di due uomini grazie a una IED posizionata e scoppiatagli sotto il naso.

Come sempre andiamo noi a pulire la zona”

La cavalleria...sempre loro inetti e casinisti.

Scevola continuo.

“niente jet pack come vedete,tutti armati di Gatling 40 mm escluso Lyra 5 con fucilone di precisione,niente comunicazione radio se non strettamente necessario,non si sa mai che qualcuno ci ascolti.

Sui vostri display troverete ulteriori dettagli e ora a bordo.

“urrà” gridammo all'unisono come incitamento all'inizio missione.

Salii sulla scala che mi porto alla confortevole cabina del mio Lyra 5.

La pancia comincio nuovamente a darmi fastidio ma sedendomi sulla comoda poltroncina di pilotaggio mi sembrò di stare meglio.

Chiusi la corazza e attivai i monitor led,vidi come da una finestra il mondo esterno più tutti i parametri di funzionamento del mio Maciste,tutti in bolla come si suol dire.

Attivai la videata tattica di missione,agguantai i joi stik di comando e infilai i piedi nelle pedaliere.

Spinsi avanti le leve e il ronzio dei motori elettronici alimentati dal generatore nucleare spinsero avanti le 75 tonnellate del mio SDAAM...era sempre una emozione impagabile.

Ti sentivi padrone del mondo e nei confini di quella guerra in un certo senso lo eravamo.


"Giungla"

 

I 5 mostri avanzavano a 35 KmH nelle piccole strade sterrate che seviziavano la giungla.

Strusciavamo contro i tronchi le nostre possenti corazze con tutte le contromisure  in massima apertura.

I radar Doppler a scansione angolare battevano il terreno per miglia avanti a noi,sensori di movimento e termici si divertivano a rilevare perfino dei piccoli colibrì che ci svolazzavano intorno.

Avevamo il controllo assoluto del terreno e dello spazio che ci circondava.

Ma io non avevo il controllo del mio intestino...

Io con il mio Lyra 5 chiudevo la colonna,distavo 75 metri da Lyra 3 ( Spartaco) che mi precedeva.

Con il mio fucilone fornivo copertura ai miei camerati

Il verde della giungla cominciava un po' ad annoiarmi e mi sembrava bucolico.

I leggeri sussulti dovuti alla marcia mi creavano un ombra di nausea,feci pipi nell'apposita busta di gommapiuma assorbente e la sigillai con il suo nastro trasparente.

Speravo con questo in un lieve sollievo che non venne.

Avevo la fronte perlata dal sudore freddo,non volevo ammetterlo ma temevo di farmela addosso.

In cabina disponevamo di un dispenser di bibite e di caffè sempre pieni.

Di cibo confezionato e di un microonde piccolo per scaldarlo.

Non mancava nulla,all'infuori di una tazza wc...

Davanti a me il monotono verde scorreva sempre uguale a se stesso,i sudori freddi aumentavano,l'intestino premeva  e presi allora una decisione drastica.

Nulla al mondo mi avrebbe obbligato a riempirmi di merda  e di continuare la missione lordato nelle mie feci.

Premetti un pulsante che isolava il mio Lyra dalle comunicazione con gli altri SDAAM.

Congelandole per un reset generale del sistema,poi a giustificare la registrazione dell'evento con gli specialisti ci avrei pensato al momento.

Qualcosa mi sarei inventato.

Misi in off line pure i monitor,attivai la mimetizzazione ottica e bypassai il sistema di autodistruzione che avrebbe segnalato ai satelliti lo SDAAM come abbandonato e probabilmente catturato dal nemico.

Alzai la corazza e feci uscire la scaletta a palo che dalla cabina mi avrebbe portato fino a terra,mi tolsi il casco e finalmente scesi fino a terra.

Per una ridicola forma di pudore non volevo farla davanti al mio Maciste quindi di gran carriera mi allontanai dal mio invisibile mezzo e mi accovacciai a circa 15 metri di distanza dietro a un grosso albero.

Finalmente mi liberai con un sospiro di sollievo,rimasi fermo in estasi per qualche secondo,fregandomene se magari qualche altro Lyra mi stesse cercando in quel momento.

Mi pulii con delle salviette rinfrescanti,presi altre tre Imodium confidando in una loro più lunga copertura.

Chiusi i pantaloni e mi avviai verso il mio invisibile Maciste un po' più leggero di prima.

A un tratto inciampai i una radice sporgente e udii un grosso CKRAK.

Pensai al momento di aver rotto la radice,ma qualcosa non tornava anche perchè all'orecchio destro avvertii una sorta di fischio e una vampata di colore.

Il mio addestramento militare prese il sopravvento,per fortuna.

Riconobbi il bang sonico e il “respiro” della pallottola che mi sfiorava.

Non fermai la caduta dovuta all'inciampo che mi salvò la vita ma continuai a cadere rotolando su un fianco andandomi a riparare dietro a un tronco abbattuto.

Per lo spavento preso decisi di passare il resto della mia vita nascosto li dietro ma realizzai subito l'idiozia che mi ero promesso.

Estrassi la mia Beretta 92 9x19 Parabellum.

 

Cercai di stabilizzare il respiro affannoso,chiusi gli occhi e pensai alla situazione un attimo.

Ero distante dal mio SDAAM e tra me e lui qualcuno,senza dubbio uno dei cecchini a cui davamo la caccia,cercava di uccidermi.

Come era possibile che i nostri sensori non l'avessero visto prima?

Mi misi a pancia in giù e mi concentrai sul da farsi.

Dovevo capire dove era il cecchino come prima cosa.

Mi sporsi appena  dal bordo del tronco,presi il capellino con il frontino che tenevo in tasca e lo posizionai sul manico del coltello Shark che portavo al fianco e lo sporsi oltre il bordo.

CKRAK! Il proiettili mi fece schizzare via il coltello dalle mani facendomelo cadere vicino al fianco sinistro.

Fu sufficiente.

Vidi da dove sparava il maledetto.

Era dentro a una baracca seminascosta,che non avevo assolutamente notato prima, dalla vegetazione distante 20 metri da me,una inezia per lui.

Probabilmente era o veniva usata saltuariamente dai narcos,estinti con il nostro arrivo,o da cacciatori di qualche cazzo di animale della giungla.

Si trovava in diagonale al mio fianco destro,io ero coperto bene ma ,lui mi vedeva bene.

Notai la finestra semichiusa da un cartone con un piccolo quadratino aperto giù sul lato destro.

