Come sempre, quando mi trovo a scegliere un modello per una campagna, finisco per selezionare qualcosa di inverosimile, nelle migliori ipotesi di improbabile o comunque difficile.
Per questa campagna ero partito con l'idea di un aereo piuttosto noto, il Ki-46 Dinah (del quale ho 3 kit...) e poi pero', rovistando nel mucchio, sono venuti fuori altri 2 o 3 soggetti decisamente piu' originali.
(Questa cosa comincia a preoccuparmi. Ho perlomeno 35/40 kit che gia' da scatola sono giapponesi, tra cui Tamiya e Fine Molds, roba che si monta da sola, e poi Hasegawa e cosi' via, tra cui 3 Zero e altri aerei fondamentalmente molto documentati e kit piuttosto facili. Ma finisco sempre a provare a costruire robe difficili)
Dicevo, dei 2 o 3 soggetti scelti, partiamo dal primo: il Nakajima J1N, del quale ho un kit 1/72 di Fujimi.
Il Nakajima J1N Il Nakajima J1N (chiamato comunemente Gekko, benche' tale nome fosse dedicato alla versione da caccia notturna, a che si dice) e' stato il tipico prodotto di una specifica troppo pretenziosa, specie per le tecnologie disponibili nel 1938, quando il programma 13-Shi fu lanciato.
Nato come caccia pesante bimotore triposto, con l'obiettivo della Marina Imperiale di avere un caccia a lunga autonomia da usare nel Pacifico, fece rapidamente la fine di altri aerei della WW2 che condividevano gli stessi requisiti. In pratica, infatti, gia' prima dello scoppio della guerra molte forze aeree avevano richiesto un caccia a lunga autonomia e pesantemente armato e molti costruttori avevano affrontato il problema con la progettazione di aerei bimotori pluriposto, piu' che altro perche' le potenze dei motori disponibili erano basse e il carburante necessario molto.
I fallimenti si sono sprecati e, a parte esempi fortunati come il P-38 Lightning, nella maggior parte dei casi tali aerei sono poi stati utilizzati in altri impieghi. (Poi abbiamo pero' casi come il Mosquito che, nato come bombardiere e ricognitore, divenne un eccellente caccia pesante)
Infatti, durante la guerra, le Forze aeree si resero conto che aerei monomotori monoposto ben progettati erano ottimi caccia a lungo raggio e con armamento comunque adeguato, restando piu' piccoli, leggeri, maneggevoli di grossi aerei bimotori, e gli epigoni furono sicuramente aerei come il Mitsubishi Zero e il Mustang.
Tornando al Gekko, nato come J1N (= primo tipo di caccia non imbarcato della marina, disegnato da Nakajima), dopo i tre prototipi, che volano tra il maggio 1941 e il marzo 1942, viene prodotto in pochi esemplari (di preserie?) del modello J1N1.
Il velivolo in questione era molto armato (1x20mm e 2x7.7mm sul muso, due torrette telecomandate da 2x7.7mm sulla gobba, 1x7.7mm ventrale) e risulto' decisamente sottopotenziato a causa del peso, dovuto ai 3 uomini di equipaggio, le numerosi armi ed il carburante per garantire una lunga autonomia.
Pertanto dopo i primi test l'aereo venne rigettato dalla Marina Imperiale, che comunque aveva trovato nello Zero un aereo adeguato alle necessita'.
A quel punto, e siamo a meta' del 1942, si decise di convertire l'aereo all'uso come ricognitore, che alla Marina come ruolo poteva far gola. La cellula sembrava prestarsi bene a tale uso.
E qui cominciano i miei dubbi e la confusione documentale.
(Copyright Bunrindo, qui pubblicata a solo scopo di discussione modellistica)
Il J1N1-R Pare appurato che l'aereo, per l'uso come ricognitore, fu inizialmente dotato di una fotocamera ventrale tipo K8, senza altre modifiche.
Messi in carico alcuni esemplari al Tainan Kokutai (poi 251 Kokutai) e inviati a Rabaul, iniziarono missioni di ricognizione dove pero' in pochi giorni furono abbattuti 2 aerei sui 3 utilizzati. L'aereo continuava ad essere troppo pesante e poco manovriero per difendersi dalla caccia alleata.
