Forum : Giappone 2017

Soggetto : Nakajima J1N1-R (Fujimi 1/72) FOTO

 Oberst_Streib :

7/2/2017 23:09
 Come sempre, quando mi trovo a scegliere un modello per una campagna, finisco per selezionare qualcosa di inverosimile, nelle migliori ipotesi di improbabile o comunque difficile.
Per questa campagna ero partito con l'idea di un aereo piuttosto noto, il Ki-46 Dinah (del quale ho 3 kit...) e poi pero', rovistando nel mucchio, sono venuti fuori altri 2 o 3 soggetti decisamente piu' originali.
(Questa cosa comincia a preoccuparmi. Ho perlomeno 35/40 kit che gia' da scatola sono giapponesi, tra cui Tamiya e Fine Molds, roba che si monta da sola, e poi Hasegawa e cosi' via, tra cui 3 Zero e altri aerei fondamentalmente molto documentati e kit piuttosto facili. Ma finisco sempre a provare a costruire robe difficili)

Dicevo, dei 2 o 3 soggetti scelti, partiamo dal primo: il Nakajima J1N, del quale ho un kit 1/72 di Fujimi.

Il Nakajima J1N
Il Nakajima J1N (chiamato comunemente Gekko, benche' tale nome fosse dedicato alla versione da caccia notturna, a che si dice) e' stato il tipico prodotto di una specifica troppo pretenziosa, specie per le tecnologie disponibili nel 1938, quando il programma 13-Shi fu lanciato.
Nato come caccia pesante bimotore triposto, con l'obiettivo della Marina Imperiale di avere un caccia a lunga autonomia da usare nel Pacifico, fece rapidamente la fine di altri aerei della WW2 che condividevano gli stessi requisiti. In pratica, infatti, gia' prima dello scoppio della guerra molte forze aeree avevano richiesto un caccia a lunga autonomia e pesantemente armato e molti costruttori avevano affrontato il problema con la progettazione di aerei bimotori pluriposto, piu' che altro perche' le potenze dei motori disponibili erano basse e il carburante necessario molto.
I fallimenti si sono sprecati e, a parte esempi fortunati come il P-38 Lightning, nella maggior parte dei casi tali aerei sono poi stati utilizzati in altri impieghi. (Poi abbiamo pero' casi come il Mosquito che, nato come bombardiere e ricognitore, divenne un eccellente caccia pesante)
Infatti, durante la guerra, le Forze aeree si resero conto che aerei monomotori monoposto ben progettati erano ottimi caccia a lungo raggio e con armamento comunque adeguato, restando piu' piccoli, leggeri, maneggevoli di grossi aerei bimotori, e gli epigoni furono sicuramente aerei come il Mitsubishi Zero e il Mustang.

Tornando al Gekko, nato come J1N (= primo tipo di caccia non imbarcato della marina, disegnato da Nakajima), dopo i tre prototipi, che volano tra il maggio 1941 e il marzo 1942, viene prodotto in pochi esemplari (di preserie?) del modello J1N1.
Il velivolo in questione era molto armato (1x20mm e 2x7.7mm sul muso, due torrette telecomandate da 2x7.7mm sulla gobba, 1x7.7mm ventrale) e risulto' decisamente sottopotenziato a causa del peso, dovuto ai 3 uomini di equipaggio, le numerosi armi ed il carburante per garantire una lunga autonomia.
Pertanto dopo i primi test l'aereo venne rigettato dalla Marina Imperiale, che comunque aveva trovato nello Zero un aereo adeguato alle necessita'.
A quel punto, e siamo a meta' del 1942, si decise di convertire l'aereo all'uso come ricognitore, che alla Marina come ruolo poteva far gola. La cellula sembrava prestarsi bene a tale uso.
E qui cominciano i miei dubbi e la confusione documentale.


(Copyright Bunrindo, qui pubblicata a solo scopo di discussione modellistica)

Il J1N1-R
Pare appurato che l'aereo, per l'uso come ricognitore, fu inizialmente dotato di una fotocamera ventrale tipo K8, senza altre modifiche.
Messi in carico alcuni esemplari al Tainan Kokutai (poi 251 Kokutai) e inviati a Rabaul, iniziarono missioni di ricognizione dove pero' in pochi giorni furono abbattuti 2 aerei sui 3 utilizzati. L'aereo continuava ad essere troppo pesante e poco manovriero per difendersi dalla caccia alleata.
Fu quindi deciso di rimuovere tutto, o quasi, l'armamento: via le armi in caccia, via le inutili torrette e relativi meccanismi, via l'arma ventrale, venne solo aggiunta una 7.7 (qualcuno dice 13mm) di difesa posteriore al posto delle torrette (o perlomeno questo e' quanto si capisce, perche' di foto non ne ho trovata nemmeno una). Il tutto ha un senso, dato che un aereo da ricognizione deve giusto garantirsi un minimo di difesa e non puo' portare peso inutile come armi e munizioni a scapito di velocita' e autonomia.
Siamo a uno dei punti cruciali. La letteratura parla di J1N1-R ma anche di J1N1-C, definendoli versioni da ricognizione del Gekko. Questa cosa a me non torna, ed evidentemente non torna nemmeno ai redattori delle belle monografie di Bunrin-do e di Model Art, che parlano solo della prima denominazione (corretta, in quanto il suffisso R definiva il cambio di destinazione a ricognitore non imbarcato, mentre C era per i ricognitori imbarcati!)
Pero' la denominazione J1N1-C viene usata in moltissime pubblicazioni e non e' per niente chiaro quale sarebbe stata la differenza tra -R e -C.
In certi casi, la versione -R viene assimilata ad una ipotetica versione J1N1-F, che viene associata alla sperimentazione di una torretta rotante montata nella parte posteriore dell'abitacolo al posto dell'operatore radio. Anche in questo caso, non e' chiaro perche' questa versione avrebbe dovuto chiamarsi -F, dato che tale codice era riservato agli aerei da osservazione.

Inoltre, della versione da ricognizione sembrano mancare del tutto o quasi le foto.
Infatti, a parte qualche immagine dei prototipi e dei dettagli costruttivi degli stessi, il grosso delle foto (escludendo ovviamente quelle dell'unico esemplare sopravvissuto e attualmente visibile allo Smithsonian) vede ritratti esemplari delle successive versioni da caccia notturna, che furono effettivamente le uniche prodotte in un certo numero.
La mancanza di foto (o meglio, il fatto che io non ne abbia trovate se non pochissime) mi lascia lacune pesanti sull'effettivo utilizzo di questo aereo.
Oltre al Tainan Kokutai, viene indicato il 151 Kokutai come utilizzatore del velivolo in versione ricognitore.
Alla fine del 1942, prodotti solo 26 esemplari, usati quindi esclusivamente come ricognitori, il progetto langue nuovamente. Anche come ricognitore non e' un successo.



(Copyright Bunrindo, qui pubblicata a solo scopo di discussione modellistica)

Il J1N1-S

E a questo punto siamo alla terza reincarnazione del J1N, questa volta quella buona, o meglio quella che avra' un certo successo operativo e un certo peso militare: l'aereo diventa un caccia notturno.
Pare che l'idea parta dalla lungimiranza del comandante del 251 Kokutai, Kozono Yasuna, che ipotizza (o copia?) l'uso di armi pesanti montate inclinate per sparare sopra (e sotto) il caccia e colpire non visto i bombardieri nemici: esattamente la stessa idea della Schrage Musik della NachtJagd tedesca (e che si rivelera' vincente, almeno in parte e per un certo periodo).
Alcuni J1N1-R vengono modificati installando 2 coppie di cannoni type 99 da 20 mm  inclinati verso l'alto e verso il basso all'interno della gobba dorsale nello spazio che fu del terzo uomo di equipaggio e delle torrette telecomandate.
Non (mi) e' del tutto chiaro se tali modifiche sono fatte a livello di reparto o piuttosto presso un centro di manutenzione (Arsenale di Yokosuka?). Mi aspetterei che modifiche fatte in questi ultimi luoghi siano piu' estese e ben ingegnerizzate rispetto a modifiche sul campo, ma non ho certezze in merito.
Certe fonti riportano che la modifica prevedeva la sola coppia di cannoni sparanti verso l'alto (il che, come vedremo tra poco, avrebbe senso). Certe fonti riportano questa modifica come J1N1-C-KAI, ma tale classificazione, di nuovo, lascia adito a dubbi.
Quello che e' certo e' che tali modifiche e l'uso sperimentale come caccia notturno ebbero subito un immediato successo, dato che il 251 Kokutai in poche notti a partire dal 21 maggio 1943 colleziono' un gran numero di abbattimenti di B-17 e B-24, tra cui i 5 della notte del 15 giugno 43 che fanno di Kudo Shigetoshi un asso della caccia notturna.

