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Soggetto : segnalazione da JADAR HOBBY

 vidrobhobby :

30/3/2009 09:34
 Riporto il link senza alcun commento, perchè il tutto mi sembra assurdo.....
http://www.jadarhobby.pl/index.php?currency=EUR&language=en

ciao

 a.zin :

30/3/2009 10:07
 Ciao
sono d'accordo con Te.
Si parla tanto di liberismo e poi se uno fa un prezzo diverso dall' imposto ti boicottano, non ho mai acquistato da questo negozio anche se lo conosco bene.
Mi piacerebbe allora che tali politiche venissero portate avanti in tutto il mondo. Perchè non ci provano
con i rivenditori asiatici ???
Credo proprio che Jadar hobby abbia trovato un nuovo prossimo cliente....il sottoscritto !!

Alessandro

 enrico campo :

30/3/2009 10:20
 mi dispiace per Jadar negozio piú volte provato e correttissimo, ma come faranno a fermare Ebay? basta avere pazienza e sul web esce sempre fuori la cosa che ti interessa al prezzo che ti interessa!
sabato, mi è arrivato un t 34/85 Trumpeter 1/72, dall'Inghilt a meno di 10 €. compreso trasporto!!

 Tunguska :

30/3/2009 10:56
 Sono abbastanza sconcertato dall'annuncio su Jadarhobby, Sono un affezzionato cliente di quel negozio e devo dire che, oltre ai prezzi competitivi sono sempre stati correttissimi, ache in caso di errori o di necessità di sostituizoni. Il fatto che quelle case, tra cui purtroppo, la Italica Italeri, non siano d'accordo con i prezzi, veramente buoni, che praticava Jadar, mi sembra comunque già una cosa fuori dal mondo, ma che arrivino a boicottarlo non fornendogli i Kit mi pare veramente paradossale.
ma lo sbandierato mercato e le norme anti cartello dove sono andate a finire? La concorrenza è il sale del commercio!
Ma la politica attuata, purtroppo, è in linea con l'incoerenza delle case modellistiche, italeri in primis. Io non ho mai compreso il fatto che, come ho sempre lamentato, in italia i Kit , anche di quelle case, debbano costare sempre e regolarmente il doppio che all'estero ( e non stoparlando dell'asia ma della Germania e, appunto, della Polonia, o in certi casi della Francia, cioe UE). Per cui, a parte la incoerenza ed astrusità delle politiche messe in atto, perchè accanirsi con un negozio, peraltro corretto, se poi la stessa casa madre fa disparità già nella distribuzione? (o sono i negozianti italiani che rincarano la dose a carico delle Ns. tasche - e io non lo credo, almeno in via generale - ?). Boh chi ci capisce ancora qualcosa è bravo.
Io comunque continuerò a comprare da Jadar, anche se non vederà più quelle marche (peccato mi interessava una scatola zvezda), mentre ho dei dubbi che comprerò, almeno sinchè non si daranno una regolata, i modelli di quelle tre case da altri negozi che me le fanno pagare di più (e pazienza per la scatola che mi interessava).
E' una questione di principio! (anche se è fuori moda)

 skorpio62 :

30/3/2009 11:13
 Tempo fa ci fu un post dove veniva segnalato, dal tipo di Jadar, che c'era questa 'remota' possibilità....evidentemente sono passati alle vie di fatto!
Rispetto a quanto dice Enrico, e il fatto che in rete si trovano a prezzi notevolmente più bassi, oltre a ciò (e io sono uno che su e-bay ci 'sguazza') la peggio è che trovi dei tipi che vendono tranquillamente dei cloni di figurini delle marche migliori (Verlinden, Warriors, Jaguar....) a dei prezzi ridicoli (figurino singolo compresa spedizione 3,40€) e lo fanno tranquillamente, nel caso di uno anche da anni (3), perchè non stoppano questi? Tra l'altro uno nel 'sito' ha inserito anche delle foto che si è fatto con i responsabili di e-bay....
Stefano

 Simone1311 :

30/3/2009 11:42
 Quando lo dicevo io che c'è qualcuno che ci marcia e alla grande!! ;-)

 skorpio62 :

30/3/2009 12:00
 "Quando lo dicevo io che c'è qualcuno che ci marcia e alla grande!!"
....più i distributori dei negozianti!
Stefano

 Wanderer :

30/3/2009 12:02
 Ne avevamo già parlato in altre occasioni di queste differenze di prezzo senza arrivare ad una conclusione definitiva.
MI pare che se le cose stanno come Szenfeld dice ci siano gli estremi per una procedura di infrazione della normativa europea sulla libera circolazione delle merci anche se nulla vieta a Szenfeld di acquistare Italeri in altri paesi anche extra europei e commercializzarla senza farla arrivare dall'Italia...

Per quanto mi riguarda Jadar a parte qualche tratto brusco di Szenfeld, non una persona di istintiva simpatia, mi ha sempre trattato bene e comsegnato tutto in tempi molto ragionevoli. Non avrei esitazioni a consigliarlo ad altri forumisti.

 Fabio :

