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Storia : Moderna : Nascita, sviluppo e declino dei ''Tank Destroyer Battalions''
Inviato da gigitank il 3/1/2009 16:41:56 (8045 letture)

Storia : Moderna
  ''L'unico e fondamentale obiettivo delle unità cacciacarri, così chiaramente espresso dalla loro stessa denominazione, è quello di distruggere i carri nemici''
(FM 18-5, Tank Destroyer Field Manual, Organization and Tactics of Tank Destroyer Units, War Department, 16 giugno 1942)


 
Nascita, sviluppo e declino dei Tank Destroyer Battalions




La creazione della ''Tank Destroyer Force''

      
Le vittorie conseguite dai tedeschi in Europa, dal settembre 1939 al giugno 1940, furono indubbiamente frutto dell'applicazione di una tattica rivoluzionaria. I successi della Wehrmacht non sarebbero quindi attribuibili all'impiego di equipaggiamenti migliori di quelli in dotazione agli avversari bensì all'efficace ed efficiente combinazione sul terreno di forze differenti e complementari. Proprio l'uso massiccio di truppe corazzate, dell'aviazione e della fanteria motorizzata, sconvolse ripetutamente le statiche difese approntate nei primi mesi di guerra dagli eserciti che si trovarono a fronteggiare le offensive tedesche. Quanto accaduto sui campi di battaglia non potè che significare il tramonto di ogni dottrina militare basata sulla ''guerra di posizione''. La grande capacità di avvolgimento e penetrazione di forze mobili, una maggiore propensione a delegare l'autorità e il comando, la massima attenzione tesa a contenere la lunghezza delle linee di rifornimento, costituirono alcuni tra i più importanti principi ispiratori della ''Blitzkrieg''. Tuttavia, fu proprio la capacità di sfondamento manifestata dalle unità corazzate tedesche ad impressionare maggiormente i vertici militari Alleati e statunitensi.

          In quei drammatici anni apparve chiaro che l'utilizzo di cannoni anticarro, sparpagliati lungo le principali linee difensive, non avrebbe garantito i risultati sperati. I reparti corazzati tedeschi, concentrando la propria azione in punti specifici del fronte, avrebbero spazzato via le difese senza troppe difficoltà. Nell'aprile 1941, il Generale Marshall avvertì per primo la necessità di progettare unità anticarro mobili, alle dirette dipendenze dei Corpi d'Armata. Rimase sul tappeto una difficile questione da dirimere: a quale arma avrebbe dovuto essere assegnata la nuova specialità? Sia la Fanteria, sia la Cavalleria, avanzarono richieste in tal senso. Sorprendentemente, l'arma corazzata mostrò un certo disinteresse in merito, adducendo motivi che oggi possono apparire discutibili ma che all'epoca avevano un preciso fondamento. In quel periodo infatti, era diffusa ed affermata la convinzione che i carri armati dovessero essere utilizzati principalmente per fornire supporto alla fanteria, distruggere postazioni fortificate o capisaldi e sfruttare il successo piuttosto che per affrontare le forze corazzate del nemico. Tale principio avrebbe successivamente influito non solo sulle opportunità di impiego della Armored Force ma anche sulla progettazione e sullo sviluppo dei mezzi corazzati statunitensi durante la Seconda Guerra Mondiale. Restava da considerare l'eventualità di subordinare le unità controcarri all'Artiglieria. Nell'intento di ovviare alle titubanze e alle incertezze, il War Department  ruppe decisamente gli indugi e battezzò così la nuova Tank Destroyer Force quale branca autonoma e indipendente. Fu creata una struttura che avrebbe dovuto occuparsi della pianificazione del progetto, l'Anti-Tank Planning Board, a capo della quale fu posto il Tenente Colonnello Andrew D. Bruce.  Al Generale di brigata Lesley H. McNair, responsabile deIl'organizzazione e dell'addestramento dell'esercito, spettò invece l'onere della supervisione e della concreta realizzazione del programma. Il 24 luglio 1941 fu decisa l'assegnazione di un battaglione anticarro a ciascuna delle divisioni di fanteria già operative. Ogni battaglione così concepito era armato da otto cannoni da 75 mm provenienti dai reparti di artiglieria e da due compagnie di cannoni anticarro da 37 mm. Poco dopo, soddisfacendo le attese di Marshall, vennero creati altri battaglioni separati, posti sotto il diretto controllo dei comandi d'Armata. 

          Nell'autunno del 1941, furono condotte importanti esercitazioni in Louisiana e in Carolina, volte tra l'altro a verificare l'efficacia delle tattiche e delle condizioni d'impiego dei battaglioni anticarro. Ciò che emerse da un'attenta analisi dei risultati dei wargames non fu molto incoraggiante. Invece di mantenere i reparti controcarri quale riserva mobile destinata ad essere prontamente dislocata nel settore direttamente investito dai corazzati avversari, i comandi divisionali reputarono più utile disporre in anticipo i cannoni in posizioni più avanzate ed esposte. Inutile affermare che le performances furono alquanto deludenti. L'idea di assegnare un battaglione ad ogni divisione era quindi errata? Il primo provvedimento adottato sembrò sconfessare la decisione assunta pochi mesi prima: i battaglioni anticarro furono rimossi dagli organici divisionali. Il tema era però molto più complesso di quanto appariva. Al dibattito sulle modalità di impiego dei battaglioni, si sarebbe presto aggiunto quello inerente la tipologia dell'equipaggiamento che avrebbe dovuto essere fornito in dotazione agli stessi. Si giunse così al dicembre 1941 e poco prima che gli Stati Uniti venissero coinvolti nell'immane conflitto, Bruce ottenne l'incarico di organizzare un nuovo Tank Destroyer Center a Fort Meade, nel Maryland. Tra le intenzioni di Bruce vi era anche quella di mutare profondamente la dottrina anticarro fino ad allora  vigente: da una condotta spiccatamente difensiva si doveva passare a un atteggiamento più offensivo. La concreta adesione a una siffatta visione avvenne dapprima su un piano meramente formale: i battaglioni assunsero pertanto una nuova denominazione. Agli Anti-Tank Battalions sarebbero succeduti i Tank Destroyer Battalions. Ciò che più premeva a Bruce era però un sostanziale capovolgimento di filosofia.  Sgombrato il campo dai vecchi approcci, egli  venne comunque coinvolto in un'accesa polemica con il Generale McNair. Quest'ultimo proveniva infatti dalle fila dell'artiglieria e conseguentemente era portatore di un'interpretazione differente in merito al ruolo che avrebbero dovuto ricoprire i nuovi battaglioni cacciacarri. Innanzitutto, i due contendenti pur condividendo essenzialmente l'idea secondo la quale i battaglioni sarebbero stati destinati a garantire un pronto intervento ove e quando i corazzati nemici avessero minacciato le formazioni di prima schiera, si facevano interpreti di  divergenti opinioni al riguardo degli armamenti più idonei allo scopo. Se a parere di McNair bisognava privilegiare l'uso di cannoni anticarro trainati, Bruce optava invece per l'impiego di semoventi, a suo avviso più rapidi e dotati di maggiore mobilità. Anche se sostenuto nelle sue teorie dai responsabili dell'Armored Force, il capo del Tank Destroyer Center, pensava a qualcosa di più agile e leggero di un vero e proprio carro armato. Intanto, McNair continuava a confutare la proposta di dotare i reparti di semoventi, puntando apertamente sul cannone che riteneva arma più economica e non meno efficace. Il 24 dicembre 1941 si giunse a un primo accordo di massima che pose le premesse per la definizione degli organici dei battaglioni. Si distinse tra battaglioni leggeri e pesanti. I primi erano organizzati su tre compagnie di dodici cannoni trainati o alternativamente di dodici semoventi da 37 mm. I secondi si basavano invece su tre compagnie dotate di quattro semoventi da 37 mm e otto semoventi da 3 inch (76,2 mm). Il dualismo tra Bruce e McNair si rifletteva così anche in ambito organizzativo.

          In un clima di appassionati dibattiti e  ancora in mancanza di armamenti specificatamente dedicati nascevano così ufficialmente i Tank Destroyer Battalions. Era necessario tuttavia attendere ancora qualche mese prima che le linee fondamentali della nuova dottrina venissero delineate nel Tank Destroyer Field Manual, pubblicato nel giugno 1942. 
 


 
Figura 1: 75mm Gun Motor Carriage M3




L'evoluzione nell'organizzazione, nell'equipaggiamento e nell'impiego dei Tank Destroyer Battalions


         
Alla vigilia dell'impegno statunitense in Africa Settentrionale, la disputa concernente l'equipaggiamento dei battaglioni cacciacarri non aveva ancora visto prevalere un preciso orientamento. E' altresì certo che fino a tutto il 1941, i sostenitori dell'approccio patrocinato da McNair godettero di un discreto vantaggio: a quell'epoca erano allo studio sistemi d'arma alternativi al cannone trainato ma occorrerà ancora parecchio tempo per decretarne la validità e verificarne l'adeguatezza alla luce dell'impiego previsto. I primi tentativi non condussero agli esiti sperati. Già nel 1936, l'esercito sperimentò un veicolo che potrebbe essere considerato quale il precursore dei semoventi cacciacarri americani. Si trattava di un mezzo costituito dallo scafo del carro leggero M2A1 e da una torretta a cielo aperto nella quale trovava spazio un cannone da 47 mm. E' interessante ricordare che il veicolo non era stato concepito per scopi anticarro bensì per la neutralizzazione dei cannoni nemici. Ebbe vita breve: le prove cui fu sottoposto si rivelarono del tutto insoddisfacenti.  Qualche tempo dopo fu sperimentato il montaggio di un cannone anticarro da 37 mm sulla Jeep, il veicolo ''tuttofare'' dell'esercito americano. Parecchi inconvenienti sconsigliarono di proseguire su questa strada: oltre alle difficoltà incontrate dai serventi nell'operare l'arma, lo spazio destinato allo stivaggio del munizionamento risultò decisamente esiguo. L'ossessione per la mobilità contribuì comunque a mantenere vive le ambizioni dei progettisti. Sul finire del 1940 si pensò di installare un cannone da 3 inch su un trattore cingolato Cleveland. La combinazione diede vita al GMC (Gun Motor Carriage) M5. Anche in questo caso, il programma fu interrotto nel 1942, dopo la standardizzazione del veicolo e l'inizio della produzione, a causa del sopraggiungere sulla scena di mezzi dalle caratteristiche superiori. Proprio nello stesso momento in cui giungeva a maturazione lo sviluppo dell'M5, stavano per vedere la luce tre nuovi veicoli cacciacarri, il 75 mm GMC M3, il 37 mm GMC M6 e il 3 inch GMC M10. Saranno questi i mezzi da combattimento che costituiranno la spina dorsale dei Tank Destroyer Battalions nel momento del battesimo del fuoco. 