(Copyright Bunrindo, qui pubblicata a solo scopo di discussione modellistica)

Il Gekko operativo e in produzione
E cosi' arriviamo alla parte piu' facile, e documentata, della storia.
Il successo del caccia notturno Gekko (che a questo punto ha veramente questo nickname) fa si che gli aerei vengano prodotti (e modificati) in versione da caccia notturna, denominata correttamente J1N1-S.
Le modifiche piu' evidenti rispetto alla versione -R sono, oltre all'installazione delle armi oblique, l'aggiunta di un faro nel naso, ora trasparente, l'apertura di una lunga vetratura al di sotto del naso stesso (necessaria per consentire il puntamento verso il basso, altrimenti impossibile dal posto di pilotaggio, il che tornerebbe con l'ipotesi di soli cannoni sparanti verso l'alto in eventuali modifcihe campali di aerei a muso solido), la sostituzione dei pannelli trasparenti della parte posteriore della gobba con pannelli metallici (vetrature che ovviamente non servono piu' dato che il terzo posto non c'e). Piu' ovviamente modifiche interne tra cui il montaggio di due collimatori per sparare verso il basso e verso l'alto.
Successivamente sparira' anche la gobba e la fusoliera dietro la cabina assumera' un forma lineare e indubbiamente piu' elegante e funzionale.
Ulteriori modifiche seguiranno, quali la definitiva rimozione delle armi sparanti verso il basso, la modifica degli scarichi dei motori, non piu' raggruppati in due terminali sopra l'ala ma scarichi singoli sui lati delle cappottature, l'aggiunta, su alcuni esemplari, di un terzo cannone tipo 99 sparante verso l'alto, l'aggiunta di un radar con antenne Yagi sul naso e talvolta sui fianchi (in varie configurazioni di antenne).

La bibliografia indica che la denominazione degli ultimi esemplari sia J1N1-Sa, ma mi rimane oscuro il momento (e le differenze) per l'adozione di tale sigla. Alcune fonti sostengono che sia l'installazione della terza arma obliqua a generare il cambio di sigla, o forse la presenza del radar sulle ultime serie.
Della versione J1N1-S (e -Sa) esistono molte foto d'epoca, che ritraggono svariati esemplari diversi, sia in servizio che abbandonati alla fine della guerra.
Su tale versione, che in effetti e' stata anche prodotta in un numero ragionevole di esemplari (intorno ai 450 dato che il totale prodotto dei J1N dovrebbe essere 477 o 479, secondo le fonti), la copertura documentale e' piuttosto buona ed e' possibile riprodurre uno specifico esemplare con buon grado di certezza.
Anche i dettagli interni sono ben documentati dato che come detto un esemplare delle ultime serie e' stato salvato e restaurato.

Scusate se vi ho tediato con questo lunghissimo panegirico, ma una adeguata introduzione andava fatta.
Arriviamo alla questione: riprodurre un esemplare delle prime serie, cioe' un J1N da ricognizione o uno dei primi modificati per la caccia notturna.
Perche'? diranno i lettori... ma perche' io ho un kit che dovrebbe rappresentare proprio quelli, no?

Il kit Fujimi e le sue incarnazioni
Il Gekko era stato gia' riprodotto, in scala 1/72, da Revell (Japan) nel 1972 con un kit che per i tempi era allo stato dell'arte. Tutt'ora il modello che se ne ricava e' molto buono, a parte qualche semplificazione. Il kit pero' rappresenta solo la versione J1N1-S finale senza gobba.
(Nota: il Gekko in 1/48 e' riprodotto in modo splendido da Tamiya in almeno 3 scatole diverse ricchissime di dettagli anche interni)
 


Negli anni 90 la Fujimi ha invece prodotto in 1/72 una serie di 3 kits (e varie ristampe e reinscatolamenti) per coprire piu' o meno tutte le varianti del Gekko.
Lo stile e' Fujimi anni 90 appunto, quindi pochi pezzi, bel dettaglio esterno, dettaglio interno scarsissimo, triste, e qualche problema di fitting dei pezzi a causa della scomposizione complicata.
Le 3 scatole coprono, almeno in teoria, grazie a fusoliere diverse, le 3 differenti configurazioni principali e cioe':
1- naso solido e gobba vetrata, per prototipi e versioni J1N1 e J1N1-R (il kit mostrato sopra, che voglio usare nella Campagna)
2- naso vetrato, gobba parzialmente vetrata e cannoni, per le versioni J1N1-S iniziali
3- naso vetrato, niente gobba e cannoni per le versioni J1N1-S finali

Lasciamo da parte le due versioni del kit per i J1N1-S, che comunque sono fondamentalmente corrette, sia come plastiche che come decals, dato che rappresentano per lo piu' soggetti molto fotografati. Qualche soggetto ha un certo grado di fantasia, o meglio di ragionevole ipotesi, perche' fotografato solo in parte, ma piu' o meno mi pare che siano corretti.
(Ovviamente tralascio la questione colori: su di essi pare ci sia da dibattere a lungo).



Torniano al nocciolo della questione: le versioni J1N1 e J1N1-R piu' la conversione del -R a caccia notturno. Qui i dubbi e le lacune si fanno seri.
La scatola Fujimi che li contempla prevede pezzi per costruire 5 diversi esemplari, mostrati sopra, 2 ricognitori e 3 caccia notturni convertiti dai ricognitori (e tutti in carico ai Tainan/251 Kokutai e 151 Kokutai tra il 42 e il 43).
Tutti e 5 hanno il naso solido: domanda: corretto? No. Almeno l'esemplare UI-20 e' rappresentato nei profili, anche di pubblicazioni serie, nella configurazione 2- indicata sopra (cioe' con "naso vetrato"). La sola foto che ho trovato pero' non chiarisce del tutto la cosa.
E gli altri 4 esemplari sono corretti? Si penserebbe di si, dato che sono tutti stati prodotti come -R. Ma quelli convertiti a caccia notturni come facevano a puntare i cannoni inferiori, senza avere alcuna visibilita' verso il basso? Forse i cannoni inferiori non li avevano affatto? o erano stati convertiti anche aprendo finestrature inferiori?
Qualcuno conosce foto degli esemplari 51-13 e 51-20 presenti nelle decals ?


Poi: i ricognitori, secondo il foglio istruzioni, hanno le 2 torrette telecomandate: domanda? e' realistica la cosa? Forse per l'esemplare V-2 puo' essere, dato che dovrebbe essere uno dei primi J1N1 inviati a Rabaul con il Tainan Kokutai (da cui il codice di coda V-) e abbattuti nel 1942.
Ma per l'esemplare W4-57, in carico al 151 Kokutai, perche' le torrette telecomandate? ragionevolmente quell'aereo doveva essere stato alleggerito di tutto l'armamento e avere solo una brandeggiabile posteriore.
Qualcuno conosce foto dell'esemplare W4-57? e foto di altri esemplari a naso solido, escluse quelle che riguardano i prototipi come il ]-JN-3?

E a questo punto: ma la conversione dei primi esemplari di J1N1-R a caccia notturno, allora, fu fatta sul campo o da un centro di manutenzione? e quanto furono estese le modifiche?

E ancora: ma quale poteva essere il layout degli abitacoli di queste versioni iniziali? Il cruscotto era veramente fatto come quello del kit, che rispecchia, a occhio, le versioni tarde da caccia notturna? (Per dirne una: ha una apertura centrale che si puo spiegare solo col fatto che il pilota doveva poter guardare, attraverso un collimatore, verso la parte bassa del muso: sulle versioni a muso solido non ha senso). Il cruscotto del kit si basa sicuramente su quello dell'unico esemplare salvato (che pero' e' un J1N1-S tardo)
E come era fatto l'abitacolo del terzo uomo, del navigatore, che nel kit e' completamente vuoto?