Al 99% dedussi che i colpi partivano da lì.

Dovevo muovermi,fare qualcosa e anche in fretta.

Più tempo passava e più la mia situazione peggiorava,inoltre poteva essere in compagnia o chiamare rinforzi e qualche stronzo avrebbe potuto sbattere contro allo SDAAM invisibile scoprendolo...assolutamente da evitare.

Mi girai verso il cielo,tolsi la sicura alla Beretta e  armai l'arma.

Un caricatore su e due di scorta,non ero messo poi così male.

Contai fino a 10 cercando di isolarmi da tutto,potevo sentire la terra girare sul suo asse quanto ero concentrato.

Smisi di respirare puntai la pistola verso il quadratino infame stando attento a non sporgermi,tenevo l'arma con due mani,sparai due colpi in rapida successione.

Con un vigoroso colpo di reni balzai in piedi e puntando la Beretta verso il piccolo quadratino continuai a sparare correndo e urlando come un pazzo.

20 metri in 6 secondi e 15 colpi...in fin dei conti ero pur sempre un bersagliere.

Non ebbe tempo di rispondere al fuoco,non glielo lasciai.

Era troppo impegnato a proteggersi dal mio di fuoco

Ormai ero sotto alla baracca,lui non poteva vedermi,ero alla sinistra della finestra dietro a un masso.

Riarmai la Beretta con un nuovo caricatore e misi in tasca quello vuoto,come avrei potuto giustificare la sua perdita dentro allo SDAAM.

Sotto alla finestra c'erano due bidoni rossi mezzi arrugginiti,sparai due colpi contro loro sperando di farli esplodere.

Niente da fare,la cosa funzionava solo nei video games.

Beh ora grazie a questa cazzata lui sapeva dove ero ma non gli lasciai tempo di prendere l'iniziativa.

Sali i due gradini all'ingresso della baracca e demolii la porta con una poderosa spallata entrai nella stanza con la pistola spianata.

Il terrore mi assali.

La stanza era vuota,solo qualche bidone pieno d’acqua.

Davanti a me un'altra porta chiusa.

Il cecchino era dietro quella porta e ora sapeva grazie al baccano che avevo fatto che io ero entrato in baracca.

Non dovevo e potevo concedergli tempo di reagire.

Feci irruzione nell’altra stanza con la pistola spianata,notai una macchia indistinta alla mia destra.

Mi piegai sul fianco lanciandomi verso il pavimento.

Sparai tre colpi in rapida successione verso la macchia indistinta che ora prendeva sempre più forma.

Caddi a terra ma mi rialzai subito per svuotare il caricatore contro la sagoma ora ben classificabile come quella di un uomo.

Ma non era necessario premere ancora il grilletto.

Il cecchino era bloccato dalle cinghie di fissaggio del suo fucile alla intelaiatura metallica ancorata alla finestra.

Cercava di indietreggiare come estremo tentativo di difesa ma era legato indissolubilmente alla sua arma incastrata in posizione di minimo brandeggio.

Il primo colpo si era conficcato nella parete di legno ma il terzo e il secondo l’avevano colpito alla arteria femorale della gamba sinistra e al petto appena sotto all’ascella.

La ferita all’arteria sboccio in due grosse ampolle di sangue con sguardo vacuo fisso la sua ferita,intinse il dito indice nella ferita e distrattamente si sporco il volto di sangue .

Mi fisso per un attimo poi si affloscio piegando la testa di lato ed emettendo una stridente  e prolungata scorreggia.

Mi rilassai afflosciando le spalle e le braccia.

Una mosca si appoggio subito sul bianco del suo occhio destro,raggiunta subito da altre due.
La morte con il suo processo di putrefazione aveva iniziato il suo lavoro.

Guardai l’uomo, era decisamente un sudamericano,un po’ in sovrappeso e con lo stomaco prominente,era fasciato in una specie di tuta da sub nera in un materiale spugnoso intriso d’acqua.

Vicino a lui altri due bidoni d’acqua e una piccolo secchiello.

Per questo i sensori non lo avevano rilevato.

Grazie a questo espediente teneva bassa l’emissione termica del suo corpo.

Al massimo avevamo rilavato l’equivalente di una scimmia.

L'episodio dei T-95 stava dando i suoi frutti,avrei dovuto avvisare il comando ma non potevo farlo.
non potevo giustificare l'abbandono della missione e dello SDAAM per una cagata.

Lo osservai ancora un po’.

Non era giovane,forse sulla cinquantina,

I baffi folti lo  invecchiavano.

Avrei dovuto controllargli gli eventuali documenti ma temevo di trovare foto della sua famiglia.

Non lo feci.

L’unica cosa che seppi fare fu mormorare un “mi dispiace”,vomitarmi addosso il melone con lo yogurt e senza accorgermene mi urinai nei pantaloni.

Bel stereotipo di eroe senza macchia e paura.

Mi diedi un scossone,mi rinfrescai il volto con l’acqua e corsi di gran carriera al mio Maciste.

Risalii a bordo,felice di non avere più quella sensazione di abbandono e solitudine che mia aveva accompagnato fino ad ora.

Riattivai tutti i sistemi in diagnosi forzata,attivai il sistema di superpotenza e raggiunsi a 95 kmH gli altri SDAAM in 8 minuti.

Riallineandomi ai parametri di missione.

Nessuno mi comunico nulla,nessuno si era accorto della mia assenza on line durata 17 minuti in totale.

Uccidere non richiedeva molto tempo.

Dopo altri 56 minuti eravamo in zona di operazione,non trovammo nessun cecchino ma non tornammo a mani vuote.

Durante una scansione rilevammo due Mil 28 Havoc, elicotteri dell’esercito venezuelano di fabbricazione russa, a caccia di carri Ariete.

Simili nell’aspetto al cane Pluto di Disneyana memoria grazie al loro naso nero,ricevettero un missile Stinger a testa lanciati da Comastri e Rabu.

Durante il rientro alla base feci una leggera deviazione e schiacciai con il peso del mio SDAAM la baracca con il cadavere del cecchino al suo interno.


Finalmente a casa.
Parcheggiai il Lyra 5 nella sua postazione dentro all' hangar 

Spensi i teleruttori di potenza e consegnai agli specialisti il Lyra 5.

Nessuno mi chiese nulla sulla pausa di reset di 17 minuti in seguito.

Scesi ai piedi del mio SDAAM.