30/3/2009 13:04
 Sarò noioso, ripetitivo e come sempre a questo riguardo "fuori dal coro".
Semplificando moltissimo, il costo della vita in Polonia non è ai ilvelli di quello di molti altri paesi UE, e se io Fabio d'Inzeo volessi vendere qualcosa lì (a meno che non si tratti di articoli di lusso che rararamente seguono logiche di mercato ma solo di "status") dovrei valutare se ho i margini, al ribasso, per poter entrare sul loro mercato con prezzi per entrambi sostenibili e quanto questa mossa possa danneggiare il mio stesso mercato consolidato.
Per quella che è la mia visibilità nello specifico caso il problema credo risieda nel fatto che siano stati fatti quelli che a Roma vengono chiamati i "conti della serva": se due anni fa la casa X ha venduto nei paesi europei a "più ricchi" 1000 kit e 200 in quelli "meno ricchi" e l'anno scorso 500 ai primi e 700 ai secondi senza che i modellisti della prima zona siano diminuiti e quelli della seconda non sono aumentati in modo significativo è possibile che si sia accorta che il mercato a velocità ridotta fosse diventato l'Hard discount che invece di vendere prevelentemente sottomarche vendeva solo prodotti di prima scelta di grandi marche ad un prezzo non sostenibile ai clienti di quelli a velocità maggiore. In questo caso la X ha solo perso fatturato a fronte delle stesse scatole movimentate.
Personalmente ritengo che sia meglio comprare un kit in meno ed acquistarlo qui contribuendo al funzionamento del sistema Italia, invece di accelerare il processo di chiusura delle attività dei nostrani "strozzini del modellismo" (come sembrano essere dalla maggior parte di noi percepiti sia negozianti che distributori) per ritrovarmi comunque in 4 o 5 anni a comprare altrove a prezzi di gran lunga superiori a quelli attuali ed in più all'estero.
L'irlanda sta fallendo perchè hanno fatto ponti d'oro a chi portava loro lavoro senza però mettere alcun paletto e guardacaso quel lavoro è stato poi spostato poprio in Polonia. Sinceramente non sarei molto contento di perdere il mio lavoro perchè li o altrove ci sia qualcuno che lo possa svolgere (per il momento) a costi molto più competitivi dei miei...
Per quanto riguarda le obiezioni sul libero scambio delle merci credo che non sia quello uno dei motivi del contendere in quanto se io vendo una cosa a qualcuno in ambito UE non posso impedire che venga rivenduta qui, ma dall'altra parte nessuno può costringermi a vendergli il mio materiale se non voglio farlo.
Concludo con una domanda: com'è che nessuno si scandalizza se in Polonia lo Jagdpanther Tamiya in 1/35 costa in media 79 euro e qui in da noi meno di 60? Non sarebbe forse il caso di di tessere qualche lode riguardo le nostrane "modellistiche sanguisughe" che ce lo fanno avere a circa 20 eurini in meno che nell'ex paese di Bengodi delle repliche in scala?
Ciao
Fabio

P.S.: per Skorpio: non li fermi perchè, sempre ammesso che riesci a portarli in tribunale, ci rimetti molto di più di quanto non sia il danno che ti hanno procurato. Te lo dico per esperienza personale, ho da poco "vinto" una causa civile (non da me iniziata) perchè le argomentazioni di chi mia aveva citato sono state giudicate addirittura inammissibili. Morale della favola quanto mi è stato liquidato non è stato nemmeno sufficiente per pagare l'avvocato cosa che si è aggiunta ai quattrini di viaggi, alberghi, pasti, ecc. per assistere alle udienze che avevo già sborsato e che nessuno mi ha rifuso e mai mi rifonderà...

 skorpio62 :

30/3/2009 13:28
 Fabio a me sembra però che la decisione dei produttori sia un pò troppo a senso unico, lo vietano a Jadar e perchè non anche, per esempio, a Hobbyeasy?
Stefano

 Fabio :

30/3/2009 13:59
 A me perrsonalmente non mi pare una cosa a senso unico, mi sembra solo una cosa che ha del senso e molto.
Chi citi rispetta le regole e comunque ha la maggior parte del fatturato proveniente dall'interno, mentre qualcun altro fatturava il 95% fuori perchè poteva acqusitare a prezzi assai vantaggiosi destinati ad un mercato interno più basso. Leggendo quanto scritto nell'avviso sul sito che ha originato il post, sono pronto a scommettere che sia solo l'inizio... Ora sta cercando di ingolosire gli extra-UE con un 22% sul listino (in pratica scontando un paio di punti oltre l'IVA - che lui rimette comunque nel giro) ed i prossimi a bloccargli le forniture saranno proprio loro...
Quello che credo che sia un modo comune di vedere le cose, a mio poarere errato, è quello di dire che se nel paese XYZ un produttore vende a 10 invece che a 12 automaticamente il prezzo "giusto" sia quello e che vendere a 12 sia sinonimo come minimo di malversazione. Molto probabilmente invece è un modo "sano" di cercare di guadagnarsi un mercato che fra 5 anni sarà al livello del nostro e che altrimenti si potrebbe non perseguire e che quello sconto non sia proprio uno sconto ma qualcosa di più vicino ad un investimento.
Ti sei mai chiesto come mai nella maggior parte dei casi non si spedisce nell'est europeo ma preferiscano venir loro a ritirare il materiale? Perchè gli costa una frazione ripetto a quanto verrebbe se glielo spedissimo noi...
Ciao
Fabio

 Fredx :

30/3/2009 16:30
 lo sapevo già da oltre un mese....avere buoni informatori serve, ha adottato la stessa politica Martola, che conosco bene...daniel, il proprietario, mi ha spiegato che, se vuole conntinuare a vendere Italeri, deve vendere anche in polonia, agli stessi prezzi di catalogo che Italeri ha in Italia.....però solo sugli item nuovi...cioè per assurdo paghi la as 42 29 euro e la staghound quasi 40..........
è una scelta che reputo scorretta e sbagliata (da commerciale quale sono: la mia società è una multinazionale, ma mica puoi vendere agli stessi prezzi in tutto il mondo)....di sicuro la cosa si ritorcerà...se prima comperavo un 113 Italeri visto che costava poco, anche se non era come il tamiya, ora spendo 3 euro in più ma comprerò solo tamiya...e comunque su e-bay gli affarri si faranno ancora...di sicuro quella che a lungo ci perderà sarà la distribuzione e chi produce......io ho sempre e-bay (per esempio ho appena preso uno spa 39 a 49,90 euro, da listino ne costa 72)...anzi quasi quasi mi metto a rivendere a prezzi italiani tutti i kit italeri comprati in Polonia...poco poco guadagno almeno il 30-40% del prezzo....
personalmente la reputo una scelta sbagliata (e non sono il solo) e che si ritorcerà alla lunga sugli stessi produttori...per quanto ne so ho talmente tante scatole che per i prossimi 5-6 anni non avrò necessità di acquistarne...e visto che le ruote sono tonde e girano sempre......cmq qualcuno si è ingrassato mica male.......perchè se in Polonia possono vendere a 25 euro...lo stesso kit (ed in polonia lo pagheranno quanto il rivenditore di Torino) in italia perchè lo devo pagare 32?e dic ontro perchè se in polnia il costo medio delle merci in generale è il 20% più bassoc he da noi pe rovvi motivi, io devo pagare una cosain Polonia tantoc oem in Italia?
Mi sembra la storia di quella nuova auto indiana..in India 1500 dollari...da noi 6500....bah


 a.zin :

