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Schede tecniche: Fiat G55 Centauro
Argomento: Aerei ed elicotteri : Schede tecniche Data: 2/3/2006
Il Fiat G55 Centauro è forse il simbolo dei nostri "uccelli del crepuscolo", e a buon diritto può essere considerato come il miglior caccia messo in campo dalla Regia Aeronautica nella Seconda Guerra Mondiale.



Le origini
Il Fiat G55 “Centauro” inizia la sua storia nel marzo del 1938, frutto della matita e del talento dell’ingegner Giuseppe Gabrielli, uno dei migliori tecnici aeronautici europei dell’epoca. Come tutti i progetti aeronautici italiani del periodo bellico, soffrì della cronica inadeguatezza dei motori che l’industria aeronautica nazionale poteva offrire, rispetto alle cellule che gli ingegneri erano in grado di concepire.
All’inizio del 1938, l’ingegner Carlo Fessia dell’Ufficio motori della Fiat , sulla base del mai costruito AS8 da corsa, disegnò l’ambizioso A38, un 16 cilindri a V stretto da 1200 Hp che muoveva due eliche tripala controrotanti. Attorno a questo motore Gabrielli disegnò il G55, un caccia armato con due mitragliatrici da 12,7. La velocità stimata del nuovo caccia era di oltre 600 kmh e lo Stato Maggiore dell’Aeronautica diede subito il benestare allo sviluppo della cellula e del motore.
Lo sviluppo del motore procedette a rilento e, mentre il primo esemplare girava al banco, nell’agosto del 1940 volava il prototipo del Macchi 202 Folgore, propulso dall’affidabile e ben collaudato Daimler Benz DB601 di cui è stata acquisita la licenza di costruzione, che sfiorava i 600 Kmh.
Alla Fiat viene quindi richiesto che il suo caccia facesse qualcosa di meglio. Gabrielli modificò l’ala diminuendo leggermente la superficie e promettendo una velocità di punta di oltre 640 Kmh, ma si arrivò al giugno del 1941 e l’A38 non era ancora pronto. Nel settembre dello stesso anno la Fiat acquisì la licenza di produzione del DB605A da 1475 Hp e abbandonò l’A38. Gabrielli rimaneggiò pesantemente il progetto, anche perché fu richiesta l’adozione di due cannoncini da 20 mm nelle ali, e finalmente nell’Aprile del 1942 pilotato da Valentino Cus, volò il prototipo del G55.

Descrizione
Le note che seguono, sono relative ad un velivolo della Serie 1.
Il Fiat G55 Centauro è un monoplano, monomotore, monoposto ad elica traente, con l’ala a sbalzo in posizione bassa, carrello interamente retrattile nelle ali, ruotino di coda retrattile e orientabile, di costruzione e rivestimento interamente metallici, tranne gli alettoni e le parti mobili degli impennaggi rivestiti in tela.
L’ala, di pianta rettangolare con terminali arrotondati, è interamente dotata di ipersostentatori su tutta l’apertura.
La fusoliera a sezione ellittica si divide in due sezioni: quella anteriore ospita il posto di pilotaggio con tettuccio apribile su un fianco a sinistra, il castello motore, il motore e l’attacco delle ali. la parte finale comprende la deriva, i piani di coda e il ruotino.
Il carrello è a ruote singole.
Il motore è un Fiat RA 1050 RC54 da 1475 Hp, copia su licenza del Daimler Benz DB605A, in linea raffreddato a liquido , dotato di elica tripala Piaggio a passo variabile.
L’armamento prevede 3 cannoncini da 20mm, due nello spessore alare e uno sparante attraverso l’ogiva dell’elica, e due mitragliatrici da 12,7 nel muso sincronizzate.




Lo sviluppo e varianti
Varianti realizzate.

Prototipi e Sottoserie “Zero”
I voli di collaudo dimostrarono subito che il Centauro era potenzialmente un “signor caccia”.
Razionale, potente, moderno nella strumentazione, ben armato, risultò il vincitore del concorso relativo ai caccia della “Serie 5”. Surclassava oltre i 6000 metri, cioè a media ed alta quota il Macchi 205, era leggermente meno manovriero del Re 2005, superava entrambi come resistenza strutturale, risultava inferiore al 205 a bassa quota, era il più pesantemente armato.
Nonostante queste premesse, la produzione sarà sempre scarsa, i primi esemplari di preserie, denominati “sottoserie Zero”sono consegnati nel giugno del 1943.
La sottoserie zero non monta i cannoncini alari, ma ha quattro 12,7 nel muso oltre al 20mm nell’ogiva, costruita in una trentina di esemplari prima dell’armistizio, sarà l’unica versione del Centauro ad inalberare le insegne della Regia Aeronautica, ne saranno costruiti circa trenta.