 Rabu mi squadrò dalla testa ai piedi mentre mi sfilava davanti per recarsi alle docce.

“fai schifo” mi disse ridendo,Comastri aggiunse: “giornata di merda he!”, Spartaco mi guardo perplesso mentre Scevola si fermo davanti a me e disse soltanto “puzzi di piscio e vomito,vatti a lavare”….

Basta melone ghiacciato a colazione pensai io senza ribattere.

8-)

 Fabrizio1966 :

16/2/2011 09:18
 Molto bello Roby! E' un piacere leggerti...:-)

Fabrizio

P.S., di imodium, secondo la mia dottoressa, se ne possono prendere fino ad otto al giorno, sempre meglio che prendersi una pallottola... al limite, c'è sempre il vecchio rimedio del limone... dicono che funziona, basta, una volta messo, non toglierlo.... :-D :-D :-P

 roby67 :

16/2/2011 15:53
 
[quote] Fabrizio1966 ha scritto: ...di imodium, secondo la mia dottoressa, se ne possono prendere fino ad otto al giorno...



Ammazza Fabrizio! ma quanto melone fresco mangi???
:-P :-P :-P

 svt67 :

16/2/2011 21:02
 ..lascia perdere il modellismo (per ora) e passa alla scrittura .. :-o

 roby67 :

17/2/2011 15:22
 
Quote:
svt67 ha scritto: ..lascia perdere il modellismo (per ora) e passa alla scrittura .. :-o



Grazie caro per l'incoraggiamento.
Ma conoscendo i miei limiti,non pochi,credo che non otterrei sti gran risultati...come nel modellismo del resto.

ciao

 svt67 :

17/2/2011 20:22
 Quote:
roby67 ha scritto:
svt67 ha scritto: ..lascia perdere il modellismo (per ora) e passa alla scrittura .. :-o


Grazie caro per l'incoraggiamento.
Ma conoscendo i miei limiti,non pochi,credo che non otterrei sti gran risultati...come nel modellismo del resto.

ciao


troppo modesto

 roby67 :

18/2/2011 19:36
 A presto un nuovo capitolo dal titolo: " prima perdita".

Saluti
:-D

 roby67 :

19/2/2011 19:19
 Ecco il risultato di una ennesima notte in corsia d'ospedale.
Spero sia di gradimento ai miei due (dicasi due) lettori rimasti.
:-D :-D :-D

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Prima perdita.

 

Erano passati 7 mesi dalla brutta esperienza con il cecchino venezuelano.

Ogni tanto lo ricordavo e il suo volto rilassato nella morte ,benchè violenta, non mi abbandonava.

Non era un pensiero carico di rimorso o triste ,meglio lui che me, ma semplicemente era dovuto al fatto che si trattava del primo uomo che vedevo in faccia mentre lo uccidevo.

Ero rimasto un po’ impressionato,una madre,magari battona per carità, che lo piangeva l’aveva pure lui.

Sapevo di averne uccisi molti altri; dentro ai carri,agli elicotteri,agli aerei o ai bunker o semplicemente schiacciati sotto al mio SDAAM senza neppure essermene accorto.

La cosa non mi turbava ma mi faceva riflettere sulla estrema facilità con cui si perde la vita nel nostro mestiere...un pensiero premonitore

Ero stato a casa un mese in licenza e 5 mesi all'isola di  Sant'Andrea,sede dei lagunari in mezzo alla laguna veneta a collaudare i nuovi SDAAM anfibi per le truppe da sbarco al largo del lido; ragazze,la mia moto,la mia auto d'epoca; una meravigliosa Porsche 356 Speedster del 56, a casa alle 17:00 finito il servizio e  subito a Jesolo dopo trenta minuti a far baldoria...mi ero abituato bene considerando che l'esercito pagava pure bene.

Il ritorno in Venezuela fu un po' deprimente ma ritrovare i miei  compagni d'arme e ricominciare l'azione fu un buon diversivo inoltre questo fine settimana l'avrei passato con Rabu e Spartaco a Miami in Florida.

Un Alenia A-400 ci avrebbe portato in poco tempo insieme ad altri militari italiani e francesi in quella cosmopolita e spassosa città.

Dopo le bionde con cui  mi ero divertito a Jesolo un paio di bellezze cubane non avrebbe guastato.

Un altra cosa inoltre mi riempiva di gioia: su mia indicazione erano stati montati dei wc chimici dietro al sedile di pilotaggio dei Maciste...

Stavo assorto in questi variegati pensieri mentre osservavo lo specialista intento a dipingere sul scudo del mio SDAAM,giusto sotto la matricola del Regio Esercito, le sagome di due T-80 e di un Mil-24 Hind venezuelani.

Il mio bottino della settimana scorsa.

Non male,le sagome dei vari successi cominciavano a diventare molto numerose,sommate a quelle del resto della compagnia LUPI rappresentavano la dotazione di un piccolo esercito.

Nemmeno mi accorsi del suo arrivo,il capitano Scevola non mi saluto,era teso oltre che cupo in volto..

“Sergente,raggiungimi in tenuta da combattimento alla elisuperficie,è successo un pasticcio e dobbiamo andare nella giungla a verificare”

Non aggiunse altro e si allontano senza nemmeno indicarmi un'ora precisa.

Guardai l'orologio,erano le 10:25 di una soleggiata mattina di Marzo 2005.

Alle 10:46 stavo davanti a un fiammante NH-90 dell'aviazione leggera del Regio Esercito.

Di un verde scuro con insegne di nazionalità e codici militari neri a bassa visibilità sul colore di base l'elicottero emanava una inquietante sensazione di potenza aliena.

Due soldati stavano ai lati dei portelloni con i volti nascosti dal casco e dagli occhialoni amplificando questa mia sensazione.

Mi salutarono mentre preparavano le gatling calibro 12 per la missione.

Io indossavo una mimetica da giungla tigrata,il giubbotto antiproiettile in kevlar e l'elmetto con il piumetto da bersagliere,un paio di Ray ban dono di una donna pilota di Fiat\Alenia G-95 STV della Regia Marina ,

fucile SC-70,Beretta 92  e coltello shar;vestito per uccidere come si suol dire.

Prevedendo caldo e umido misi un asciugamano verde bagnato intorno al collo sia per il sudore sia per le sempre presenti zanzare...inoltre faceva molto Vietnam come ricordo quando ero ragazzino  nei film di cine città dove il grande Ugo Tognazzi interpretava un collonello delle forze speciali del Regio Esercito impegnato a difendere i vietnamiti buoni dai terribili vietnamiti comunisti.