30/3/2009 16:39
 Buongiorno di nuovo a tutti.
Mi permetto di esprimere le MIE idee in merito alla questione, ma più in generale a fatti "commerciali"
che vivo tutti i giorni "sulla mia pelle" (faccio il venditore di materiale elettrico).
Fermo restando che come per tutte le merci il grosso del profitto lo fanno gli intermediari, il punto è
che qundo si applicano condizioni di vendita "differenziate" questo è quello che si ottiene .
Al giorno d'oggi sapete meglio di me che con i mezzi di comunicazione che ci sono, è uno scherzo
fare comparazioni con i prezzi di tutti i paesi di un continente!!!
La soluzione è presto detta, un unico listino con un unica scontistica per lo meno all'interno di uno
stesso continente per tutti i rivenditori; a quel punto chi è capace di vendere al miglior prezzo e con
il miglior servizio, farà più affari degli altri. Al limite si può prevedere un premio di fatturato al raggiungimento di un obbiettivo stabilito.
Può sembrare semplicistico, ma Vi posso assicurare che a mè è capitato di acquisire un ordine molto
importante da un cliente, perchè ho acquistato lo stesso materiale in Germania pagandolo il 35% in meno rispetto alla casa ufficiale con sede in Italia !!! E' chiaro che se i prezzi fossero stati gli stessi non avrei avuto nessuna convenienza ad acquistare all'estero (dove per altro devi sostenere le spese di spedizione).
In ogni caso fermo restando che ognuno fa la politica che crede, ribadisco che "imposizioni" commerciali lasciano il tempo che trovano.....c'è sempre qualcuno che vende al prezzo che chiede il mercato.

Alessandro

 Fredx :

30/3/2009 16:55
 
Quote:
a.zin ha scritto: Buongiorno di nuovo a tutti.
Mi permetto di esprimere le MIE idee in merito alla questione, ma più in generale a fatti "commerciali"
che vivo tutti i giorni "sulla mia pelle" (faccio il venditore di materiale elettrico).
Fermo restando che come per tutte le merci il grosso del profitto lo fanno gli intermediari, il punto è
che qundo si applicano condizioni di vendita "differenziate" questo è quello che si ottiene .
Al giorno d'oggi sapete meglio di me che con i mezzi di comunicazione che ci sono, è uno scherzo
fare comparazioni con i prezzi di tutti i paesi di un continente!!!
La soluzione è presto detta, un unico listino con un unica scontistica per lo meno all'interno di uno
stesso continente per tutti i rivenditori; a quel punto chi è capace di vendere al miglior prezzo e con
il miglior servizio, farà più affari degli altri. Al limite si può prevedere un premio di fatturato al raggiungimento di un obbiettivo stabilito.
Può sembrare semplicistico, ma Vi posso assicurare che a mè è capitato di acquisire un ordine molto
importante da un cliente, perchè ho acquistato lo stesso materiale in Germania pagandolo il 35% in meno rispetto alla casa ufficiale con sede in Italia !!! E' chiaro che se i prezzi fossero stati gli stessi non avrei avuto nessuna convenienza ad acquistare all'estero (dove per altro devi sostenere le spese di spedizione).
In ogni caso fermo restando che ognuno fa la politica che crede, ribadisco che "imposizioni" commerciali lasciano il tempo che trovano.....c'è sempre qualcuno che vende al prezzo che chiede il mercato.

Alessandro


d'accordissimo Ale, si vede che siamo conterranei e facciamo un lavoro simile!!!


 sazabe :

30/3/2009 18:14
 Boh, non so, questa notizia non mi piace... Libera circolazione delle merci significa anche accettare situazioni del genere. Al massimo L'Italeri potrebbe vendere in Polonia kit a prezzo Italiano ma non bloccare la distribuzione di un prodotto verso uno specifico negoziante che, rispettoso delle sue leggi, fa prezzi più bassi di altri. Questa si chiama concorrenza...

Sul discorso dei negozianti vampiri...
Io non ho mai acquistato prodotti italiani all'estero a parte l'AB41 in 1/48 Tamiya ma solo perchè l'edizione italiana aveva il CR 42 che non mi interessava ma ...

Fabio, se acquisto un kit Giapponese da un negozio on-line in Giappone, pago le spese di spedizione, l'IVA italiana del 20%, 5,5 euro di poste italiane per la presentazione dell'oggetto in dogana (Balzello vergognoso), e poi nonostante questo, sommando tutto, il kit mi costa il 20% in meno che in Italia (ma spesso anche molto, molto meno) c'è qualcosa che non va...

Perchè il kit che viene messo in commercio dai negozianti in Italia è stato comprato in Giappone da un distributore o dalla fabbrica (e quindi pagato meno di quanto l'ho pagato io) e le spese di spedizione sono atrocemente più basse (container via nave 1000 kit alla volta). Il Balzello poste invece è contribilanciato dai Dazi. Allora perchè il kit costa così tanto in più? Capisco il giusto profitto, ma mi pare che ci sia qualcosa che non quadra. Poi se è colpa dei distributori o dei negozianti non lo so, so però che non commetto un reato ad acquistare all'estero comprando lo stesso prodotto a meno (e mi arriva pure prima...) e quindi non me ne vergogno.

Del resto poi ormai anche alle fiere (dove dovrebbe essereci un sacco di concorrenza) prezzi buoni non ne trovi e spesso devi pure pagarti 8-10 euro in più di biglietto d'ingresso...

Sul alcuni kit di fantascienza al netto dello sconto addirittura tutto compreso facendomeli arrivare dal Giappone risparmio anche il 60% di quanto riportato dai negozi italiani!!!!

Ma facciamo un'altro esempio:
Ora lo Yen si è abbassato ma nello scorso anno era letteralmente crollato, oltre il 30% in meno rispetto ad oggi, avete per caso visto nei negozi una diminuzione dei prezzi per le novità (non dico i modellini presenti in magazzini, solo le nuove uscite) provenienti dal sole levante? Io direi assolutamente di no, anzi spesso li ho visti aumentare...

