Forum : Trasporti 2016

Soggetto : carboniera Bethia 1783, scala 1:110 FINITO foto votazione

 marcellodandrea :

23/2/2016 23:50
 

Per questa campagna pensavo di fare un'altra nave, il mercantile Bethia, varato nel 1783 e utilizzato nelle rotte del mare del Nord come nave carboniera o per il trasporto legname. Nel 1787 fu acquistato dalla Royal Navy, ribattezzato HMS Bounty, armato con 4 cannoni e una diecina di colubrine e spedito nei mari del sud per il trasporto di alberi del pane dalle isole del Pacifico alle Indie occidentali. Come è noto quella spedizione finì male con il famoso ammutinamento.

Come kit di partenza ho scelto il vecchio modellino della Revel, (del 1956 o giù di lì e li dimostra tutti gli anni che ha) anche perché era disponibile e un negozio di Foligno me lo ha gentilmente fatto avere lo scorso gennaio.



I pezzi dentro sono abbastanza bruttini, ma a me interessava solo lo scafo. In effetti la mia idea è di utilizzare lo scafo in plastica con le modifiche necessarie (a fare il Bethia partendo dal Bounty) e poi di costruire tutta l'attrezzatura (alberatura, pennoni e sartiame) come su un normale modello in legno.



In pratica questo è il 90 % del materiale che utilizzerò della scatola  (più il quadro di poppa, i giardinetti laterali, la statua di prua, forse la ruota del timone e poco altro; beh, sembra poco, ma lo scafo in legno richiederebbe un tempo di lavorazione assai lungo: mi piacerebbe che chi ha provato, in passato, a fare una nave in legno e poi ha lasciato perdere, trovasse in questo wip un'idea per fare un passo avanti, sfruttando uno scafo in plastica già fatto e provando a fare l'alberatura in legno).



La prima cosa da fare è abbastanza ovvia. Il Bethia era disarmato e perciò i sabordi dei cannoni sul cassero vanno chiusi.



Sul lato interno, quelle lunghissime cavigliere con caviglie simulate da "stecchini" verticali sono del tutto di fantasia, sia sul Bethia che sul Bounty. Vanno asportate e poi rifatte a tempo debito.



In pratica si liscia tutto e si chiude




Il ponte di coperta mostra differenze importanti tra Bethia e Bounty. Il ponte in plastica di sotto è quello del modello del Bounty, il disegno sopra è il ponte del Bethia tratto dal libro di John McKay : The Armed Transport Bounty (Anatomy of the Ship). L'autore riporta un certo numero di disegni del Bethia tratti dai disegni di ammiragliato utilizzati per modificare la nave nel successivo Bounty. In effetti, nel sito del National Maritime Museum di Greenwich, ci sono diversi disegni originali del Bounty disponibili anche in rete, ma non ci sono quelli del Bethia, perciò non resta che fidarsi dell'autore del libro (per altro la collana Anatomy of the ship è considerata usualmente affidabile).

In verde le (parziali) corrispondenze. Le croci rosse indicano i dettagli da togliere.




Il ponte in alto è quello del modello, completamente lisciato e con i paiolati asportati. Il ponte centrale è in compensato da 0.5 mm ed è rifatto sul disegno del ponte di sottocoperta del Bethia (il disegno è quello in basso, sempre tratto dal libro di McKay).  Provo a fare la sottocoperta perché vorrei fare il modello waterline, ancorato ad un molo mentre carica carbone, di conseguenza mi serve il boccaporto di sottocoperta (dove va a finire il carbone che scende giù da uno scivolo).



Sostanzialmente qualcosa del genere:
(brigantino Elizabeth Jane 1817, The Royal Gazette)




Per finire, ho cominciato a ricoprire il ponte di coperta, in precedenza lisciato, con listelli di tiglio da 0,5 x 3 mm incollati con attack. Il tavolato è "ogni 5", comune sulle navi inglesi, cioè su linee parallele le linee di giunzione delle tavole si ripetono ogni cinque file.




link alla galleria

 dj :

24/2/2016 08:13
 Finalmente !!... ho atteso quasi con ansia la tua partecipazione in questa campagna (visto l'argomento trattato su qualche altro sito ;-))
Un soggetto molto bello e intrigante, per certi versi inusuale rispetto allo scontato Bounty.
Sono contento che la compagine "marinara" aumenti.
E' scontato ma lo scrivo lo stesso ... ti seguo

Ciao Giuseppe :-D

 marcellodandrea :

24/2/2016 11:12
 Sì ho iniziato a fare ricerche sul Bethia aprendo un topic sul sito di betasom perché cercavo qualcuno che potesse avere i disegni del libro di McKay. E infatti ho trovato qualcuno che ce l'aveva. Lì forse c'è una discussione un pelino più dettagliata sulle questioni storico/tecniche preliminari.

 Alle :

24/2/2016 21:38
  Mi sembrava che mancasse ancora qualcuno... :-D
Bel progetto, bello ed interessante; sono curioso di vedere come viene l'accoppiata legno-plastica.

 alcione :

24/2/2016 22:26
 Abile e arruolato :-P
ciao,
Francesco :-)

 yamato01 :

25/2/2016 01:25
 che figata

 marcellodandrea :

26/2/2016 22:59
 Il ponte di coperta completato, con una chiodatura simulata con la punta di un lapis, poi da lisciare con la carta abrasiva (così è troppo evidente).




Ho rifatto in plasticard da 1x3 il bordo degli osteriggi sul ponte (il primo e il terzo sono scalette di accesso abbasso, quello centrale è il pozzo di carico della stiva). Ho incollato il ponte al semiscafo di dritta, poi ho tagliato lo scafo un paio di millimetri sotto la linea di galleggiamento (si sovrappone il semiscafo al disegno tratto dal libro di McKay, tracciando la linea di galleggiamento). Nella foto il semiscafo di sinistra è solo appoggiato.

I parapetti laterali del cassero (lo specchio di poppa non è ancora ricoperto perché le due metà sono separate, prima vorrei fare la sottocoperta) sono ricoperti di listelli di noce da 0,2x3, in pratica quelli sottilissimi per il secondo fasciame. Ho tolto anche ogni altro dettaglio lungo il capodibanda a parte per il momento i due apostoli a prua (in mezzo ci passa il bompresso), perché quelli presenti erano relativi al Bounty (e pure piuttosto brutti).




Il disegno successivo è il ponte di coperta del Bethia, tratto dal libro di McKay (ho combinato insieme due parti, lungo la linea scura verticale). Questo è il mio disegno di riferimento (oltre le viste di profilo e pianta, ovviamente). Per chi ha un minimo di familiarità, penso si noti abbastanza chiaramente la somiglianza tra l'attrezzatura del Bethia e quella dell'Endevour, la nave del cap. Cook. Anche l'Endevour, all'inizio della carriera, era un mercantile per il trasporto del legno o carboniero e si chiamava Earl of Pembroke, prima di essere acquistato dalla Royal Navy, armato e attrezzato per i viaggi di esplorazione. L'Endevour era sensibilmente più grosso del Bethia/Bounty ma, siccome esiste ugualmente una scatola Revell dell'Endevour, sarebbe un buon candidato per essere costruito seguendo la tecnica "mista" (plastica/legno) che suggerisco in questo wip.





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 marcellodandrea :

1/3/2016 19:32
 Riguardo il ponte di sottocoperta, mi sono limitato a fare la parte centrale, al di sotto del boccaporto di carico e delle scalette.  Questa parte è tutta in legno, il ponte è in compensato da 0.5 mm di spessore e il tavolato in listelli da 0.2 (o forse 0.3, non so).




Ho simulato la stiva e l'ho riempita di sassolini per le massicciate da modellismo ferroviario in scala HO. Dipinti di nero, dovrebbero assomigliare abbastanza al carbone. Il ponte intorno sarà un po' sporcato con polvere di carbone. Il boccaporto sta esattamente al di sotto di quello sul ponte di coperta ovviamente.




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 corale :

1/3/2016 22:09
 Stupendo e originalssimo!

Quanti velieri sono passati su M+?

 marcellodandrea :

3/3/2016 23:05
 Il colore del ponte di sottocoperta non mi piaceva, il fatto è che mi erano rimasti solo quei listelli lì abbastanza sottili per farlo (da anni ormai), purtroppo senza negozi vicini non si può fare sempre tutto come si vuole. Comunque, ho preferito dipingerlo in acrilico con un tono più grigio-beige, più qualche invecchiamento. Tutte le colonnine sono alte circa 1,8 cm, stando almeno ai disegni in scala. I sacchi (di carbone? comunque su un mercantile ci possono stare) sono in milliput (anche questo è vecchio di un paio di anni ma lo conservo avvolto in pellicola da cucina e immergendolo ogni tanto in acqua, per cui si è conservato) poi dipinti sempre ad acrilico. La botticella è un accessorio in legno per il modellismo navale. Ho dipinto tutto il "carbone" in grigio scuro/nero.






Ora mancano le scalette poi si può incollare tutto al ponte di sopra. Dalla coperta non è che si vede gran ché, ho fatto solo quanto basta per arredare lo spazio visibile dal boccaporto centrale.

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 ilducaluca :

4/3/2016 01:39
 :-o :-o :-o
Complimenti! Resa perfetta!

 dj :

4/3/2016 07:59
 Concordo con Luca ... ottimo realismo ...
Giuseppe ;-)

 marcellodandrea :

6/3/2016 12:40
 Ho fatto le scalette in legno ma in seguito le ho leggermente dipinte e sporcate. In questo caso non sono accessori per modellismo navale (esistono scalette già tagliate in legno, da montare, ma a mio parere sono sempre troppo grosse e fuori scala anche su navi in legno più "convenzionali"). Poi ho fissato la sottocoperta alla coperta al di sopra e alle fiancate di destra con colla epossidica.






Come appunto dicevo, da sopra non si vede quasi nulla (e in questa foto la fiancata sinistra non c'è ed entra luce anche di fianco, eppure è tutto scuro là sotto) ma si vede comunque il boccaporto della stiva al di sotto con il carbone, che è la cosa principale. Non è strettamente necessario mettere le scale, si potrebbero coprire coi paiolati, ma così mi sembrava meglio, in fondo sono in porto. Ora si può chiudere e fare l'esterno. Ho lasciato perdere l'idea di arredare la cabina del comandante dietro (che nel Bethia era molto grande, più grande di quella del Bounty dove quasi tutto lo spazio era stato destinato a stivare le piantine dell'albero del pane) , dal momento che nello specchio di poppa ci sono 4 finestre vere piccolissime ed una falsa centrale (nel kit Revell la finestra centrale è vera, cioè aperta, ma dal diario del cpt. Blight, quello del Bounty, risulta che era chiusa: nel Bethia dietro la finestra passa il timone della nave e quindi era chiusa per forza, sul Bounty poi ancora di più perché oltre al timone c'era lo scarico della nuova latrina del comandante). Mi limiterò a simulare il vetro e mettere alcune tendine.




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 marcellodandrea :

10/3/2016 23:20
 I profili dello sperone di prua e del dritto di poppa sui disegni del Bethia tratti dal libro di McKay (ma anche quelli del Bounty del NMM di Greenwich) sono leggermente diversi rispetto a quelli del modello e vanno corretti. Intanto si mettono alcuni spessori di plastica, poi da sagomare. Ho aperto lo spazio per la trinca di bompresso (in pratica il cavo che lega il bompresso allo sperone).






Avrei preferito evitare questa soluzione, ma non c'è scelta se si vuole un minimo di correttezza nello scafo. In pratica è necessario rifare il capodibanda del ponte di coperta e l'unica soluzione, perciò, è quella di tagliare via le murate del cassero, inserire un nuovo capodibanda sotto forma di un listello di plasticard, quindi riattaccare in un secondo tempo le murate.