Arrivo una Defender da dove scesero il Capitano e Rabu.

Salimmo senza parlare sull'elicottero,Rabu mi rivolse uno sguardo interrogativo a cuì risposi con una alzata di spalle.

Il velivolo si librò agile leggero sopra la giungla.

 

Scevola sporse a me e a Rabu due monitor palmare Tatticalcom della Olivetti.

Poco più grandi di una agenda contenevano dati e parametri delle missioni in corso,passate e future.

Il comando le teneva sempre aggiornate e noi le scaricavamo via bluetootht nei computer di missione dei nostri Maciste visionandoli poi nelle schermate tattiche dentro alla nostra cabina.

“Ragazzi”,esordì Scevola, “quello che vedete è la missione che lo SDAAM Tango 3 della 102° compagnia Tigre stava svolgendo!”

Guardammo i monitor.

Una banale missione di pattugliamento vicino ai soliti pozzi di estrazione.

Nella giungla non esisteva nulla di interessante all'infuori delle bellezze naturali e dei...pozzi di estrazione.

L'aerea di pattugliamento si estendeva per 25 Km a sud est di Nueva Caracas.

In piena giungla ma con all'interno i famigerati e bersagliati pozzi.

L'area distava 50 Km dalla nostra base.

Continuai a far scorrere le pagine sul monitor.

Telemetria e dati trasmessi via satellite mostravano il percorso dello SDAAM fino a 6 ore dall'inizio missione e ai già conosciuti 50 Km circa di distanza dalla base...poi più nulla per altre 4 ore fino alle 08:20 di mattino di oggi 22 Marzo 2005.

Guardammo Scevola ammutoliti,il puntino rosso lampeggiante sul monitor sapevano cosa rappresentava.

“Come sapete Alenia ha messo rimedio al problema delle piattaforme inerziali troppo sensibili dei nostri SDAAM permettendoci l'impiego di un solo SDAAM per missione”.

 

Scevola si riferiva alla questione delle piattaforme inerziali computerizzate che andavano in tilt a causa di colpi ben mirati,generalmente alla testa, di grosso calibro contro i nostri Maciste.

Queste causavano un blocco del mezzo per 15 secondi fino a che non si resettava tutto in automatico..

Si temeva che il nemico scoprendo questo tallone d'Achille e coordinando fuoco multiplo ripetuto potesse mettere in seria difficoltà uno SDAAM fino a fargli perdere il controllo e la stabilità degli assi di movimento e equilibrio facendolo cadere.

Questa particolarità negativa imponeva a scopo cautelativo l'impiego di SDAAM in più unità per ogni singola missione.

Questo fino a solo due mesi fa.

Non solo il wc chimico era stato aggiunto ai nostri Maciste.

Ora disponevamo di nuove piattaforme inerziali meno meccatroniche ma più elettroniche e computerizzate.

Praticamente leveraggi,molle e dischi rotanti bilanciati erano stati eliminati grazie a un nuovo software quantistico che comandava i motori in assetto costante anche sotto il fuoco nemico.

Grazie alla nuova tecnologia si aprivano nuove dottrine d'impiego per i nostri robot antropomorfi svincolandoli dall'operare in più soggetti risparmiando così ore di funzionamento e allontanando le date dalle grosse e costose revisioni.

Almeno si pensava fino ad oggi.

 

“ a un certo punto non si è avuto più notizie dello SDAAM in pattugliamento,sia strumentale tramite satellite e telemetria sia via radio.

Abbiamo rotto le comunicazioni per metterci in contatto con Tango 3 (codice identificativo delllo SDAAM in questione) ma l'unica risposta ricevuta è stata il radiofaro di recupero,che come sapete si attiva dopo un certo periodo di inutilizzo del mezzo,generalmente 3 ore se il pilota non lo disattiva.”

Scevola fece un gesto di pausa con la mano,estrasse una boraccia e bevve un lungo sorso d'acqua.

Poi riprese a parlare con noi tramite l'intercom dell' NH-90.

“ è stata mandata una unità di ricognizione veloce” bersaglieri dotati di potenti moto da enduro Cagiva.

Scevola tacque per alcuni istanti,quasi pesassero una tonnellata le sue seguenti parole.

“Hanno raggiunto il punto dove si ripete il segnale e hanno trovato Tango 3 completamente distrutto  e il pilota morto seduto al suo posto di pilotaggio”

 

Calò un silenzio di tomba,nemmeno il flappeggio dell'elicottero udivo più.

Dopo un po' mi destai dalla sorta di incantesimo in cui ero caduto e posi una domanda  la cui risposta ,se volevo, l'avrei trovata anche sul palmare ma non avevo voglia di andare a sfogliare i fogli virtuali,volevo sentire il nome da una voce umana.

 

“chi era il pilota”

 

Dopo due secondi il capitano fissandomi negli occhi mi rispose.

“ il sottotenente Enzo Bossi”

“Grazie” fu l'unica cosa che dissi e mi appoggiai al schienale del sedile mentre l'elicottero procedeva ora in volo tattico.

Una routine di volo impiegata in avvicinamento alla zona calda che i piloti non abbandonavano mai.

Il nome mi era noto,conoscevo il Sten. Bossi.

Figlio di Alberto,potente gerarca fascista lombardo detestato dai suoi  parigrado meridionali per vie di certe sue affermazioni sull'impegno militare ,e non solo, delle popolazioni del sud Italia.

Fautore inoltre della proposta di spostare la capitale d'Italia da Roma a Milano.

Per fortuna l'idea bislacca non trovo mai terreno fertile ma contribui alla sua fama di difensore dell'Italia del nord trovando l'appoggio di molti cittadini dell'impero che vedevano in Roma soltanto  una entità usurpatrice dei propri beni.

Mussolini non avrebbe mai permesso una simile forma di divisione nazionale,anche se solo come concetto astratto di certo non fisico.

Ma il nuovo corso democratico intrapreso dai tre duce succeduti a Mussolini avevano lasciato spazio anche a questo.

Il povero Enzo lo conobbi a Sant'Andrea durante i 5 mesi di addestramento con gli SDAAM anfibi.

Era un tipo tranquillo,socievole ma non troppo sveglio.

Secondo molti inadeguato anche fisicamente,essendo una mezza sega,all'impiego con gli SDAAM.