          L'M3, altro non era che l'associazione di un semicingolato con il cannone da 75 mm M1987A, derivato da un pezzo di artiglieria francese risalente al primo conflitto mondiale. Appare oggi chiaro che si trattò di un espediente volto a dotare i battaglioni cacciacarri di un adeguato numero di semoventi nel più breve tempo possibile. Lo stesso si può dire dell'M6, praticamente un autocarro Dodge 3/4 Ton Weapons Carrier sul cassone del quale fu piazzato un cannone anticarro da 37 mm. All'agosto 1942, gran parte degli ottanta Tank Destroyer Battalions già attivi attendevano ancora di essere equipaggiati. Otto mesi prima, nel dicembre 1941, una cinquantina di M3 vennero utilizzati per costituire tre battaglioni del Provisional Field Artillery Group, parte del Provisional Tank Group, posto alla difesa di Luzon. Il debutto degli M3 avvenne quindi in un ambito differente da quello atteso. Dall'esperienza nelle Filippine si trassero comunque utili insegnamenti, tra i quali la provata efficacia delle corazze inclinate nei confronti delle granate perforanti. Intanto, l'US Army non aveva abbandonato le proprie idee in merito alla realizzazione di un semovente cacciacarri in grado di assicurare buone prestazioni in termini di protezione, mobilità ed armamento. Il prodotto che parve coronare gli sforzi fu l'M10. Il veicolo, che vide la luce nel settembre 1942, presentava nella sua configurazione definitiva uno scafo a corazze inclinate basato sulla meccanica e sulla motorizzazione dell'M4A2 e una torretta di forma pentagonale a cielo aperto nella quale fu installato un cannone M7 da 3 inch di origine navale. Nell'intento di controbilanciare il peso del cannone ed ottenere un assieme più equilibrato, si studiò la creazione di due contrappesi che avrebbero dovuto essere fissati nella parte posteriore della torre. Nel corso della produzione essi furono oggetto di progressivi miglioramenti. Il mezzo era inoltre predisposto per l'installazione di corazze aggiuntive, opzione però mai sfruttata. L'adozione di una torre a cielo aperto,  seppure dettata essenzialmente dalla necessità di alleggerire il peso complessivo del mezzo, mise più volte gli equipaggi di fronte a spiacevoli situazioni. Ad una scarsa protezione dai pericoli del campo di battaglia si aggiungevano i disagi causati dalle intemperie che potevano essere limitati solo in parte per mezzo dell'apposizione di un telone a copertura della zona esposta. In alcuni casi, gli stessi equipaggi incoraggiarono lo sviluppo di modifiche campali atte a sopperire a tale lacuna.  E' interessante notare che il nuovo semovente non incontrò i favori di Bruce. Il responsabile del Tank Destroyer Center vedeva nell'M10 un corazzato che non sarebbe stato in grado di soddisfare i requisiti di rapidità e agilità che ci si attendeva. Alla luce delle successive prestazioni sul campo di battaglia e dei risultati ottenuti, si può affermare che la valutazione di Bruce fu senz'altro ingenerosa. L'M10 era propulso da un apparato General Motors 6046 a dodici cilindri, ottenuto dall'unione di due motori Diesel, tuttavia, la crescente necessità di poter contare su un numero sempre più elevato di cacciacarri condusse ben presto alla realizzazione dell'M10A1, sostanzialmente identico nell'aspetto esteriore ma dotato di un motore a benzina Ford GAA a otto cilindri. Curiosamente e contrariamente agli M10, gli M10A1 nella loro configurazione originale non lasciarono mai il territorio statunitense e furono impiegati per scopi essenzialmente addestrativi. Anch'essi torneranno comunque utili qualche tempo dopo la loro apparizione come si leggerà più oltre.

          Dal novembre 1942, gli statunitensi sono ormai impegnati in Africa Settentrionale. Il campo di battaglia tunisino non appare particolarmente ideale per lo sfruttamento di abili manovre dirette da forze mobili e corazzate, peraltro in quei luoghi si presenterà la prima vera occasione per valutare sul campo l'efficacia delle nuove tattiche cacciacarri. Per l'Armored Force, non sarà però una passeggiata e i successi ottenuti subito dopo gli sbarchi a spese dei francesi di Vichy si riveleranno presto illusori. Nel febbraio 1943, al passo di Kasserine, la 1st Armored Division di Orlando Ward subì una pesante battuta d'arresto. L'894th Tank Destroyer Battalion aggregato agli ''Old Ironsides'' perse la metà dei suoi semoventi M3 in una sola giornata. Si può certamente affermare che le truppe americane dovettero scontare la propria inesperienza ma limitando l'analisi all'effettivo impiego dei battaglioni cacciacarri, è evidente che furono commessi non pochi errori. Le indicazioni emerse dalle esercitazioni dell'autunno 1941 vennero del tutto ignorate. Ancora una volta, e purtroppo sul campo, i comandanti preferirono frazionare le unità cacciacarri in aggregazioni inferiori, disperdendo compagnie e plotoni in gruppi tattici, assegnando ai reparti la sorveglianza dei settori suscettibili di essere minacciati dagli attacchi condotti dalle forze corazzate tedesche. Ciò fu deciso in aperto contrasto con quanto suggerito dall'FM 18-5: solo una piccola parte delle unità cacciacarri doveva occuparsi del controllo delle probabili direttrici di puntate offensive corazzate, il grosso delle forze doveva essere mantenuto in riserva, pronto ad accorrere rapidamente ovunque fosse necessario far fronte alla massa delle formazioni nemiche. I cacciacarri non avevano certo il compito di impegnare i carri nemici in duelli prolungati, non erano stati progettati per un simile scopo. In Tunisia, invece, più volte essi finirono per adempiere proprio tale ruolo. La sconfitta  di Kasserine servì come monito. Circa un mese dopo, il 23 marzo 1943 a El Guettar, Terry Allen, il comandante della 1st Infantry Division (il ''Grande Uno Rosso'') dispose il 601st Tank Destroyer Battalion, nella sua interezza, a protezione del fianco meridionale del proprio schieramento. Nel quadro delle operazioni dedicate alla cattura dell'importante nodo stradale di Gafsa, la Decima Divisione Panzer investì gli americani in tre punti: a nord ebbe gioco facile nei confronti dell'artiglieria campale, al centro aggredì la fanteria ma a sud, la ricognizione cacciacarri rilevò per tempo le intenzioni dei tedeschi. Il 601st si schierò in anticipo rispetto all'attesa manovra dei corazzati germanici, predispose i campi minati e attese l'arrivo del nemico. Gli equipaggi degli M3 mostrarono nervi saldissimi durante la battaglia: il cannone M1987A era inefficace oltre il chilometro, la sottile corazzatura del veicolo non li avrebbe salvati una volta scorti dai panzer, le alte sagome dei semicingolati non potevano essere dissimulate efficacemente. Quel mattino ben trenta carri armati tedeschi furono distrutti ma il successo fu pagato a caro prezzo. Due terzi dei trentasei semoventi cacciacarri andarono perduti, unitamente a sette M10 di una compagnia dell'899th che accorse in soccorso del 601st. La ricognizione aveva ben svolto il proprio compito, individuando correttamente la direttrice principale della puntata offensiva tedesca ma a ciò non seguì la predisposizione e l'organizzazione di una difesa elastica, mobile, in grado di sfruttare il terreno e di consentire ai cacciacarri di vibrare i propri colpi da posizioni più vantaggiose, di vulnerare sui fianchi le formazioni corazzate avversarie. Gli M3 si trovarono così nella sfavorevole condizione di dover affrontare a viso aperto i panzer, in una situazione che avrebbe dovuto essere evitata secondo i principi cardine della dottrina. Quanto accaduto non mancò di scatenare le critiche di importanti personaggi dell'US Army. Se Patton rifiutò di considerare un successo la battaglia di El Guettar, Lucas mise addirittura in discussione la validità dell'intero progetto Tank Destroyer. McNair, dal canto suo, colse l'occasione per ribadire la propria posizione e avvalorare il primato dei cannoni nei confronti dei semoventi, portando quale esempio gli ottimi risultati conseguiti dall'artiglieria controcarro britannica a El Alamein. Ciò condusse a nuovi equivoci e compromessi: nel novembre 1943 fu deciso che almeno la metà della Tank Destroyer Force doveva essere composta da battaglioni trainati.