Fiat G55 Serie 1
Nell’agosto del 1943 comincia la costruzione della serie 1 la versione definitiva e costruita nel maggior numero di esemplari. Sono rimosse le due mitragliatrici montate nella parte inferiore del muso e installati due cannoni alari da 20mm, cioè l’armamento previsto in fase di progetto. Causa il trauma dell’armistizio, la produzione si arresta, e solo nell’ottobre del 1943 le autorità tedesche autorizzano la ripresa della produzione di 128 macchine destinate all’Aeronautica Nazionale Repubblicana, cui saranno consegnati tutti gli esemplari costruiti durante il periodo bellico.

Fiat G55 S
L’idea di dotare il G55 di un siluro risale al 1942, ma viene accantonata fino al 1944, quando l’ANR, spinta dalla necessità di avere un moderno velivolo silurante, riprende in mano il progetto. I tempi per lo sviluppo e la consegna da parte della Fiat sono lunghi e la situazione è disperata, quindi la direzione tecnica dell’ANR, diretta dal Capitano Mantelli, sviluppa in maniera autonoma il velivolo. Viene sdoppiato il radiatore ventrale di un normale velivolo della Serie 1 ed installato un silurotto da 680 Kg. Le prestazioni del velivolo, pronto nel Marzo del 1945, sono buone ma non è possibile ne costruire ne convertire altri esemplari. Nel dopoguerra ogni sviluppo è abbandonato e l’unico esemplare “costruito”, riportato allo standard originario.

Fiat G56
Versione con motore Daimler-Benz DB603 da 1750 Hp.
Richiesta nell’aprile del 1942 con l’interessamento diretto della Luftwaffe, al momento dell’armistizio i due prototipi sono ancora sugli scali di montaggio. I tedeschi autorizzano il proseguimento dei lavori che sono ultimati nell’marzo del 1944.
Ne risulta un velivolo eccellente e superiore al G55 ed al Me109G, ma i tedeschi nell’agosto del 1944, bloccando tutta la produzione Fiat, bloccano ogni ulteriore sviluppo.

Varianti non realizzate
Fiat G55 N
Versione destinata ad essere imbarcata sulla prevista portaerei “Aquila”. Sarebbe stata dotata di gancio di arresto ed ali ripiegabili, lo sviluppo fu affidato all’Ingegner Ermenegildo Pegna della Piaggio, mai costruito.

Fiat G55 bis
Versione senza le mitragliatrici e con quattro cannoni alari, richiesta nel 1942, mai costruito.

Fiat G57
L’idea nasce nell’ottobre del 1942, come l’ennesimo tentativo di standardizzare la linea produttiva, quindi viene richiesta una versione del G55 ottimizzata per l’attacco al suolo con il nuovo motore radiale FIAT A83 “Vortice” da 1200 Hp. Affidato alla CMASA, il progetto va come al solito a rilento, ed il motore è pronto al banco solo dopo l’armistizio. I tedeschi bloccano ogni sviluppo.

Fiat G58
Interessante progetto di caccia a lunga autonomia, pesantemente armato con quattro mitragliatrici da 12,7 e sei cannoni da 20mm, ottenuto abbinando due fusoliere di G55 con un tronco alare comune. Lo studio è dell’Aprile del 1943, la costruzione affidata alla CANSA, si arriva alle prove in galleria del vento prima che l’armistizio blocchi tutto.

Varianti del dopoguerra.
Nel 1945 subito dopo la guerra, nei magazzini della ex-Regia Aeronautica, nei campi ARAR o come surplus, giacevano svariati tipi di motori nuovi e mai utilizzati. Con questi motori, e la cellula del G55 furono sviluppate delle varianti mono e biposto. Il G59 con tettuccio a goccia e motore Rolls Royce Merlin, è stata la più importante di tutte, ma non viene trattata in maniera più ampia poiché si tratta di una macchina molto diversa dal G55 originario.