C'e' qualcuno che ha info migliori e che mi sa aiutare per sbloccare la partenza di questo kit?
O magari qualcuno che sa il giapponese e che sa tradurre alcune pagine di ModelArt e Bunrindo che sarebbero probabilmente chiarificatrici?
(Nota, di nuovo: anche le sigle spurie J1N2 e J1N3, usate da certe fonti e anche da Fujimi per i suoi kit credo siano, appunto, fasulle. A sapere il giapponese, una pagina della monografia di Bunrindo sul Gekko parlerebbe appunto di queste, ma io non so il giapponese...)


Grazie a tutti per la pazienza e per ogni suggerimento che sara' comunque gradito
:-)

LINK ALLA GALLERIA

 lillino :

8/2/2017 00:29
 Ciao Alessandro ti sei scelto una bella gatta da pelare  :-o :-o
Sicuramente i nostri esperti di aerei Giapponesi ti sapranno dare le risposte che cerchi

Benvenuto nella campagna e buon lavoro  :-) :-)

Ricordati appena hai tempo di mettere il LINK alla galleria

Saluti Paolo  ;-) ;-)

 Paolomaglio :

8/2/2017 06:10
 Ciao Alessandro, bella e completa disamina dell'Irving, complimenti.
Tutte le risposte alle tue domande credo siano nel libro:
Moonlight Interceptor: Japan's Irving Night Fighter (Famous Aircraft of the National Air and Space Museum Series No 8) by Robert Mikesh (1985-06-17)
Oggi purtroppo è diventato un pezzo da collezione con un prezzo che si aggira sugli 80 euri!
Io lo presi proprio per montare il kit Fujimi, cosa che non mi riuscì, quindi mi tornò utile quando costruii il bellissimo modello di Tamiya. Siccome sono passati molti anni non ricorod a memoria le risposte alle tue domande molto precise ma ti prometto che tornerò a sfogliarlo al più presto e saprò risponderti.
Esiste anche un'ottima monografia giapponese (oltre al Burin-do) proverò a consultare anche quella.
Tornando al kit Fujimi: avrai notato il modo in cui è scomposta la fusoliera con alcune parti da aggiungere per creare il semiguscio, proprio nell'incollaggio di quelle io trovai grosse difficoltà che mi costrinsero ad abbandonare il progetto, per cominciare quindi di consiglio molte prove a secco.
A presto per il resto...

 Paolomaglio :

8/2/2017 07:03
 Il primo che ho trovato è il W4-57 fotografato a Rabaul nell'aprile del 1943, inumeri in coda sono senz'altro bianchi e il muso è solido. A proposito delle torrette Mikesh scive che furono adottate su tutti gli esemplari di prima serie, dapprima la marina chiese di rimuovere solo la mitragliatrice brandeggiable che sparava sotto al velivolo e le torrette furono mantunute anche se erano molto difficili da usare. Le torrette infatti stavano sotto una copertura aerodinamica che andava "riavvolta" a mano prima dell'impiego. A quel punto venivano comandate a distanza ma le canne avevano troppo gioco, tanto che a cento metri l'errore di tiro era di 7-8 metri.
Da notare che su questo esemplare le eliche erano ancora del tipo contro-rotante. In seguito entrambe furono montate per rotare in senso orario.
Posso aggiungere che questo esemplare appare in perfette condizioni, come tutti gli Irving, niente scrostature e un poco di sporco solo intorno ai motori, peraltro con cofano nero, eliche in metallo naturale splendente.

 Paolomaglio :

8/2/2017 07:29
 Passiamo all'UI-20, di questo esemplare abbiamo il lusso di ben due foto sul Model Art Japanese Nightifghters #595.
Ha senz'altro il musetto vetrato e mantiene anche la mitragliatrice sotto al ventre. Risulta anche molto usurato con notevoli scostature lungo il percorso usato per salire a bordo (ala e fusoliera sinstra) oltre che notevoli macchie chiare (glicole?) create dagli scarichi motori sopra le ali. Le eliche sono contro-rotanti. Il libro JAPANESE FIGHTERS 1921-1943 lo colloca ancora a Rabaul nel giugno 1943. Anche le torrette dovevano essere ancora presenti ma non si vedono in quanto in entrambe le foto la copertura scorrevole è chiusa.

 Paolomaglio :

8/2/2017 08:05
 Per quanto riguarda lo J1N1-C, secondo Fancillon questa variante, sempre da ricognizione come la R, aveva le seguenti modifiche: rotori entrambi a ruotare in senso orario, motori Sakae 21, ridotta capacità di carburante interna ma possibilità di impego di serbatoi subalari, una cabina per pilota e radio operatore/mitragliere che manovrava l'arma brandeggiabile da 13 mm, il terzo membro dell'equipaggio (navigatore/osservatore) stava in un nuovo vano separato, ricavato dalla rimozione delle due torrette telecomandate. Costruito solo in 54 esemplari, compresi prototipi, consegne dall'autunno del 1942.
La variante -R, sempre secondo Francillon, sarebbe quella con grossa torretta centrale con armiere e cannone da 20 mm brandeggiabile.

Gli esemplari modificati con i cannoni obliqui al posto delle torrette sarebbero dei C-KAI(zo). Kozono fu il primo ad installare i cannoni obliqui nella seconda guerra mondiale, quindi prima della Luftwaffe, l'idea però non era nuova in quanto usata spesso dagli inglesi durante la WWI.
La modifica NON avvenne a Rabaul ma in madrepatria, due esemplari furono inizalmente modficiati seguendo l'idea di Kozono ed inviati a Rabaul solo nel maggio del 1943 ma solo uno raggiunse la Nuova Britannia in quanto l'altro si era incidentato in atterraggio a Truk.
Per il puntamento dei cannoni obliqui superiori c'era un collimatore Type 3 posto in alto sul parabrezza. Per i due cannoni inferiori si usava un collimatore Type 98 che "vedeva" tramite le finestrature piatte poste subito dietro al musetto. Nella pratica i due cannoni inferiori furono usati solo per mitragliare i mezzi da sbarco in quanto difficilmente l'Irving riusciva a salire ad una quota maggiore dei bombardieri.

 Paolomaglio :

8/2/2017 08:49
 Per quanto riguarda il V-12 della cover non ho ancora trovato foto, fu utilizzato da Ono per una memorabile missione di ricognizione da Rabaul su Guadalcanal, Ono fu intercettato da 6 Wildcat che misero fuori uso un motore ma con una picchiata estrema riuscì a seminare i nemici nella notte ed arrivare su un'isoletta dove fece un atterraggio di fortuna salvanod tutti e tre i membri dell'equipaggio.

 ABC :

8/2/2017 11:25
 Meglio di una enciclopedia.....

I fatti storici che stanno dietro ai nostri modelli mi affascinano terribilmente (e si scopre sempre qualcosa di nuovo).

Alessandro :-) :-) :-)

 Oberst_Streib :

8/2/2017 17:53
  
Eh si Ragazzi, per alcuni soggetti si puo' anche evitare di spendere tempo e righe nel post, ma per altri e' necessario sia per inquadrare la questione che per dirimere i dubbi.
Ad avere tempo, sarebbe sempre una buona cosa un adeguato excursus storico.
Ma grazie per l'aver apprezzato la mia analisi!  :-)

E torniamo all'amico Paolomaglio!
Intanto grazie Paolo per le info aggiuntive.

Prima di tutto, la foto del W4-57: su che libro l'hai trovata?
Me ne fai una scansione e me la giri?  Cosi' la esamino pure io.
In ogni caso, il fatto che Mikesh sostenga che le torrette telecomandate fossero presenti negli esemplari della prima serie mi torna (dato che erano nati come caccia pesanti) ma che non fossero state rimosse da esemplari operativi come ricognitori mi quaglia un po' meno. Anche perche' non mi spiegherei la modifica campale con l'installazione di una brandeggiabile posteriore di cui si parla.
Di tale esemplare o simili ricognitori ci sono altre foto?

