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Re: Nakajima Ki 84 in |
Generale di squadra aerea
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Da: Riccione
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Gran bel modello di Hasegawa che si monta ad occhi chiusi, arricchito di tutto quel ben di dio verrà fuori un capolavoro! Per il Nakajima Dark Green l'ideale sarebbe il Modelmaster oramai introvabile, in alternativa basta una miscela di 50% Gunze IJA green e 50% Tamiya XF-51, salvo scoloriture solite. Per gli interni non ti preoccupare, vero è che nel 44 oramai non si usava più l'Aotake per gli interni ma ci sono eccezioni come l'Irving. Lo stesso Robert C. Mikesh nella sua BIBBIA sugli interni dei velivoli nipponici scrive: non abbiamo nessuna informazione! Di fatto metà dei modellisti protende per l'Aotake e l'altra metà per il verde. Mi preoccupano di più i flaps a farfalla, questi non servivano tanto in atterraggio quanto, piuttosto, in manovra per stringere l'angolo di virata. Al parcheggio sono quasi sempre retratti, motivo per cui non erano dipinti: non erano quasi mai esposti agli elementi. Aggiungerei un pilota in cabina che controlla il loro funzionamento o un meccanico che li esamina, tanto per giustificare la lora apertura che, in un velivolo in manutezione ha perfettamente senso. Non mi è chiara la colorazione che intendi riprodurre quindi al momento non so risponderti sulla domanda riguardante il pannello motote. |
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» 14/11/2016 06:29 |
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Re: Nakajima Ki 84 in |
Generale di squadra aerea
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Da: Riccione
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ahhaaa, lo stesso che 20 anni fà volevo fare io, mi si ruppe la decals dell'uccello e ho dovuto passare a fare il 24, peraltro ricordo che ebbi problemi anche con le decals del 24, alla fine buttai le decals e usai le vecchissime Tamiya, non so se la data di produzione della tue decals è la stessa della mia, prova una decals che non ti serve, ricordo un film opaco che assicurava il silvering... Ad ogni modo: terrei chius il motore sul lato sinistro per piazzare almeno lì il numero intero. Le eliche dell'Hayate erano di un verde/blu di difficle codificazione, unico per questo aereo, credo di aver seguito le istruzioni Hasegawa per ricavarlo. Le superfici inferiori dei velivoli di questo reparto erano più probabilmente in metallo naturale piuttosto che in grigio IJA (solo i timoni di manovra erano. come sempre, di tela vernciata in grigio). le due fotine sono solo per darti un'idea, roba di quando ero ancora giovane! |
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» 14/11/2016 10:33 |
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Re: Nakajima Ki 84 in |
Generale di divisione aerea
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Da: Ferrara
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Ciao Paolo! Grazie per le tue info ....sempre puntuali e precise Dunque ricapitolando mi consigli di fare le sup inf natural metal e non grigie?? Non è che rischio di fare una cosa poco credibile?.....tutte le info che ho mi dicono che sotto è grigio (riviste e le stesse istruzioni dell'hasegawa) Orsù dimmi tu.... Ps sarà anche fatto molto tempo fa ma la mano già si vede -- |
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» 14/11/2016 14:55 |
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Re: Nakajima Ki 84 in |
Generale di squadra aerea
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Da: Riccione
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poco credibile non direi proprio, motl hayate avevano il ventre non verniciato, il problema è stabile quali Le foto d'epoca sono sempre troppo scure e di pessima quelità quindi si va solo per ipotesi, come sul verde, chi puà dire che non fosse invece marrone? Ad ogni modo è solo una teoria quella del metallo sotto, alcuni autori pensano che in questa fase della guerra non si andava più tanto per il sottile e le macchine venivano consegnate il prima possibile senza perdere una giornata per verniciarne il ventre, mentre il verde sopra serviva ad essere meno visibili duranti i frequenti mitragliamenti al suolo. La pratica non usare più il grigio sul ventre è bene documentata per i velivoli IJN di questo periodo (Shiden e Shiden Kai), ma sul Ki-84 non mi pare possibile trovare una risposta definitiva, anche io optai pe ril grigio se non altro perchè contrastava coi flaps mettalici! Sul verde delle pale dell'elica ho trovato un riferimento FS 24128, per assimilazione ovviamente, perchè in Giappone non usavano certo lo standard USA per i colori! |
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» 14/11/2016 15:24 |
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Re: Nakajima Ki 84 in |
Generale di squadra aerea
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Da: Riccione
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Ciao Roby, non mi risulta che Tamiya abbia mai inscatolato un Hayate in 72, era Hasegawa forse? Per quanto riguarda le mimetiche giapponesi, uno studio sistemeatico cominciò solo nel 1968 con la pubblicazione dei due volumi di Donald W. Thorpe che ancora si trovano su Amazon a 15 dollari. Uno era sui colori dell'esercito e l'altro su quelli della marina. Mancavano foto e i profili erano realizzati con gli acquarelli! Non esistendo un sistema di codificazione dei colori giapponesi Thorpe se ne inventò uno di sana pianta, questo tuttavia non aveva corrispondenza con FS, BS, RAL o Pantone in quanto non c'erano campioni su cui si potesse fare riferimento. Per tutti gli anni Settanta noi modellisti abbiamo brancolato nel buio, gli Zero di Airfix, Matchbox e Polistil erano bianchi, come nel telefilm BA BA BA Blacksheep, quello della Monogram era verde come i Thunderbolt USAAF! Si pensava che esistesse un MAUVE=Viola per il RUFE e un Blu per gli Hayate e i Sonia! Nei primi anni ottanta Tamiya fà una rivoluzione, usando piccoli frammenti di velivoli WWII mette in commercio i vari IJA e IJN green e gray oltre al misterioso aotake. Cinque anni dopo Gunze fà altrettanto producendo 4 tinte verdi e grige molto simili più un Aotake tendente più al verde che al blu. Sembrava che fossimo arrivati ad un punto. Invece negli anni Novanta la ricerca riparte in Giappone dove vengono pubblicati numerosi libri, i ricercatori giappponesi cominciano a ritrovare e studiare le specifiche tecniche e si scopre che la situazione in Giappone era simile a quella italiana: in pratica ogni produttore di aeroplani aveva un suo fornitore di vernici che creava delle sfumature leggermente diverse una dall'altra. Aeromaster prese la palla a l balzo cominciando a immettere sul mercato almeno una dozzina di tinte mimetiche per aerei giapponesi WWII, tutte contraddistinte dal nome del produttore: Kawasaki, Nakajima, Mitsubishi, etc... Finito con i colori esterni si passo agli interni per scoprire che anche qui ogni casa produttrice faceva a mod suo! Agli inzia del 2000 arriva il primo dei 4 volumi di Mikesh, costui era un dipendente dello Smithsonian e curava i restauro di alcuni aerei giapponesi fra cui l'IRVING. Mikesh fece ricerche puramente su basa scientifica, in pratica rimosse i vari strati di vernice presenti sugli aerei preservati nel museo per arrivare a quello originale che, essendo rimasto sotto per decenni, non appariva usurato come quelli dei relitti trovati in Giappone, Aleutine o nelle isole del Pacifico. Solo che anche l'opera di Mikesh non è completa, anche lui su molti aerei è costrette o scrivere: "non ho trovato riferimenti" il che va bene per un'opera scientifica ma non per un modellista che un qualche colore deve comunque stenderlo... quindi quando non si trovano fonti certe bisogna gioco-forza buttarsi su quella che ci pare l'ipotesi più probabile. |
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» 15/11/2016 06:33 |
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