Ergo, ben vengano gli shop on-line esteri...

Ciao a tutti!
Beppe

 Fabio :

30/3/2009 22:11
 Beppe per un motivo disarmantemente semplice: se in Giappone sono stati venduti oltre 9.000 Ariete Trumpeter ed in Italia nemmeno 2.500 (ed è un mezzo di cui non frega praticamente niente a nessuno) significa che vendono oltre il triplo e di conseguenza possono spuntare dei prezzi nettamente inferiori. E' lo stesso motivo per cui in Giappone l'elettronica di consumo costa dal 20 al 30% in meno che da noi ed è dovuto al fatto che il loro mercato modellistico tira molto più del nostro (ed è lo stesso anche negli USA).
Per la circolazione delle merci, mi pare che quello che sia stato offerto dai distributori ai venditori dell'est del vecchio continente sia lo stesso listino in essere nei paesi tipo Italia/Germania/Francia/ecc. ma siccome a quel prezzo non non riuscirebbero a venderli nè sul mercato interno né su quello internazionale e quindi hanno preferito agire pubblicamente nel modo in cui abbiamo visto.
Nel comunicato alla prima riga si legge che alcuni produttori/distributori hanno tenuto un comportamento illegale nei confronti del negozio, e qualche riga dopo si dice che però legalmente non ci sono appigli per poter cambiare le cose. Non so a voi ma a me pare proprio che questi signori abbiano ciurlato nel manico prima facendo della concorrenza non proprio correttissima a chi si approvvigionava dello stesso materiale a prezzi per forza di cose superiori e poi fingendosi vittime sacrificali di qualcun altro quando si sono visti nell'impossibilità di continuare con le stesse furbizie.
Personalmente ritengo giusto che il listino sia uguale per tutti e che le differenze siano fatte dalla'eventuale scontisctica per quantitativi...
Ciao
Fabio

 Tunguska :

31/3/2009 00:52
 Devo dire, e mi scusera di questo, che non mi convincono del tuttole tesi espresse da Fabio in ordine alla scorrettezza del comportamento dei negozianti esteri, nel caso di specie Jadar, e sulla bontà di acquistare nel Ns. paese, vuoi per motivi di contributo al sistema Italia, vuoi, appunto, per la presunta scorretteza dei negozianti dei paesei vicini, i quali, se ho compreso bene, si profitterebbero dei poveri produttori vendendo sottoocosto a noi stranieri ricchi, allettandici con prezzi fuori mercato. Sinceramente, non mi convince.
Poichè i ritengo, ma mi posso sbagliare, che il presupposto di ogni politica commericiale din un produttore (di qualunque genere), come italeri, dragon o qualunque altra, sia che, nel vendere i modelli che produce in ogni caso ci guadagna, e così tutti quelli che si passano di mano le scatole sino al consumatore finale, che saremmo noi, ciò mi fa ritenere che se in polonia (o in cina) lo vendono ad un prezzo così basso è perchè: 1) o a loro la casa lo vende ad un prezzo molto più basso che da noi ovvero, 2) lo vende allo stesso prezzo ed il resto ce lo mettono gli intermediari. In ogni caso ci vedo qualcosa che non va. O la casa in italia ci guadagna di più, ovvero non è in grado di verificare che il suo listino base sia rispettato, che i prezzi non schizzino al dettaglio ed il mercato non si chiuda venendo dirottato dirottato all'estero. Tra l'altro, ma mi sbaglierò anche in questo caso, le case de quibus, come pure la Tamiya per citanre un'altra, hanno generalmente un prezzo consigliato, almeno per l'italia, che è di per sè assai più alto. Il che mi fa ritenere ,ancora una volta ,che la politica, della casa stessa o del suo distributore nazionale sia differenziata all'origine e poco chiara.
Il discorso dell'"entrare nel mercato" potrebbe avere una senso se non fosse che stiamo parlando della UE dove le merci girano liberamente pagando le tasse del paese in cui acquisti e le spese di trasporto. Per cui il mercato è l'Europa non l'italia, la Polonia, etc. Il discoro visto così mi sembra poco concreto e un pò , perdonatemi il termine, strabico rispetto alla realtà Europea ed alle norme di scambio esistenti. (che non abbiamo fatto noi od i singoli paesi ma la stessa UE). Per cui ridurrlo ad una questione di mercato nazionale di ciascun paese non mi sembra del tutto corretto.

In ogni caso, tanto per fare un caso concreto, la scatola Zvezda che mi interessava:
Jadar la vendeva circa 14 €,;
in Germania un negozioa via internet (sockhelshop) la vende a 17,50 (quindi solo 3,50 € in più che in Polonia);
in italia una scatola analoga (la stessa identica non la ho trovata) costa non meno di 22/24 €
Per tutti poi ci sono le spese di spedizione (tranne se la trovi nel negozio sotto casa) e quelle richieste in italia non sono per nulla economiche, anzi spesso più care che farti arrivare le cose dall'estero, Germania compresa (provato per esperienza personale)!.
Pertanto, come si spiega? Con il fatto che il Ns. mercato è più ricco? Ma i Tedeschi non sono Polacchi! Ed allora come fanno a vendere la scatola così poco? (almeno che la zvezvda non boicotti anche loro prossimamente).
. A me continua a sembrare che ci sia qulcosa che non va nel mercato italiano. E non sono disposto a spendere di più per ciò che posso avere a meno.
Se un domani avverrà ciò che paventa Fabio, e cioe che all'estero le scatole costeranno come in italia, beh allora si vedrà. Ma intanto c'è qualcosa che non mi Torna. Un pò come il prezzo della benzina e del gasolio quando erano arrivati a costare uguali, non so se rendo l'idea.
Qualcuno ci marcia e io non sono disposto a farlo marciare con i miei soldi.
Sbaglio? Può benissimo darsi, ma, siamo sicuri che le case in questione siano proprio nel giusto? E che il Ns mercato del modellismo sia proprio trasparente e corretto?. Permettetemi di avere un piccolo dubbio.
E' solo la mia opinione naturalmente, non pretendo che venga condivisa, ma se tanti si lamentano e migrano a far acquisti non è che, forse, questa impressione è diffusa tra la nostra comunità?.
Riflettiamoci!