Sull' UI-20 hai ragione, le 2 foto di ModelArt dimostrano che per quell'esemplare la proposta di Fujimi e' errata. Probabilmente era un -R modificato a caccia notturno ma il kit non sembra riprodurlo correttamemente.
Scartato.
Tra l'altro, le torrette non le puo' avere, sicuramente: se sono installati i cannoni obliqui inferiori, come si vede dalle foto, non c'e' posto per le torrette nella gobba.

Sul V-2 della cover possiamo ragionevolmente dire che sia proprio come raffigurato da Fujimi (anche se non ho visto foto). Una foto interessante e' quella a pagina 23 della monografia di Bunrindo, che raffigura un esemplare iniziale di cui pero' non si vedono i codici di identificazione. Cosi' a naso e' uno dei 3 esemplari V-1, V2 o V-3 del Tainan Kokutai.

Sulla denominazione J1N1-C e J1N1-C-KAI io continuo ad avere dubbi. Francillon e' sicuramente studioso rappresentativo ma continuo a non veder giustificata quella sigla. Bunrindo e ModelArt la pensano diversamente da Francillon.

Sulla qualita' del kit Fujimi i dubbi li ho pure io.
L'interno e' praticamente inesistente e comunque errato. Il fit delle parti della fusoliera sembra poco promettente. Vediamo se mi fermo subito dopo la partenza e cambio soggetto....

Il volumetto Moonlight Interceptor, l'avevo visto in rete, a prezzi tra il risibile ed il ridicolo (non ho capito perche'). Ma vale la pena se gia' ho ModelArt e Bunrindo? ci sono notizie in piu'?

:-)

 AndRoby :

8/2/2017 18:28
 Benvenuto Alessandro in Campagna!
Come al solito se non son rogne non ti butti eh?
Paolomaglio sempre al Top!! Quante cose sto imparando...
Ciao!

 Paolomaglio :

9/2/2017 07:53
 

ciao Alessandro, la foto sta proprio nel libro di Mikesh, mi perdonerai se non lo scansiono ma con quello che vale non vorrei che mi si scollasse 8-) ti allego una foto, l'immagine originale è molto sgranata e piccolina di suo.
Il libro io lo adoro, si può leggere la storia dell'evoluzione del velivolo e le principali missioni svolte. Molti anche i dettagli tecnici ma quelli si trovano anche sulle opere che già hai. Vale 80 euro? Sicuramente no, però io lo comprai a 22 quando fu pubblicato :-)

 Oberst_Streib :

23/2/2017 19:33
 
Anche se con 20 giorni di ritardo eccomi a ringraziare Paolo-Maglio per le info e la foto.
Ottimo, e' quanto mi aspettavo: questo sembra davvero un J1N1-R.
Non sembra avere le armi in caccia ne' quelle oblique, ha le superfici inferiori chiare (probabilmente metallo naturale) e le eliche, anzi l'elica, visto che una manca, color metallo.
Per cui , a occhio e croce, non e' ne' un caccia notturno ne' un caccia diurno/preserie.
Potrebbe essere il soggetto giusto.

Altrettanto interessanti sono pero' due esemplari visibili in questa foto a colori post-VJ-day, che sono entrambi dei naso-solido ed entrambi con superfici inferiori chiare.
Il piu' lontano dei due, tra l'altro, mostra quelle che sembrano le bocche delle mitragliatrici in caccia (?) e pero' ha le eliche non controrotanti (e questo e' evidente, sono entrambe destre).
Il che fa supporre che non sia un velivolo di preserie, dato che le eliche controrotanti (e i relativi motori simmetrici Sakae 21 e Sakae 22) furono presto dismesse in produzione. A meno che i motori non siano stati cambiati in fase di manutenzione successiva alla decisione di usare un preserie da caccia diurna J1N1 come recon.....

Il piu' vicino dei due invece, con codici YOD-198, e' ragionevolmente un ricognitore o trainer in carico al 302 Kokutai.



Pero', ancora nulla sui dettagli interni di questi velivoli.
Forse rimarra' sempre un mistero, se di foto non ne esistono piu'....


 Paolomaglio :

6/3/2017 17:12
 

il disegno di Shigeo Koije non servirà a molto modellisticamente parlando ma è sempre un gran bel vedere... 8-)

 Oberst_Streib :

7/3/2017 11:03
  
Shigeo Koike assoluto maestro!
Ho raccolto dalla rete un po' dei suoi capolavori e li uso come salvaschermo del pc!

:pint: :pint: :pint:


Pero' Paolo non ho trovato piu' nulla sul Gekko ricognitore..... mi manca completamente come fossero gli interni....  :-( :-( :-(

 Oberst_Streib :

25/6/2017 22:14
 
Ok, dopo inutili ulteriori ricerche e molti dubbi, ho comunque cominciato il lavoro sul Gekko, o meglio sul J1N1-R.

Ecco le prime modifiche al kit, che praticamente non ha interni, a parte pochi pezzi probabilmente e ragionevolmente errati.
La cosa e' chiaramente visibile nelle istruzioni, qui sotto a destra, che mostrano i pochissimi pezzi e la totale mancanza di strutture interne.
A sinistra nella foto ho assemblato alcuni step di montaggio del kit Tamiya 1/48, che al contrario ha un abitacolo da favola.
Ho deciso di utilizzarlo come riferimento per la ricostruzione (semplificata, ovvio) del mio abitacolo.



Qui sotto le prime modifiche.
Ho aggiunto un po' di correnti nulle semifusoliere, poi ho diviso il pianale in due parti che ho ampiamente modificate per assomigliare un po' a quanto ci si aspetta.
Il vano quadrato e' stato aperto per corrispondere al finestrone ventrale.
Ho allungato il pianale per raggiungere anche la postazione del terzo uomo.
Il cruscotto del pilota e' stato "tappato", dato che ho dovuto supporre che un cruscotto "col buco" non avesse senso in un aereo che non ne aveva bisogno (ne' collimatore ne' schermo radar ne' altro a giustificare quel buco...)



Ho preassemblato anche i due serbatoi ausiliari.
Nella gobba della fusoliera ho rimosso i supporti dei cannoni obliqui e ho aggiunto le due torrette telecomandate.

Insomma, non avendo documentazione fotografica degli esemplari ricognitori, sono andato di ipotesi e di ragionevolezza.
La struttura interna e l'abitacolo non dovevano essere troppo diversi dall'esemplare conservato alla Smithsonian, mentre il cruscotto invece doveva essere diverso.
Il terzo abitacolo dovro inventarmelo di sana pianta....

 Righettone :

26/6/2017 11:04
 Ciao Ale, stò seguendo con molto interesse il wip, anche se gli aerei giap so a malapena distinguerli l'uno dall'altro, mi piace assai il tipo di ricerca che precede la realizzazione modellistica, specie se così articolata e approfondita che mi ha messo a conoscenza  delle varianti di un aereo conoscevo solo di nome.
Seguirò muto gli sviluppi e ti auguro buon lavoro                                                                                                                                                                                                                                                                                           Enrico 

 corale :

28/6/2017 22:45
  Soggetto molto interessante :-)

 Oberst_Streib :

9/7/2017 11:27
 
Grazie per il sostegno psicologico ragazzi, qui ci vuole....

Ho fatto pochi passi avanti ma forse mi avvicino al poter chiudere le semifusoliere.
Ribadisco quanto gia' detto da Paolomaglio, l'ingegnerizzazione di questo kit e' pessima.
Tanto per dirne alcune, bisogna montare le gambe dei carrelli, amnche il posteriore, PRIMA di chiudere ali e fusoliera, cosa che data la fragilita' dei pezzi li mettera' a serio rischio.
Inoltre, nel fare le prove a secco di montaggio della fusoliera, due dei 4 perni di riscontro si sono rotti, perche' troppo lunghi e serrati. Male, visto che il modello ha una scomposizione cervellotica.
Poi, non ci sono adeguati riscontri per l'abitacolo, anche prima delle mie modifiche.
Dopo le modifiche il tutto e' ovviamente peggiorato.
Vabbe'....