          Nel frattempo, furono gettate le basi di una nuova struttura per i Tank Destroyer Battalions. Risalgono al 7 maggio 1943 le nuove Tables of Organization and Equipment: la 18-25 per il battaglione semoventi e la 18-35 per il battaglione trainato. Le principali differenze tra le due configurazioni organizzative non risiedevano solo nelle dotazioni. Il battaglione trainato vantava un maggior numero di effettivi rispetto a quello semoventi. Ciò condusse alla soppressione della compagnia da ricognizione nell'organico dei battaglioni armati con cannoni da 3 inch; tale ruolo fu riservato a due plotoni della compagnia comando. Fondamentalmente, sia i battaglioni trainati che i battaglioni semoventi, risultarono composti da una compagnia comando e tre compagnie cacciacarri; questi ultimi conservarono però una compagnia da ricognizione essenzialmente equipaggiata con autoblindo M8 e Jeep. Le tabelle seguenti descrivono le dotazioni ''standard'' dei due tipi di battaglione che restarono sostanzialmente immutate sino alla conclusione delle ostilità.



Dotazioni del Battaglione Trainato
  TOE 18-35 Compagnia   Comando Compagnia 
Cacciacarri    (X 3)
     Sanità TOTALE
Autoblindo        M8            4            0                     0                 4
Autoblindo  M20           4            2           0      10
Semicingolati M3           0          12           0      36
Cannoni da 3 inch           0          12           0      36
Motociclette
          8            1           0      11
Jeep
         12          14           3      57
Autocarri comando            3            0           0       3
Autocarri da 0,75 ton            5            0           1       6
Autocarri da 1,5 ton           0            3           0       9
Autocarri da 2,5 ton          13            1           0      16
Autocarri recupero           1            0           0       1
Rimorchi da 0,25 ton           0            0           1       1
Rimorchi da    1 ton          12            3           0      21







                                                 
Dotazioni del Battaglione Semoventi
   TOE 18-25 Compagnia Comando       Compagnia Ricognizione Compagnia Cacciacarri   (X 3)    Sanità         TOTALE
Autoblindo
M8                      
           0            6            0           0        6
Autoblindo 
M20
           3            3            8           0       30
Semoventi M10-M18-M36            0            0           12           0       36
Jeep
           8           18            6           4       48
Autocarri da 0,75 ton            6            1            0           0        7
Autocarri da 1,5 Ton            1            4            0           1        6
Autocarri da 2,5 Ton           18            0            1           0       19
Autocarri recupero            1            0            0           0        1
Carri recupero
           0            0            1           0        3
Rimorchi da 0,25 Ton            1            2            1           0        6
Rimorchi munizioni            0            0            3           0        9
Rimorchi da 1 Ton           18            0            0           0       18




 
 Figura 2: 3 inch Gun Motor Carriage M10


          Conclusa la campagna di Tunisia, i cacciacarri erano attesi dalla campagna d'Italia; al deserto, agli chott e agli uadi si sarebbero ben presto sostituite altitudini più elevate, gole, colline, argini e torrenti. In tali circostanze assume rilevanza cruciale la comprensione del territorio: combattere i carri nemici significa in qualche misura ''combattere'' anche contro il terreno di battaglia. Tuttavia, proprio la natura del terreno fece sì che difficilmente in Italia i Tank Destroyer Battalions vennero a contatto con grandi concentrazioni corazzate nemiche. Nel frattempo Orlando Ward, già comandante della 1st Armored Division in Tunisia, aveva sostituito Bruce a capo del Tank Destroyer Center. Ward e in seguito Hester, che gli succederà poco tempo dopo, compresero l'importanza di un accrescimento dei ruoli assumibili dai battaglioni cacciacarri. I nuovi approcci dovevano essere sanciti da una revisione delle linee guida contenute nel Field Manual 18-5. E' singolare constatare che proprio Ward, il quale aveva utilizzato così male i cacciacarri a Kasserine, divenne in quel frangente l'attore principale di un nuovo disegno imperniato soprattutto sulle differenze delle condizioni d'impiego riguardanti i semoventi e i cannoni, sull'importanza della ricognizione, sull'efficacia di unità di piccola dimensione. Ove le condizioni del terreno di battaglia avessero impedito l'utilizzo di ingenti formazioni corazzate, sarebbe venuta meno anche l'esigenza primaria di disporre di un'arma che avrebbe dovuto opporsi ad esse. Così, i battaglioni  cacciacarri furono spesso impiegati per la distruzione di fortificazioni o come artiglieria semovente. Aderendo ai nuovi principi, in numerosi casi, i comandanti delle divisioni di fanteria ritennero utile impiegare i cacciacarri come veri e propri carri armati, ancora sparpagliando i plotoni o le sezioni a supporto di particolari unità. Solo dopo il superamento della Linea Gotica gli Alleati avrebbero potuto usufruire di un terreno più adatto alle operazioni offensive manovrate. Con l'apertura di un nuovo fronte in Italia, gli M3 e gli M6 vennero  ritirati e sostituiti dagli M10. Fu un innegabile progresso poichè gli M10 si dimostrarono estremamente utili e versatili così come veniva richiesto dalle nuove direttive. La collaborazione tra unità corazzate e unità cacciacarri si sarebbe rivelata maggiormente  proficua. Ad una compagnia corazzata veniva normalmente aggregato un plotone di cacciacarri allo scopo di garantire con continuità un certo grado di protezione durante l'avanzata. Poichè i battaglioni trainati dovevano agire secondo criteri differenti da quelli semoventi, in seguito furono redatti nuovi manuali specifici come l'FM 18-20 (Tactical employment of Tank Destroyer Platoon - Self Propelled), l'FM 18-21 (Tank Destroyer Platoon - Towed Gun) e l'FM 18-22 (Tank Destroyer Reconnaissance Platoon).

          
 
Figura 3: Il battaglione Tank Destroyer a protezione del fianco destro di una divisione di fanteria (FM 18-5)


          
         
Per diverso tempo, il cannone da 3 inch montato sugli M10 rimase l'unica arma in grado di penetrare le corazze dei panzer tedeschi. Le esperienze tratte sul campo durante la campagna d'Italia contribuirono a intaccare quella diffusa prospettiva tesa a favorire l'impiego dei cannoni trainati a scapito dei semoventi. Questi ultimi, oltre a godere di maggiore mobilità, potevano assicurare una maggiore protezione agli equipaggi. Le operazioni condotte sul fronte di Anzio misero in evidenza l'efficacia dei semoventi. Gli M10 distrussero un buon numero di corazzati tedeschi e si rivelarono utilissimi anche nelle fasi di contenimento dei contrattacchi avversari mentre i cannoni trainati venivano invece facilmente sbaragliati prima di poter abbozzare un'ipotesi di sganciamento. Ad Anzio avvenne anche il debutto di un nuovo veicolo, il T70, standardizzato poco tempo dopo con la denominazione ufficiale di M18 GMC (Hellcat), primo tra i semoventi cacciacarri americani ad essere stato studiato e progettato esclusivamente per tale ruolo. Si trattava di un cingolato propulso dal motore radiale a benzina R975 C1, dotato di sospensioni a barre di torsione e di una torre a cielo aperto, armato con un cannone da 76 mm dalle ottime prestazioni tipo M1A1 (senza freno di bocca). Successivamente, alcuni M18 vennero armati di cannoni dello stesso calibro e dalle pressochè identiche prestazioni dell'M1A1 ma leggermente differenti, quali l'M1A1C e l'M1A2. L'Hellcat incarnava l'idea di cacciacarri di cui si fece promotore Bruce: alla potenza di fuoco si univa la velocità, considerato che il mezzo era capace di raggiungere i 70 km/h, anche grazie al grosso sacrificio in termini di protezione. La rapidità e la sottile corazzatura ne facevano un semovente ideale per una guerra fatta di improvvisi agguati e imboscate, di ''mordi e fuggi''. In Italia, esso però non riuscì a incontrare il favore dei vertici militari proprio per la natura del terreno in cui avrebbe dovuto operare che non ne avrebbe certamente esaltato le caratteristiche di manegevolezza e agilità. Fino all'inizio del 1945, l'M10 resterà così il cacciacarri americano più diffuso nella penisola. 

          Nel giugno 1944, Ernest J. Dawley sostituì Hester alla testa del Tank Destroyer Center. La sua prima preoccupazione fu quella di sottolineare con forza l'importanza di ''colpire per primi'', al fine di ridurre le perdite. L'inizio delle operazioni nel teatro europeo nordoccidentale sarebbe stata forse l'ultima occasione per ''testare'' i nuovi criteri della dottrina cacciacarri. Venne portata a termine la revisione del Field Manual 18-5 che era cominciata proprio subito dopo la conclusione della campagna africana, anche alla luce delle esperienze maturate. I punti salienti della rielaborazione furono i seguenti:
 
  • Nel caso non sia nota la localizzazione delle truppe corazzate nemiche, i cacciacarri devono essere posti a presidio e protezione dei fianchi dell'unità dalla quale dipendono;
  • Allorquando il nemico può contare su un limitato numero di corazzati, i cacciacarri devono essere distribuiti tra le unità più avanzate;
  • L'importanza del ruolo della ricognizione è doppiamente cruciale, sia per individuare anticipatamente lo schieramento dei carri nemici, sia per discernere le posizioni più ideali per impegnare il combattimento;
  • Si ribadisce che i cacciacarri devono contare sull'effetto ''sorpresa'' ed evitare assolutamente di farsi coinvolgere in duelli prolungati con i carri nemici;
  • I cannoni trainati possono essere occultati più facilmente dei semoventi, quindi dovrebbero essere dislocati in posizione avanzata.
     
          Dawley riaffermò inoltre l'importanza di assegnare almeno un battaglione cacciacarri a ciascuna divisione di fanteria o corazzata. 
 
