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Un'antica gloria: Moto Morini 250 Bialbero GP
Argomento: Veicoli civili : Articoli Data: 26/8/2004
Durante le Festivitá Natalizie di alcuni anni fa, aggirandomi negli affollatissimi negozi di giocattoli del centro storico di Roma, ho trovato, su uno scaffale dimenticato, un pezzo prezioso come la prima scatola di montaggio prodotta dalla Protar, oltre trentacinque anni fa e scomparsa ormai da lungo tempo : la gloriosa Moto Morini 250 Bialbero, che ebbe come piloti lo stesso, allora giovane, Tarquinio Provini, l'allora sconosciuto Giacomo Agostini ed il compianto Angelo Bergamonti.


Pur essendo una monocilindrica riuscí, sia per merito dei piloti che per la sua leggerezza, ad imporsi negli anni tra il '60 ed il '67 a pluricilindriche piú potenti ed evolute quali Benelli ed Honda. La scatola fa tanta tenerezza, coperta da un sottile strato di polvere, con un disegno molto approssimativo sulla copertina, ma con la firma di Provini apposta a mano (con un pennarello indelebile!) su uno dei lati. Le dimensioni della scatola sono circa la metá di quelle delle ultime confezioni della Protar, ma, del resto, il contenuto non occupava molto spazio. L'abbondanza di pezzi dei modelli attuali allora era solo un sogno. II modello era composto da una sessantina di pezzi in plastica di vari colori (grigio metallizzato, rosso, nero e trasparente) piú i pneumatici in gomma e le molle degli ammortizzatori in metallo; la carenatura era fornita giá verniciata in bianco nella parte superiore visto che il modello non prevedeva la verniciatura da parte del modellista (!). Le linee generali ricalcano piuttosto fedelmente la caratteristica linea del piccolo bolide bolognese, ma i dettagli sono piuttosto scarsi ed imprecisi tanto che ho deciso di intervenire pesantemente, ecco l'anima nera del modellista che prende il sopravvento sullo spirito conservativo del collezionista di modelli d'antiquariato ! Ho utilizzato come documentazione il libro "Le moto da corsa italiane" di Roberto Patrignani ed alcune foto dell'epoca rintracciate su varie riviste. II motore é riprodotto piuttosto bene anche se stampato in solo due pezzi : mancano tutti i tubetti di passaggio dell'olio, la parte dell'accensione sul lato della distribuzione e la vaschetta del grosso carburatore Dell'Orto SS (ottima guida il disegno sul libro di Patrignani); é ignorata anche la seconda candela sempre sullo stesso lato. Sul lato frizione mi sono limitato a forare il pacco dei dischi. II telaio é preciso tranne in alcuni piccoli particolari : é necessario spostare l'attacco superiore degli ammortizzatori sulla giuntura dei tubi che formano la triangolazione posteriore ed é da spostare anche l'asse del forcellone, misteriosamente fuori centro (solo nella parte interna) é da ricostruire l'attacco anteriore della carenatura e le staffette laterali di fissaggio. La forcella é ben dimensionata, ma il manubrio é da rifare completamente. Attenzione, nel kit non era prevista la riproduzione dei comandi flessibili, é stato quindi necessario ricostruire tutti gli attacchi sia sul motore che sui freni, ho preferito usare del filo di nylon da pesca da 60/100(0,6mm) verniciato in nero opaco piuttosto che il solito tubetto in vinile, assolutamente non realistico e fuoriscala (questo vale anche per i modelli Tamiya ultima generazione !!!). Le piastre portaceppi dei freni sono stati riviste aggiungendo i fori di raffreddamento e una retina protettiva sulla presa d'aria (retina di ottone tagliata da un vecchio setaccio per farina). La catena é costituita nel vecchio kit da un semplice elastico nero ed ho preferito sostituirla con una catena recuperata dal kit Tamiya (la scala é diversa, ma le dimensioni vanno bene) della Honda 1000 Endurance. Ed ora viene il bello : le ruote (cerchioni e mozzi) sono "tremende" e, preso il coraggio a quattro mani, ho deciso di ricostruirle completamente, raggi compresi. Il lavoro é relativamente facile, anche se noioso : si é trattato di ritagliare alcuni dischetti del diametro appropriato da un foglio di plasticard da 3 decimi ed incollarli in modo da simulare l'alettatura di raffreddamento dei tamburi dei freni. Alle estremita dei mozzi cosi ottenuti ho incollato due anelli forati che riproducono le flange di ancoraggio dei raggi. I cerchioni vanno completamente "rasati" e forati (fori da 0.35mm). Per i raggi ho usato un filo di acciaio armonico da 3/10 (reperibile in tutti i negozi di modellismo), tagliato in spezzoni da 25 mm e piegato all'estremita per circa 1,5 mm. Una volta inseriti tutti i raggi (36 per ogni ruota…), li ho bloccati con colla cianacrilica cercando di centrare la ruota nel miglior modo possibile; con dei minuscoli spezzoni di isolante di filo telefonico ho simulato i nippli per la regolazione dei raggi; ho poi tagliato la parte eccedente nella gola dei cerchioni. Anche i pneumatici non sono un gran ché, ma non sono riuscito a trovare nulla di meglio... Non spaventatevi, non e difficile come sembra, ma come al solito la pazienza é il fattore determinante per la riuscita di tutti i lavori. La carenatura é perfetta nelle sue linee tondeggianti, é stato sufficiente aggiungere i convogliatori d'aria per il raffreddamento del cilindro. II trasparente del cupolino é un po' spesso, ma ho preferito non ristamparlo. Le decals erano inutilizzabili, "cotte" dal tempo : le ho rifatte ex novo con dei fogli a colore pieno della Tauro Model, dipingendo lo stemma Moto Morini direttamente sul serbatoio con un monocolo da orologiaio. II modello ha forse perso il fascino del pezzo d'antiquariato, ma, secondo il mio personale punto di vista, il realismo é alla base del modellismo. Al momento é prevista la ristampa della Morini 250 da parte dell'Italeri, che ha rilevato la maggior parte dei vecchi stampi Protar, ma non credo che ci sia stato nessun intervento di miglioramento, tranne, forse, i pneumatici e la catena (la solita Protar a maglie separate, completamente fuoriscala !!) ed, ovviamente, le decals, quindi suppongo che questo articolo sia ancora valido.




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