Ho speso diversi anni facendo l'istruttore sui carri M47 e Leopard e, anche se non mi competeva, sul M60.
Per quella che è stata la mia esperienza sia presso gli enti addestrativi che quelli operativi devo dire che in quanto ad abitabilità l'M60 paragonato al Leopard era una discoteca e spesso durante le sessioni di tiro estive si mettevano gli ufficiali più giovani sui Leo e noi più anziani andavamo in "gita" sul 60.
Il servente sul Leo aveva tutto lo spazio che voleva e non doveva chiedere permesso a nessuno per accedere al munizionamento tutto raggiungibile sia se di pronto impiego se in riservetta (forse si sono confusi con la Centauro). Chi era sacrificato davvero era il cannoniere. Questi problemi sul 60 non esistevano. Per quanto riguarda la possibilità di accomodare le dotazioni individuali degli equipaggi, sui Leo 1A1 ed 1A2 non c'era alcun problema di sorta anche se non c'era la possibilità di caricare anche la propria auto come c'era sul 60. Non è che per caso c'è stata confusione con l'1A5 dove davvero non entra uno spillo?
Entrambi i mezzi condividevano lo stesso pezzo, il Vickers L7A3, anche se sui Leo veniva montato un manicotto termico anti distorsione. Il Leo aveva un telemetro ottico ed un cannocchiale coassiale al pezzo per il puntamento da parte del cannoniere ed uno panoramico brandeggiabile a 360° (indipendentemente dalla torre) il 60 un telemetro assistito ad un calcolatore balistico elettro meccanico (elettro sta per elettrico non per elettronico) ed un cannocchiale coassiale a disposizione del cannoniere ed un periscopio a disposizione del capocarro brandeggiabile a 360° assieme alla cupola indipendentemente dalla torre.
Il telemetro sul Leo veniva utilizzato raramente per il tiro e più di frequente per la misurazione dei punti di riferimento (arrivava a collimare sino ad 11 km). Effettuare la taratura del pezzo con il cannocchiale coassiale era questione di pochi minuti ed in esercitazione per far vedere quanto eravamo bravi bastavano una quindicina di colpi tirati fra i 1500 e i 1200m per far fuori i paletti (10 in totale) di sostegno delle 5 sagome che erano dei quadrelli di legno da 5x5cm e farle di fatto sparire. Mi sembra strano che si parli di imprecisione. L'M60 col cannocchiale era molto meno preciso del Leo, ma se si riusciva a tarare il calcolatore balistico (che costava un sacco di tempo e di fatica e, così come per il Leo andava ritarato dopo ogni sessione di tiro) era di una precisione spaventosa.
Sempre per quella che è stata la mia esperienza, per una barra di torsione rotta su di un Leo se ne rompevano ben oltre la decina sui 60.
In diversi anno non ho mai perso un singolo elemento della dotazione del Leo in ogni condizione metereologica o di terreno (anche se non me ne fossi accorto io se ne sarebbe accorto il consegnatario che l'avrebbe addebitato all'equipaggio).
Non avendo ancora letto il libro non so se abbiano fatto anche delle valutazione sull'usabilità dei mezzi in ambito Italia oltre al fuori sagoma del 60. Il problema del Leo è che col tipo di coltivazioni in essere in Italia (mais, girasoli, ecc.), a parte rare eccezioni il Leo era di fatto inutilizzabile in tutta la pianura padana e buona parte del nord-est per i 6 mesi in cui le colture erano in essere (parlo in caso di conflitto reale e non esercitazione) in quanto completamente cieco fuori strada (le ottiche erano più basse della vegetazione) mentre il 60 era molto più gestibile.
Un altro problema dei Leo, ma solo degli OTO, è che sul terreno sassoso scingolavano con relativa facilità.
Ciao
Fabio
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Le infallibilità muoiono, ma non si piegano (G. Garibaldi)
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