A prua, oltre che risagomare lo sperone, bisogna inserire il dritto di prua (che regge il bompresso) e fare anche due fori per le briglie (del bompresso).



il modello con il capodibanda di dritta incollato.



Con entrambi i capodibanda incollati.









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 dj :

11/3/2016 09:51
 Ciao Marcello
credo che sporcherai anche il ponte di coperta di carbone ... tempo fa ho visto una foto di un porto australiano dove caricano le moderne carboniere. Era impressionante ... tutto il porto era invaso dalla polvere del carbone la cui estensione era visibile anche su Google Earth.
buon modellismo Giuseppe :-D

 marcellodandrea :

13/3/2016 15:21
 Un po' di polvere di carbone ci sarà, ma dovrò vedere a tempo debito.

Ho incollato di nuovo le murate del cassero sopra il capodibanda nuovo, aggiungendo poi la centinatura con altri listelli di plasticard.









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 marcellodandrea :

16/3/2016 19:36
 Ho aggiunto una serie di bittoni lungo il capodibanda su tutta la nave (listelli plasticard 2x2).





A centronave (si confronti il disegno del Bethia riportato all'inizio del wip dal libro di McKay - quel disegno è una vista isometrica e l'ho messo perché riassumeva un po' tutto l'aspetto del ponte della nave; ma ricordo che nel libro, come in tutti quelli della serie Anatomy of the ship, compaiono ovviamente i disegni di profilo e in pianta da cui ricavare le misure) ci sono due battagliole che ho replicato con colonnine di plasticard 1,5x1,5 (con un piccolo perno di acciaio per irrobustirle) e un listello 1x2 al di sopra.



A prua ho cominciato a modellare la serpe (a sinistra, a prua: qui i listelli laterali sullo sperone devono ancora essere lisciati e abbassati con carta abrasiva). Ho messo anche il trincarino sul bordo a proravia del ponte di coperta (si vede sotto il capodibanda). In quel punto dovrò poi fare i fori degli occhi di cubia dove passa il cavo dell'ancora.



Qui la parte iniziale della serpe, ai due lati dello sperone, si vede meglio. I listelli sono già stati lisciati ed abbassati, affinandoli verso la punta.  Le due tacche sul capodibanda a prua alloggeranno le gru di capone (che sostengono l'ancora).

Più indietro a centro nave, le battagliole sono entrambe in opera.

Il cerchietto bianco sul mascone di dritta (sotto le prime due bitte) era previsto nel kit Revell e serviva per attaccarci l'ancora... ovviamente non esiste proprio e va chiuso.



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 marcellodandrea :

17/3/2016 18:58
 In attesa di aggiungere qualcosa, penso sia interessante dare un'occhiata ai piani originali del Bounty (ex Bethia) così come sono archiviati nel museo di Greenwich. Il link è questo (attenzione, al momento i link dei disegni nn. 1 e 4 sulla prima pagina non rispondono, ma tutti gli altri sono attivi). I disegni non sono grandi ovviamente ma comunque più grandi di quanto visualizzato nel sito web e se si salvano risultano abbastanza leggibili sul pc.

 marcellodandrea :

19/3/2016 00:18
 Ho fatto le gru di capone in legno perché non avevo un listello di plastica di dimensioni uguali (si tratta di dettagli tutti verniciati nel modello finale, quindi il materiale è di secondaria importanza), le carrucole all'interno sono due fettine di un tondino di plastica. Anche la copertura davanti è in plastica.




Nella foto successiva sono montati sugli scassi che avevo preparato sui capodibanda.

Si vede anche una piccola imbottitura (non so il nome) sulla parte più avanzata del ponte, dove scorreranno le gomene delle ancore, e gli occhi di cubia. Ho pensato un po' a dove mettere le cubie (cioè i fori dove scorrono i cavi delle ancore) perché bisognava decifrare un po' tutta la questione degli argani e relative manovre sul Bethia/Bounty. Il Bounty (e forse il Bethia, almeno secondo l'opinione di McKay e i disegni che riporta nel suo libro) aveva anche un argano verticale dopo l'albero di maestra, oltre che quello orizzontale a prua (si veda il disegno di riferimento che riporto all'inizio del wip).

I disegni di McKay (e anche quelli di altri successivi piani, come quelli di Lusci) riportano l'argano verticale solo sulla coperta ma è assurdo, alla minima trazione avrebbero sfasciato tutto il tavolato. In realtà l'argano verticale scendeva sempre sottocoperta e aveva una adeguata quantità di grossi bagli che lo ancoravano allo scafo.

Sui mercantili in genere era sufficiente l'argano orizzontale per salpare le ancore, che erano abbastanza leggere: l'argano orizzontale presuppone che le gomene arrivino direttamente sul ponte (e poi calino sottocoperta nel pozzo delle ancore da una qualsiasi apertura). Nelle navi da guerra le ancore erano più pesanti ed era necessario un argano verticale che (a differenza di quello orizzontale) poteva usufruire di una spinta su due livelli (sul ponte e sottocoperta): in questo caso le cubie (e i cavi delle ancore) arrivavano sottocoperta e sulle navi più grosse non erano queste ad essere manovrate dall'argano ma cavi più piccoli legati alle gomene (mi pare, a memoria, che si chiamassero messaggieri).

McKay inserisce l'argano verticale ma siccome questo è vicino ad alcune sovrastrutture (un lucernario e altro) ipotizza che fosse usato solo per carichi leggeri. Questo mi lascia perplesso, sarebbe il contrario del suo uso logico (e comunque lucernari e altre cosette si montavano e smontavano in pochi minuti se necessario). D'altra parte è logico e atteso (dall'utilizzo sugli altri mercantili) che ci fosse un argano orizzontale per le ancore.

Insomma, per concludere senza farla troppo lunga  penso che l'argano verticale sul Bethia forse non c'era (posso metterlo in un secondo tempo) ma siccome c'era certamente quello orizzontale, le gomene dovevano per forza arrivare in coperta. La situazione del resto è davvero molto simile a quella riportata per l'Endevour, quasi coevo (una nave sensibilmente più grossa e con ancore più pesanti ma sempre dotata di argano orizzontale).

Sullo sperone ho messo due listelli 1,5x1,5 della parte superiore della serpe. Il piccolo quadratino di paiolato in plastica era sul vecchio ponte del modellino Revell ed era presente anche nel Bethia.






Al di sotto dell'occhio di cubia ho messo i guanciali.



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 dj :

19/3/2016 12:38
 Ciao Marcello
bello il wip soprattutto per le spiegazioni del montaggio con i relativi termini "marinari" (come tuo solito) che mi appassiona ancora di più il seguire dei lavori ...
Se di tuo interesse ti posso fornire copia scannerizzata del modello in carta Shipyard in scala 1:96 del HMS Bounty. Tra le altre cose c'è la disposizione delle manovre della nave con altri interessanti piani costruttivi.
Volevo dirtelo prima ma ho visto che avevi già il kit Revell, però non si sa mai .... fammi sapere

Giuseppe :-D

 Andrea :

19/3/2016 13:00
 Questa cosa dei piani originali di costruzione delle navi mi è sempre interessata... ma all'epoca (XVIII - XIX sec.) gli architetti navali che elaboravano i progetti erano tenuti a consegnarli ad una specie di archivio centrale, oppure sono stati raccolti insieme molto dopo a scopo documentale-storico?

 marcellodandrea :

19/3/2016 15:10
 Sono sicuramente stati raccolti dai musei navali, ma se esistesse un archivio centrale nel senso che intendi tu non lo so, mi spiace.

 dj :

20/3/2016 14:11
 Marcello c'è posta per te :-D :-D

Giuseppe :-D

 enrico63 :

20/3/2016 15:14
 
:-) :-)

 marcellodandrea :

23/3/2016 15:20
 Ho fatto il timone in legno e simulato con stucco la guaina in pelle che chiudeva il foro sotto la poppa.



A prua ho completato la serpe con alcuni passaggi ulteriori








Nei disegni di McKay sopra la serpe non c'è nessuna polena (la piattaforma triangolare che a volte copre la serpe al di sopra, poteva essere chiusa o a paiolato - il termine polena si vede usare a volte per la statua di prua ma quella è, appunto, solo la statua di prua).

Per finire ho messo gli apostoli, in mezzo ai quali troverà alloggio il bompresso. Tutta questa roba era dipinta in nero, blu o ocra, perciò lavoro comodamente con la plastica.






Tutti  i listelli della serpe hanno un filo di sprue stirato che li decora esternamente.



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 alcione :

23/3/2016 17:50
 :-) :-)

Francesco :-)

 enrico63 :

23/3/2016 20:32
 Marcello, guardando le ultime foto mi viene un dubbio,,,,,ma non ti farà troppa differenza la finitura del fasciame in legno rispetto a quello di plastica??

 marcellodandrea :

24/3/2016 08:22
 Tutte le parti in plastica sono verniciate in nero, ocra o blu, come dicevo più sopra. I ponti sono al naturale.

 marcellodandrea :

27/3/2016 16:41
 Dietro l'osservazione di Enrico voglio ricordare una volta di più che ho deciso di fare questo modello così (plastica + alberatura in legno) per invitare, anche, quei modellisti che a volte hanno provato a fare velieri in plastica, a dettagliarli in modo più realistico e anche più vicino alla tecnica del modellismo navale in legno (prima di fare un ulteriore passo e provare a fare tutto in legno scafo compreso). Di conseguenza ho scelto una nave che evitasse problemi con la resa di un eventuale "legno naturale" del fasciame esterno e di tutti i vari dettagli da aggiungere o modificare sul ponte, essendo tutti più o meno dipinti in ocra e nero come era in uso sulle navi inglesi da metà '700 in poi.


Andando avanti, per mettere i parasartie (anche questi dipinti)  bisogna prima vedere quali manovre ci vanno. I disegni del libro di McKay per Bethia e Bounty sono uguali a questo qui sotto, che è un dettaglio dei piani originali per il Bounty al NMM di Greenwich.

Qui c'è un disegnino che ho trovato in rete con un minimo di  nomenclatura.  Le tre bigotte più piccole portano altrettanti paterazzi.

Le frecce rosse indicano un paranco (con dei bozzelli - che sono semplicemente delle carrucole di legno) all'inizio del parasartie di trinchetto e maestra dietro la prima landra, le frecce celesti un paterazzo alla fine del parasartie dopo l'ultima landra. Sul parasartie di mezzana ci sono tre landre ma apparentemente niente altro (però almeno un paterazzo l'albero dovrebbe averlo, stando al libro di McKay arrivava sul ponte all'interno della murata). Sempre sul libro di McKay (a meno che non veda male io) ci sarebbe un altro paranco sul parasartie di maestra, tra la quarta e la quinta landra, che si vede nei disegni in isometria ma non in quelli di profilo (o in pianta).




Per i parasartie ho preso quelli del modello (giusto per usare qualcosa del modello), lisciandoli completamente e portandoli a nudo (una semplice striscia di plastica rigida, c'erano le landre stampate ma erano bruttissime). Ho fatto gli alloggi per landre, paranchi e paterazzi e chiuso all'esterno con un listello di plasticard. I parasartie sono incollati, ma ci sono anche dei perni di acciaio per aumentare la resistenza alla trazione (verso l'alto, delle sartie).