Grazie a papi era l'unico a sfoggiare i gradi di sottotenente avuti non di certo per meriti di combattimento.

Durante una lite con un altro pilota,con il suo SDAAM aveva urtato un altro mezzo con una manovra bislacca accusando il pilota dell'altro SDAAM di aver sbagliato mentre era lampante il contrario, le stava quasi per buscare ma vista la malparata davanti a tutti minacciò di telefonare a papi che conosceva molti generali dell'esercito.

Questo lo alieno dalla nostra vita sociale di caserma ma per lui non era un problema in quanto un turno in Venezuela con gli SDAAM lo avrebbe proiettato in una folgorante carriera politica nella regione Lombardia e dopo anche oltre.

L'esercito e gli SDAAM erano solo un mezzo per raggiungere gli scopi prefissati dal padre di cui lui era succube.

Per questo faceva anche un po' di pena.

Risi tra me e me ricordando quella volta che in piena laguna alle bocche di porto di Chioggia riusci a mettere in crisi il suo SDAAM avvolgendogli attorno  centinaia di metri di reti da pesca.

Furono necessari l'aiuto di due altri SDAAM e di un grosso pontone di recupero per riuscire a liberarlo dopo 6 ore di estenuante e delicato lavoro.

Quel giorno tutti ci aspettavamo una colossale lavata di testa al povero Enzo.

Ma grazie a una telefonata del famoso papi ricevette invece un particolare encomio per avere scoperto e segnalato un problema nell'impiego degli SDAAM in zone di pesca.

L'unica cosa negativa che ebbe a suo carico per l'episodio fu il sopranome  che noi votammo all’unanimità: “TROTA”.

Ora qualcuno doveva spiegare al suo potente papi come era morto il povero trota...

 

L'elicottero smise le acrobazie del volo tattico e su richiesta del capitano Scevola sorvolò un paio di volte lentamente l'area di operazione.

C'erano fermi a terra altri due NH-90.

Dei potenti caterpillar con cabina corazzata avevano spianato una zona per l'atterraggio degli elicotteri.

Due grossi camion con pianale a rimorchio erano fermi in un spiazzo della radura, dovevano aver trasportato fin lì i caterpillar.

C'era pure un camion ancor più grande e con il pianale più lungo dei precedenti,lo riconobbi subito.

Era uno di quei Astra utilizzati per il trasporto degli SDAMM.

Lì avevo visti sbarcare a all'aeroporto di Caracas i con i nostri Maciste stesi sul pianale dai giganteschi C-5 Galassia della Regia Aeronautica.

Notai i bersaglieri sparsi a raggio in assetto di copertura.

Erano presenti inoltre due trasporti truppa della cavalleria.

E infine vidi seminascosta dagli alberi la sagoma di uno SDAAM steso a terra sulla schiena e senza testa,sembrava un giocattolo rotto da un bambino capriccioso e poi gettato via.

Scendemmo vicino agli NH-90.

Due alti ufficiali dell’ OVRA stavano confabulando tra loro,

uno dei due era particolarmente agitato e gesticolava animatamente.

L'altro era immobile e impassibile,sembrava molto preoccupato.

Ci avvicinammo,i due non ci salutarono ma ci chiesero di seguirli,volevano un nostro parere e in fretta.

Camminammo per un centinaio di metri  e raggiungemmo un incrocio di strade di terra battuta.

In una curva dell'incrocio vidi quello che pensavo di non vedere mai.

La testa dello SDAAM giaceva lì decapitata sotto a una palma.

“ Vorremo il vostro parere e capire cosa l'ha staccata così brutalmente dal corpo” esordì l'ufficiale che prima gesticolava animatamente.

  è molto importante” aggiunse l'altro più seraficamente.

“il corpo dello SDAAM per il momento non può essere visionato,i tecnici stanno finendo ora di mettere in sicurezza il reattore nucleare,per fortuna è integro e non ci sono perdite di materiale radioattivo”

Io Rabufetti e il capitano rispondemmo con un signorsi molto blando.

Nessuno dei presenti parlava molto,anche l'ufficiale agitato si era calmato,tutti si rendevano conto di cosa significasse tutto questo.

Quella che veniva considerata la macchina bellica definitiva,che ci aveva permesso fino ad ora di combattere in netta superiorità e che ci garantiva l’iniziativa uscendone sempre vincitori e di indurre l'avversario sulla difensiva era stata battuta e cosa ancor più grave non si sapeva ancora come.

Anche i suoi più feroci detrattori erano stati messi a tacere.

Si criticava che costasse come una fregata lanciamissili della Marina o come uno stormo di F-35 o una brigata di carri Ariete.

Ma aveva dimostrato di valere molto di più,solo che ora tutto sarebbe stato messo nuovamente in discussione.

Mi tolsi il fucile dalla spalla e lo appoggiai a terra e mi misi ad osservare bene la testa da 15 tonnellate dello SDAAM

Era appoggiata su un fianco tutti i portelli di ispezione corazzati erano saltati mettendo a nudo i gangli meccatronici che ne permettevano il funzionamento e facendoli uscire dalle proprie sedi.

Il spesso vetro in polimeri trasparente blindato che proteggeva il sensore optronico flottante era spezzato.

Il sensore stesso era spento,privo di quella luce fluorescente arancio che lo rendeva vivo,quasi organico.

La vernice radar assorbente verde scuro era bruciacchiata in più zone.

La demolizione proseguiva scendendo con lo sguardo verso quello che era virtualmente il naso con il mento.

La UTA (unità trattamento aria ) che forniva aria depurata e incontaminata sia al pilota che alle esigenze di funzionamento del mezzo era completamente schiacciata e divelta.

Considerando che era in corazza multistrato la cosa appariva molto inquietante.

Le saracinesche di regolazione del flusso d'aria erano divelte e mezze fuse.

Il grosso giunto in acciaio rivestito in uranio impoverito che collegava il collo al corpo e ella testa permettendo il movimento grazie a snodi cardanici era spezzato di brutto.

Non era nè bruciato nè storto semplicemente spezzato.

Nulla al mondo aveva così tanta forza da tranciarlo di netto in quel modo.

“é stata una esecuzione mormorai cupamente”

 

“come dice sergente?” a parlare fu l'ufficiale,quello più quieto.

“ Signore penso che una arma di grosso,grossissimo calibro e potenza sia stata appoggiata alla base del collo frontalmente allo SDAAM a distanza ravvicinata eppoi attivata

Una sorta di esecuzione”.