Fu quindi deciso di rimuovere tutto, o quasi, l'armamento: via le armi in caccia, via le inutili torrette e relativi meccanismi, via l'arma ventrale, venne solo aggiunta una 7.7 (qualcuno dice 13mm) di difesa posteriore al posto delle torrette (o perlomeno questo e' quanto si capisce, perche' di foto non ne ho trovata nemmeno una). Il tutto ha un senso, dato che un aereo da ricognizione deve giusto garantirsi un minimo di difesa e non puo' portare peso inutile come armi e munizioni a scapito di velocita' e autonomia.
Siamo a uno dei punti cruciali. La letteratura parla di J1N1-R ma anche di J1N1-C, definendoli versioni da ricognizione del Gekko. Questa cosa a me non torna, ed evidentemente non torna nemmeno ai redattori delle belle monografie di Bunrin-do e di Model Art, che parlano solo della prima denominazione (corretta, in quanto il suffisso R definiva il cambio di destinazione a ricognitore non imbarcato, mentre C era per i ricognitori imbarcati!)
Pero' la denominazione J1N1-C viene usata in moltissime pubblicazioni e non e' per niente chiaro quale sarebbe stata la differenza tra -R e -C.
In certi casi, la versione -R viene assimilata ad una ipotetica versione J1N1-F, che viene associata alla sperimentazione di una torretta rotante montata nella parte posteriore dell'abitacolo al posto dell'operatore radio. Anche in questo caso, non e' chiaro perche' questa versione avrebbe dovuto chiamarsi -F, dato che tale codice era riservato agli aerei da osservazione.
Inoltre, della versione da ricognizione sembrano mancare del tutto o quasi le foto.
Infatti, a parte qualche immagine dei prototipi e dei dettagli costruttivi degli stessi, il grosso delle foto (escludendo ovviamente quelle dell'unico esemplare sopravvissuto e attualmente visibile allo Smithsonian) vede ritratti esemplari delle successive versioni da caccia notturna, che furono effettivamente le uniche prodotte in un certo numero.
La mancanza di foto (o meglio, il fatto che io non ne abbia trovate se non pochissime) mi lascia lacune pesanti sull'effettivo utilizzo di questo aereo.
Oltre al Tainan Kokutai, viene indicato il 151 Kokutai come utilizzatore del velivolo in versione ricognitore.
Alla fine del 1942, prodotti solo 26 esemplari, usati quindi esclusivamente come ricognitori, il progetto langue nuovamente. Anche come ricognitore non e' un successo.
(Copyright Bunrindo, qui pubblicata a solo scopo di discussione modellistica)
Il J1N1-S E a questo punto siamo alla terza reincarnazione del J1N, questa volta quella buona, o meglio quella che avra' un certo successo operativo e un certo peso militare: l'aereo diventa un caccia notturno.
Pare che l'idea parta dalla lungimiranza del comandante del 251 Kokutai, Kozono Yasuna, che ipotizza (o copia?) l'uso di armi pesanti montate inclinate per sparare sopra (e sotto) il caccia e colpire non visto i bombardieri nemici: esattamente la stessa idea della Schrage Musik della NachtJagd tedesca (e che si rivelera' vincente, almeno in parte e per un certo periodo).
Alcuni J1N1-R vengono modificati installando 2 coppie di cannoni type 99 da 20 mm inclinati verso l'alto e verso il basso all'interno della gobba dorsale nello spazio che fu del terzo uomo di equipaggio e delle torrette telecomandate.
Non (mi) e' del tutto chiaro se tali modifiche sono fatte a livello di reparto o piuttosto presso un centro di manutenzione (Arsenale di Yokosuka?). Mi aspetterei che modifiche fatte in questi ultimi luoghi siano piu' estese e ben ingegnerizzate rispetto a modifiche sul campo, ma non ho certezze in merito.
Certe fonti riportano che la modifica prevedeva la sola coppia di cannoni sparanti verso l'alto (il che, come vedremo tra poco, avrebbe senso). Certe fonti riportano questa modifica come J1N1-C-KAI, ma tale classificazione, di nuovo, lascia adito a dubbi.
Quello che e' certo e' che tali modifiche e l'uso sperimentale come caccia notturno ebbero subito un immediato successo, dato che il 251 Kokutai in poche notti a partire dal 21 maggio 1943 colleziono' un gran numero di abbattimenti di B-17 e B-24, tra cui i 5 della notte del 15 giugno 43 che fanno di Kudo Shigetoshi un asso della caccia notturna.