 
 
Figura 4: Movimenti di copertura delle sezioni cacciacarri sul fianco destro dell'unità avanzante (FM 18-20)
 
  
         
Il 6 giugno 1944 gli Alleati sbarcarono in Normandia. Durante la campagna, la preminenza dei battaglioni semoventi su quelli trainati venne definitivamente sancita. Il 10 luglio si ebbe finalmente l'occasione per verificare l'efficacia degli M10 nel nuovo teatro di operazioni. A Isigny la Panzer Lehr  mise in campo i suoi Panther.  La puntata offensiva tedesca era destinata a venire a contatto con i semoventi dell'899th Tank Destroyer Battalion.  Nel corso di due lunghi giorni gli equipaggi degli M10 duellarono con quelli dei Panther. Le distanze ravvicinate di combattimento e il dedalo rappresentato dal bocage ridussero e in alcuni casi annullarono l'inferiorità dei cacciacarri americani in termini di protezione e potenza di fuoco. I tedeschi persero una dozzina di Panther, un Panzer IV e uno Stug III. Nel quadro del rinnovato impiego dei cacciacarri, non mancarono le eventualità in cui gli M10 si rivelarono preziosi nel ricoprire ruoli più adatti ai carri armati. L'M10 era più vulnerabile degli Sherman, non era particolarmente adatto a fornire supporto ravvicinato alla fanteria. Tuttavia, non furono limitati i casi in cui la sola presenza degli M10 sul campo di battaglia fu in grado di apportare una notevole iniezione di fiducia ai fanti americani. 
    
          Alla fine di luglio venne dato il via all'Operazione Cobra. Il piano prevedeva una decisiva penetrazione delle difese tedesche che avrebbe consentito agli americani di uscire dalla penisola del Cotentin. Purtroppo McNair, che tanto aveva contribuito alla creazione della Tank Destroyer Force, perse la vita durante il bombardamento aereo che precedette l'inizio dell'offensiva. La scomparsa di McNair coincise con l'inizio dell'irrevocabile declino dei battaglioni trainati. Ma prima del riconoscimento di un tale stato di cose, i cannoni anticarro ebbero l'occasione di riscuotere un notevole successo nei pressi di Mortain, il 6 agosto 1944. Poco più a nord di tale località, e precisamente a Saint Barthelmy, in un'alba nebbiosa nella quale la visibilità era ridotta a una decina di metri, i cannoni da 3 inch della Compagnia B dell'823rd Tank Destroyer Battalion attendevano il contrattacco dei panzer del Primo Reggimento Corazzato SS. I lunghi filari di siepi contribuivano a ostacolare la linea di fuoco dei cannoni americani. Nella stessa situazione si trovavano però anche i carristi germanici. Quella mattina, il capocarro di un Panther che marciava in testa alla colonna,  ritenne utile saggiare l'eventuale presenza di postazioni nemiche in prossimità del villaggio aprendo il fuoco con le mitragliatrici di bordo. I lampi provocati dalle armi ebbero però  la conseguenza di rivelare agli americani l'ubicazione dei corazzati nemici. In pochi minuti il primo Panther  fu messo fuori combattimento, dopo essere giunto a soli cinquanta metri di distanza dal primo cannone anticarro. Rimossa non senza difficoltà la carcassa del veicolo, i tedeschi tentarono una nuova sortita ma rimediarono lo stesso deludente risultato. Il tentativo di operare un aggiramento lungo due direttrici alternative fu altresì respinto. I passaggi obbligati tra le siepi, le pessime condizioni di visibilità, l'ingaggio a distanze ravvicinatissime avevano fatto sì che i cannoni anticarro americani potessero avere la meglio sui panzer. Al termine della giornata, l'823rd Tank Destroyer Battalion poteva a ben diritto contare tra le sue vittime quattordici carri armati, due autocarri e un semicingolato. L'azione di Saint Barthelmy fruttò alle compagnie A e B, un ambitissimo riconoscimento, la Presidential Unit Citation ma analogamente a quanto avvenne troppo frequentemente in passato, le perdite furono elevate. Ancora una volta, la vittoria era costata un prezzo troppo alto. Ben undici cannoni anticarro andarono persi. 

          Avvenimenti quali quelli di Isigny e di Saint Barthelmy non potevano però cambiare la realtà dei fatti. La limitata efficacia manifestata in Normandia dal cannone da 3 inch, fosse questo trainato o montato sugli M10, condusse a importanti conclusioni. I battaglioni trainati, ormai poco adatti a una guerra di movimento, avrebbero potuto recuperare parte della propria efficacia solamente dotandosi di un armamento più valido. D'altro canto, i battaglioni semoventi, pur registrando tra le proprie file un tasso di perdite inferiore rispetto ai battaglioni trainati, necessitavano di mezzi in grado di battersi con maggiori probabilità di successo. La risposta risiedeva nel nuovo cannone anticarro T5E1 da 90 mm. In realtà, questi non pervennero mai ai reparti in grossi quantitativi. Maggiori sforzi furono invece rivolti allo sviluppo di un nuovo semovente cacciacarri, l'M36. Già nell'ottobre 1942 si era tentato  di rimpiazzare il cannone da 3 inch degli M10 con un cannone da 90 mm di origine contraerea ma lo scarso equilibrio mostrato da tale combinazione indusse i progettisti a sviluppare una nuova torretta, il mock-up della quale vide la luce solo cinque mesi dopo. La torre destinata ad accogliere il pezzo M3 da 90mm risultò anche più protetta ma sempre a cielo aperto. Il nuovo mezzo fu standardizzato come 90 mm Gun Motor Carriage M36 nel giugno 1944. Il Fisher Tank Arsenal di Grand Blanc (Michigan) ottenne l'incarico di produrre un primo lotto di cinquecento M36. A partire dall'aprile 1944, i nuovi cacciacarri furono ottenuti montando le nuovi torri  sugli scafi degli M10A1 già disponibili nelle catene di montaggio dello stabilimento. Due quinti di questi mezzi avevano però già ricevuto torre e armamento da 3 inch, e la Fisher potè quindi assolvere solo in parte alla commessa. Alcuni scafi furono prelevati dai vari depositi dell'esercito e parte della produzione fu completata dalla Massey Harris. Un primo lotto di quaranta M36 giunse in zona d'operazioni nell'agosto  1944 e precisamente nel settore della Prima Armata Usa schierata a ridosso del confine tra Belgio e Germania, quasi in concomitanza con l'avvio delle operazioni contro la Linea Sigfrido. Gli M36  si rivelarono ben presto degli efficaci distruttori di Panzer. Ad esempio, fu proprio un M36 del 776th Tank Destroyer Battalion a distruggere il primo Jagdtiger sul fronte occidentale nelle vicinanze di Rimling, nel gennaio 1945.  Le aspettative riposte nel nuovo semovente non andarono deluse e  una ulteriore commessa di 413 cacciacarri fu affidata alla ALCO (American Locomotive Company). In vista della pressante necessità di disporre di una maggiore quantità di tali mezzi, una volta esauriti gli scafi di M10A1 a scopo di conversione si decise di ricorrere ad altre soluzioni. La prima fu quella di associare la torre dell'M36 a uno scafo di un M4A3 di ultima produzione. L'unica e sostanziale modifica consistette nell'adattamento del layout interno, resosi necessario allo scopo di rendere efficiente lo stivaggio del più ingombrante munizionamento. Il veicolo risultante, prodotto negli ultimi mesi del 1944 in soli centottantasette esemplari sempre dalla Fisher, fu denominato M36B1. Una seconda soluzione, più semplice, prevedette la conversione di alcune centinaia di M10 a partire dalla primavera del 1945 e diede luogo all'M36B2 che però non ricevette il battesimo del fuoco prima del termine della Seconda Guerra Mondiale.

 
 
Figura 5: 90mm Gun Motor Carriage M36   


          Nel dicembre 1944 il Gruppo d'Armate B agli ordini di Walter Model dilagò nelle Ardenne con una forza composta da ben ventiquattro divisioni, dieci delle quali corazzate. Tra le unità americane maggiormente coinvolte dalle prime fasi dell'offensiva vi erano due divisioni di fanteria, la 28th, già posta a riposo in un settore ritenuto più tranquillo in seguito al logoramento sopportato durante la battaglia della Foresta di Hurtgen e la 106th, ancora priva dell'esperienza necessaria a reggere un urto dalle proporzioni così massicce. I battaglioni cacciacarri aggregati alle due divisioni americane, essenzialmente costituiti da cannoni trainati furono inevitabilmente travolti secondo un copione già visto. I corazzati e i fanti tedeschi ebbero facilmente ragione degli artiglieri americani, i cannoni anticarro si rivelarono quali immobili prede destinate ad immolarsi a fronte di scarse possibilità di successo. Nella neve e nel fango delle Ardenne, gli equipaggi dei semoventi seppero invece scrivere pagine gloriose. Attorno ad una Bastogne assediata, gli M18 del 705th Tank Destroyer Battalion fornirono per molti giorni l'unico prezioso supporto controcarro alle ''Aquile Urlanti'' della 101st Airborne Division. Gli M10 del 644th  distrussero diciannove panzer e due cannoni semoventi nelle vicinanze della cresta di Elsenborn, sfruttando un terreno ondulato e boscoso favorevole alla conduzione di agguati improvvisi. La battaglia delle Ardenne doveva però consacrare il ruolo rivestito dall'M36 quale migliore semovente cacciacarri a disposizione degli americani. Valga quale esempio quello del 703rd Tank Destroyer Battalion, tra le prime unità a ricevere gli M36 in sostituzione degli M10. Posto quale riserva mobile nel settore della 1st Infantry Division, il battaglione respinse ogni attacco corazzato tedesco, fino al giorno di Natale, contribuendo in maniera decisiva alla resistenza e al capovolgimento della situazione. Fu un mirabile esempio di applicazione dei principi emersi dalla revisione della dottrina cacciacarri. Al termine del conflitto, il 703rd potè vantare la distruzione di novanta corazzati germanici. Dopo il fallimento della controffensiva nelle Ardenne, i tedeschi non riuscirono a ricomporre e schierare forze corazzate di qualche importanza sul fronte occidentale. Nel marzo 1945, i tedeschi potevano opporre agli Alleati occidentali poco meno di cinquecento corazzati tra carri e semoventi. L'approssimarsi della fine delle ostilità indusse quindi i comandi a impiegare i battaglioni cacciacarri in appoggio alle operazioni condotte da unità di livello superiore: non si verificò mai più alcuna occasione di vedere i battaglioni all'opera secondo i dettami sanciti dalla dottrina.