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 marcellodandrea :

1/4/2016 23:27
 Sono andato avanti a fare la galleria di poppa e i giardinetti. Quelli del modellino sono bruttini:




Li ho rifatti portando a scala il disegno originale (le decorazioni le dovrò dipingere) e lavorando con striscioline di plasticard e sprue:







Poi ho montato la galleria di poppa limitandomi a dettagliare, con un occhio ai disegni del libro di McKay, quella del modellino originale:





Il giardinetto laterale deve alloggiare sulla fiancata, ma prima bisogna lisciare il fasciame in corrispondenza:





Per finire ecco tutta la poppa montata. Le decorazioni a ricciolo sopra la galleria sono tratte da due sfoglie di resina (residui di materozze di figurini).







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 marcellodandrea :

8/4/2016 21:23
 L'argano orizzontale del modellino è ampiamente sottodimensionato rispetto ai disegni originali. L'ho rifatto in vari materiali.
















I pezzi appoggiati sul ponte.




Il mio sistema per fare le gallocce  da applicare all'argano (almeno quelle molto piccole come queste, di 2-3 mm).



 La campana: è ampiamente documentata la presenza della campana all'altezza dell'argano orizzontale nei mercantili di fine '700 (ad es. vedi qui).






Tutta la struttura appoggiata sul ponte.



Mancano i blocchi della cremagliera dell'argano, ma l'unico modo per montarli precisi è farlo una volta fissato tutto sul ponte.




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 ilducaluca :

8/4/2016 21:24
 Mi fai venir voglia di fare una nave!!! :-o :-o :-o

 marcellodandrea :

9/4/2016 08:04
 Quote:
ilducaluca ha scritto: Mi fai venir voglia di fare una nave!!! :-o :-o :-o




era appunto questo lo scopo ... :-)

 alcione :

9/4/2016 17:48
 In fede mia, Signore, noto con particolare piacere
l'avanzamento della costruzione di codesto superbo
Vascello ( :-P ) al quale, confido, che le Loro Signorie vogliano pregiarsi di offrirgliene il comando.
Vs. affezzionato e incondizionato...etc.etc. :-D

Francesco :-)

 marcellodandrea :

9/4/2016 19:33
 Eh, magari fosse un vascello.... il Bethia era solo un modesto mercantile da legno e carbone. Ma spero sinceramente che faccia venire voglia a qualcuno di farne un altro (ce ne sono in plastica che sono buone "basi" per rielaborazioni/ricostruzioni come questo, oppure in legno perché no... :-) ).

 Cesko :

11/4/2016 07:17
 Un altro pezzo straordinario. sono curioso ed impaziente di vedere che ambientazione creerai per questo modello.

 marcellodandrea :

12/4/2016 23:22
 Per l'ambientazione avevo pensato ad un molo con una pedana per il carico del carbone (ho messo un disegno qualche post indietro). A dir la verità mi sono un po' pentito di aver fatto il modello a linea d'acqua, perché così il diorama occupa più spazio e io non ne ho molto a disposizione (il modellino intero su un paio di colonnine sarebbe stato più contenuto) ma ormai è così e quindi la scenetta è obbligatoria.

Qualche aggiornamento: il casottino è di legno rivestito in plastica (da dipingere come al solito).




All'estrema poppa, la barra del timone




qui appoggiata come sarà in opera




Il tronco maggiore del bompresso. Nei vari disegni che si vedono del Bounty, e anche nel libro di McKay, il bompresso finisce sopra il ponte, incastrato nella base di due grosse bitte che reggono una cavigliera. A mio parere è improbabile (ogni volta che lo guardo mi dico che non è possibile...): come fanno la trincatura e le briglie da sole a reggere la trazione verso l'alto del bompresso data dagli stragli e dai fiocchi?  perché per le continue sollecitazioni verso l'alto (e quelle verso il basso date di contraccolpo dalle briglie) l'albero finirebbe per fare fulcro sul dritto di prora (dove appoggia tra i due apostoli) e si scardinerebbe alla base (a sinistra). Normalmente il bompresso finisce sottocoperta e va ad incastrarsi sull'albero di trinchetto. Magari sbaglio, ma insomma mi sono fatto coraggio e anche qui nel Bethia ho fatto finire il bompresso sottocoperta. Sì è vero tra la base del bompresso e il trinchetto c'è un piccolo paiolato (cioè una botola ricoperta): non so se lo lascio o lo tolgo, con il bompresso che passa al di sotto non avrebbe molto senso, ma d'altronde contribuirebbe comunque a dare aria alla sottocoperta. Certamente sul ponte, là dove il bompresso va sotto, metterò le due grosse bitte e la cavigliera, perché è ovvio che contribuiscono a bloccare tutta la struttura, ma io penso che non fossero il blocco principale, per così dire.



I tronchi maggiori. Sì è vero sembrano sottili, ma sia i disegni originali che quelli del libro li riportano proprio così.  Sembra un po' presto per fare gli alberi, ma a me servono prima di tutto le posizioni precise dei colombieri e delle coffe, perché devo sistemare le landre (quelle che reggono le scalette, voglio dire) sui parasartie prima di dipingere le fiancate, e devo valutare la giusta inclinazione verso l'alto. Quindi monterò definitivamente gli alberi dopo aver dipinto lo scafo, ma per completare lo scafo devo avere le misure degli alberi.




Un sistema semplice per fare precise le teste di moro. Prima si fanno i due fori (che alloggiano i due alberi da connettere) e quando sono precisi ci si taglia intorno la sagoma della testa di moro (un semplice rettangolo). Sto facendo le teste di moro di plastica perché sono comunque dipinte di nero (e faccio prima, perché in questa scala sono piuttosto piccole e in legno sarebbero fragili e si steglierebbero con facilità).



L'asta di fiocco montata sul bompresso. Comunque l'albero non è fissato al ponte ancora, è ovvio. Anche qui si tenga presente che tutto il colombiere (cioè dove i due pezzi di albero si sovrappongono) è dipinta di nero. Comunque mancano ancora molti dettagli, prima di colorare.



Lo stesso davanti.



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 dj :

13/4/2016 14:23
 Ciao Marcello
il lavoro prosegue molto bene ed è molto interessante ed istruttivo seguirlo.
Ho fatto una piccola ricerca in rete e sia i modelli proposti, carta, plastica, legno nonchè i disegni originali del Bounty che anche tu hai postato si nota che il bompresso finisce sempre sopra il ponte incastrato da quelle grosse bitte da te menzionate che finiscono sotto coperta.
Io nella mia ignoranza avrei seguito il disegno originale e mi sarei accodato a tutti gli altri ma la tua tesi fa riflettere e molto.

Giuseppe  :-D

 euro :

17/4/2016 20:48
 il bello è che sembra pure facile da fare un lavoro del genere...:-o :-o :-o :-o :-D

Bellissimo lavoro
:-)

 Tunguska :

17/4/2016 22:09
 Un grande lavoro di dettagli....molto bello, veramente!

 dj :

18/4/2016 12:35
 Ciao Marcello
non so se conosci  questo forum ... sono presenti alcune foto del 2009 del HMS Bounty ricostruito in scala 1:1 per il famoso film con Marlon Brando del 1962, anche se dopo dopo l'ultimo restauro del 2007 la nave è stata leggermente modificata dall'originale (anch'essa in realtà era leggermente più grande).
Purtroppo nel 2012 è affondata durante  un uragano. C'è anche una foto della prua con il "famoso" bompresso .... trai tu le conclusioni.
Qui il link della storia del HMS Bounty "replica" del 1960.

Ciao Giuseppe ;-)

 marcellodandrea :

18/4/2016 13:47
 ciao Giuseppe

sì ho studiato quelle foto, ma poi ho deciso di fare finta che non ci fossero, per il semplice fatto che si tratta di una replica fatta per navigare oggi  (guarda la posizione degli occhi di cubia e il sistema di manovra delle ancore per esempio, che è tutto sottocoperta e rende inutile la replica dell'argano sul ponte) e quindi con attrezzature di sicurezza (e tecnologie) attuali, non del 1700. Non ho ancora studiato l'andamento delle manovre e su queste ancora non ti so dire (restando al Bounty e non al Bethia, così a occhio mancano i controstragli e le ragne, e le sartie mi sembrano troppo sottili, sulle sartie di trinchetto certo non c'erano le luci di posizione che qui invece ci sono, se non ricordo male nel diario del capitano Blight si parla del fatto che avesse fatto montare un velaccio di maestra e quindi forse non c'era quello di trinchetto... etc., ma poi si vedrà). Lo so che il bompresso finisce così a mezz'aria nella replica, ed evidentemente è anche abbastanza saldo, ma una cosa sono le corde (anche di acciaio) di oggi, una cosa quelle del '700; una cosa i sistemi costruttivi attuali, un'altra nel '700, e così via. Come dicevo, non ho notizie di altre navi con il bompresso montato così, neppure inglesi coeve, e quindi preferisco farlo come è in tutte le altre :-)

Però, se no non starei qui in un forum, se avete notizie diverse sono ben felice di valutarle, finché il bompresso non è montato definitivamente si fa sempre in tempo a rifare tutto (la comodità di autocostruire è che se è sbagliato, si butta via e si rifà...). :-)

ciao grazie :-)

 alcione :

18/4/2016 18:52
 Questo LINK ,al post 197, sembra
essere interessante, visto che si tratta di un modello detto " arsenale ".
ciao e buon vento,
Francesco :-)

 marcellodandrea :

18/4/2016 19:22
 Sì vedo, grazie della segnalazione. :-)

Modello molto bello, in scala "un tantino" più grande di questo e a vista (arsenale). Una nave di metà '700, abbastanza piccola da essere (parzialmente) comparabile con un mercantile. Il bompresso va sottocoperta e finisce su una grossa tavola verticale tenuta in posto da due grossi bittoni (e dai rispettivi bagli, sopra e sotto). Non è chiaro se prosegue dietro fino al trinchetto ma forse no, se si osserva il foro di incastro del bompresso nel tavolone verticale (foro più piccolo del diametro del bompresso) in una foto precedente.

L'insieme però ha l'aria assai più robusta di quello che potrebbe essere il semplice allestimento "sul ponte" del bompresso del Bethia/Bounty: per i bagli che bloccano la tavola, e quindi l'incastro, sia sopra che sotto; per l'altro grosso baglio che blocca ulteriormente il bompresso appena a proravia del tavolone di incastro (infine perché il bompresso entra in un foro sul dritto di prora, non è semplicemente appoggiato sopra, anche se questo poi conta poco nella resistenza complessiva).

Che dire... in ogni caso, il bompresso finisce sottocoperta anche in quella nave   :-)  :-)  :-)

 alcione :

19/4/2016 18:17
 Bounty
il bompresso è sovraponte !!!
ciao,
Francesco :-)

 marcellodandrea :

19/4/2016 20:30
 Sì quello è la versione in grigio dei disegni originali (a colori) del Bounty conservati al NMM di Greenwich. L'ho inserito anche qualche post più indietro ed è quello che sto seguendo (anche in pianta) per confrontare il modellino.

Nel disegno il bompresso è inserito (si direbbe, per analogia) in uno scasso di una tavola sistemata tra due grosse bitte verticali davanti al trinchetto.

E' appunto su quel disegno che esprimevo i miei dubbi.

(oltre tutto, due parole sui colori: nel disegno originale le grosse bitte alla base del bompresso sono rosse, così come molti dei dettagli aggiunti sul Bethia per modificarlo in Bounty, ad esempio tutte le stive per contenere gli alberi del pane sono ugualmente rosse; stando ai colori, le bitte sarebbero state aggiunte sul Bounty).

Tuttavia, McKay è stato un testimone oculare dei disegni originali e li avrà consultati tutti, non solo quei due pubblicati sul sito web del NMM di Greenwich, per scrivere il suo libro. Se ha messo la stessa sistemazione anche sul Bethia, vuol dire che ha visto realmente così sui disegni. Su questo possiamo stare abbastanza tranquilli.

