syerra :

Beh, anch’io “listaro “ ufficiale del GIS  voglio dare un mio piccolo contributo all’inaugurazione della stanza di nostra pertinenza.  Spero  qualcuno legga e trovi quanto riporto interessante…

son certo che tutti dai giovani ai meno giovani, conoscano o abbiano sentito almeno una volta nella loro vita un grido che ha imperversato ed echeggiato dalle Alpi a Pantelleria per tanti anni in un’Italia che ormai appartiene alla storia passata:

“Eja Eja Alalà”

non tutti però credo ne conoscano le origini ed il motivo per cui fu coniato da un Guerriero mai domo. In questo mio, mi auguro, “agile” intervento scopriremo insieme la nascita e la paternità…

correva l’anno 1918 quando in Settembre sull’ aviocampo Milanese di Taliedo, venne costituito uno speciale Gruppo Aereo da Bombardamento montato su velivoli Caproni Ca.3 e  denominato gruppo “ Ar” dalle prime lettere del cognome del comandante Armando Armani. Il gruppo costituito da due squadriglie di sette velivoli ciascuno, comandate da D’Annunzio e  Nordi, annoverava tra le sue file equipaggi veterani delle azioni su Pola, Trieste e Chiapovano, i quali davano le migliori garanzie sulla riuscita delle future missioni. Fu proprio dopo  una missione di volo di guerra che trae origini il nostro grido.

A seguito del veto posto da S.E. Gen. Cadorna circa l’idea del volo su Vienna, D’Annunzio quanto mai contrariato, scriveva lettere di ”fuoco” al  Ten. Col. La Polla perché gli permettesse quantomeno di potere effettuare azioni di bombardamento su Pola, Fiume, Cattaro… in una di queste lettere scriveva:

“sono in ansia e pensoso…bisogna ed occorre bombardare Pola e Cattaro ogni notte con qualunque tempo…mi mordo i pugni pensando che l’altra notte non ho potuto ottenere l’ordine di partenza per i motivi a Lei noti…il bombardamento di Pola è oggi l’azione più utile che si possa compiere… la supplico di ottenere che l’azione su Chiapovano sia sospesa e che stanotte quaranta nostri aeroplani Caproni vadano a far di Pola l’Inferno… la supplico!!! Scrivo con un’emozione tale che mi impedisce di misurare le  parole…”

lo stralcio della lettera è molto importante per meglio capire come il nostro Vate intendeva il suo essere soldato, parole che sortirono l’effetto voluto ed arrivò finalmente l’ordine di partenza per bombardare Pola e nella notte del 2 Agosto 1918, D’Annunzio e suoi Ca3 scovarono la flotta Austriaca rintanata alla fonda nel porto della città. Per ben quattro giorni, 2-3-8-9 Agosto i nostri bombardieri tornarono a far “visita” alla munita base Austriaca che nel frattempo aveva rafforzato le difese contraeree con un fuoco che creava uno sbarramento lungo tutto il litorale.

Proprio la sera del 3° bombardamento ,8 Agosto 1918, al rientro della missione gli equipaggi brindando al successo ottenuto lanciarono dei fragorosi “ Hip Hip Urrà”! Questi urrà suscitarono sdegno e chissà cos’altro nello spirito del Poeta Aviatore il quale alzatosi di scatto richiamò tutti all’attenzione dicendo:

“ Piloti e Fratelli non vi pare che questo grido mal si addice ad invitte bocche Italiche?…d’ora in poi il nostro grido di Vittoria al ritorno da una missione sarà l’Alalà col quale il Pelide Achille aizzava i cavalli nella battaglia… ed il barbarico Hip Hip sarà sostituito dalla dolce e sonora esclamazione latina Eja… ordunque per l’Ala d’Italia Eja Eja… Alalà rispose in coro la squadriglia… e D’Annunzio ancora, Non qui ma a Pola quando tutte le bombe verranno sganciate, ogni equipaggio prima di riprendere la via del ritorno lancerà il nostro grido tra i Fuochi di sbarramento Austriaci…”  

e così fu in tutte le missioni successive… tra il fragore degli scoppi ed i lampi dei proietti contraerei nemici!

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