 Fabio :

31/3/2009 09:05
 Secondo me ci sono due aspetti che non sono stati presi debitamente in considerazione:
  • per anni è stato venduto in Polonia materiale (e non solo modellistico) ad un prezzo sostenibile per mercato locale affinchè potesse essere vendibile. Questo seppure è un approccio tendenzialmente sano, è difficilmente utilizzabile in un mercato globale come quello odierno e porta a delle storture tipo quella che la maggior parte del materiale venduto in Polonia è rientrato su altri mercati. Questo fenomeno si chiama "dumping" e non è più soggetto per quanto riguarda l'UE, alle norme anti-dumping del mercato comune decadute, per i paesi aderenti, nel 1969
  • a tutti i commercianti polacchi il problema è stato fatto presente da anni da molti fornitori che sono stati invitati a non vendere al loro listino, ma a prezzi medi europei, agli altri paesi UE "pena" l'adeguamento dei listini, cosa poi puntualmente accaduta in moltissimi settori merceologici e che li pone quindi di fornte alla drastica riduzione di un mercato interno già di suo asfittico ed alla lotta ad armi pari con gli altri commercianti UE.
Proclami come quello indicato che abbiamo letto che riportano "azioni illegali non perseguibili legalmente" (per di più con una corte europea attentissima a perseguire ogni minima violazione delle regole comunitarie :-? :-? :-?) trovo sia triste che possano fare tanti proseliti non tanto perchè si fondano su di una contraddizione, ma proprio perchè a mio modesto avviso lasciano trasparire una malafede di fondo.
Non vorrei passare per chi faccia del facile populismo, ma con quel che offre il panorama italiano del lavoro, preferisco di gran lunga un gestore italiano di un negozio di modellismo (fra i quali non ne ho mai visto uno girare con la Ferrari o altra auto di lusso) che riesca a tirare fine mese, piuttosto che un'altra persona da sostenere in quanto deve chiudere la propria attività anche a costo di avere un modello in meno sullo scaffale o un commerciante polacco che non prosperi a spese del nostro sistema paese...
Ciao
Fabio

 Tunguska :

31/3/2009 11:58
 

Caro fabio.
Le opinioni sono libere e tutte ugualmente degne di rispetto.
Ora, a parte il notare una certo pregiudizio nei confornti dei commercianti esteri( compresa la tacciata di "malafede" a carico di Jadar) dovuto forse all'espresso intento di preservare i venditori nostrani, ed il lavoro da loro svolto, che, beninteso io rispetto ed apprezzo,se svolto con impegno e passione, conoscendone qualcuno.
Rimane la questione da me posta e che non ha avuto risposta. Ossia: ma il mercato Italiano, al di la dei singoli è così chiaro e trasparente? O vogliomo evitare la questione solamente dicendo che sono gli altri in malafede.
E poi: il mercato con cui l'indistria del settore ma anche di altri, si deve conforntare, è o non è quello Europeo ? Ed allora il discorso della politica di entrata e la successiva richiesta di adeguamento dei prezzi mi pare inconcludente, contraddittorio e controproducente.
Se io da una lato "entro" con dei prezzi bassi, seppure tali che mi consentono di guadagnare, e dall'altro poi impongo man mano che i prezzi vengano portati a livello Europeo, livello che, come lo stesso Fabio afferma, non è quello di vita Polacco o Ceco (per non dire Cinese), otterrò forse di arenare l'emorragia di scatole che ritonano per vie traverse sul mercato più "ricco", ma perderò quote di mercato nel paese dove, magari a fatica, sono entrato (anche perchè non posso certo imporre al negoziante di praticare prezzi diversi al polacco o allo straniero, fatto che vietatissimo dalla legge sia Europea che nazionale, almeno in italia lo è di sicuro). Io la trovo una politica miope.
Perchè, invece di difendere a spada tratta i produttori e tacciare così drasticamente tutti (generalizzando) i commercianti stranieri (europei e non), non si verifica se la politica commerciale portata avanti in Italia non è forse strabica?
Con l'imposizione di un livello dei prezzi troppo alto e fuori linea in italia rispetto ad altri mercati, in cui le stesse case, per entrarvi o per altri motivi commericli, ammettono prezzi inferiori,cpur sapendo benissimo che, volenti o nolenti, i consumatori oramai li raggiungono senza troppe difficoltà, secondo la mia modestissima opinione, sono le stesse case a determinare la situazione attuale e le conseguenze di cui andiamo parlando.
Basterebbe che, viceversa, praticassero dei prezzi inferiori da noi e leggeremente maggiori , ma tutti in sostanziale linea tra loro, che il fenomeno si ridurrebbe drasticamente da sè.
O vogliamo ritenere che i modellisti italici comprano all'estero solo per chè tutti esterofili e anti negozianti italiani? Mi sembra una visione manichea e superificiale della questione. Secondo Voi, se il mercato fosse più equilibrato da noi ( e dico da noi e non all'estero perchè parto dal presupposto, che non penso possa essere smentito, che la Italeri o qualunque altra casa, quando vende ai polacchi o ai cinesi ci guadagna, magari di meno, ma ci guadagna, e non vende certo in perdita) molti di noi non comprerebbero dal negoziante di fiducia o sotto casa? Io sarei il primo. Ma il fatto è, innegabilmente, che così non è (non è una quesstione di quantità di modelli acquistati o acquistabili in uno o due anni Fabio, ma semplicemente di prezzi per lo stesso modello, che è un bene superfluo e se lo posso avere a meno è sicuramente meglio anche se, certo, posso anche non compralo, ma è (e deve rimanere una mera scelta del modellista). Per cui invece di voler elevae il mercato polacco ( in futuro a quello cinese) allo standard Italiano (per loro insostenibile, almeno adesso) perchè non si vede di abbassare il livello del nostro, così da ottenere il medesimo rsultato di non dirottarci verso altri mercati e di vendere probabilmente più scatole di prima, compensando il guadagno perso con l'abbassamento dei prezzi praticati nei mercati ricchi rispetto a quelli poveri. Il mercato sarebbe equilibrato in tutto il continente (almeno in Europa si potrebbe pure fare) e il problema sarebbe risolto con soddisfazione, anzicchè in mezzo ai cori di protesta, dei consumatori.
Troppo bello per essere vero? Ripeto, ma perchè non riflettiamo anche su questa possibilità?
Altrimenti la posizione diventa preconcetta e non si va da nessuna parte.
Rimane sempre tutta una opinione naturalmente, compresa l' ipotesi che quella sora possa essere una soluzione migliore che tagliare i viveri a chi pratica prezzi più concorrenziali .
Un saluto.