“cosa te lo fa supporre figliolo” aggiunse l'altro alto ufficiale.

“ Il stacco netto del collo,la UTA distrutta,le bruciature esterne,tutto fa pensare a una grossa esplosione concentrata ma ravvicinata.

Un proiettile molto pesante scagliato con estrema energia da molto vicino”

Un brivido freddo mi percorse la schiena e per un attimo provai una paura subdola e ingovernabile,sapevo il perchè di questa paura; puro spirito di conservazione.

“colonello posso esprimere un parere sulla attuale situazione tattica?” chiesi un po' timidamente.

“Parla pure”

“ signore la cosa che ha distrutto questo SDAAM potrebbe essere qui intorno in attesa,con il cadavere dello SDAAM ha creato il formaggio e noi siamo i topolini” stetti ad osservare la loro reazione,notai una ombra di preoccupazione nell'ufficiale più flemmatico.

L'altro era semplicemente impallidito.

Rincarai la dose ora che avevo la loro attenzione.

“guadatevi intorno: siamo lontani dalla base,non abbiamo pedine pesanti esclusi i due Caterpillar che però non sono armati.

Disponiamo solo di due Dardo con cannoncino da 20 mm e di un pugno di bersaglieri armati del solo fucile d'assalto,siamo un ricco boccone per la cosa che ha fatto questo”

Un capitano lì presente senza attendere ordini ordinò ai due Dardo di allontanarsi e di iniziare una esplorazione nell'area circostante invitando gli equipaggi a comunicatore ogni movimento sospetto.

Un Maggiore fece muovere i bersaglieri sparsi nella zona incitandoli a mettersi in copertura e ad allargarsi nei fianchi stando sempre in contatto visivo.

Ai due caterpillar venne chiesto di cominciare a spingere il corpo apparentemente intatto dello SDAAM sul pianale dell' Astra .

I tre NH-90 furono mandati in volo di ricognizione  lontano dal punto zero.

Scevola chiamò via radio crittografando il messaggio due SDAAM operanti a circa 20 Km dalla nostra posizione invitandoli ad avvicinarsi al nostro punto tenendo i sensori in massima apertura e gli occhi bene aperti.

Il colonello flemmatico intanto chiese e ottenne appoggio aereo da un paio di STOVL FIAT G-95 in volo nella zona.

Due A-129 Mangusta intanto giunsero in volo da Nueva Caracas.

Cominciammo a sentirci tutti più sicuri.

Ci scansammo per lasciare libertà di movimento ai due Dardo della cavalleria in marcia e fu allora che la vidi.

“Capitano” chiamai.

Ma il tono della mia voce mise in allarme tutti e si avvicinarono per osservare anche loro cosa aveva attratto la mia attenzione.

Era lunga 5 metri larga 3 e profonda 16 centimetri e pur se parzialmente cancellata dai cingoli dei Dardo della cavalleria,stupidamente parcheggiatesi sopra,era indiscutibilmente l'impronta di un pesante piede antropomorfo.

Il problema grave,e che ci fece ammutolire, tutti era che non si trattava dell'impronta di un nostro SDAAM...

Guardai a destra un po' depresso,attirato da dei movimenti poco distante.

Due soldati stavano caricando il cadavere di Enzo Bossi,rinchiuso dentro un a un sacco nero di plastica,in un NH-90 fatto atterrare da poco.

Pensai amaramente che ora suo padre avrebbe saputo come ,e da chi, era stato ucciso suo figlio.



Ecco una immagine da archivio della prima perdita in azione di uno SDAAM .
Una pattuglia di esploratori ha appena trovato in piena giungla i rottami dello SDAAM disperso .

 Foto postata a solo scopo esemplificativo.

 

 

 

 

 

 

 


 svt67 :

19/2/2011 20:28
 ;-)

 soldier75 :

19/2/2011 20:44
 ottimo! ;-)

 maxcomelli :

19/2/2011 23:19
 Grande Roby :-D

Sta storia mi piace un sacco.

Ciao Max

PS: or aperò ti sei messo nei guai...non puoi fermarti...devi continuarla :-P

 roby67 :

20/2/2011 14:36
 Ok Max!
Ti do già il titolo. "scontro tra titani".
Praticamente già da questo si può già immaginare il tutto.

ciao

 Hoot :

22/2/2011 00:14
 ....certo che solo dei bersaglieri non potevano accorgersi di un'orma 5 metri per 3.....
:-D :-D :-D

 francisco :

22/2/2011 11:41
 Bel racconto Roby!!!!! :-)
 
A parte il fatto che "noi" della "cavalleria" dobbiamo sempre fare il lavoro sporco che "voi"....non fate ....mai............. :-D ;-) ;-)
 
Continua.....mi piace

Franco

 roby67 :

22/2/2011 12:16
 Colgo il tutto come un "complimento"...grazie!
:-D

 roby67 :

8/3/2011 23:49
 Ecco a voi la prima parte del capitolo "scontro tra titani" sempre inerente al racconto "Guerra dell'energia"
Fatemi sapere se vi piace.
ciao

 

 

SCONTRO TRA TITANI

Parte 1

 

 

Erano passate due settimane scarse dalla distruzione dello SDAAM del povero Enzo Bossi.

Malgrado le perlustrazioni aeree e i pattugliamenti terrestri lungo buona parte delle rive dell'Orinoco non fu riscontrato nulla di decisivo nei riguardi del possibile mezzo antropomorfo responsabile di quello che i generali e l'OVRA definivano un disastro

Una impronta e qualche albero fatto a pezzi in modo anomalo,nulla più.

Almeno fino ad oggi.

Stavo assistendo all'installazione del jet pack al mio Maciste.

Un operazione eseguita dagli specialisti che grazie a dei muletti,anch'essi antropomorfi richiedeva solo 15 minuti.

Gli altoparlanti Autovox installati ai lati dell'hangar gracchiarono e una suadente voce femminile che apparteneva a un maresciallo donna da 95 chili in servizio in fureria, chiamò me e Comastri invitandoci a presentarci a rapporto presso l'ufficio del Collonello nella palazzina prefabbricata del comando di reggimento.

In meno di tre minuti io e Comastri eravamo davanti alla porta dell'alto ufficiale.

Bussammo e una voce decisa ci invito ad entrare.

Facemmo il saluto militare.

Ormai da moltissimi anni il saluto romano era stato abbandonato perchè ritenuto obsoleto e sostanzialmente un po' ridicolo,letteralmente passato di moda.