(Copyright Bunrindo, qui pubblicata a solo scopo di discussione modellistica)
Il Gekko operativo e in produzione E cosi' arriviamo alla parte piu' facile, e documentata, della storia.
Il successo del caccia notturno Gekko (che a questo punto ha veramente questo nickname) fa si che gli aerei vengano prodotti (e modificati) in versione da caccia notturna, denominata correttamente J1N1-S.
Le modifiche piu' evidenti rispetto alla versione -R sono, oltre all'installazione delle armi oblique, l'aggiunta di un faro nel naso, ora trasparente, l'apertura di una lunga vetratura al di sotto del naso stesso (necessaria per consentire il puntamento verso il basso, altrimenti impossibile dal posto di pilotaggio, il che tornerebbe con l'ipotesi di soli cannoni sparanti verso l'alto in eventuali modifcihe campali di aerei a muso solido), la sostituzione dei pannelli trasparenti della parte posteriore della gobba con pannelli metallici (vetrature che ovviamente non servono piu' dato che il terzo posto non c'e). Piu' ovviamente modifiche interne tra cui il montaggio di due collimatori per sparare verso il basso e verso l'alto.
Successivamente sparira' anche la gobba e la fusoliera dietro la cabina assumera' un forma lineare e indubbiamente piu' elegante e funzionale.
Ulteriori modifiche seguiranno, quali la definitiva rimozione delle armi sparanti verso il basso, la modifica degli scarichi dei motori, non piu' raggruppati in due terminali sopra l'ala ma scarichi singoli sui lati delle cappottature, l'aggiunta, su alcuni esemplari, di un terzo cannone tipo 99 sparante verso l'alto, l'aggiunta di un radar con antenne Yagi sul naso e talvolta sui fianchi (in varie configurazioni di antenne).
La bibliografia indica che la denominazione degli ultimi esemplari sia J1N1-Sa, ma mi rimane oscuro il momento (e le differenze) per l'adozione di tale sigla. Alcune fonti sostengono che sia l'installazione della terza arma obliqua a generare il cambio di sigla, o forse la presenza del radar sulle ultime serie.
Della versione J1N1-S (e -Sa) esistono molte foto d'epoca, che ritraggono svariati esemplari diversi, sia in servizio che abbandonati alla fine della guerra.
Su tale versione, che in effetti e' stata anche prodotta in un numero ragionevole di esemplari (intorno ai 450 dato che il totale prodotto dei J1N dovrebbe essere 477 o 479, secondo le fonti), la copertura documentale e' piuttosto buona ed e' possibile riprodurre uno specifico esemplare con buon grado di certezza.
Anche i dettagli interni sono ben documentati dato che come detto un esemplare delle ultime serie e' stato salvato e restaurato.
Scusate se vi ho tediato con questo lunghissimo panegirico, ma una adeguata introduzione andava fatta.
Arriviamo alla questione: riprodurre un esemplare delle prime serie, cioe' un J1N da ricognizione o uno dei primi modificati per la caccia notturna.
Perche'? diranno i lettori... ma perche' io ho un kit che dovrebbe rappresentare proprio quelli, no?
Il kit Fujimi e le sue incarnazioni
Il Gekko era stato gia' riprodotto, in scala 1/72, da Revell (Japan) nel 1972 con un kit che per i tempi era allo stato dell'arte. Tutt'ora il modello che se ne ricava e' molto buono, a parte qualche semplificazione. Il kit pero' rappresenta solo la versione J1N1-S finale senza gobba.
(Nota: il Gekko in 1/48 e' riprodotto in modo splendido da Tamiya in almeno 3 scatole diverse ricchissime di dettagli anche interni)
Negli anni 90 la Fujimi ha invece prodotto in 1/72 una serie di 3 kits (e varie ristampe e reinscatolamenti) per coprire piu' o meno tutte le varianti del Gekko.
Lo stile e' Fujimi anni 90 appunto, quindi pochi pezzi, bel dettaglio esterno, dettaglio interno scarsissimo, triste, e qualche problema di fitting dei pezzi a causa della scomposizione complicata.