Impiego Operativo
Una ventina di G55 della sottoserie “Zero”, consegnati alla Regia Aeronautica a partire dall’Aprile del 1943, furono i primi “Centauro” ad avere un impiego operativo. I primi due esemplari arrivano alla 353 Sqd, l’impiego operativo è nullo, i velivoli hanno diversi problemi, primo fra tutti il continuo cedimento del ruotino di coda. In Agosto il reparto con una dozzina di macchine si trova basato a Ciampino Sud, e con altre cinque a Capoterra in Sardegna. Il 24 Giugno, un Centauro decollato da quest’ultima base ottiene la prima vittoria contro una formazione di Curtiss P40 americani sopra Capo Teulada. Aumentando il numero degli aerei operativi, (sempre poche decine) aumentano i successi, nel mese di agosto la 353 Sqd. rivendica 2 P38 Lightning ed un B17.
Al momento dell’armistizio la 353 ha in carico 12 G55, di cui solo due efficienti. Sulla carta, anche il 151 Gruppo del 13 Stormo è equipaggiato con i G55, in realtà viene preso in carico un solo esemplare non efficiente.
Dopo il caos dell’armistizio, la Fiat comincia lentamente, sotto il controllo tedesco la produzione. L’occupante permette il completamento di 128 esemplari della definitiva Serie 1, destinati tutti all’Aeronautica Nazionale Repubblicana.
Nel mese di Aprile del 1944, sono consegnati 50 velivoli quando un bombardamento alleato mette fine alla produzione aeronautica della Fiat di Torino, in settembre poi i tedeschi bloccano ogni forma di produzione, permettendo la costruzione di sole parti destinate ad aerei tedeschi.

La situazione della linea caccia della ANR, la cui formazione è stata permessa a malavoglia dagli alleati tedeschi, alla fine del 1943 è la seguente: 1 Gruppo Caccia su Macchi C205 Veltro, basata a Torino
Squadriglia complementare “Montefusco” con pochi Fiat G55 Sottoserie “0” e qualche Serie 1, a Venaria Reale.
2 Gruppo Caccia su Fiat G55 Serie 1 a Bresso.
In tutto i G55 operativi sono circa 40, è rivendicano fino alla fine del maggio del 1944 una decina di quadrimotori. L’efficienza operativa delle macchine, anche in virtù della scarsa produzione non è delle migliori, alla fine di maggio il 2 Gruppo passa sul Me109G e i pochi aerei efficienti vengono girati al 1 Gruppo che si trova così ad vere una componente mista di Veltro e Centauro, esattamente 13 Macchi e 18 Fiat, e viene basato a Reggio Emilia.
Una decina di macchine vengono perse fra attacchi al suolo e combattimenti senza riportare vittorie, a Luglio i piloti rivendicano diversi abbattimenti non confermati, ad agosto del 1944 termina l’attività bellica del Centauro in Italia.

Nel dopoguerra la Fiat propone alla neonata Aeronautica Militare Italiana, l’acquisizione di 120 G55, ma non si concretizza nulla, a parte l’ultimazione e la consegna una decina di esemplari che finiscono alla scuola caccia di Lecce per la fine del 1945.
Un buon successo di vendite invece, viene ottenuto all’estero.
Il 12 Dicembre del 1946, vola la variante biposto da addestramento, e alla fine dello stesso anno viene siglato un accordo con l’Argentina per la fornitura di 30 monoposto della Serie 1 e 15 biposto, gli aerei saranno in servizio fino al 1955.
Intanto scoppia nel 1948 il primo conflitto Arabo-Isrealiano e l’Egitto chiede ed ottiene la fornitura di 37 Serie 1 e due biposto, consegnati all’inizio del 1949.
Nello stesso periodo, la Siria acquista 12 Serie 1 ed un biposto.
I caccia arabi non hanno scontri con quelli avversari.
Con la consegna di qualche altro aereo all’AMI, la produzione post-bellica del G55 termina con 128 esemplari costruiti, curiosamente il numero esatto della prima commessa della Regia Aeronautica, che aveva previsto di dotarsi di oltre 1500 esemplari di questo validissimo caccia, bello e sfortunato.

Bibliografia:
P.Vergnano, G.Alegi – Ali d’Italia, Fiat G55 – ed. La Bancarella Aeronautica
M.Caso, E.Brotzu, G.Benvenuti – Dimensione Cielo 3 Caccia – ed. Bizzari

Caratteristiche ---
Apertura Alare 11,85 m
Lunghezza 9,37 m
Altezza 3,13 m
Superficie Alare 21,11 mq
Peso Totale 3100 Kg
Peso a vuoto 2535 Kg
Velocità massima 620 Kmh
Autonomia 1230 Km

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