 Fabrizio1966 :

31/3/2009 13:15
 Scusate, io non voglio entrare in questioni di mercato e macroeconmia aldilà della portata del mio cervello mononeuronico, però ad ora, in questa discussione, nessuno mi ha ancora spiegato con parole semplici e convincenti perchè, se i prezzi sono "consigliati" dal produttore, in polonia la shariana italeri da jadar e altri costava poco più che sei euro e qui in Italia oltre nove...
l'Italeri accettava di venderla in perdita in Polonia?
Oppure l'Italeri era vittima di dumping spudorato? Ma se si allora anche Jadar ci perdeva..quindi perchè da un lato ostinarsi a venderla rimettendoci e dall'altro a fornirla al venditore fraudolento?
O magari semplicemente c'erano due prezzi consigliati diversi, uno per la Polonia e uno per l'Italia, ambedue evidentemente convenienti per l'Italeri...poi scoperto il gioco, anzichè pensare come ha scritto 2S6 a riallineare un po' il tutto rendendo non più conveniente l'acuisto on line, si è preferito lo scontro con il rivenditore polacco...politica, a mio parere, miope... Morto un papa polacco se ne fà un altro cinese, tedesco, ucraino....
Daltro canto, ancora non comprendo come possano, le monografie della Wydactniwo stampate in Polonia costare alggiù dai sei/otto euro in su, e, transitate per le italiche frontiere, arrivare a triplicare il prezzo!!!!!!!!..Ora, non ho mai letto che gli editori polacchi siano tra i più ricchi d'europa, quindi, sarei portato a pensare che la "lievitazione" del prezzo sia da imputare a terzi... Non voglio dire che sia colpa del negoziante piuttosto che del distributore, però dico chiaro e tondo che io le mie copie le ordinerò sicuramente in Polonia, perchè la patria l'ho già servita in armi e qui non parliamo di un modello in più o in meno, parliamo di TRE libri al prezzo di UNO (qui in Italia) ... non si tratta più di sostenere un sistema piuttosto che un altro, si tratta di pura e semplice di speculazione. E gli speculatori non meritano a mio parere, comprensione alcuna.
Io compro se posso in Italia da un fornitore che mi garantisce prezzi corretti, ampia scelta, un rapporto personale squisito, servizio impeccabile ...... però ho ahimè scoperto che nel panorama modellistico italiano, quelli come lui, sono rari.
Ed evidentemente non sono l'unico a pensarla così se sempre più gente ormai si è orientata a comprare all'estero. Credo che invece di scagliarci contro chi all'estero pratica prezzi competitivi bisognerebbe chiederci come possano questi ultimi praticare quei prezzi e se invece non esistano marcate storture nel nostro mercato modellistico. Ora, ci stà anche che uno sia poco sveglio e si sia fatto abbindolare dalle sirene cinesi...ma qui ormai i casi si contano a centinaia...forse la cosa dovrebbe far riflettere...
Fabrizio

 enrico campo :

31/3/2009 14:16
 grazie per i fiumi di parole e le dotte argomentazioni, che indicano che i modellisti hanno molto tempo a disposizione, (altrimenti non modellerebbero!), ma scomodare Keynes o Galbright, per quattro pezzi di plastica e/o qualche decina di euro/dollaro/zloty e loro equivalenze al cambio odierno, mi sembra eccessivo, ma non si risolverebbe il tutto con la facile equazione economica, peraltro rigidissima: comproindovesespennodemeno!! ?
cordialmente.

 Fabio :

31/3/2009 14:33
 Giuseppe,
cerco di essere molto sintetico: mi riesce difficile chiamare con termini diversi da malafede e pratica commerciale scorretta l'operato di chi ricevendo a prezzi agevolati del materiale a fronte di un suo preciso impegno a non rivenderlo al di fuori dei propri confini pena il passaggio ad un listino standard, pubblicando sul proprio sito per anni che determinati tipi di prodotto non potevano essere venduti all'estero (se non voglio vendere una cosa in Francia non c'è nessuna legge che mi obblighi a farlo) mentre continuava di fatto a farlo ed una volta che in ragione di tale pratica gli viene applicato quanto promesso scrive che è vittima di un comportamento illegale contro il quale però legalmente non vi sia modo di opporsi mi fa sentire come quando mi si da dell'idiota se dico che pago sino all'ultima lira le tasse che devo pagare perchè è giusto che sia così :-( :-( :-(...
Per quanto riguarda la trasparenza del mercato non capisco a cosa ti ? Nel modellismo dove c'è di norma ci sono due passaggi intermedi dal produttore al consumatore? Nell'ortofrutta, ad esempio, se va bene ce ne sono sei. Se in Germania o in Francia il prezzo di un modello prodotto in Italia varia anche di un 10-15% rispetto a quello di qui, non è lo stesso se vado a comprare una Panda in Inghilterra? A parte la scomodità del volante alla rovescia con la differenza mi ci compro mezzo containter di modelli,,, Se in Germania o in Inghilterra un pezzo Dragon costa un x% in meno che qui a nessuno è mai venuto in mente che possa dipendere dal fatto che il loro mercato modellistico sia più del doppio del nostro e che quindi acquistando di più ottengano una scontistica migliore?
Non difendo i nostri commercianti nè i nsotri distributori, nel mio picolo cerco solo di evitare ai miei figli al prospettiva di lavorare fra una decina di anni per l'equivalente di quattro ciotole di riso al giorno per conto di indiani o cinesi (sempre ammesso che li vogliano) in quanto il loro illuminato padre per difendere il proprio orticello compra i modelli in Polonia, l'auto giapponese in Inghilterra, gli elettrodomestici in ungheria e che si darà a breve da fare (in accordo con ciò che dice il nostro Premier) per cercare senza stare con le mani in mano un lavoro che a casa nostra non c'è più...
Ciao
Fabio

P.S.: anche io ho la mia domanda senza risposta: perchè in Italia se uno vende con un margine giusto per ciò che paga un kit è un ladro ed un suo collega polacco che vende a 20 euro in più un kit di quanto non sia la media italiana per lo stesso pezzo non lo è?

 sazabe :

31/3/2009 14:59
 Non so, io continuo a ritenere che nel mercato italiano ci sa qualcosa che non va...

