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Realizzare gli interni del semovente da 75/18
Argomento: Veicoli Militari : Articoli Data: 23/4/2006
Il semovente su scafo M40 (e poi M41 e 42) è senza dubbio uno dei kits più invitanti per un modellista “filo-italico”…rappresenta dopo tutto (per impiego, prestazioni ed apprezzamento anche da parte avversaria) il miglior veicolo corazzato Italiano del secondo conflitto mondiale. Per la realizzazione del kit Italeri ho quindi pensato fosse giusto includere gli interni, avendo così l’opportunità di mostrarlo con i portelli aperti, come avveniva di regola nel deserto per disperdere i fumi originati dallo sparo del cannone…


PRIMO PASSO
Innanzitutto occorre trovare un profilo degli interni e riscalarlo in modo che sia in scala con il kit in 1/35 (Figura 1).
La tavola in questione (facilmente reperibile sul web o su M+) diventerà, insieme con il maggior numero possibile di foto degli interni la “bibbia” su cui lavorare (basti riferirsi ai numerosi libri del Prof. Pignato)

RADIO E CRUSCOTTO
Per prima cosa si ritaglierà sul plasticard una sagoma dell’ apparecchio da riprodurre, poi con un trapano si realizzeranno i fori per i vari strumenti a lancette e, se si vuole, con la punta di una forbicina si può raschiare intorno al foro per allargarlo e creare una sorta di “bordino” rialzato.
La sagoma verrà quindi incollata sopra ad una altra (di uguale profilo) per ottenere il fondo degli strumenti; a seconda della profondità dell’apparecchio si possono incollare più sagome fra loro fino a raggiungere la profondità richiesta (vedere il mio cruscotto) oppure ricreare sempre con plasticard tutti i lati del solido tridimensionale (vedere la radio).
Il passo successivo è costituito dalla realizzazione di bottoni/manopole/leve e quant’altro, da ricostruire con “avanzi di scatole” e/o plasticard; ad esempio ho “rielaborato” diversi tappi di taniche Italeri davvero “ottimi” nello specifico (Figure 2 e 3). I dettagli ancora più minuti possono essere ricreati in fase di colorazione, mentre i consueti lavaggi ed il dry-brush concorreranno a creare profondità e luci incrementando la verosimiglianza (Figure 4 e 5).

TRASFORMATORE E SURVOLTORE
Anche questi strumenti sono abbastanza facilmente riproducibili; per il primo ho semplicemente usato un pezzetto di plastica ricavato dalla “magica scatola degli avanzi”. In questo caso le rimanenze di un kit di Pz. III Dragon hanno rappresentato una fonte inesauribile di “solidi” da “ritagliare, limare e smussare”.
I bottoni e le manopole in questo caso sono stati ricavati sezionando dei “rod”. Acora una volta, invece di comprarli in negozio ho semplicemente sezionato vecchie antenne non utilizzate e/o elementi cilindrici inutilizzati provenienti da altri kit risparmiato sui costi ed incrementando soddisfazione e divertimento (Figura 6).
Nel caso del survoltore per ricreare le scanalature della superfice superiore ho tagliato in striscioline una semplicissima etichetta bianca adesiva e successivamente le ho collocate facilmente (ovviamente si attaccano da sole essendo autoadesive) sullo stesso.
Lo spessore minimo delle etichette permette così di ricreare un leggero rilievo dove strisce di plasticard potrebbero risultare di spessore troppo elevato; inoltre “l’incollaggio” è estremamente facilitato e si può sempre rimuoverle e ricollocarle in un attimo.
La vernice provvederà a fissarle definitivamente. Lo stesso procedimento è stato utilizzato per la cassa di munizioni della Breda da 8mm che però risulta pressoché invisibile in quanto posizionata anteriormente al seggiolino del servente (Figura 17).
Nota: sia per semplicità che per permettere di “vedere qualcosa” ho deciso di riprodurre solamente due delle tre casse munizioni da 75mm (sul Forum di M+ si è convenuto che le stesse erano amovibili). Questo ha inoltre semplificato il collocamento del suddetto seggiolino (un semplice disco ottenuto sezionando dello sprue cilindrico, incollato su un sostegno).