Le 3 scatole coprono, almeno in teoria, grazie a fusoliere diverse, le 3 differenti configurazioni principali e cioe':
1- naso solido e gobba vetrata, per prototipi e versioni J1N1 e J1N1-R (il kit mostrato sopra, che voglio usare nella Campagna)
2- naso vetrato, gobba parzialmente vetrata e cannoni, per le versioni J1N1-S iniziali
3- naso vetrato, niente gobba e cannoni per le versioni J1N1-S finali
Lasciamo da parte le due versioni del kit per i J1N1-S, che comunque sono fondamentalmente corrette, sia come plastiche che come decals, dato che rappresentano per lo piu' soggetti molto fotografati. Qualche soggetto ha un certo grado di fantasia, o meglio di ragionevole ipotesi, perche' fotografato solo in parte, ma piu' o meno mi pare che siano corretti.
(Ovviamente tralascio la questione colori: su di essi pare ci sia da dibattere a lungo).
Torniano al nocciolo della questione: le versioni J1N1 e J1N1-R piu' la conversione del -R a caccia notturno. Qui i dubbi e le lacune si fanno seri.
La scatola Fujimi che li contempla prevede pezzi per costruire 5 diversi esemplari, mostrati sopra, 2 ricognitori e 3 caccia notturni convertiti dai ricognitori (e tutti in carico ai Tainan/251 Kokutai e 151 Kokutai tra il 42 e il 43).
Tutti e 5 hanno il naso solido: domanda: corretto? No. Almeno l'esemplare UI-20 e' rappresentato nei profili, anche di pubblicazioni serie, nella configurazione 2- indicata sopra (cioe' con "naso vetrato"). La sola foto che ho trovato pero' non chiarisce del tutto la cosa.
E gli altri 4 esemplari sono corretti? Si penserebbe di si, dato che sono tutti stati prodotti come -R. Ma quelli convertiti a caccia notturni come facevano a puntare i cannoni inferiori, senza avere alcuna visibilita' verso il basso? Forse i cannoni inferiori non li avevano affatto? o erano stati convertiti anche aprendo finestrature inferiori?
Qualcuno conosce foto degli esemplari 51-13 e 51-20 presenti nelle decals ? Poi: i ricognitori, secondo il foglio istruzioni,
hanno le 2 torrette telecomandate: domanda? e' realistica la cosa? Forse per l'esemplare V-2 puo' essere, dato che dovrebbe essere uno dei primi J1N1 inviati a Rabaul con il Tainan Kokutai (da cui il codice di coda V-) e abbattuti nel 1942.
Ma
per l'esemplare W4-57, in carico al 151 Kokutai, perche' le torrette telecomandate? ragionevolmente quell'aereo doveva essere stato alleggerito di tutto l'armamento e avere solo una brandeggiabile posteriore.
Qualcuno conosce foto dell'esemplare W4-57? e foto di altri esemplari a naso solido, escluse quelle che riguardano i prototipi come il ]-JN-3?
E a questo punto: ma
la conversione dei primi esemplari di J1N1-R a caccia notturno, allora, fu fatta sul campo o da un centro di manutenzione? e quanto furono estese le modifiche? E ancora: ma quale poteva essere il layout degli abitacoli di queste versioni iniziali? Il cruscotto era veramente fatto come quello del kit, che rispecchia, a occhio, le versioni tarde da caccia notturna? (Per dirne una: ha una apertura centrale che si puo spiegare solo col fatto che il pilota doveva poter guardare, attraverso un collimatore, verso la parte bassa del muso: sulle versioni a muso solido non ha senso). Il cruscotto del kit si basa sicuramente su quello dell'unico esemplare salvato (che pero' e' un J1N1-S tardo)
E come era fatto l'abitacolo del terzo uomo, del navigatore, che nel kit e' completamente vuoto? C'e' qualcuno che ha info migliori e che mi sa aiutare per sbloccare la partenza di questo kit?
O magari qualcuno che sa il giapponese e che sa tradurre alcune pagine di ModelArt e Bunrindo che sarebbero probabilmente chiarificatrici?
(Nota, di nuovo: anche le sigle spurie J1N2 e J1N3, usate da certe fonti e anche da Fujimi per i suoi kit credo siano, appunto, fasulle. A sapere il giapponese, una pagina della monografia di Bunrindo sul Gekko parlerebbe appunto di queste, ma io non so il giapponese...) Grazie a tutti per la pazienza e per ogni suggerimento che sara' comunque gradito
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Alessandro ( Matricola M+ = 3315 )