Il punto è: quella sistemazione è realistica o no? Cioè ha la possibilità di funzionare (=reggere senza sfasciarsi) oppure no?

In prima battuta sospettavo di no.

Su grosse navi da guerra il bompresso finisce sempre sottocoperta ed è bloccato in modo piuttosto robusto  (si consideri che lo straglio di trinchetto è agganciato al bompresso e a volte anche quello di maestra..., cioè in pratica è l'albero di trinchetto tutto intero che sta attaccato al bompresso tramite lo straglio; sì la trincatura bilancia la trazione, ma insomma è sempre una bella trazione, soprattutto se con le vele al vento...).

Però, però... nessuno saprà mai se il Bethia aveva questa sistemazione o no con assoluta certezza, ma sul sito del NMM ci sono anche altri disegni originali di navi mercantili, e forse altri ne trovo in giro in altir musei.

Se una sola nave è troppo poco, due sono un indizio e tre sarebbero una prova...

ok, me li spulcio per bene (gli altri disegni che riesco a trovare) , poi vi faccio sapere  :-)  


PS stavo facendo i tronchi principali degli alberi coffa compresa perché mi servono per l'orientamento delle ladre come dicevo in precedenza. Ma ormai che ci sono gli alberi li finisco.  Poi se è il caso rivediamo il bompresso.

 marcellodandrea :

23/4/2016 21:36
 Prima di vedere il bompresso, qualche aggiornamento sul resto dell'alberatura (le misure di coffe e alberi sono quelle del libro di McKay). Nelle foto gli alberi sono semplicemente calati dentro gli alloggi ma non sono fissati ovviamente. Le foto sono autoesplicative, più o meno...








Si consideri che tutta la parte che va dalla base delle maschette alla testa di moro è dipinta di nero (salvo la superficie superiore della coffa).





Ugualmente dipinte in nero sono le crocette tra gabbia e velaccio, qui sono molto piccole e farle in plastica è la cosa più semplice.












E veniamo ora alla questione del bompresso. Come è il disegno NMM del Bounty (e, dando fiducia a McKay) del Bethia, lo sappiamo già.

Nel medesimo sito del NMM di Greenwich ci sono altri piani di mercantili di fine '700. A dir la verità non li avevo guardati bene. Se si ingrandiscono, ecco quello che si vede in due di questi:

(dettaglio di disegno di mercantile senza nome del 1790, tre alberi da 90 piedi)



La linea del ponte di coperta è quella rossa sottile che corre orizzontale a livello delle landre. Il bompresso finisce sopra il ponte, a ridosso di due grosse bitte che, probabilmente, reggono il solito tavolone dove si incardina la base dell'albero.

Ancora:

(dettaglio di disegno di nave mercantile, Pilgrim, 1787, tre alberi da 90 piedi)



La situazione è identica a quella della nave precedente.


A questo punto sono costretto a fare il bompresso del Bethia come risulta dal disegno. Ma continuo ad avere tutti i miei dubbi sull'effettiva tenuta della struttura. Più ci penso e più sono convinto che dovessero riparare continuamente lo scasso alla base del bompresso. 

Comunque, ho rifatto tutto quanto. Intanto il blocco orizzontale della cavigliera tra i due bittoni. Per farla precisa, ho incollato tre pezzi di listello tagliati a misura su un altro listello intero (poi si liscia etc. infine tutta la struttura è verniciata). Qui c'è solo il foro della caviglia centrale.




Appoggiata sulla struttura a cui appoggia il bompresso. I due bittoni laterali hanno una carrucola (un tondino di plastica) all'interno.




Appoggiato in posizione, a prua.



link alla galleria

 marcellodandrea :

3/5/2016 19:40
 Ho tracciato la direzione delle landre facendo partire un filo dalla coffa di ogni albero...  Le bigotte sono normali accessori per modellismo navale in legno con diametro 3 mm. Le catene delle landre sono simulate con normale filo stirato con cera vergine di api (per pulirlo dai peluzzi) e incollato. Una volta verniciate non si vedrà nulla.







Sempre un po' perplesso, ho seguito quanto risulta dai disegni e sistemato le bitte e il tavolone a cui si incardina il bompresso. Le due gallocce sono di plastica: comunque erano minuscole per farle in legno, se le dipingo in legno naturale poi con i cordami avvolti si noterà poco la differenza.




La polena è quella del modellino Revell, visto che era sostanzialmente simile a quella raffigurata nel libro di McKay. Dal diario del cap. Blight risulta che ad un certo punto la fece dipingere a colori naturali, quindi presumo che nel Bethia fosse colorata in giallo ocra.




A poppa ci sono due buttafuori (uno per parte) a cui arrivano le scotte di maestra.



Subito dietro il parasartie di trinchetto c'è un passacavi e una galloccia corrispondente sul ponte



A questo punto ho mascherato l'interno e dato una mano di primer
















La parte interna delle murate dovrò dipingerla a pennello, sarebbe quasi impossibile mascherare considerando tutti i dettagli che ci sono. 
A questo punto, considerando che gli alberi sono pronti, dettagli a parte, penso sia utile cominciare a valutare la basetta e l'ambientazione, prima di dipingere lo scafo.  


link alla galleria

 Cesko :

5/5/2016 22:24
 Apprezzo molto i tuoi modelli, ma questo (forse per il fatto di essere decisamente desueto su questo forum) mi ha lasciato davvero a bocca aperta. Bellissimo.  :-o

 marcellodandrea :

8/5/2016 15:58
 Grazie Cesko, ma ci sono diversi altri bei modelli qui ...  :-)

Allora, ecco il bompresso (qui solo appoggiato) così come compare nel disegno del NMM. Ho i miei dubbi ma lo lasciamo così.
Ho messo le caviglie ancora non trattate nelle relative cavigliere sia sulle bitte dietro il bompresso che a centro nave. Sono pezzettini di tondino di metallo, ma la parte al di sopra della cavigliera deve essere ingrossata da una goccia di vinavil.




Ho fatto anche la basetta. La nave sarà ancorata a fianco di una banchina con, al di sopra, una pedana sopraelevata per lo scarico del carbone sulle navi. Poi deciderò se metterci qualcos'altro. La linea di galleggiamento del Bethia è all'incintone principale, diversi millimetri al di sopra di come è ora (l'unico riferimento che ho per questo sono le foto delle due ricostruzioni cinematografiche del Bounty, ma che sia all'incintone è normale). Prima di fare la basetta si controlla gli ingombri laterali dei pennoni delle vele, almeno di quelle di mezzana.



Insomma la scenetta dovrebbe assomigliare a questa stampa , in questa pagina web più o meno a metà, ma con uno scivolo per il carbone più simile a questo (datato 1817 - la terza o quarta immagine dall'alto della pagina web).

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 Franz11 :

19/5/2016 10:08
 Che dire!
Butto il mio veliero Heller sulla spazzatura in giardino.

Fantastico. E la tecnica mista mi pare dare eccellenti risultati. Complimenti.

Ciao

Carlo

 marcellodandrea :

19/5/2016 12:42
 No non si butta mai via niente. La tecnica mista dà buoni risultati a scale accettabili, il tuo per esempio è troppo piccolo per lavorarci come sul Bethia (ma questo era già chiaro in partenza, avevo consigliato le fotoincisioni per le sartie). Ripeto, mettilo da parte se vuoi, ma aspetta a disfartene, io ho riciclato con buoni risultati diversi modelli dopo aver digerito un po' di tecniche nuove.

 Franz11 :

20/5/2016 14:11
 Non butto niente, ho intenzione di finirla. Non ho fatto foto ma ho montato gli alberi e sto facendo molto lentamente il sartiame con filo elastico.
Purtroppo in questo momento viaggio molto e riesco a trovare pochissomo tempo e ho poca voglia.

Ciao

Carlo

 marcellodandrea :

22/5/2016 11:19
 Vediamo qualche progresso.   Un sistema semplice per allineare le caviglie almeno di sotto (e poi rifilarle di sopra)...





Le pompe di sentina sono tondini di plastica rivestiti con listelli, sempre di plastica (in corrispondenza sottocoperta ci sono ugualmente dei tondini dipinti in marrone scuro, si vedono appena dai boccaporti).





Le pompe montate, insieme alle cavigliere di maestra e a quelle sulle murate. Per le cavigliere di fronte all'albero di maestra ho seguito pari pari il disegno di riferimento (compresi quelli in pianta e di profilo ovviamente, per le misure) dal libro di mcKay, che compare anche all'inizio del wip.



Una vista della nave con un po' di attrezzature sul ponte, manca il timone.




La stessa con l'alberatura.




La scenetta con ill molo a destra sul quale andrà la pedana sopraelevata e lo scivolo per il carbone.  Ma devo fare la bacheca ora, prima di cominciare a lavorare sul diorama.




la testa delle caviglie è ingrossata con una gocciolina di vinavil.




Non avevo una ruota del timone diversa così piccola, quindi ho usato quella del kit Revell, ma ho rifatto i sostegni in plastica nella forma corretta.



La chiesuola della bussola (anima di legno rivestita di plastica come al solito) dietro l'albero di mezzana. La chiesuola non è fissata al ponte.



La ruota del timone in posizione, ma anche questa non è fissata. La ruota del timone è stata inventata in Inghilterra nel primo quarto del '700 e quindi qui ci va senza problemi. Se si trattasse di navi francesi o continentali ancora a metà '700 sarebbe meglio verificare la sua effettiva presenza.



Come avevo anticipato ho dato a pennello un fondi grigio medio a tutti i dettagli interni (in alcuni casi limitati si tratterà di strutture in legno scuro naturale sulla nave vera, ad esempio la ruota del timone: ma penso che si possa simulare senza problemi - per il resto sono tutti dettagli verniciati in nero o ocra).









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 Hoot :

22/5/2016 11:50
  Splendida.
Questa campagna trasporti è uno spettacolo
:-)

 euro :

24/5/2016 09:06
 bellissima!!:-o :-o

 marcellodandrea :

30/5/2016 19:49
 Il tubo di stufa della cucina, che sul Bethia è a sinistra del trinchetto (sul Bounty fu spostato a destra). Ho usato la carta per fasciare il tondino di plastica, impregnata di attack e lisciata.






link alla galleria

 marcellodandrea :

14/6/2016 16:12
 Ho fatto le fasciature dei fusi maggiori di trinchetto e maestra. Poi ho cominciato a fare la scenetta, preparando il "mare" di cartoncino da 3 mm e un capannone (di cartoncino rivestito di listelli di legno) da sistemare su un lato del molo. La bacheca è di plexiglass, è grossetta e farla di vetro sarebbe stato impossibile.















link alla galleria

 dj :

14/6/2016 16:51
 Ciao Marcello
la copertura in plexiglass è selfmade ?? In caso positivo come hai tagliato ed incollato le parti ?
Ciao Giuseppe  :-D

 marcellodandrea :

14/6/2016 19:26
 No, l'ho fatta fare :-)

 euro :

24/6/2016 17:32
 il diorama sarà bellissimo!!
:-o :-o

 marcellodandrea :

24/6/2016 21:18
 Grazie Euro, speriamo, vedremo :-)

Ho spulciato qualche illustrazione d'epoca per sistemare il molo.



Questa volta mi sono limitato a fare un po' di moto ondoso con il gel acrilico. Prima di mettere la nave devo avere un "mare" sostanzialmente finito, salvo aggiungere il gel per collegarlo con la nave, dipingere il bordo mancante e poi completare tutto con il vernidas.