Il colonnello era un uomo sulla cinquantina,era famoso per le sue azioni in Somalia e nella ex Jugoslavia dove al comando di un reggimento di carri Ariete e fanteria meccanizzata aveva sbaragliato e annichilito l'agguerrito e feroce esercito serbo intento a massacrare i civili di Srebrenica,facendolo diventare un eroe nazionale in Italia e non solo...

Uomo di corporatura atletica e dai cappelli biondi tagliati a spazzola non avrebbe sfigurato nei manifesti pubblicitari di reclutamento dell'esercito.

All'interno dell'ufficio era presente anche il nostro stimato Capitano Scevola il quale ci accolse con un largo e cordiale sorriso.

“Bersaglieri” esordi il Colonnello.

“vi ho fatto chiamare qui in accordo con il vostro capitano.

Aprite bene le orecchie perchè il tempo è un elemento determinante in questo caso e gioca in nostro sfavore se non saremmo veloci nell'agire.

Quindi ascoltate bene ciò che ora il vostro capitano vi dirà”.

Scevola si alzo in piedi schiarendosi la voce,comunque era chiaro di chi fosse l'imprintig alla missione che ci attendeva.

“ Allora ragazzi come ha detto il colonnello abbiamo poco tempo quindi sarò breve.

Circa due ore fa abbiamo mandato in missione ricerca e distruggi un paio di Mangusta armati di missili anticarro stavano perlustrando le rive di sabbia bitumosa di un affluente dell'Orinoco, il Capanacaro.

Ci erano stati segnalati strani movimenti dai residenti in loco e abbiamo mandato i due elicotteri in perlustrazione.

Erano in volo tattico quando sono stati fatto oggetto di fuoco da parte del nemico.

Uno dei due e stato abbattuto da un missile,l'altro ha risposto al fuoco ma senza risultato.

I Tow hanno colpito qualcosa ma ciò che è stato colpito ha risposto con delle mitragliatrici.

Il pilota è riuscito a rientrare alla base con l'addetto alle armi gravemente ferito e l'elicottero ridotto a una fetta di hemmental”

Il colonnello interruppe con un gesto cordiale il capitano prendendo nuovamente la parola.

“Ragazzi,l'elicottero abbattuto sta inviando un segnale con il radiofaro,esattamente a 67 chilometri a nord est da questa posizione.

Riteniamo che chi l'ha abbattuto abbia volontariamente lasciato intatto il relitto con il radiofaro acceso apposta per attirare le squadre di recupero e distruggerle.

Noi non mandiamo nessuno in soccorso,mi spiace per i piloti.

Andrete voi con i vostri SDAAM.

Partite subito prima che si stufino ad aspettare e cercate di tornare con qualcosa nel carniere.

Roma lo esige e io pure,buona fortuna”

Il piglio e lo sguardo deciso nel pronunciare l'ultima frase ci spinsero a salutare e ad avviarci di corsa verso i nostri SDAAM già posizionati fuori dall'hangar climatizzato dagli specialisti.

Indossammo al volo la tuta e il casco,salimmo in cabina e scaricammo la missione nel sistema di combattimento del computer di bordo.

Uscimmo a passo lento dalla base seguendo il tracciato giallo per evitare di calpestare mezzi e uomini nella fretta.

Dopo di chè lanciammo i Maciste a 80 KmH dentro la giungla venezuelana con tutta i sensori di ricerca e scoperta al massimo e con la mimetizzazione visiva inserita.

In meno di 45 minuti saremmo arrivati al relitto del Mangusta.

75 tonnellate di peso distribuite in quasi 20 metri di altezza a 80 Kmh giù per la giungla,stavamo creando un piccolo terremoto.

Gli animali,e forse qualche umano che incrociava il nostro passaggio fuggivano terrorizzati davanti alla nostra inarrestabile dimostrazione di forza e potenza,c'è ne rendevamo conto e questa sensazione di onnipotenza ci piaceva anche se la visione dello SDAAM di Bossi decapitato e coperto da teloni verdi all'hangar 3 ci ricordava che anche noi eravamo vulnerabili,a cosa non lo sapevamo.

Non immaginavamo però io e Comastri che avremmo presto scoperto cosa era che ci poteva rendere vulnerabil.

Aprii un canale com criptato con Comastri.

Se qualcuno ci ascoltava avrebbe solo sentito una sorta di volo di zanzara invece di chaire parole umane .

“Coma come andiamo?”

“Bene,stavo pensando a cosa potremmo trovare ad attenderci”

Comastri lo conoscevo bene,sentivo che non aveva paura ma notai una nota di tensione nella sua voce.

“Probabilmente troveremo uno stronzo con voglia di fare il macho e che finirà ridotto a moquette in 2 minuti”

Tentai di allentare la tensione con battute da gradasso tipiche dei bersaglieri.

“ok,comunque se è grande,grosso e cattivo lascialo a me.

Più sono così più mi piace picchiarli”.

Lasciai scappare una risata seguita da quella di Comastri.

Beh! Allentare la tensione non faceva mai male.

Proseguimmo tra feroci battute per tutto il tempo.

Esattamente 47 minuti dopo aver iniziato la missione giungemmo sul sito dell'abbattimento del povero Mangusta del Regio Esercito.

“Coma spegni tutti i sistemi attivi e procediamo solo con gli optronici”

Come il più alto in grado io ero il comandante della missione e non volevo essere scoperto da chicchessia dotato di allarme radar.

“fatto” rispose il mio gregario.

Sempre con la mimetizzazione visiva inserita ci fermammo a 400 metri dal relitto e procedemmo a 5 KmH in modalità furtiva,per quanto permessa dalla massa dei nostri mezzi.

Dopo pochi minuti eravamo sul relitto.

La distruzione era stata sistematica,per quanto il Mangusta fosse un osso duro il probabile missile causa del suo abbattimento aveva annientato la sua struttura condannandolo alla pura demolizione violenta.

Sembrava un rapace ferito e spirato in una atroce agonia,

Il trave di coda era staccato di netto all'impatto.

Giaceva a pochi metri dalla carlinga squassata e dai rotori divelti e spezzati.

Una turbina giaceva sul terreno vincolato alla sua originaria sede solo da pochi cavi e tubi flessibili squarciati.

Il muso con la cabina era dritto rispetto al suolo,solo leggermente inclinato sul lato destro.

