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Metallurgia Antica - Il Bronzo
Argomento: Storia : Antica Data: 6/5/2008
 
Nell’Antico Egitto si iniziò ad utilizzare i primi metalli, in particolare il Rame (note le seghe in Rame per la finitura delle pietre da costruzione), anche se la relativa malleabilità di questo metallo imponeva dei grossi limiti al suo utilizzo, poi qualcuno, forse per caso, scopri che aggiungendo dello Stagno al Rame si otteneva un composto nuovo e molto più resistente; il Bronzo.






Questa lega è formata da circa il 90% di Rame e dal 10% di Stagno con qualche traccia di Arsenico e/o Piombo. Bronzo con una concentrazione inferiore al 3% è considerato accidentale ovvero dovuto a contaminazioni naturali del Rame.
L’Età del Bronzo, che succedette all’Età della Pietra, viene collocata in epoche diverse a seconda della geografia, in Asia Minore precede di circa un millenio le civiltà del Bronzo europee (2200 a.C.), mentre in Grecia essa coincide con le civiltà Minoica e Micenea.
Le armi usate dagli eroi omerici ernano essenzialmente in bronzo.La materia prima per ottenere il Bronzo è quindi il Rame, esso proveniva da diverse miniere dislocate in tutto il mediterraneo, in primis dall’isola di Cipro (da cui il nome latino del Rame Cuprum e il relativo simbolo chimico Cu), seguiva l’Etruria, la Grecia e le miniere dell’Asia Minore (l’odierna Turchia). Lo Stagno, meno diffuso e quindi molto più costoso, proveniva dalla Cornovaglia, dall’Iberia e dalla Boemia.
Questo fece si che diverse linee commerciali si crearono in tutta Europa per il commercio di questo metallo. (Si dice che la guerra di Troia sia nata sulla disputa del mercato dello Stagno di cui la città anatolica era uno degli snodi più grandi). L’estrazione dei minerali di Rame avveniva in pozzi e gallerie scavati nella terra non a grandi profondità, questi venivano staccati dalle pareti e frantumati in pezzi via via più piccoli fino ad ottenere una sabbia la più fine possibile. I due metalli venivano posti in un crogiolo e riscaldati fino a 1000 °C al fine di ottenere il metallo. Questa temperatura si ottiene con un fuoco all’aperto sottoposto a ventilazione forzata per almeno una trentina di minuti. La lega fusa si colava in stampi di arenaria o terracotta preriscaldati a 150°C dotati di sfiatatoi per permettere all’aria di fuoriuscire durante la colatura. Per ottenere una fluidità ottimale la massa metallica doveva essere posta a 1200°C per qualche istante e poi raffreddata. Una volta freddo si puliva e rifiniva con pietre abrasive (Pomice ad esempio).
Il Bronzo si poteva poi lavorare per essere ridotto in lamine al fine di ottenere elmi, cinturoni, spade, punte di lance e corazze. La commercializzazione avveniva in lingotti, relativamente facili da trasportare.
Con il progredire dell’esperienza gli artigiani scoprirono che la durezza del Bronzo aumentava con l’aumentare della percentuale di Stagno e si poteva migliorare ancora sottoponendo il processo a martellatura. Un successivo riscaldamento (detto Ricottura) dovana alla lega elesticità perdendo parte della durezza.
Il Bronzo presentava buone caratteristiche di duttilità e malleabilità, qualità ottimali per realizzare oggetti artistici, gioielli e monili (la scuola Celtica ed Etrusca ci ha lasciato pregevoli esempi di questa conoscienza). Con lo sviluppo della tecnica della fusione a cera persa fu poi possibile produrre statue e oggetti di dimensioni notevoli. Questa consisteva nella creazione di un modello di cera dell’oggetto voluto, il modello veniva ricoperto d’argilla. Nell’argilla venivano praticati due fori, uno per la colatura del metallo fuso e l’altro per la fuoriuscita della cera liquida. Durante il versamento del metallo la cera passava allo stato liquido e fuoriusciva dal forellino lasciando un vuoto che il metallo riempiva. In questo modo si potevano eseguire lavori molto fini o batterie in serie per le punte delle freccie o delle lance.
Nella Tarda Età del Bronzo, in concomitanza con la cultura Villanoviana, venne raggiunta una qualità di lavorazione del Bronzo a livello artistico e militare notevole soprattutto in Italia. Nel VIII secolo le officine dell’Etruria tirrenica cominciarono a diffondere armi in un metallo nuovo: il Ferro.

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