          Contrariamente a quanto avvenne in Africa Settentrionale, in Italia e in Europa, nel teatro bellico del Pacifico non si avvertì l'urgenza di disporre di un grande numero di battaglioni Tank Destroyer. Le cause principali di tale atteggiamento vanno ricercate nella limitata portata della minaccia rappresentata dai corazzati giapponesi e nella potenziale vulnerabilità dei veicoli agli attacchi ravvicinati portati dalla fanteria del Tenno. Soprattutto quest'ultima considerazione, fece sì che i cacciacarri fossero utilizzati a stretto contatto con la fanteria, dalla quale ricevevano protezione e alla quale fornivano appoggio di fuoco. Gli M10 furono impiegati per la prima volta nel teatro del Pacifico a Kwajalein all'inizio del 1944 ma in sostituzione dei carri del 767th Tank Battalion. L'819th Tank Destroyer Battalion può invece essere considerato il primo battaglione utilizzato nel proprio specifico ruolo contro l'esercito nipponico. L'unità prese parte ai combattimenti avvenuti nelle Isole Palau nel giugno 1944. La presenza più massiccia di battaglioni cacciacarri nel Pacifico si ebbe nel corso della campagna delle Filippine, in particolare a Luzon e più tardi a Leyte. 



Conclusioni


          Nel corso della Seconda Guerra Mondiale furono costituiti centosei battaglioni cacciacarri. Di questi, solo settantatre erano attivi all'inizio del 1945. La versatilità dimostrata sul terreno di battaglia, la capacità di rivestire una pluralità di ruoli secondari rispetto alla funzione primaria, quella di distruggere i corazzati nemici, non fu sufficiente a mutare il destino dei cacciacarri, ormai segnato. I Tank Destroyer Battalions non sopravvissero così alla guerra: il 10 novembre 1945, il Tank Destroyer Center (che dal febbraio 1942 fu trasferito a Fort Hood) chiuse i battenti. Sarebbe comunque ingiusto liquidare questa esperienza senza prima aver tentato di analizzare con sufficiente attenzione i pregi e i difetti posti alla base della dottrina cacciacarri nonchè l'effettivo comportamento delle unità sul campo, sovente coronato da successi. L'esame  può essere condotto ripercorrendo rapidamente le tappe evolutive della visione e della filosofia che hanno ispirato la creazione della Tank Destroyer Force. Il Generale McNair fu certamente il principale interprete di una rivoluzione tattica. Il tentativo di spogliare le divisioni delle proprie forze anticarro allo scopo di costituire una nuova arma o specialità specificatamente dedicata alla distruzione delle forze corazzate avversarie, rappresentò un'innovazione dirompente rispetto al passato. McNair prese le mosse da un'impostazione focalizzata su difese controcarro essenzialmente statiche, ne rovesciò il concetto e diffuse l'idea secondo la quale l'atteggiamento nei confronti dei corazzati nemici doveva essere più aggressivo, in altri termini spiccatamente offensivo. Ma, anche una valida strategia può mostrare la corda se non è assecondata e supportata da risorse e mezzi idonei a raggiungerne gli obiettivi. Le esercitazioni condotte in Louisiana e in Carolina evidenziarono fin da subito i limiti dei reparti trainati. La dottrina che emerse risentì immediatamente delle percezioni maturate nei vertici dell'US Army che si attendevano un crescente utilizzo di imponenti masse corazzate da parte della Germania nel corso del conflitto. La teoria finì così per scontrarsi con la realtà su due piani distinti: da un lato, con la prosecuzione della guerra venne meno la certezza di dover affrontare ingenti quantitativi di carri armati nemici, dall'altro si colse in ritardo l'opportunità di sviluppare nuovi strumenti anticarro alternativi ai cannoni. Questi ultimi non sarebbero stati in grado di interpretare con efficacia i nuovi principi: l'uso dei cannoni rispondeva a una logica difensiva antiquata e precedente al conflitto in corso.
 
          La tecnologia, e con essa la progettazione di nuovi sistemi d'arma, avrebbe in seguito contribuito ad affinare la dottrina e a renderne possibile la piena applicazione. Si pensi ad esempio alle qualità di un semovente quale l'M18, che all'epoca della nascita della Tank Destroyer Force era ancora di là da venire. La discrasia tra pensiero e azione recò con sè altri inconvenienti. All'epoca del debutto di cacciacarri comunque validi come l'M10 e l'M18, i tedeschi avevano già sviluppato dei corazzati più letali e maggiormente protetti di quelli esistenti al momento dell'elaborazione della dottrina Tank Destroyer.  Inoltre, all'accresciuta qualità dei corazzati si associò un mutamento nelle tattiche di combattimento tedesche. Questo cambiamento fu dovuto a vari fattori: spiccano tra di essi la perdita dell'iniziativa strategica dopo il 1943 e il predominio raggiunto dagli Alleati nei cieli. La maggiore corazzatura dei panzer di ultima generazione costò il sacrificio della mobilità, una dote che i progettisti dei cacciacarri americani considerarono invece cruciale. Nella battaglia delle Ardenne si può collocare il punto più alto dell'esperienza Tank Destroyer. Fu in quel momento che i principi della dottrina, rivisti, riformulati e assimilati dalle unità combattenti anche a duro prezzo, vennero messi in pratica con risultati eccellenti, grazie anche all'impiego di mezzi finalmente all'altezza delle aspettative: più di trecento carri armati tedeschi caddero vittima dei cacciacarri americani. Fu sempre in quel frangente che si prese atto del necessario accantonamento dei cannoni da 3 inch. Entro il gennaio 1945 si iniziò la definitiva conversione dei rimanenti battaglioni trainati in semoventi. Nel successivo mese di maggio, rimanevano attivi in Europa solo quattro battaglioni trainati mentre tra quelli semoventi, tredici erano equipaggiati con M18, ventotto con M36 (talvolta in combinazione con gli M10). La nascita dell'M36 concorse a recuperare il divario con le bocche da fuoco tedesche ma fu tardiva. In principio, gli M36 andarono a rimpolpare i ranghi dei reparti dotati di M10 in ragione di una compagnia per battaglione. Successivamente e con l'incremento della produzione, fu possibile armare interi battaglioni con il nuovo potente cacciacarri. 

          In definitiva, nonostante i successi registrati tra non poche difficoltà, i responsabili dell'esercito statunitense giudicarono negativamente la nuova arma e il concetto che ne era a fondamento. Non furono rari i casi nei quali i comandanti delle divisioni di fanteria, interrogati sulla qualità delle performances prodotte dalle unità cacciacarri aggregate alle proprie formazioni, espressero rilevanti perplessità. Essi avrebbero infatti preferito poter contare sul supporto dei carri armati. Sciolta la Tank Destroyer Force, fu raccomandato per il futuro l'inserimento di almeno un reggimento carri nell'organico di ciascuna divisione di fanteria.

 
 
 
Figura 6: 90mm Gun Motor Carriage M36B1



Appendice: Una rassegna dei battaglioni cacciacarri statunitensi nella Seconda Guerra Mondiale


          A completamento dell'articolo, si è ritenuto opportuno dare spazio ad alcuni cenni storici riguardanti i più importanti Tank Destroyer Battalions costituiti e impiegati nella Seconda Guerra Mondiale. La cifra di duecentoventi battaglioni cacciacarri, iniziale obiettivo del War Department, non fu mai raggiunta.  La numerazione dei battaglioni risale al 1941, epoca della loro conversione da unità divisionali anticarro a formazioni cacciacarri vere e proprie. Secondo alcune fonti (anche se le informazioni da esse riportate sarebbero da verificare), i singoli battaglioni provenienti dalle divisioni di fanteria ricevettero un numero progressivo compreso tra 601 e 692, quelli estrapolati dalle divisioni corazzate tra 701 e 776, quelli originariamente appartenenti all'arma dell'artiglieria tra 801 e 899. 


 
 
                                                                            


601st Tank Destroyer Battalion

   
       Trasse la propria origine dal Provisional Antitank Battalion della 1st Infantry Division. Costituito il 15 dicembre 1941, prese parte all'Operazione Torch, ai combattimenti al passo di Kasserine e di El Guettar. Terminate le operazioni sul suolo Nordafricano ottenne gli M10 in sostituzione degli M3. Sbarcò a Salerno il 9 settembre 1943 e fece ingresso a Roma nel giugno 1944. Aggregato alla 3rd Infantry Division, partecipò nell'agosto immediatamente successivo all'Operazione Anvil, lo sbarco in Provenza. Riequipaggiato con gli M36 nel gennaio 1945, contribuì nei mesi successivi alla conquista di Norimberga. Al termine del conflitto entrò a Berchtesgaden.

602nd Tank Destroyer Battalion 

          Già Provisional Antitank Battalion della 2nd Infantry Division, fu anch'esso costituito il 15 dicembre 1941. Rimase per lungo tempo in patria e fu equipaggiato con gli M10 ma prima di giungere sulla Mosella nel 1944, quando ebbe il battesimo del fuoco, fu dotato di M18. Affrontò i tedeschi nelle Ardenne prima di oltrepassare il fiume Reno, nel marzo 1945.

603rd Tank Destroyer Battalion

          Costituito il 15 dicembre 1941 a Fort Lewis (Washington), venne inviato in Francia nel luglio 1944. Partecipò all'Operazione Cobra. Assegnato alle dipendenze della 6th Armored Division fino al termine delle ostilità. Tra i battaglioni cacciacarri equipaggiati con M18, il 603rd può considerarsi come quello che ha distrutto il maggior numero di corazzati tedeschi: ben centoquindici vittorie.

