Tante volte leggo queste storie e le adoro, cerco di contestualizzarle nel mondo di oggi e nella realtà che vivo io, che è tanto diversa. Questa volta, per una volta, ho una storia simile, che a questo punto non posso non condividere. 15 anni fa circa si tenne nella città in cui prestavo servizio allora un importantissimo campionato mondiale militare sportivo. Gli atleti delle squadre militari partecipanti affluivano presso l'aeroporto oppure direttamente in caserma, io li dovevo accogliere e smistare come segue: i capo-delegazione (colonnelli o generali) presso un prestigiosissimmo albergo della città, il personale maschile nella mia caserma e quello femminile presso la caserma di un altro reparto in una città vicina, con cui avevo preso contatti e che mi aveva messo a disposizione un Sottufficiale e dei mezzi di trasporto. Un bel pomeriggio mi trovo in aeroporto ad attendere la delegazione di uno stato est-europeo, ed al loro mi trovo davanti 3-4 ragazzetti, una giovane tenente bionda snella molto carina ed il capo delegazione, un colonnello evidentemente ex atleta lui stesso, brizzolato, occhi azzurri, aitante...quello che chiunque di noi direbbe un bell'uomo. Sfoggio il mio saluto più formale e con un inglese studiatamente formale e diplomatico indico a lui il mezzo che lo avrebbe accompagnato in albergo, ai ragazzi il nostro furgonato che li avrebbe portati in caserma e alla ragazza l'auto che la avrebbe trasportata all'altra caserma. E lì il disastro: la tenentessa esplode! Pianti, strepiti, proteste… tutti ci congeliamo super-imbarazzati e non avendo vie di fuga praticabili in maniera accettabile assistiamo impietriti al suo sfogo: non capisco la lingua ma è più che evidente che l'incavolaura era più o meno di questo tenore: "PER UNA VOLTA CHE NON C'E' TUA MOGLIE TRA LE SCATOLE NON ACCETTO DI ESSERE SEPARATA DA TE ANCHE QUI!!!" Il Colonnello, paralizzato anche lui nicchia, balbetta.. "cara..." "vedrai che riusciremo a stare insieme" ... " adesso calmati tesoro..." l'imbarazzo è totale. Con una scusa patetica allontano il Sottufficiale ed i ragazzi che mi supportavano, che coscienziosi e comprensivi si defilano e da solo mi subisco il resto della scena. Dopo qualche minuto, nel silenzio tombale che è ormai calato, il Colonnello riesce a ristabilire la situazione. La ragazza si calma, si asciuga i lacrimoni e ci avviamo finalmente ai mezzi. Facciamo dieci passi quando " aspetta! aspetta! hai il mio asciugacapelli nella tua valigia! " " ah già e tu hai le mie mutande nella tua" ... o qualcosa del genere. Fatto sta che nel bel mezzo degli arrivi dell'aeroporto si aprono le valigie ed inizia un incredibile scambio di oggetti vari da una valigia all'altra. Sono attonito, il Colonnello perplesso. La tenentessa sposta capi di abbigliamento, accessori. Solo dopo qualche minuto riusciamo finalmente ad avviarci per le nostre destinazioni, ma prevedo che i problemi non saranno finiti... Le attività (celebrazioni, allenamenti, ricognizioni, gare) proseguono senza scossoni per un paio di giorni, finché una mattina ad un evento pre-gara si presenta il Sottufficiale del reparto che ospita le donne e mi si avvicina piccolo piccolo ed imbarazzato, e vedendo la perplessità nel mio sguardo sbotta quasi a piangere “è fuggita, tenè, quella disgraziata è scappata !!!” “dove può essere andata adesso??” “all’adunata non si è vista, e nell’alloggio assegnato non c’era”. Non faccio in tempo ad esprimere i miei forti sospetti che proprio in quel momento arriva il pulmino dei capi delegazione da cui insieme ai vari generali e colonnelli scende la nostra fuggiasca. Visto che al cuor non si comanda e il palese imbarazzo del colonnello nel vedere i nostri sguardi abbiamo deciso di lasciare che la cosa avesse il suo corso e sperare che non succedesse nient’altro. E così fu… |