In primo luogo, io ho fatto l'esempio del mercato Giapponese perchè si tratta del mercato della seconda potenza economica mondiale, con un costo della vita molto più alto del nostro e quindi non è solo un problema della Polonia o dei paesi dell'est che sfruttano in maniera in proprio strane agevolazione.

Inoltre quello giapponese è soprattutto un mercato estremamente trasparente: su tutte le scatole dei kit prodotti in Giappone c'è il prezzo in yen IVA esclusa (su tutte!) e tale prezzo non può essere superato dal rivenditore ma solo ridotto, cosa che capita spesso... Da noi non è così, e basta entrare in un bar: i poster dei gelati hanno i prezzi ma sono sempre ricorti da adesivi con nuovi prezzi naturalmente più alti... Lo stesso è così per i modellini, basta guardare i prezzi del catalogo Italeri e vedere quale negozio li rispetta e gli Italeri sono prodotti a casa nostra... Certo in Italia i prezzi consigliati non sono vincolanti però... L'economia di scala, come ha fatto notare Fabio è diversa tra Italia e il Sol Levante, ma anche il mercato è differente, in Giappone c'è un mercato di milioni di modellisti ma ci sono anche migliaia di negozi che si spartiscono questo mercato, e quindi l'economia di scala si compensa, anche perchè in Italia non abbiamo 2 negozi che fanno oligopolio, ma qualche centinaio.

Ma il problema vero sono i prodotti importati, come già ho detto nel post precedente negli ultimi 2 anni abbiamo avuto una congiunzione favorevole con un euro molto forte, nonostante ciò non ho visto i prezzi dei prodotti importati scendere... Li ho visti invece salire appena l'euro ha perso un po' di smalto...

Altra cosa strana è che negozi on-line e negozi sottocasa non cambia nulla, un negozio on-line ha il vantaggio di avere costi di gestione nettamente più bassi di uno tradizionale, eppure questi costi non si trasmettono sui prodotti e quindi non si hanno prezzi minori... Tanto che spesso sommando le spese postali non conviene comunque acquistare nei negozi italiani on-line.

Se invece acquisto dai negozi on-line all'estero la situazione è differente... I prezzi seguono l'andamento del cambio e sono nettamente più bassi... Io penso che nessuno vende in perdita, se non in caso di definite strategie commerciali definite e limitate (promozioni), quindi se qualcuno fa regolarmente prezzi nettamente più bassi allora significa che comunque ci guadagna, quindi fa bene a farlo, questa si chiama concorrenza. Da noi invece concorrenza io non ne vedo. Ripeto alle fiere, dove ci sono un sacco di venditori si vedono prezzi più bassi? Si vedono tentativi di fare concorrenza? A me non pare...

Nel caso specifico io penso che Jadar non vendesse sottocosto e nemmeno Italeri vendesse sottocosto a Jadar, si trattava quindi di una situazione sostenibile, solo che l'Italeri ci guadagnava meno che da altre parti.

Ciao!
Beppe

 pgdm :

31/3/2009 15:25
 A me sembra che la discussione, che si sta facendo "calda", abbia un difetto di fondo.
Non si capisce quale sia l'obiettivo privilegiato della vicenda.
Il consumatore? Il commerciante? Il "sistema Italia"?
Perchè secondo me le risposte variano secondo il punto di vista che si prende.
Prendiamo il consumatore. In genere ha un budget limitato (nel senso che ha un limite) e non trovo strano che, stante l'indilatabilità di esso e stante il fatto che se aumenta ad esempio il prezzo del petrolio è sempre lui a "rimediare" pagando di più la luce, la benzina, i trasporti ecc., il consumatore si adoperi per comprare dove spende meno.
Soprattutto in tempi in cui i redditi sono quelli che sono.
Prendiamo il commerciante. Ha indubbiamente delle spese, dei costi che sono più gravosi a Roma piuttosto che a Campobasso, ma che sono forse meno gravosi in Italia che in Germania, ma più gravosi che in Polonia. Indubbiamente sui prezzi deve considerare un giusto margine di guadagno, e se le sue spese sono superiori a quelle del collega polacco, altrettanto lo devono essere i suoi prezzi.
Il "sistema Italia" poi dovrebbe essere tutelato nel nostro stesso interesse e nell'interesse delle future generazioni. Ma funziona come sistema? Se una ditta italiana produce ombrelli bucati, devo bagnarmi per non mettere in crisi la produzione e l'occupazione?
Tra l'altro la tutela del "sistema Italia" renderebbe necessaria una contrazione dei costi, anche in termini di retribuzione se non addirittura di occupazione. Ma se si tengono a bada questi termini si riduce ancora il famoso budget individuale per i consumi.
Certo, uno se la può sempre cavare come quegli imbecilli che dicono "siate fiduciosi e spendete di più" senza spiegare uno dove dovrebbe prendere i soldi da spendere se a malapena arriva a fine mese.
Insomma. Secondo me è proprio nel sistema il marcio.
La classe imprenditoriale si è buttata a pesce nelle nuove frontiere, esportando l'esportabile della produzione.
Il commercio non ha battuto ciglio, probabilmente sperando che la produzione a più basso costo significasse più ampi margini di guadagno.
Tutti e due, insieme a quelli che pensano che il mercato sia il sacro regolatore dei rapporti umani, hanno favorito politicamente la parte che ha più premuto per la "libertà".
Adesso si scopre che la libertà, quel tipo di libertà, non è tutto oro lucente ma ha un prezzo (che, beninteso, pagheremo anche noi) e anche caro.
Nel frattempo l'allegra Europa continua a fare leggi in favore dei furbi. E' di questi giorni la notizia che un'aranciata non deve più contenere, per legge, almeno il 12% di succo d'arancia, per cui potrò vendere l'aranciata anch'io, anche se nel produrla di arance non ne uso neanche una. Oppure, altra norma comunitaria recente, potrò vendere del vino "rosato" anche se lo faccio semplicemente miscelando vino bianco e vino rosso e non vinificando in bianco le uve rosse. E' da tempo ormai che l'Europa produce, soprattutto nel settore alimentare, una serie di leggi più truffaldine dei peggiori truffatori, comunque a danno dei consumatori.
E a fronte di queste norme il potere normativo interno è nullo.
Che fare allora? L'unica è sperare che il sistema salti, che la gente si svegli, si cominci a rendere conto che forse è ora di cambiare le cose e di cambiarle concretamente, non a furia di slogan.
Prima di tutto far saltare questa Europa raccogliticcia, costruita come se fosse una partita a Risiko, e o renderla una cosa seria e di garanzia per tutti o ritornare ai vecchi accordi multilaterali, salvando il nucleo delle nazioni omogenee.
Poi si vedrà.
Del resto da che mondo è mondo le rivoluzioni non si sono mai fatte scambiandosi pacche sulle spalle.