Ho fatto un alloggiamento in mare anche per la scialuppa.



Anche per il capannone ho guardato qualche illustrazione d'epoca.









Penso qui si capisca perché non posso completare il molo con il terreno e lo scivolo per il carbone (e altri accessori) prima di aver finito la nave, altrimenti non riuscirei a lavorarci dal lato a terra.



link alla galleria

 dj :

26/6/2016 17:56
 Interessante e molto istruttivo anche per la parte storica che di ricerca che mi affascinano molto.
Daltronde questo è un aspetto molto importante per il nostro hobby che tu interpreti alla grande.
Ciao Giuseppe :-D

 marcellodandrea :

5/7/2016 23:14
 Le lanterne sono di legno e metallo, con l'intelaiatura in plastica




Poi una mano di nero tamiya ad aerografo all'esterno



con le bande giallo ocra dipinte a pennello (Policolor acrilici: un mix giallo ocra, carne dorata, terra d'ombra)




Tolte le mascherature si rifiniscono il ponte e anche i giardinetti e lo specchio di poppa





poi si invecchia un po' degradando il colore nero sulle fiancate con una schiarita a pennello secco (un mix nero + rosso mattone), qualche scorticatura marrone chiaro più che altro sugli spigoli e sui bordi del tavolato, un lavaggio blu e poi uno più selettivo verde (dove presumibilmente l'acqua tende a stagnare sulle fiancate, sopra gli incitoni) 









La ruota del timone è quella del modello, in plastica (la ruota è stata adottata dalla marina inglese nel primo quarto del '700, quindi a quest'epoca era già comune sulle navi). Un lavaggio verde è stato fatto anche ai bordi del ponte di coperta.






L'argano orizzontale è in legno, ma per uniformare l'effetto finale con le altre parti dipinte di nero l'ho ridipinto in color legno (Policolor beige più lavaggi selettivi con lo smoke Vallejo)




Ora vengono i problemi, perché bisognerà "decifrare" l'insieme di manovre fisse e correnti del libro di McKay (tenendo presente che sono riferite al Bounty). D'altra parte non posso montare gli alberi se prima non ho sistemato le attrezzature principali che partono dagli alberi, penzoli, bozzelli e paranchi che non potrei mettere dopo per il semplice fatto che il modello è troppo piccolo per poterci lavorare comodamente.


link alla galleria

 marcellodandrea :

16/7/2016 21:40
 Come dicevo, ci ho messo un po' di tempo per identificare le manovre che hanno bozzelli di rinvio sugli alberi o sullo scafo e che quindi, per comodità, era meglio mettere prima. Qualche foto a illustrazione dei progressi...

Il bompresso con quasi tutto in posto e ancora non verniciato (non è incollato allo scafo).



La coffa di trinchetto con un certo numero di bozzelli al di sotto per le manovre che imbrogliano le vele quando sono raccolte. I bozzelli sono troppo piccoli per trovarli fra quelli commerciali per il modellismo navale, così li faccio in plastica. In basso a sinistra sull'albero lo spessore di rinforzo dove struscia lo straglio di maestra: è in plastica ma l'albero basso sarà verniciato in ocra. 



I vari alberi con la dotazione di bozzelli etc.




Il bompresso verniciato (l'asta di fiocco è in legno naturale, qui non è visibile), con alcune manovre che poi saranno verniciate in nero (le manovre dormienti, cioè fisse, erano impeciate). Le briglie del bompresso (B) nel disegno con tutte le manovre dormienti del libro di McKay, partono erroneamente più avanti, ma in realtà sono sempre in corrispondenza dello straglio e del controstraglio di trinchetto (ovviamente, per avere due trazioni opposte). V indica i venti, cioè due sartie orizzontali dotate di bigotte circolari (come tutte le altre sartie), che fissano l'albero lateralmente (navi maggiori ne avevano anche 4).






Prima di dimenticarmene, ho messo le (come si chiamano non lo so) lamine di metallo che agiscono come blocco sulla cremagliera dell'argano orizzontale.



La nave con gli alberi finalmente incollati, ma sul diorama è solo appoggiata.



A questo punto ho montato le candelizze, che sono sostanzialmente delle piccole gru da lavoro. Ho utilizzato paranchi semplici e una sola candelizza per albero (nessuna sulla mezzana), in pratica quanto leggo su vari testi per le navi inglesi piccole e per il naviglio minore. In questo il libro di McKay mi aiuta poco perché lo stesso autore dice di essersi rifatto alle manovre generalmente in uso all'epoca. Sempre in riferimento alla marina inglese, le candelizze sono arridate sul parasartie, all'esterno della murata (su navi continentali erano anche all'interno).



La manovra scende dal paranco ad un bozzello di rinvio sul ponte e poi va alla cavigliera (ad una bitta sul trinchetto).



Ora posso cominciare a mettere le sartie basse, quelle alte con relative griselle (scalette) e i paterazzi. Anche queste manovre sono completamente verniciate in nero. Seguiranno i pennoni e tutto il resto ...  almeno spero  :-)

link alla galleria

 euro :

16/7/2016 22:17
 favoloso, sempre più bello!!
:-o :-o :-o

 enrico63 :

17/7/2016 21:17
 Sensa parole..........:-o :-o

Gran lavoro Marcello!!!!

 marcellodandrea :

22/7/2016 21:38
 Grazie :-)

Ho messo tutte le sartie basse, con refe navale e bigotte a tre fori da 3,5 mm.

Montando le manovre, la cosa migliore è applicare i medesimi sistemi (salvo qualche semplificazione dovuta alle dimensioni) utilizzati sulle navi vere, sia nella successione della messa in opera, sia nei sistemi di legatura, perché si tratta di metodi affinati in secoli di pratica e sono effettivamente i più semplici e resistenti.

Dunque le sartie si montano a coppie: 1-2, 3-4, poi la 5 è dispari e va da sola, alternando una coppia a sinistra e una a destra dell'albero (1-2 sx e 1-2 dx; 3-4 sx e 3-4 dx; 5 sx e 5 dx). Io personalmente stiro un po' il refe (che è molto elastico, se no poi si allenta), lo passo più volte su cera vergine di api (che toglie i peluzzi e lo stira), lego la prima bigotta, poi taglio il refe in modo che sia sufficiente per due sartie, infine lego la coppia in alto sul colombiere come mostrato in figura, facendo attenzione che la distanza della bigotta con la landra sia corretta (se proprio non è corretta, è meglio che sia leggermente più corta, perché una volta fissata si può stirare leggermente con cautela fino ad allungarla alla distanza voluta).




Poi si fissa con una goccia di colla e si abbassa, montando e mettendo in tensione la sartia. Sul web ci sono molte figure del modo di arridare le sartie al parasartie in basso (una ad esempio è questa).




Questo è l'aspetto del colombiere dopo aver montato tutte le sartie e averle dipinte di nero.



E' meglio lavorare con calma quando si sistema le distanze delle bigotte dal parasartie, perché soprattutto in modelli piccoli così è bene che le bigotte siano tutte il più possibile allineate.





Per finire ho messo i cavi del timone. Mentre facevo tutto questo ho danneggiato il fanale di sinistra, così l'ho tolto e ho ripulito. Lo rimetterò a lavoro finito.



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 Franz11 :

28/7/2016 21:56
 Resto in religioso silenzio in ammirazione del capolavoro.


Che dire: complimenti

Ciao

Carlo

 Cesko :

29/7/2016 11:42
 Ultimamente scrivo poco sul forum e tutti i miei modelli sono sospesi a tempo indeterminato per causa di tante rogne e mancanza di tempo, ma un minuto per dirti che sei un grande lo spendo volentieri.
Strepitoso !!!  ;-) ;-) :-o :-o 8-)

 marcellodandrea :

29/7/2016 15:31
 Grazie a tutti :-)   

Dunque ho messo gli stragli bassi e poi le sartie rovesce utilizzando questa volta bigotte da 2 mm. Poi le sartie di gabbia, con lo stesso sistema di quelle basse principali.



Straglio e controstraglio (anche sulla maestra) sono incappellati sopra le sartie principali. A stretto rigore tutta la parte che forma il "cappio" dovrebbe essere rifasciata (per aumentare la resistenza) ma qui la scala è troppo piccola.




Le sartie di velaccio sono senza griselle (cioè senza scalette).




La nave con le manovre dormienti quasi al completo (mancano i paterazzi di mezzana). Il controstraglio di maestra finisce sul trinchetto, una situazione presente su navi di rango basso e minori, su quelle più grandi andava al bompresso come lo straglio principale. Lo straglio di maestra scorre a destra del trinchetto, come è tipico delle navi inglesi. Tra stragli e controstragli di trinchetto e maestra c'è una legatura lungo tutto il percorso che devo ancora fare. L'andamento delle manovre fa riferimento in minima parte al libro di McKay, in parte ad alcune foto molto chiare di due modelli del Bounty presenti sul sito del National Maritime Museum di Greenwich, in buona parte a "La vela quadra" di S. Bellabarba (testo) e G. Osculati (disegni), una lunga serie di articoli pubblicati molti anni fa su una rivista famosa nel campo del modellismo navale (Navi e Modelli di Navi) e frutto di una ricerca piuttosto accurata compiuta, appunto, su tutti i modelli d'epoca presenti al museo di Greenwich. In questa serie di articoli si esamina l'andamento di gran parte delle manovre correnti e dormienti dal '500 fino ai primi dell'800, su navi inglesi e navi continentali con riferimento anche alle navi di rango più basso (fino al settimo) e a naviglio minore (come presumo sia il caso del Bethia).












link alla galleria

 marcellodandrea :

3/8/2016 23:48
 

Ho montato i paranchi per le drizze dei pennoni principali (frecce rosse) e di gabbia (bozzelli bianchi in alto). Ho montato anche le ragne (frecce gialle) che servivano a distanziare le vele di gabbia dalle coffe.




Nelle navi inglesi i penzoli dei paranchi delle drizze dei trevi (i pennoni bassi) sono fissati al colombiere tramite delle legature incrociate (frecce rosse) che vanno a due sostegni in legno sui lati del colombiere.


I paranchi delle drizze di gabbia. I bozzelli doppi fissati alla crocetta subito al disopra di quelli bianchi sono il rimando dei  caricamezzi e dei caricaboline di gabbia (due manovre che servono a sollevare i bordi inferiore e laterale della vela)



Ho messo infine anche i paterazzi alti.




Poi ho cominciato a preparare i pennoni delle vele. Per utilizzare qualcosa del kit originale e anche per risparmiare un po' di tempo, ho lisciato i pennoni del kit, verificato le lunghezze e poi ali ho attrezzati con quanto necessario.



Questi sono i pennoni di trinchetto e maestra, praticamente identici. Sono orientati con la parte superiore in alto. Il pennone più piccolo è il velaccio (vela di terzo ordine), in mezzo la gabbia (parrocchetto per il trinchetto), il trevo o pennone principale è quello in basso. I bozzelli marroni sono di legno e sono accessori per il modellismo navale, quelli bianchi sono in plastica e li ho fatti io (sono troppo piccoli per trovarli in commercio).



Tutti i pennoni (meno la randa sull'albero di mezzana) dipinti di nero. Mancano ancora i marciapiedi e qualche altra manovra che è meglio montare dopo.




A questo punto si può scegliere se montare le vele oppure no. Se non si montano le vele, i pennoni sono "a secco" e va bene quando la nave è ferma in porto per lungo tempo (in quei casi potevano smontare anche gli alberi alti). Ma nella situazione del diorama la nave sta caricando carbone vicino al molo, quindi è di passaggio e le vele sarebbe meglio metterle.