CASSE MUNIZIONI
In questo caso gli involucri sono stati ottenuti ritagliando del plasticard per creare ciascuno dei lati che avrebbero composto il “cubo”.
Per le scaffalature e i proiettili ho fatto come segue:
  1. ho innanzitutto preso le misure sul “quadratino” di plasticard che avrebbe rappresentato la faccia anteriore della cassa e con un punteruolo ho inciso le parti dove operare con il trapano
  2. con il trapano (e allargando poi con le forbicine) ho realizzato i fori dove avrebberp dovuto alloggiare i cartocci/proietto. Ho inserito anche l'immagine di uno dei tentativi "abortiti”, ma che aiuta a rendere l'idea (Figura 7)
  3. sempre con punteruolo e righello ho inciso la superficie in modo leggero e trasversale per ricreare la varie mensole in cui erano suddivisi i pianali porta colpi.
  4. ho poi messo altro “quadratino" di uguale misura al di sotto di quello con i fori, ed in corrispondenza degli stessi ho ricavato con il punteruolo una leggera depressione atta a ricreare la parte posteriore dei proiettili.
  5. ho colorato con una tinta dorata il secondo quadratino e ci ho incollato sopra quello traforato (che ho deciso di colorare in grigio-verde).
    A questo punto, incorniciati i suddetti “quadratini” dalle pareti della cassa, ho ottenuto un cubo tridimensionale con una faccia traforata da cui si intravede il retro dei bossoli dei proiettili, che sembrano “infilati” nei loro alloggiamenti. Il tutto è stato rifinito (sempre su base di foto e disegni) con alcuni elementi addizionali, come rinforzi e rondelle a farfalla e delle fotoincisioni RCR di avanzo (Figure 8 9 5).

ALTRI INTERNI
Purtroppo gli spazi angusti del semovente e le sue geometrie fanno si che molti degli interventi risultino quasi invisibili. Mi riferisco ai quadri capocarro, delle varie leve come quella del flap e/o manovelle, i pedali di guida, ecc. Qualcosa si riesce ad intravedere ma in ogni caso le direttive base sono state:
  • leve: sezioni dei manici delle taniche Italeri (Figura 10)
  • elementi cilindrici: sezioni ruotini/assi scatola avanzi
  • tachimetro: sprue cilindrico sezionato (visibile nella Figura 4)
  • quadri: avanzi rettangolari traforati per la strumentazione circolare, ed a volte ho tagliato ed usato la “capocchia” a disco di alcuni spilli
Per quanto riguarda le feritoie circolari interne (da cui si poteva vedere fuori e/o inserire un'arma individuale) la costruzione ha comportato la realizzazione di due cerchi di plasticard (va bene anche quella ricavata da una scheda telefonica) uno più piccolo dell’altro, sovrapposti ed incollati.
Con un punteruolo poi ho creato una leggera depressione all’interno ed ho incollato la leva di apertura (ricavata da una sezione del manico manico di una tanica sempre Italeri) poi con sezioni di “rod” molto piccoli ho creato la rivettatura lungo la circonferenza (Figure 10, 11 e 12).
Da ultimo, sulla “mensola” a destra, con degli assi ritagliati da del plasticard ho costruito il supporto per la Breda da 8mm a riposo ed infilato un cartina in scala dell’area di El Elamein (scaricata e riscalata dal web).
Sempre in tema di autocostruzioni naturalmente altri interventi hanno riguardato il taglio dei parafanghi, la realizzazione dei fori di ispezione, l’antenna, ecc. ma questa è un'altra storia...

Saluti e buon modellismo a tutti
Nicola Del Bono














Immagini cui fa riferimento l'articolo

Figura 1

Figura 2

Figura 3

Figura 4

Figura 5

Figura 6

Figura 7

Figura 8

Figura 9

Figura 10

Figura 12

Figura 12

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