Allora, abitacolo completamente ricostruito, in buona parte di fantasia.
Povero ma sempre meglio di prima.
Il terzo sedile recuperato da banca pezzi, era quello di uno Spitfire Fujimi.
Quello del pilota lho forato come nell'esemplare vero, ma non capisco perche' quello del radioperatore non lo fosse...
Pure la cloche e' da banca pezzi, quella del kit era lunga come una canna da pesca.
E poi pezzi vari di recupero e bestemmie.
L'abitacolo pero' almeno ora ha due livelli come nell'aereo vero.



Il tutto primerizzato con una specie di Aotake. Non sono mica tanto convinto, ma ora sta cosi'.



Ho dato di primer anche nei vani carrelli che non ho arricchito perche' pure li' non capisco che ci dovrebbe andare dentro e comunque modificare gli attacchi delle gambe era veramente troppo.... ora mi accorgo anche che non ho dato il primer nel vano del ruotino !  :-x :-x :-x :-x

E poi: ma le cappotte motori avevano il primer dentro?
:-? :-?

 Oberst_Streib :

9/7/2017 21:59
 
Un assemblaggio del tutto cominciava ad essere convincente, ma l'azzurrone mi continuava a perplimere



Insoddisfatto del colorino un po' frou-frou, tipo puffo metallizzato insomma, ho riguardato un po' di foto del Gekko e ho trovato alcune foto del Gekko dello Smithsonian PRIMA del restauro.
Ora, magari l'avevano gia' riverniciato alla boiacane, pero' diamo per buono che invece sono i colori originali, e quindi l'Aotake (o Aodake, a seconda di come vogliamo traslitterarlo) parrebbe verde invece di azzurro.
Il che non vuol dire nulla, pero'....

E allora preso da foga correzionista ho mescolato un po' di color oro e di verde oliva all'azzurro puffo ed e' venuto fuori un verde metallico che ho rispruzzato sopra il tutto



Gia' piu' convincente, specie se poi la strumentazione deve essere verde scura e nera.
Ci sarebbe da aggiungere ancora un po' di dettgli ma non so quanta voglia ho di inventare ancora.

 Oberst_Streib :

1/8/2017 19:46
  
Qualche passo avanti.
Una prova di assemblaggio a secco.





I componenti della cellula completati lavati opacizzati per le parti interne.



L'abitacolo e' un po' povero ma in confronto al kit e' oro! 




:-D

 Oberst_Streib :

10/8/2017 17:10
 
In corso incollaggio della fusoliera.... e come aveva predetto Paolomaglio, non torna una ceppa e i santi si sprecano..... :-x :-x :-x :-x :-x :-x  non metto foto perche' sono snervato....

 Oberst_Streib :

10/8/2017 18:39
 
Ok, assemblate anche le ali ed le gambe carrelli (dato che e' necessario montarle prima di chiudere le ali....).

Ecco fusoliera ed ali in fase di incollaggio, ma i riscontri sono pochi e pessimi e la fusoliera mi fara' dire parolacce perche' e tutta a scalini....



 Paolomaglio :

11/8/2017 06:10
 Coraggio Alwesandro, vedrai che anrà a posto, quando ci provai io non esistevano ancora tutte quelle colle liquide e con la Britfix era davvero impossibile!

 Oberst_Streib :

15/8/2017 17:29
 
Incentivato dall'amico Paolo che mi convince che con un po' di colle buone e di stucchi buoni si ha ragione anche dei modelli piu' renitenti, ho rimesso mano al Gekko e ho assemblato ali, piani di coda e fusoliera e messo stucco liquido Tamiya in abbondanza sulle giunture orrende della fusoliera.

Il tutto non e' venuto male ma ho perso un bel po' di incisioni sulla fusoliera e comunque il tutto rimane un po' stortignaccolo. Vabbe'...

In piu', ho preparato i trasparenti applicando le (fantastiche) Eduard Mask, che effettivamente in mezz'ora di lavoro mi danno garanzia di ottimi risultati (le Eduard Mask sono di un materiale favoloso, sottile, elastico, hanno un adesivo efficace ma si possono togliere e riposizionare.... ottime e anche perfettamente disegnate per le superfici da coprire)





Ovviamente al momento i trasparenti sono solo appoggiati per vedere se tutto torna.
Devo aggiungere dettagli che ho scoperto rileggendomi la bibliografia del Gekko.

In pratica, farei bene a arricchire il modello di un collimatore (perche' probabilmente era ancora installato anche se usato come ricognitore), del meccanismo di mira e sparo delle torrette posteriori (che ho installato sul mio modello), di una fotocamera K-8 o F-8 (anche se di queste non capisco la posizione esatta, e foto non ne ho).

In piu', il palo di sostegno superiore dell'antenna a filo e' sbagliato nel kit, dato che parte dalla sommita' del tettuccio, quando in realta il palo passava attraverso un foro nel tetto e finiva al traverso di fusoliera tra i due sedili anteriori. Lo rifaro' e faro' i relativi fori.

Inoltre ho scoperto un particolare inutile ma carino, da due foto delle torrette: c'era una sbarra ad U aperto tra le due torrette, che serviva evidentemente come fine corsa verso il basso delle armi della torretta piu' alta, giusto per non sbattere sulla torretta piu' bassa....

:-)

 lillino :

15/8/2017 23:21
 Bravo Alessandro avanti così  :hammer: :hammer: :hammer: non mollare che ne uscirà un bel modello  ;-)

 Oberst_Streib :

23/8/2017 19:53
  
Non mollo Lillino ma che penare....

Allora, ho creato in modo alquanto artistico alcuni dettagli interni .
NOTA IMPORTANTE: questi dettagli non compaiono in alcuna fotografia in mio possesso per cui ho dovuto inventare un po' basandomi sui disegni.

E quindi:
- un collimatore per il pilota, che era probabilmente ancora montato quando l'aereo era stato convertito a ricognitore dato che parte dell'armamentoe ra ancora a bordo
- un anello con collimatore e aste di comando per le torrette posteriori, che di nuovo erano ancora installate almeno in una fase precoce dell'uso come ricognitore (la storia narra che verranno smontate proprio perche' rendevano l'aereo inutilmente pesante e quindi lento) nella posizione del "mitragliere"(?)  "osservatore"(?)

In piu' ho autocostruito un piccolo pezzo (in fil di ferro) a U che fa da fine corsa alle mitraglie della torretta superiore (da fotografie, questo).



Dopo aver verniciato questi piccolid ettagli in grigio scurissimo e verde metallico (a naso...), ho incollato con tappo verde e un po' di attenzione i trasparenti.





Ovviamente rimanevano ampie fessure che ho cominciato a colmare con stucco liquido tamiya.
Ci sara' ancora da lisciare (con cottonfioc e alcool) e ristuccare.
E anche le stuccature sulle giunzioni laterali non sono sufficienti....  :-( :-( :-(



 Oberst_Streib :

4/9/2017 10:22
 
E procediamo a passo svelto (se vogliamo finire in tempo.... :-D)

Tutto il modello, cappotte motori comprese, e' stato dipinto in varie tonalita' di Alclad, e cioe' Dural, Airframe Alu, Magnesium, direttamente sulla plastica, senza primer.
L'effetto e' ragionevole, anche se ovviamente avendo sotto rappezzi vari di stucco questi si vedono in trasparenza, ma non va cosi' male.
Le superfici telate, con un pizzico di fantasia, le ho dipinte in un grigio-beige (Tamiya XF-55) compatibile con il tipico colore delle superfici telate degli Zero Nakajima . Assunzione ardita ma possibile....



Ovviamente sono venute alla luce altre schifezze sulle fiancate, dove le giunzioni sono pessime.
Altri ritocchi con Gunze Surface primer e altre lisciature e riverniciature con Alclad, fino a raggiungere un livello appena decente.
Sulle superfici superiori non ho differenziato le pannellature metalliche perche tanto verrano ricoperte dal verde mimetico.
Nel frattempo fatto trattamento col sale sulle cappotte motori, che in una unica foto esistente di questo soggetto (o di uno dei suoi fratellini) mostra scrostature abbondanti sulla bocca della cappotte e sui bordi d'attacco.





Un po' di preshading sulle superfici superiori fatto con lo stesso colore delle cappotte motori, che ho dipinto in un blu navy (Tamiya XF-17) che mi sembrava riprodurre al meglio il "nero" giapponese delle cappotte.