Data la scala, è improponibile fare vele di stoffa. Ho provato ad usare la pellicola trasparente per cucina, la uso in diverse situazioni. Si incolla bene con il vinavil e forma tante minuscole piegoline certamente più in scala di quanto farebbe la stoffa.

Ho cominciato a montare la vela del pennone di civada sul bompresso, per vedere come veniva e rischiare poco in caso di errori. La pellicola l'ho incollata al pennone, ho dipinto in beige chiaro ombreggiando al di sotto con marrone più scuro, aggiunto i marciapiedi e tutte le altre manovre.



Siccome si vede la statua di prua dipinta di ocra gialla, mi viene in mente di ricordare che nel diario del capitano Blight si dice che a causa dell'interesse mostrato dagli indigeni per la statua il capitano dette ordine di ridipingerla in colori naturali. Quindi presumo che originariamente fosse in giallo ocra come tutte le altre decorazioni.



Qui si vedono bene i marciapiedi sotto il pennone. Ho messo i marciapiedi dopo aver montato la vela, altrimenti non è possibile fare un lavoro pulito. Intendiamoci, se si trattasse di un modello in legno in scala "normale" (insomma più grande), il pennone sarebbe completamente attrezzato (marciapiedi compresi) e la vela verrebbe montata per ultima.




Un problema poco considerato nei modelli navali è la posizione di arrivo delle manovre correnti: in pratica, dove vanno fissate le varie corde e cordine delle vele? In realtà la posizione era abbastanza precisa, su caviglie o bitte o gallocce determinate, perché altrimenti i ponti pieni di cordami sarebbero stati solo un grande caos incomprensibile per chi avesse dovuto manovrare la nave. Il libro di McKay riporta a grandi linee l'arrivo delle manovre ma in alcuni casi il percorso non è tanto chiaro, ad esempio l'arrivo delle scotte e altre manovre del pennone di civada va a interferire con la manovra dell'ancora sotto le gru di capone.



link alla galleria

 marcoaurelio :

3/8/2016 23:52
 La costruzione della tua nave mi ricorda la mia race horse.. costruita 20 anni fa.. che ricordi!!!!
Complimenti per il lavoro.

:-)

 marcellodandrea :

13/8/2016 15:49
 Ho preparato tutti i pennoni con le vele (salvo la randa per ora). Per fare le vele ho usato la pellicola trasparente per cucina che, come dicevo, incollata con il vinavil fa tante piccole piegoline in scala. Con questo sistema purtroppo non si possono fare le vele spiegate, o almeno ancora non so come renderle in modo gradevole, ma quelle ammainate vengono abbastanza bene.



Non c'è bisogno di essere troppo precisi per la forma e la lunghezza della vela, essendo appunto ripiegata. Anzi è meglio abbondare un po' per garantire un po' di volume.

In effetti, per aumentare il volume e dare un po' di peso al pennone, ho inserito all'interno dei tondini di piombo (sono lance di figurini Mirliton in scala 27 mm ) avvolti in altra pellicola, tutto sempre incollato con vinavil.



Una volta ripiegata la vela, si prepara la forma voluta utilizzando dei laccetti di filo che rimangono in posizione fin quando la colla non è asciugata (e la vela si è irrigidita). Poi si tolgono e si dipinge tutto.





A questo punto, siccome dovevo aspettare qualche giorno che le vele si asciugassero, ho fatto la lancia da sistemare nel diorama accanto alla nave. Lo scafo di plastica è quello del kit Revell, lisciato di ogni dettaglio. In un modello in legno "convenzionale", siccome questa lancia è piuttosto grande, si potrebbe fare a ordinate e fasciame in legno come il resto. Qui, per rimanere nello spirito di utilizzare come base un kit in plastica, sono partito dallo scafo (come per la nave vera e propria) dettagliando il resto con plastica e legno. Ho cominciato a mettere l'incintone e le centine in plastica e ho dipinto in grigio.



Si sporca il fondo in modo graduale.



Si aggiunge il tavolato del ponte in legno (la chiodatura è dipinta; le tavole sono listelli di legno tagliati longitudinalmente per farli abbastanza stretti).



Poi i seggiolini.



Infine il timone e altri dettagli (in plastica).



link alla galleria

 marcoaurelio :

13/8/2016 18:18
 Fantastica l'idea per le vele. Ma è tutta pellicola quella ripiegata o hai riempito con qualcos'altro?
Veramente belle.

:-)

 marcellodandrea :

13/8/2016 20:49
 ciao marcoaurelio, quella ripiegata è tutta pellicola con il vinavil dentro. All'interno ci sono solo dei pezzetti di tondini in piombo per aumentare il peso. Mettere solo la pellicola serve a mantenere l'insieme morbido, così da poterlo stringere con i laccetti e dargli la forma voluta. Solo successivamente si dipinge tutto.

Non è la prima volta che uso la pellicola, ma è la prima che faccio le vele così. In precedenza avevo fatto le vele del Beagle (sempre un modello di partenza Revell trattato poi come il Bethia, cioè con autocostruzioni in plastica e alberatura in legno) con la pellicola, ma le avevo dipinte prima di montarle perché volevo vedere se mi riusciva farle spiegate o quasi, ma non mi erano piaciute molto come effetto finale, sono troppo rigide. Il Beagle lo puoi vedere qui.

 marcellodandrea :

15/8/2016 19:56
 

Ho messo anche la decal del nome "Bethia", gentilmente fattami a suo tempo da kicco64. Per il font ho fatto riferimento a nomi di navi di fine '700, compresa la Victory. Nella foto si vedono alcune vele già montate ma aspetto a inserirle così faccio un unico post.




link alla galleria

 Franz11 :

16/8/2016 10:17
 Che dire. Di bene in meglio.
La settimana scorsa ero in vacanza in Olanda e ho visto il museo reale di Amsterdam e il museo navale di Groningen. In entrambi magnifici modelli in scale diverse. Per la prima volta ho fatto un po' piu' attenzione grazie a questo topic e devo dire che il tuo modello non sfigurerebbe affatto in une delle vetrine, anzi.

Ciao

Carlo

 kicco64 :

17/8/2016 19:36
 lavori sempre spettacolari...

 AGOCAP :

17/8/2016 20:46
 Capolavoro

 matte :

18/8/2016 00:34
  Signori miei, questo è modellismo navale ad altissimi livelli...... :-o :-) . Ed io che ero quasi fiero delle barchette che ho fatto finora........ :-D

 marcellodandrea :

19/8/2016 23:31
 Grazie, ma non esagerate, ci sono molto più bravi di me e poi tutti possono migliorare. D'altra parte questo wip è fatto anche per invogliare tutti voi a fare navi in legno...

Veniamo alle vele. Dopo un fondo bianco a smalto ho dipinto con colori acrilici con un color beige sporco (bianco + terra ombra). Le linee verticali sottili sono i vari ferzi di tela che compongono le vele. Le legature delle vele al pennone sono ugualmente simulate con una serie di tratti chiari. Successivamente sul lato posteriore si applicano i marciapiedi.




Con lo stesso sistema della pellicola ho fatto anche le due vele di fiocco, sul bompresso. Sul trinchetto si vedono montate la vela maggiore di trinchetto e la gabbia al di sopra (il parrocchetto).



Segue la vela di terzo ordine (il velaccino): si noti che gli amantigli (laterali) del pennone sono semplici, senza bozzello.
Come dicevo in precedenza (magari a qualcuno è sfuggito), dal momento che le copie che ho del libro di McKay non sono molto chiare, per l'andamento delle manovre ho usato principalmente la raccolta di articoli intitolati "La vela quadra" di Sergio Bellabarba e Giorgio Osculati, uno studio sull'evoluzione delle manovre della velatura ricavato dalle collezioni di velieri d'epoca dei musei navali (in particolare quello di Greenwich). In particolare ho fatto riferimento alle navi di rango più basso (il settimo) e al naviglio minore.
 
Questa raccolta di articoli fu pubblicata molti anni fa su "Navi e modelli di navi", una rivista piuttosto famosa a suo tempo tra i modellisti navali. Nei sito web del museo navale di Greenwich ci sono anche le foto di alcuni modelli d'epoca di mercantili di metà '700, oltre che di un paio di modelli moderni del Bounty, che possono ugualmente essere usati per orientarsi nelle manovre.




Il montaggio del trevo maestro (il pennone della vela di maestra). Le due drizze singole(una per parte, i fili chiari sotto la coffa) seguono un percorso particolare (uguale anche sul trinchetto e sulle gabbie) andando dal colombiere ad un bozzello doppio sul trevo, poi risalgono ad un bozzello sotto la coffa e scendono sul ponte. Si tratta di una disposizione presente sul naviglio minore in questa epoca, ma con durata e diffusione diverse sulle navi da guerra (stando al lavoro di Bellabarba e Osculati). Sui modelli in rete di mercantili e del Bounty del museo di Greenwich la disposizione è ugualmente questa.

Le parti della drizza a livello del colombiere vengono successivamente dipinte in nero.

I fili che scendono sotto la vela sono alcune manovre che è meglio montare prima, caricamezzi, caricascotte e caricaboline.



Il Bethia con le vele di trinchetto e maestra montate e molte manovre in posto (non tutte, mancano le scotte e le mure del trinchetto e maestra, e le boline di tutte quante: a causa delle piccole dimensioni, queste è meglio montarle alla fine).



L'unico modo per portare le manovre ai bozzelli sul ponte e poi alle caviglie sono due lunghe pinzette (una per mano), che consentano di passarle almeno una volta sotto la caviglia e sopra, poi di fissarle con la colla e mettere sopra un piccolo rotolo di corda. Ricordo ancora che è essenziale passare sempre molte volte i fili sopra un pezzo di cera vergine di api se si vuole che i fili restino puliti, tesi e si arrotolino all'occorrenza per benino.












Una vista d'insieme del diorama, Ovviamente niente ancora è incollato al mare.




Link alla galleria

 marcellodandrea :

23/8/2016 11:44
 
Ho attrezzato anche l'albero di mezzana. A livello della vela di maestra si vedono dei pallini bianchi di vinavil sulle manovre che escono in avanti (boline). Simulano dei bozzelli molto piccoli, poi verniciati di nero (sono già neri sulle altre vele di trinchetto e maestra).











Le lunghe manovre diagonali dalle vele allo scafo sono le scotte e i bracci di trinchetto e maestra. A sinistra non ho ancora messo quelle di trinchetto perché devo capire come sistemare lo scivolo del carbone sul molo.




Una prima approssimazione della rampa con lo scivolo per caricare il carbone.  Manca ancora il sistenma per manovrare lo scivolo, appunto (cercherò di capire qualcosa dalle stampe d'epoca).




Questa sarebbe la situazione con la rampa in posto. Devo dire che ingolfa un po' la vista della nave (vedi le altre foto dopo). In breve sto decidendo se sistemare la rampa oppure lasciare il molo libero, eventualmente con alcuni mucchi di carbone lì vicino (la nave poteva essere lì per scaricare il carbone, invece che per caricarlo).












Ora sospendo per qualche giorno e vado una settimana al mare :-)  Sulla nave ho preparato anche l'ancora di sinistra (appesa alla murata e libera dalla gomena) , mentre quella di dritta è calata in acqua (con la gomena in opera sull'argano). Mi piaceva l'idea di mostrare le due situazioni. Poi deciderò in merito alla rampa.
Rampa a parte, mancano alcuni dettagli minori sulla nave e l'albero della vela per la lancia, il terreno sul molo e qualche dettaglio pure lì. Poi incominciamo a vedere la fine :-)


link alla galleria

 matte :

23/8/2016 14:00
  Rinnovandoti i complimenti per il lavoro monstre, anche secondo me il pontile è meglio libero, semmai con dei mucchi di carbone sopra, ma senza rampa di carico :-)

 marcoaurelio :

23/8/2016 16:00
 Che meraviglia!!!
E poi la basetta promette alla grande, come al solito si nota il tuo stile unico nel preparare la scena.