 Tunguska :

31/3/2009 17:36
 Caro fabio,
Prendo atto del Tuo modo di vedere le cose, seppure non concordo con esso, ma mi ritengo molto più in linea con quanto detto da altri nei post precedenti e, sopratutto, da Paolo nella suo ultimo messaggio, veramente rpignante a mio avviso.
Se il sitema non mi convince, ovvero considero che sia marcio, io no faccio nulla per assecondarlo e difenderlo! Io, semmai farò qualcosa per sovvertirlo affinchè i miei figli possano vivere in un sistema migliore e più equo (so che il discoro è " di sinistra" e oggi non fa più alcuna presa", ma la penso semplicemente così) e non in nquello in cui siamo immersi, con le conseguenze che, oggi, sono sotto gli occhi di tutti. Se i cari produttori (ovvero, come è anche probabile, i loro intermediari), intendono fare politiche differenziate per profittare solo degli aspetti positivi dei vari mercati, sperando di non pagare lo scotto dei risvolti negativi (tipo quello di cui stiamo parlando) , hanno una bella pretesa! In sostanza Tu dici che è chiaro e trasparente il fatto che esse vogliano comunque lucrare il massimo da ogni singolo mercato seppur nuotando in un mercato che non è diviso in settori separati (in sostanza vorebbero ristabilire una specie di dazio "privato" a priori laddove la UE , e gli stati .li ha eliminati applicandolo al consumatorie straniero che va acompare nel paese membro - un tantinellino poco pulito come disocro secondo me) ?Bene, a me non convince tale tipologia di trasparenza, E ciò sia ben chiaro non c'entra nulla con il singolo negoziante italiano il quale, molto probabilemnte è lui stesso una vittima di tale politica della casa costruttrice ovvero del distributori il qualei, una volta che gli imppone prezzi elevati lo costringe a sua volta aesporne di elevati. Ed a perdere clienti perchè non può vendere ad un prezzo che magari glieli farebbe riconquistare (senza perderci naturalmente).
Infine due notazioni:
1) io quell'avvisodi cui Tu parli sul sito Jadar non lo vedo (magari sono di "parte" e non lo voglio vedere), melo ricordo tempi addietro e riguardav solo la Dragon, ma poi fu eliminato Per cui oggi (ieri) che voleva quei prodotti poteva acquistarli correntemente senza limiti di residenza.
2) sulla Tua domanda è evidenzte che, mi scuserai e te lo dico così brutlmente , che essa e capziosa, Infatti il discosro che faccio io per il mercato italiano vale in tutto per tutto per gli altri mercati (mi ritengo uno che sbaglia coerentemente). Semplicemente il caso da Te indicato è un caso, non so se isolato o sistematico, che deve essere stroncato, (semplicemente non comprando quel modello da colui che lo vende a quel prezzo ( e non mi pare proprioe che sia jadar, almeno oggi, visto che quel modello non lo ha in catalogo). In italiaper me è divenuto, secondo me, un sistema, e come tale va altrettanto stroncato (a mio avviso, sempre). se in Polonia od in ogni altra parte del mondo mi vendono una cosa fuori mercato io non la compro, così magari si ravvedono e cambiano registro. NON continuo, e qui mi sto ripetendo, e sostenere quel sistema sbagliato, solo perchè mi piace o è quello che vige nel mio paese. Quest'ultimo è un discorso che continuo a non capire. Mi ricorda quello che si faceva anni fà quando le Fiat e le Alfa (le auto intendo) non le voleva più quasi nessuno perche eran fatte male, erano esteticamente non attraenti e cadevano a pezzi, ma si diceva, appunto, che bisognava comprarle lo stesso perchè erano Italiane, e perchè se non l'industria chiudeva. Beh mi pare che non comprandole la Fiat è sì entrata in crisi (ma non ha chiuso) ed il risultato finale è stato che ha cambiato radicalmente prodotti, li ha migliorati ed ha riconquistato il mercato interno ed esterno. Se tutti avessero continuato a ragionare come Tu dici dovremmo fare, avremmo ancora le dune, le bravo, brava 1° serie e le Arna. Bel risultato sarebbe stato, emagari le avremmo pure pagate care ,!.
Detto ciò, non è che voglio a sottrarmi alla piacevole (in qunato comunque stimolante ed intelligente) discussione, ma mi sembra che il discorso si sia fatto sin troppo lungo ed elaborato andando un pò fuori dagli scopi del Foum (scusa se mi permetto di fare il Tuo mestiere), come ha detto qualcuno, e che si stia lievemente intiepidendo :-P , per cui riterrei più utile tornare a parlare di modelli, dato che oltre tutto le posizioni rimangono piuttosto inconciliabili e i punti di vsta diversi.
Un saluto e alla prossima.

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