605th Tank Destroyer Battalion

          Fu costituito il 16 dicembre 1941. Equipaggiato di cannoni da 3 inch, venne assegnato alla 102nd Infantry Division nel febbraio 1945 in vista dell'assalto al Roer. Più tardi operò nella zona di Remagen e successivamente fu destinato ad appoggiare i britannici in Belgio. Nel marzo 1945 ricevette gli M10 in cambio dei cannoni trainati. 

606th Tank Destroyer Battalion

        
Battaglione semoventi, rimase in patria per tutta la durata della guerra. Fu sciolto il 28 febbraio 1945. 

607th Tank Destroyer Battalion

       
Costituito il 15 dicembre 1941 a Fort Ord (California). Già dotato di cannoni da 3 inch, ricevette i semoventi M36 dopo aver combattuto a Cherbourg, attorno a Falaise e sulla Mosella. Dislocato nelle Ardenne nel gennaio 1945, raggiunse il confine cecoslovacco ad aprile. 

609th Tank Destroyer Battalion

         
Fu costituito il 15 dicembre 1941 a Fort Bragg (North Carolina). Prima di essere assegnato alle dipendenze della 10th Armored Division, i suoi M18 vennero utilizzati nel ruolo di artiglieria semovente. Si battè nelle Ardenne nel gennaio del 1945 e contribuì alla conquista di Treviri in marzo. 

610th Tank Destroyer Battalion

          Data e luogo di costituzione: 11 aprile 1942, Camp Barkeley (Texas). Battaglione trainato, ottenne i semoventi M36 nell'ottobre 1944. Nel successivo mese di novembre combattè sulla Saar, a dicembre fu trasferito nelle Ardenne e in seguito giunse nei pressi di Monaco di Baviera alla vigilia della resa tedesca.

611th Tank Destroyer Battalion

         
Battaglione equipaggiato con cannoni da 3 inch, non fu mai impiegato oltreoceano. Fu sciolto il 20 febbraio 1945.

612th Tank Destroyer Battalion

          Costituito il 25 giugno 1942 a Camp Swift (Texas) come battaglione trainato. Dotato di cannoni da 3 inch, supportò la 2nd Infantry Division in Normandia. Partecipò alle operazioni contro le fortificazioni della Linea Sigfrido e poi ai combattimenti nelle Ardenne prima di ricevere in sostituzione dei propri cannoni i semoventi M18. 

614th Tank Destroyer Battalion

         
Costituito il 25 giugno 1942 a Camp Carson (Colorado) con personale interamente di colore. Equipaggiato con cannoni da 3 inch non fu mai convertito in battaglione semoventi. Assegnato alla 95th Infantry Division passò poi alle dipendenze della 103th Infantry Division. Fino al marzo 1945, operò sulla Linea Sigfrido. 

627th Tank Destroyer Battalion

          
Di stanza nelle Hawaii a partire dal 1942, non raggiunse mai alcuna zona di operazioni. Battaglione semoventi, fu sciolto il 20 febbraio 1945.

628th Tank Destroyer Battalion

          Nacque il 15 dicembre 1941 dal Provisional Antitank Battalion della 28th Infantry Division. Agì inizialmente in appoggio alla 5th Armored Division nella zona di Périers (Agosto 1944). Fece parte delle unità che liberarono il Lussemburgo. Nel novembre 1944 ricevette i semoventi M36 con i quali affrontò le battaglie della foresta di Hurtgen e delle Ardenne.

629th Tank Destroyer Battalion

         
Costituito il 15 dicembre 1941 a Fort Meade (Maryland). Giunse in Europa il 2 luglio 1944 con i propri M10 che verranno inizialmente utilizzati quale artiglieria semovente nei pressi di Caumont. Nei primi giorni di agosto, passò alle dipendenze della 30th Infantry Division, unità con la quale dovette fronteggiare il contrattacco tedesco nella zona di Mortain. Il 29 agosto 1945 partecipò alla parata del Quinto Corpo Usa lungo i Campi Elisi a Parigi.  Dopo aver affrontato i tedeschi nelle Ardenne, superò il Reno a Remagen. Ricevuti gli M36 in sostituzione degli M10 si diresse verso la Baviera, raggiungendo l'Isar al termine del conflitto.

630th Tank Destroyer Battalion

           Fu costituito il 15 dicembre 1941 a Fort Jackson (South Carolina). Entrò in linea nelle vicinanze di Colombières nel luglio del 1944. Giunse in Lussemburgo assieme alla 28th Infantry Division, combattè nella foresta di Hurtgen e nelle Ardenne. Nella primavera del 1945 cedette i suoi cannoni e fu convertito in battaglione semoventi. Gli M36 del 630th furono impegnati nell'eliminazione della ''sacca della Ruhr''.

631st Tank Destroyer Battalion

          Battaglione trainato, fu costituito il 15 dicembre 1941 a Camp Blanding (Florida). Inquadrato nella Terza Armata Usa, svolse principalmente compiti di retroguardia in Francia, Lussemburgo e Germania. 

632nd Tank Destroyer Battalion

           Fu costituito con aliquote del personale della 32nd Infantry Division il 3 dicembre 1941. Aggregato all'unità da cui ebbe origine, combattè in Nuova Guinea e nelle Filippine. Equipaggiato con semoventi M10.

633rd Tank Destroyer Battalion

          Costituito il 16 dicembre 1941 a Camp Forrest (Tennessee). Arrivò al fronte pochi giorni  prima della conclusione della guerra, appena in tempo per appoggiare l'avanzata della 16th Armored Division in direzione di Pilsen. Equipaggiato con semoventi M18.

634th Tank Destroyer Battalion

           Dotato di semoventi M10, fu costituito il 16 dicembre 1941 a Camp Claiborne (Louisiana). Il 10 luglio 1944 fu impegnato nei pressi di Carentan. Respinse gli attacchi dei corazzati tedeschi a Mortain. Attraversò il Reno a Remagen il 15 marzo 1945.

635th Tank Destroyer Battalion

            Nacque dalla trasformazione del Provisional Antitank Battalion della 35th Infantry Division, avvenuta il 15 dicembre 1941 a Camp Robertson (Arkansas). Sbarcò sulla spiaggia Omaha l'8 giugno 1944, in qualità di battaglione cacciacarri della 1st Infantry Division in Normandia. Operò in seguito nel settore di Aachen. Ceduti i propri cannoni, ottenne i semoventi M10. Nel 1945 sostenne la puntata offensiva in direzione di Colonia. Aggregato in seguito alla 71st Infantry Division, unità con la quale rimase fino a guerra conclusa. 

636th Tank Destroyer Battalion

           Fu costituito il 15 dicembre 1941 a Camp Bowie (Texas). Giunse a Orano il 13 aprile 1943. Sbarcato a Paestum  nel settembre dello stesso anno, svolse compiti di artiglieria semovente. Appoggiò numerose operazioni rivolte al superamento della Linea Gustav: nel febbraio del 1944 si trovò ad operare nel settore di Cassino. Tre mesi dopo fu spostato ad Anzio, quattro mesi dopo i suoi M10 entrarono a Roma. Partecipò allo sbarco in Provenza nell'agosto 1944. Alla fine della guerra giunse in Baviera equipaggiato con semoventi M36.

637th Tank Destroyer Battalion

          Primo battaglione di semoventi M18 ad essere dislocato nel teatro bellico del Pacifico, raggiunse Espiritu Santo (Nuove Ebridi) nel luglio 1944. Sei mesi dopo prese parte alle operazioni nelle Filippine. Si distinse nella battaglia per Manila, ricevendo quale riconoscimento del proprio valore, la Presidential Unit Citation.

638th Tank Destroyer Battalion

          Costituito il 15 dicembre 1941 a Camp Shelby (Mississippi). Equipaggiato con M18 fu impiegato sulla linea Sigfrido, nelle Ardenne e nell'avanzata verso il Reno.

640th Tank Destroyer Battalion

          Dislocato nel Pacifico meridionale. Gli M10 del 640th combatterono a Luzon, nelle Filippine. 

643rd Tank Destroyer Battalion

          Ebbe origine dal Provisional Antitank Battalion della 43rd Infantry Division. Battaglione trainato, si battè a Manhay nelle Ardenne. Riarmato con i semoventi M18 a soli due mesi dalla fine del conflitto.

644th Tank Destroyer Battalion

          Fu costituto il 15 dicembre 1941 a Fort Dix (New Jersey), convertendo il 44th Provisional Antitank Battalion. Dotato di M10, prese parte allo sfondamento delle difese tedesche in Bretagna. Dopo essere stato impegnato nelle Ardenne, passò il fiume Reno presso Remagen per poi dirigersi verso Nord in appoggio alla 82nd Airborne Division, giungendo fino a Schwerin.

645th Tank Destroyer Battalion

          Prese parte all'Operazione Avalanche, prendendo terra nelle vicinanze di Paestum il 9 settembre 1943. Dopo lo sfondamento di Anzio viene ritirato dal fronte italiano per essere impiegato in Francia meridionale. Contrastò l'operazione tedesca  Nordwind nel gennaio 1945 , mese in cui acquisì i semoventi M36 in sostituzione degli M10. Attraversò il Reno presso Worms il 25 marzo 1945. Conquistò Norimberga e fece il proprio ingresso in Monaco di Baviera alla vigilia della cessazione delle ostilità.

648th Tank Destroyer Battalion

          Costituito il 6 marzo 1943 a Camp Bowie (Texas). Rimase un battaglione trainato fino all'aprile 1945, quando ebbe in carico semoventi M18. Entrò in linea presso Luneville, in Francia, nel febbraio del 1945. 

652nd Tank Destroyer Battalion

          Battaglione equipaggiato con semoventi, non lasciò mai gli Stati Uniti.