:-)

 lagu :

23/8/2016 22:12
  e provare a rimpicciolire la struttura dello scivolo???magari qualcosa di piu piccolo e basso è meno invasivo...( fa niente se puo' risultare sottodimensionato,lo sappiamo solo noi...e come dice un mio amico..ma tu c'eri???)
per il resto ....mi prudono le mani e la voglia di fare un veliero ( peraltro storicamente  mai sopita,così come vorrei realizzare un classe viribus unitis in 1/200...)è tanta!!Vuol dire che con il tuo modello hai già fatto centro,perchè secondo me lo scopo del modellismo è invogliare la realizzazione di qualcosa e tu l'hai centrata in pieno!!
Chapeau!!
Marco

 marcellodandrea :

24/8/2016 12:39
 grazie a tutti, e poi sono molto contento se vi è venuto voglia di fare un veliero :-)

Fare la rampa più piccola è possibile in teoria, ma temo che non sarebbe realistica: nelle stampe che ho visto sulle rampe arrivavano con i carri pieni di carbone trainati da cavalli/muli o simili (vedi quella a pg 1 del wip) , e se lo faccio più piccolo non c'entrerebbero. Inoltre la rampa deve essere abbastanza alta da dare un senso allo scivolo, il carbone scendeva per gravità.

ciao, vado al mare :-)

 Tunguska :

24/8/2016 18:22
 Un diorama e sopratutto un modello spattacolari....i mei complimenti per la Tua bellissima realizzazione!

 lagu :

25/8/2016 06:37
 dato che il tuo veliero è già carico di carbone,fare esattamente il contrario?' non so come scaricavano il carbone da queste navi,ma delle paserelle e come dicevi tu dei cumuli di carbone ( e magari due carretti a mano  o simili).visto che le banchine dei porti sono in genere piene di materiali,qualche asse e cose simili utili alla riparazione di navi??
una cosa del genere...


 pgdm :

25/8/2016 07:55
 Fantastico.....

 marcellodandrea :

25/8/2016 08:10
 Quote:
lagu ha scritto: dato che il tuo veliero è già carico di carbone,fare esattamente il contrario?' non so come scaricavano il carbone da queste navi,ma delle paserelle e come dicevi tu dei cumuli di carbone ( e magari due carretti a mano  o simili).visto che le banchine dei porti sono in genere piene di materiali,qualche asse e cose simili utili alla riparazione di navi??
una cosa del genere...





sì lagu, grazie della foto, la mia alternativa era in effetti qualcosa del genere :-)

e di nuovo grazie anche a tutti gli altri...

 Mario Bentivoglio :

25/8/2016 09:46
 SPETTACOLARE !!!!!!!!!
Complimenti Marcello !!!!!!!!!!!
:-)

 marcellodandrea :

8/9/2016 12:41
 Grazie Mario :-)

Ecco qualche aggiornamento.  Ho fatto le tavole che coprivano il boccaporto centrale di carico e le ho sistemate lì intorno, visto che è aperto sul modello.







Poi ho fatto le ancore. Quelle del kit Revell sono brutte, piccole e di forma sbagliata. Ho utilizzato un accessorio navale in metallo bianco (ma non ricordo di quale marca fossero, li avevo sciolte, senza bustina, nella mia cassettiera "navale").




Sul modello ho messo solo l'ancora di sinistra, quella di destra è calata in acqua. Ho modificato la forma dell'ancora limandola fino a farle assumere un aspetto appuntito, come erano le ancore principali del Bounty (sperando che il Bethia avesse sempre quelle). Le navi militari montavano anche due ulteriori ancore di rispetto più piccole (di solito sul parasartie di maestra) e infatti McKay le indica nel suo libro per il Bounty, ma sul Bethia non le ho messe, non ho idea se ci fossero o no.



Ho rifatto le fasciature del ceppo e rifasciato con refe l'anello di metallo, poi ho dipinto il tutto.



Una cosa che sui modelli spesso non si vede sono le boe che segnalano la presenza delle ancore calate in acqua. La loro forma è difficile da fare in un solo pezzo perché qui sono minuscole, così ho fatto due coni separati per ogni boa e li ho incollati assieme.



Ancora di sinistra e boe in posto. L'ancora non ha gomena perché è bloccata alla murata, ma ho messo il paranco della gru di capone.

La nave a questo punto è incollata alla base, quindi si vede il gel acrilico Pebeo (belle arti) che collega la fiancata al "mare". Il nastro bianco di carta adesiva serve a non sporcare il molo.



Ho finito di dipingere la lancia, messo un alberetto di legno rastremato e iniziato una vela col solito sistema del "salsicciotto" di pellicola trasparente. Il pennone è di acciaio.






La lancia appoggiata nella sua posizione finale.




Siccome la nave è incollata alla base, ho rimesso le lanterne a poppa.




Non è che non voglio fare la pedana per fare prima... :-)  La pedana l'ho finita e dipinta, quindi sarebbe solo da inserire. Ma continuo ad essere perplesso sulla sua valenza nell'equilibrio del diorama. Però ci sarebbe un aspetto storico (appunto lo scivolo per il carico del carbone) che sarebbe interessante da vedere in opera in un diorama. Ci penserò ancora un po'.... :-)




link alla galleria

 fabrix67 :

8/9/2016 14:53
 Da autentico ignorante del mondo modellistico navale, penso tu abbia fatto un lavoro incalcolabile.
Nella lingua italiana non esistono aggettivi superlativi sufficienti a descriverlo come merita.
Penso che dal vivo occorra un'intera giornata solo per cogliere ogni singolo particolare.
Ti ringrazio anche per aver reso molto facile la scelta di uno dei voti della Campagna trasporti...
fabrizio

 lagu :

8/9/2016 15:33
  Riguardo lo scivolo,perchè non provi a postare una foto dal lato di dritta della nave per farci capire come un osservatore lo percepisce??Nelle foto che hai postato è lo scivolo in primo piano e quindi l'occhio cade li,magari vedendolo dal lato della nave ha un impatto minore ( essendo coperto da alberi e sartiame)
Marco

 Cesko :

8/9/2016 15:42
  Per prima cosa ancora complimenti. Il modello è straordinario. Quanto allo scivolo provo a dire la mia. In effetti lo scivolo è sproporzionato rispetto al diorama è questo forse dipende dal fatto che anche se appoggia sulla coperta della nave comunque sembra un elemento in scala sbagliata. E allora cambierebbe qualcosa se tu esaltassi la sua reale funzione magari mettendoci sopra del carbone e degli uomini che lo spingono verso la stiva ? Forse così lo scivolo si integrerebbe meglio con l'insieme del diorama. 
In ogni caso come dicevo... Straordinario.

 Andrea :

8/9/2016 17:24
 Lo scivolo è davvero terribile...  ;-) Molto sproporzionato rispetto al modello della nave, inoltre non è chiaro da subito il suo scopo: noi lo sappiamo perchè c'e l'hai detto tu... Mi permetto solo un umile consiglio: le tavole del boccaporto danno l'impressione di essere buttate a caso sul ponte di coperta, il che dà una impressione di disordine che non doveva essere comune per una nave dell'epoca. Personalmente le metterei una sopra l'altra a fianco della murata...

 marcellodandrea :

8/9/2016 21:08
 Provo a rispondere rapidamente, cominciando dal fondo.

Le tavole che coprivano i boccaporti potevano essere tirate via più o meno tutte assieme con un cavo che passava dentro gli anelli, oppure tirate su a mano con i soliti anelli e gettate rapidamente di lato. Il risultato era di fatto disordinato.

La pedana è alta ma non è sproporzionata, rispecchia l'immagine che potete vedere a pg 1 di questo wip, se confrontate la sagoma della nave a sinistra del disegno vedrete che le pedane erano alte, altrimenti il carbone non sarebbe caduto agevolmente lungo gli scivoli fin dentro la nave.

I carretti che salivano sulla pedana (altra ragione per cui erano grosse, si vede anche che i carri sono trainati da cavalli)  ovviamente non avevano i cassoni ribaltabili come i camion moderni, di conseguenza immagino che il carbone venisse scaricato e poi gettato lungo lo scivolo, forse con le pale o qualcosa del genere (ci sono illustrazioni che mostrano lo scarico del carbone dalle navi, fatto a spalla con le ceste eventualmente scaricate a loro volta su scivoli che andavano dalla murata della nave a terra, i sistemi erano abbastanza basici). Per cui non sarebbe sbagliato mettere un mucchio di carbone sopra la pedana vicino allo scivolo.

Per finire gli "omini".  Ne ho solo 6, quelli del kit. In scala 110 non trovo niente, esistono in scala 120 per i trenini (scala N) ma sono troppo piccoli rispetto a quelli che ho io e non trovo personaggi vestiti in modo da simulare alla lontana l'abbigliamento di marinai od operai del '700 (che so, pantaloni e camicia o torso nudo).

Comunque grazie, più ho suggerimenti e meglio ci rifletto ovviamente :-)  

 marcellodandrea :

17/9/2016 23:27
 Dopo lunga pensata... ho deciso di procedere per come era il progetto originale, quindi con la rampa per il carico del carbone.

Sulla rampa ci va almeno un carrello per il carbone. L'ho fatto in cartoncino e legno. La forma richiama quelli del disegno a pg 1 di questo wip, lo stesso per le dimensioni, calcolate sull'altezza dell'uomo disegnato (in realtà i carrelli del disegno sono più alti delle persone, qui il mio è poco più basso perché altrimenti mi sembrava troppo grosso).




La rampa per il carico del carbone invecchiata. Per la manovra dello scivolo ho studiato qualcosa di semplice, dato che nei disegni d'epoca non riuscivo a capire gran ché e i meccanismi mi sembravano complicati (e anche tutti diversi tra loro, quindi potevo anche studiarne un altro ancora...). Ho pensato che lo scivolo potesse essere sospeso, poi tirato avanti e quindi calato verso il basso semplicemente da un paranco della nave (da fare) e indietro da due paranchi agganciati ai piloni della rampa.



Il carrello dipinto e invecchiato, il carbone è sabbia per fermodellismo.



La rampa incollata in posto e il molo con una copertura di sabbia fine (setacciata in due strati di tulle).



Mi accorgo che in queste foto il paranco di carico che sospende lo scivolo allo straglio maestro non si vede quasi per nulla, mi riprometto di fare una foto più chiara di questa manovra (comunque ingrandendo la foto qui sopra - ci si clicca sopra - si vedono i cavi che sostengono la parte terminale dello scivolo e salgono verso lo straglio: mi sembrava importante che lo scivolo non fosse appoggiato alla nave ma solo sospeso sopra il boccaporto, un minimo movimento della nave avrebbe danneggiato tutta la struttura).










Il carrello incollato sulla rampa. Nell'ultima foto è confrontato con le dimensioni di un figurino.










link alla galleria

 marcoaurelio :

17/9/2016 23:30
 Senza parole..
:-o

 matte :

18/9/2016 01:16
  Quote:
marcoaurelio ha scritto: Senza parole..
:-o

Esatto, ammutolimento totale........ :-)

 euro :

18/9/2016 11:10
 tengo la polvere di carbone ovunque!!!:-D :-D :-o :-o :-o
Formidabile!!!

 dj :

18/9/2016 11:21
 Ciao Marcello
ottimo il modello ed il wip (come sempre) completato da spiegazioni sulla costruzione e sui dettagli della nave vera che rende molto piacevole leggere, seguire e commentare il tuo lavoro.
Una domanda ... ma non pensi che la nave vada ormeggiata con le manovre anche sulla banchina?