Inizia la verniciatura delle superfici superiori con il verde scuro mimetico.
Qui si potrebbe aprire un lungo capitolo.
Il colore dei Gekko ed in particolare dei primi esemplari e' dibattuto e per lo piu' ignoto.
Varie tonalita' di verde sono state rilevate sui pochi campioni salvati dalla guerra.
Le foto aiutano poco, ovvio.
A tal proposito vi invito a leggere la interessante pagina a questo LINK che descrive le varie ipotesi sui colori.
In ogni caso, il mio verde e' una miscela di verde marrone e bianco Tamiya, fino a una tonalita' che assomiglia a quello che veniva definito N2 da Thorpe.

Piu' in basso un po' di dettagli sull'uso della tecnica del sale sulle ali del modello, che  in questa  gia' si nota.



Salsicciotti di patafix a fare da limite alla verniciatura.
Il verde sul bordo d'attacco alare sborda sulle superfici inferiori.



Applicazione del sale sul bordo d'attacco. Solito metodo base di acqua spennellata con parsimoni e sale fino sparso a casaccio. Acqua con un minimo di sapone dentro a fare da tensioattivo.
Sale applicato con parsimonia anche su aree di calpestio probabile.



Verniciatura dell'ala sinistra sopra il trattamento al sale.
In effetti ho lasciato li' il sale un po' troppo e si deve essere sciolto nell'acqua e diffuso.
Poco male, l'effetto vernice sciupata non mi dispiace.



Le scrostature sul bordo d'attaco dell'ala sinistra, dopo la rimozione del sale.
Accettabile, anche se ipotetico. Pero' se veramente la qualita' delle vernici era inadeguata al clima umido equatoriale di Rabaul e il verde era stato dato alla boiacane sulle superfici metalliche, puo' essere.



Le scrostature della vernice nella zona di acceso all'abitacolo. La banda grigia dovrebbe essere una superficie antiscivolo, anche se ovviamente non so se nell'aereo vero ci fosse o meno (il kit dice di si, ma non e' affidabile a piu' del 10%)



Colpo d'occhio complessivo.



Ecco la superfficie inferiore ancor ain metallo naturale con bordi d'attacco verniciati approssimativamente in verde (come mi aspetto fosse stato fatto nella realta'....)



 Oberst_Streib :

4/9/2017 14:32
 
A questo punto ho assemblato anche i motori e le ruote.
Il contrasto tra "nero" e "verde" mi pare adeguato.

Una nota: da qualche parte ho letto che il verde sull'aereo vero potrebbe essere stato applicato su un primer color rosso.
Non ho conferma di questo e non so se la cosa sia rilevante, ma poteva essere intrigante dare anche una mano di "minio" alle superfici superiori prima del verde finale.
Oramai e' andata, ma il dubbio mi rimane.


 Oberst_Streib :

7/9/2017 15:58
 
Come sempre, a pochi metri dalla fine si inciampa malamente.....  :-( :-( :-( :-(

Vado a dare il lucido, banale Tamiya Gloss diluito col suo bravo diluente X-20, e vedo comparire macchie opache ovunque.
Non subito, dopo un po'.... ho il sospetto che siano legate alla "salatura" fatta precedentemente.
Hanno rovinato completamente l'effetto della verniciatura e delle scrostature che erano invece venute bene.

E poi mi dico: vabbe', cominciamo a mettere le decals, poi troveremo una soluzione.
E anche qui il dramma: le decals fujimi, al contrario del solito, sono ottime, morbide, molto adesive, coprenti e vanno a posto facilmente, ma decido di usare l'ammorbidente Gunze Mr.Softer per farle aderire ai dettagli.... rovinate!

Ecco il pessimo risultato:









Qualcuno ha una buona idea o anche solo suggerimenti per salvare la situazione?
Altrimenti butto tutto nel cestino..... forse era destino che sto modello non avesse a essere concluso.
:-(

 ABC :

7/9/2017 20:01
 Accidenti.....

Buttare un modello cosí direi che non se ne parla proprio: troppo tempo e troppi sacrifici non possono essere spercati!

Detto questo pero'...... Buone idee?..... temo nessuna, molto semplicemente, cosa farei se il modello fosse mio?..... in primis, via le decals (ormai sono compromesse), poi proverei a rilucidare il modello per vedere se le chiazzette scompaiono o comunque diventano meno fastidiose.....

Alessandro :-) :-) :-)

 stephaneT :

7/9/2017 20:06
 MAI MOLLARE!!! Coraggio che con un po di pazienza lo metti a nuovo! in fondo i decals si rovinavano anche i battaglia.. :-)

 Oberst_Streib :

7/9/2017 20:10
 
Ok, non abbandono, avete ragione..... ora vedo di inventare qualcosa..... :-?

(Bella pero' Merano, mi e' piaciauta moltissimo)

 ABC :

7/9/2017 20:14
 Benissimo "Herr oberst", tienici al corrente degli sviluppi.

Alessandro :-) :-) :-)

 Cesko :

7/9/2017 20:25
  Ah! Peccato. Dai, ormai è fatta ma non ti preoccupare. A me è capitato e ho fatto cosi. Gli dai una prima sgrossata con della carta 1200 bagnata. Vai leggero e ti togliera le creste. Poi se hai delle pezzuole abrasive da 3000 fino a 12000 (tipo quelle della Alclad per capirci) sei a posto perchè con un po di attenzione non rovinerai la pittura circostante. Spero di esserti stato di qualche utilità. Ciao

 Undicesimo :

7/9/2017 20:25
 Sarebbe una pazzia buttare un lavoro del genere ..... dai togli le decals ne trovi molte in giro e vedrai che verrà ugualmente perfetto ....  :-) :-) :-)

 Franz11 :

7/9/2017 22:15
 Coraggio, è tutta roba che si riprende bene.
Per la pittura con dell'abrasivo si corregge, non c'è neanche un problema di mimetica.
E sei hai rovinato solo le hinomaru via di mascherina e aerografo. Se non ti fidi del compasso e del nastro Tamiya, ci sono quelle della Montex già tagliate che costano poco e non lasciano segni.


Non mollare!

 lillino :

7/9/2017 23:38
 Le risposte su come rimediare le hai forza non mollare arrivati a questo punto è un peccato.

 matte :

8/9/2017 00:43
  Seeee, anvedi questo, mollare, buttare....... :-D . Pancia in dentro, petto in fuori, e via ad affrontare gli ostacoli, cribbio....... :-P

Scherzi a parte, come ti hanno scritto per quanto hai fatto finora val bene ammattire un gocciolino e rimediare la situazione, sono sicuro che ce la farai alla grande, ti conosco, caro mio ;-)

 Paolomaglio :

8/9/2017 06:24
 Sono desolato per l'inconveniente, avevi superato la fase più critica che in questo modello era il montaggio!
Guardanto le foto delle macchie ho rivisto alcuni miei modelli di qualche anno fà, a mio parere il problema non è stato il sale (non l'ho mai usato) ma il calcare, forse fissato dal sale. Se, come temo, quelle macchie sono di carcare, non sarà facile eliminarle, dovrai carteggiare fino al metallo, altrimenti continueranno a tornare fuori. prova a pensarci, per fissare il sale lo hai bagnato con acqua di rubinetto lasciando poi asciugare all'aria? Allora è calcare! In questi casi meglio usare acqua distillata, condensa dei condizionatori...
Sul lucido Tamya: è un prodotto che adoro ma vuole il Laquer Thinner, lo so che funziona anche con il diluente acriclico ma con il Laquer è tutta un'altra vita, credimi!
Ad ogni modo oggi è l'anniversario della morte di Saburo Sakai il cui motto era "non mollare mai!" quindi mano all'abrasiva e buona caccia!

 Oberst_Streib :

8/9/2017 08:56
 
Ok, ok, non demordo, mi avete convinto, e perche' lo dice Saburo Sakai, non certo perche' lo dice un pisano come il Matteucci....  :-D

In ogni caso Paolo(maglio) hai ragione: e' acqua di rubinetto che ho lasciato stupidamente evaporare per conto suo, e sicuramente ha depositato dei sali, visto anche che l'acqua di Livorno e' molto salina..