654th Tank Destroyer Battalion

          La costituzione di questo battaglione avvenne a Fort Benning (Georgia), il 15 dicembre 1941. gli M10 del 654th si batterono a Mortain; in Francia l'unità avanzò in direzione di Nancy. Dopo la battaglia delle Ardenne fu riequipaggiato con M36. Partecipò all'offensiva sul Roer e superò il Reno nel marzo 1945.

656th Tank Destroyer Battalion

          Fu costituito il 3 aprile 1943 a Camp Bowie (Texas). Giunto in Inghilterra alla fine del 1944, entrò in linea solo nel febbraio 1945, nei pressi di Friesenrath, in Germania. Superò il Reno a Remagen prima di ricevere gli M36 in sostituzione dei propri M18. Il 6 maggio 1945, penetrò in Cecoslovacchia.

661st Tank Destroyer Battalion

          Gli M18 del 661st furono impegnati per la prima volta sul campo di battaglia nel febbraio 1945, in Belgio. L'ultimo combattimento del battaglione ebbe invece luogo a Lipsia, il 17 aprile 1945. 

670th Tank Destroyer Battalion

           Battaglione semovente dotato di M18, concluse la propria esistenza nelle Hawaii prima di poter essere impiegato in combattimento.

671st Tank Destroyer Battalion

           Equipaggiato con semoventi cacciacarri M18, giunse nelle Filippine nel luglio 1945. Sostenne un limitatissimo numero di combattimenti.

679th Tank Destroyer Battalion

           Costituito a Camp Hood (Texas), in data 26 giugno 1943. con personale di colore. Battaglione trainato, ebbe modo di battersi presso La Spezia nell'aprile 1945. Un mese dopo avanzò in direzione di Genova, aggregato alla 92nd Infantry Division.

691st Tank Destroyer Battalion

           Costituito il 15 dicembre 1941 a Fort Bliss (Texas). Equipaggiato con cannoni da 3 inch, si battè per la prima volta in Lorena nel settembre 1944. Durante la battaglia delle Ardenne fu posto alle dipendenze della 6th Armored Division. successivamente fu aggregato alla 87th Infantry Division. Spostato sul fronte della Saar nel febbraio 1945, poco tempo dopo fu oggetto di una graduale conversione in battaglione semoventi, ricevendo un quantitativo di M36 sufficiente ad equipaggiare almeno una delle tre compagnie cacciacarri.

692nd Tank Destroyer Battalion

            Data e luogo di costituzione: 10 aprile 1942, Camp Gordon (Georgia). Battaglione trainato. Debuttò nella Seconda Guerra Mondiale in Belgio, nell'ottobre 1944. A novembre si battè presso Stolberg. Fu trasformato in battaglione semoventi nel febbraio 1945. Contribuì alla presa di Colonia e di Furth prima di raggiungere Monaco.


 
                                                                                     
 


701st Tank Destroyer Battalion

             Fu costituito il 15 dicembre 1941 a Fort Knox (Kentucky) con aliquote del personale della 1st Armored Division. Operò in Tunisia a El Guettar, Sidi Bou Zid e Sbeitla. In Italia entrò in linea nel settore di Pignataro e rimase sul fronte di Cassino fino al febbraio 1944 quando fu destinato alla ''testa di ponte'' di Anzio. Entrato a Roma, risalì la penisola fino a Verona, località in cui giunse il 26 aprile 1945. Servì alle dipendenze delle seguenti unità statunitensi: 1st Armored Division, 1st, 3rd, 9th, 34th, 45th, 88th, 92nd Infantry Division e 10th Mountain Division. Nel corso della campagna d'Italia ebbe anche occasione di supportare la 78th British Infantry Division e il Corpo di Spedizione Brasiliano. Equipaggiato con semoventi M10.

702nd Tank Destroyer Battalion

             Già dotato di M18, prima di sbarcare sulla spiaggia Omaha ricevette gli M10. Aggregato alla 2nd Armored Division durante l'Operazione Cobra. Nel novembre 1944, ormai in territorio tedesco, ricevette gli M36 in luogo degli M10. L'impiego in zona d'operazioni del 702nd ebbe termine a Magdeburgo. Rimase sempre alle dipendenze della 2nd Armored Division.

703rd Tank Destroyer Battalion

             Fu costituito il 15 dicembre 1941 a Camp Polk (Louisiana). Operativo durante l'Operazione Cobra. Raggiunse Eschweiler, sulla Linea Sigfrido, il 12 settembre 1944. Posto alle dipendenze della 3rd Armored Division per tutta la durata della guerra in Europa eccetto che nelle Ardenne, ove servì sotto il comando della 1st Infantry Division. Equipaggiato con M10, poi con M36.

704th Tank Destroyer Battalion

             Fu tra i primi battaglioni cacciacarri ad essere armato con semoventi M18 ed ebbe il battesimo del fuoco nel luglio del 1944, al servizio della 4th Armored Division. Costituito il 15 dicembre 1941 a Camp Pine (New York), terminò la guerra in Cecoslovacchia il 6 maggio 1945.

705th Tank Destroyer Battalion

             Fu costituito il 15 dicembre 1941 a Fort Knox (Kentucky). Il 18 luglio 1944 sbarcò sulle coste della Normandia, per essere immediatamente impegnato nell'Operazione Cobra. A Bastogne si ricoprì di gloria guadagnandosi la Presidential Unit Citation. Dal febbraio 1945 alla cessazione delle ostilità, il battaglione servì alle dipendenze della 11th Armored Division. Equipaggiato con semoventi M18.

771st Tank Destroyer Battalion

             Operò a partire dal mese di novembre 1944 assieme alla 102nd Infantry Division, contro le postazioni della Linea Sigfrido. Nel gennaio 1945 ricevette gli M36 in sostituzione degli M10. Raggiunse la linea del fiume Elba il 14 aprile 1945.

772nd Tank Destroyer Battalion

              Originariamente provvisto di cannoni anticarro da 3 inch, ottenne i semoventi M36 solamente nel marzo 1945. Nel corso della propria carriera operativa supportò unicamente divisioni di fanteria. Combattè nelle Ardenne e successivamente fu spostato nel settore della 7a Armata Usa, schierata lungo il corso meridionale del Reno.

773rd Tank Destroyer Battalion

              Arrivò al fronte equipaggiato con semoventi M10 nell'agosto 1944. Fu immediatamente impiegato nella zona di Falaise e prese parte alla liberazione di Metz nel mese di novembre. Da Coblenza raggiunse Oppenheim, per poi passare sull'altra sponda del Reno. Prima di entrare in Cecoslovacchia, diede il proprio contributo alla conquista di importanti città tedesche come Darmstadt e Francoforte. Ricevette un piccolo quantitativo di M36 poco prima del termine delle operazioni.

774th Tank Destroyer Battalion

             Battaglione trainato impiegato per la prima volta nel settore di Argentan. Assegnato alle dipendenze della 7th Armored Division si spinse in Lorena. Dopo i combattimenti nelle Ardenne fu trasformato in battaglione semoventi e riequipaggiato con M36.

776th Tank Destroyer Battalion

            Dopo il debutto in Tunisia, fu impiegato in Italia. Sbarcò nella zona di Capaccio Scalo, nel Salernitano, il 19 settembre 1943. Oltrepassato il Volturno, combattè nel settore di Cassino. Trasferito in Francia meridionale nell'autunno 1944, ove ricevette semoventi M36 in sostituzione dei propri M10, appoggiò l'avanzata della 2a Divisione Corazzata Francese verso Strasburgo. Respinti i tedeschi presso Rimling nel gennaio 1945, si accinse ad attraversare il Reno nelle vicinanze di Worms. Alla fine della guerra il battaglione aveva raggiunto Ehrwald in Austria.


 
 
                                                                            


801st Tank Destroyer Battalion

                Battaglione trainato posto a supporto della 4th Infantry Division dal giugno al novembre 1944. Dopo aver affrontato i panzer nelle Ardenne, fu destinato al settore di Aachen. Superato il Reno presso Wessel, venne successivamente inviato sulle montagne dell'Harz, in Austria. Nell'imminenza della fine del conflitto venne riequipaggiato con semoventi M18. 

802 Tank Destroyer Battalion 

               Battaglione trainato, ebbe il proprio battesimo del fuoco a Carentan, il 4 luglio 1944. Seguì l'83rd Infantry Division, in Bretagna, in Lussemburgo e nelle Ardenne. Nel gennaio 1945 fu assegnato alle dipendenze della 80th Infantry Division e poco dopo passò sotto il comando della 95th Infantry Division, assieme alla quale contribuì alla riduzione della ''sacca della Ruhr'' dopo essere stato riequipaggiato con semoventi M36.

803rd Tank Destroyer Battalion

               L'803rd sbarcò i propri M10 sulla spiaggia Utah, in Normandia, il 13 giugno 1944. Attraversate Francia, Belgio e Olanda, nel settembre 1944 giunge a ridosso della Linea Sigfrido. Trasferito a nord di Aachen, viene in seguito dislocato nelle Ardenne. Ottenuti i semoventi M36, varcò il Reno nei pressi di Oppenheim il 23 marzo 1945. La carriera operativa del battaglione si concluse dopo una lunga cavalcata in Cecoslovacchia.