Le rastrelliere dei Tow fungevano da piedistallo e le canne dei cannoncini sul muso erano ripiegate sotto alla fusoliera..

“ha tentato di atterrare.

E era quasi riuscito nel suo intento”

“Già” risposi.

“guarda il tettuccio” dissi

“ Buchi da arma leggera,forse i piloti sono giunti vivi a terra”

“ma qualcuno li ha finiti”

Concluse Comastri.

“faccio una scansione con i sensori di rilevazione organica e telemetrica”

Esegui un rapido passaggio con l'occhio optronico mentre il Maciste di Coma controllava i dintorni con il medesimo sensore.

Agganciai subito il chip decifratore del mezzo.

Sul monitor di sinistra mi apparvero tutti i dati.

Il Mangusta era decisamente andato, aveva ancora le turbine a 84° centigradi.

La dotazione di munizioni era integra,non aveva sparato un colpo.

Fine ingloriosa per un simile predatore.

La nota più triste ora: i piloti erano morti,quasi freddi.

Capitano Antonella Molteni,il pilota.

Classe 1976

Sergente Maggiore Fabio Spolladore,lo specialista alle armi.

Classe 1978

Morti,poveri ragazzi.

Criptai i dati e li inviai via satellite al commando di reggimento.li trasmisi anche a Comastri.

Non disse nulla.

“ Comastri occhi aperti ora,iniziamo a guardare intorno”

“Ricevuto”

Cominciammo a muoverci nei dintorni,distanziati di 50 metri l'uno dall'altro.

Sempre con il solo sistema optronico inserito.

“Comastri amplifichiamo l'infrarosso”

“ok”

Non c'era più voglia di scherzare.

Ad un tratto cominciarono ad apparire le impronte di piedi antropomorfi uguali a quella riscontrata nel sito di distruzione dello SDAAM di Bossi.

Un paio di alberi schiantati fecero aumentare la nostra attenzione...e tensione.

Arrivammo a una piccola radura.

Vicino a noi scorreva l'acqua dell'affluente.

Davanti avevamo uno spazio aperto di una ottantina di metri dopo di che iniziava di nuovo la vegetazione tropicale.

All'improvviso qualcosa di spaventoso emerse lentamente dalla vegetazione difronte a noi.

Fu una sorta di shock,non ci aspettavamo qualcosa di così alieno,rozzo e brutale.

 

 

 



 willydav :

9/3/2011 10:28
 Bravo Roby :pint:

certo che Kruaxi ha avuto una bella idea con questo GB ucronico, e visto che tutti sembrano più interessati ai racconti piuttosto che ai modelli ucronici, perché non creare una stanza apposita dove riversare tutti gli scritti ?

Fabiooooooooooo...
:-D :-D

 svt67 :

9/3/2011 11:36
 ;-)

 roby67 :

9/3/2011 22:06
 
Quote:
willydav ha scritto: Bravo Roby :pint: certo che Kruaxi ha avuto una bella idea con questo GB ucronico, e visto che tutti sembrano più interessati ai racconti piuttosto che ai modelli ucronici, perché non creare una stanza apposita dove riversare tutti gli scritti ? Fabiooooooooooo... :-D :-D



Beh come idea non è affatto male.
Effettivamente si leggono dei bei racconti,del resto ai modellisti fantasia e spirito artistico non dovrebbero mancare.

ciao

 pittarofranz :

10/3/2011 16:25
 Belli i racconti ma si produce poco modellisticamente parlando.... taliani: tutti santi, navigatori e scrittori!!!!!!! :-P :-P :-P :-P

 roby67 :

6/10/2011 23:11
 Beh! dopo un lungo periodo di inattività forzata sto provando a riprendere mano con plastica e affini.
Ho tentato con l'A-10 ma mi manca la neccessaria concentrazione.
Quindi ho ripreso in mano lo SDAAM (un Zaku modificato) interprete del mio romanzo ucronico "Guerra dell'energia" ...una ca....a pazzesca.
Almeno se sbaglio qui posso improvvisare liberamente non dovendo rispettare niente di esistente.
Il modello è ancora un abbozzo o poco più,sto cercando di togliere le ingenuità giocattolose del Zaku originale.
Per farlo mi ispiro ai mezzi corazzati e agli elicotteri da attacco.

Ecco gli svilluppi.

Qui la spalla destra con lo spallaccio in ottone e con posizionato sopra un sensore di ricerca optronico.




Lo scudo sinistro rifatto in lamierino più contenuto e meno spesso.
Ora è solo appoggiato,devo mettergli dei distanziatori per permettere il movimento del braccio.




Vista frontale.
Il gonnellino corazzato originale mi senbrava troppo da gladiatore.




Vista posteriore fresca di limatura.
Ho rifatto il jet pack,l'originale era troppo giocattoloso.
Questo è fatto con una carenatura di origine aeronautica e gli ugelli orientabili sono due cannucce da bibita.




 Hoot :

7/10/2011 11:23
 ...belle modifiche!

Mi convince poco solo lo scudo sinistro in lamierino.....non è troppo sottile????
Col la potenza delle armi.......

 Alessandro-tigre86 :

7/10/2011 12:56
 Bello lo Zaku! Pero devo quotare superHoot lo scudo lo farei molto piu cazzuto, così non so è troppo easy.. :-)

 Kruaxi :

7/10/2011 12:58
  Vai Roby ! Al limite, in quello scudo, metti qualche spunzone 'cattivo'...

Salute  e Latinum per tutti !

 roby67 :

9/10/2011 22:47
 Assemblaggio finito,ora una bella lavata,una mano di primer e poi vai con il colore di base ecc ecc
Sensibile ai consigli ricevuti ho rivisto lo scudo,sempre small rispetto all'originale,modificandolo con una struttura a sandwich che dovrebbe reggere alla grande ai colpi da 120 mm dei T-80 Venezuelani.
Aggiunta la scatola per le com sulla spalla destra e modificata l'arma; un mix tra le due armi fornite dal kit con l'aggiunta di una canna avanzata del Gau dell'A-10 e qualche altro dettaglio.
Ho cercato di riprodurre un sistema d'arma credibile togliendo quelle che a mio avviso erano delle ingenuità con richiami medievali del Zaku originale.

Lunga vita all'impero Italiano d'occidente.

Critiche,commenti,consigli e prese per il c... sempre graditi

ciao


















 roby67 :

12/10/2011 22:16
 Steso il primer per amalgmare i diversi materiali utilizzati.
 ciao










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