Ciao Giuseppe :-D

 marcellodandrea :

18/9/2016 12:28
 Quote:
dj ha scritto: Una domanda ... ma non pensi che la nave vada ormeggiata con le manovre anche sulla banchina?

Ciao Giuseppe :-D



certo :-) metterò almeno una cima a prua e una a poppa

 enrico63 :

22/9/2016 14:44
 Alla fine hai scelto di metterlo il pontile di carico.......
Anche a me sembrava parecchio inponente, ma adesso che c'è, guardando le foto dal lato nave, la scena risulta "completa". Si coglie subito che nave era e come funzionava il carico del materiale. Il tutto poi essendo in secondo piano non disturba affatto...anzi come ho detto completa la scena.
Come sempre lavoro di grande precisione storica e ottima fattura.
Ciao
:-)

 adlertag :

22/9/2016 15:28
 Realizzazione affascinante! le sartie sono più incasinate dei tiranti di un biplano.
Solo la scialuppa è un modello nel modello.
Bellissimo
Riccardo

 marcellodandrea :

26/9/2016 12:32
 Di nuovo grazie a tutti.

Gli aggiornamenti. I figurini presenti nella scatola Revell sono pochissimi e brutti, ma insomma si possono rendere gradevoli.




L'ufficiale con il tricorno l'ho dipinto in abiti civili per metterlo a terra. Non ho idea se i comandanti di navi carboniere avessero una divisa propriamente detta, per cui ho scelto questa soluzione.




La bandiera è in carta dipinta a pennello con colori acrilici, la Union Jack è quella ancora in uso nel 1783 e seguenti.







Per finire questa sezione, le due lanterne appese al magazzino sono in legno.





Posto ora una serie di foto dell'aspetto finale del diorama. Non uso per il momento il termine "finito" perché vorrei aggiungere qualche altro dettaglio, tra cui un'altra cima di ormeggio a prua, ma insomma sostanzialmente questo sarà alla fine.

Alcune viste di prua, poi le altre tutto intorno. Si noti la boa dell'ancora di destra (a sinistra nella foto) , in acqua davanti al tagliamare.








Immagino che i carrelli venissero poi svuotati sullo scivolo a forza di pale, quindi ho messo due omini sul carrello, le pale sono di sprue stirato e carta dipinta. Si nota in fondo a destra il civile con il tricorno (potrebbe essere anche il comandante della nave, se erano in abiti borghesi) e le lanterne appese alla parete del magazzino.



Uno degli omini sta salendo sulle sartie e con quella postura non c'era proprio niente altro che potesse fare, così l'ho messo sulle sartie di maestra, si vede nella foto davanti allo scivolo.









Ho immaginato l'ultimo omino mentre sorveglia che lo scivolo, sospeso con il paranco dello straglio di maestra, non oscilli troppo, quindi è sul ponte lì accanto al boccaporto.






link alla galleria

 enrico63 :

26/9/2016 13:36
 Tutto stupendo come sempre!!
L'omino sulle sartie lo trovo una di quelle chicche che rendono reali le scene dei diorami.....se non ci fosse stato già bello pronto si sarebbe dovuto fare. Quindi per me promosso anche lui!
Ciao

:-)

 lagu :

26/9/2016 16:29
  Ma delle foto in alta risoluzione che rendano omaggio a questo capolavoro si possono avere???
Che spettacolo!!!
Questi sono proprio i modelli che fanno venire voglia di fare modellismo!!!
Merkalaguva

 lananda :

26/9/2016 20:43
 Per me, senza nulla togliere ad altri meravigliosi lavori, questo è il modello dell'anno  2016 di M+.
Non ho altro da aggiungere:-o

 Silvano :

26/9/2016 21:03
 Cavoli... me lo stavo perdendo... avevo visto l'inizio ma non ancora la fine.
Veramente una bella realizzazione!
:-o :-o :-o

 marcellodandrea :

7/10/2016 21:26
 Grazie a tutti, come sempre :-)

Ho aggiunto un'altra cima di ormeggio a prua




e completato le bandiere facendo riferimento a quanto indicato per le navi mercantili di metà '700 nel libro di Thimoty Wilson: Flags at sea, quindi con un jack a prua con la croce inglese e una fiamma rossa sulla maestra. Anche queste insegne sono di carta dipinta a pennello.






link alla galleria

 Mario Bentivoglio :

7/10/2016 22:05
 Mamma mia...SPETTACOLARE !!!!!!!!!!!!!
Tanto di cappello Marcello!!!!!!!!!
:-o


BRAVISSIMO !!!!!!!!!

 Utente2662 :

8/10/2016 11:23
 nei tuoi 3d, con lo spirito del ragazzino che restava appiccicato col naso alla vetrina del negozio di modellismo... Seguo da molto i tuoi lavori. La tua costanza nel portare avanti progetti complessi è davvero invidiabile. I risultati sono eccezionali a mio avviso. Non avevo mai visto cimentarti con antichi vascelli. Bè, a partire dal sartiame ad andare in giù, modello spettacolare, anzi, diorama spettacolare direi.

Hai tutta la mia stima modellistica.

Bob ammirato :-o  8-)  :-)

 marcellodandrea :

10/10/2016 00:12
 

Grazie a tutti, e ricambio la stima modellistica. Sono contento che vi piaccia, spero che questo modello spinga qualcun altro a provare a fare una nave antica (anche se non tutta di legno, almeno un po'...).


Bene, metto le foto finali del modello, almeno quelle standard.

Ne inserirò poi diverse altre più di dettaglio (rispetto alle foto precedenti oltre le bandiere ho aggiunto poco altro, qualche badile, un po' di cordame), ma così almeno lo dichiaro finito da un punto di vista formale. Per vedere le foto ingrandite basta cliccarci sopra.














link alla galleria

 fabrix67 :

10/10/2016 08:49
 Mi ripeto, una pietra miliare nell'universo modellistico.
Leva il fiato in foto, figuriamoci dal vivo.
fabrizio

 dj :

11/10/2016 12:06
 Lavoro stupendo
... ma voglio fare un piccolo appunto : non si sente l'odore del mare ...   :-P :-P
e no ... si sente anche quello, sono io che sono raffreddato ! ;-)

Giuseppe :-D

 marcellodandrea :

11/10/2016 12:34
 Quote:
dj ha scritto:  
non si sente l'odore del mare ...   :-P :-P
e no ... si sente anche quello, sono io che sono raffreddato ! ;-)

Giuseppe :-D




Se mi fate avere un po' di alghe bagnate, ne faccio una tisana e ce la spruzzo sopra... :-D :-D :-D

 lananda :

11/10/2016 14:48
 Applaudo, virtualmente, ma applaudo!!!
Ciao

 ppozzo68 :

11/10/2016 21:33
 É un lavoro MERAVIGLIOSO!
Non trovo altri modi per definirlo.

 marcellodandrea :

15/10/2016 21:33
 Vi ringrazio di nuovo tutti :-)  Aggiungo qualche foto di dettaglio (cliccandoci sopra ingrandiscono).






E' possibile che qualcuno più esperto di navi a vela noti o abbia notato la mancanza dei paranchi di terzaruolo sui pennoni di gabbia (vd. foto qui sotto; in sintesi erano dei piccoli paranchi dotati di bozzello singolo che scendevano dall'estremità del pennone e agganciavano le vele di gabbia sul lato esterno). Il fatto è che non avevo la più pallida idea se su una nave così piccola ci fossero, tutto lì, così non li ho messi.




















Ora vediamo se mi riesce fare una o due foto in bianco/nero come al solito... e che effetto fanno. Poi abbiamo finito.

Lasciatemi ringraziare tutti voi che avete seguito, i consigli obiezioni e suggerimenti vari che mi hanno permesso di arrivare a questa composizione, infine kicco64 che mi ha gentilmente fatto la decal del nome "Bethia" (davvero bella).

link alla galleria

 Mario Bentivoglio :

15/10/2016 22:24
 Solo una parola ...CAPOLAVORO !!!!!!!
:-)

 Tunguska :

16/10/2016 00:14
 Concordo...un lavoro superbo...complimenti sinceri!!

 euro :

16/10/2016 15:25
 Arte modellistica!!!:-o :-o :-o
nient'altro da dire
:-)

 matte :

16/10/2016 23:07
  Quote:
Mario Bentivoglio ha scritto: Solo una parola ...CAPOLAVORO !!!!!!!
:-)

Esatto...... :-)

 marcellodandrea :

27/10/2016 00:29
 Di nuovo grazie a tutti, dai CL (con il notevole lavoro che si sono sobbarcati) a tutti quanti mi hanno seguito. Finisco sul serio con queste foto (per ingrandirle cliccarci sopra):











Però anche questa non mi sembra male




link alla galleria

 matte :

27/10/2016 02:02
  Le ultime due foto sono uno spettacolo...... :-)

 marcellodandrea :

30/10/2016 12:17
 Questa è la foto per la votazione



link alla galleria

 dj :

30/10/2016 13:24
 Preferisco l'ultima in b/n ma comunque non è una questione di foto che fa apprezzare o meno il tuo lavoro perché è semplicemente magnifico ... 
Giuseppe :-D

 marcellodandrea :

30/10/2016 15:20
 ciao Giuseppe, la foto che ho messo è "normale" sì, ma non mi sembrava il caso di utilizzarne una troppo elaborata, visto che giudichiamo il modello per quello che è, appunto.

Avevo proposto, in passato, una campagna in cui uno degli elementi di giudizio fosse anche l'elaborazione fotografica finale dei modelli. Magari in futuro si trova qualcuno che la fa, perché no :-)

Comunque grazie degli apprezzamenti .-)

 Cesko :

8/11/2016 10:52
  Cosa vuoi che ti dica. E' un modello da campionato mondiale altro che campagna. Ed è anche un modello che mi ha ammazzao modellisticamente.
Come? In pratica con quattro soldi e pezzi di plastica hai realizzato un modello che non si finisce mai di guardare tanto è bello ed interessante. Per dirla ad effetto hai trasformato plastica in oro e legnetti in oro. Re Mida in pratica. Questo è Vero Modellismo.
E così ho iniziato a sentirmi uno stupido. E mi sono chiesto ma che bravura c'è aspendere un sacco di soldi in modelli pieni di resine e fotoincisioni che più o meno si assemblano da soli? Sono davvero un modellista o sono un semplice assemblatore?
Chiaro sono un semplice assemblatore... e da qui crisi modellistica... 
Perchè è evidente che non sono capace di fare un modello Vero, ma solo di incollare pezzi già fatti.

OK lasciando perdere i miei travagli modellistici torniamo al tuo modello: FAVOLOSO !

 marcellodandrea :

8/11/2016 15:53
 Dai non esageriamo !   :-)  Grazie per gli apprezzamenti, ma il mio intento semmai era di stimolare a fare qualcosa di più con materiali diversi. Anche io ogni tanto faccio skifezze che butto via... ma non ve le faccio vedere :-D :-D :-D

 adlertag :

8/11/2016 20:39
 Non so come ma mi ero perso la fine del tuo lavoro. Così l' ho visto tutto in una volta. Toglie il fiato!
Mi vergogno un po' perchè non voglio montare un He 59 per via dei tiranti alari
Riccardo

 corale :

12/11/2016 10:23
 Un lavoro eseguito in modo certosino. :-o
Ogni foto è uno spettacolo, il tutto è curato in modo ...maniacale, insomma un capolavoro. :-)

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