804th Tank Destroyer Battalion  

                Sbarcato a Orano, fu inizialmente utilizzato per l'addestramento di personale francese in Africa Settentrionale. Il 9 marzo 1944 venne schierato sul Garigliano. L'avanzata del battaglione continuò lungo le direttrici d'avanzata della Quinta Armata Usa: Roma, Livorno, la Linea Gotica, la Pianura Padana, per terminare al Brennero il 5 maggio  1945. Impiegato esclusivamente nella Campagna d'Italia ed equipaggiato con semoventi M10, appoggiò le seguenti unità americane: 34th, 85th, 88th e 91st Infantry Division

805th Tank Destroyer Battalion

                Giunto ad Algeri il 17 gennaio 1943, venne impiegato al Passo di Kasserine. Condusse in gran parte missioni di artiglieria e fu raramente impiegato nel ruolo cacciacarri. Fu inviato sul fronte di Anzio, nel marzo 1944. Assegnato alle dipendenze della 34th Infantry Division, operò con essa sul fianco sinistro del Gruppo di Combattimento Legnano, unità italiana cobelligerante, nel quadro delle operazioni per la liberazione di Bologna nell'aprile 1945. Raggiunse il Brennero insieme alla 91st Infantry Division. Già battaglione trainato, dotato di semoventi M3 in Tunisia fu quindi equipaggiato con cacciacarri M18 nell'estate del 1944.

806th Tank Destroyer Battalion

               Battaglione dotato di M10, giunse tardi nel teatro bellico del Pacifico. Non sostenne alcun combattimento. Al termine del conflitto si trovava nelle Isole Filippine.

807th Tank Destroyer Battalion

               Costituito nel marzo 1942 a Camp Cooke (California), giunse in Francia nel settembre  del 1944 per essere impiegato poco tempo dopo nel settore di Metz. Superato il Reno nel marzo 1945, ottenne i semoventi M18 in sostituzione dei propri cannoni anticarro. Nel maggio 1945 aveva raggiunto l'Austria.

808th Tank Destroyer Battalion

                Costituito il 27 marzo 1942 a Camp Joseph T. Robinson (Arkansas), fu organizzato quale battaglione trainato nel maggio 1943. Assegnato alle dipendenze tattiche della 80th Infantry Division dal settembre al dicembre 1944, fu convertito in battaglione semovente agli inizi del 1945. Ricevuti i semoventi M36, ebbe modo di supportare le operazioni della 76th Infantry Division e, nell'ultimo mese di guerra in Europa, della 65th Infantry Division

809th Tank Destroyer Battalion

                  Giunse al fronte il 20 gennaio 1945, in appoggio alla 8th Armored Division. Equipaggiato con M18, partecipò alle operazioni condotte nella Ruhr. Ottenuti i semoventi M36, concluse la guerra nelle montagne dell'Harz.

811th Tank Destroyer Battalion

                 
Dotato di semoventi M18, ebbe il proprio battesimo del fuoco nel novembre 1944, in Lussemburgo. Impegnato nelle Ardenne, fu frazionato in supporto a differenti unità nel corso dei duri combattimenti. Attraversato il Reno il 30 marzo 1945, rimase aggregato all'80th Infantry Division che seguì fino in Austria.

813th Tank Destroyer Battalion

                  Fu costituito il 15 dicembre 1941 a Fort Bragg (North Carolina). Nel gennaio del 1943 operò in appoggio alle forze statunitensi, britanniche e francesi impegnate in Tunisia. Ricevette i semoventi M10 solo dopo la conclusione delle ostilità in Africa Settentrionale. Due plotoni furono impiegati per breve tempo in Italia. Inviato in Francia nell'estate del 1944, fu la prima unità Alleata ad attraversare la Senna. Nel novembre 1944 entrò a Strasburgo. Subì gravi perdite durante l'Operazione Nordwind nel gennaio 1945: agli M10 si affiancarono quali rimpiazzi alcuni semoventi M18. Riequipaggiato con M36 partecipò alle operazioni condotte contro la ''sacca'' della Ruhr.

814th Tank Destroyer Battalion

                  Eccettuati alcuni brevi periodi, fu sempre assegnato alle dipendenze della 7th Armored Division. Dopo aver combattuto nel settore di Metz, sostituì i propri M10 con i semoventi M36. Fu impiegato nelle Ardenne alla difesa dell'importante nodo stradale di Saint-Vith, passò il Reno a Remagen il 23 marzo 1945. Diretto successivamente verso il fiume Elba, raggiunse la costa del Baltico il 3 maggio 1945.

816th Tank Destroyer Battalion

                  Battaglione equipaggiato con cannoni da 3 inch, non ebbe l'occasione di essere impiegato in operazioni belliche. Fu sciolto il 20 febbraio 1945.

817th Tank Destroyer Battalion

                  Fu costituito il 1 giugno 1942 a Camp Chaffee (Arkansas). Fu l'unico battaglione trainato ad attraversare il Reno in corrispondenza della ''testa di ponte'' di Remagen. Fu convertito in battaglione semoventi a partire dal 26 marzo 1945. Gli M18 dell'817th si spinsero fino al fiume Mulde, dopo aver concorso alla conquista di Halle.

818th Tank Destroyer Battalion 

                  Giunto in Normandia equipaggiato con cannoni anticarro fu immediatamente assegnato alle dipendenze della 5th Infantry Division. Dotato di semoventi M10, combattè nelle Ardenne. Terminò la propria carriera operativa a Kienberg in Cecoslovacchia, poco tempo dopo aver ricevuto i nuovi semoventi M36.

819th Tank Destroyer Battalion


                  Fu il primo battaglione cacciacarri ad essere impiegato nel teatro bellico del Pacifico. Equipaggiato con semoventi M10, venne dislocato nelle Isole Palau nel 1944.

820th Tank Destroyer Battalion

              Battaglione trainato, fu costituito il 25 giugno 1942 a Camp Swift (Texas). Nel dicembre 1944 si trovava nelle Ardenne, aggregato alla 106th Infantry Division. Riequipaggiato con semoventi M18, prese parte alle operazioni nella Ruhr.

821st Tank Destroyer Battalion

    
                Sbarcato sulla spiaggia Omaha il 26 giugno 1944, concorse alla cattura di Saint Lo e Brest. In autunno fu schierato nel settore di Aachen. Ottenuti gli M10 in sostituzione dei propri cannoni da 3 inch, concluse la sua attività operativa sulla linea dell'Elba.

822nd Tank Destroyer Battalion

                    Fece il proprio ingresso in linea solamente nel febbraio del 1945, assegnato alle dipendenze tattiche della 63rd Infantry Division schierata nelle vicinanze di Sarreguemines. Convertito in battaglione semoventi nelle ultime settimane di guerra. Munsterhausen fu l'ultima località occupata dagli M18 del battaglione, il 27 aprile 1945.

823rd Tank Destroyer Battalion

                     I cannoni da 3 inch del battaglione sbarcarono sulla spiaggia Omaha in data 24 giugno 1944. Supportò le operazioni presso Saint Lo e Mortain. Attraversato il Belgio, la formazione fu impiegata lungo la Linea Sigfrido e durante l'accerchiamento di Aachen. Nel novembre 1944 i cannoni anticarro furono rimpiazzati dai semoventi M10. Alla fine del mese di aprile del 1945 il battaglione raggiunse Magdeburgo.

824th Tank Destroyer Battalion

                    Battaglione trainato, sostenne i primi combattimenti presso il saliente di Bitche, in Francia, nel dicembre 1944. Ottenne successivamente i semoventi M18. Nell'aprile 1945, attraversato il Reno, fu impiegato nel settore di Heilbronn. Dopo essersi diretto in Baviera, penetrò in Austria, collaborando alla cattura di Innsbruck.

825th Tank Destroyer Battalion

 
                  Ebbe il proprio battesimo nel fuoco in data 17 dicembre 1944, presso Malmedy (Ardenne). Un mese dopo tornò ad occuparsi di compiti di presidio e sicurezza nelle retrovie. Equipaggiato con cannoni anticarro da 3 inch.

827th Tank Destroyer Battalion

                  Fu costituito il 20 aprile 1942 a Camp Forrest (Tennessee). Battaglione trainato composto da personale di colore, ricevette i semoventi M18 nell'estate del 1944. Dopo aver contribuito all'eliminazione della ''sacca di Colmar'', fu destinato essenzialmente a compiti di retrovia.

893rd Tank Destroyer Battalion

                  L'unità, equipaggiata con M10, debuttò in combattimento a Saint Jean de Daye (Normandia). Avanzò su Parigi il 25 agosto 1944. Schierato in appoggio alla 28th Infantry Division nel corso della disastrosa offensiva su Schmidt (Foresta di Hurtgen). Attraversò il Reno a Remagen nel marzo 1945.

894th Tank Destroyer Battalion

                 Dislocato in Tunisia, ebbe modo  di partecipare alla battaglia del Passo di Kasserine e alla presa di Biserta. Nell'ottobre 1943 venne inviato in Italia: in dicembre fu schierato nei pressi di Pignataro. Trasferito nel settore di Anzio nel gennaio 1945, supportò principalmente unità britanniche. Roma, Pisa e Genova sono alcune delle più importanti città italiane che videro il transito di questo battaglione equipaggiato con semoventi M10. Nel corso della propria carriera operativa, l'894th operò in appoggio alle seguenti unità Alleate: 1st Armored Division, 34th, 45th, 85th e 92nd Infantry Division, 10th Mountain Division (Usa); 1st e 5th Infantry Division britannica, Corpo di Spedizione Francese, Corpo di Spedizione Brasiliano.

899th Tank Destroyer Battalion

                  Giunto a Casablanca il 26 gennaio 1943, ove  ottenne i semoventi M10. In Tunisia fu schierato nella zona compresa tra Gafsa ed El Guettar. Il 10 novembre 1943 sbarcò a Napoli ma fu subito inviato in Gran Bretagna in vista di Overlord. Il 6 giugno 1944 sbarcò sulla spiaggia Utah; in seguito combattè a Cherbourg. Dopo essere stato impiegato nell'Operazione Cobra in estate, a dicembre  parte del battaglione venne inviato nelle Ardenne per fronteggiare l'offensiva tedesca. Nel febbraio 1945 ebbe in carico i nuovi semoventi M36. Impiegato contro la ''sacca'' della Ruhr in aprile, periodo nel quale si congiunse con le forze sovietiche lungo il fiume Mulde.



 
  

Bibliografia e fonti di riferimento      

          
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