La notte ha portato consiglio e ora provo un paio di soluzioni.

:-)

 matte :

8/9/2017 16:54
  Cosa avresti te contro i pisani...... :-D :-P ?

 Oberst_Streib :

8/9/2017 18:31
 
Okay okay, e' proprio vero che l'intercessione dei santi fa compiere miracoli, in questo caso i SS.  ABC, Matte, StephaneT, Cesko, Undicesimo, Franz, Lillino, Paolo di Maglio... 
:-D :-D :-D :-D :-D

Allora, l'idea (forse) vincente e' stata:  l'acqua mi ha creato il problema? e allora proviamo con l'acqua.
Ho provato a inumidire le zone incriminate con l'acqua e l'alone spariva immediatamente.
Allora ho fatto 2 + 2,  mi serve un trasparente a base d'acqua.
Trovato: nel cassetto c'e' il trasparente Pebeo acrilico all'acqua.
Una mano molto ben diluita in acqua di Pebeo Lucido dato a pennello, nel verso dell'aria (almeno eventuali striature avrebbero avuto senso), e le macchie erano scomparse!

Per le decals, a quanto pare, il miracolo e' avvenuto da solo: dopo tante tante ore (15? 20?) si sono finalmente autospianate, lasciando solo minime grinze quasi invisibili. Insomma la nota regola del metti l'ammorbidente e non toccare ne' guardare piu' il modello fino a che non ha finito il suo effetto vale ancora.
Ieri la situazione sembrava tragica, invece a quanto sembra il Mr. Mark Softer doveva lavorare.
Dato che di solito ci mette pochi minuti o al massimo un'ora a convincere una decal, qui siamo completamente fuori tempo. Ma meglio cosi'.







Tra l'altro le decals hanno un eccellente potere coprente, con il rosso delle hinomaru che non viene oscurato dal fondo verde scuro.
E il tutto SENZA utilizzare i fondi bianchi che le istruzioni Fujimi dicevano di usare sotto le coccarde (inutilmente, direi, dato che i colori sono molto saturi e pieni).
Quindi per una volta ottime decals Fujimi, al contrario del solito.





Dopo aver lasciato asciugare un po' il lucido Pebeo (che e' molto rapido ad essiccare), ho fatto un lavaggio ad olio e trementina con una tonalita grigio-verde chiara, che ha evidenziato un po' le pannellature e rimosso l'effetto glassato.
Le macchie non sono ricomparse e in compenso e' rimasto evidente il chiaroscuro dei pannelli.
Buono, buono assai....





Come si vede ho anche assemblato i tubi di scarico e iniziato a creare strie di fumi sul dorso dell'ala.
Il tutto con un beige molto diluito e lo Smoke, entrambi Tamiya.



E ora: ce lo metto o no un trasparente opaco sopra? mah? e quale??  :-? :-? :-?

 euro :

8/9/2017 20:43
 alla fine si è risolto tutto, direi che sta andando bene:-).
io uso il trasparente opaco gunze ma ogni tanto viene fuori una patina bianca, sarà la diluizione sbagliata...

 fabrizio_1960 :

8/9/2017 21:34
  Meno male! Sarebbe stato veramente un peccato, le tue scrostature mi sono piaciute tanto, l'aereo è bellissimo e tutto questo lavoro merita soddisfazione!

 ABC :

8/9/2017 21:59
 Ottimo Ale, modello salvato alla grande. A breve quindi avro' il piacere di vederlo completato.

Per il trasparente..... se non vuoi un effetto troppo opaco direi Gunze, altrimenti potresti provare il nuovo AK (guarda il wip dell' Avro Anson di pixi).

Alessandro/ABC :-) :-) :-)

 Righettone :

8/9/2017 22:53
 Come recitava una bella canzone di De Andrè .......dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior......di loto   <img src=" border="0" />
Stavi per commettere un misfatto e invece.........datte da fà Alessà ! che viè su bene.

Ciao    Enrico

 matte :

9/9/2017 01:38
  Caro Dottor Tagliati, lo sapevo che avevi le capacità per uscirne fuori, complimentoni per come hai "salvato" il gekko, ne valeva la pena di provare :-)

 Icepol :

9/9/2017 09:50
  Bel lavoro, bellissima ricerca storica ed ottimo salvataggio!!!!!..........vuoi mettere la soddisfazione?!! ;-)

Ciao

 adlertag :

9/9/2017 22:36
  Mi era sfuggito tutto!
E poi sarei io quello che lo fa strano :)
Buon per te che l' hai ripreso per i capelli
Riccardo

 Paolomaglio :

10/9/2017 08:04
 Il mio consiglio è questo: aspetta giornata sciutta.
Poi trasparente Tamiya semilucido sui motori e opaco o semilucido sul resto, in ogni caso diluito solo ed esclusivamente con Laquer Thinner, Tamiya tappo giallo o Gunze/Mr. Hobby. Evita l'umido perchè gli opachi reagiscono con lacqua e creano patina bianca, lo dico perchè qui oggi finalmente piove.

 euro :

10/9/2017 11:25
 ah vabbè se si tratta di evitare le giornate "umide", sei a cavallo tanto a Livorno non piove mai :-D :-D :-P :-P
Vai grande Ale!!
;-)

 lananda :

10/9/2017 11:40
 ...insomma alla fine hai salvato capra e sushi....la tenacia viene premiata!

 euro :

10/9/2017 13:41
 
Quote:
euro ha scritto: ah vabbè se si tratta di evitare le giornate "umide", sei a cavallo tanto a Livorno non piove mai :-D :-D :-P :-P
Vai grande Ale!!
;-)


Mi sono reso conto solo ora, sapendo dal telegiornale della tragedia che ha colpito Livorno, di aver fatto una gaffe epica!!! Livorno mi è rimasta nel cuore, spero riescano a risolvere
chiedo scusa a tutti!!!:-( :-( :-( :-(

Sto chiamando Alessandro su whatsapp, spero risponda quanto prima

 Cesko :

10/9/2017 14:20
 Gran recupero! 😎

 Oberst_Streib :

10/9/2017 14:41
 
Quote:
euro ha scritto:
euro ha scritto: ah vabbè se si tratta di evitare le giornate "umide", sei a cavallo tanto a Livorno non piove mai :-D :-D :-P :-P
Vai grande Ale!!
;-)

Mi sono reso conto solo ora, sapendo dal telegiornale della tragedia che ha colpito Livorno, di aver fatto una gaffe epica!!! Livorno mi è rimasta nel cuore, spero riescano a risolvere
chiedo scusa a tutti!!!:-( :-( :-( :-(

Sto chiamando Alessandro su whatsapp, spero risponda quanto prima


Tranquillo Vincenzino, nessuna gaffe, solo che potresti essere scambiato per Lo Jellatore, non e' passata qualche ora da che hai gufato che e' venuto un nubifragio.....  :-P :-P :-P
Comunque io tutto bene, tanta pioggia (nel secchio che ho in giardino ce n'erano 33 cm  :-o :-o :-o :-o
Nessun danno, nemmeno alla cantina.
In altre zone invece allagamenti tremendi, ma legati alle esondazioni dei torrenti della zona sud della citta'.
:-(

 euro :

10/9/2017 14:50
 
:-) :-)

in quella zona ci sono sempre stati allagamenti durante precipitazioni abbondanti, ricordo appunto via Nazario Sauro come un fiume in piena:-( :-(

 Oberst_Streib :

10/9/2017 15:00
 
Si appunto, il problema grosso e' stato che ha piovuto moltissimo in poche ore e i torrenti, completamente in secca fino a ieri, e pieni di detriti, hanno fatto un'onda di piena enorme che ha spazzato via tutto intorno al loro alveo.
La stessa cosa accaduta a Genova negli scorsi anni e accaduta anche a sui paesi delle Apuane, nel Salernitano, ecc. negli anni passati.

Poi ovviamente, a causa della quantita' di acqua caduta, allagati garage sotterranei e cantine, ma niente di strano.

Il giorno che capiremo che il suolo va usato diversamente.... anche i popoli della preistoria facevano le case sulle palafitte, e noi facciamo le "taverne abitabili" in citta'....
Scusate lo sfogo, ma da laureato in Geologia certe cose mi vanno giu' storte.
:-(

 euro :

10/9/2017 15:05
 eh già!!:-( :-(

 Oberst_Streib :

10/9/2017 18:31
 
Ok, finito, meglio del previsto.  Ecco qua il

"Nakajima Tipo 2 (J1N1-R) del Tainan Kokutai,
Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu, basato a Rabaul nell'ottobre 1942"

L'aereo dovrebbe essere stato pilotato dal Juni = Warrant Officer Ono Satoru con osservatore Kawasaki Kinji e radioperatore Sawada Nobuo (entrambi Itto (Koku) Heiso = (Air) Petty Officer First Class) almeno per la missione di ricognizione su Guadalcanal del 14 Ottobre.
In una precedente missione un aereo identico era stato abbattuto su Port Moresby da un P-39 del 41st FS dell'USAAF.

Dice la poca letteratura in merito che questi aerei, che a quanto pare erano 3 e delle primissime serie, erano caccia pesanti J1N1 convertiti a ricognitori J1N1-R con l'installazione di una o piu' fotocamere (presumibilmente ventrali, sfruttando le finestrature ventrali dell'aereo stesso). Dell'installazione delle fotocamere non ho trovato immagini.
Sempre presumibilmente, l'armamento di questi aerei era in parte ancora non rimosso e quindi ho mantenuto le torrette retraibili presenti nella gobba.

La V in coda identifica appunto il Tainan Kokutai (lo stesso reparto dove militera' a lungo Sakai Saburo)



















L'antenna e' in lenza da 0,12 mm, ma non mi piace troppo. Il mio caro vecchio filo d'acciaio armonico temprato mi piace di piu'.
Ribadisco, a scanso di equivoci, che le assunzioni artistiche fatte su questo modello sono innumerevoli, a partire dal colore verde, poi gli interni, le eliche (che non sono controrotanti, ma avrebbero potuto esserlo... dato che i primi esemplari uscivano con motori Sakae 21 e 22 e eliche controrotanti, per poi essere modificati e standardizzati sul solo Sakae 22) e cosi' via.

Lucidatura finale in Tamiya Gloss+Matt+X20 per dare una finitura satinata. Abbastanza bene, via.

 ABC :

10/9/2017 18:58
 Ottimo lavoro!

Se non avessi visto i passaggi intermedi non avrei mai immaginato le peripezie trascorse. Sei stato proprio bravo a rimediare al tutto.

Alessandro :-) :-) :-)

P.S. Inevitabile commento sulla tragedia appena occorsa a Livorno: sono architetto e sulle "taverne abitabili" la penso esattamente come te.
Piena solidarietà a chi ha perso affetti e beni.

 euro :

10/9/2017 19:11
 ottimo lavoro, davvero un ottimo lavoro!!!
:-) :-)

 Oberst_Streib :

10/9/2017 19:33
 
Grazie dei complimenti ragazzi, sono il miglior compenso per le fatiche del modellista!  :-)


Quote:
ABC ha scritto:
P.S. Inevitabile commento sulla tragedia appena occorsa a Livorno: sono architetto e sulle "taverne abitabili" la penso esattamente come te. Piena solidarietà a chi ha perso affetti e beni.


Ale, e che te lo dico a fare? Tu architetto, io geologo, e abbiamo a che fare con situazioni dell'edilizia urbana che farebbero raccapriccio pure a un bambino da quanto e' ovvio che siano destinate al peggio.
E ti dico pure che: Ho visto "case" che voi umani... citando il caro Roy Batty....
Quando io e famigliola abbiamo cambiato casa 4 o 5 anni fa, abbiamo visto circa 100 (!!) case.
Non ti dico cosa hanno cercato di propinarci:
Case piu' grandi nel sottosuolo che sopra, "abitabili, s'intende", ma col soffitto di 2,30 metri nella "cripta".
Case con il secondo piano alto 2,10 (due metri e dieci :-o :-o :-o ) e il tetto spiovente al contrario, verso il centro della casa ("ma guardi che finestroni che ci sono !!").
Case di 200 mq (e relativo prezzo, circa 500000!) ma di cui solo 60 mq hanno l'abitabilita', "tanto il resto poi si condona!"  :-( :-( :-( :-(
Case costruite piu' in basso del livello dei torrenti.... destinate a fare la fine che abbiamo visto....

 Franz11 :

10/9/2017 21:21
 Bel lavoro alla fine. Complimenti.
Personalmente le scrostature sul bordo d'attacco non le avrei fatte ma è solo questione di gusti. Il verde cosi' é inusuale ma non malvagio.
Ancora complimenti.

 Oberst_Streib :

10/9/2017 22:09
 
Quote:
Franz11 ha scritto: Bel lavoro alla fine. Complimenti. Personalmente le scrostature sul bordo d'attacco non le avrei fatte ma è solo questione di gusti. Il verde cosi' é inusuale ma non malvagio. Ancora complimenti.


Grazie Franz!
In merito al verde, sarei curioso di sapere quale verde non e' inusuale, in questi casi.... ho letto tutto e il contrario di tutto sul colore di questi J1N. Quale potrebbe essere un verde piu' corretto?

Per le scrostature sul bordo d'attacco, mi sono basato su questa foto sotto, che forse raffigura proprio quel velivolo, o forse anche no.
In ogni caso, ovviamente le scrostature su un bordo d'attacco ci sono solo dopo un periodo d'uso e quindi anche senza scrostature il modello e' storicamente corretto. E qui si entrerebbe in un complesso discorso sul realismo dei modelli...
:-) :-) :-)



(Immagine inserita a solo scopo di discussione storica e modellistica)

 Undicesimo :

10/9/2017 22:36
 Bello e basta ...   :-o :-o :-) :-) bella e intetessante anche tutta l'introduzione ... 

 pixi :

10/9/2017 22:50
  B R A V I S S I M O , benvenuto tra i duri che non mollano :-P

 marcellodandrea :

10/9/2017 23:20
 Ottimo lavoro, compliementi :-)

 matte :

11/9/2017 03:21
  Bravo Ale, un gekko bellissimo, a mio modo di vedere...... :-)

 Paolomaglio :

11/9/2017 07:05
 Bella realizzazione di un soggetto molto ostico in questa scala. Mi piace in particolare come hai evidenziato le pannellature con una tinta più chiara, un effetto che spesso non riesco a ottenere.

Sulle scrostatute sul bordo d'attacco: tutti gli aerei ne soffrono e si cerca di rimediare come si può: sull'F-16 e AMX si applica una vernice "gommata" che meglio resiste all'attrito ma in compenso fà appiccicare ugni sorta di sporcizia, i liner come anche il Draken hanno il bordo d'attacco il metallo lucidissimo, così non si deve stare a ritoccare di continuo la vernice. Sul Viggen ci mettevano del nastro adesivo! Nella WWII il problema era dovuto più che all'attrito ai lanci di pirtrisco e di vegetali causato dalla rotazione delle eliche, basta guardare la foto qui sopra, quando le eliche cominceranno a girare parte di quegli steli di erba secca saranno falciati e scagliati contro il bordo d'attacco picchiettandolo di brutto! Bene così, ottimo lavoro!

 Oberst_Streib :

11/9/2017 21:54
 
Troppo buoni Ragassi, troppo buoni con me ma piu' che altro con il kit Fujimi che proprio... vabbe' lasciamo perdere...

Pero' ho un quesito per gli Experten, anzi i Sensei visto che siamo giappo.
Di che colore e' la parte inferiore dell'asta di supporto del pitot che si vede sotto il naso dell'aereo nella foto sopra?
Potrebbe essere rossa, no? e avrebbe senso come avviso di pericolo per chi ronza li' intorno.

Beh, io l'ho dipinta cosi' sul modello, altra ennesima licenza poetica: vi torna?

:-D :-D :-D

 lillino :

11/9/2017 22:29
 Grande Alessandro ottimo recupero alla fine è venuto un bel modello  :nerd:

Complimenti per come hai superato tutte le difficoltà incontrate per il bel risultato e per aver terminato la campagna 

 Oberst_Streib :

10/1/2018 23:43
 Foto selezionata per la Campagna:



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